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Missione D: Accampamento per gli sfollati

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Missione di Livello D

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con Yosai, Harai, Rio

10:14 Harai:
  [radura] è un ragazzino esile e sottile come il giovane giunco, che si tratteggia morbido a pastello nella nebbia lattiginosa che opprime le forme e spegne i colori in quell'ambiente dove è il suono della foresta ad articolare un silenzio roboante; se inizialmente è una macchia vaga dei colori scuri di un'ombra, in breve tempo – complice il suo movimento ad avvicinarsi – spezza la trama della caligine e si prende lo spazio che merita con la costanza pacata di chi non ha fretta. Non arriva al metro e cinquanta e non peserà nemmeno una cinquantina di chilogrammi, indossa indumenti che fanno della praticità e della comodità il loro vanto, di quelli tattici che si vedono addosso a molti ninja, specie sotto ulteriori equipaggiamenti che, su di Lui, mancano: una maglia a manica lunga color della ghisa, le brache di quella stessa stoffa pesante a pinocchietto e degli stivali in cuoio e gomma, di quelli che lasciano scoperte le dita e i talloni dei piedi. Non ha effigi o simboli a dar sfoggio della sua appartenenza a qualche fazione battagliera, solo una piccola scarsella artigliata alla vita, sul lato destro della schiena, sotto la zona lombare. In silenzio si fa sotto a quell'area, lì dove sembra ricercare qualcosa – o qualcuno: concede al proprio sguardo la massima libertà, sguinzagliando a curiosare in lungo ed in largo, accomodandolo persino con delle torsioni docili del collo sì da ampliare il proprio raggio d'azione.

10:32 Yosai:
 Ancora nebbia oggi, come sempre, o non sarebbe il paese della nebbia. Missione per te e per i tuoi compagi. Sempre per tenere attivo il cervello, o impazziresti. Le leve inferiori, possenti e scolpite, sono coperte dall’ampio, nero pantalone d’un chimono, con la stoffa infilata nelle fasciature da combattimento color cremisi che ti avvolgono la caviglia da sotto il polpaccio squadrato fino ad infilarsi nelle calzature ninja. Il torso, simile al tronco d’un albero, è coperto dalla casacca del chimono, tenuta chiusa dalla cintura costituita dal coprifronte cucito su un’elegante frappo rosso a cingere la vita sottile rispetto alle larghe spalle. Su di esso, dietro la schiena è saldato il portaoggetti. Non che tu ci tenga chissà che, le tue armi le hai appese alle spalle, ma qualcosa può sempre essere utile. Le braccia definite sono lasciate ad oscillare solide ai lati del busto, ben separate dal corpo dalla larghezza dei dorsali. La larga manica del chimono arriva fin sotto al gomito, lasciando presto spazio alle medesime fasciature che ti cingono le caviglie, lunghe dalle falangi delle dita fin sotto le maniche. Il collo taurino che emerge dal profondo spacco sul chimono sostiene il volto affilato, dipinto in un’espressione che in realtà è atona, ma che l’intera figura contribuisce a far percepire come scontrosa. A decorare i tratti del tuo viso le due cicatrici ben evidenti. La prima in verticale dalla fronte allo zigomo sinistro, salvando l’occhio, la seconda in orizzontale sulla fronte. Ai fianchi del viso i lunghi capelli nero-rossicci lasciati sciolti ad incorniciare lo sguardo blu, profondo, pesante, che si sofferma solo quanto basta su ciò che ti circonda. Come se in fondo non avesse reale importanza. E invece assimili tutto, bramoso di dettagli come sempre. Non ti saresti mai permesso di uscire dall’accampamento senza impastare il chakra. Per questo avresti portato la mancina di fronte al plesso solare, chiusa in pugno con indice e medio a svettare verso l’alto nel mezzo sigillo della capra. Ti saresti poi concentrato su te stesso, dapprima su ciò che è alla base delle tue emozioni, dei tuoi pensieri, dei tuoi sentimenti, giù in fondo alla tua psiche fino a giungere a ciò che la muove e la plasma, l’energia psichica. Individuata la prima ti saresti concentrato su ciò che permette ai tuoi muscoli di muoversi, al tuo sangue di fluire prepotente, al tuo cuore di battere come un tamburo, giù in fondo fino a trovare l’energia fisica. Individuate entrambe tenteresti di condurle al plesso solare e di innescare il movimento rotatorio dell’una nell’altra, dell’altra nell’una fino a mescolarle scoprendo il chakra, che spingeresti a scorrere irruento nel proprio apparato circolatorio. <Avrai letto, sembra che bisogna spianare un po' la strada alla costruzione di questo campo> ti rivolgi verso Rio, che scruti dall’alto piegando il volto di tre quarti <sembra dobbiamo controllare che il posto sia sicuro e che non ci siano strani animali come quel maledetto lupo> riferimento all’ultima missione, ovvio. Nel frattempo giungi al loco. Uno gigantesco spiazzo fra le mangrovie. Li vicino al sentiero d’ingresso sono stati accatastati tutti i materiali per approntare il campo, la radura sembra stranamente silente e tanto ampia da scomparire nella nebbia. C’è solo un bambino li. Lo scruti dall’alto. Che ci fa li? Non ci sono molte possibilità <sei… qui per la missione?> chiedi con quell’espressone tra l’atono e lo scontroso che purtroppo per natura ti contraddistingue <Sono Yosai, comunque> ti presenti ad Harai. <Allora, ci dividiamo la zona e cominciamo a bonificare?> bonificare, si insomma controllare che vada tutto bene, che non ci siano intoppi, o orsi, o bestie strane. [Tentativo impasto chakra][Se chakra ON]

