Sii padrone della tua immortalità
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Giocata del 18/04/2020 dalle 10:52 alle 16:19 nella chat "Foresta di Mangrovie"
Proprio ieri, nel bel mezzo della Foresta, divenuta ormai la sua roccaforte, ha incrociato il suo vecchio socio in affari. Hanno già trovato un bell'accordo, ma ora bisogna preoccuparsi di ben altro. Ha un piano in mente, tuttavia lo esporrà innanzitutto alla piccola serpentella, diventata ormai il suo fedelissimo braccio destro quando si tratta del loro lato losco, seppur lo sia ormai per tutto. Silente, pensieroso come lo è stato negli ultimi periodi in virtù del problema reale che affligge l'Alleanza (della quale non gli importa, ma gli ordini di Yukio-sama sono gli unici che ascolterebbe a priori, avendogli donato un patto con la vita eterna), poggia contro un albero. Lungi dal farsi nuovamente sorprendere alle spalle come uno sprovveduto, alza gli occhi verso l'alto per sincerarsi che quel bastardo di Sosachi non sia già lì, pronto per un'altra carta bomba che questa volta potrebbe rivelarsi reale. Indossa soltanto un paio di pantaloni neri, sorretti da un cinturone dello stesso colore ed in cuoio. Nella tasca destra anteriore, ha alcune bustine di Sbrilluccica; stessa cosa per quella mancina. Non ha portato con sé chissà quali scorte né molti altri oggetti. Persino il bisturi, dal quale mai si separa, è stato lasciato nella tenda. A coprir il glabro e magro addome, vi è una camicia bianca ben abbottonata e con le maniche rialzate sin ai gomiti. Lascia dunque scoperti gli avambracci e le mani, coperte però da un paio di guanti in cuoio a mezze dita. I capelli corti son spettinati, come al solito, non sapendo gestirli e avendoli tagliati da sé pure male. Poggia la schiena contro uno degli alberi che compongono la foresta delle mangrovie, probabilmente pensieroso in base a quel che si può capire a vederlo da lontano. Scompiglia la zazzera di capelli cremisi con una mano, sbuffando infastidito. < Chi cazzo me lo fa fare? > Retorico, riferendosi alle svariate idee che gli gironzolano per la testa e all'evidente fastidio che prova nel dover affrontare problemi più grandi di lui. Neanche voleva venirci a Kiri. [Chk On] Si muove, con estrema lentezza all’interno della Foresta. La luca solare penetra con difficoltà tra le foglie e rame di quella zona. Qualche raggio sopraggiunge sul terreno, altri rimangono in aria a disegnare strisce luminose intangibili. Il Genin è avvolto da semplice maglia bianca, a maniche corte. Sull’avambraccio destro ben visibile un pezzo di stoffa avvolto in una fasciatura di fortuna, a coprire la ferita ormai quasi rimarginata di quel tascia auto inflitto nello stesso luogo ove si trova ora. I pantaloni sono neri, aderenti e stretti ancor di più all’altezza delle cosce da entrambe le tasche portaoggetti. Il coprifonte penzola al fronte dell’anca destra legato in un nodo basilare alla cinta nera. A quest’ultima si aggancia anche la terza tasca porta oggetti, ch’alloggia sul gluteo sinistro. Mai sprovveduto l’Akari, siamo in guerra. Gli occhiali gli permettono una visuale decente, seppur quella fottuta nebbia sembra non volersi mai assentare. Cammina, silenzioso, alla ricerca di un qualcosa di ben preciso. Del Rasetsu. Quest’ultimo il giorno della trasformazione gli ha esplicitamente detto di cercarlo qualora avesse bisogno di lui. Ed è giunto il momento. Ha così tante domande da porgergli e una richiesta ben precisa. Ora che è immortale, non gli basta esserlo. Vuole di più. D’altronde si sà che una volta assaggiato il potere non si rimarrà mai sazi. Se ne vorrà sempre di più. E il Genin si trova esattamente in tale situazione. Vuole di più. Vuole imparare a gestire quel potere così da farne un completo punto di forza. Le leve inferiori s’alternano in un consueto e flebile passo, lo sguardo fissurizzato cerca di scrutare una qualche figura nella nebbia. Ormai si dovrebbe trovare in vicinanza del luogo ove è stato trasformato. Che il Rasetsu sia lì?[Equip. coscia sx: Shuriken (x2); Kunai (x2); Fuuda (x2) con tronchetto da sostituzione(x2) su cui incollate 2 carte bomba (x4) già attive; Equip. coscia dx: Fumogeno (x2); Carta bomba(x4); Fuuda (x2) con sigillato (1|Veleno Inibente)(2| Veleno composto speciale) (Chakra per liberarli: 0,5) Tasca portaoggetti: Filo di Nylon conduttore (x1) con attaccata carta bomba (x1); Tonico recupero Chakra (x1); Tonico curativo (x1); Tonico recupero Chakra speciale (x2); Fuuda libero (x2); Pennello e inchiostro] Non si muove dalla posizione assunta, anzi si preoccupa di restarci ed assumerne una altrettanto comoda. Involontariamente, si trova esattamente nel luogo che più usa ultimamente. Un albero abbastanza alto e verdeggiante, contornato dalla solita e insistente nebbia di Kiri. Proprio lì, la maggior parte delle volte vi è stato per spacciare o, come durante uno degli ultimi avvenimenti, per convertire un umano al regno degli immortali. Ha dato il consenso per diventare uno di loro, per sottoscrivere un patto col demonio e vivere con essi sulla terra dei mortali. Il sangue nelle loro vene non ha il colore naturale, anzi, è diventato d'un nero lucente, a tratti adornato da una nube violacea all'interno della quale possono usarlo a loro piacimento. Or come ora, il Rosso non ha attivato la propria