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La vita eterna

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con Kimi, Hanae

Stai scendendo in un luogo a te fin ora sconosciuto, segui quegli scalini fitti fitti che vogliono portarti quasi al centro della terra. Al tuo fianco due guardie del quartetto del suono, silenziose e poco simpatiche ti stanno accompagnando. Una alla tua destra e all’altra alla tua sinistra entrambe a qualche centimetro di distanza dalla tua persona, i loro passi sono militari, per quanto silenziosi, si muovono rigidamente seguendo un preciso protocollo mentre scalino dopo scalino ti conducono laddove la tua Kage ti aspetta, lì dove sai troverai Kunimitsu, o così ti è stato detto. La scalinata è lunga ma la state facendo ad una velocità abbastanza sostenuta, non che ci sia bisogno di correre ma nemmeno di adagiarsi. La loro è semplice e formale, tutto sui toni del viola e blu scuro, il simbolo di Oto visibile sul braccio destro di entrambi, capelli corti per entrambi, sembrano due gemelli a giudicare dal volto, biondi e con occhi profondamente verdi. Luci soffuse e date da delle torce che ardono appesa a quei muri grezzi ricoperti di argilla rossastra. Fa caldo in quel posto, l’umidità è alta altro segno che stai scendendo verso il centro della terra, dimenticati pure le brezze fredde di Kiri, l’aria leggera e pura di Kusa, no lì sa tutto di fuoco e sangue stantio quasi e nulla corre ad aiutare la tua pelle. Continua la camminata fino ad un grosso portone, la guardia di destra ti impone con gesto della mano di attendere, quella di sinistra ti guarda in cagnesco attendendo che tu obbedisca, l’ingresso effettivo della tana degli eredi sta davanti a te, un grosso portone in pesante ferro. L’uomo predisposto si avvia così verso il metallo, un paio di ritmici e poderosi tocchi con le nocche, attimi di silenzio e poi inizia ad aprirsi, lentamente. Scorgerai la Kage nelle sue vesti formali con tanto di copricapo indossato, sfuggono i mossi e sinuosi capelli viola, gli occhi gialli, ma sai già com’è fatta, la conosci fin troppo bene sei stato uno dei suoi ultimi denshi, genin e chunin prima che prendesse la decisione di rinchiudersi in quel villaggio. Cogli un guizzo della sua lingua sul labbro superiore, come ad umettarselo e poi nulla, solo t’attende a braccia conserte, silenziosa. Le guardie si posizionano ai due lati del portone, un veloce inchino verso Kunimitsu in segno di saluto e obbedienza e poi ti fissano, non sembra volerti far entrare a giudicare dallo sguardo ma il loro corpo ti suggerisce invece il contrario, procedi pure. Se vorrai entrare sentirai solo un lieve <agli ordini> pronunciano in sincrono da entrambi prima dello scoccare secco del metallo che si richiude alle tue spalle. Se vorrai guardarti intorno potrai osservare meglio quel luogo segreto e scarno, ricoperto di argilla rossastra e con qualche sedia dallo schienale alto in legno posta ai lati della grossa stanza. Gli affari da trattare non devono essere di domini pubblico, nessuno deve sapere perché sei tornato, farti entrare nella magione non sarebbe certo stata una grande idea, per questo ha mandato quei due silenziosi gemelli ad intercettarti al tuo attivo. Un sorrisino malevolo sta sul volto della donna dalla pelle di porcellana, innegabile la sua bellezza, quelle forme perfette, quel volto creato da un artista, tutto il lei è atto a farla apparire persino più splendente di ciò che la natura ha già fornito in abbondanza