10:40 Rio:
 L’ennesima missione per il Kokketsu. Il luogo è sempre quello. Il suo preferito in quello schifo (?) di Kiri. La foresta di Mangrovie. Dove lui stesso è morto e poi rinato. Dove gli è stato fatto il dono più grande mai ricevuto. Il POTERE. Spesso si ritrova qui a contemplare i mille pensieri nella sua testa, quest’oggi vi è per adempiere al suo ruolo di Shinobi. Non potrà tirarsi indietro, come fa con le ronde, purtroppo. Abbastanza infastidito da ciò. Il volto, infatti, palesa chiaramente una smorfia stizzita, corrucciata. Le rughe, orizzontali, sulla fronte sono ben visibili, come le stesse sopraciglia corrugate . Le labbra sono serrate a mascherare i denti che digrignano tra arcate, probabilmente il luogo ove sta scaricando tutto quello stress. Si trova già immerso nella Foresta, al fianco del neo-compagno Yosai. S’avvicinano al posto prestabilito per la missione. Ciò che dovranno fare è semplice, dovranno dare vita a una nuova area ove gli sfollati potranno vivere, tra tendaggi, luoghi di smistamento, ma anche renderla sicura da eventuali animali selvatici presenti in quella foresta. La visibilità è logicamente scarsa, ma quasi ci si è abituato. La vegetazione ampia in quel luogo paludoso ed umido. Il Kokketsu indossa una semplice maglia bianca, a maniche corte, dei pantaloni neri stretti alle caviglie da un bendaggio. Sandali e cinta entrambi anch’essi neri. A quest’ultima vi si agganciano la tasca portaoggetti, sul gluteo sinistro ed il coprifronte penzolante davanti l’anca destra. Sulle cosce, tramite i due cinturini si stringono le altre due tasche, quelle porta shuriken/kunai. Non esce mai sprovvisto il Genin. Immancabili gli occhiali da vista che s’appoggiano sul naso a coprire le iridi marroni. La corporatura non troppo muscolosa e , soprattutto, la sua carnagione chiara quasi vampiresca lo rendono un tutt’uno con quella nebbia. Logico è che necessiti anche del Chakra stesso. Non potrebbe mai muoversi in luoghi pericolosi e in tempi di guerra senza di esso. Ecco perché le mani vengono portate al petto e nella mente calerebbe il buio. Da esso sopraggiungerebbe una luca, bianca, limpida alimentata da tutte le sue forze spirituali. Da tutti i suoi obiettivi, da tutto ciò che albera nella sua testa in ogni momento. Tranquillo, bellicoso, o di semplice conversazione. Tutte quelle energie che ti alberano nella mente, conglomerate in una luce che mangierebbe quel buio poc’anzi sceso. Poi una sfera, rossa verrebbe formata nell’addome ove si alimenterebbe del succo di ogni singola miofibrilla muscolare. Dai piedi alla testa spremerebbe ogni unità contrattile creando quel succo che come un fiume si porterebbe ad ingigantire quella sfera. Solo ora, portate le mani al petto nel sigillo caprino unirebbe le due forze, tentando di creare il Chakra. Nel mentre eccoli che sopraggiungono, i due, al luogo designato. < eh sì Yosa > di poche parole, come sempre . Impossibile non notare i due carri, vicini < eccoli lì > bofonchia indicando con la mandritta gli stessi < come ci avevano detto, il materiale è già qui > . Si trovano in un ampio spiazzo di terra battuta. Ove la vegetazione e le mangrovie a formano un circolo intorno a tale zona. L’Akari, perlustra visivamente il posto per quanto concessogli dalla nebbia < hey harai-kun > sibila al notarlo. < Io dividerei i compiti , qualcuno bonifica, qualcuno monta le tende e qualcuno controlla se ci sono animali > chiede. Non hanno tempo da perdere. [Equip. coscia sx: Shuriken (x2); Kunai (x2); Fuuda (x2) con tronchetto da sostituzione(x2) su cui incollate 2 carte bomba (x4) già attive; Equip. coscia dx: Fumogeno (x2); Carta bomba(x4); Fuuda (x2) con sigillato (1|Veleno Inibente)(2| Veleno composto speciale) (Chakra per liberarli: 0,5) Tasca portaoggetti: Filo di Nylon conduttore (x1) con attaccata carta bomba (x1); Tonico recupero Chakra (x1); Tonico curativo (x1); Tonico recupero Chakra speciale (x2); Fuuda libero (x2); Pennello e inchiostro] [Se Chakra: 20/20]

10:43 Harai:
  [radura] ha un passo gentile figlio di una falcata agile e snella, di quelle che denunciano all'occhio esperto come quel ragazzetto che avrà si e no dieci, undici anni, sia avvezzo alle arti marziali o, comunque, ad una forma fisica degna di nota – per uno della sua età, s'intende. Sono passi morbidi se raffrontati alla venuta imperiosa del colosso che è Yosai e che s'interrompono quando il piccolo rampollo di casa Hyuga sembra aver individuato nella nebbia la presenza dei suoi compagni: li sente parlare, oltre che muoversi senza affanno, ed è in quella direzione che spinge lo sguardo chiaro, latore di un potere ancestrale che ne domina la luminosità conferendole una piega di profonda malinconia. Si ferma dunque e lascia che siano loro ad avvicinarsi, osservandoli dal basso verso l'alto con l'aria ingenua di un ragazzetto quale è. [giovane Ryo..] esordisce così, chinando il capo nei suoi confronti, come a tratteggiare un saluto più composto di quelle semplici parole pronunciate con il timbro fresco di giovinezza e inesperienza che si ritrova. [giovane e grande Yosai, sono io, si. Per la missione intendo. Harai Hyuga.] aggiunge poi, in direzione di colui che, per primo, lo interpella. Li guarda entrambi, alternando le attenzioni prima sull'uno, poi sull'altro, raddrizzandosi appena come a voler sfruttare tutta la propria fisicità e sembrare più alto, più fiero, più austero – ma il risultato non è altro che un buffo tentativo di essere più interessante agli occhi dei due. [io attendo le vostre direttive, ditemi voi.] replica, infine.

11:05 Yosai:
 Ascolti la presentazione del serafico bambino. Inarci un sopracciglio <oh, Hyuga> quel cognome ti richiama sempre colei che insieme al marito è riuscita ad alleviare un tuo momento difficile. Torci verso l’alto gli angoli delle labbra in un sorriso, niente di più <è un piacere> mormori, certo inarcando ancor più il sopracciglio a quel modo tutto particolare e lontano dal tuo di rivolgersi agli altri del bambino . Ma bando alle ciance. Per quanto insulsa come missione è pur sempre una missione. Rio, subito operativo, propone una saggia divisione dei compiti. Apprezzi, ma d’altronde vi siete già rodati. Noti solo che già conosce l’esile Hyuga. <Mi piace, se a voi sta bene io libero il campo, a voi scegliere, per il resto> non aspetti nemmeno il via in realtà, come Rio avrà capito, non sei tipo da dare ordini se non al massimo qualche suggerimento, d’altro canto, non ne vuoi, di ordini. Lasci loro liberi di dividersi e far sì che uno t’accompagni, oppure di rimanere insieme e lasciarti cacciare in solitaria. A te poco importa. Ti muovi bene tanto in compagnia quanto in solitaria e, in ogni caso t’avvieresti. <percorrerò il perimetro dello spiazzo, fino a sbucare dall’altra parte> ovviamente. Li informi. Prima di avviarti per la coltre nebbiosa. Per fortuna il tuo raggio visivo ti consente di avere una buona visuale anche di un’ampia parte dell’interno brullo dello spiazzo. Percorsi i primi metri tuttavia, constati che per ora va tutto bene, anche perché, è la parte della foresta di mangrovie più vicina ai due accampamenti dell’alleanza, sarebbe strano trovar qualcosa che non vada qui. Ben presto per un rumore costante e sempre crescente si fa vivo alle tue orecchie. Non puoi far altro che seguirlo.[chakra: on]

