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Un'armatura per Yosai

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con Furaya, Yosai

11:48 Furaya:
 Ha fatto le ore piccole, ma è già in piedi ed operativa da qualche ora. Ha cercato di sistemare la tenda onde evitare spiacevoli ritrovamenti. Non è in veste di Kage, quanto più di fabbro. Ha promesso ad un Akimichi di passaggio che avrebbe provato a sistemare la sua armatura. Per farlo, ha però necessità di una tecnica innata particolare che la può aiutare in questi. Non per niente, ha scelto la via del fabbro, per quanto non le si addica al cento percento, soltanto per poter sfruttare la lava ed una forgia. D'altronde, utilizza le armi che potrebbero venir danneggiate durante qualche battaglia. Ha imparato da uno dei migliori mastri fabbri, per cui è abbastanza capace e non rischia di distruggere tutto. Unirebbe, come se si trattasse del Richiamo del Chakra, due sfere di differente tipologia. Ad altezza del capo, prenderebbe forma la sfera cremisi del Katon. Più un basso, in prossimità del ventre, si formerebbe una sfera dal colore marroncino che racchiuderebbe l'elemento del Doton. Farebbe sì che le due sfere inizino a ruotare per avvicinarsi pian piano ad altezza del petto, laddove si unirebbero in un'unica sfera dai tratti nerastri, come se fosse bruciata. Avrebbe delle piccole spaccature cremisi dalle quali sgorgherebbe proprio il Chakra elementale dello Yoton. Esso sarebbe direzionato sotto la cute della donna, sin a raggiungere le ghiandole salivari poste sotto la lingua. Può adoperarla e sputarla, facendo in modo che sia piuttosto letale. Indossa un paio di pantaloni neri, un paio di saldali Ninja chiusi sul fronte, una canotta nera ed un paio di guanti. Son visibili la miriade di piccole e grandi cicatrici sugli avambracci, così come il dragone tatuato sulla spalla. I capelli son raccolti in una coda di cavallo che scende tra le scapole. È già sul retro della tenda, con un incudine metallico che fungerebbe da sostegno per i vari strati dell'armatura che man mano deve adoperare. [ Chakra: 161/165 || Tentativo attivazione dell'Hijutsu Yoton lv4]

11:53 Yosai:
 Ti muovi per l’accampamento con un’insolita rapidità. Non che qualcosa ti spinga a correre o ad usare anche solo un minimo della tua reale velocità. Anzi. Non hai nemmeno richiamato il chakra. Nulla potrebbe spingerti a correre al di là dell’allenamento, del combattimento, del cibo e di un pelo di fi…sarmonica. Insomma sostanzialmente sei uno sfaticato. Apparte per i tuoi doveri. Ma oggi qualcosa ti ha smosso. Ti ha spinto ad uscire da quella caverna troll che è la tua tenda vestito di tutto punto, diretto rapido e non curante verso la seconda tenda più grande dell’accampamento dopo quella adibita ad ospedale. Le leve inferiori, possenti e scolpite, sono coperte dall’ampio, nero pantalone d’un chimono, con la stoffa infilata nelle fasciature da combattimento color cremisi che ti avvolgono la caviglia da sotto il polpaccio squadrato fino ad infilarsi nelle calzature ninja. Il torso, simile al tronco d’un albero, è coperto da una canotta bianca in tessuto tecnico aderente come una seconda pelle ai muscoli che guizzano ed emergono nei loro sinuosi giochi di luce. Le braccia definite sono lasciate ad oscillare solide ai lati del busto, ben separate dal corpo dalla larghezza dei dorsali, libere dal tessuto come le spalle stondate, si rivelano decorate da spessi tratti d’inchiostro nero-rossastro. Un tatuaggio che s’inerpica e s’insinua tra le forme dei muscoli che tirano sotto la pelle, fino ad infilarsi e sparire sotto la maglia. Il resto è tutto un gioco di luci e ombre che disegnano il tuo corpo. Il collo taurino è decorato dal ciondolo dei cacciatori di taglie e sostiene il volto affilato, dai lineamenti ben definiti. A decorarlo le due cicatrici ben evidenti. La prima in verticale dalla fronte allo zigomo sinistro, salvando l’occhio, la seconda in orizzontale sulla fronte. Ai fianchi del viso i lunghi capelli nero-rossicci lasciati sciolti ad incorniciare lo sguardo blu, profondo, pesante, che si sofferma solo quanto basta su ciò che ti circonda. Come se in fondo non avesse reale importanza. E invece assimili tutto, bramoso di dettagli come sempre. Svoltato l’angolo urti un povero disgraziato con una spallata. Tu non te ne accorgi, lui ti manda al diavolo, e fa bene. Ma sei arrivato di fronte al damerino all’intresso. Ma stavolta sei pronto. Nella mancina stringi il foglietto che attesta che sei stato convocato. Glie lo sbatti in petto facendolo indietreggiare di un passo <Mi ha convocato lei.> e fai per superarlo. Probabilmente ci riesci solo perché era già stato messo al corrente. Tant’è che anche il paggetto di corte si limita a indicarti la direzione. Che non è quella del suo studio, ma indica un’apertura che ti conduce di nuovo all’aperto. Irrompi nel retro della tenda con la tua solita irruenza. Colpendo subito la kage con il blu dei tuoi occhi. Rosa, nero, coda, cicatrici, tatuaggio, incudine. Incudine? Un sorriso tagliente e affilato ti si dipinge sul volto <Furaya-Sama> le porti il rispetto che merita, fermandoti li, sibito dopo i lembi di tenda che hai tanto irruentemente scostato. La osservi con irruenza e basta, attendi per il resto.

