La coppia che scoppia - Il grande ritorno
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Giocata dal 20/04/2020 21:18 al 21/04/2020 02:05 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Nel bar di Yukio, quante cose puoi fare! Quante persone da incontrare! Una di queste è il Demone Mangia Uomini, altrimenti detto Rasetsu. Si trova dietro al bancone, in attesa di possibili clienti che abbiano anche solo la mezza intenzione d'entrare. Di tanto in tanto, quando Yukio è assente, preferisce prendersi lui la briga di affaccendarsi per il locale. E chiedete pure perché? Può spacciare la sua robaccia come meglio crede e quanto vuole, avendo proprio il permesso dell'Hasukage in persona. Indossa una camicia nera, sbottonata ad altezza del petto e lasciando intravedere appena uno scorcio di pelle. Le maniche sono piegate sin ad altezza dei gomiti, mostrando le mani prive dei classici guanti e le cicatrici sui polsi. Di sotto, troviamo un pantalone altrettanto nero, sorretto da un cinturone dello stesso colore. I lembi dell'indumento superiore son ben infilati in essi. Davanti, per evitare di sporcarsi, v'è un grembiulino con la faccia sorridente di Yukio... probabilmente, rappresentato in una di quelle poche volte che non è imbronciato o desideroso di uccidere qualcuno, ecco. Tra le mani, ha un asciugamano con cui sta lucidando un bicchiere mentre qualcuno lì in fondo... < EHI TU! > ...un ragazzo che sta beatamente limonando con una tipa abbordata nel locale. < Il bagno esiste per un motivo, andiamo! Mi rovinate l'appetito. > No, non è vero. E' soltanto invidioso. Vorrebbe avere la Yakushi a portata di mano in questo momento. Un altro gruppetto di malconci individui sta iniziando a canticchiare frasi senza senso: "ANDIAMO A BAILAAAAR!" seguiti con lo sguardo schifato del Rosso. < Preferisco il locale Kukoku a questa bettola. > Però, non può lamentarsi poi molto. Una tipa s'avvicina al bancone con tutta l'aria di chi è strafatta da mattina a sera. "Hai la roBBBa?" con talmente tante consonanti che quando sputacchia è come se usasse una tecnica Suiton. Infila la mano nella tasca posteriore del pantalone, tirando fuori una bustina. < Prima i quattrini. > Insomma, tutto sommato è un locale movimentato e all'insegna di droga, alcol e sesso. Un po' come tutti i locali del Tanzaku Gai. Molla l'asciugamano, si passa la dritta tra i capelli corti e rossicci prima di sistemarsi anche gli occhiali sul volto. Cosa gli propinerà questa magica serata? [ Chk ON ] Sono passati anni dall’ultima volta che aveva bazzicato il proprio villaggio di appartenenza. Certo, ora non è propriamente nel villaggio, non più, ma si trova in quello che l’accampamento di Kusa a Kiri. Il giovane Doku si muove con un passo lento, ma al solito elegante e perfettamente dritto. E’ appena arrivato, del resto si sa, i veri divi si lasciano attendere. Dicevamo, sono passati anni dall’ultima volta, ma ora eccolo di nuovo con il coprifronte ben legato sul braccio sinistro, all’altezza del bicipite. Indossa un completo nero, elegante come al suo solito, perché possono passare attimi, istanti o eternità, ma lui era, è e sempre sarà un gran figo. Il completo è composto da un pantalone nero attillato, un paio di scarpe nere lucide, una camicia bianca quasi completamente oscurata da una giacca nera. Le mani sono coperte da un paio di guanti neri, di pelle. La mano destra mantiene alto un ombrello di carta, aperto, uno di quegli ombrelli ninja che nascondono al proprio interno una sorpresina. Il volto è parzialmente coperto da un paio di occhiali scuri, nonostante la notte, il giovane non se ne priva. Nero e nero fino in fondo. Il suo moto lento ma costante è seguito da una piccola scia di fumo, già, perché le labbra pallide sorreggono una sigaretta accesa, viva. Ecco, è sempre lui, in tutto e per tutto. Palesemente stanco e scoglionato, come al suo solito. Con tutto il suo bel portamento nobiliare e strafottente. Insomma, è sempre lui ed è pronto a riprendere da dove aveva lasciato. Infatti dopo anni passati a lavorare fuori dal suo paese, sempre per la Yakuza, ora può finalmente tornare a casa, più o meno. Certo, non può ancora tornare al suo amato bar, il suo, ma chi si accontenta gode e di certo la prima cosa da fare ora che è ha fatto ritorno è quello di passare per il bar dell’accampamento. Come può lui, abitante del mondo mafioso e possessore di un locale, stare lontano da quello che è il suo habitat naturale, il macrocosmo formato da alcol e droga. Pochi altri passi e finalmente raggiunge il bar. Un ultimo tiro di sigaretta, la prende con la mancina e la lancia sul terreno. La calpesta per spegnerla, chiude l’ombrello nero e fa il suo ingresso, nella sua totale bellezza. La tipa gli rifila i centoni che ha richiesto, prendendo la sua fantomatica roBBBa e lasciandolo solo coi suoi pensieri. S'allontana in tutt'altra direzione, rischiando d'urtare Zashiki ch'è appena entrato. < E stai attenta! > Esordisce verso di lei, stendendo l'arto e squadrandola dalla testa ai piedi. Le iridi verdognole dell'uomo si soffermano sui glutei sodi della biondina, scuotendo con vigore il capo non appena resosi conto di quanto fatto. Sente gli occhi della serpe puntargli la schiena, seppur sia da tutt'altra parte. Potrebbe persino sbucare da un momento all'altro e non gli dispiacerebbe neppure. Il tizio appena entrato ora attira le sue curiosità, facendo aggrottar le sopracciglia al Demone. Negli anni passati, non è cambiato assolutamente