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La mia quotidiana incatsatura

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con Yosai, Mykagi

18:13 Mykagi:
  [Foresta di Mangrovie] Il giovane allievo decide di recarsi presso la foresta di mangrovie una zona isolata, per proseguire coi suoi allenamenti indisturbato. Il luogo è ostile e inospitale e il ragazzo vi giunge con fatica facendo attenzione all'ambiente circostante. Per prepararsi alle ore di esercizio ha deciso di indossare una tenuta pratica e sportiva: Una semplice maglia a maniche lunghe con cappuccio di colore blu scuro ed il simbolo della foglia ricamato sulla schiena, un paio di pantaloncini corti neri e un paio di scarpe chiuse anch'esse nere con una striscia rossa proprio sopra la suola. Il viso è scoperto e ben visibile, dalla carnagione chiara, le labbra delicate e sottili, due grandi occhi azzurri lucenti e una folta capigliatura d'argento. Giunto in uno spaizzo abbastanza ampio, senza alberi, rocce o quant'altro possa dare impedimentimento, il deshi si posiziona al centro, con le gambe larghe e ben piazzate su cui poggia sicuro il peso del corpo. <Si comincia.> Prende due o tre respiri profondi, espirando con calma e lentezza, chiude gli occhi per meglio ricercare la concentrazione necessaria e, dopo aver rilassato le spalle, il collo e le braccia, comincia a visualizzare davanti alla fronte la propria energia fisica: una sfera di un colore blu oceano profondo che lentamente ma inesorabilmente comincia a vorticare sempre più velocemente. <Bene.> Mormora tra sé. Adesso la parte un pochino più difficile; immagino all'altezza del petto, dentro di sé, la sua figura in miniatura, evanescente come un ectoplasma, una volta ben delineata la vede ranicchiarsi fino a prendere una sorta di posizione fetale. Dandosi forza coi muscoli addominali e facendo pressione con tutto il corpo, spinge l'immagine sempre più in basso fino all'altezza del basso ventre. Oramai il corpicino immaginario interiore è trasmutato in un'altra sfera, questa di colore rosso cremisi brillante e con un ennesimo sforzo viene spinta fuori. Ora che le due sfere si trovano nelle rispettive posizione, con l'aiuto di un'altra immagine mentale ben consolidata, due vonti contrapposti uno dall'alto e uno dal basso, comincia a far avvicinare le due sfere che vorticano con impeto sempre magggiore. <Ci siamo quasi> Sussurra sotto sforzo. Le due energie si toccano, paiono dapprima allontanrsi cme due poli opposti ma con un'ultima pressione e una contrazione muscolare delle braccia e dell'addome riece alla fine a farle mescolare assieme senza troppa difficoltà. Un'esplosione di energiainterna pervade il corpo del ragazzo che sente quindi attivarsi il Chakra, godendo anche di quella infusione di energia.

18:25 Yosai:
 Le leve inferiori, possenti e scolpite, sono coperte dall’ampio, nero pantalone d’un chimono, con la stoffa infilata nelle fasciature da combattimento color cremisi che ti avvolgono la caviglia da sotto il polpaccio squadrato fino ad infilarsi nelle calzature ninja. Il torso, simile al tronco d’un albero, è coperto dalla casacca del chimono, tenuta chiusa dalla cintura costituita dal coprifronte cucito su un’elegante frappo rosso a cingere la vita sottile rispetto alle larghe spalle. Le braccia definite sono lasciate ad oscillare solide ai lati del busto, ben separate dal corpo dalla larghezza dei dorsali. La larga manica del chimono arriva fin sotto al gomito, lasciando presto spazio alle medesime fasciature che ti cingono le caviglie, lunghe dalle falangi delle dita fin sotto le maniche. Il collo taurino che emerge dal profondo spacco sul chimono sostiene il volto affilato, dipinto in un’espressione che in realtà è atona, ma che l’intera figura contribuisce a far percepire come scontrosa. A decorare i tratti del tuo viso le due cicatrici ben evidenti. La prima in verticale dalla fronte allo zigomo sinistro, salvando l’occhio, la seconda in orizzontale sulla fronte. Ai fianchi del viso i lunghi calli nero-rossicci lasciati sciolti ad incorniciare lo sguardo blu, profondo, pesante, che si sofferma solo quanto basta sulle figure che supera. Alla vita l’unico segno distintivo che porti: il coprifronte, cucito su un drappo di stoffa rossa che fa da cintura, all’altezza della vita. Non ti saresti mai permesso di uscire dall’accampamento senza il chakra in circolo e pronto all’uso, avresti quindi portato la mandritta al plesso solare, nella forma del mezzo sigillo della capra, ti saresti poi concentrato su te stesso, immaginandoti etereo e andando a fondo dentro di te, concentrandoti prima sul richiamare ciò che dà vita alle tue emozioni, ai tuoi sentimenti, ai tuoi pensieri, più a fondo nella tua mente fino a trovare l’energia psichica. Ti saresti poi concentrato sui tuoi muscoli, sul tuo corpo, a cercare ciò che permette al sangue di scorrere, al cuore di battere, in fondo ad esso avresti trovato l’energia fisica. avresti portato le due sfere all’altezza del plesso per innescare il movimento circolatorio delle due sfere l’una nell’altra, l’altra nell’una fino a fonderle nell’unica, irruenta energia che desideri. Il tuo chakra. L’avresti poi spinto nel suo sistema circolatorio a scorrere violento. Così fai la tua comparsa dalla nebbia, alle spalle di quello che per te è un bambino. Sei alto quasi un terzo più di lui e sicuramente hai un fisico radicalmente diverso dal tuo <come mai un bambino gira solo nella foresta di mangrovie?> la tua voce è profonda, percuote l’aria intorno forte dell’enorme cassa di risonanza che è il tuo torace. Non ci fai molto caso. È la tua voce, ci sei abituato. Fatto sta che la domanda è lecita. Siamo in guerra. Tu sei identificabile come ninja di Konoha. Lui no. Per questo ti fermi a cinque metri da lui, alle sue spalle e attendi.[Impasto del Chakra][Chakra On]

