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con Saneatsu, Nory, Jigoro

12:56 Saneatsu:
  [tenda scuola] Ancora non ha avuto l’occasione di menare le mani, lui che si era trasferito fino a Kiri solo per combattere quella guerra, solo per poter mostrare al mondo il suo valore, per dimostrare al mondo che non è più quel ragazzino brutto e buono a nulla, ora che ha finalmente trovato la sua spada, ora che l’adolescenza gli ha permesso di crescere e svilupparsi lui è un forte e potente ninja di Konoha! No quello lo è da poco, diciamo che è solo un gran combattente, eppure la vita vuole in tutti i modi portalo verso un’altra direzione, oggi due giovani lo attendono, due ragazzi pronti ad iniziare il loro cammino tra i ninja di Konoha e chi è stato il chunin mandato ad affrontare questo compito? Lui l’ultimo della classe da sempre. Sbuffa infastidito mentre cammina verso la tenda dove la lezione si terrà, l’aria buttata fuori dalla sua bocca raggiunge il ciuffo di capelli biondi spettinati che aveva sulla fronte causandone una buffa risalita verso l’alto. Il mondo di camminare è molto svogliato, gambe che vengono lasciante in avanti e schiena spostata all’indietro, come a volersi dichiarare il capo del mondo, capelli raccolti nella tipica acconciatura da samurai dietro al capo, poco più in alto della nuca, viso affilato ed elegante, un bastoncino di legno infilato nell’angolo destro della bocca che vien masticato quasi compulsivamente, occhi azzurri e sottili a completare il suo quadro, gli abiti sono quelli tipici dei samurai un kimono grigiastro con righe più chiare dalla fattura molto rozza ed un paio di sandali neri ai piedi. La sua Katana è tenuta con la mano destra ed è poggiata sulla stessa spalla, come se si stesse portando in giro un giocattolo insomma e non l’anima che l’ha scelto. L’accampamento è immerso nella nebbia, come ci si aspetta da Kiri e nel silenzio al momento, la tensione la si può percepire, tende sparse un po’ ovunque, alloggi forniti a tutti i ninja riuniti lì per combattere per l’alleanza, anche a coloro che sono stati lanciati in prima linea per emergenza, come i denshi. Torniamo quindi alla motivazione per cui è lì oggi, addestrare nel richiamo del chakra due poveri futuri fanti che verranno lanciati subito in mezzo a tutto quel delirio, di cui ancora si fatica a capire qualcosa. Lui è ancora all’esterno della tenda bianca e semplice adibita ad accademia, sta attendendo i suoi allievi di cui ha ricevuto una descrizione approssimativa, aspetta muovendo impaziente il bastoncino nella sua bocca. Sandali immersi in una non meglio definita fanghiglia, di certo non è un bel posto ma non avevano molta altra scelta, il clima umido di Kiri impedisce a quel terreno grezzo di asciugarsi davvero lasciando quindi una perenne e schifosa melma[chk off]

13:06 Nory:
  [Tenda Scuola] Un ragazzo che cammina in modo ingessato, che guarda fisso davanti a sé ed è rigido come se stesse facendo uno sforzo incredibile per concentrarsi e arrivare a destinazione, avanza nella fanghiglia e nella nebbia stringendo i denti, disperante per i suoi indumenti bianchi. Perché indossare indumenti bianchi in una situazione del genere? Il ragazzo non lo sa. Perché si trova lì? Semplice; è stato indirizzato alla strada dei ninja da qualcuno a cui in passato ha tenuto molto. Certo, magari avrebbero immaginato diversamente, sia lui sia quella persona, l’inizio di un addestramento come ninja della foglia, e invece il destino ha voluto che si trovasse in quella situazione, che cominciasse in un accampamento, nel bel mezzo di una guerra della quale egli nulla sa, in un paese che non conosce. Mette un piede dietro l’altro, perché intanto bisogna arrivarci, alla tenda dove gli insegneranno le cose. Se non ci fosse la nebbia e qualcuno lo vedesse di certo potrebbe pensare che il ragazzo cammina in maniera strana. Infine arriva di fronte alla tenda, vede una figura, prova a forzarsi a parlare ma non ci riesce, è più forte di lui, e quindi rimane lì senza dire nulla.