11:10 Rio:
 Non cessa di muovere la testa. Ruotandola cercando di notare eventuali disposizioni della zona. E’ in questo momento che il suo lato artistico viene fuori. Si sente un po’ geometra, un po’ architetto (?). Fatto sta che la voglia di svolgere tale compito è alquanto esigua e proprio per questo è ora di iniziare. Prima iniziano, prima finiscono. Si sa. < mh > continua in quell’osservazione del luogo. La mandritta viene portata sul nasello spingendo di poco indietro gli occhiali . Riposizionandoli . < dai mettiamoci a lavoro > sibila. La mano sinistra verrebbe portata alla bocca. Qui quest’ultima celere si aprirebbe e richiuderebbe celere in un morso poco sotto il polso. Tenterebbe di strappare, letteralmente, un lembo della sua pelle. In questo modo il sangue inizierebbe ad essere richiamato in tale zona, in una fisiologica risposta. Nel mentre il suo chakra verrebbe trasformato nella sua forma elementale. L’acqua. Questa inizierebbe a scorrere all’interno del lume vasale del suo sistema circolatorio. Inondandolo come un condotto idraulico. Qui incontrerebbe le cellule di plasma di sangue nero. Cellula per cellula verrebbe quindi inglobata da cellule di acqua. Un legame indissolubile. Infatti avvolgendo il sangue nero del suo chakra suiton avrebbe il privilegio di poterlo controllare. Dunque, il sangue ormai riversato celermente al di fuori della ferita poc’anzi inflittasi verrebbe presto inondato anche dal sangue nero. Questo fluttuerebbe in grande quantità intorno al Kokketsu. Inoltre gli occhi e il corpo inizierebbero a prendere, i primi un colore violaceo nelle pupille ed iride, mentre il secondo un’aura dello stesso colore. Per ultimo si formerebbero due lacrime che secrete dalle stesse ghiandole solcherebbero il viso del Deruta fermandosi alla giunzione della sinfisi mentoniera. < sisi vai Yosai > poche parole, come sempre. Sa bene l’indole di Yosai. Non lo ferma, d’altronde lo ha visto uccidere un Lupo di due metri e la possibilità che vi sia qualcosa di quelle dimensioni è veramente esigue. Le leve inferiori, ora inizierebbero ad alternarsi portandosi in direzione dei due carri. Lo sguardo si volgerebbe al loro interno, come a voler censire quale sia l’attrezzatura fornitagli. Noterebbe pali e teloni per la costruzione delle tende. Nel secondo carro, invece, diverse travi necessarie alla formazione di palizzate per la recinzione. < mhhh > osserva < Harai-kun, io e te iniziamo a montare tende poi pensiamo alle palizzate, ok ? > dice, afferrando due di quei pali. Uno con la destra ed uno con la sinistra. Non attende, in realtà la risposta dello Hyuga. Afferrati si inizierebbe a muovere verso il centro dello spiazzo. [Equip. coscia sx: Shuriken (x2); Kunai (x2); Fuuda (x2) con tronchetto da sostituzione(x2) su cui incollate 2 carte bomba (x4) già attive; Equip. coscia dx: Fumogeno (x2); Carta bomba(x4); Fuuda (x2) con sigillato (1|Veleno Inibente)(2| Veleno composto speciale) (Chakra per liberarli: 0,5) Tasca portaoggetti: Filo di Nylon conduttore (x1) con attaccata carta bomba (x1); Tonico recupero Chakra (x1); Tonico curativo (x1); Tonico recupero Chakra speciale (x2); Fuuda libero (x2); Pennello e inchiostro] [Chakra: 19/20] [PV: 99/100] [SE Kokketsu LVL 1: ON] [2/4 tentativo attivazione innata]

11:12 Harai:
  [radura] rimane fermo ad ascoltare i due, limitandosi solamente a muovere il volto prima verso un lato e poi verso l'altro, per permettere ai suoi occhi di indagare lì attorno, a provare ad insinuarsi oltre quei veli di nebbia bigia che, nel giro di una trentina di metri, chiudono il sipario sul palcoscenico di quello sprazzo di terreno asciutto. Non aggiunge niente nei confronti di Yosai, lo segue semplicemente avviarsi nei primi metri di cammino. [va bene giovane Ryo!] asserisce con tono convinto in risposta al Genin, andando poi ad assaggiare un boccone d'aria con le narici, per riempire i polmoni di quell'umidità stagnante che è preponderante in quell'ambiente. Mentre gonfia il petto, allarga appena la presa dei piedi al suolo, divaricandoli poco più dell'apertura delle proprie spalle – ancora chinate nelle forme ingenue di un corpo che si sta affacciando alla pubertà. Agita lente le braccia, portando le mani a congiungersi innanzi al petto – all'ipotetica altezza del plesso solare – con le dita sottili e morbide a stendersi e intrecciarsi per provare a comporre il sigillo della capra. I gomiti sono larghi, rivolti verso i lati del corpo e l'espressione in quei frangenti si fa più seria, con una leggera contrazione dei tratti naturalmente morbidi del volto. È il tempo di un palpito, forse di due battiti soltanto, ma sono momenti che paiono dilatarsi all'infinito e che il giovanotto sembra sfruttare per appropriarsi di una concentrazione buffa ma profonda. Nel silenzio di quegli istanti, il ragazzino cerca di accarezzare la forza della mente e quella del corpo e accompagnarle l'una verso l'altra a congiungersi placide proprio nel petto, all'altezza ipotetica dove ha disegnato il sigillo opportuno. Tace, mentre prova a far scivolare la forza spirituale in quella fisica e viceversa, accomodando la veemenza di entrambe per lasciare che il Chakra insorga, veemente e selvaggio, iniziando a ruotare come in un vortice marino. S'incammina, svelto per stare al passo, adocchiando già i carri. [ch: 10/10 (tentativo attivazione) – equip: shuriken x2, kunai x1]

11:30 Yosai:
 Un sussurro, quasi, poi un brusio, poi un vero e proprio rumore. Proviene da una delle mangrovie che delimitano lo spazio sterrato e si fa più forte ad ogni passo, sembra un ringhio profondo e costante. Un brusio incessante. Difficile capire. Mano a mano che ti avvicini scopri che il rumore non viene dal livello del terreno, bensì da sopra, in alto. Uno dei rami della mangrovia si sporge di molto all’interno dello spiazzo, spesso e fitto di foglie, ad un’altezza che, fra l’altro, impedirebbe anche la costruzione della palizzata. Ecco la tua prima missione. Lesto spingi il chakra verso le leve inferiori, cosce, polpacci, caviglie e piedi, fino a concentrarlo sui piedi. Sguaini le tue armi.. Ti dirigi così verso quell’albero con uno scatto, per poi flettere ambo le leve inferiori e compiere un salto che ti eleverà a circa 4 metri d’altezza. Il rumore è ormai diventato assordante e quel ramo va estirpato. In questo modo farai cadere anche qualsiasi bestia sia accovacciata tra le foglie pronta a colpire. Compi un semplice balzello, richiamando a te le gambe per poi spararle con tutta la forza che hai contro il rampo. Facendo esplodere un gran <CRACK> per la vallata. Sei pronto a cadere con lui, contento di aver eliminato un ostacolo. Ma cosa ti attende? Ti rimane solo di concentrarti per fare in modo di cadere sui piedi, ammortizzando il gesto con le ginocchia, insieme al ramo, per scoprirlo, perché ben presto l’aria in torno a te si fa più densa e scura, che è successo? Niente, hai avuto la brillante idea di distruggere un nido di vespe. Ben presto le bastarde ti si accaniscono contro <Ahia!!> urli al primo pizzico trovandoti ben presto circondato <AHIA!> al secondo. Ma ben presto ti rendi conto che sei sconfitto in partenza <Ma porc*..> un ringhio mentre cominci a scappare a gambe levate. Inseguito da uno sciame di bestie fameliche senza più una casa. Complimenti [1/4 scatto. 2/4 colpo. ¼ scaPPo][Chakra: 14/15]