18:38 Mykagi:
  [Foresta di Mangrovie] Troppo concentrato nellimpastare e nel richiamare il Chakra, il ragazzo non si è accorto del sopraggiungere di uno sconosciuto alle sue spalle. Un brivido di paura gli percorre la spina dorsale preso così di sorpresa, ed in maniera istintiva, come un gatto o un animale selvatico, compie un lieve balzo in avanti, operando una rapida torsione del busto a cui le gambe vanno dietro, pr trovarsi in questo modo di fronte a quella figura e aumentarne la distanza che li separa. Alla vista di un uomo tanto imponente, il ragazzino ha un moto di terrore; se dovesse venire attaccato non potrebbe cche contare sulla sua velocità e agilità. Tuttavia la muscolatura si rilassa un poco quando gli occhi vanno a cadere sul coprifronte legato in vita, con rappresentato il simbolo della foglia. Memore di quanto accaduto pochi giorni prima in una situazione analoga, decide di comportarsi con serietà ed educazione, dando subito le proprie generalità. <Buongiorno signore. Sono un Deshi del villaggio della foglia. Mi sono recato qui per allenarmi con le tecniche base in vista dell'esame all'accademia, preferivo un luogo isolato. Ma se è un problema torno immediatamente all'accampamento.> Le parole vengono proferite con ritmo, scandite in un tempo quasi marziale, sintetico e asciutto. A conclusione di quel breve discorso flette in avanti il busto rigido quasi fino ai novanta gradi e le braccia anch'esse rigide restano attaccate al corpo, in questo modo il suo inchino gli pare molto ossequioso; solo con lo sguardo che resta ancora alzato per osservare la reazione del suo interlocutore.

18:53 Yosai:
 Il ragazzino sceglie le parole con attenzione. Devi ammetterlo. Ad onor del vero non ti saresti fidato solo di quelle. Ne hai passate troppe per fidarti alla cieca. Ad aiutare sono state sicuramente l’espressione terrorizzata che susciti e l’inchino ossequioso hanno fatto il resto. Quell’espressione proviene dall’inconscio, lo percepisci. Altrimenti è molto, molto bravo a fingere. Annuisci. Segno che hai capito. Non rompi tuttavia la distanza di sicurezza che vi separa. <mh un buon proposito, senza dubbio> mantieni lo stesso tono di voce, piatto e profondo, con il quale ti sei introdotto nella scena. Dirigi il tuo sguardo blu a colpire in pieno il ragazzino che viene squadrato dalla testa ai piedi. Sei avido di dettagli, lo sei sempre stato. Porti poi gli occhi dritti nei suoi, blu contro blu. La tua tempesta contro il suo mare profondo. <un problema? Per me?> inarchi un sopracciglio, il destro, mentre l’angolo sinistro delle labbra si alza andando a conficcarsi nello zigomo e storcendo la parte inferiore della cicatrice che ti segna quel lato del viso. Un ghigno che ti stende le labbra fino a snudare parte della dentatura, spingendo fuori una risata sommessa, sospirata e profonda, più simile a un ringhio che altro <grrrrhehe> scuoti il capo <assolutaente no> che ti importa a te? Tu hai imparato come muoverti in un contesto di guerra. <è a te che potrebbe dare dei problemi essere fuori dal tuo accampamento senza gli strumenti per difenderti. Ma a questo avrai sicuramente pensato, no?> e se non fossi stato tu ad apparire tra le radici di quelle enormi mangrovie? Ma si. Ci si aspetta da chiunque un minimo di comportamento. <sono Yosai> decidi di presentarti tu per primo. Strano, di solito non succede. Sai mostrare umanità, quindi? <hai bisogno di una mano? Su cosa intendevi allenarti?> se si parla di allenamento sei sempre disponibile. Accompagni quella domanda allargando leggermente le braccia scolpite e girando i palmi delle mani grandi e solide verso l’alto.[Chakra: ON]