12:18 Furaya:
 Una delle placche che formano l'armatura è ferma sull'incudine. Nella dritta stringe un martello, avendo ben impresso in mente lo schema da adottare e le giuste misure. Lo ha convocato per fare in modo che potesse confrontarsi direttamente con lui per quanto riguarda l'armatura. Lo lasciano accedere, appunto, soltanto perché ha un invito scritto da parte della Kage. Lo vede sbucare dalla tenda, comparendo sul retro. < Buongiorno, Yosai. > Lo saluta con un sorrisetto, dovendolo però avvertire. < Fai qualche passo indietro. Non vorrei farti male. > Ed è preesto detto il motivo. Non ha neppur bisogno della forgia, il che rende ovvio che userà una tecnica particolare per usare il calore. Deve tagliare le placche, ridurle e fare in modo che possa indossarle il fisico statuario altrui. Attuerebbe, dunque, un uso base dell'innata precedentemente attivata. Le ghiandole salivari sarebbero pregne del Chakra lavico, schiudendo la bocca e formando una piccola "o" con le labbra stesse. Cerca di direzionare il tutto verso la placca sottostante, formando un getto di piccole dimensioni anche inferiore al massimo di quaranta centimetri che può raggiungere. Sarebbe ridotto sia in grandezza che in larghezza, oltre che in forza e potenza. Vuole sfruttare l'alto calore della lava per sciogliere parte del materiale di scarto. Sotto gli occhi di Yosai, sia chiaro. Del resto, non ha da nascondere quel potere. Fa parte di lei, ormai. Lascia, quindi, che fluisca e cada a terra, mentre col martello, prima che la lava solidifichi in toto, inizierebbe a dare dei precisi colpi nei punti previsti. Vuole dare alle placche una forma adeguata, memore del progetto disegnato che lei stessa ha fatto qualche giorno prima. < Ti ho convocato perché ci sto lavorando. Potrò dartela direttamente oggi. > Ecco i motivi, nessun altro in particolare. Lei, nel mentre, continua a martellare cosicché possa quanto prima terminare il lavoro. [Chakra: 157/165 || Hijutsu Yoton lv4 On]

12:40 Yosai:
 Ricambi quel saluto con un gesto del capo veloce. niente di più. C’era scritto il motivo dell’invito, ma vuoi sentirlo da lei. Hai bisogno che te lo dica. Istintivamente non credi a quella raccomandazione, ovviamente, che Yosai saresti altrimenti? È altro a trattenerti dall’avanzare. Inarchi un sopracciglio. La vedi la placca sull’incudine ma.. che fa lei? Vorrà mica sputarci sopra? Ma che schifo è? Fai quasi per prendere parola mentre quella “o” si forma sulle labbra del Kage. <hei ma..>, come la richiami? Quasi ti vergogni e… troppo tardi, lei soffia fuori della… Sgrani lo sguardo alla vampata di calore che si propaga da quella roba che gli esce dalla bocca. Dai non sarà mica lava. La osservi con lo sguardo blu sgranato, piegando addirittura il capo di lato. Come fanno i cani curiosi. Cucciolo. La osservi stranito <ah> eh, hai visto? Sbatti un paio di volte le palpebre con il capoccione piegado verso sinistra, osservando per storto la kage <è…lava…?> ok ora che abbiamo detto l’ovvhio possiamo andare avanti? <come…?> la riusciamo a finire una frase? È complicato eh? Si abbastanza. Ma fai veramente fatica a spiegarti quella roba. D’altronde che ne sai tu delle innate? Zero. Tu non le hai. Ma il tuo piccolo cervelletto, capace di immagazzinare solo un argomento per volta e di tenere l’attenzione attiva per circa 180 secondi, si sofferma ora sulle cicatrici che lei ti mostra con noncuranza. Come tu fai con le tue, d’altronde <Dev’essere tosta la vita del kage, mh?> sempre con finezza, accennando con un rapido gesto del capo verso quei segni. Ma ancora una volta la tua attenzione si sposta. Stavolta per colpa di lei che le pronuncia, quelle parole. Proprio quelle che volevi sentirti dire. Il sorriso affilato si tende fino a snudare la dentatura, e poi ancora, infilandosi negli zigomi. Ringhi, mentre istintivamente porti le braccia in alto lasciando scattare i muscoli che si contraggono, spingendo le vene in superfice sotto la pelle, come autostrade di sangua <YO!> esulti contento come una pasqua al punto da non riuscire a trattenere una risata ringhiata <GRRRAHAHAHAH!!> euforico, al punto da rompere il divieto di lei. Quando ti si spegne il cervello questo succede e ci provi, senza pensarci. A bruciare la distanza che vi separa e colpirla, letteralmente, investendola con un abbraccio. Dovrà smettere di lavorare? E che ti importa? Per una come lei tra l’altro il gesto sarà intuibile e arrestabile con uno starnuto volendo. <Grazie Furaya sama!> una voce squillante e musicale. C’è poco da fare sei contento. E ovviamente sei una persona radicalmente diversa da quella che ha messo il piede nella tenda neanche troppo tempo prima per annunciare la scomparsa di tuo padre. Toccherete quel discorso. Ma adesso ti lasci inebriare dal brivido di felicità che, qualora fossi riuscito. Ti porterebbe a stringerla forte. Tanto lo sai che non puoi farle male. è piccola rispetto a te, questo certo, ma è il kage.