innata. Non ne sente il bisogno e non ci sarà l'incontro con Sakir prima della prossima settimana. Tuttavia, sente dei passi aggirarsi per la foresta. Considerata la gente arrivata su Kiri e i problemi dell'isola in sé, non dovrebbe stupirsi neanche tanto che in quella zona vi sia qualcun altro che pesta il suolo. Non dovrebbe neppure preoccuparsene, ma ahimè ne è costretto. Infatti, si distaccherebbe dall'albero sul quale ha poggiato la schiena, alternando un paio di passi per mettersi in una posizione da agguato. Si china appena per poter scandagliare meglio la zona, spostando le iridi verdognole da un lato all'altro delle differenti mangrovie cresciute lì. < Chi c'è? Piccoli bambini nel bosco? Attenti! ~ > Sghignazzante e tronfio del proprio io interiore, scherza probabilmente col fuoco. < Il lupo cattivo è sempre in agguato. > Pronto a sbranare se necessario. Non ha ancora adocchiato Rio, ma dovrebbe essere questione di poco prima che il Genin sia visibile agli occhi del Demonio. [Chk On] Impermutabile il passo. Lento e ben attento a scorgere una qualche sagoma. Impaziente di trovare ciò che cerca. Nelle vene e nell’arterie ormai scorre quel sangue nero. Ne sono passati di giorni dalla sua trasformazione e ricorda ancora bene quel dolore. Il suo corpo non ha risposto agl’impulsi per i tre giorni seguenti. Le articolazioni indolenzite, crampi in piena notte, emicranie e chi più ne ha più ne metta. Non lo scorderà mai, il prezzo che ha dovuto pagare. Ma è così curioso di scoprire se tale prezzo avrà i suoi frutti. Se ne è valsa la pena. Le iridi castane scrutano attente, quando ai padiglioni auricolari giungerebbe una voce. Non la riconosce, ancora. Il passo verrebbe diretto verso la zona di provenienza < HEY ! > urlerebbe così cercare di richiamare l’attenzione e cercare di capire ancora meglio ove dirigersi < MOSTRATI > non sa bene a chi si rivolge. Non ha paura, ingenuo com’è non ha ancora paura di niente. Si muoverebbe dunque verso uno spiazzo, contornato inevitabilmente dagl’alberi forestali. Cerca ancora una sagoma. Qui si fermerebbe. Piedi pari, spalle ben erette e occhi alla ricerca. Le labbra si schiuderebbero e la lingua danzerebbe nella composizione di qualche parola < HEY TU > le sopracciglia si inarcano scrutando una figura in posizione d’agguato < SEI TU ? > domanda. Non usa nomi, non ne conosci. Se sapesse il nome del Rosso potrebbe urlarlo al vento così da aiutarsi. Vedremo ora, se il Rosso invece lo riconoscerà. [Equip: lo stesso] La voce d'un ragazzo si espande nell'aere e raggiunge le orecchie del demone. Avverte quasi un richiamo. Quella voce gli ha riempito i timpani mentre il corpo si dimenava in preda alle torture fisiche che stava ricevendo. Un ghigno gli si allarga sul volto in virtù di questo, riconoscendo quella voce, divertitosi a sentirla quando il suo sangue ne invadeva il corpo e se ne appropriava. Sentirebbe come una connessione, probabilmente dovuta esattamente al fatto che anche Rio ora condivide il suo stesso DNA in un certo senso. < Rio. Genin della Foglia. Primo Genin Konohano in assoluto ad essere entrato in contatto con un demonio, aver vinto contro di esso ed esser reso poi immortale. > Allarga le braccia verso l'esterno, teatrale e con lo spettrale ghigno stampato sotto il paio di occhialini dalla montatura cremisi e il naso aquilino. Come un mostro, si avvicina e non smette di sorridergli sinistro. Lascia che lo veda, ora nella forma umana, privato dal Sangue che l'ultima volta lo accerchiava totalmente e rendeva persino la nebbia scura al suo tocco. < C'è qualcosa che devi dimostrarmi, giusto? O sei tornato a cercare risposte ai tuoi perché? > Sono entrambe delle considerazioni valide, ma non per questo gli porge risposte che non potrebbe dargli. D'altronde, è incuriosito proprio dall'Akari. È stato il suo primo vero esperimento riuscito, non avendo mai e poi mai concesso ad altri il privilegio di trasformarli con le sue stesse mani. Un esperimento riuscito, perfetto da ogni punto di vista, ammesso riesca finalmente a controllarlo come si deve. < Sembri... Normale. > Nessun organo rigettato, niente problematiche evidenti esternamente. Soltanto lui saprà dirgli come si sente nell'effettivo ed è per questo che lo lascerebbe fin da subito dialogare. < Narrami. > Talmente curioso da non riuscire a reprimersi, vuole sapere. Da bravo scienziato, vuole vedere i risultati, annotarli, leggerli. La conoscenza è potere e lui se ne fa vanto. Dannatissimo vanto. [Chk On] Finalmente. Sembra che la fortuna sia dalla sua parte. In quel posto e quell’ora si trova esattamente colui che stava cercando. Un sorriso innescato dalla contrazione della muscolatura labiale si dipinge sul volto. Le leve inferiori si azionano in pochi piccoli e lenti passi nell’intento di accorciare le distanze tra i due. Le figure di entrambi, ora sarebbero, distintamente visibili da ambedue. Inevitabile per Ryuma notare come la carnagione dell’Akari sia adesso ancor più chiara di prima. Cadaverica quasi. Da quest’ultimo sarebbero visibili giugulare e altre vene superficiali del collo ancora in fase infiammatoria. Grosse e pulsanti e decisamente scure. Riempite di quel nettare demoniaco che è il sangue nero. Ma come vivo. Indubbiamente il Genin. Allarga le braccia nella stessa movenza del Rosso, come a voler imitare