se non fosse per i capelli che or porta corti. Son tagliati in malo modo, non avendo una dimestichezza tale con le forbici o con qualunque altra arma che si rispetti. < Socio... > Non lo ha riconosciuto, non ancora. E' proprio un modo per attirare l'attenzione di chi è appena entrato col solito ghigno strafottente stampato in faccia. < ...comprendo che tu possa essere già strafatto e che questo è il quinto bar nel quale entri stasera... > N'è proprio sicuro e soltanto per un motivo. < ...però, insomma, il sole è tramontato da un pezzo. Non avrai mica gli occhi rossi? Vuoi mica nasconderli perché non sono dovuti alla roba che fumi, ma al pianto? Insomma... > Parla a ruota libera, tronfio delle proprie parole, ridendo come un ossesso sotto acidi. < ...NYAHAHAHAH! > L'inconfondibile risata che si espande nel piccolo bar. Il bancone è posto sulla sinistra dell'ingresso, fatto in legno. Il tendone è abbastanza grande da poter accettare la presenza d'una decina di tavolini fatti grazie agli alberi tagliati e sfoltiti. Il Rosso è dietro proprio il bancone, dietro al quale vi son dei piccoli scaffali contenenti le più disparate quantità e diversità di alcolici. D'un tratto, il Rosso si vede arrivare contro un bicchiere di vetro - di quelli piccolini, da shot - che si infrange contro il muro alla sua destra. "Io volevo il Bourbon!", biascica ubriaco il cliente. < E io ti ho detto che non ho quella merda! > E nel dirlo gli arriva un altro proiettile fatto con il bicchiere da shottino. Sarà l'ubriachezza, ma finisce ad un metro dal tavolino del tipo. Altra gente ride, schiamazza, urla, beve, fuma e... beh, si droga. Quando Yukio non c'è, i topi ballano. [ Chk ON ] E dunque l’esordio in scena rischia sin da subito di guastarsi. Manco il tempo di entrare nel bar che una ragazza, palesemente strafatta, rischia di rovinargli addosso. Cerca attraverso un rapido movimento di evitarla, oda il contatto fisico, lo ha sempre odiato. Certo, il suo sguardo freddo, glaciale, si poserebbe prima sulla ragazza e poi sul bancone, verso il Demone. Lo squadra per qualche istante <Mh> sibila appena. La giovane lucertola si guarderebbe attorno, ignorando apparentemente le parole del collega. Osserverebbe bene il tendone prima di iniziare a muoversi. Con il solito passo lento ma sempremente elegante e altezzoso si dirigerebbe verso il bar. La mancina si infilerebbe nella tasca del pantalone, la destra invece terrebbe ben salda l’ombrello nero, da qualche tempo inseparabile amico del Doku. Arrivato dinnanzi al bancone, più precisamente dinnanzi al compagno di vita malavitosa, schioccherebbe appena la lingua sul palato producendo un suono poco udibile, forse al solo Ryuuma, ma che risulterebbe secco e profondo. Insomma, un gesto di disprezzo. Si, tempo qualche istante e il giovane Zashiki è gia scazzato. Resterebbe qualche istante fermo, a fissare negli occhi il demone. Poi all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, muoverebbe rapidamente la mano destra e si allungherebbe appena, nel tentativo di colpire con l’ombrello la testa del suo collega. Certo, non con forza, ma solamente come gesto di stizza. Qualora la sua azione fosse andata a successo si risistemerebbe e poggerebbe l’ombrello sul balcone e chioserebbe <Brutto coglione, come cazzo fai a non avere il bourbon>. Seccato, con un tono di voce basso e tagliente, proprio in pieno stile Zashiki. Perché ovvio, puoi anche non averlo riconosciuto, ma non avere il bourbon, la bevanda preferita del giovane Doku, no, questo non è tollerabile. Pochi istanti e la destra andrebbe a togliersi gli occhiali da sole mostrando in tutto il loro splendore quegli occhi celesti, freddi come il ghiaccio e sussurrerebbe qualcosa al barista occasionale <Ti sembrano rossi fottuto Rasetsu? E soprattutto, ti sembro uno di quei coglioni drogati?>. Perché chiariamo, Zashiki si spaccia e produce droga, ma di certo non ne fa uso. Preferisce essere lucido e al massimo alcolizzato, piuttosto che drogato. Attenderebbe dunque in silenzio una risposta del Demone, speranzoso che il suo collega lo abbia finalmente riconosciuto. Ghignante, lascia che il tizio che ha chiesto il bourbon or giaccia nel proprio vomito sul tavolino sporco. Vi aspettate che sia Rasetsu a pulirlo? Neanche per sogno. Serve da bere, senza dubbio, a qualcuno persino in una scodella improvvisata se ha tutti i bicchieri sporchi. Ma pulire... beh, non è affar suo. Lui spaccia lì dentro con il benestare del proprietario, ma proprio come al Kukoku non s'è mai occupato delle faccende domestiche. Non inizierà a farlo adesso, ci mancherebbe. Mentre ancor cerca di tener sotto controllo la zona, compresi i tavolini poco distanti, vede con la coda dell'occhio l'avvicinarsi del tipo con gli occhiali. Non riesce a spostarsi in tempo, beccandosi così l'ombrello sul capo che non gli causa eccessivo dolore. Si imbroncia, lo scruta con astio e istinto omicida. < Tu, piccolo stro- > Si blocca di colpo, sgranando le palpebre e schiudendo la bocca ancor incapace di dire qualcosa. Sbatte le palpebre un paio di volte, cercando di mettere ben a fuoco il ragazzo che or gli si mostra. < Brutto figlio di pu***na! > Esclama, gioioso ed incurante dell'ombrello con cui lo ha colpito in precedenza. Anzi, lascerebbe perdere totalmente tutto quel che c'è dietro il bancone per compiere un balzo. Flette le ginocchia, sforza i muscoli - quei pochi che possiede - per far fluire in essi il Chakra sempre attivo. Dovrebbe riuscire ad atterrare, portando