11:37 Rio:
 Il cambiamento è visibile a tutti. Quell’aura violacea inizia a contornare la figura del Kokketsu come il volto solcato dalle lacrime di sangue. E poi quegl’occhi, viola. < AAAAA > un lungo sospiro mentre ora si dovrebbe trovare al centro dello spiazzo di terra. < AAAAAH > eccolo il suo essere eccentrico ed elettrizzato ogni qualvolta richiama l’innata. Quell’altro lato di se stesso viene fuori. Euforico e un po’ sadico . < HAHAHAHAHAHAHA prendi QUESTO > ce l’ha con il terreno (?). Il braccio destro si alzerebbe verso l’alto per poi invertire tramite una movenza delle spalle la direzione del movimento. In tal modo cercherebbe di conficcare nel terreno quel palo. Rapido, d’altronde la forza non è il suo pregio. Il palo si dovrebbe conficcare, quanto basta nel terreno < mh > lo osserva con il capo che si china alla sinistra < SISISISI HAHHAAHAH > è fin troppo euforico. Si diverte ai soli suoi pensieri. Infatti, da quella risata si potrà ben presto capire che gli è balenata un’idea in testa. Richiamando quel chakra suiton avvolgente il sangue nero cercherebbe di rendere utile la sua innata. Richiamerebbe quel sangue fluttuante a coagularsi di fronte a se. Poi ambedue le mani si inizierebbero a muovere come fosse un pittore. Dall’alto in basso, da destra a sinistra e viceversa. Teatrale le muove tutto intorno a quel conglomerato di sangue come a volerlo plasmare tramite quelle movenze, quando gli basterebbe soltanto usare l’impulso mentale. Ma il Kokketsu, ad innata attiva è così. Bipolare, e questo è il suo altro lato del carattere. < QUI NON MI PIACE, MEGLIO COSI. SISISISISI > bofonchia a se stesso, correggendosi e plasmando quella forma scoppiando in un annuire continuo nella parte finale del suo proferire. Ecco dunque che darebbe vita ad costrutto con la forma di un avambraccio a cui, ovviamente, vi sono annesse mano e dita . Niente di speciale, una semplice riproduzione di un arto superiore. Della lunghezza di un metro in totale. La larghezza sarebbe alla radice (ove si articolerebbe formando la spalla) di circa cinquanta centimetri, andandosi poi ad assottigliare sempre più fino alla mano che ha un’apertura palmare di circa venti centimentri. Insomma un arto superiore molto più grande di quello di Yosai. Bello grosso. < SISISISI MI PIACEEEE > si compiace alla creazione. Una volta creato lo muoverebbe mentalmente in direzione del carro. Probabilmente Harai se lo vedrebbe passare, svolazzante al suo fianco. Con esso prenderebbe in una presa della mano altri due pali, che una volta agguantati verrebbero portati in direzione del Kokketsu. < mh ? > Riecheggia la voce di Yosai nel luogo < YOOSAIIII !! > urla al vento. Non è preoccupato, sa bene che quel bestione sa come cavarsela < SERVE AIUTO ? HIHIHIHIH > domanda di cortesia. Divertito ride, in un ghigno fastidiosissimo per chiunque. Ma poi perché ride? Boh. E’ pazzo. [Chakra: 18/20] [PV: 98/100] [Kokketsu LVL 1: ON] [2/4 creazione Costrutto1] [2/4 movimento costrutto1] [Portata: 10 m]

11:40 Harai:
  [radura] ha un rinnovato entusiasmo, ora, negli occhi, vuoi perché finalmente si sono aperte le danze e ci si sta muovendo per agire, magari invece solamente perché, dentro di lui, una nuova energia gli scorre addosso come una passione irruente che travalichi ogni filtro razionale o di giudizio. <posso chiederti, cosa ti è successo?> è una voce limpida e fresca come lo è il cielo dopo la tempesta, quando il vento ha spazzato lontano le nubi ed il sole può tornare tiepido a scaldare la terra umida. Una domanda candida d'innocente inesperienza dell'allievo che ha il sapore timido come di un sentimento di paura montante e che arriva mentre si sta adoperando assieme al compagno per lavorare su quella parte del piano – solo che lui lo fa fisicamente, scaricando il materiale dal carro delle tende: lo guarda di sottecchi, il Genin, forse perché si è riconosciuto colpevole di una certa irriverenza o solo per quel timore che ha nei suoi confronti, poi si tuffa nel lavoro come a volersi rifugiare dietro quello scoglio. [uhm!] è un mugugno, uno soltanto, ma che ne congela l'agire; rimane immobile un istante, l'espressione contrita di chi vuole provare a concentrarsi, come a focalizzare le attenzioni su di un senso in particolare – annusa l'aria, in effetti, ma è più come se volesse ascoltare la sua voce. [che gli sia successo qualcosa?] domanda, rialzando finalmente gli occhi chiari in direzione di Ryo prima, per lasciarli poi volgere lì dove gli sembra aver udito la voce di Yosai stesso. [ch: 10/10 (tentativo attivazione) – equip: shuriken x2, kunai x1]

11:46 Yosai:
 Inizi a scappare a zig zag per la radura tirando un <ahia> ogni volta che ti arriva un pizzico, ma le bastarde volanti non demordono mica, la prima cosa che ti arriva è la voce del buon Rio. Non puoi cogliere la follia della sua versione meno seria possibile, puoi solo cogliere una variazione del tono <COL KATSO!>gli rispondi. Saresti colto nell’onore se permettessi a qualcuno di aiutarti, i compiti sono stati designati. A te trovare il modo di risolvere il tuo. Lui per esempio ha trovato il suo estroso modo di piantare pali a terra. Tu cosa ti inventerai? Semplice. Per fortuna hai campato otto anni praticamente da solo nei boschi. Se hai capito una cosa è che quel tipo di bestie demoniache soffre il fumo, quindi lesto infili una mano nel porta oggetti e tiri fuori un fumogeno, poi pianti i piedi a terra cambiando direzione un’ultima volta per compiere uno scatto alla massima velocità che i muscoli e il chakra ti consentono, distanziandoti almeno qualche metro dall’esercito delle valkirye col pugniglione, per poi lasciar cadere in terra il fumogeno e rimanere fermo nella nube generata. Non puoi osservare lo sciame venire rimbalzato dalla nube di fumo e deviare la direzione per non finire intossicato, ma puoi sentire il ronzio farsi dapprima più vicino e poi di colpo sempre più lontano <CI SONO! C…CREDO DI AVER SISTEMATO> urli ai tuoi compagni di missione, giusto per rassicurarli <VESPE..> Dove diavolo è un Aburame quando serve? Probabilmente a farsi uccidere dalla propria compagna. Chi può dirlo. Puoi solo sperare che le vespe non abbiano deciso di accanirsi sul ridanciano Rio e sull’esile Hyuga. A te spetta il compito di continuare la ronda, e chissà quali divertenti avventure ha da offrire questo pazzo mondo [1/4 scatto, ¼ uso fumogeno][chakra: 14/15]

Yosai usa Fumogeni!