13:31 Jigoro:
  [Tenda scuola] E’ arrivato il fatidico giorno, il giorno che Jigoro aspettava con tanta infantile impazienza, tanta incertezza e anche un po' di paura. Il giorno in cui inizierà il suo cammino verso un futuro, almeno si spera, migliore. Fino a pochi mesi fa il suo mondo consisteva in un angusto, polveroso e sudicio retrobottega dove suo padre voleva che tenesse in ordine le armi che avrebbe dovuto lavorare nella fucina, ma ormai questo apparteneva al passato, un passato spazzato via dalle fiamme. Mentre si vestiva con quei pochi vestiti rimastigli con nostalgia ripensò a quei momenti di ordinaria quotidianità che tanto gli sembrano lontani e inafferrabili. Il Ki lavato con cura aveva un acceso colore rosso porpora, gli sta effettivamente un po' piccolo… si sa, i ragazzi crescono a vista d’occhio durante l’adolescenza e Jigoro ha da poco compiuto 18 anni. Avrebbe voluto presentarsi al suo insegnante con i suoi abiti migliori, la prima impressione è quella più importante! O almeno così diceva sua madre, ma il suo armadio ormai non era altro che cenere.
Mai era stato così lontano da quella che una volta era la sua casa, un mix di agitazione, timore e eccitazione gli faceva battere forte il cuore che sembrava andare a ritmo con i suoi passi frenetici verso quella che sembrava proprio la tenda che gli avevano descritto. Avvicinandosi sempre di più scorse due figure davanti all’entrata della tenda e… si! Quello doveva proprio essere il suo insegnate! Non alzo mai lo sguardo per evitare di incontrare quello degli altri nemmeno quando arrivò al loro cospetto, paura del giudizio forse? Jigoro non lo sapeva. Fece un ampio inchino davanti a quello che pensava fosse l’insegnante assegnatogli.
<SALVE!> Esordì cercando di mantenere un tono della voce fermo e sicuro di sé
<Sono Jigoro Kano, sono qui per le lezioni dell’Accademia.> Disse continuando a tenere il capo chino, e così rimase.

14:00 Saneatsu:
  [tenda scuola] I due ragazzi giungono davanti alla tenda, si potrebbe pensare anche di entrare ed iniziare la lezione, ma la sua decisione è ben diversa, volta il ciao verso destra e soffiando con forza sputa lo stuzzichino con cui stava giocando <bene> replica ai due, chinando il capo e andando ad usare la mano sinistra per cercare un pacchetto di sigarette all’interno della tasca sinistra ricavata grazie a delle pieghe <io sono il vostro sensei Saneatsu Koshirae> replica in loro direzione voltandosi appena <ma non pretendo ve ne ricordiate, non so nemmeno sene uscirete vivi da questa guerra> aggiunge, il bacchetto viene finalmente trovato e con un paio di scatti tattici del polso riesce ad aprirlo così da portare un filtro tra le sue labbra sottili, arpiona quindi la sigaretta. Il tono è tranquillo e rilassato mentre discute con loro <ma farò in modo che almeno siate preparati> si ferma il tempo necessario per andare a risistemare il pacchetto e prendere un accendino. Lascia cadere il discorso, lascia solo i due possano comprendere fino in fondo le sue parole mentre finalmente va ad accendersela sigaretta e fare la prima boccata, il fumo viene esalato verso l’alto, lasciando che il suo corpo riceva quella dose di nicotina tanto deleteria quanto piacevole <sapete già cos’è il chakra giusto?> domanda solo andando a spostare il filtro dalle labbra alla sua mano sinistra, tra indice e medio, gli occhi si alternano tra i due <ahn sì sto fumando quindi facciamo lezione fuori> autoritario il tono infine, la decisione è stata presa e sembra voler suggerire che non è disposto a subire critiche in merito[chk off]