le gambe al petto e divaricandole nella fase aerea, sul bancone stesso ed in alto rispetto al Doku. Che si prepari... perché non si fermerà qui. Il sorrisone che compare sul suo volto è a trentadue denti, tutti affilati e ben allineati, che ghignano fin all'inverosimile. Da orecchio ad orecchio, pare che abbia soltanto la bocca e i denti. < TU E IL TUO CAZZO DI BOURBON MI SIETE MANCATI COME MI MANCA LA SANITA' MENTALE! > Almeno lo ammette. Si slancerebbe in direzione di Zashiki a braccia spalancate, incurante degli sgabelli, delle persone, dei tavoli e persino dell'incolumità di entrambi. < LA MIA MINIERA D'ORO E' TORNATA! > E' questo che era per lui il Doku? Bella merda. Se venisse avvelenato adesso, se lo sarebbe meritato in toto. Zashiki ha ovviamente il tempo materiale per scostarsi ed evitare che gli crolli addosso, seppur il Demone dovrebbe risultar esser abbastanza veloce, tutto sommato. Allungherebbe persino le labbra per dargli un bel bacio stampo sulla fronte e sulla guancia. Salvate il soldato Zashiki! [ CHk ON ] Succede di tutto e succede troppo in fretta. Passi la ragazzina drogata che quasi gli si schianta contro, passi, forse, la mancanza di bourbon, ma un Rasetsu volante che lo riempie di baci no, questo è troppo. Ma tant’è, le capacità del Demone sono troppo elevate rispetto a quelle del giovane Doku ed è dunque costretto a beccarsi di tutto. Un proiettile umano, degli insulti e dulcis in fundo anche due bei baci. Direi niente male per una persona che odia il contatto fisico. Pochi istanti e il giovane Yakuza si ritrova a terra tra quei tavoli di legno e con un Demone sul petto, nel senso letterale del termine. Il giovane proprietario sgrana appena gli occhi prima di aprire la bocca <MA CHE CAZZO FAI, LEVATI DI DOSSO BRUTTO COGLIONE> con un tono di voce discretamente alto, insolito per il tipetto. Certo, gli insulti sono un must, il loro modo di comunicare. Del resto, loro sono tipi tosti, fanno parte della Yakuza, o forse sono semplicemente matti <Infatti, avessi avuto un po’ di quella cazzo di sanità mentale forse avresti evitato di franarmi addosso, fanculo, staccatiiiiiiiii> cerca quindi con entrambe le mani di mandarlo via e recuperare il proprio spazio vitale minimo. Qualora fosse riuscito a staccarsi di dosso il demone cercherebbe di riguadagnare la posizione eretta, se fosse riuscito si scuoterebbe appena e cercherebbe di sistemare i propri vestiti. Il disordine è inconcepibile e l’apparenza va sempre salvata <La tua miniera d’oro, pensa un po’> scuote appena la testa prima di rimettersi gli occhiali da sole e schioccare di nuovo la lingua sul palato. E’ contento, di essere ritornato e di aver rivisto il suo amico, ma di certo disagiato come è fa fatica a mostrarlo <Forse è meglio se torni a spacciare, come barista sei pessima Rasetsu> chioserebbe cercando di tornare il più serio e glaciale possibile. Lo fisserebbe per qualche istante <Pensa te, torno dopo anni e la prima persona che becco sei tu, non so se sia un dono o una grande inculata> senza troppi mezzi termini. Resterebbe quindi in posizione eretta e terminerebbe il suo discorso con poche parole <Dammi un cazzo di whisky visto che qua non esiste una fottutissima bottiglia Bourbon e raccontami che cazzo sta succedendo> ecco, si, vanno bene le risate e tutto, ma il giovane resta pur sempre una lucertola apatica che ha solo voglia di fare soldoni. Ed eccoci qui, cari amici. Rasetsu crolla addosso al povero Zashiki, il quale non può fare altro che accettare la sua magra sorte. Qualche sgabello trova conforto nel venir buttato a terra, finendo poco distante dai due che son uno sdraiato sull'altro. Qualche ubriaco, persino, osa commentare l'allegra scenetta come se fosse la cosa più comune del mondo. "Oh, guardate, la ragazza si è buttata addosso al tipo", commenta uno mentre effettivamente il Rosso si sta sbaciucchiando la miniera d'oro ambulante, così chiamata proprio da quest'ultimo. "A noi avevi detto di andare al bagno!", bofonchia quello in fondo alla stanza che, appunto, stava precedentemente limonando con la femmina recuperata chissà in quale altra bettola, forse proprio quella in cui si trovano adesso. < STATE TUTTI ZITTI, VOI NON CAPITE L'IMPORTANZA DI QUEST'UOMO! > Esclama, restandovi abbarbicato e con le gambe intrecciate al suo bacino. Se sol potesse, vi ci resterebbe incollato a vita e non vi si staccherebbe più. Zashiki potrebbe del resto sparire una seconda volta e non è proprio ciò che vuole il Rosso, nella maniera più assoluta. Vorrei soltanto immaginare con voi la possibilità dell'ingresso di Kouki, in questo momento, trovando l'ex dichiarato bisex appiccicato ad un altro uomo, intento persino a sbaciucchiarselo. La porta di chiuderebbe con lentezza, lasciando loro nel silenzio molto probabilmente. Il sorrisone permane sul viso del Demone, impossibile farlo sparire al momento. < Eddai! Dovresti essere contento che ti ho accolto in questo modo. > In realtà, lo ha accolto talmente male da meritarsi una ombrellata in testa per quanto non gli abbia fatto alcunché. Non si scolla però, neanche se lo pagassero oro. < Promettimi che non sparirai più per così tanto tempo e io mi scollo. > Si sfruscia persino con la guancia contro la sua e, probabilmente, l'unica fortuna è che non abbia ancora attivato l'innata. Caso contrario, sarebbe finito a gambe all'aria e ben lontano dall'ex membro della Yakuza. Si distaccherebbe da questi soltanto quando, effettivamente, gli abbia rilasciato