13:35 Furaya:
 Continua a far battere il martello con lieve forza, cosicché possa dar all'armatura la forma adatta. < Uh? > Piega il capo verso la spalla, adocchiando la sua espressione stranita. < Oh, sì. Si tratta di una innata del Villaggio di Kiri, per inciso. > Ormai, non c'è motivo per nasconderlo. Ha comunque avuto accordi, al tempo, sia con Hotsuma che con il capo clan degli Yoton. Del resto, son rimasti così pochi che perdere anche lei sarebbe un problema. < Ed è lava, pura e semplice. Per questo ti ho anticipato di star attento. > Potrebbe fargli del male ed è esattamente ciò che non vuole succeda. Sposta e ribalta la placca metallica, facendo in modo che possa ben sistemare quella prima di passare ad altre. Martella, sollevando l'arto destro e abbattendolo, permettendo quindi di appiattire e dar una forma precisa. Possiede una discreta forza per quanto la muscolatura sia ben definita e non affatto eccessiva. Arcua le sopracciglia sentendo la sua domanda relativa alle diverse cicatrici che coprono gli avambracci della donna. Riesce a nascondere quelle peggiori e più vaste, come il marchio a fuoco dietro la schiena e gli altri segni delle frustate su ventre e schiena. < È stata difficile la vetta. > Ammette, indurendo la muscolatura facciale per pochi istanti. < Per un bel po' di anni, mi son goduta la pace per la quale abbiamo combattuto. > Quelle cicatrici sono vecchie, tanto vecchie. Era una adolescente, ancor Consigliera, che doveva fare i conti con il proprio genitore. < La vita che affronterà la nuova generazione vorrei fosse priva di tutte queste battaglia. > Di ognuna di esse porta le cicatrici che non sono per forza fisiche e non necessariamente visibili ad occhio nudo. Sono mentali, sono incubi e traumi che le hanno sempre tormentato il sonno. Come un soldato tornato dalla battaglia che deve interfacciarsi di nuovo con delle persone assolutamente normali. D'un tratto, sbarra gli occhi nel notare come Yosai le si avventerebbe addosso... Cercando di abbracciarla. Con le mani occupate ed il rischio di fargli male, non si divincola poi molto. < A-Attento, Yosai, ti prego. > La lava le scorre anche sotto la cute per quanto poi venga espulsa dalle ghiandole salivari. Ridacchia però, contenta di poter vedere sul viso di un Konohano quella felicità. Sa di non farle male, lei si preoccupa soltanto che involontariamente gliene possa fare con l'innata lavica. < Sono contenta che tu sia felice. Però, dovrei tornare a lavorare! > Sghignazza, volendo terminare l'armatura cosicché possa poi dargliela. < Tu, invece, come ti sei causato quella cicatrice? > Indicando quella sul volto. Una domanda innocente, in realtà. [Chakra: 153/165 || Hijutsu Yoton lv4 On]

15:02 Yosai:
 La ascolti spiegare quella stranezza alla quale hai assistito. Il sopracciglio si inarca e il capoccione, dopo esser tornato dritto, s’inclina dall’altra parte. Che ci fa il kage di konoha con un’innata di kiri? Hai chiaramente visto la conoscì come Furaya Nara, e anche il sadico ti ha parlato di lei in quei termini. E quindi? Non indaghi. Non hai tempo. Ascolti le sue parole sulle cicatrici. Annuisci. Ascolti parole che sembrano provenire da un genitore più che da un ninja. <Nuova generazione..> e Tu? Di quale generazione sei? Hai un’età che si avvicina più a lei che ai genin tuoi colleghi. Eppure il tuo rango è quello di un novizio in questo mondo. Gonfi il torace facendo gemere il tessuto della canotta. Espiri dal naso preso dai tuoi pensieri, prima di gioire perché il tuo piccolo cervello a cambiato argomento. Ti prendi quell’avviso di nuovo, ma non ti importa. Dovrebbe averlo capito lei, che infatti ti alletta con ben altro. Deve lavorare, per te. Lasciala lavorare <Yo!> annuisci srotolando quei boa costrictor tatuati che sono le tue braccia e riponendoli rilassati ben distanti dal corpo. <le mie?> Si, ti sei scordato che chiunque ti guardi in faccia le può vedere? <Me le sono procurate durante l’esilio> con naturalezza, quasi noncuranza. <Choru Akimichi non c’è andato leggero con gli allenamenti> c’è un motivo se sei così grosso e ben allenato, d’altronde. Quasi ti si incrina la voce nel nominare l’aquila nera degli Akimichi. Quell’omone baffuto divenuto uno dei più abili guerrieri Akimichi e poi d’improvviso sparito dalla circolazione. <direi che la vetta è ardua per tutti. Ci spetta la nostra dose di difficoltà per crescere, penso> ti lasci andare a quel pensiero fugace diretto al tuo kage. <Mi farebbe piacere riprendere il discorso su un paio di questioni, già che ci sono…> tante questioni in realtà. <Partendo da ciò che è emerso dall’ultima volta che sono stato qui> la faccenda del demone rosso, chiaro. È l’unica altra cosa di cui avete parlato. La osservi e, come spesso ti capita, l’umore cambia, disegnando un’espressione dura sui lineamenti sfregiati del viso<Sto pensando di effettuare un altro ritorno a Konoha… ho bisogno di parlare con la mia famiglia… L’ultima volta che sono entrato nel palazzo Akimichi avevo 12 anni e stavo per essere mandato in esilio. Le cose ora sono diverse. Eil demone rosso, prima di sparire, ha messo nel mirino mia madre> Questo è un dettaglio che non avevi detto a lei personalmente l’ultima volta <Inoltre credo di aver bisogno di un confronto con loro su quanto è successo. Mi rendo conto che non è una faccenda interna al Clan, ma è morto uno dei migliori esponenti della famiglia e mi piacerebbe sapere cos’hanno da dire in merito… potrebbero uscire fuori informazioni interessanti> parli in tono freddo, come se fossi un investigatore. Come se quella non fosse la tua famiglia. D’altronde è quello che sei adesso. Sei un cacciatore. Ma soprattutto, non hai altri strumenti se non quello del distacco per proteggerti dal dolore <e vorrei il parere dell’Hokage, prima di muovermi> sei comunque un genin... Di quale valore sta agli altri dirlo, non certo a te, ma sei comunque un genin.