14:11 Nory:
  [Tenda Scuola] Si guarda le scarpe. Questo ragazzo sembra voler evitare il contatto visivo con quelli che gli sono attorno. Osserva arrivare un secondo ragazzo, per un attimo lo fissa, studia il modo in cui saluta la figura che era già lì. Chiuso l’occhio repentinamente, in una strizzatina involontaria. La persona a cui egli molto ha tenuto gli diceva preoccupata che, quando non riusciva a controllare certe espressioni, quando muoveva involontariamente alcune parti del proprio corpo, erano gli spiriti della casa ad essere entrati in lui. Ma ora sono distanti da casa, in un posto la cui esistenza egli aveva solamente letto sui libri, eppure quei movimenti involontari non l’hanno abbandonato. Che sia la casa ad averlo seguito, ad essersi avvicinata alla guerra insieme a lui? Quando il maestro si presenta e parla, Nory si costringe ad alzare lo sguardo. Piega leggermente il collo, i muscoli si gonfiano e si rilassano in piccoli scatti. Non ha paura della guerra, e non ha paura della morte, il ragazzo. O almeno, questo è ciò che crede. Per un attimo sposta l’attenzione sull’altro allievo, assicurandosi che in quel momento quello non lo stia guardando. Sarebbe troppo saper di dover reggere due sguardi, quattro occhi puntati verso di lui. Gli viene posta una domanda, e lui dice, piano < S.sì, S.sensei >. Si risponde ai propri superiori. La sua voce affetta la nebbia e si perde in essa. Si forza a stare dritto con la schiena e aggiunge. < L’energia v.vitale sensei >. Non può dire che non gli dia fastidio quella nebbia; sarebbe una menzogna. Si guarda le scarpe, le estremità dei calzoni bianchi macchiate di fango, ma i superiori non si contraddicono. Inspira profondamente e si forza nuovamente a guardare dritto davanti a sé. Un altro involontario occhiolino al nulla. Attende.

14:31 Jigoro:
  [Tenda scuola] Rialzando lentamente il capo ma continuando a tenere gli occhi bassi sul fango che lo circonda, annuì. La realtà è che sa’ davvero poco su cosa quella strana cosa chiamata chakra, e mentre la sua mente viaggia tra i ricordi di libri letti svogliatamente, frasi sentite dai ninja che frequentavano la bottega e i racconti confusi sulla ultima grande guerra di suo padre ma non sembra trovare risposta. <Si… energia… ehm, vitale…> rispose tentennando e volgendo rapidamente lo sguardo verso il compagno evidentemente più preparato di lui.