quella blanda promessa di non sparire di nuovo. < Io non ho mai spesso di spacciare... > Pensieroso e dubbioso in merito al fatto ch'egli abbia anche sol pensato che lui avesse smesso. < ...anzi, ho creato delle nuove miniere d'oro! Sai, mi sono dovuta adeguare. > E glielo dici così? E' come se lo stesse friendzonando: "Ehi, lo sai, ho trovato un altro Doku perché tu eri via". Non molto dissimile. Rimessosi in piede, si spazzola i pantaloni per togliersi l'ipotetica polvere di dosso. D'altro canto, lì dentro non pulisce nessuno e se credete che se ne occuperà lui... vi sbagliate di grosso. < Eppure il tuo locale è ancora in piedi. Come la chiami? Fortuna? > Scosta le ciocche corte con una mossa celere della mancina, facendo a sua volta schioccare la lingua sul palato. < Entrambe, oserei dire. Anche se ho smesso con le seconde. > DECISAMENTE, s'è allontanato da una delle tante vie della perdizione umana. < Potevi pure portartela da casa quel cazzo di bourbon. > Cerca di arraffare una bottiglia da quelle rimanenti, aggirando il bancone, e versandone due dita in un bicchiere pulito - quello che stava pulendo quando lui è entrato. Almeno, c'è garanzia che sia lucido e splendente. < Deduco che presto entreremo in guerra. Ma prima di ciò, dimmi tu piuttosto dove cazzo sei stato. > Le parolacce tra i due si sprecano. [ Chk ON ] Esattamente, a cosa stiamo assistendo? Beh, non è dato saperlo con precisione, certo è che i due amiconi si sono ritrovati e tutto ciò che sta accadendo era inevitabile. Annuisce il giovane <Si, non risparisco, tranquillo, ora spostati o ti riempio di veleno> ecco, ora le minacce sono formali e il Demone sa bene cosa è in grado di fare il veleno del Doku. Darebbe un’occhiata gelida ai tipi che hanno osato commentare la scena e li liquiderebbe <Andate a farvi fottere o vi fotto io> in senza metaforico eh, diciamo che al momento la lucertolina è più che a disagio. Fisserebbe dunque il collega <Evidentemente non la conosci manco tu, mi hai quasi ucciso, brutto bastardo> sempre molto gentile e affettuoso, ma del resto chi li conosce lo sa bene, questo è il loro modo di dimostrarsi affetto. Scuote appena la testa, una volta in piedi e libero da Rasetsu <Lo so che non hai mai smesso, il mio è un modo dire, vabbè, lascia perdere> sconsolato, del resto dovrebbe sapere con chi sta parlando. Tenterebbe quindi di recuperare uno sgabello e qualora lo trovasse si siederebbe su di esso, nei pressi del bancone vicino a dove poco prima aveva poggiato l’ombrello. Tutto sembra essersi sistemato pare, più o meno. Finalmente l’amico ha deciso di lasciargli un po’ di tregua <No, avrei preferito essere accolto con del Bourbon> chiosa lento e deciso il giovane, sempre con un tono basso e coinciso. Del resto ha imparato dalla Yakuza stessa ad usare per bene la voce, in maniera efficace si intende. Dunque, tutto ora procede bene o quanto meno, procedeva, perché il Demone pronuncia una cosa che forse mai avrebbe dovuto pronunciare. Di nuovo come un fulmine a ciel sereno il giovane Doku farebbe scattare la mano destra verso l’ombrello, tenterebbe di afferrarlo e cercherebbe di colpire nuovamente sulla testa, con il nero ombrello, il compagno di malavita <Brutto stronzo, mi tradisci così? Ma io ti avveleno la vita> sbraita questa volta il ragazzo. Ecco, se ce qualcosa da non toccare a Zashiki è il suo infinito egocentrismo e narcisismo. Lui, così bello ed importante, rimpiazzato da qualcun altro? Inaccettabile <Bastardo, mi lasci solo perché sono andato via per un po’? Ma ti pare il modo? Non ne abbiamo manco parlato, brutto stronzo potevi dirmelo no? Invece mi rimpiazzi, così, come fossi uno qualsiasi> si, questo giro se l’è presa <Ma va bene, tanto io sono stato in vacanza vero? No, no invece no, sono stato a lavorare per la yakuza fuori dai confini di Kusa e così mi ringrazi, bene> appoggerebbe quindi l’ombrello sul tavolo e afferrerebbe il bicchiere ricco di alcol e se lo scolerebbe <Dammene un altro e sappi che offri tu> si, si offeso proprio. Si senti tradito, nel profondo. Quasi non da peso alle ultime parole del compare, guerra, la Yakuza non ha bandiere o confini, che guerra potrebbe esserci <Guerra?> chioserebbe cercando di riprendere un po’ di senno e di nobile compostezza. In men che non si dica, se lo ritrova lontano almeno un metro e con le mani rivolte in sua direzione. Palmi aperti ad altezza delle spalle. < Mi allontano, okay, va bene. > Non intende minimamente star vicino ad un Doku quando attiva il suo dannato veleno. Ignora, a propria volta, i tipi in fondo alla tenda che hanno osato ciarlare. < Lasciali stare, dobbiamo parlare di me... di te... di NOI! > Soprattutto, ci mancherebbe altro. La coppia che scoppia è finalmente tornata alla ribalta, tanto vale che si prendano per mano e vadano avanti. Assieme, ritrovatisi. Sta già sognando. Si china in avanti sul bancone, poggiando il mento su ambedue le mani aperte e fissandolo. Potreste vedere, se fate ben attenzione, tutta una serie di piccoli cuoricini fuoriuscire immaginariamente dalla testa del Rosso. Se, invece, li si guarda più attentamente, negli svariati cuoricini vedrete la montagna d'oro che immagina d'ottenere. < Io non ucciderei mai la mia Miniera d'oro, ti pare? > Sogghigna e mette in mostra la lunga fila di denti che si ritrova. E' veramente estasiato, entusiasta, neanche fosse Kouki che gli ha portato la nuova ricetta per la Sbrilluccica che deve creare prossimamente. < Senti, che ne potevo sapere io che