18:34 Hanae:
 Vi è mai capitato di esitare, di fronte ad una vittoria? Di avere uno spontaneo, inutile ed autodistruttivo pensiero di pentimento, per aver fatto così tanto. Il muoversi nella tana degli Eredi di Manda gli acuisce il sentimento rinnovato della pietà per sè stesso, una sensazione che s'amplifica ad ogni gradino discendente verso uno dei luoghi più segreti ed isolati del mondo ninja. E' inutile, provare a non associare la realtà alla fantasia. E' inutile trattenere le emozioni in viso. Le palpebre superiori son appena abbassate ed il passo si trattiene a malapena elegantemente lento. Gli occhiali dalla grossa montatura rotonda riflettono la luce delle poche fonti presenti, gettando un riflesso e contemporaneamente una penombra sullo sguardo del pensante. Le labbra vengono appena inumidite, con gli occhi che in maniera assente si proiettano da una curvatura all'altra in cui si muovono. Quel claustrofobico luogo che riconduce facilmente al villaggio del Suono, luogo nei confronto del quale l'Insonne è inevitabilmente romantico, luogo che in un passato remoto ha servito senza passione, ma che adesso si riflette in una nuova luce. La mano sinistra, completamente rossa nelle sfumature, si alza all'altezza del petto, tirando appena la rossa cravatta indossata cui colore ricorda tanto lo stesso presente nel dorso. Un abbinamento macabro, indubbiamente, che testimonia un incidente che questo corpo non potrebbe nascondere se non indossando costantemente guanti. Il mento viene appena chinato e lo sguardo adocchia la camicia grigia indossata, come se volesse assicurarsi che sia ben sistemata attorno ad ogni centimetro della sua pelle. La mano destra, contemporaneamente, scende all'altezza dei pantaloni, sfiorando la punta di un fuuda rettangolare adesso non nascosto ma semplicemente sistemato in una delle tasche presenti. Se qualcuno potesse osservarne il flusso di chakra, sarebbe in un movimento violentemente costante, con un filo d'energia azzurra spinto verso l'alto ed in costante collegamento con il solco centrale del cervello, punto dal quale il gene della famiglia Goryo ha occasione d'esser sprigionato. E' riconoscibile, il Goryo, dalla sclera dipinta di nero, celata dietro il vetro degli occhiali. Si ferma, quando viene intimato di farlo, ed attende fintanto che la porta non si trova aperta e completamente spalancata. Prima d'osservare, muove dei passi avanti, permettendo poi di sigillare entrambi i presenti nella tana. Fingendo di guardare la pietra ed i simboli del suono, egli esamina i tratti completamente caratteristici della Kage del suono. Il pensiero del futuro fa scorrere un brivido, e la mano sinistra reagisce a quell'impulso di vitalità stringendosi a pugno attorno ad un pezzo di tessuto del pantalone. "Devo prendere un rotolo, Yakushi Kunimitsu." Il tono s'eleva solennemente, senza darle il titolo di Kage ma riconoscendole il dovuto rispetto mettendo di fronte il cognome. E' arrivato fin qua piano, passo dopo passo, con in mente un'offerta, ma traspare ovviamente dal tono che la sua richiesta deve avvenire, imprescindibilmente da ogni cosa. "Troviamo un accordo." Muove passi avanti, senza tuttavia accomodarsi. { chakra attivo } { innata goryo on } {diversi fuuda}

Lo stava attendendo all’interno della sua stessa tana. Lo osserva avvicinarsi, ascolta le parole che le rivolge e sorridendo va a togliersi il copricapo per poi lanciarlo senza rispetto in direzione della sedia alla sua destra, lontana sì ma non abbastanza per non riuscire ad effettuare quel semplice tiro, non osserva nemmeno cosa accade, sicura di sé stessa, consapevole di non poter sbagliate, c’è da chiedersi quanto spesso si comporti così. Le dita affusolate della mano destra restano tese in direzione del lancio qualche secondo. Enigmatica lo fissa, qualche ciocca di capelli che ora va a coprire parte della fronte e delle guance, racchiudendo ancora meglio quell’angelicamente maledetto viso, le forme sono pure e perfette e forse la verità del suo fascino sta in quell’espressione così maliziosa e corrotta da risultare tremendamente giusta per come chiunque l’abbia mai dipinta. Il canino sinistro è appena scoperto per via dell’espressione assunta, la lingua passa su di esso mentre gli occhi gialli si puntano in quelli dalla sclera nera di lui <Katsumi Uchiha> inizia subito con quel gioco di potere, non portando a lui alcuna forma di rispetto e anzi <o forse le da fastidio essere chiamato così?> un passo in avanti senza mai cambiare quell’espressione. Ondeggiano le anche e la schiena le segue sinuose, si muove come se stesse strisciando intorno alla sua preda, quasi eccitata in volto per il gusto del cibo che presto sarà portato nel suo stomaco, una serpe dalla pelle perfetta quella che si ritrova davanti. Si prende una pausa dopo quel primo passo, lo fissa con attenzione e poi nuovamente si muove in sua direzione, i fianchi sono sempre il centro del movimento, il bacino che ondeggia lasciando che il movimento parli al posto suo, osserva come la camicia ricada perfettamente sul quel corpo, un bel corpo sicuramente, al tempo stesso osserva la mano sui pantaloni, lascia che lo sguardo languido possa confondere ma non è stupida ed osserva tutto con attenzione <e cosa vorresti sentiamo?> la voce è sensuale, il tono basso, nulla la fa sentire eccitata come quello che sta facendo ora, come quel tipo di affari ed effettivamente ci sarà un motivo se han provato a portarle via il villaggio no? Le mani vanno ora sulla mantella da Kage, fin ora chiusa, inizia lenta a sbottonarla <e soprattutto> continua ad avvicinarsi, continua a muovere le dita affusolate e dallo smalto viola intorno ad asole e bottini <quanto sei disposto a cedermi in cambio?> lo incalza, senza ancora rivelare nulla, tenendo ogni carta e centimetro di pelle, coperta