14:52 Saneatsu:
  [tenda scuola] Ascolta le loro risposte mentre la sigaretta viene riportata alla bocca, silenzio e occhi che vanno a socchiudersi nella pace del momento, una singola risposta arriva alle sue orecchie, lo stesso concetto ripetuto due volte. Filtro e mano si allontanano dal volto mentre le labbra vanno a socchiudersi appena, il mento portato verso l’alto così da far risalire l fumo dalla gola alla bocca ed espirare senza andare a coinvolgere nella nuvoletta anche i due allievi. Agisce con calma, lasciando anche che cali il silenzio per un po’, già è stato condannato ad un lavoro non propriamente nelle sue corde, nessuno gli ha però detto che avrebbe dovuto farlo velocemente o con il sorriso <sì> replica quindi <è anche quella forza che vi permette di essere ninja, di aumentare le vostre abilità fisiche e nelle arti ninja, quindi vi direi che possiamo iniziare ad imparare a richiamarla> solo ora il volto viene nuovamente abbassato. Fissa prima l’uno e poi l’altro, con intensità e sicurezza, la sigaretta viene portata alle labbra ed abbandonata, mentre la spada andrebbe a venir incastrata tra il collo e la stessa spalla destra, una posizione decisamente instabile ma tant’è. In tutto questo è costretto a socchiudere gli occhi per evitare che il fumo entri e irriti la sua vista. A questo punto ANDREBBE a mettere le mani in posizione davanti al suo plesso solare, <prima cosa> le parole sono sbiascicate a causa della sigaretta <formate il sigillo della capra> ed è proprio ciò che sue mani ora andrebbero a fare, si intreccerebbero formando così il sigillo appena dichiarato <poi concentratevi sulle energie fisiche, ciò che vi dice il vostro corpo> ed è così che quindi lui andrebbe a concentrarsi sulle sue energie fisiche, richiamando a sé la sensazione di quella spada in equilibrio, il fumo che penetra nei suoi polmoni, i muscoli che vanno a rilassarsi grazie alla nicotina, il bruciare della gola o ancora la sofferenza degli occhi che pian piano si seccano. Tutte queste sensazioni verrebbero sommate a tutto il resto che il suo copro come i muscoli allenati e l’umido nelle ossa. Tutto questo VORREBBE dunque venir fatto condensare in una sfera di colore rosso e vorticante all’altezza dell’ombelico <se ci siete riusciti dedicatevi alle energie mentali e radunatele come le energie fisiche> ed ecco che quindi ora farebbe appello ai suoi pensieri, dai più superficiali come la poca voglia di stare a lì fino a quelli più profondi, il timore della morte, i traumi del passato che mai davvero lo abbandonano, momenti felici e tristi che VERREBBERO riportati alla mente così da andare a condensarsi dietro alla sua fronte <giunti a questo punto provare a far congiungere le due energie all’altezza del plesso solare, controllatele e fate in modo che si uniscano> proprio come detto ora andrebbe a spostare le due sfere vorticanti. Le VOREBBE immaginare mentre la fisica risale e la mentale scende, mentre le MUOVEREBE CERCHEREBBE anche di controllarne la velocità di rotazione così quando finalmente giungeranno all’altezza della bocca dello stomaco potrà semplicemente andare a farle unire lasciando che si fondando in una sola energia: il chakra. SE fosse quindi riuscito a questo punto LASCEREBBE che quella sfera scoppi, metaforicamente parlando, permettendo l chakra di entrare in circolazione e raggiungere tutti i suoi punti di fuga [3/4 richiamo del chk]

15:08 Nory:
  [Tenda Scuola] Ascolta il sensei spiegare e si forza a guardarlo, ha bisogno di guardarlo con attenzione se vuole imparare quell’importante passaggio che gli aprirebbe la strada lunga e disseminata di ostacoli delle arti ninja. Gli sembra di capire che il modo migliore per portare a termine la lezione sia quello di seguire la procedura passaggio per passaggio, così da non perdersi nulla, da non rischiare di dimenticarsi qualcosa, di lasciare qualcosa indietro. Per questo ragazzo concentrarsi significa esercitare la forza, e non è facile. Come quando si tenta di costringere qualcosa di inquieto in uno spazio vitale più piccolo rispetto a quello di cui avrebbe bisogno quel qualcosa si agita e scalpita e diventa nervoso, così ottenere la massima attenzione, per lui, significa dover sfogare da qualche altra parte. Ecco quindi che l’occhio gli comincia a tremare un poco, e il piede batte un tempo inesistente sulla fanghiglia, che egli spera gli altri per via della nebbia non notino. Primo passo, il sigillo. Quello dovrebbe saperlo fare. Ecco quindi Nory tentare di congiungere le mani dove gli hanno spiegato che il plesso solare si trova. Tenterebbe, a questo punto, proprio come il sensei armato di spada gli ha spiegato, di concentrarsi sulle proprie energie fisiche: non molte, a dire la verità, perché forse in parte fuori dal suo controllo. Ma non importa, importa riuscire, importa non tradire le aspettative di chi ha investito su di lui. E poi la mente. Se la focalizzazione sulle energie fisiche infatti fosse riuscita, questo ragazzo proverebbe a pensare alle sue ultime esperienze, il lungo viaggio verso il paese della nebbia, la strana sensazione che ha provato a star vicino a tutti quegli omicidi professionisti, quei guerrieri e combattenti superiori a lui, la lontananza e il desiderio di fare qualcosa per la persona che egli ha amato. Vorrebbe che queste energie mentali, come quelle fisiche, nel modo in cui lesse un giorno su una pergamenta vorticassero, una volta visualizzate. Vorrebbe poi, con la sua massima concentrazione, mentre il tic del suo corpo aumenta in ritmo, farle scivolare l’una sull’altra e congiungerle, proprio come ha spiegato il sensei. Per eseguire il compito. Per non deludere. Per vedere cosa succede. Per fare ciò deve abbassare lo sguardo, perché non può controllare anche l’interazione sociale. Ma alcuni momenti lo alza, con grande sforzo, come per cercare un cenno, la constatazione che sta facendo le cose giuste.