saresti tornato di punto in bianco? Te l'avrei fatto trovare il bourbon. > Ammette sincero, portandosi la mano al cuore... dal lato sbagliato. D'altro canto, ha sempre detto che un cuore non lo possiede. Potrebbe persino incrociare le dita per mandare in malora qualunque promessa, ma evita. Anche perché si ritrova addosso di nuovo l'ombrello del Doku. Dannati ombrelli, hanno rovinato Kiri. Assottiglia nuovamente le palpebre, fissandolo con aria torva per via dell'ennesima botta che si ritrova a ricevere sulla sommità del capo. < Aspe- ASPE- > Agita violentemente le braccia e si sente morire dentro quando Zashiki inizia a maledirlo in ogni modo possibile. < IO NON TI HO TRADITO! > Esclama, stridulo mentre gli ultimi occupanti sghignazzano tra di loro. La coppietta si spalleggia e la donna fa all'uomo: "E' meglio del gossip sull'Hasukage!", tra una risatina frivola e un'altra. Per il momento, sceglie di ignorarli poiché c'è ben altro che bolle in pentola e tenersi vicino l'amico è senza dubbio meglio che lasciarselo sfuggire una seconda volta. < Ho trovato un altro Doku e una Yakushi! Sono andato avanti anche io con le mie dannate ricerche! > Borbotta, cercando di scusarsi in qualche maniera. < Specialmente la Yakushi, senza di lei non sarei andato avanti! > Palesando un lieve sorrisetto addolcito... strano, vero? Molto strano. < Non ti ho rimpiazzato, un veleno come il tuo è difficile da trovare. > Gli passerebbe direttamente la bottiglia, non prima d'aver tracannato direttamente da essa un lungo sorso. < Dai, te la regalo. > La agita, il contenuto è ancora a metà dell'effettivo quantitativo. < Lo sai che sei sempre il mio braccio destro, ma anche il mio braccio sinistro meritava una chance. > Specialmente se si tratta della piccola Kouki. Ghigna, cerca di farselo nuovamente amico con gli occhioni da pesce lesso. "Ora gli dirà che lo ama ancora dopo tutto questo tempo", risponde il ragazzo rimasto zitto finora a fissarlo. < Glielo direi, ma non posso! > Risponde persino SERIAMENTE prima di rivolgersi al compare. < Sì, Kiri ha chiesto aiuto all'Alleanza, ma gli Anbu stanno facendo un po' il cazzo che gli pare. Chiedi sempre la parola d'ordine a chiunque indossa una maschera, altrimenti sei liberissimo di attaccare. > Già, ma qual è la parola d'ordine, pezzo d'idiota? [ Chk ON ] Ascolta tutto quello che il compare ha da dire prima di rispondere. Ascolta tutto e poi ovviamente, da bravo ragazzo che si sente tradito sbotta <AH, MANCO CON UNA PERSONA, MA CON DUE> e male male, sembra che qualsiasi cosa Rasetsu possa dire sarebbe in grado di peggiorare la situazione. Letteralmente qualsiasi. Lo fisserebbe con quei occhi glaciali nascosti dalle sottili lenti scure. Però poi il Demone recupera terreno, lusinghe, ecco, quelle funzionano sempre con un fottuto narcisista come il Doku. Quindi continua ad ascoltare e fa un paio di sospiri lunghi, cercando di ritrovare un po’ di regale compostezza. La mano destra lascia definitivamente il manico dell’ombrello per andare a frugare nelle tasche del pantalone. Qualche istante e se ne uscirebbe con un pacchetto di sigarette e un accendino. Aiutandosi con la mancina ne prenderebbe uno, la poserebbe delicatamente sulle labbra e sempre con la mancina, ora vuota andrebbe ad accenderla. Un paio di boccate e subito una nuvoletta di fumo circonderebbe il giovane. Prima di riporre via il pacchetto lo allungherebbe al collega <Ne vuoi una?> torna gelido e composto. Fa un altro tiro di sigaretta prima di rispondere al compare, spostando la sigaretta sul lato sinistro della bocca così da poter parlare <Sarà meglio, sono il tuo braccio destro ricordatelo e sappi che non ti avveleno solo perché mi hai dato l’alcol> e perché in fondo ti vuole bene. Ora si fa di nuovo serio, si sono divertiti e hanno riso, del resto sono la coppia che scoppia per un motivo. Ma ora bisogna farsi seri, per un momento almeno, bisogna parlare di lavoro <Lo sai, per me la Yakuza viene prima di tutto, per questo sono dovuto stare fuori ma ora sono tornato e sono subito pronto a mettermi a lavoro, quale è la situazione della famiglia?> già, per lui quella è la vera famiglia. Quando sente del Doku inarca appena appena il sopracciglio <Un Doku eh?> forse potrebbe sapere bene chi sia quel Doku, ma per ora evita di sbilanciarsi. Ma quando il collega parla della Yakushi qualcosa di strano accade, un sorriso strano tradisce Rasetsu e subito Zashiki va a ficcare il dito nella piaga <Tu hai fatto un sorriso strano, mi devi dire qualcosa?> del resto lo conosce bene e sa cosa è strano o cosa è strano più del solito. Quindi un altro tiro di sigaretta e nuova nuvoletta di fumo <Che strana situazione> si riferisce alla situazione di Kiri e andrebbe a prendere con la mancina la bottiglia offerta dal Demone e ne verserebbe un po’ nel bicchiere di prima. Poggiata la bottiglia, la mancina andrebbe a prendere in consegna per qualche istante la sigaretta e la destra, una volta riposto il pacchetto, andrebbe a portare il bicchiere alla bocca del Doku. Bevuto un po’ di alcol riporterebbe la sigaretta tra le labbra e via un altro tiro <Si, ma quale è questa parola d’ordine?