19:10 Hanae:
 Se non bastasse un antico astio da parte dell'Uchiha, sarebbe la fretta del momento a lasciare negli occhi di lui una freddezza spietata. Nemurimasen è il tipo di invidiuo che dai giochi si fa ammaliare facilmente, a cui piace tirare e cedere corda finché questa non si spezza. Ma adesso? Oh, adesso la situazione è ben diversa. Questo è il solo momento della propria intera esistenza in cui non permetterà a nessuno di mancargli di rispetto tanto facilmente. Non in un momento nel quale il cielo dovrebbe aprirsi e piangere per il grande errore commesso. Copre il turbamento con un sorriso, rivivendo per un attimo il nome che appartiene a colui che gli ha lasciato i fardelli di questo corpo adesso completamente posseduto. Quelle parole tanto gravi, fanno alzare appena il mento e affilano lo sguardo, incredibilmente per il normale silenzio di quello spirito. Immediatamente torna sereno nelle movenze, chiudendo per un momento gli occhi e prendendo consapevolezza del proprio turbamento interiore, che lo potrebbe portare facilmente ad eccedere e trasgredire in maniera irreparabile. Kunimitsu sarà fragile ai suoi occhi, ma detiene un segreto difficile da strappare. Ha già avuto occasione di splendere abbastanza, eppure, vuole sottolineare un certo impegno in questa discussione. E lo fa richiamando un filo di chakra all'altezza del plesso solare che violentemente e con disinvoltura verrebbe sospinto in direzione della testa, passando per la carotide e la bocca, raggiungendo infine lo tsubo più vicino al nervo ottico per renderlo ebbro di energia ed avvolgere infine le pupille, che andranno distorcendosi in una rotazione repentina che darà origine al suo mangekyo sharingan. A quel disegno viola e pietoso che ricorda tre petali. "La guerra civile fu alquanto pericolosa, per la sua posizione.." Puntualizza, rispondendo a quelle parole e dando un consenso implicito ad un fastidio che adesso deve trattenere il più possibile. Ah, la serpe. E' bella, su questo non c'è dubbio. Ma gli occhi di Nemurimasen anelano ad una forma di bellezza che qualsiasi artista non sarebbe mai capace di rendere su una tela. Una bellezza che va contro la natura e per questo non può essere riprodotta se non in forma di pensiero. "Sarebbe terribile, continuare con questi convenevoli. Per il suo amato intrattenimento." Avrebbe detto per il villaggio del Suono, ma cosa mai potrà realmente importare a quella figura di un ammasso di strutture, finanze e carne? Le persone come lei prendono il potere per farne uno strumento d'intrattenimento, ed in questo potrebbero anche risuonare i suoni dei loro spiriti. Ed è importante sottolineare che in tutto questo s'è presentato privo di alcun simbolo, di alcuna veste dell'Akatsuki o anello che ne testimonia la posizione. Nemurimasen è lì in veste di individuo singolarmente potente. E' un parallelismo interessante, se confrontato alla posizione di sottoposto che un tempo teneva nel villaggio del suono. E con le proprie pupille osserva lo sguardo altrui, offuscato dalla grande quantità di chakra che la caratterizza, quei movimenti colmi di desiderio d'intrattenersi. Ah. E' un peccato, che in questo momento sia impegnato con qualcosa di ben più grande. "Iniziamo da quello che offro." Sarà più semplice far capire quanto si stia mettendo in gioco mostrando immediatamente le cose più importanti. E perciò raggiungerebbe la fronte della cattedra o qualsiasi superficie disponibile, lasciando per un momento l'eco dei suoi passi e poggiando contemporaneamente due differenti fuuda. Nel momento in cui li poggia, facendo scivolare via le dita, una punta di chakra le permea, rivelando quanto c'è all'interno. Due cilindri di spesso vetro che presentano all'interno due simili elementi sospesi in un liquido particolare ed evidentemente viscoso. Sulla sinistra, un occhio completamente bianco e perlaceo, uno Byakugan. Che appartenne a Shusui Hyuga, ninja della foglia morto per mano sua e di Kurako Senjuu. Alla destra, più imponente, il mangekyo sharingan che Kunimitsu potrà riconoscerà: l'occhio di Arima Uchiha, l'ex capoclan. Questa offerta è dissacrante ed ovviamente se resa pubblica lo renderebbe un gran traditore del clan. Ma non sembra un problema. "Diventerò il custode dell'Eterna Giovinezza e dell'Immortalità." Specifica il ruolo di custode, e non il solo conoscere. Richiede il solo rotolo ed è completamente certo che sia la Kokukage a possederlo. Che inizino le discussioni. { chakra on } { goryo on } { mangekyo sharingan attivo -4ck}