nel suo gesto < Eh si, sono proprio io > sogghigna divertito dall’udire distintamente quella parola. Immortale, così vicina al proferir del suo nome. Gli piace, così tanto < Ho così tante domande. Ma credo tu sappia quella che voglio farti per prima > sibila senza fronzoli. < ora che è dentro di me .. > alza le braccia piegandole. Lo sguardo si porta a fissare gli avambracci e le mani rivolte con i palmi verso di lui < voglio imparare a controllarlo .. > continua deciso. E’ questo infatti il motivo della ricerca del Rosso quest’oggi. Quel potere ora lo vuole far ancora più suo < vedi …. > posa gli occhi sul Rasetsu < .. non ho dormito per giorni. Dolori lancinanti. Vomitavo sangue rosso, poi sangue nero . Il mio corpo rigettava il mio Dna mentro lo sostituiva . Ho perso 5 kili in tre giorni , ma ora … > scoppierebbe in una risata fomentata da un tono alquanto sadico < HAHHAHAHAHAHH … ora mi sento invincibile!!!! > conclude. Divertito. [Equip: lo stesso] Il corpo del ragazzo, in effetti, presenta i sintomi negativi e del tutto naturali di chi s'è avvicinato al Sangue Nero per la prima volta. Lo stesso Rasetsu, i primi giorni successivi all'involontario trapianto, s'era ridotto a quei livelli. Certo, il Sangue aveva legato facilmente col DNA di chi si reputava già morto da tempo. Ciò non toglie che il rischio elevato di rigettare quel che aveva ottenuto era alto. Stessa cosa per Rio. E quando quest'ultimo parla, raccontandogli quel che ha dovuto passare prima di raggiungere lo stadio attuale in cui almeno riesce a reggersi in piedi, il Rosso lo guarda... divertito. Il ghigno non si toglie, permane austero e mefistofelico sul volto altrettanto pallido. Qualora si facesse ben attenzione alle braccia, poiché le maniche son sollevate sin ai gomiti, si potrebbero persino notare le principali vene mostrarsi un po' più delle altre. Per non parlare delle vicinissime, piccole ma molteplici, cicatrici che il Kokketsu ha su entrambi i polsi, specialmente il mancino. < Quindi, vuoi sapere come si faccia. > Il che è altrettanto ovvio quanto naturale. < Il tuo corpo si sta abituando all'invasore, ma per farlo deve cacciare quel che avevi dentro prima di lui. Il tuo sangue deve modificarsi, assumere le tonalità del nero e, sol quando avrà terminato di sostituire i litri che compongono il tuo corpo, allora potrà cessare il malessere. Sono passati ancora soli tre giorni, ma dovrebbero essere più che sufficienti. Riesci a tenerti in piedi... > Lo sta letteralmente analizzando, come se stesse compilando una cartella clinica e avesse bisogno di tutti i sintomi, aggiungendovi le relative cure da fargli seguire. E' un bravissimo medico, dopotutto, no? < ...e questo è l'importante. > Aggiunge, avvicinandoglisi d'un passo. < Non sei invincibile se prima non sai attivare la nostra innata. > Poiché di tale si tratta, in fin dei conti. < Causati una ferita, non troppo grande, ma necessaria per far uscire fuori una lieve quantità di sangue. Evita la ferita grossolana dell'altro giorno, non sei nelle condizioni di reggere. > Lo avvisa e, indirettamente, persino lo accusa d'essersi fatto troppo male volutamente. < Dopodiché, così come ti ho detto l'ultima volta che ci siamo incontrati, mischia il tuo nuovo Sangue demoniaco all'Elemento Suiton. > Non è tonto, se il Sangue ha legato col ragazzo vuol dire che quest'ultimo aveva una predisposizione a quest'elemento. Così come ha studiato e creato le droghe, ha studiato ed analizzato anche il suo sangue. < Poi, zio Rasetsu... > Non l'ha detto davvero. < ...ti insegnerà a manipolarlo. > Ma, innanzitutto, sta al ragazzino imparare, no? Ebbene, che dimostri di saperla attivare! [Chk ON] La distanza tra i due ormai è esigua e nel gesticolare dell’altro il Genin si può avvedere di quelle cicatrici. Non chiede, d’altronde è abbastanza sveglio da capire che ogni qualvolta vorrà richiamare quel potere dovrà auto infliggersi una ferita e tra l’altro ne arriva conferma anche nella dettagliata spiegazione di Zio Rasetsu. Eh già, Zio, infatti i due ormai sono imparentati in qualche modo. Il sangue di Ryuma scorre vigoroso dentro le vene dell’Akari. Così tanto tempo perso a cercare la sua vera famiglia e ora ne ha trovata una terza. Che scherzo la vita (?) sembra una sceneggiatura fatta apposta per prenderti in giro. Ascolta, attento il proferire del Rosso cercando di comprendere ogni passaggio < in realtà sono passati più di tre giorni credo.. > la mandritta si porta sotto il mento nel segnalare l’inizio di un ragionamento < i dolori sono durati tre giorni, poi sono stato bene .. > continua < anche ora mi sento in forze, ma mi fido di ciò che mi dici zio .. > eh si lo ha detto <.. meglio essere cauti > D’altronde il genin non vuole riprovare quel dolore. Non ci tiene poi così tanto < ok credo di aver capito, poi già ci sono riuscito l’altro giorno, devo cercare di ricreare quella sensazione > proferisce riferendosi alla sua prima attivazione di innata. Ma prima però deve richiamare il suo chakra. Eccolo dunque portare ambedue le mani all’altezza del petto nel formulare il sigillo della capra. La mente verrebbe scostata da ogni pensiero avvolgendola in un buio anti distrattivo. Qui cercherebbe di convogliare le sue forze mentali, alimentandole anche di quelle energie utilizzate per mantenersi in vita nei giorni