19:30 Mykagi:
  [Foresta di Mangrovie] I modi, le impercettibili movenze di quella montagna, le trova particolari, suscitano la sua preoccupazione e la sua curiosità allo stesso tempo. Mentre lo ascolta infatti scioglie un pochino la sua corporatura tesa e piano piano recupera una stabile posizione eretta. Sembra scontroso quell'uomo ma qualcosa di insondabile come l'istinto gli suggerisce che c'è molto altro, molto di più. Si accorge quindi di essere uno sciocco e uno sprovveduto: gli è già stato detto che ci si trova in stato di emergenza ma, evidentemente dato che non ha visto ancora nulla e all'apparenza è tutto trsanquillo, quel messaggio non gli è ancora ben entrato nella zucca. Con lo sguardo che fugge in una direzione bassa, verso un'escrescenza nel terreno, per non incorrere nell'altrui sguardo che gli provocherebbe imbarazzo, balbetta delle scuse. <Beh sì... Saprei difendermi, certo...> Finalmente lo sconosciuto spezza quell'atmosfera in cui si il giovane si trova impacciato presentandosi, allora si riprende di colpo e potendo sorridere con semplicità, spiega in cosa si stava esercitando e quali erano i suoi piani. <Stavo lavorando sull'impastare e richiamare il Chakra come prima cosa.> é entusiasta mentre parla, i suoi occhi si sono accessi di una luce intensa < Poi avevo intenzione di dedicarmi alle tecniche di base, ma...> Si accorge solo ora che da solo il compito gli risulterebbe gravoso. <Ecco, in effetti un aiuto sarebbe decisamente utile> Ride, di nuovo di imbarazzo ma questa volta con leggerezza quasi a voler giocare con quei suoi difetti.

19:53 Yosai:
 Lo osservi sciogliersi. Si assottiglia il tuo sguardo affilato, attento ad ogni movimento. Eppure non un centimetro di quell’enorme statua che sei accompagna il movimento delle iridi. Lo ascolti risponderti mentre lentamente lasci che il sorriso svanisca dalle tue labbra lasciando spazio a quell’espressione dura e atona. Saprebbe difendersi. Lo sa che tu che sei un semplice genin potresti sparire alla sua vista e ucciderlo alle spalle senza un problema? Non ti importa. Non sarai tu a spiegarglielo. È stato fortunato ad incontrare te quest’oggi. Ti limiti a questa conclusione. <immagino.> gli rispondi senza aggiungere altro. Alla fine, come detto, siamo in guerra. Solo chi arriva dall’altra parte vivo può dire di avercela fatta. Inarchi il sopracciglio destro, di nuovo nel sentire su cosa il ragazzo si stava allenando. Incuriosito <beh, senza il chakra saresti davvero carne da macello> Non si è presentato, quindi è così che lo chiami. Potresti chiamarlo in modi più insultanti, ma non hai voglia di risultare antipatico più di quanto il tuo brutto muso già non ti renda tale. Lo lasci concludere. Annuisci mentre lo lasci concludere. Hai tutte le informazioni disponibili <Bene. Ti lascerò il tempo di impastare il chakra, allora, prima di rendere la questione più…divertente> perché no. Quasi non ti accorgi del ghigno famelico che ti si disegna sul volto. Desideroso di testare quel deshi, speranzoso di ricevere qualche soddisfazione <sbrigati> Gli ringhi contro scontroso si questa volta. Davvero. Un bravo ninja deve sapere impastare il chakra anche sotto pressione, dopotutto. Schiudi di nuovo le labbra sottili, lasciando morire quel sorrisetto di facciata <non ti sei presentato, comunque> gli fai notare. Ti da fastidio la maleducazione, e uno Yosai infastidito non è una buona compagnia per nessuno. Lo sappiamo tutti. Lasci che traspaia, l’espressione infastidita sui lineamenti scolpiti del tuo viso.[chakra ON]