Lo osserva richiamare a sé quel grande potere, non si può dire che abbassi lo sguardo e provi un sentimento simile alla paura, non lei, non chi sul filo del rasoio ci vive da sempre. Il sorriso si amplia mentre le dita hanno finito di giocare e ora lascia scivolare dietro alle sue spalle quella semplice veste, salvo ovviamente rivelare un altro capo di abbigliamento, portato al di sotto. Un paio di aderenti pantaloni in pelle nera che le fasciano le gambe magre e il sedere sodo, allenato, un corsetto violaceo invece a coprirle il busto e mettere in risalto non solo la vita stretta ma anche il seno prosperoso <una velata minaccia credi mi renderà più incline?> replica lei <cucciolo> aggiunge come a volerlo riprendere, non si gioca con lei. L’unica e la sola ad avere il potere per legarsi attorno alla preda è lei, lo è sempre stata e forse sarebbe anche ora di iniziare a rivalutare questa concezione di sé, ma non è nel il momento ne il luogo. Ai piedi un paio di sandali neri con tacco sui dieci centimetri, il passo ora viene direzionato verso destra, sinuosa inizia così a girargli intorno, stanno ad una distanza di cinque metri <ricorda che ottenere ciò che vuoi contro la mia volontà o manipolandola non ti sarà di alcun aiuto> che stia solo cercando di mettersi al sicuro? Non si sa. La mano destra va a scostare appena i capelli, sollevandoli dalle sue spalle per poi farli ricadere sulla nuda pelle, apre appena le labbra carnose ma non eccessive, le socchiude osservando quegli occhi, certo nella sua posizione FORSE non dovrebbe approfittarne, ma è sempre e solo un FORSE <eppure io ho chiesto cosa sei disposto a perdere> replica quindi <ma ciò che hai da offrire è un buon inizio> replica senza mai perdere quel malizioso sorridere dal volto. Il suo passo e regolare e così anche il rumore dei tacchi sul pavimento, osserva gli occhi, chiaramente le interessano <tu stesso hai ricordato quello spiacevole inconveniente> se possiamo definire inconveniente essere rapita dal proprio clan, essere rinchiusa e avviare una rivoluzione all’interno di Oto chiaramente. I capelli si muovono ad ogni suo passo, le sfiorano la pelle dettaglio che a molti è bastato per perdere la testa, è chiaramente consapevole di sé stessa e del suo corpo <sarebbe per me che il custode di certi segreti avesse un favore da rendermi, non trovi?> lo chiama semplicemente favore, quelle le parole formulate con la sua lingua ma quanto è chiaro che non si tratti solo di questo, la serpe allunga il suo corpo verso l’anima del desideroso, mostra le sue fauci e attende che sia la vittima ad entrarci, il suo veleno atto solo ad offuscare la ragione, potremmo descriverla in modo differente? Lei che usa il corpo per ottenere e piegare, lei che si spinge sempre oltre cercando l’anima, un patto profondo, una promessa che possiamo star sicuri prima o poi si presenterà per riscuotere