11:57 Rio:
 Il costrutto creato, con quell’avambraccio e mano si muove verso il padrone. La mano sarebbe formata già a conca nel palmo mentre pollice e dita sarebbero leggermente inarcate così da permettergli di afferrare quei pali all’interno del palmo stesso e senza che cadano nel movimento. Probabilmente. Nel frattempo il genin si sposterebbe dal palo precedentemente piantato andando a circa cinque metri da esso. Attenderebbe qui l’arrivo del suo costrutto < COSA MI E’ SUCCESSO? HAHAHAHHAH > ride, ancora. Sopprimetelo, vi prego. < NIENTE HARAI-KUN, PERCHE’ ? HAHAHAHAHAHHHAHA > mostra i canini. Replica, probabilmente vuole sentirsi dire che è matto. O forse vuole sentirsi dire come viene percepito dagl’altri. Curioso. Ecco sopraggiungere il Costrutto con i due pali che verrebbero fatti cadere di fronte al Kokketsu tramite un lieve inclinarsi di quella creazione. Rio affererrebbe, chinandosi, entrambi. Uno per arto e con un movimento uguale al precedente conficcherebbe il primo. Il costrutto poi, inizierebbe a battere con il dorso della mano sull’apice del quel palo. Come se fosse un martello, permettendogli di sprofondare di ulteriori centimetri dentro il terreno del luogo < HAHHAHAHAHAAHAH > divertito da ciò che sta facendo, o forse dalle parole di Yosai che giungono dalla vegetazione < TI METTONO PIU IN DIFFICOLTA’ LE VESPE CHE I LUPI ? > urla al vento così da far arrivare la sua voce a Yosai < HAHAHAHAHAHHAHHA > e di nuovo quella ridarella, fastidiosissima < DAI HARAI , DAI DAI DAI > lo incita come ne avesse bisogno. Quanto è molesto in questa modalità. TROPPO. [Equip: lo stesso] [Chakra: 17/20] [PV: 97/100] [Kokketsu LVL 1: ON] [Portata Costrutti: 10 m] [1/4 spostamento ] [2/4 movimento costrutto1]

12:08 Harai:
  [radura] rimane fermo a lungo, come se non sapesse come agire o come se, invece, non volesse superare in termini decisionali il compagno che gli è lì vicino, di grado superiore. Tace, libera gli occhi chiari di guardare prima in direzione di Ryo poi nella nebbia, là dove ipoteticamente potrebbe essere Yosai, espirando al ungo quando percepisce invece la voce di quest'ultimo. Annusa ancora, forse raccoglie nell'aria il sapore acre del fumogeno acceso dal compagno di ronda, magari invece semplicemente prende aria prima di tornare al lavoro – cosa che fa. Si adopera quindi per scaricare le tende, aprirne una, e far sì che il telo si apra al suolo, stendendolo come a verificarne la solidità, l'eventuale presenza di muffa, il numero di picchetti – li conta uno ad uno, mentre l'altro pianta i pali nel terreno con la foga della sua pazzia. <sì giovane Ryo, arrivo!> e accelera, anche se lo guarda di continuo, sempre di taglio e mai direttamente, come se avesse timore di essere trovato proprio in quell'intento, magari anche solo perché di lui, un poco, sembra avere timore. Il succo è che pare intento a capire e analizzare come muoversi, di lì in avanti, ma le grida di Ryo lo pungolano sicché presto sceglie di andare ad afferrare un lembo del tessuto e iniziare a trascinarlo verso il palo che va piantando il Genin; non si cura di altro, solo di quella tenda provando quindi a racimolare più tessuto possibile nelle mani, raggruppandolo un pezzo dopo l'altro per lanciarlo poi con l'intento di superare la sommità di quel palo – ovviamente se e solo se l'altro avrà finito di martellare il legno con quella mano livida. [ch: 10/10 – equip: shuriken x2, kunai x1]

12:24 Yosai:
 Sei libero da quelle bestie di satana. Si, sembra proprio di si. Adesso sono i pizzichi che ti sei preso a farsi sentire, bruciando la pelle e destando quella sensazione fastidiosissima di prurito. Inizi a grattarti ovunque, smanacciando di qua e di la mentre il vento si porta via le ampie volute di fumo. Ti arriva la fastidiosissima risata di Rio e le sue parole. <CERTO CHE LE VESPE SONO PEGGIO DEI LUPI!!!> esplodi colmo d’ira <HAI MAI PROVATO A PRENDERE A PUGNI IN FACCIA LE VESPE, TESTA DI KOKKATSU?> sbraiti anche tu al vento spedendo quelle parole all’indirizzo del genin di Kusa. mentre incedi in direzione del ramo. E poi i lupi combattono con onore, non come le vespe, infide. Ti stai ancora grattando il bubbone che ti è spuntato sulla fronte, proprio sopra la cicatrice, quando arrivi al ramo. Gonfi il torace d’aria, sbuffi dal naso, come un toro. Datti un contegno, che è meglio. Afferri il ramo con ambo le mani per sollevarlo e scagliarlo a svariati metri di distanza, nel fitto delle mangrovie, lasciando libero il perimetro per la palizzata e il cadavere d’un favo per terra. Ben vi sta. Continui poi per il sentiero ormai dovresti esser giunto quasi a metà, quando delle strane impronte attirano la tua attenzione. Un quadripede artigliuto, eppure c’è uno strascico. Nelle orme. Inarchi un sopracciglio <e adesso che c’è?> sei già stanco. Le orme però si dirigono verso il centro della radura. Cominci quindi a seguirle, seguendo l’istinto del cacciatore, o la semplice curiosità, chi può dirlo. [Chakra: on]

