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Il primo giorno di Tirocinio [Cure Rio]

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con Katsu, Rio

12:25 Katsu:
  [Ospedale da campo - Sala d'attesa] Un nuovo medico. Una buona notizia per tutti i medici, che scarseggiano, soprattutto in situazioni di guerra. E’ precisamente il motivo per cui il primario di Kirikagure è stato avvisato. E lui ha iniziato da poche ore il proprio turno, dopo una notte di riposo più tranquillo. Ha affiancato questo o quel medico, ha visualizzato, rubato con gli occhi e l’esperienza di ieri con Kaori Hyuga è servita da lezione. Numerosi gli ospedali da campo costruiti ed in uno di questi è di servizio il Seiun, dov’è assegnato. Si tratta di una struttura costituita da numerose tende chiuse più piccole, piccoli ambulatori, piccole stanze dove vi sono dei lettini medici sui quali sono sdraiati questo o quel ninja con ferite di guerra più o meno grave. E poi vi sono tendaggi più grandi e chiusi ermeticamente per evitare che i patogeni vi entrino, mantenuti rigorosamente sterili: trattasi di vere e proprie sale operatorie in cui i medici più esperti tentano disperatamente di salvare i ninja dalle condizioni più critiche o disperate. All’interno dell’ospedale, fuori dai tendaggi, a circa dieci metri di distanza c’è uno spazio adibito a sala d’attesa, in cui numerose seggiole sono una affianco all’altra. Qui siedono i pazienti meno gravi in attesa di cure e qui i medici possono prendersi una pausa, anche se quest’ultimo caso è oggettivamente poco probabile. E’ infatti molto il viavai di gente che corre assennata, di tirocinanti spaesati che si guardano attorno, alla ricerca di medici esperti, di medici che, tra un’imprecazione e l’altra, soccorrono pazienti e fanno avanti ed indietro dalle tende. Al tendone adibito a sala d’attesa, infine, si accede liberamente. Intorno vi sono dei ninja di ronda pronti ad intervenire in caso di disordine. E’ proprio nel tendone adibito a sala d’attesa che si trova il Seiun. E’ un figuro alto un metro e ottanta centimetri per un fisico slanciato ed atletico, sebbene non propriamente muscoloso. La carnagione è nivea, mentre i capelli, lisci e ribelli, sono sul capo, disordinati e biondi platino come sempre. Indossa un paio di sandali da ninja, neri, seguiti da un paio di pantaloni neri e morbidi che gli permettono con elasticità il moto. Una semplice t-shirt nera fascia la parte superiore e lo avvolge in un monocromo ombroso che cozza con l’evidente albinismo dei tratti somatici. A spezzare il monocromo vi è un camice bianco, indossato per qualificarlo come un tirocinante, insomma, un ninja medico, sebbene alle prime armi. Il coprifronte di Kusa è indossato correttamente sulla fronte, con la placca d’argento in cui è inciso lo stemma del villaggio dell’erba. Un portaoggetti legato al fianco mancino reca un equipaggiamento strettamente militare, non medico, così come il portakunai legato alla gamba sinistra. Nelle tasche del camice vi sono un paio di tonici per la salute e per il chakra, come raccomandato da mani più esperte delle sue. Inoltre, per sua precauzione e preoccupazione, porta sempre con sé nell’altra tasca un paio di garze sterili. Sta nella sala d’attesa, evidentemente in pausa, dato che è uno di quei rari momenti in cui sembra esserci poca gente. Il chakra è disattivo, almeno al momento, così da farne definitivamente economia in caso d’emergenza. [Chakra off][Equip medico – Tasca destra camice: 1 tonico rec. Chakra, 1 tonico rec. Chakra speciale, 1 tonico recupero salute, 1 tonico recupero salute speciale – tasca sinistra: bustina CHIUSA recante garze sterili]