20:13 Mykagi:
  [Foresta di Mangrovie] Quel gigante a un so che di intrigante e misterioso; il ragazzo non è ancora riuscito ad inquadrarlo a dovere ma senza dubbio suscita costantemente la sua curiosità, quell'oscillare tra il burbero lo scontroso e il righiante, gli pare comunque nascondere qualcosa di più profindo. Si tratta solo di un'impressione inconscia tuttavia. Prima di mettersi ad eseguire l'esercizio viene colpito da quelle ultime parole. Proprio lui che di solito è così ligio nelle presentazioni, così strutturato, ha lasciato che un superiore di grado si presentasse prima di lui senza dopo neanche presentarsi a sua volta, e a dire il vero la cosa lo avrebbe destabilizzato se anche l'altro non fosse stato un Ninja: l'educazione è una base imprescindibile. La mortificazione va a chiazzare di un colore vivo l'altrimenti chiaro colorito delle gote del ragazzino, le labbra si serrano assieme ai piccoli pugni, il petto si gonfia nel richiamare l'aria che utilizzerà per riparare a quella mancanza. <Chiedo venia signore, Mi chiamo Mykagi Senpu è un piacere conoscerla.> Senza sorridere e con un'espressione alquanto seria, fa un semplice cenno col capo fissando negli occhi quell'uomo imponente. In un attimo assume la posizione congeniale a gambe divaricate appena flesse per consentire un buon equilibrio del corpo. Porta le mani all'altezza della bocca dello stomaco e, come gli è stato insegnato, posiziona le dita per ricreare il sigillo del richiamo del Chakra. Inspira lentamente e inizia a visualizzare la prima sfera di fronte agli occhi concentrati; si focalizza sulle proprie energie fisiche: i muscoli, i nervi, i tendini, il sangue che porta ossigeno, il cuore che pompa senza sosta, tutto concentrato in un'unica sfera di energia cerulea di fronte a sé. Dall'altra parte in basso, di fronte al basso ventre, prende forma una fera ignea che ruota vorticosamente; deriva dai suoi sogni, desideri, asprazioni, debolezze e paure, tutto va a conluire in quel condensato di energia. Ecco le due forze si avvicinano, si toccano e infine si fondono di nuovo dentro sé, e ancora quella sensazione di potenza che pervade il corpo in una sorta di estati. Lo sguardo ritorna agli occhi del grande uomo severo. Quelli del ragazzo sono affatticati ma entusiasti; riesce a metterci sempre meno con più velocità e meno fatica segno di piccoli passi verso il miglioramento. [Chakra ON]

20:18 Mykagi:
  [Foresta di Mangrovie] Per le l'esame mi sembra che siano tutte quelle base, compresa la trasformazione e la moltiplicazione del corpo

20:51 Yosai:
 Lo osservi, di nuovo, con quello sguardo che trasmette l’incrollabile volontà che ti sostiene, unita all’incessante curiosità verso l’altra persona. Eppure nient’altro di te si muove, con lo sguardo fisso su di lui. Osservi quel senso di mortificazione che speravi effettivamente di suscitare nell’altro, un sorrisetto divertito, questa volta veramente divertito ti sta per nascere sulle labbra quando d’improvviso senti quella parola ripetuta di nuovo. Un coltello ti si piante nel cervello nel risentire quella parola che tanto accuratamente avevi cercato di evitare. Un brivido di rabbia ti corre lungo la schiena possente mentre irrigidisci il muscolo della mascella, stringendo i denti tra di loro. Null’altro traspare <Mykagi> mastichi quel nome <Sai, mi sto chiedendo perché ti piace tanto chiamarmi *Signore*> spingi fuori l’ultima parola strizzandola tra i denti senza smettere di digrignarli <Mi stai dando del vecchio?> Si, ti sta insultando. Lo sai che ti sta insultando. Gonfi il petto enorme riempiendolo d’aria, tentando di trattenere la rabbia. Puoi solo sperare che lui ne frattempo abbia impastato il chakra. Espiri dal naso come un toro < beh se ti piace tanto insultarmi io in cambio ti attaccherò. Sta a te decidere come tentare di non prendere un pugno in faccia> ecco qualcosa di te che si muove. Porti la leva inferiore destra a distanziarsi dalla sinistra. Non sulla stessa linea ma più indietro. Una rotazione che apre l’anca e coinvolge la schiena e le grosse spalle. Pieghi le braccia e il busto in avanti, fletti entrambe le gambe <io non sono il tuo sensei. Spero che tu abbia almeno le nozioni teoriche di quello che stai facendo, altrimenti…> forse non è meglio specificare. Gli hai già messo pressione. Ti carichi come una macchina da combattimento. Prima di scattare verso di lui. Che avrà modo di vederti arrivare. Sei veloce per lui, ma non usi tutta la tua velocità. Arrivi fino a portarti a distanza d’ingaggio. Solo a questo punto carichi l’avambraccio destro all’indietro portando il pugno quasi a contatto con la spalla, per poi mirare al naso del ragazzo e sparare il tuo colpo in avanti. È un colpo in realtà abbastanza facile da schivare. Ti sei mosso frontalmente e hai attaccato frontalmente, dritto per dritto, ma Mykagi potrà notare che sarà molto difficile per lui cavarsela senza l’utilizzo di una delle due sostituzioni. [1/4 scatto in avanti][2/4 attacco (pugno in faccia)][Forza: 10][Agilità: 20][Chakra: on]