19:48 Hanae:
 Ah, che tedio le persone come loro. Assieme, è difficile risolvere qualcosa senza tentare d'irritarsi e imporsi uno sull'altro. Quando viene definito col nome di cucciolo una ripugnanza fisica a qualsiasi azione lo avvolge, il corpo diventa improvvisamente immobile ma il chakra si fa tumultuoso, brillando attraverso il mangekyo sharingan con lo stesso impeto che ha avuto un momento prima d'evocare il maestoso dio delle tempeste. Quell'essenza viola per un istante fa da patina attorno al corpo, rivelando una calma dura da trattenere e gettando contemporaneamente una pericolosa penombra. "Volevo solo ricordare di un debito. Non sono molto bravo con la coercizione." Le labbra s'allungano e tutto ciò che può fare è riprendere il controllo della situazione, modificando l'intenzione precedentemente implicata nel ricordo di un favore offerto. Certamente, le condizioni della Kage erano alquanto sfavorevoli, chiunque al posto suo sarebbe caduto prigioniero. Ma rimane un fatto, che l'Akatsuki è stata la protagonista di tutto, nonché liberatrice dagli invasori. Ma i vecchi favori non saranno certamente utili per raggiungere un decreto positivo alla richiesta di Nemurimasen, una richiesta che porta a sè un calibro enorme. "Manipolarla, sarebbe possibile. Ma non sarebbe utile a nessuno. " Sarebbe dura causare un qualsiasi danno ed uscire in completa pace da questa tana senza incorrere nelle forze ANBU del villaggio del Suono. Ma non impossibile. Nulla alla fine di tutto, si è rivelato impossibile. Dopo quei lunghissimi anni di repressione dentro il corpo di un ragazzo privo di ricordi, è in questo momento ebbro di cambiamento. L'attesa si fa sempre più disgustosa. Ma nel mordersi a vicenda, nello strappare compostezza e nel minacciare, l'argomento della discussione è giunto abbondantemente a galla, con offerte più che sincere. L'Uchiha alza entrambe le mani per togliersi gli occhiali e poggiarli sulla cattedra, con un'espressione che mima la sorpresa quando lei va per contrattare sul prezzo. La mano destra torna lungo il fianco, e la gemella si porta tra le sopracciglia, con pollice e indice che pizzicano appena il ponte nasale, immergendosi in una profonda riflessione e considerazione di quanto gli è stato appena chiesto. "Vuole chiedere difesa ad Oto?" Considerando che la Kokukage ha citato l'inconveniente di cui è stata principalmente vittima, tanto vale tirare fuori dal cilindro ogni carta e sorpresa. Non son un granché ad intrattenersi a vicenda, andare ai fatti sembra decisamente più corretto. "Se è questo, posso capire. Ma dovrà farmi un favore a sua volta, ben più piccolo..Un rapimento. Nessuno di importante." Mette le mani avanti. Ovvio che mandare chiunque a rapire Yukio sarebbe un po' troppo per essere considerato un piccolo favore. {chakra on, goryo on, mangekyo on}