> già, lui non lo sa. Fa roteare gli occhi verso l'alto, abbassando di botto la testolina dai cremisi ciuffi. Come potrà risolvere questa brutta situazione? < Andiamo... Non potevo fermare i nostri affari e la tua fiala non era certo infinita. > Borbotta, deluso e amareggiato che il suo primo e vero grande amore ( Zashiki, esatto ) non riesca a perdonargli questo ipotetico e fantomatico tradimento. Ci riesce, poi, con non poche lusinghe a farsi rispettare e a tranquillizzare il Doku. Almeno, questa è fatta. < Se non è modificata adeguatamente... > Tipo quelle di Yukio che hanno un aroma particolare e fuori dal comune. Sai, Villaggio dell'Erba... non puoi mica credere che non ne abbiano di buona a disposizione. < ...lascia stare. Preferisco le mie pasticche. > Dalla tasca posteriore, tira fuori altre due pasticche che, per il momento, sceglie di non ingerire. Ha ancora in circolo gli effetti di quelle precedenti, seppur stiano ormai svanendo e, non per niente, sta svalvolando come suo solito. < Tu non mi avveleni perché sono il tuo preferito. > Allunga nuovamente le labbra per lanciargli un bacino svolazzante. Vanno proprio d'amore e d'accordo. Parlando di cose serie, aggira il bancone per sederglisi di fianco. Gli ultimi occupanti del locale scelgono saggiamente di andarsene, notando come forse sia meglio lasciare i due piccioncini da solo. < La famiglia sta bene. Quel succhiac***i di Jinto continua a prendere i miei - i nostri - fottuti soldi. > Ticchetta nervosamente sulla superficie del bancone con le unghie della manca. Si guarda attorno, preoccupandosi di capire se sia possibile parlare così apertamente. < Sono ufficialmente un Kagaku nella famiglia... > Riferendosi ad un grado abbastanza elevato, ossia colui che è praticamente lo scienziato del gruppo e che si occupa della creazione di ciò che viene spacciato. < ...mentre la Yakushi, il mio braccio d- ahm, sinistro... > Sia mai che lo contraddica ora che finalmente s'è rilassato. < ...è una Forowa. Ho esteso il mio spaccio, oltre che al Tanzaku, nei bassifondi di Kusa. Sto lavorando per espanderla anche qui e un ragazzetto di Konoha riesce a procurarmi dei clienti niente male. Ho un bel gruppo al mio servizio, se devo essere onesto. Un gruppo che voglio sfruttare per scopi quanto più loschi. Ho in mente di creare una nuova Sbrilluccica, assieme ad un tipo totalmente nuovo e che sarà esclusiva dell'Hasukage. Mi permette di spacciare qui, al momento, ampliando la nostra clientela... > Arraffa di nuovo la bottiglia del Whisky. < ...quindi, glielo devo. > Un favore per un favore. Da questo punto di vista, è piuttosto intelligente. < ... > Inspira, poggiando la fronte sul bancone prima d'aprire bocca e decidere di rivelarsi. Prende un profondo respiro. < Okay, senti... > Socchiude per un attimo le palpebre, concentratissimo nel trovare le parole giuste. < ...sei la mia preziosa miniera d'oro, sei il mio braccio destro e, prima d'ogni altra cosa, sei il mio socio in affari. > E amico? < Non ho voluto dirlo agli altri perché non mi avrebbero capito, ma tu... Sono sicuro che potrai comprendere! > E' talmente convinto che si lascia andare e glielo rivela. < Io e la Yakushi... beh, stiamo assieme. > Lo ha detto davvero. Oh Santi Kami! Ne attende soltanto la reazione, convinto che sarà quella d'un amico FIDATO e non d'un pagliaccio della peggior risma. < Ponte Naruto. > Sussurra, infine, tracannando un altro sorso. [ Chk ON ] Effettivamente il discorso del compagno Yakuza torna anche nella mente di un Doku che ora si è fatto nuovamente ragionevole <Ho capito> non vuole approfondire troppo il discorso, anche perché si farebbe presto a finire di nuovo a litigare. Prima di entrare nei dettagli della famiglia si guarda bene attorno, è risaputo che Zashiki tra tutti i membri della Yakuza è forse quello più accorto. Ascolta quello che il compare a da dire, lo fa in silenzio mentre piano piano continua a consumare quella sottile sigaretta. Borbotta leggermente quando Rasetsu tira fuori le pasticche <Tu e quelle pasticche, dovresti smettere, lo sai, ti fanno male> disse colui che fuma e beve come se non ci fosse un domani. Ma tant’è, se sono amiconi un motivo ci sarà. Scuoterebbe appena la testa <Si si, sei il mio rompicoglioni preferito> e concluderebbe con un mezzo sorrisetto che andrebbe a scomparire rapidamente non appena il Demone inizia a parlare della famiglia. Ecco, su quello non si scherza <Innanzitutto grazie per aver tenuto d’occhio il locale, appena torneremo a casa ci penserò io e lo useremo come base operativa anche perché…> sospende per qualche istante la frase, tira l’ennesimo tiro di sigaretta e poi con la destra andrebbe a spegnerla sul balcone, con disinvoltura <Jinto ha rotto i coglioni ed è anche per questo che sono stato fuori, ho provato ad aprire nuove rotte in quel di Konoha> gli racconta la propria storia recente, ma una cosa è certa, nessuno dei due ama Jinto e soprattutto non amano il fatto che lui freghi i loro soldi. Annuisce sul resto del discorso e ne prendere nota <Ottimo> conclude sibilante. Riempie dunque nuovamente il bicchiere e via con un'altra bevuta. A sentire socio in affari quasi che il giovane si emoziona, ha un piccolo sussulto, una sorta di emozione profonda…. A no, solo un singhiozzo dovuto all’alcol <Si, soci in affari e sono pronto a rimettermi in moto, dimmi cosa devo fare, chi devo contattare e sarà fatto> lui che è forse è si meno potente degli altri, ma certamente a livello di contatti in pochi riescono a stargli dietro. Se fuori è una lucertola, dentro in un qualche modo è un ragno, e se deve tessere è pronto a farlo. Tutto procede per il meglio ma poi Rasetsu se ne esce con un super scoop che lascia Zashiki… completamente indifferente <Ah beh, buon per te, ora sei schiavo, sei completamente ingabbiato, sei fottuto amico