15:29 Jigoro:
  [Tenda scuola] Mentre il Sensei spiega lo sguardo si sposta frettolosamente su quelle dita stranamente posizionate, il sopracciglio destro si inarca sempre di più e la bocca sembra assumere la smorfia tipica di chi cerca di sentire qualcuno che parla da lontano e cerca di cogliere più parole possibili. Energia fisica, energia mentale, non sembra per niente cosa semplice. Finita la spiegazione il giovane ragazzo volge la coda degli occhi al suo compagno riabbassando leggermente la testa come se non volesse far notare al sensei che sta aspettando che il suo compagno inizi per iniziare lui stesso. Effettivamente non è sicuro di aver capito molto bene ma oggi non si ammettono brutte figure! Dopo aver copiato spudoratamente i primi movimenti di Nory e aver posizionato le mani davanti al petto cercando di ricordare esattamente la stessa posizione del Sensei chiuse gli occhi. Per la prima volta in quella giornata rilassò i muscoli del viso, visto da fuori potrebbe sembrare che stesse quasi meditando. Ok, energia fisica: a questo punto cercherebbe di sentire ogni muscolo del suo corpo, contraendoli e rilassandoli di tanto in tanto per cercare di localizzarli meglio, muoverebbe le dita dei piedi sentendo l’umidità ormai penetrata dal fango all’interno delle scarpe. Cercherebbe di immaginarlo, quel cerchio rosso di cui parla il maestro. Ora l’energia psichica, a questo punto cercherebbe di concentrarsi sulle sue sensazioni ma come un secchio di acqua gelida la mente lo riporterebbe a quel giorno, nitido il ricordo del calore delle fiamme sul viso, ma come è arrivato quel ricordo svanì, cercherebbe a questo punto di visualizzare il suo Io più profondo, i momenti felici ormai passati, la speranza per il futuro e quando queste sensazioni si farebbero talmente forti da essere quasi tangibili le spingerebbe giù, a livello dello sterno, dove crede che l’energia fisica sia collocata in questo momento. Se tutto ciò riuscisse il respiro si farebbe affannoso dallo sforzo e gocce di sudore gocciolerebbero dalla punta del suo naso, ma non è finita. Ora le due energie dovrebbero essere miscelate tra loro, e sforzandosi è proprio quello che cerca di fare, un movimento rotatorio che da lento e goffo vorrebbe diventare veloce e armonico, fino a quando, se tutto ciò fosse avvenuto, la sfera composta dalle due energie scoppierà invadendo di una calda energia anche quelle viscere così profonde che non pensava di avere. Se tutto ciò avvenisse il ragazzo spalancherebbe gli occhi fissando il maestro in credulo.