Finalmente sembrano aver trovato un argomento su cui discutere senza doversi mordere ulteriormente, ferma il passo lei, stando alle sue spalle, soffia appena in sua direzione come per far reagire la pelle al contatto con la cosa più simile ad una brezza che mai troverà. Oh sì sta giocando con un fuoco pronto a divorare tutto, ne è ben consapevole ma non può esimersi dall’imporsi, specialmente visto che lei ha qualcosa che vuole <oh per Oto?> una risata esce dalle sue labbra, mentre resta ferma alle spalle di Nemurimasen. Il suono è melodioso ma freddo, talmente dolce da ricordare qualcosa di inquietante e sbagliato, non dovrebbe suonare così una risata <un favore a me, sarò io a decidere cosa quando se ne presenterà l’occasione> sottolinea come si stia riferendo a sé stessa e non al villaggio di Oto, meglio legarlo alla sua vita e alla sua identità. Riprende la camminata giusto per giungere a quella scrivania e poggiare su di essa una pergamena, un semplice sigillo impresso in essa <versa chakra e sangue qui, così saprò di poter contare sulla tua parola> continua. Non si scosta restando così vicina a lui, sempre alle sue spalle ma tesa con la mano verso la pergamena, un patto insomma non chiede tanto <chi dovrei far rapire?> domanda infine, una vita per la sua cosa potrebbe mai essere? Si tratta solo di barattare qualcuno per sé stessa e non è certo nuova a questo tipo di cose

20:20 Hanae:
 Come per iniziarsi al profondo mistero nel quale entrambi si stanno addentrando, abbassa lo sguardo dalla donna per dedicarlo con profonde attenzioni sui due bulbi oculari - con tanto di nervo ottico - poggiati e adeguatamente conservati nei loro rispettivi cilindri d'appartenenza. Avrebbe messo in gioco qualcosa in più, ma le risorse più rare e importanti son quelle, elementi che per lui ormai non valgono più di quel che potrebbero parere i Ryo ad un semplice cittadino di un villaggio. Un mezzo di sostentamento. Si rende conto di aver giocato con parole errate, quando la Kokukage si fa beffa dell'aver utilizzato il nome del villaggio. Ed effettivamente, scuote appena il capo, realizzandolo. La mano che prima massaggiava il viso viene abbassata all'altezza del mento, sfiorandolo appena. Ed osserva la pergamena che gli viene posta di fronte al viso con sguardo attento. Esita appena, spostando gli occhi sulla serpe che tanto gioca ad invadere gli spazi. Può permetterlo. Se lo ripete come un mantra. Non è il momento di farsi prendere dal carattere. "E sia, Kokukage." Il palmo sinistro verrebbe, allungando la mano, posato dove gli è stato indicato. Ed utilizzando il gene Goryo si limiterebbe a a spingere, utilizzando il proprio chakra, il sangue fuori dal suo sistema circolatorio, conducendolo con un preciso movimento verso la pelle per farlo uscire dai pori, lasciando al sollevarsi della mano una traccia di sangue viola che forma una perfetta 'N'. Il patto è siglato ed adesso non rimane che completare quelle che sono le formalità del caso. C'è qualcuno che gli serve e specialmente al più presto. "E' un Jonin. Nel documento che sto per darvi troverà ogni informazione sul dove trovarlo e sul come riconoscerlo. Un gruppo di genjutser sarà abbastanza. Evitiamo spargimenti di sangue, è prezioso." Specifica, ben conscio che dare quest'informazione sia per la serpe un tesoro a sè stante. Ma è una scommessa che si trova ben disposto ad accettare, forse perché non teme in alcun modo l'eventualità di ritrovarsi incapace a subire le tirannie altrui, come un tempo avvenne quando da neochunin fu torturato. Kunimitsu mandò un genin ad aiutarlo. Ad aiutarlo ad essere liberato da un dainin. Se non fosse stato per Z-69 sarebbe andata diversamente. "Ecco." Allunga un rotolo, contenente le informazioni sul bersaglio. Terrà la mano distesa finché non sarà stato afferrato. { chakra on } {goryo e uchiha } { -2 pv utilizzo goryo, - 2 pv sharingan. }