precedenti. Vuole utilizzarlo come motivazione ulteriore. Qui formerebbe una sfera, azzurra roteante in senso orario. Nell’addome invece vi convoglierebbe quella forza fisica che è frutto delle fibre muscolari e di tutti gli sforzi fatti dal primo giorno di accademia. Gli allenamenti e molto altro. All’altezza dell’ombelico formerebbe una seconda sfera rossa roteante in senso anti orario. Ruoterebbe alimentata dallo spremere delle mio fibrille di ogni muscolo del suo corpo. Formate entrambe le porterebbe al plesso solare ove la loro rotazione contraria le attrarrebbe nel formulare una somma delle due. Andando a richiamare, qualora vi riuscisse, il Chakra. [SE Chakra: 20/20] [Equip: lo stesso] Ragiona a sua volta, facendosi due conti che non avranno assolutamente l'epilogo desiderato. < Quanti siano i giorni, non mi interessa. > Sincero, privo di peli sulla lingua come suo solito. Poggia ambedue le mani sui fianchi ed attende che il ragazzo prenda l'iniziativa. Lo vede comporre il sigillo della capra, tipico per chi deve ancora attivare il Chakra. < Ah, continuo a dimenticarmi che siete un Genin alle prime armi. > Agita la mancina nell'aria come a voler prenderlo in giro, disgustato all'idea che ancor non avesse il Chakra attivo. Indirettamente, sta cercando anche di testare la sua attitudine e le risposte che può dargli, poiché la mancanza di rispetto è qualcosa che Rasetsu non tollera. Finché n'è lui il portatore, va tutto bene. Ma quando è qualcun altro ad agire in modo sconsiderato, per quanto incoerente sia questo atteggiamento, non ci sono cazzi per nessuno. < E' naturale. Se i dolori persisteranno, vuol dire che potresti subire un rigetto quando meno te l'aspetti. Ma se mi dici che ora sono già affievoliti e che riesci a reggerti in piedi... > Persino ad attivare il Chakra. < ...vuol dire che il tuo stesso corpo è in via di guarigione e non ci sarà nessun problema aggiuntivo. > Caso contrario, beh, avranno perso senza dubbio qualche cavia relativamente importante. Vuol dire che ne troverà un'altra, è pieno di pesci il mare. Non si dice così? < Sì, esattamente. Solo che questa volta, dovresti riuscirci privato del dolore che ti ottenebrava la mente. Ergo, facilitandoti il lavoro. Per ora, preoccupati del tuo Chakra, delle tue riserve e del Sangue che riuscirai a generare. Dopodiché, dovrai manipolarlo. > Un passo alla volta, in fondo comprende che potrebbe essere complicato. Il Rosso, poi, non farebbe mai da insegnante a qualcuno se questo "qualcuno" non fosse abbastanza importante. Ha scelto di rischiare la vita per diventare un demone a sua volta. Per questo, merita una chance e merita tutta l'attenzione che il Kokketsu riesce a dargli. [ Chk ON ] Un brivido gli scorre fulminante la schiena. E’ quella la sensazione che solitamente percepisce al richiamo del suo chakra. Un segnale, che appunto, gli fa capire l’avvenuto impasto. Piacevole sensazione che verrebbe sottolineata da un fievole sorriso sul volto < mh > ripensa mentalmente alle parole dello Zio Rasetsu. Sugli step necessari per poter manovrare quel mefistofelico potere. L’elemento Suiton c’è. Ed è intanto quest’ultimo che cercherebbe di risvegliare. Nella sua testa immaginerebbe quell’anfora piena di una polverina blu, raffigurante il chakra. Ora nella sua testa tenterebbe di versare in quel vaso un’ingente quantità d’acqua, seppur in maniera progressiva. Dall’alto cadrebbero delle gocce che aumentando di numero diverrebbero un flusso d’acqua continuo. Quella polvere, che è chakra, ora sarebbe all’interno dell’anfora piena d’acqua e quest’ultima solo ora straborderebbe dall’orlo del contenente < Hey Zio Rasetsu .. > il sopracciglio sinistro s’innalzerebbe di colpo segnalando un dubbio < .. ma questo nostro > indice e pollice andrebbero a indicare i due presenti in un movimento alternato < ha un nome ? > chiede. < Ho capito, non abbasserò la guardi allora … comunque ci riprovo, un attimo > . La mano destra adesso alzerebbe in parte la manica sull’avambraccio opposto, andando scoprire completamente il polso. Ecco il dorso della mano che si porterebbe al fronte delle labbra. Qui ambedue le arcate si separerebbero e in un rapido e forte morso afferrerebbero un lembo di pelle tra i denti. In un movimento secco girerebbe il collo, allontanando i denti dal punto di presa andando così a strappare quel pezzo di pelle ed aprendo una ferita, di piccole dimensioni < tzk > una lieve smorfia di dolore di paleserebbe sul volto del Genin. Seppur subito mascherata essendo concentrato su altro nel frattempo. Quell’elemento suiton precedentemente richiamato e strabordante da quell’anfora verrebbe riversato all’interno del suo sistema circolatorio. Non dovrebbe essere tanto difficile per l’Akari capire dove direzionarlo dato che la recente infiammazione avuta ai lumi dei vasi vascolari che dovrebbe ancora essere in parte lì. Riverserebbe, dunque, quell’anfora piena d’acqua dentro i tubi che altro non sono che le sue vene e arterie ancora dolenti e quindi sensitivamente percepibili. Qui andrebbe a legare quelle molecole di plasma appartenenti fino a pochi giorno fa solamente al Rasetsu. L’unione dovrebbe risvegliare parte di quell’innata. Il legame dovrebbe svolgersi in una danza atomica tra i due elementi. Acqua e Sangue. L’acqua così pura e neutrale e il sangue nero, così