16:51 Furaya:
 Osserva e nota la sua perplessità. < Ho d-detto qualcosa che non ti ha convinto? > Beh, con molta leggerezza ha soltanto sbandierato di possedere un potere fuori dal comune e che, ovviamente, appartiene al villaggio di Kiri. Una volta che il ragazzo si sia spostato dalle vicinanze della donna, ella compirebbe nuovamente la stessa tecnica elementale precedente. Questa volta si occuperebbe d'un'altra parte dell'armatura stessa, cosicché possa lavorarci in toto. < Sì, nuova generazione. Io reputo che la mia sia la vecchia, prima dell'ultima grande guerra Ninja. > Quella di Ryota Nara che ha visto coinvolta tutta l'Alleanza. La battaglia che si sta risvegliando ora verte sì sull'Alleanza, ma pare proprio che sia Kiri il problema principale che verte su tutta la faccenda. < E che voi, nati nel periodo di pace o comunque che non abbiate partecipato attivamente alla guerra, siete la nuova generazione da proteggere. So bene ch'è egoista da parte mia pensare che tenervi lontani dalla guerra sia facile e che non vi possa succedere nulla. > Sfrutterebbe la propria lava, gestendola dalle ghiandole salivari poste sotto la lingua. Da esse, lascerebbe secernere una quantità di lava non eccessiva. Socchiudendo le labbra per formare una nuova e piccola o, lascerebbe fluire il getto dimezzato e affatto di grande dimensioni. Esso fungerebbe da valido aiutante per quanto riguarda le ulteriori parti in eccesso che deve togliere e modellare. Dopodiché, lasciando ch'essa finisca al suolo ed inizi a solidificarsi, ella ricorrerebbe nuovamente al martello. Un paio di colpi decisivi per dar una forma precisa e ben definita, delineata proprio al fisico altrui. < Decisamente molto arduo come allenamento. > Commenta, continuando a picchiettare con forza ma anche con maestria. Ascolta comunque quel che viene pronunciato dal ragazzo, proprio per poter rispondere ai suoi quesiti e alle risposte che le porge. < Già. > Conferma la difficoltà per raggiungere la vetta. Lascia che poi possa parlare d'altri argomenti, aggrottando appena le sopracciglia con far dubbioso. < Fai pure, ti posso ascoltare mentre lavoro. > Aggiunge, continuando infatti quel per cui si trova lì quest'oggi. < Devo prima controllare che tu possa spostarti in maniera sicura. > Alza il martello, poggiando le mani sull'armatura che finalmente sta prendendo forma. < Ti darò il permesso per andare a Konoha non prima d'aver controllato io stessa. Non posso dirti molto in merito, per cui cerca di fidarti di me. Vorrei prima comprendere e accertarmi che nessuno di voi possa essere in pericolo. > Ha diramato degli ordini precisi anche per come comportarsi a Kiri, per cui reputa che tutti abbiano preso visione di questi ultimi e sappiano come comportarsi di conseguenza. In breve, non gli sta dicendo di no, ma di attendere un momento propizio per poter tornare a Konoha. Non può certo dirgli che si presuppone sia sotto attacco e che, secondo Yukio, sia persino una trappola per toglierla dall'accampamento momentaneamente. [ Chk on ]

17:13 Yosai:
 La ascolti <mh? No, riflettevo… a Konoha la leggendaria Furaya è nota come Nara… che non mi sembra abbia questa abilità innata> avresti detto si trattasse di una tecnica. Ma d’altronde tu sei un’ignorante. Alzi le spalle stondate. Riflessioni. Annuisci al suo dire <mi rendo conto… è un pensiero…> premuroso? Paterno? Affettuoso <da Kage> ammetti, e subito spieghi <ogniuno ha delle parti da svolgere in questo mondo. Se non ci fosse chi ha come obbiettivo il mantenere uno status quo che sia il meno caotico possibile, probabilmente il mondo sarebbe composto da predatori intenti ad azzannarsi tra di loro, e un abbrutimento del genere impedirebbe l’avvento di…> una pausa <..nuove generazioni> Se d’altra parte il mondo fosse composto da individui intenti solo a mantenere lo status quo, le nuove generazioni perderebbero la possibilità di crescere, migliorare superando le difficoltà, e mostrare il loro valori> un mondo di mentecatti senza obbiettivi. <Yin-Yang> due parole, un significato lungo vite intere. <e poi pensavo a me…> riveli <mi sento un po' l’uomo di mezzo di questa storia> c’eri durante quegli accadimenti, ma eri troppo lontano per averli davvero vissuti <mi sono arrivate solo pallide voci di simili storie… sono avvenimenti che non hanno intaccato la mia esistenza> lo dici chiarmente e in maniera schietta. Anche perché sei stato intaccato, e nel profondo, da altre vicende, e non è neanche carino fare paragoni tra migliori o peggiori, più facili o più difficili. <eppure ho un’età… da vecchia generazione> e quindi? Qual è il tuo posto? Non lo sai. Sembri quasi chiederlo a lei con lo sguardo. Ascolti quella risposta. Non ti piace. Assottigli le labbra premendole l’una all’altra, ma alla fine annuisci <Mi atterrò alle regole. Le ritengo giuste e in quanto tali vanno applicate per tutto. Spero che… si possa> una smorfia ti tradisce. Per questo abbassi lo sguardo. Sei un ninja che parla al massimo grado del suo villaggio. Non è necessario che lei sappia quanto sei preoccupato per la tua famiglia, bramoso di informazioni sul demone nero, infuriato per sentirti chiuso qui senza poter agire. Un misto di emozioni che trasudano mentre irrigidisci la mascella e stringi i denti <ho chiesto all’Hatsukage del demone rosso> riveli, tornando con lo sguardo su di lei. Ti aveva lasciato via libera per informarti e tu, nel modo meno convenzionale e più casinaro possibile forse, stai seguendo la tua strada.