12:33 Rio:
 Quest’oggi non è l’adrenalina che lo fa parlare così, bensì l’euforia . Il risveglio dell’innata deve aver risvegliato quell’altro lato di se. Solitamente silenzioso, pacato e di ben poche parole ora dà libero sfogo a qualsiasi cosa pensi e, soprattutto, lo accompagna con quella ridarella infinita < mmmmmm > ragiona portandosi la mandritta sotto il mento < mmmmmmmmmm > mugugna < MA CERTO !!!! > ecco l’idea che gli balena in testa . Le gambe s’allargano e la mani si sfregano l’una contro l’altra < GNIHIHIHIHIHIH > se la ridacchia mentre riprendendo in quelle movenze di prima inizia la creazione di un nuovo costrutto. Il sangue si coagulerebbe al suo fronte a crearne un nuovo avambraccio. Identico a quello precedente. In forma, dimensioni. Non ci dovrebbe mettere molto dato che già lo ha fatto. Le mani si muovono in una danza di creazione che accentua la sua natura artistica. Mentre nella mano destra vi è il palo precedentemente preso. < mm SI UN PO’ QUA, UN PO’ DI LA > dice mentre inclina la testa prima a destra poi a sinistra osservando la sua creazione ed aggiungendo sangue ove non gli piace la forma presa < SI CI SIAMO > dice < ECCOLAAAAAAA LA MANO DE DIOSSS NUMERO DUEEEE !!! > urlerebbe < HAHAHAHAHAHAHA> scoppiando in un’ennesima risata, divertito dalle sue stesse parole. E’ completamente fuori controllo. Impazzito . Tale mano si creerebbe sopra il palo piantato come a voler aspettare che Harai gli passi la tenda per agganciarla al suo apice. Adesso l’altro costrutto verrebbe mosso, il primo creato, afferrando l’altro palo, quello nella mano dell’Akari. Una volta afferrato, il costrutto1 lo porterebbe a circa cinque metri da dove è piantandolo con foga e picchiettando proprio come prima. < MH? > ascolta, dunque il dire che proviene dalla foresta, insieme a una quantità ingente di fumo che si espande uscendo dalla vegetazione < NO YOSAI, SEI TU QUELLO CHE PRENDE A PUGNI LE COSE !!!! NON IO !!!! NON LO SAI ? YOSAI ? > ovviamente il tutto accompagnato da … < HIHIHIHIHIHIHIHIHI > ha fatto la rima. Come potrebbe non ridere? Fatto sta che la prima tenda è quasi montata. [Equip: lo stesso] [Chakra: 16/20] [PV: 96/100] [Kokketsu LVL 1: ON] [Portata Costrutti: 10 m] [2/4 creazione costrutto2] [2/4 movimento costrutto1]

15:10 Harai:
  [radura] continua nel suo lavoro cercando di adeguarsi ai ritmi del Genin dal volto dipinto da quel potere che denuncia il suo sangue avvezzo a qualche tipo di innata, o chissà. Si muove da un acapo all'altro, lesto quanto gli riesce, per andare a sistemare quella tenda, sicché possa poi venire tesa in un secondo momento. E i suoi movimenti sono lineari e puliti, per quanto concerne un giovanotto della sua età, a denunciare la mondo con la schiettezza del sole durante i primi istanti dell'alba, quanto il ragazzino sia vicino alle arti marziali: ha passi leggeri, agili, un buon equilibrio, ed una fluidità che è sicuramente frutto di un qualche tipo di addestramento particolare, differente da quello che si può ricevere all'Accademia. Agisce, guardandosi anche da quelle mani violente, lì a mezz'aria, quasi ne temesse le azioni e dovesse spendere del tempo per tenerle sottocchio a sufficienza per non venirne intimidito. Sfila quindi prima qui, poi là, cercando, ove possibile, di non essere d'intralcio e, soprattutto, di adeguarsi alle mosse di Ryo e di ciò che Egli va orchestrando. [ch: 10/10 – equip: shuriken x2, kunai x1]

15:52 Yosai:
 Le parole di Rio ti arrivano si, ma sono un laccio per il tuo cervello, le capisci a fatica, forse perché l’istinto ha messo in primo piano la caccia. E di conseguenza, non avendo capito, non rispondi, semplicemente. Sei impegnato a seguire quelle strane tracce nella nebbia, istintivamente fletti le leve inferiore per avvicinarti al suolo, segui le tracce, le trovi fresche sulla terra battuta dello slargo finchè uno strano frinire non ti raggiunge. Indurisci la mascella fissando le tracce che diventano più definite e profonde. Noti tra l’altro che ci compaiono anche altre impronte. Si direbbero altri due animali, ben più piccoli, ma fruscii e frinii presto si fanno più forti finchè non compare. Praticamente te lo trovi di fronte, anche perché inconsapevolmente hai trasformato il tuo seguire delle impronte in uno scatto quasi animalesco. Sgrani lo sguardo. Un’enorme istrice con due cuccioli. Più grosso d’un canide. Il frinire è lo sbattere dei lunghi aculei tra di loro. Si volta verso di te, l’orrendo animale, alza gli aculei senza esitare, mentre tu ti ritrovi a scivolare su un punto fangoso. Maledizione. Ti ritrovi coi glutei per terra a slittare a a gran velocità contro gli aculei <MA PORCH…> nient’altro potranno udire i tuoi compagni prima d’un sordo <AHIAAAAA>. Maledetti animali. Ti ritrovi perforato da aculei grossi come spiedi ninja, ma che come spiedi ninja, grossi come i pali che stanno piantando i due probabilmente. Utilizzi le mani per alzarti. Puncicato dappertutto. Ringhi mentre ti stacchi quelle armi demoniache <mi sto innervosendo> oh se ti stai innervosendo. Ma il maledetto animale s’è messo i cuccioli dietro e ti sventola gli aculei contro sfoderando, ti sembra un ghigno divertito, e la cosa ti manda in bestia <MI STO INNERVOSENDO!> gli strilli contro ricevendo in cambio un ringhio che nella tua mente bacata suona come una risata canzonatoria.[chakra on]