malvagio e demoniaco. Antitesi, come è antitetico lo stesso Akari. Il suo carattere, la sua bipolarità. Il loro formare un legame dovrebbe portare il sangue nero a svolgere un lungo giro per il sistema circolatorio, giro che risveglierebbe in ogni angolo di quel circolo ogni cellula di plasma nero che incontra. Tale circolazione si concluderebbe con il sopraggiunge l’avambraccio sinistro e qui richiamato dall’apertura della ferita verrebbe alla luce iniziando a fluttuare al fronte del petto, a pochi centimetri, nell’aria paludosa di quel luogo. Quel venire alla luce, qualora succedesse, combacerebbe con la scesa di due lacrime, nere che solcando i lineamenti spigolosi del volto del Genin si congiungerebbero allo spigolo del mento. Le stesse pupille dovrebbero diventare viola, lo stesso viola che aleggerebbe intorno al neo-Kokketsu segnalando l’eventuale risveglio del suo potere tanto desiderato e sofferto. [SE Kokketsu Hijutsu: LVL 1] [SE Chakra: 19/20] [SE PV: 99/100][Equip: lo stesso] Edit < ma questo nostro potere > In seguito, il Genin inizia a richiamare l'ormai - propria - innata. Non ha una trasformazione eccessivamente vistosa come quella del Rosso, ma le lacrime nere che scendono sul viso, l'aura circostante e le macchie sui rispettivi arti sono gli elementi chiave per stabilire se l'innata è attiva oppure no. < Il nostro clan si chiama Kokketsu. L'Hasukage n'è l'Arufa, il capo indiscusso. Non gli ho ancora parlato di te, ma lo farò a breve. > Si stringe nelle spalle ed il motivo per cui non gliene abbia parlato è presto detto. < Non ero sicuro se saresti riuscito a superare la notte e neanche quella dopo... > Sincero, come suo solito, lo scruta con far divertito e, al tempo stesso, incuriosito dalle sue abilità. Vuol vedere e capire se riesce a governare il proprio sangue fuori dal corpo. < ...ma hai superato tutte le mie aspettative. Non ti resta che riuscire a manovrare il tuo stesso Sangue. Ricordi la mano che ho plasmato quando sei venuto qui con Sakir? > Cerca di fargli ricordare, poiché dovrebbe averla vista a sua volta prima che potesse crollare per il dolore e non comprendere più nulla di quel che lo circondava. < E' un controllo mentale, quindi devi riuscire a governare il tuo Sangue come se fosse - ed è effettivamente - una parte di te che tu soltanto decidi di usare. Quando e come vuoi, procurandoti una ferita dalla quale possa fuoriuscire. Devi sfruttare il sangue che vedi ora attorno e su te stesso. > Spiega brevemente, piegando le braccia sul petto e spostandosi d'un paio di passi indietro per permettergli di lavorare e costruire il costrutto. < Non so fin dove potrai spingerti essendo alle prime armi. > Sicuramente non ai quattro metri. Avrà un limite di un singolo metro per ampiezza, larghezza e lunghezza. < Puoi creare qualsiasi forma tu voglia, tuttavia ti converrebbe soffermarti su forme piccole e non troppo astruse. Lavora di inventiva... > Si picchietta la tempia con l'indice, ghignante, mettendo in mostra i lunghi denti affilati. < ...e usa proprio la mente per controllarne il moto subito dopo la creazione. > Gli sta dando delle dritte fondamentali per fargli apprendere la padronanza con il suo nuovo potere. Per questo motivo, or lascerebbe che sia Rio - e soltanto Rio - a lavorare e a far sua quella straordinaria immortalità. [ Chk ON ] Quel sangue nero inizierebbe a fluttuargli attorno sospinto dal suo stesso chakra elementale. Inevitabile un vistoso sorriso comparirebbe al notare quelle gocce farsi spazio tra la nebbia circostante seppur rimanendo a pochi centrimetri dal Deruta. < mh Kokketsu … > replica all’udire quella parola < … mi piace > bofonchia iniziando a guardarsi intorno, ma nelle sue vicinanze. Come a voler controllare quanto del suo sangue fluttui intorno a lui. Si volterebbe anche su se stesso nel cercare di avvedersene < L’Hasukage eh ? > per niente stupito, d’altronde già gli era stato detto da parte di Ryuma e in questi giorni deve averci pensato molto a quelle parole, arrivando alla conclusione della connessione diretta con quell’alta carica < ne ho sentito parlare molto, un giorno spero di incontrarlo … HAHAHAHAH > scoppierebbe in una risata, spasmodica. Incontrollata. Il motivo? Beh lui che è sempre stato ossessionato dal ricerca la sua vera famiglia, scoprire le sue origini, ora sta scoprendo di avere questi legami diretti, sanguigni appunto. Seppur in senso diverso rispetto a quello usato solitamente. Un legame sanguigno, ma articifiale. Introdotto. Che scherzo la vita . < mh ? > mugugna interrompendo la risata al sentire la domanda del Rosetsu < scherzi ? Come potrei mai scordarlo quella mano ? > chiede, retoricamente. D’altronde è stato quel costrutto a farlo letteralmente innamorare di tale abilità. Il primo oggetto di sangue nero che ha mai visto ed è bastato a farsi avanti per chiedere di ottenere quel POTERE, rischiando e battendo la morte stessa. Pazzo, folle, l’Akari. Ma ora è il momento di concentrarsi sul suo primo costrutto. Non ha tempo da perdere ed è elettrizzato all’idea. Le gambe vengono divaricate, il giusto, portando il piede destro lievemente indietro e acquisendo una posizione parzialmente obliqua. Le braccia si allargherebbero diagonalmente con le mani ben aperte in un gesticolare alquanto vistoso. Quel gesticolare servirebbe, nella