17:41 Furaya:
 Annuisce distrattamente un paio di volte, prima di prendere effettivamente parola. < Sono l'attuale Capo Clan dei Nara. > Ammette, poiché è nota anche per questo. < Tuttavia, c'è una particolarità genetica. Alcune persone sono predisposte anche a riuscire a legare il proprio DNA con una seconda innata. Non dico che sia stata una mia scelta... > Non intende approfondire eccessivamente un discorso tanto contorto e che scava nei meandri della storia dell'Hokage. < ...però, ho avuto fortuna. Potevo sopravvivere e gestire ciò che aveva legato con me oppure lasciarmi morire dallo stesso potere. > Indica la lava che ormai è andata solidificandosi. < Al posto mio, cosa avresti fatto? > La domanda è lecita, difficilmente affronta discorsi del genere se non fosse per la gente che si trova di fronte. Quando lascia fluir fuori discorsi relativi a questioni vecchie, tristi e private, solitamente è perché chi ha di fronte può capirla. Può assecondarla, può comprenderla. Deduce che Yosai, essendosi aperto a sua volta con lei, pur trattandosi del ruolo che la donna ha come capo del villaggio, la Nara stessa possa dunque replicare in egual maniera. < Già... > A proposito delle nuove generazioni, non può che esimersi dall'annuire. Il discorso verteva esattamente su quel ragionamento. Passa ad un'altra placca che vien subito martellata con forza e tenacia, in modo tale che possa assumere - come le precedenti - una forma adeguata. < Secondo il mio parere... > Scruta con attenzione possibili macchie o graffi sull'armatura, qualora ne siano rimasti. < ...puoi ancora lavorare e fronteggiare la vita che verrà come membro della nuova generazione. Riparti da zero, Yosai. Lascia alle spalle l'esilio e ciò che riguarda il vecchio te. Puoi considerarti un nuovo... te stesso. > Vuole aiutarlo, come sempre fa con tutti, cercando a parole il significato e il posto che a lui potrebbe attribuire. Si trova, dunque, ad esporlo con sguardo serio e voce pacata. Non spetta a lei una decisione effettiva, però può aiutare a far sì che la prenda e trovi la sua effettiva destinazione nel mondo. Nota la sua reazione, non è difficile capirla e comprenderla. < Non posso permettere che rischi la tua vita mentre ti dirigi a Konoha. Non posso neanche farti scortare perché siamo in piena all'erta dopo la visitina speciale del Mizukage Hotsuma. So bene cosa senti e so bene cosa provi in questo momento. Ti chiedo solo di fidarti della mia decisione. Capirai ben presto. > Non può rivelarglielo. Già averlo detto a Saisashi è stato un "troppo". < Cosa ha saputo dirti in proposito? > Si fida di Yukio, specialmente dopo l'ultimo incontro, pur consapevole che deve star attenta persino all'Hasukage. Ne attende un responso tra una martellata e l'altra. [ Chk On ]