mio> amico mio, seriamente? Che parole saggie dette da un ragazzo abituato ad andare solo a puttane <Poi l’importante è che non sia una bambina> ecco, quello è sempre l’importante. Del resto va bene tutto ma non andare con delle innocenti bambine. Quindi si appunta nella mente la parola d’ordine, non si sa mai. Al discorso pasticche, si sente toccato nel profondo. < Ehi, su chi pensi che io stia testando quelle dannate pasticche prima di venderle? > Su se stesso, esatto. < Ho cercato di togliere gli effetti collaterali del vostro veleno, entro un certo limite. Restano comunque gli effetti indesiderati, ma credo d'aver fatto tutto il possibile. > Per quanto rientra nelle sue competenze, senza alcun dubbio. < Stavo pensando di tornare nei medici, rientrare soltanto per occuparmi di medicinali ed antidoti. > Rivela al suo compagno, piegando appena il capo verso la spalla mancina. < Potrebbe aiutarmi la Yakushi... > Si ostina ancora a chiamarla con il cognome, come se fungesse da relativo distacco tra il lavoro e il sentimento. < ...ma ciò mi permetterebbe di lavorare nuovamente nel mio campo. > Il suo è soltanto un mero pensiero, poiché effettivamente venne cacciato in malo modo soltanto perché non voleva prestare cure ai pazienti. Chissà, in questi anni, il primario potrebbe essere cambiato e aiutarlo nelle brutte scelte di vita che finora ha sempre perseguito. Tuttavia, come tale, resta soltanto un pensiero. < Oh, grazie, lo so! > Agita la dritta nell'aere, sghignazzante e pronto per impasticcarsi nuovamente. Per ora, lascia che restino poggiate sul bancone nell'apposita bustina. < Lo sto già usando come base operativa da un pezzo. E penso d'essermi passato almeno una volta tutte le baldracche che ci hanno lavorato in questi anni. > Tira su col naso, stringendosi nelle spalle. Doveva testare anche quelle prima di darle ai clienti, il pensiero non è molto differente ed anzi lo reputa assolutamente corretto. < A Konoha, non so quanto ne valga la pena. E' difficile, ma questo ragazzino mi sta aiutando proprio a smerciarla anche negli accampamenti di quel Villaggio. Per ora, vedrò cosa riesce a portarmi questa settimana. > Sancisce, poggiando ambedue gli avambracci sul bancone e poggiandovi contro la fronte per un istante. Anche i demoni hanno bisogno di riposo, specialmente se l'alcol e le pasticche assieme formano un bel mix eccezionale. < Ho un piano anche per Jinto... E posso fidarmi soltanto dei miei due bracci. > Aggiunge, or facendosi stranamente serio e privo di ogni possibile sciocchezza che gli passa di tanto in tanto per la testa. < Puoi contattare vecchi clienti, chiunque sia presente all'accampamento di Kusa che ha bisogno di rilassarsi un po'. Le pasticche ci sono, per ora il veleno che possiedo dovrebbe essere sufficiente. Dammi un'altra fiala del tuo, sai... > Ghigna, stendendo la mano in sua direzione, teatrale. < ...per il tuo bentornato! > Lui gli ha regalato l'alcol, mentre il Doku il veleno. E' un reciproco scambio di interessi che riguarda entrambi. < ... > Effettivamente, cosa poteva aspettarsi? Una risata che avrebbe raggiunto quello stronzo di Hotsuma? < Non sono schiavo né ingabbiato. Di che cazzo stai parlando? > Sbuffa e inizia ad incazzarsi come suo solito. < B-Bambina? > Beh, di minorenne è minorenne e stavano assieme ancor prima che potesse avere i diciassette anni attuali. Il loro amore e desiderio di star assieme è fuorviante, diverso dal solito. < Cioè, perché dovrei andare con le bambine? Me la son mai fatta con le bambine? > Si schiarisce la voce, volgendo lo sguardo in tutt'altra direzione, volendo a tutti i costi evitare gli occhi freddi ed indagatori dell'altro. < Mai successo. > Svia il discorso. Però, la nomea di pedofilo non è posta lì a caso... Vero, Rasetsu? [ Chk ON ] Farebbe spallucce all’affermazione del test ambulante di droghe <Va bene, hai ragione> nulla di più, è finalmente tornato ad essere il solito Zashiki, freddo e di poche parole. La conversazione prosegue e quando il collega si sofferma sul capitolo medici il giovane Doku, da dietro le lenti oscure, sgrana per qualche istante gli occhi <Beh, perché no?> da man forte e in effetti ci pensa su qualche istante il ragazzo prima di proseguire. Attimi di riflessione conclusione con un bel bicchiere di alcol ovviamente <Credo che sarebbe utile averti nei medici> chiosa pacato <Pensaci bene, se vogliamo reperire materiale o se qualcosa andasse storto, potrebbe essere decisamente utile> cinico e pragmatico, dal sangue freddo. Ecco Zashiki in tutto il suo splendore, machiavellico fino al midollo. La mano di nuovo in tasca a frugare, in cerca del pacchetto e dell’accendino. Pochi attimi e la sigaretta sarebbe di nuovo accesa e fumante tra le labbra della lucertolina. Una bella boccata di fumo prima di proseguire <Hai fatto bene, ci tengo al servizio del mio locale, spero solo che sia in condizioni decorose, lo sai si che li vengono tutti i maggiori esponenti della mafia?> già, ci tiene e ne va orgoglioso, il suo locale è un vero crocevia di informazioni e di personalità di una certa importanza ed è per questo che la qualità del servizio deve essere sempre elevata. Sbufferebbe appena nel sentire di Konoha <Ho capito, vabbè, ti basti sapere che in caso ho agganci li, in un porto minore, per iniziare> si sofferma su quella che è stata la missione che lo ha tenuto fuori per tanto tempo. Un nuovo tiro di sigaretta e va a concludere il suo discorso <Ottimo, sarebbe ora che Jinto si facesse da parte> sibila il ragazzo che poi aggiunge <Per ora amico mio, per ora> si riferisce chiaramente al fatto di non sentirsi oppresso dalla ragazza in qualsiasi modo <Comunque dammi il nome di qualcuno che posso portare con me e andrò a fare un giro per il campo, vediamo un po’ chi c’è dei nostri assidui frequentatori> ah, non vede proprio l’ora di rimettersi in moto, di tramare e far tremare. Conclude con una nuova boccata di fumo e una frecciatina a Rasetsu che sostiene di non essere un pedofilo <mai successo eh?