sua testa, a manovrare il sangue fluttuante insieme ad altro che continua a fuoriuscire da quella ferita. Tenta di plasmare in testa un’immagine ben precisa e tramite le mani che si muovono cercherebbe di dare quella forma al suo chakra suiton immerso in quel sangue demoniaco. Nella sua testa un’immagine ben precisa. Un’alabarda. Una lancia lievemente più complessa. Le mani si porterebbero davanti a se a delineare una lunga asta, di circa settanta centimetri. Plasmerebbe quel sangue in tutta la sua altezza cercando di mantenerlo molto fino . Un piccolo cilindro di diametro di circa dieci centimetri. Le braccia si muovono andando dall’alto al basso e viceversa mentre quell’asta prenderebbe forma. Tornando su con le mani si soffermerebbe alla zona più superiore. Oltre la fine di quell’asta lavorerebbe sul creare uno spuntone, una punta, trinagolare ben affilata di circa venti centimetri. Che da una base più spessa finirebbe in un vertice affilato. Al lato destro della basse, or dunque cercherebbe aggiungere una sorta di ascia. Con la sua forma convessa e ben adiacente alla struttura e alla base di quello spuntone. Le mani e le dita farebbe una scena continua nel tentar di delineare nell’aria, e conseguentemente con il sangue, quell’immagine nella sua testa. Un’alabarda che sarebbe dunque lunga circa un metro, mentre le altre dimensioni sarebbero ben sotto lo standard concessogli dalle sue abilità ancora scarne. Concentratissimo. Qualora vi riuscisse quell’oggetto comparirebbe e si formerebbe a circa un metro da sé. < devo chiederti anche un’altra cosa … > sibilerebbe solo dopo avar notato l’eventuale creazione di quell’oggetto [Tentativo creazione costrutto 2/4] [Kokketsu Hijutsu: LVL 1] [Chakra: 18/20] [PV: 98/100][Equip: lo stesso] Lascia ch'egli prenda padronanza di sé e del Sangue che gli fluttua attorno. Deve farlo, è necessario per comprendere quanto forte sia quell'elemento e quanto utile possa diventare in futuro. < Lo trovi sicuramente all'accampamento di Kusa. Ma, comunque, potrebbe venire persino lui a trovare te quando glielo dirò. > Affila il ghigno, mostrando sicurezza. < NYAHAHAH! > E permettendo a quella folla risata di uscir fuori ogni volta che ne ha voglia. Trattenerla è inutile, sgargiante e fastidiosa com'è. < I Kokketsu nascono grazie a Yukio che fece un patto col demonio. Il demonio stesso gli diede questa particolare innata che ci rende, di fatto, immortali. Siamo immuni alla morte per come la conosciamo. Non possiamo invecchiare, non possiamo essere infettati da alcun morbo o virus. Non possiamo morire di cause naturali. > Glielo rende finalmente noto, poiché è giusto che Rio, divenuto a tutti gli effetti un Kokketsu poiché è evidente che il suo corpo non ha rigettato - né lo farà - un bel niente. < Abbiamo sconfitto la morte. Possiamo morire soltanto venendo uccisi. Tuttavia... > Gli occhi gli si illuminano nel momento in cui Rio, pur avvalendosi d'un contatto futile e un movimento inutile delle braccia, crea una specie di lancia. O è un'ascia? Non è molto avvezzo all'uso delle armi, per cui non vi s'è mai interessato più del dovuto. Per questo motivo, non sa neppure cosa diamine abbia creato ma d'una cosa è certo: ha plasmato il sangue e ha costruito un costrutto. Le dimensioni sono ben sotto la media di Rasetsu, nonostante sia correttissimo. Il Rosso pensa in grande senza passare dal via, quello stesso start nel quale lui stesso s'è trovato. < ...grandioso! > I muscoli facciali iniziano a dolergli per la risata, per il ghigno che non riesce proprio a sparire. E come potrebbe? < Potresti anche non gesticolare così tanto. Se ti riesce meglio, ritiro tutto. > A lungo andare, sicuramente, riuscirà anche a destreggiarsi con la sola mente. Spetta al ragazzo decidere come sfruttare appieno la propria innata, esattamente come i mezzi con cui crearla. < Dimmi. > Lo incita dunque, il Demone. < Prova a muovere mentalmente il costrutto. > Lo indica con un cenno della manca, fin troppo curioso, fin troppo divertito. [ Chk ON ] Durante la creazione del costrutto, in quella danza artistica seppur inutile, il Rasetsu continua con la sua parlantina a spiegare cosa voglia dire essere un Kokketsu e cosa significhi la parola MORTE per chi ha quel sangue nero nelle vene. < Lo voglio incontrare … > direbbe < colui che ha stretto un patto con il demonio .. > sogghignando divertito da queste parole. Chissà il perché. Nel mentre continua a muovere le braccia in ogni direzione, come se tra le mani avesse un pennello e tramite esso dipinga quel costrutto a livello materiale < Tuttavia ? > si bloccherebbe. Portando lo sguardo verso Ryuma < completa la frase, possiamo morire solo venendo uccisi, tuttavia ? > riformulerebbe la sua stessa frase così da fargli riprendere il filo. Le braccia adesso riprenderebbero in quelle movenze inutili, ma adesso aggiungerebbe anche movimenti delle leve inferiori, come in un balletto sul posto. Le braccia si porterebbero dietro la testa con tutte e due le mani rivolte l’una verso l’alta all’altezza del collo. In contemporanea il costrutto, che è a circa un metro da Rio si innalzerebbe ancor un po’ di più da terra e si posizionerebbe in orizzontale, parallelo a terreno con la punta in direzione dello sguardo dell’Akari. Quest’ultimo, nel mentre si ruoterebbe con il busto e gambe verso la