21:26 Mykagi:
  [Foresta di Mangrovie] Il rovesciamento che è avvenuto nelle dinamiche tra i due è stato improvviso ed inaspettato, un vero fulmine a ciel sereno. L'energumeno pare essersi adirato per via di quel signore, che il giovane aveva in realtà espresso con deferenza e rispetto come si deve ad un suo superiore. Tuttavia non conscendolo, non ha potuto valutare l'irascibilità di quell'individuo che adesso lo sta caricando con la chiara intenzione di colpirlo ed infliggergli dei danni. Non c'è tempo per le scuse, non c'è tempo quasi per pensare, e difatti tutto avviene in modo pressocché istintivo. La paura ed il terrore per quell'attacco, lanciato da una montagna d'uomo imbufalita, rilascia una potente scarica di adrenalina nel corpo del ragazzo. Dato che non gli passa neanche per l'anticamera del cervello l'ipotesi di poter parare quel colpo, l'unica via è la fuga. Per fortuna il Chakra era già stato richiamato, ed in un flash gli ripassa per la mente la lezione della sostituzione del secondo; probabilmente la strategia migliore contro un avversario del genere e, comunque, non gli viene in mente altro in quei pochi istanti. L'adrenalina, mischiata al chakra, prorompe nel corpo di Mykagi e si propaga nei muscoli delle gambe in partilare, dando una sensazione di pizzicore e tremolio negli arti inferiori, come una scossa elettrica. In un lampo lo sguardo del deshi si trasforma da sorpreso, stupito e atterrito, ad uno sguardo di ghiaccio in cui gli occhi si assottigliano come fessure. Il tempo intorno pare rallentare, vede i movimenti del suo avversario come se fossero al rallentatore; deve trattarsi di uno degli effetti della tecnica, ma tutto è rocambolico e il giovane non ha un istante per rifletterci su. La potenza di quella energiaesplosiva si deposita dapprima sui polpacci e scende giù fino alle caviglie e poi alla pianta dei piedi; una parte di quella forza invece si riversa sulle anche e sulle coscie per dare stabilità al movimento che sta per compiere. Il baricentro si abbassa di colpo, il trocnco si inclina lateralmentee le spalle ne seguono il movimento. I piedi sfruttano tutta l'aderenza al terreno possibile, la presa di questi è ampia e sicura, i muscoli delle gambe si contraggono tesi come corde di violino fino alla massima resistenza. E in attimo esplodono scaricando a terra una notevole quantità di energia che dà allo scatto laterale una potenza sovraumana. l'aria viene tagliata da quel movimento sonico che pare fischiare nelle orecchie del giovane, senza all'apparenza provocare il ben che minimo attrito. In un batter d'occhio si sposterebbe di circa sette o otto metri dall'aggressore, lontano dal suo fianco destro. [Chakra On] [Sostituzione secondo tipo] [Consumo 4] [Istantanea]

22:00 Yosai:
 Socchiudi gli occhi, mentre le labbra ti si stendono in un sorriso compiaciuto. Per essere un pivellino il ragazzo ha risposto bene alla pressione che gli hai messo. Ha capito come comportarsi, l’istinto l’ha aiutato. L’istinto è il miglior aiutante. Il movimento ai tuoi occhi non ha nulla di sovrumano, ovviamente. Segui lo spostamento che è veloce tanto da triplicare la velocità dello spostamento, ma rimane comunque seguibile dal tuo sguardo. Ti ritrovi a colpire l’aria con forza, anche se non con tutta la forza. Assottigli le labbra rimanendo con quel sorriso, mentre richiami rapido la catena cinetica come una frusta, raddrizzandoti. Assomigli a un grosso felino quando attacchi e lo sguardo lo mantieni sul ragazzo a un paio di metri da te. Ti basta un passo e poco più per raggiungerlo, stremato e intontito dalla velocità dello spostamento che non è supportata dal cervello. Ti limiti ad allungare una mano sul ragazzo impossibilitato a fare molto altro, e picchi forte due volte sulla capoccetta dell’altro a mano aperta. La sensazione che l’altro riceverà è come se una palanca di legno gli avesse sbattuto con forza moderata sul cranio <hai un’ottimo istinto, Mykagi, dovresti coltivare questo talento> ma si, il complimento alla fine se l’è meritato <ma se mi dai del vecchio un’altra volta non ti basterà, sappilo.> trasformi il sorriso in un’espressione contrariata. Che c’entra lui se tu sei permaloso epico? Niente, si è solo trovato sul tuo cammino. <Hai qualche altra tecnica che vuoi provare?> questa volta lascia lui la decisione. Non conosci le sue riserve di chakra ne le sue inclinazioni a livello di strategia, ma direi che il ragazzo si è meritato di poter scegliere, con quella schivata. Mentre lo lasci pensare fai qualche passo all’indietro, senza perdere la frontalità con lui, finchè non ti trovi ai canonici 5 metri da lui. Attendi, come una bestia attende il volore della preda.[Chakra: on]