La pergamena viene firmata con il sangue, non è altro che un semplice documento, dal prezioso valore però. Quella è la prova di un patto siglato tra loro. Il sorriso svanisce per qualche istante al solo scopo di farsi immediatamente seria, ha smesso di giocare adesso. Velocemente va a riprenderlo e ad infilarlo tra il seno, nel bustino, insomma non ha altre tasche. I capelli le cadono intorno al volt, sfiorando la pelle nuda delle braccia, lascia solo che il ragazzo posta gustarsi quella vista ancora qualche secondo prima di raddrizzarsi, senza ancora allontanarsi <e sia, dove vuoi trovarlo?> replica semplicemente andando ora a voltarsi verso di lui. Osserva gli occhi che possiede adesso, quel mistero di quell’innato oculare, quel potere che lei fin ora non ha mai avuto e verso cui non ha avuto mire particolari se non quelle di assicurarsene il favore e la potenza di fuoco, cosa che in un certo senso ha appena ottenuto <lascia anche gli occhi> e con queste parole va a prendere le informazioni che le vengono consegnate. Arretra e questo punto, senza dare le spalle al jonin, fa qualche metro verso la porta fissandolo intensamente prima di dargli davvero le spalle, guadagna lo spazio necessario per permettersi una difesa nel caso fosse necessario, è una manipolatrice, è una stronza ma non è arrivata fin lì senza un cervello ed è questo che bisogna sempre temere a mente, una serpe può fingersi tutto ciò che vuole ma ogni suo passo sarà sempre ben calcolato <attendi qui> con queste parole si sposta verso il grosso portone, un clangore metallico mentre si socchiude appena, fuori le stesse guardie di prima ed è ad una di loro che porge il rotolo, gli ordini vengono impartiti, veloci e a voce abbastanza bassa perché l’altro non possa udirlo. Dei passi seguono quel vociare, lei ancora immobile con la porta socchiusa attende qualcosa, una conferma probabilmente perché ora torna nuovamente verso Nemurimasen, il portone resta aperto <troverai con il Jonin anche la pergamena che mi hai chiesto, non è qui e non posso quindi consegnartela subito> si spiega appena, ognuno prende le sue contromisure e c’è qualcuno che sigilla con il veleno Doku e il favore di certi capoclan i propri segreti, un sigillo che nemmeno lei sola può rompere ma che le garantisce la morte di qualsiasi ladro. Fuori aspettano i due guardiani, pronti a scortarti nuovamente all’esterno[ fai pure end]

20:50 Hanae:
 Lo sguardo di un morente, le pupille viola e colorate da sangue, rendono quell'espressione completamente fraintendibile. Sembra perfettamente serio, perfettamente privo di ogni stimolo adesso che non si tratta più di provarsi a vicende. Così apatico, così-- falso. Quando Kunimitsu s'allontana prosegue col darle le spalle, rimanendo immobile con sguardo fisso nello spazio tra i due cilindri contenenti gli occhi promessi. Fissa gli occhiali, su cui specchia ben distorto il proprio il riflesso. Ed il mangekyo sharingan va naturalmente sfumando nella profonda pozza nera. Rimane immobile e chiude entrambi gli occhi, alzando il mento e rivolgendosi verso il soffitto. Per qualche attimo si spezza il profondo connubio tra mente e spirito, tra arte e realtà, tra pensiero e fantasia. Per un attimo non intende la coscienza se non come uno strumento utile a percepire il vago piacere che va diffondendosi nella pelle inumidita dalla temperatura presente. I fantasmi di antiche sensazioni si ravvivano nella memoria. Ed improvvisamente, riapre gli occhi, di scatto. Afferra gli occhiali poc'anzi posati e li indossa, recuperando la lucidità da quel momento che personalmente riterrebbe come il sfiorar ciò che è divino con le mani, e lasciarlo andare per scelta. Ecco perché chiese a Kimi se mai avrebbe voluto l'eternità sulla Terra, e non nel Naraka. Aveva un fatale dubbio, tra la vita e la morte. Non voleva sapere l'opinione di lei, ma una voce esterna. Adesso, però, sa cosa fare. Guarda gli occhi un'ultima volta, prendendo fiato. E' ora di farla finita. " Non possiamo morire, tutti e due. " O fantasma della coscienza, che un tempo eri vivo. Sei pronto ad esser scacciato? { e n d }

Incontro con Kunimitsu per il BG di Katsumi.

In breve: gli occhi rimanenti in possesso di Katsumi vanno a Kunimistu insieme ad un giuramento, le dovrà un favore.
Lui ci guadagna la pergamena della tecnica tanto ambita e un jonin rapito per lui.

ADORO Nemurimasen, non ci posso far nulla