15:43 Saneatsu:
  [tenda scuola] Il richiamo è andato a buon fine, ma lui non può vederlo non essendo dotato di nessun particolare innata oculare. Sente il suo chakra scorrere con forza e donare vigore al suo corpo motivo per il quale scioglie il sigillo e la destra torna all’elsa della katana nuovamente in una posizione stabile e sicura. Similmente la sinistra va a reggere la sigaretta così che possa fare un tiro decente e poi allontanarla dal suo volto, permettendo agli occhi di trarre qualche istante di respiro <se vi sentite rinvigoriti e pieni di forza allora> si interrompe il tempo necessario per alzare il capo e andare a buttare fuori il fumo, la sigaretta intanto viene gettata a terra nella fanghiglia, ormai praticamente finita. Visto il silenzio il suono della carta che va a spegnersi mentre asciuga l’acqua sarà udibile a tutti e tra, osserva il filtro qualche istante accertandosi che non stia per causare un qualche incendio e torna ai suoi studenti <vuol dire che siete riusciti correttamente nel richiamo> aggiunge quindi dopo quella lunga pausa. Si ringalluzzisce tutto ora, andando a sollevare le spalle, rizzare ulteriormente la schiena e mostrarsi decisamente più orgoglioso, quasi in realtà si stesse stiracchiando cercando però di non far notare il movimento <in questo caso andatevene pure ragazzi e buona fortuna in battaglia!> non avrà altro da aggiungere. Se non dovessero giungere domande in merito allora si limiterà a riprendere la sua strada e concentrarsi sugli affari suoi, con l’anima in pace e senza ritenersi responsabile per eventuali loro sconfitte. Stesso passo strafottente di quanto è arrivato, il padrone della strada signori e signori, guardatelo![end]

15:52 Nory:
  [Tenda Scuola] Un vigore che non aveva mai percepito lo pervade come un incendio, che sembra scaldare anche la nebbia attorno a sé e renderla più sopportabile. Il ragazzo si stupisce e quasi sta per sciogliere il sigillo, ma non può, deve almeno attendere che il sensei gli dia il permesso. Strizza l’occhio involontariamente e piega scattosamente il capo a destra, una, due volte. Sente come una voce lontana, che però non riesce a distinguere chiaramente, come in un sogno. Si direbbe, dalle parole del sensei, che il richiamo abbia avuto successo. Per un attimo, questa voce, questa forza, lo spinge a cercare il contatto. Era una cosa che non aveva mai fatto, e la scopre adesso accompagnata da una sensazione che non aveva mai provato. Per un attimo squadra l’altro allievo e cerca di capire se ci è riuscito. Chi lo può dire? Lui con le sue conoscenze di certo no. Ascolta le ultime parole del sensei. Dunque la lezione è finita. Scioglie il sigillo e tira un sospiro di sollievo. Questo sensei gli piace, non ha molto da dire, è diretto, e d’altronde non molto da dire ha questo ragazzo, quindi si ritiene fortunato ad aver assistito a una lezione del genere. Per un attimo, quando quello se ne va, vorrebbe dire qualcosa all’altro ragazzo, chiedergli almeno se è riuscito nell’impresa, come crede di essere riuscito lui. Fa per andargli incontro, finalmente sciolto dal peso clamoroso della concentrazione, ma subito cambia idea. No. Non questa, non un’altra volta. Lui non è un tipo che fa amicizia con gli altri. Lui non è come gli altri, no. Riabbassa il braccio con cui stava per chiamarlo, si gira e se ne va. [End]

16:07 Jigoro:
  [Tenda scuola] Chi lo avrebbe mai detto che ci sarebbe riuscito alla prima botta? Di certo non lui ma sì, la sensazione era proprio quella descritta dal Sensei. Quel calore, quella forza mistica e così pura che mai aveva sentito prima… gli piace, sì, potrebbe aver trovato la sua strada. Rimase con quell’espressione stupita e imbambolata per qualche secondo mentre continuava a guardarsi i palmi delle mani. Improvvisamente però tornò alla realtà, il Sensei si stava già incamminando e più si allontana più la necessità di ringraziarlo cresceva dentro di lui, alla fine era grazie a quell’uomo se era riuscito al primo tentativo. Sbattendo le mani lungo i fianchi si inchinò goffamente arrivando a sfiorare un angolo di 90 gradi: <GRAZIE SENSEI, GRAZIE DAVVERO!> Urlo con un sorriso stampato sulla faccia. Drizzandosi notò che anche l’altro ragazzo si stava allontanando, che strano, fino a un momento prima gli era sembrato si fosse mosso verso si lui, oh beh, tanto ci saranno nuove occasioni. [End]

Prima lezione per entrambi.

Per essere alla vostra prima esperienza siete stati davvero molto bravi! Congratulazioni