22:22 Mykagi:
  [Foresta di Mangrovie] Quel movimento molto più rapido per i suoi normali standard lo ha lasciato rintronato; gli era stata fatta presente tale controindicazione ma provarla direttamente sulla propria pelle è tutta un'altra cosa. Per qualche istante il suo sguardo è offuscato e quel fischhio iniziale nelle orecchie riecheggia ancora provocandogli un certo diseliquilibrio interiore. Cerca di tenere sotto controllo il suo avversario ma la sua vista si sdoppia, è appannata. Si porta il braccio sinistro all'altezza del viso e col dorso della mano sfrega gli occhi chiusi. Quando torna a vedere chiaramente, quell'uomo imponente è già di fronte a lui, col braccio sollevato; questa volta non può fare nulla per evitare il colpo, il quale ricade sul suo capo già intontito risuonando come il dong di una campna per due volte. Per quanto forte ed anche moderatamente doloroso, il colpo non pare essere stato inferto con aggressività, il deshi si accorge in breve che è stato dato con la mano aperta, più simile ad una pacca brutale che ad un vero e proprio attacco. Rimane così stordito e perlesso, attonito mentre l'uomo gli si allontana tornando ad una canonica distanza di sicurezza. Infine le sue parole sciolgono quel mistero. E' interdetto dalla reazione di quel tipo fuori dal comune, la rabbia per una parola innocente ed il ritorno ad una calma apparente pochi secondi dopo. La confusione è palese negli occhi del ragazzino. Tuttavia riece alla fine a tirare un sospiro di sollievo, felice di averla scampata almeno fino a quel punto. <Stai sicuro che ci penserò due volte, anche tre, prima di farti arrabbiare.> Le parole escono così, da sole, senza controllo, umane, naturali e schiette. Il ragazzo non si è ancora ripreso del tutto dallo shock. <Comunque non era mia intenzione offenderti, anzi era un modo per portare rispetto a chi mi è superiore di grado, almeno così mi è stato insegnato...> Lo sguardo passa dagli occhi dell'energumeno a terra per poi tornare infine su quelli di lui. Non ha fatto nulla di sbagliato, questo lo sa, e non c'è motivo che si senta in difetto. Quell'ultima domanda lanciata così all'improvviso lo coglie un attimo impreparato. Riflette portando gli occhi verso al cielo e con la mano sinistra si gratta e massaggio il capo ancora dolorante. A quel punto si sccorge delle condizioni del suo corpo: è stanco svuotato, ed il chakra scorre flebilmente in lui. Scuote le braccia e le ossserva e passa poi a massaggiarsi le gambe per verificarne le condizioni. <A dire il vero non mi aspettavo un simile allenamento. Mi sento stranamente fiacco, come se il mio chakra si fosse indebolito... Non so come spiegare ma è una sensazione sgradevole... > I palmi delle mani rivolti verso l'alto vengono osservati mentre le dita serrano e aprono ritmicamente il pugno.

22:40 Yosai:
 Sono le sue parole ad arrivarti e quel pensiero ti stende di nuovo le labbra sottili fino a snudare la bianca dentatura e a liberare una sonora risata. Profonda e gutturale, che parte da un ringhio sommesso <GRRRRAHAHAHA> certo che ti fa riderere, evidentemente ha capito dove ha sbagliato <bene, mi fa piacere sentirlo> no, non ti senti in colpa. Perché dovresti? Eppure il ragazzo sembra titubare sulla sua ammissione di colpa e inizia a giustificarti. Ti rimane solo un vago, sottile sorriso a piegarti le labbra, scuoti il capo infilando le dita di della mancina nei capelli per toglierli di mezzo e liberare il volto sfregiato dalla loro presenza <trova un altro modo.> secco e affilato come una lama <e poi, per come la vedo io, non ti sono superiore in grado> no ok così è equivocabile. Riprova <cioè, si, ma non è quello che conta.> Stai iniziando a fornire a Mykagi gli strumenti per capire la tua mente contorta. Perché lo fai? È così divertente potersi sfogare quando qualcuno ti fa innervosire. <Non è il grado che fa la superiorità e quindi non è il grado a richiedere il rispetto. È il valore. E il valore si dimostra sul campo, non con i gradi e l’etichetta> sei una sorta di buzzurro, questa probabilmente è l’unica cosa chiara. Ma d’altronde questo pensiero che ti guida è talmente semplice da non ammettere equivoci. Di base dai il rispetto a chi vuoi, a chi ritieni degno. Ancora una volta è la tua bussola morale a guidarti. È sempre stato così. Ascolti poi le sue ultime parole <mh> ti muore il sorriso in bocca. <devi essere a corto di chakra> eh si quelli sono i tipici effetti di chi ha esaurito la propria riserva, che in questo caso deve essere particolarmente esile. Ti raddrizzi del tutto, tornando alla tua massima altezza, le spalle larghe, le gambe dritte. Fai un cenno al ragazzo, come a invitarlo a seguirti <forza. Hai esaurito la tua ora d’aria, s’è fatto tardi e non ho intenzione di fare da balia ad un allievo a corto di chakra> no, decisamente non è una buona situazione per stare fuori dall’accampamento ti volti e inizi a camminare. Sta a lui seguirti o meno <piuttosto… cosa ti spinge a diventare ninja?> una domanda proferita di spalle, a meno che l’altro non abbia deciso di affiancarlo, in tal caso, mentre cammina, ti limiteresti a voltare il capo di tre quarti, in modo da potergli dedicare uno sguardo veloce senza perdere di vista il sentiero fra le mangrovie.[Chakra: on]