15:58 Rio:
 La bellezza di essere un Kokketsu è proprio lì di fronte ad Harai. Rio, sostanzialmente non fa nulla, se ne sta fermo a comandare i suoi costrutti e ad importunare il povero Hyuga. Certo avere nel corpo quel sangue nero gli ha causato diversi problemi, ma non quanti i benefici acquisiti. Indubbiamente. Si trova al fianco di uno di quei pali per il tendaggio conficcati nel terriccio. Harai continua nel sistemare la tenda vera e propria sopra questi ultimi. Adesso, però, con l’aiuto del secondo costrutto aggancerebbe (sotto impulso mentale del Kokketsu) l’apice di quella stoffa per poi portarlo nella parte superiore del sostegno, in ogni angolo fissandolo e tirandolo. Si concentrerebbe, infatti, a fare in modo che la mano di sangue nero, agganci i tiranti con le dita create appositamente flesse, a mò di gancio. Poi con un movimento all’indietro non resterebbe che portarli a massima tensione. Fatto ciò muoverebbe l’altro costrutto, il primo creato, che verrebbe indirizzato a prendere l’altro materiale così da proseguire nella costruzione di quelle tende. < DAI HARAI , MONTIAMONE UN’ALTRA! SISISISI HIHIHIH > si strofina le mani l’una con l’altra mentre usa quel tono esaltato da quella vivacità ormai palese a tutti. Non vede l’ora di terminare per tornare ad oziare. Nel tragitto di ritorno farebbe inclinare il primo costrutto così da lasciar cadere nelle vicinanze dello Hyuga altri pali. < Pianta quelli, io penso alla tenda Harai-kun> sogghigna solo sta volta. < HEYYYYYYYYYY > un urlo fortissimo riecheggia nel luogo. Probabilmente farebbe scappare quei pochi uccelli rimasti in zona con tale acuto facendo anche prendere un colpo all’Akimichi che intanto lascia andare qualche verso < HHEEY YOSAIII, SE HAI FINITO VIENI A MONTARE LE PALIZZATE!!!!!! > lo invita. Non è un ordine. Il tono sarebbe acuto, ma non di imposizione. Urla per farsi sentire, ed anche perché è euforico in realtà. Tuttavia dal suo tono trasparirebbe solo la sua esaltazione. Qualora l’altro avesse finito di controllare il perimetro potrebbe venire a dargli una mano. O comunque, con una sua risposta almeno il duo Kokketsu-Hyuga sapranno a che punto del suo compito si trovi. E quanto gli manchi per completarlo. [Equip: lo stesso] [Chakra: 15/20] [PV: 95/100] [Kokketsu LVL 1: ON] [Portata Costrutti: 10 m] [2/4 movimento Costrutto 1] [2/4 movimento Costrutto 2]

16:07 Harai:
  [radura] <ehi, piano!> esclama a denti stretti in un sussurro che, forse, l'altro potrebbe anche non cogliere, complice anche il suo continuo parlare. Si allontana quindi in direzione del carro, a passo spedito, muovendosi in tal senso come se volesse andare a prelevare una nuova sacca; è allora che i pali vengono scaraventati lì accanto a lui, a costringerlo ad un sobbalzo, di corpo e cuore, che lo porta a scansare quello che poteva essere addirittura una attacco, nella mente ingenua del giovanotto. Ansima un istante, riprende il controllo delle proprie emozioni – lo si evince dalla concentrazione e determinazione che gli si disegna in volto – ruotando il volto gentile in direzione di Ryo, per esclamare a gran voce, con l'ovvio intento di farsi udire senza problemi: <giovane Ryo, ma come diamine faccio a piantarli io i pali! Vai avanti tu, che io ti porto le tende. Mi fermo poi a picchettarle da solo in caso!> ha i pugni stretti, i tendini del collo leggermente contratti e le gote imporporate da quel moto iracondo che lo assale. [ch: 10/10 – equip: shuriken x2, kunai x1]

16:38 Yosai:
 Finisci di staccarti gli aculei dell’istrice uno dopo l’altro, lasciandoli cadere a terra affianco ai piedi. Il viso chino, l’espressione dipinta in pura rabbia mentre guardi quell’animale <Ora sono nervoso> e l’ultima cosa che l’inquadratura inquadra è lo sguardo dell’istrice che improvvisamente si sgrana e si fa terrorizzato. Improvvisamente anche Rio e Harai verranno investiti da un pesante spostamento d’aria, come una folata di vento improvvisa, mentre un bagliore verde compare al centro dello spiazzo nella nebbia. Tre colpi sordi, uno più importante, sordo, netto, due più vicini l’uno con l’altro e meno udibili. Nient’altro se non, a un certo punto pioverà dal celo, mancando Rio di pochissimo, il maledetto istrice, spogliato della maggior parte degli aculei, spelacchiato, terrorizzato e con un gigantesco bozzo in testa. Affianco a lei, come proiettili si schianteranno i suoi piccoli, anchessi puntualmente marchiati da te. E tu? Tu sei quel bagliore verde. Ti avvicini emergendo dalla nebbia avvolto da un’aura verde, con il colore della pelle scurito, quasi bronzato, e lo sguardo ridotto a vuota sclera. Ma è l’immagine di un secondo, dal momento che progressivamente il fumo verdastro che fuoriesce dalla tua muscolatura va diradandosi fino a interrompersi, permettendo al tuo sguardo di tornare normale. Cammini con lo sguardo indurito verso i tuoi compagni mentre la famigliola di istrici approfitta per darsela a gambe terrorizzata. Fissi lo sguardo sui due tuoi compagni<SONO MOLTO NERVOSO!> sbuffi dal naso, come un toro. Non hai intenzione di metterti a fare il carpentiere, ma osservi i due costrutti del Genin tuo compagno <Che ti sei inventato…?> una domanda, o forse no, difficile capirlo, ma tu osservi.[2/4 Sblocco delle porte, 2/4 attacco][-8 pv][Chakra ON]

16:45 Rio:
 Continua nel muovere quei costrutti, finendo di tirare i tiraggi della prima tenda e finendo anche di trasportare altri pali che impauriscono nella caduta il Deshi < OPS , scusa Harai – kun !! HIHIHIHI > sogghigna divertito, cercando di mascherare quella smorfia < Non volevo spaventarti !! Comunque si, ci penso io hai ragione !!! > non è un tipo bellicoso il demone, anzi, abbastanza scansa fatiche dunque non vedrebbe quelle parole con rabbia da parte dello Hyuga. < mh > adesso è lo stesso genin a muoversi. Vuole chiudere questa faccenda. Si sta allungando fin troppo. Un rumore nel mentre proviene dalla foresta, un boato, seguito da un altro e seguito da un altro. Non s’allarma, non intende distrarsi . Rapido azionerebbe gli arti inferiori e scatterebbe a prendere i pali lì caduti. Uno scatto al massimo della sua velocità. Tenterebbe quindi di correre in un quadrato ove in ogni angolo conficcherebbe quei pali con un movimento del braccio sinistro. Simile a quelli fatti ad inizio giornata. Poi, tornato nella posizione di partenza darebbe un impulso mentale al primo costrutto di spostarsi a picchiettare sull’apice di quei pali così da infilarli e fissarli ulteriormente. Lo ruoterebbe su se stesso così da utilizzare il dorso della mano per dare quei colpi < Non serve picchiettare, ho fatto io ! HIHIHI > risponde al Deshi , indicandogli il costrutto poc’anzi utilizzato . < Apri il tendone così lo prendiamo nei quattro angoli contemporaneamente e lo fissiamo sui pali > . Di colpo sembra farsi serio. Nessuna risata accompagna quel dire, segno della sua pazienza ormai quasi esaurita. Attenderebbe quindi che lo Hyuga porti quelle tende così da andare avanti con il lavoro. < MA CHE CAZZZZ !!!! > un balzo rapido all’indietro, d’istinto, al cadere di quell’animale di cui non sa neanche il nome. Lo osserva, non impaurito, ma curioso < Ma che diavolo è ? > dice notando solo ora il ritorno dell’Akimichi < Siamo stati molto più veloci con quelli , HIHIHIHIH > ritorna di colpo la sua fastidiosissima ridarella. Lo squadra, fissandolo. Sembra diverso, molto diverso. Ma non ci si sofferma molto, tornando subito ad attendere Harai e quelle fottute (?) tende. [Equip: lo stesso] [Chakra: 14/20] [PV: 94/100] [Kokketsu LVL 1: ON] [Portata Costrutti: 10 m] [2/4 spostamenti: 25 m] [2/4 movimento Costrutto 1]