sua destra in direzione di un albero distante circa sei/sette metri da loro. Quello robusto, corposo nel suo tronco. < mh > lo fissa, come obiettivo. Adesso con le mani e le braccia le muoverebbe in rapide stendendole prima verso l’alto e poi lanciandole in avanti come ad indicare la direzione al costrutto. Movenze, sì, inutili, ma lo rendono alquanto figo ed eccentrico. Il che gli piace (?). < AAAAAAAAAAAAAAAAAA > urlerebbe facendo ora partire con un impulso mentale quell’alabarda in direzione dell’albero, senza alcun rischio di colpire Ryuma che è di fronte all’Akari. L’alabarda partirebbe veloce, supportata dalla sua abilità nel ninjutsu, suo vero punto di forza. Rapida fenderebbe in un fischio la nebbia e l’aria incontrata conficcandosi nella corteccia di quell’albero. < comunque .. > riprenderebbe il discorso < l’altra volta hai detto una frase che non mi riesco a togliere dalla testa Zio Rasetsu … > si rivolgerebbe solo ora con lo sguardo e il busto verso di lui < hai detto, che per essere un genin della foglia ho le palle.. e b
questo lo so > sogghignerebbe < ma poi hai continuato dicendo … > riprende fiato < sei sicuro di non essere dal lato sbagliato ? Cosa intendevi? > chiede. Curioso. [Kokketsu Hijutsu: LVL 1] [Portata costrutto: 10 m] [Vel: 100% Nin] [For/Res: 11,5] [Chakra: 17/20] [PV: 97/100][Equip: lo stesso] Aiutandosi come può, il Deruta inizia a muovere il costrutto creato in precedenza avente la forma d'una alabarda. Si discosta un minimo soltanto per poter aver frontale l'albero che sta per essere colpito dal ragazzo. < Tempo al tempo. Ti conviene allenarti e incontrarlo quando saprai usarla, non quando la tua innata è incompleta. Concordi? > Vuol fargli fare bella figura, ma non perché questo gioverebbe al Genin: ne trarrebbe aiuti proprio Rasetsu. Ha già messo in conto parecchio e vuole necessariamente adoperarsi per poter sfruttare appieno tutto ciò che ha tra le mani. < Tuttavia... > Gli occhi si spostano dal costrutto agli occhi dell'Akari. < ...siamo dotati d'un potere che gli altri sognano. Oltre agli attacchi d'arte magica, possiamo sfruttare anche quelli illusori. Abbiamo una vasta gamma e siamo capaci persino di curarci col nostro stesso sangue. Pian piano, apprenderai tutto ciò che possiamo offrirti. > La lingua passa fugace sul labbro inferiore, non riuscendo davvero a smetterla di ghignare. Pare un essere lugubre, poiché la risata che scaturisce dalla sua gola è piuttosto gutturale. A differenza della voce. Quest'ultima è meno baritona, a tratti squillante se alza troppo l'intensità. Gli occhi del Mostro riescono a seguire il lancio del costrutto, il quale dovrebbe conficcarsi nella corteccia della mangrovia destinata al test. < Prova a creare un altro costrutto. Voglio vedere se riesci a tenerne due assieme e controllarli. Dopodiché, lascerò che tu vada per la tua strada ed io per la mia. > Sancisce, poiché s'è divertito abbastanza senza dubbio, però deve anche tornare ai propri doveri. Il lavoro chiama, l'astinenza persino, e non può dire di no a nessuna delle due cose. L'espressione interrogativa accompagna un paio di passi in sua direzione, ascoltandone le parole mentre analizza da più vicino il costrutto creato in precedenza. < Per essere un Konohano, non lo sembri affatto. Io ne so poco del mondo fuori dal Paese dell'Erba perché non me ne sono mai interessato, ma Konoha è famosa per la pace e per le opere di bene attuate dai suoi cittadini e Ninja. Tu... beh, sembri un caso a parte. Sembri essere nato nel luogo sbagliato, pur trovando la via giusta da seguire. > Ossia quella dei Kokketsu e d'entrare nelle loro grazie, abbastanza da saper usare l'innata e divenire per l'appunto immortale... od anche immorale? < Ero curioso io stesso d'aver di fronte un Konohano diverso da Sakir. Per quanto abbia deciso d'aiutarmi, resta un bamboccio fedele al Villaggio e al suo Clan, da quel che vedo. > Ha minacciato il cane e ne ha vista la reazione. < Tu, al contrario, sei senza scrupoli. Volevi il potere, volevi la vita eterna... e te la sei presa con le unghie e coi denti. Capisci cosa voglio dire? > Si sta complimentando perché ha le palle e non ha paura delle conseguenze. [ Chk ON ] Un rumore sibilante e poi l’Alabarda si conficca nella corteccia < HIHIHIH > scoppia in una risata, parzialmente contenuta alquanto altezzosa. Come a voler sottolineare la sua bravura. D’altronde sta bruciando le tappe. Ryuuma si aspetta che morisse, ed invece no. Poi si aspettava che fosse ancora in fase di sofferenza post trasformazione, invece no. Poi, ancora lo ha sfidato a creare un costrutto e muoverlo e già sembra governare decentemente la sua innata. Gonfia il petto, pieno di sé. Smorzando quella fastidiosa risata < Concordo a pieno, non vorrei mai fare brutta figura .. > annuisce dandogli ragione. Non avrebbe senso presentarsi all’Hasukage come un esperimento riuscito a metà. Deve allenarsi ed è ciò che sta facendo. < mh ? > L’attenzione viene richiamata da una nuova richiesta. Lo Zio vuole che crei un altro costrutto. La mandritta verrebbe portata sul nasello dell’occhiale spingendolo indietro e riposizionandolo meglio < ci provo .. > sentenzia, deciso. Il sangue verrebbe di nuovo richiamato, ormai legato all’elemento acqua a confluire ancor più da quella ferita. Aggiungerebbe così a quello già