22:56 Mykagi:
  [Foresta di Mangrovie] Malgrado tutto, malgrado quei modi scontrosi, aggressivi, spavaldi e talvolta incompresibili, il giovane deshi prova una strana e inspiegabile simpatia, si potrebbe dire così, nei confronti di quell'uomo contorto. Ne oesserva i microcambiamenti delle espressioni facciali, è come se fosse un indovinello, o meglio un enigma da risolvere quel gigante sciroccato. Forse è questo che spinge il ragazzo verso di lui. Non ha capito bene il discorso sul grado ed il valore; inclina la testa verso il lato sinistro con un'espressione interrogativa mentre incrocia le braccia al petto. Ma quando quello che si volta e fa per andarsene, senza pensarci Mykagi lo segue e mentre gli pone quella fatidica domanda accelera il passo nel tentativo di affiancarlo. Mentre cammina con l'omone al suo fianco destro si porta le mani incrociate dietro la nuca ed arriccia il naso in una strana smorfia. <Cosa mi spinge? Non capisco... Me lo chiedono tutti... A me sembra così ovvio!> La consapevolezza di tutti quegli ultimi giorni si fa sempre più chiara e delineata. Un ampio sorriso si stampa sul volto dell'allievo e nel contempo gli occhi si assottigliano fino a diventare fessure anch'esse sorridenti. <Voglio diventare un ninja per ottenere la forza di difendere gli altri, voglio proteggere i più deboli e le persone a cui tengo maggiormente...> Adesso però serra le labbrae le piega lateralmente, la punta del naso segue quel movimento; il giovane è pensieroso, si direbbe quasi afflitto, tuttavia quel viso così deformato può facilmente risultare buffo. <Ma per farlo devo diventare molto, molto più forte... Non sarà una trada facile...> Quella consapevolezza che sta prendendo forma ha un oscuro rovescio della medaglia.

23:18 Yosai:
 Non ti curi della non comprensione dell’altro, in fondo te l’ha detto lui stesso, starà a lui cercare di non farti incazzare di nuovo. Poco importa se comprenda il raffinatissimo e logico ragionamento che c’è dietro o meno. Come sempre, è la sostanza che conta. E questo è un po' il succo di tutto ciò che pensi. Inarci il sopracciglio destro a quell’obbiezione che lui ti fa. Ma come fa a non rendersene conto? <Beh, Mykagi, penso che se te lo chiedano in tanti puoi arrivarci da solo a capire che la ragione per cui una persona diventa ninja non è da dare così scontata e ovvia> commenti secco, guardando avanti mentre cammini. Le braccia ondeggiano ai lati del tuo busto, ben separate dal corpo dalla larghezza della tua schiena. <è bene conoscere a fondo le proprie ragioni. Perché non ci sarà altro a fare da stimolo> nessun riconoscimento varrà qualcosa, sul campo di battaglia, con il nemico di fronte. Li conta solo lo stimolo ad agire o la paura di non farlo. Attacca o scappa. Conta la sostanza. Come sempre <Io per esempio non sono diventato ninja con il tuo obbiettivo. Quindi se fossi in te non lo darei per “ovvio” così tanto> ripeti la stessa parola che ha usato lui, per richiamare il discorso. Assottigli le labbra alla ultima frase di Mykagi, con la quale non si può non concordare <se la strada fosse facile, non diventeresti più forte> commenta <per quel che ne so, solo se riesci a ficcarti in situazioni più grandi di te e a uscirne, puoi considerarti più forte> continui <e per quel che ne so, un ragazzino come te che decide di infilarsi in una guerra contro un Dio direi che si è scelto una gran bella pozza di Me…lma in cui nuotare> non ce la fai ad essere schietto con una persona così giovane. Hai già rischiato di spaccargli la faccia, almeno un minimo di turpiloquio in meno <e, se posso, quali sono le persone a cui tieni maggiormente?> tiri fuori una vena curiosa, tornando a poggiare lo sguardo con la coda dell’occhio sulla figura al tuo fianco.[Chakra: on]