18:35 Yosai:
 Sono le sue martellate a scandire i vostri rintocchi, come un potente metronomo che enfatizza i tempi in cui essere silenti e quelli in cui parlare. La osservi. <è piacevole vedere l’Hokage dedicarsi a fare in modo che una delle armature Akimichi possa arrivare, rigenerata, alla…> questa volta si <nuova generazione> è un pensiero che spingi fuori sperando non venga spezzato dal martello, ma a voce più bassa. Un pensiero più intimo. Lei si sta occupando dell’armatura di tuo padre, per te. Un’armatura perforata dal demone rosso viene rigenerata da colei che ha il compito di curare le ferite del suo villaggio, e restituita a nuova vita per coloro che in teoria sono incaricati d’essere il braccio del loro comandante. I ninja. Tu nello specifico. Istintivamente ti si gonfia il petto. Sei colmo di gratitudine, ma sai già che dovrai versarla alla fine. Quindi te la tieni. Guardandola solo con un sorriso un po' più dolce, quasi strano vedere quell’espressione sul tuo viso, su quella tua figura che richiama tutt’altre immagini. Questo ragionamento non ti impedisce di seguire le parole di lei. Annuisci, facendole capire che la stai ascoltando. <Non lo so> sei sincero. Non conosci la situazione, non sai in che stato d’animo lei si sia trovata, quali erano le condizioni di tutto questo. <so solo che se adesso c’è lo Judai Hokage ad occuparsi della situazione. Tutte le persone di Konoha vi devono un ringraziamento per essere sopravvissuta ed aver gestito quel legame> commenti piano, con voce atona, per certi versi quasi obbiettiva. Finalmente ti rivolgi a lei in modo diretto. Una cosa che hai cercato di evitare fino ad ora. Nonostante l’hai abbracciata ti rivolgi ancora a lei con deferenza. Come è giusto che sia, forse <e io sono tra quelle persone, Furaya-sama> sincero, di nuovo. Non hai motivo di mentire al tuo kage. Ascolti il suo ragionamento e tiri fuori un profondo sospiro dal naso, come un toro. Lentamente ti si svuotano i polmoni <Non saprei, Furaya-sama.> cominci <è così? Si può davvero scindere il passato dal presente? Perché a guardar bene io sto per indossare un’armatura appartenente alla vecchia generazione e sto iniziando a muovere i primi passi che mi porteranno a dare la caccia a mio pa…> non glie l’hai detto. Diavolo no che non glie l’hai detto. <Al Demone Rosso> ti correggi, irrigidendoti di scatto. Sei troppo sincero quando sei con lei. Ma d’altronde, perché diffidare? Rimani un attimo con le labbra schiuse. Forse hai solo paura d’esser ferito. Forse l’esilio ti ha indurito tanto che ormai sei convinto di dover fare tutto da solo, e non ti sei reso conto che quel coprifronte che non hai addosso in realtà testimonia proprio questo. Famiglia. <Mi fido> rispondi a lei ma anche a te stesso, ai tuoi pensieri, alle tue elucubrazioni ferrose e macchinose. Un sospiro breve, sussurrato e pieno di quell’emozione che ti sforzi di reprimere. Lunghi momenti di silenzio passano prima che tu riesca a destarti da quello stato d’animo e rispondere alla domanda sul tuo colloquio con Yukio <Non un gran che in realtà> ora devi spiegare cosa ti ha mosso, e torni freddo nel riferire <ho pensato che da quello che si sa su di lui non è certo tipo da farsi troppi problemi relativi ai confini dei paesi o ai coprifronti.> o non sarebbe un demone <Avendo già esposto la mia volontà di cominciare la ricerca qui in questa tenda mi è venuto spontaneo cercare di capire se nei paesi dell’altra metà dell’alleanza si fosse mai sentito parlare di lui. Ma in effetti ciò che Yukio ha condiviso con me è persino meno di quanto io già non sappia. Il Demone Rosso è sparito dai radar vent’anni fa. e Yukio non sa nemmeno che è ricomparso su Kiri> per far fuori l’Akimichi che consideravi padre. <Sono emersi dalla chiacchierata con lui un paio di stimoli interessanti su chi contattare… è lì che ho maturato l’idea di tornare a Konoha> infili rapido la mano nella tasca del chimono, estraendo una foto che nelle tue mani sembra piccola. Ingiallita e stropicciata, la mostri alla Nara. È la foto dell’ultima generazione dei combattenti di strada, e ritrae tre Akimichi. I due che ti hanno adottato e quello che ti ha fatto da sensei, Sonosuke, e proprio il demone rosso <Deve esserci stato un legame tra gli Akimichi e Akuma. Forse ripartendo da così tanto indietro sarà possibile costruire un sentiero> riveli i tuoi piani. Perché è lei. Non per altro. Perché ti fidi e glie l’hai detto <un sentiero tortuoso, lungo…> sembri quasi dispiaciuto <anche perché non ho intenzione di tirarmi indietro dai miei doveri verso il villaggio> e che stai portando avanti bene, visti i risultati delle missioni, c’è da dirlo. <ma avrò tempo di prepararmi a dovere almeno> come le hai promesso. Non lo affronterai senza essere pronto. Un patto è un patto <pareri?> sempre ben accetti.

19:24 Furaya:
 Distende le labbra in un piccolo e divertito sorriso. < Non posso certo lasciare che la tua richiesta non venga conclusa. Anzi, ho quasi terminato. > Glielo rivela, avendo picchiettato per un bel pezzo i vari strati dell'armatura dell'Akimichi. < E sono altrettanto sicura che ti starà più che bene. > Sentenzia, sicura di ciò e già vedendogliela addosso, ben allacciata ed aderente. < "Non lo so". La stessa risposta che mi diedi io. Fui spinta dalla necessità di trovare la mia vendetta e assicurare il criminale alla sua vera via. > Non il carcere. Nessuno sarebbe riuscito a fermarlo lì, sarebbe riuscito a scappare ancora e ancora... proprio come fece fuggire Kuugo con l'utilizzo dell'innata Yoton che or scorre nelle vene della donna. < Talvolta, mi pongo ancora delle domande in merito. S'è stato giusto, se avessi potuto trovare un'altra soluzione rispetto a quella che poi ho preso. Tuttavia... > Il martello si ferma in prossimità dell'incudine usato come base per l'armatura e le sue placche. < ...trovo che questa vita un equilibrio l'abbia trovato lo stesso. > Con o senza di lei, dunque, anche se la sua presenza ha comunque influito in molte battaglie e guerre passate. Non si darebbe mai nessun merito da sola, conscia persino che la sua stessa esistenza potrebbe essere un errore e che venne usata per gli scopi del padre. Tutto ciò ancora le attanaglia le viscere. Anche il sol pensiero d'essere figlia d'un Traditore e aver ricoperto ora quel ruolo, la lascia quasi insoddisfatta. Lo merita davvero? Cercare di portare la pace e astenersi da qualsiasi guerra è proprio la scelta giusta? < Ti ringrazio per la sincerità. > Commenta in sua direzione, mostrando un debole sorrisetto riconoscente. Una volta terminati anche gli ultimi colpi, poggia delicatamente il martello e si preoccupa di rispondere in maniera adeguata al ragazzo. Deve prendersi qualche attimo per pensare alle giuste risposte, le quali giungono comunque in breve e con un tono pacato, gentile. < Se io ti dicessi che mio padre era un Traditore della Foglia, che ha generato l'ultima grande guerra che ha invischiato tutte le Terre Ninja e che io sono la sua eredità... > Solleva gli occhi azzurri e lascia che entrino in quelli scuri altrui. < ...diresti che il passato è identico al presente? > La domanda mira proprio a fargli capire che passato e presente non sono la stessa cosa, possono essere scissi, possono differenziarsi. Il passato e le proprie origini non devono necessariamente condizionare ciò che si è oggi. < Stavi per definirlo... come? > Perché non può sfuggirle poi granché. Son posti l'uno di fronte all'altra, separati da una incudine, della lava solidificata e un'armatura che gli appartiene. < Hai fatto bene a chiedere anche a Yukio. Però, ti conviene indagare nel passato s'è ciò che cerchi davvero. In quanto Konohano, cercare negli archivi della Magione potrebbe essere per te utile. Chiaramente, sempre quando potrai recartici. Purtroppo, la situazione qui è piuttosto critica. > Glielo sottolinea ancora, sperando davvero che non venga meno agli ordini che lei ha stabilito per la sicurezza di tutti quanti all'accampamento. < Potrai indagare a tuo piacimento. Qualsiasi cosa possa condurti a lui. Ma ricorda la promessa che mi hai fatto... > Le ha giurato di non buttarcisi a capofitto per una vendetta inutile e non ben pianificata. < ...e agisci in maniera adeguata. Si tratta di te e i motivi che ti spingono a tanto sono chiari. Anch'io non mi sarei fermata. > Comprensiva, lascia poi che sia lui ad aggiungere il resto. < Oh, provala! > All'ultimo, come a voler smorzare la situazione. In caso, lo aiuterà persino a sistemarla addosso purché abbiano chiaro che sia perfetta e non necessiti d'altre modifiche. [ Chk on ]