fluttuante altra quantità. Da quella ferita sul polso fuoriuscirebbe ancora, ed ancora andando a già a coagulare in una forma ben precisa. Le mani del Genin ci muoverebbero a formare un cerchio dal diametro di un metro. Così il sangue stesso prenderebbe quella forma, una sorta di cerchio, quasi un ovale. A questo cercherebbe di dare una forma così basilare poiché vuole creare uno scudo. Seppur particolare. A quel cerchio cercherebbe di aggiungere sempre più sangue così da inspessirlo ulteriomente fino a farlo arrivare ad uno spessore di circa sessanta centimetri. Lascerebbe spazio per un’altra aggiunta. Su di esse infatti, nella sua faccia esterna proverebbe a plasmare il maggior numero possibile di spuntoni. Delle punti triangolari della lunghezza di trenta centimetri quasi, così da renderlo un oggetto difensivo ma allo stesso tempo potrebbe creare un danno ad un ipotetico avversario. Questi spuntoni sarebbero molti, formati da una base solida ed una punta affilatissima. Tale scudo dovrebbe formarsi a circa quaranta centrimetri da sé, fluttuante, alla sua destra. La parte inferiore dovrebbe essere all’altezza del ginocchio mentre la parte superiore (essendo di un metro) dovrebbe quasi arrivare all’altezza dell’orecchio o comunque almeno della spalla. Un ottimo modo per proteggere il suo corpo fragile. Una volta creato, con la mandritta che si alza farebbe un cenno, come a voler dire all’Alabarda di avvicinarsi. Questa, qualora vi riuscisse, guidata da un input mentale del Kokketsu inierebbe a muoversi sfilandosi dalla corteccia e al massimo della sua velocità si porterebbe al fianco sinistro del Deruta, parallela al terreno e a circa un metro da lui. < mmm ho capito > replica < sarà che forse non sono Konohano di nascita. Non me ne stupirei a questo punto .. > sibila, riferendosi al fatto di essere adottato e che non sa la provenienza dei suoi veri genitori. [2/4 creazione nuovo costrutto] [2/4 movimento vecchio costrutto] [Kokketsu Hijutsu: LVL 1] [Portata costrutto: 10 m] [Vel: 100% Nin] [For/Res: 11,5] [Chakra: 16/20] [PV: 96/100][Equip: lo stesso] Senza saperlo né volerlo, ora si ritrova a gestirsi un nipote(?). Che gran bella famiglia quella dei Kokketsu, vero? Sono uniti dal desiderio di voler essere semidei; dal desiderio di sconfiggere la morte ed usare un potere davvero fuori dal comune. Manipolare il proprio sangue è oltremodo fuori dai canoni umani. Il Konohano è abbastanza portato. Anzi, si potrebbe dire che è un degno Kokketsu tanto quanto l'Arufa e il Beta che ha di fronte. Crea un secondo costrutto, sicuramente più elaborato del primo privo di fatica. L'idea in sé non è affatto male. < Ben presto, riuscirai a manipolare tutto ciò che desideri senza problemi. > Lo sta incoraggiando davvero tanto perché lo vede come una sua creazione, un esperimento ben riuscito del quale n'è il padrone indiscusso. Non è davanti a lui come una persona, bensì come carne da macello che, però, rispetto alla concorrenza ha un valore non indifferente. < Bah, non è importante. > Dove sia nato, da chi e perché. < Ci sono persone nel mondo che sono idonee a legarsi col nostro Sangue e persone incapaci di farlo. In soldoni, si tratta di genetica. > Fa spallucce, indietreggiando d'un paio di passi. < Se mi cerchi ancora, mi trovi all'accampamento di Kusa o al Bar di Yukio. > Lo avvisa, decidendo poi d'allontanarsi dalla zona in questione per poter tornare ai propri affari. < Per qualsiasi cosa. > Sghignazzante, riferendosi sia all'innata che alla possibilità di comprare della droga da lui. In fondo, si tratta pur sempre d'uno spacciatore! [ END ] Riesce anche in quest’altro intento. E’ indubbiamente portato l’Akari e d’altronde qualora non lo fosse stato sarebbe morto stecchito il giorno della trasformazione. Sogghigna divertito dall’essere riuscito a far ciò che voleva. Entrambi i costrutti, governarli ed anche per aver posto tutte quelle domande a cui lo Zio Rasetsu sembra non sottrarsi mai. C’è indubbiamente qualcosa che lega quei due, ormai è ben chiaro. < mi allenerò molto Rasetsu .. > dice < non posso sprecare questo dono che mi hai fatto > direbbe mentre farebbe fluttuare sopra la testa l’Alabarda. Farebbe un folle se lasciasse al caso il saper governare e creare quei costrutti. Dopo tutto il dolore patito, non avrebbe un gran senso. I suoi occhi danzerebbero tra i due costrutti osservandoli con attenzione, vuole analizzarli così da notare differenze tra ciò che immaginava e ciò che realmente ha creato < mh > la mandritta viene portata al mento durante l’operazione < si hai ragione, non è importante . Ormai bisogna concentrarsi sul presente e non più sul passato > sibila, mentendo vistosamente. Non lascerà mai al caso o decadere la sua volontà di scoprire la provenienza dei suoi genitori. Tuttavia non è il caso intraprendere il discorso, ora, e con lo Zio Rasetsu. < va bene Zio, sicuramente ci rivedremo > Sghignazza, osservando l’altro allontanarsi. D’altronde sono diverse le motivazioni per cui lo dovrebbe cercare, si sa . Adesso, il neo-Kokketsu volgendosi verso la zona della sua iniziale provenienza s’incamminerebbe. Avvolto da quell’alone viola e quel sangue fluttuante e con i due costrutti che svolazzanti gli farebbero compagnia nella camminata. Un ulteriore modo per allenarsi nel loro controllo. [Equip: lo stesso] [End]