23:38 Mykagi:
  [Foresta di Mangrovie] Mentre passeggiano così fianco a fianco in una tetra foresta ammantata dalla nebbia e per di più di notte, devono essere proprio uno spettacolo interessante. Con la cod dell'occhio il giovane deshi ascolta con attenzione la controbattuta dell'interlocutore, aggrottando la fronte che va a creare particolari giochi di rughe e pittoresche increspature intorno agli occhi. Una curiosità nuova tuttavia emrge dentro di lui a quel punto; che non tutti avesssero le sue stesse motivazioni ormai lo aveva capito, ma ancora nessuno si era dato la briga di rivelargliene altre. <E, se non sono troppo indiscreto, quale sarebbe il tuo obbiettivo?> Pronuncia la domanda con una certa lentezza, calibrando le parole, per sicurezza, non si sa mai. Ancora una volta esce fuori la questione dello stato di emergenza, altra faccenda sulla quale nessuno si è degnato di spiegargli alcunché. Ingenuo, forse quasi fino ad apparire sciocco domanda candido allargando gli occhi che brillano di luce riflessa. <A proposito, mi hanno mandato qua da Konoha per i corsi dell'accademia, ma non so altro... Ho sentito che c'è uno stato di emergenza ma niente di più. Quindi c'è una guerra in corso, è di questo che si tratta?> Si fa pensiero. Osserva il cielo e il movimento dolce delle nuvole cullate dal vento. <Contro un Dio...? Che significa?> L'ultima domanda lo riporta a qualcosa di più terreno e tangibile, qualcosa su cui può parlare senza problemi, insomma ciò lo coglie sul vivo e con entusiasmo allegro e un piccolo sorriso risponde tornando a guardare di tre quarti quel gigante. <Ah beh ce ne sono tante: sicuramente tutti i miei amici dell'orfanotrio, poi la signorina Arane che ci insegna e quando può ci porta in gita. Anche la superiora... Malgrado spesso sia troppo severa. E naturalmente la piccola Hachiko: è una trovatella anche lei ma è molto più piccola e mi chiama sempre fratellone.> Ha un'età di mezzo il ragazzo, tra l'infanzia e la maturità, ma in quel momento ha il volto di un fanciullo, trasmutato dal ricordo dei suoi affetti più cari.

23:58 Yosai:
 Lo osservi di nuovo, la percepisci quella cautela e te ne compiaci, ma apparentemente non gli dai peso. Stai diventando bravo a dissimulare <non sei troppo indiscreto> rispondi con una certa noncuranza <Diciamo che il primo motivo che mi ha spinto a prendermi il coprifronte è stato sbatterlo in faccia a mio padre per dimostrargli che non ero la persona che lui credeva io fossi> poi? Che è successo? <Poi le cose sono cambiate. E non mi metto a raccontare in che modo ad un ragazzino appena conosciuto> eccolo li che ti chiudi, che ringhi per proteggere quanto di più doloroso ancora ti brucia nel petto. Ma questo Mykagi non ha modo di saperlo. Ascolti la successiva frase del Deshi, che ti strappa un’altra sorda risata divertita e ringhiata <grrraaaahahah> un pivellino davvero <Diavolo che coraggio, mi piaci, ragazzo> che intraprendenza. Buttarsi in una situazione del genere senza nemmeno esser conscio di cosa sia successo. Anche tu ti sei buttato. Eri nell’avanguardia di Konoha a Kiri. Si, m avevi già il coprifronte alla vita. <Non è il caso che ti dia io queste informazioni. Ti conviene fartelo spiegare da qualcuno che abbia un quadro un po' più completo. Che ne so, Furaya-sama, l’hokage, o qualche Chuuunin o Jonin, chiunque insomma sarebbe meglio di me> sei onesto. Tutto sommato quello che potresti raccontare tu sarebbe solo un mare di sproloqui senza sosta contro quell’essere infame. <Comunque si, c’è una guerra in corso e si, stai più attendo possibile quando giri fuori dall’accampamento> questo puoi dirlo, sicuramente. E lo fai in maniera perentoria. Sgrani leggermente lo sguardo, quando lui snocciola una serie di informazioni e persone a lui care. Ti si disegna un quadro più completo del ragazzo che hai davanti, un dipinto più colorato e non solo accennato a grandi linee <Beh, spero per tutti loro e per te che tu non finisca cadavere in questa guerra, Mykagi.> accompagni tutto con il primo sorriso solare e similquasi affettuoso della serata, ma lui potrà vederlo solo per metà, visto che tu sei tornato a guardare avanti, lassù, in alto <Forza sbrighiamoci. Ho fame> veniale, come sempre. Conta la sostanza. Procederai al fianco del ragazzo fino all’accampamento. Parlando del più e del meno. Se non altro sarà al sicuro una notte in più.[END per entrambi]

Yosai incontra Mykagi.
Yosai sbrocca per un motivo random e lo attacca.
Mykagi schiva.
Parlano.