20:24 Yosai:
 La ascolti ancora. Annuisci alle sue prime parole e la notizia che non manca molto ti disegna un sorriso più largo e quasi solare sul volto. Sorriso che s’allarga snudando la dentatura perfetta. Si che ti starà bene. Tu sei un Akimichi, anche se per metà. Sei fatto per portare un’armatura. annuisci di nuovo, vigorosamente, prima di lasciar appassire quell’espressione gioiosa per dedicarti a discorsi ben più seri <Sono sempre le scelte fatte nella necessità ad essere le più influenti, secondo la mia esperienza> quante volte è stato il momento del bisogno, la scelta istintiva, ad averti aiutato e portato avanti. <Beh, ormai la scelta è questa. Io ho davanti la persona> persona. Non ninja, non donna, non kage, non nara. Persona. <che l’ha fatta. Non quella che sarebbe stata se avesse scelto diversamente> va bene così. Il passato non si più cambiare. Ricambi quel sorriso, con uno più irruento, forte, solare. <è un piacere> riveli poco dopo. Di nuovo lasci appassire quel sorriso ascoltandola. Istintivamente sgrani lo sguardo. Probabilmente i dettagli cambiano, e sicuramente la portata delle due storie è diversa. Ma anche tu hai un padre traditore del quale sei l’eredità. <non ho detto che il passato è identico al presente> rispondi con titubanza, sono argomenti delicati che vi coinvolgono e vi legano. Lo senti <Dico che la persona…> di nuovo questo termine. Perché è così che la vedi come prima cosa. <è la stessa><Furaya-sama sei e rimarrai sempre la figlia di un traditore che ha portato la guerra. Ma la persona che sei adesso e che tanto si sta impegnando per il suo paese è emanazione diretta e inscindibile di quella figlia, del modo di come ha affrontato quel padre e quella guerra… se non avessi affrontato tutto questo non saresti la kage che sei adesso> non te ne rendi neanche conto, abbandoni la formalità e ti lasci andare alla sincerità con lei <è il nostro passato che fa di noi ciò che siamo. Probabilmente tra dieci anni potrai dire a un genin al quale starai facendo un favore che sei il kage che sarai perché hai gestito la situazione attuale come l’hai gestita> cerchi di spiegare <e come tu sei la persona plasmata dalle scelte passate, così lo sarò anche io> ci provi. Sono discorsi difficili e quella domanda ti arriva a bruciapelo. Sgrani di nuovo lo sguardo indietreggiando quasi appena con il busto <Il Demone Rosso è mio *padre*> sibili, senza neanche accorgertene le rispondi. Figlio di un traditore anche tu. Figlio di un demone anche tu. Come reagirai a questo presente? Come costruirai il tuo ninja del futuro? Annuisci infine ai consigli che ti dà. Irrigidisci di nuovo la mascella nel sentirti impossibilitato a fare come vuoi. Scalpiti. Si vede. Rampante come pochi. Irruento come nessuno. Vuoi prenderti quello che ti spetta e quella catena tirata ti da fastidio. Ma annuisci. Certo che obbedirai. E certo che ricordi la promessa che gli hai fatto. La guardi negli occhi, glie lo fai capire. Per quanto ti appesantisca la rivelazione che le hai ancora fatto, e che non hai fatto a nessno. Di nuovo ti si spalanca lo sguardo dalla sorpresa quando lei s’allontana da quell’opera darte, sembra un’altra armatura. eppure sembra identica. Sembra… è un’opera d’arte. Probabilmente lei ci riesce a smorzarti quei pensieri, d’altronde la sensazione di aver affidato quei segreti alla cassaforte del villaggio ti mette al sicuro. T’avventi sulla creazione. Afferrando prima le due placche frontale e posteriore, allacciandole sul fianco ed ad esse allacciando gli spallacci, per poi dedicarti agli schinieri e ai vambracci. Insomma monti quello spettacolo sul corpo possente. La canotta è una seconda pelle, dovrebbe non esser d’impiccio e anzi, aiutare nello scorrimento delle placche che sulla nuda pelle farebbero fatica. Sei stato cresciuto Akimichi, come detto, montare l’armatura addosso non è un problema, anche se i lacci dietro la schiena proprio non riesci. Così la guardi. Con timidezza, con la paura di sentirti dire che qualcosa non va <mi aiuti?> chiedi con la sincerità d’un bambino.