16:49 Harai:
  [radura] è un ragazzo sottile, di quelli che Yosai potrebbe rompere senza fatica visto il divario di stazza, ma ha in s+ il sapore algido dell'acciaio, come se in quella piccola pulce dai capelli scurissimi, si annidasse una certa fiamma, capace di animarlo con rinnovata passione ogni qualvolta sembra sul punto di cedere. Tace, ascolta le grida dell'uno e le grida dell'altro, scostando gli occhi chiari, spenti da quel potere malinconico, prima su Ryo poi su Yosai. È con uno sbuffo profondo e marcato, associato ad uno scuotere del capo, che si fa nuovamente avanti, eseguendo ciò che Ryo va dicendo: si muove in direzione del carro, guarda un momento ciò che ha di fronte e sceglie il tendone che l'altro gli chiede, afferrandolo con ambedue le mani per andare ad alzarlo, complice un piegamento delle gambe e del busto. Solo ora torna verso il compagno, gettando al suolo il peso per iniziare a srotolarlo con la cura di chi è stato cresciuto entro leggi scritte e non, ma pesanti e rigide. <mpf> mugugna appena, passo dopo passo, gesto dopo gesto. [ch: 10/10 – equip: shuriken x2, kunai x1]

17:13 Yosai:
 Ti fermi li vicino ai tuoi compagni <è un diavolo di sparachiodi ambulante> di nuovo gonfi il petto per espirare. Cerchi di calmarti, semplicemente. Osservando di nuovo i costrutti di Rio <e ci credo> che sono andati avanti, lo osservi il lavoro svolto, c’è di che essere fieri, senza dubbio. E tu? Tu sei pieno di taglietti e puncicate e di pizzichi d’ape. Sei ridotto a un colabrodo e anche se ti sforzi di non darlo a vedere, inconsciamente finisci col grattarti dappertutto <dannazione!> sei stanco, ma almeno la zona è sicura. E palizzata di cinta è in avvio. Lo sguardo blu si porta sul piccolo Harai, che nonostante tutto con tenacia ha fatto la sua parte. Gli sorridi prima che il tuo sguardo si porti sul terreno, perché l’udito ha captato voci <questo deve essere il gruppo di ninja che ci darà il cambio> sicuramente è così. Osservi i due compagni <carpentieri, io approfitto. Ho bisogno di trovare dell’ammoniaca e qualche cerotto> obbiettivamente quei maledetti animali ti hanno ridotto abbastanza male, ma è anche vero che chi dovrà poi abitare quel campo e chi prima ancora avrà il compito di tirarlo su, avrà una zona sicura e il lavoro avviato <ci avviamo?> lo chiedi, lasci a loro la scelta, qualora dovessero accettare di unirsi a te per il ritorno li aspetteresti, qualora dovessero rifiutare te ne andresti, in ogni caso il tuo stomaco decide di fare la sua comparsa nella scena con un gorgoglio tanto profondo che sembra provenire dalle viscere della terra stessa <ho fame> ti giustifichi senza vergogna.[END]

17:19 Rio:
 Attende il ritorno di Harai con quel tendone. Lo Hyuga lo lascia cadere a terra srotolandolo. Lo osserva, per poco tempo . Rapido farebbe quei pochi passi che gli servono per agguantare un angolo. Si chinerebbe, allungando la mano sinistra e riportandosi in stazione eretta cercherebbe di alzarlo per fissarlo all’asta. Nel frattempo muoverebbe per primo uno dei due costrutti che prenderebbe un altro angolo, e il secondo costrutto a fare lo stesso. Utilizzerebbe le dita create ad uncino per fare presa sulla stoffa e sollevarla da terra all’altezza adeguata < HARAI KUN alziamolo e fissiamolo … > direbbe allo Hyuga dando un impulso alle sue creazioni di portare quel tendone all’apice di quelle aste. Non resterebbe quindi che dare abbastanza tensione ai tiraggi < mh > mugugna. Ok che si è stufato ma le missioni vanno fatte ed anche bene. Tutto vuole tranne che dover tornare qui in un altro momento. Devono essere veloci, ma quel lavoro va fatto bene. A discapito della sua pazienza. < mh ? > osserva l’Akimichi così da ascoltarlo meglio nel suo dire < cavolo hai combinato che ti serve l’ammoniaca ? > chiede, curioso. Non sa perché ma ci si trova bene con quell’omone. Ci si ritrova, in qualcosa di poco definibile. Probabilmente la loro funzionalità in missione. Ruoterebbe quindi il collo in direzione di Harai, così da controllare se ha finito di fare ciò che stava facendo. < Harai Kun andiamo? > bofonchia attendendo che questo risponda. Qualora sia una risposta positiva si avvierebbe insieme agli altri due verso l’accampameto di Konoha. Il cambio, direi sia arrivato proprio al momento migliore. [Equip: lo stesso] [Chakra: 13/20] [PV: 93/100] [Kokketsu LVL 1: ON] [Portata Costrutti: 10 m] [End]

17:21 Harai:
  [radura] si muove, fa, briga, torna sui suoi passi; prende, lascia, tira, allenta, corre, cammina. Il tutto provando sempre ad accomodarlo secondo le direttive, e le non direttive, di Ryo per cercare di andare a dare una forma concreta all'accampamento. Ha pelle chiara di quelle morbide dove i lineamenti sono ancora leggeri e privi delle ammaccature con cui la vita e la morte, con il tempo, andranno a scolpirli, una carnagione estremamente pallida che è però caratteristica della sua gente e del suo sangue. Nel momento di pausa concesso mentre i due compagni parlano, lui prende fiato e si deterge la fronte con la manica della canotta, passandoci l'avambraccio come a fa chi è provato. <io rimango. Voglio continuare ad aiutare.> e muove un cenno del capo in direzione di chi viene. Alza la manina, scuotendola appena all'aria nell'ovvio gesto di un mite saluto: <a presto ragazzi.> e, piano, inizia a camminare verso chi deve dare loro il cambio. [ch: 10/10 – equip: shuriken x2, kunai x1]

Yosai, Harai e Rio con il compito di predisporre la costruzione dell'accampamento e verificare che sia davvero sicuro, si recano nello spiazzo scelto per l'accampamento. Tra bestie di satana e modi creativi di piantare pali, arriva il cambio del turno.

Un ringraziamento ai compagni per la disponibilità di orario e soprattutto per il divertimento!