> e non aggiungerebbe altro. Gesticola. < Eh, perché no? Mi son fatto cacciare, anni fa. > Sbuffa e scuote il capo. < E' anche per questo che mi sono avvicinata alla Yakushi, lei è un medico coi fiocchi. > Ammette, confidandosi con l'altro. < Quando non avevo accesso all'ospedale, lei mi ha portato tutti i tomi dei quali avevo bisogno. > Lo ha sempre aiutato e in cambio di ben poco: lezioni sulla genetica che tanto l'affascinavano. E, infatti, in questi lunghi anni ha sempre avuto modo d'aiutarla in ogni sua possibile forma. < Sto pensando a come fare per rientrarci, forse lei potrebbe metterci una buona parola. > Riferendosi ancora una volta alla fanciulla della quale obietta il nome. Si sa, mentalmente non è mai stato eccessivamente stabile e gli sbalzi d'umore sono peggiorati non poco. Annuisce distrattamente un paio di volte, tracannando un altro sorso dell'ambrato liquido. < Certo che lo so, per chi cazzo mi hai preso? Mi sono fatto in quattro per la famiglia, ultimamente. Non credere che io me ne sia stato con le mani in mano. > Sentenzia alla di lui volta con un lieve fastidio che sarà ben noto nel tono utilizzato dal Rosso. < Un porto minore, perfetto. > Va sicuramente bene come inizio. Non resta da far altro che ricominciare a lavorare come una squadra. < Jinto non si farà mai da parte, Zash. Mi spillerà fino all'ultimo centesimo, ma non aumenta le sue sporche tasse soltanto perché io faccio entrare profitti alla famiglia. Ci sta sfruttando. > Lo sguardo serio del Demone lascia trapelare quella furia omicida che lo coglie in momenti di vera e profonda rabbia. Jinto gliela sta facendo crescere, crescere e crescere. Prima o poi, dovrà scoppiare con tutte le conseguenze del caso. < Tu non conosci le donne come le conosco io. > Lo rimbecca, pur conscio - per questo dovrebbe star zitto - che almeno lui non s'è passato le minorenni. < Puoi portarti Sosachi, è un Doku come te. > Da chi pensa che abbia preso il veleno, altrimenti? Gli dirà ovviamente dove cercarlo, non appena si separeranno per questa notte. < Spesso e volentieri, mi trovi qui comunque. Quindi, puoi passare quando vuoi per parlare d'affari. > Di certo, non vorrebbe mai che arrivasse alla tenda nel bel mezzo di momenti romantici con la serpentella(?). < Mi fido di te, braccio destro. > Tira la Tasca Porta Oggetti con uno strattone, lasciandola sul bancone di fronte all'altro. < Cinque bustine di Sbrilluccica Rossa, Cinque della 2.0 e Cinque della 3.0. > Per un totale di trenta pasticche, poiché ogni confezione ne contiene due ciascuna. < Cento, centoventicinque e centocinquanta. Non lascio mai spacciare a nessuno che non sia io, ma se vuoi... > Se vuole, glielo lascerà fare. E' grazie a Zashiki in primis se il commercio ha avuto modo d'esistere. Si fida di lui come di Kouki. Scaccia il discorso finale con uno schiocco della lingua. Se vorrà, potrà prenderle e venderle lui stesso. Caso contrario, continuerà ad occuparsene Rasetsu. < Non sparire con la mia roba, figlio di pu****a. > E' un modo come un altro per dare il bentornato ad un fratello. [ END ] Annuisce al termine del discorso di Rasetsu sul versante medico <Vabbè, fai come vuoi> e farebbe anche spallucce. Del resto non ci tiene a mettere bocca sulla faccende della vita personale del Demone. E’ grande e vaccinato, saprà cosa fare o cosa non fare, si spera. Nel mentre continua a recepire informazioni sulla donzella <Bene, mi sembra sia un elemento molto utile questa ragazza> già, analizza tutto con l’occhio di impresario, di chi ha un bilancio sempre in mente e che valuta ciò che utile e forse ancora di più l’utile. Berrebbe l’ultimo goccio di alcol presente nel bicchiere e con la sigaretta ancora alzata si alzerebbe dallo sgabello <Hai ragione, scusa se ti ho lasciato da solo, ma ora sono tornato e ci riprenderemo tutto quello che è nostro> una promessa, o una minaccia? A voi la libera interpretazione. Sta di fatto che la coppia che scoppia dopo tanto tempo si è riunita ed è pronta a fare faville <A jinto ci penseremo, non ti preoccupare, saremo liberi> anche qui, una promessa seriosa e sincera, ci tiene al suo amico e soprattutto ci tiene al suo status all’interno dell’organizzazione. Perché in fondo diciamocelo, questi mafiosetti sono si carini ma di certo sono guidati da forti istinti personali. Una nuova nuvoletta di fumo si alzerebbe sulla testa del giovane che con un gesto rapido andrebbe a recuperare la droga e la metterebbe nella tasca interna della giacca <Va bene, conosco Sosachi, ci penso io e non ti preoccupare, ho i miei contatti> come a ribadire ancora una volta quello che è il suo compito principale nell’associazione. Volgerebbe ora le spalle al collega, la mano destra andrebbe ad afferrare il suo fidato ombrello ninja e con la sigaretta ancora fumante si avvierebbe verso l’uscita <E’ stato un piacere Rasetsu, a presto brutto stronzo> ed eccoli li, di nuovo insieme, pronti a compiere grandi imprese e perché no, a fare impresa. [End]