20:38 Furaya:
 Muove il capo, annuisce. Non ha affatto torto. Il suo ragionamento ha un senso, tanto quanto le parole che da entrambi vengono espresse. < Penso proprio che tu abbia ragione. > Ammette, mostrando un altro tiepido sorriso in sua direzione. Saisashi la sta parecchio aiutando nel mostrare solarità, divertimento ed un sorriso più giocondo e sincero. Lei, dal canto proprio, non trova neppur il minimo sforzo in questo. Richiama il proprio Chakra, facendo sì che l'innata Yoton venga disattivata poiché or inutile al contesto. Ha bisogno soltanto d'una doccia calda che possa rilassarle il corpo e la mente, specialmente dopo discorsi del genere. < Intendo dire che non puoi scinderli, il presente - appunto - n'è una diretta conseguenza. Però, non devi lasciare che il tuo passato ti perseguiti. Ciò che è successo, ciò che hai vissuto ti rendono l'uomo che sei adesso. Esattamente. > Trovano un punto d'incontro, utile ad entrambi per concludere anche un discorso avverso e piuttosto pesante come questo. Condividono un passato turbolento, sono entrambi figli di un traditore, d'un Mukenin della Foglia. Entrambi progenie di uomini votati soltanto alla lotta e al potere, quello puro e irraggiungibile se si persegue il bene - o così si dice. < Non vivere nell'ombra del tuo passato né in quella di chi ti ha cresciuto. > Si fa seria, incrocia le braccia al petto. < Tu sei tu, così come io sono io. Per quanto il passato possa far parte di noi in ogni sua forma e lasci su di noi delle orribili cicatrici... > Com'è evidente. < ...ci spinge soltanto a lottare più forte per essere nient'altro che noi stessi. > E sospira, alla fine. < Mi spiace per questi discorsi, volevo soltanto darti la tua armatura. > Aggiunge, piegando appena il capo di lato. Si avvicina in sua direzione, verso la schiena altrui, cercando di tirare i lacci e i vari altri legacci di cuoio che tengono unita l'armatura. Sa sistemarla, sa indossarla poiché lei stessa ne ha una della sua stazza. Cerca di stringerla lo stretto necessario, valutando bene dove fermarsi per fare in modo che non gli dia fastidio nei movimenti. In base alle misure prese, dovrebbe essere perfetta. < Sei perfetto. > Contenta, lascia che lui si giri. Con un sorrisone lo accoglie quando si mostrerà per intero. Qualora vi sia da modificare, lo aiuterà. Se vorrà ancora parlare, resterà lì. Condividono più di quel che credono e alla Nara sta bene così. [ END ]

21:29 Yosai:
 Annuisci. Certo che annuisci. È probabilmente il consiglio più prezioso che ti possa arrivare in quella situazione. La ascolti. Parole diverse, frasi diverse ma lo stesso consiglio ripetuto. Comprendi che questa è probabilmente la missione della Nara che hai davanti. Per se stessa e per il villaggio. Non rimanere incatenati al passato. Farai tuo questo consiglio, Yosai? Beh, hai una missione. E lei lo sa. Non hai passato che ti trattenga adesso. Il problema arriverà dopo. Adesso puoi pensare solo a crescere e certo. Adesso crescerai per te stesso, per il tuo obbiettivo, ma crescerai anche per lei, per portare avanti il suo. Ti lasci saldare l’armatura, per poi girarti. D’istinto cerchi uno specchio, ma un brivido ti passa per la schiena. La paura di vedere riflesso il demone rosso nell’armatura di tuo padre t’assale. Terrore vero balena nei tuoi occhi. Non hai avuto modo di parlarne con lei di come la tua mente sia incatenata a questa vicenda. Probabilmente stai già fallendo il tuo proposito. Magari troverai il modo di parlargliene. Non con un’incudine e un martello a separarvi. Questo no. Quando sarai senza armatura. come sei stato adesso, con lei. Sbatti le palpebre, scacciando quei pensieri indietro. Non è il momento. La osservi. Ti osservi sei bellissimo. E lei te lo fa notare. D’istinto la investi con un altro abbraccio, più duro stavolta, ovviamente hai l’armatura <Grazie Furaya-sama> la stringi con tutta la forza che hai consapevole di non farle troppo male. <grazie davvero> per tutto <e non ti scusare, potrai sempre farlo> è il minimo, glie lo devi visto quello che ha fatto per te. Ti ha ridato quanto di più prezioso avevi. Te la tieni stretta un altro po'. Giusto quello che serve <oh, conosci per caso dei buoni conciatori? Ho bisogno di un’atra cosa> un ghignetto divertito ti sale sul volto. Aspetterai la risposta prima di salutarla col massimo della cordialità di cui sei capace e sorridendole e lasciare la sua tenda. Per quanto non te la toglierai? E chi lo sa? Solo il terrore di guardarti allo specchio t’assale. Ma dentro di te sai che sei la massima espressione di te adesso.[END]

Furaya aveva il compito di sistemare l'armatura di Yosai.
Mentre lavora, con lui presente, iniziano a discutere di un possibile ritorno di Yosai a Konoha, di un passato che li accomuna e... #FEELS♥