12:33 Rio:
  [> Sala d'attesa] Sono passate ventiquattro ore da uno dei giorni più impegnativi per l’Akari. La più grande prova che abbia mai affrontato, e finora, il traguardo più importante della sua vita Ninja. Il volto è palesemente sereno, la muscolatura intrinseca è piuttosto rilassata andando a denotare la distensione dopo quello stress immenso. E’ visibile, sempre sul volto, un leggero sogghigno, un sorrisetto, permanente tipico di chi è soddisfatto di ciò che ha fatto. Un lieve pizzico di felicità, insomma. Fisiologica, d’altronde. Tuttavia in questa mattinata si trova alle porte dell’area adibita ad ospedale in quel di Kiri. La motivazione è sempre legata all’esame genin affrontato ieri. Nello scontro, infatti, ha subito una dislocazione della spalla sinistra. Quest’ultima riposizionata repentinamente da Yume-sensei al termine della prova, ma che ora è chiaramente gonfia e dolente. Vistosa, infatti, una fasciatura fatta in casa tramite una benda rossa rimediata da uno straccio di stoffa strappato. Quest’ultima gira intorno all’avambraccio, mantenendo il suo peso ed avvolgendolo per poi finire in un fiocco legante tra le scapole. Ciò gli permetterebbe di mantenere l’articolazione ferma e soprattutto, scarica dall’aggravamento della forza di gravità. L’avambraccio è infatti aderente all’addome, in una intrarotazione completa contro quest’ultimo. Il vestiario del Genin è sempre il solito. Una tuta violacea, spezzata copre l’esile corporatura. Sulla parte superiore, sono ben visibili dei dettagli lineari di colore rosso che partendo dall’altezza dei trapezi si portano sulla schiena a formare un Kanji, di cui non sa nemmeno lui il vero significato. Sui pantaloni, invece, parte una striscia biancastra sulla parte laterale interrotta a metà di entrambe le cosce da due tasche porta kunai, una a destra ed una a sinistra. A tenere fermi i pantaloni vi è una cinta, nera, avvolgente il bacino su cui vi è attaccata la tasca portaoggetti scostata sul gluteo sinistro, mentre il coprifonte si trova legato ad essa e penzolante sul fianco destro. Immancabili gli occhiali da vista, posizionati nella loro zona più consona e sopraffatti, in parte, da alcune ciocche dei capelli castani. Il braccio destro, sano, è penzolante lungo il fianco e si muove per l’inerzia del suo movimento. Il passo lo porta di fronte al tendone adibito ad ospedale, ed eccolo varcare l’ingresso aiutandosi con la mandritta nello scostare il sipario. Si ritrova ora in una sorta di sala d’attesa. C’è abbastanza trambusto e di avvede di diverse tendine posizionate a separare le zone in piccoli ambulatori e salette ove operare eventuali medicazioni. Ormai all’interno con brevi falcete si guadagna il centro della sala d’attesa ed inizia a guardarsi intorno cercando di capire come muoversi, e soprattutto a chi chiedere. < mh > La testa si scosta portando lo sguardo in diverse direzioni, notando le persone lì presenti e le diverse sedie, alcune occupate ed altre no < scusate a chi posso chiedere ? > Dice a tono abbastanza alto, senza dirigere quel proferire in direzione di qualche persona in particolare. Sperando che qualcuno gli venga in aiuto. La sua non è una situazione urgente, quindi è anche ben conscio che, probabilmente dovrà aspettare. [Equip. coscia sx: Shuriken (x2); Kunai (x2); Fuuda (x1) con sigillato tronchetto da sostituzione(x1) su ognuno incollate 2 carte bomba (x2) in due punti cardinali già attivate; Equip. coscia dx: Fumogeno (x1); Carta bomba libera (x1). Tasca portaoggetti: Filo di Nylon conduttore (x1) a cui estremità vi è attacca carta bomba (x1); Tonico recupero Chakra (x1); Tonico curativo (x1)]

12:54 Katsu:
  [Ospedale da campo - Sala d'attesa] Un momento di riposo. Un momento in cui, mesto, infila le mani nelle tasche del camice. <… Ma chi me l’ha fatto fare> sbuffa. Si lamenta, certo, a bassa voce e no, non lo pensa veramente, in effetti. E’ la stanchezza di turni che ancora non può reggere in pieno, essendo inesperto e non ancora formato perfettamente. Sbuffa ancora un paio di volte, prima che Rio faccia il suo ingresso. Ne sente la voce e va senza troppi complimenti ad intrecciare le proprie mani, a comporre il sigillo della capra. La mente va a figurarsi in automatico le due sfere: la spirituale al centro della fronte, la fisica al centro del ventre. Con uno sforzo della propria volontà va a comandar loro di mettersi in moto. Lentamente, ma sempre più veloce, fino a raggiungere la massima velocità, in un moto che le porta a virare sul loro asse, su sé stesse, in altre parole. Effettuato questo passaggio, va a comandar, tramite uno sforzo di volontà divenuto quasi automatico, ormai, due diversi percorsi, ma con un’unica destinazione: il centro del proprio petto. La sfera spirituale va a muovere in maniera discendente, attraverso gli occhi, giù nel naso e nella bocca, fino ad invadere la gola e scendere lungo lo sterno, per riversarsi nella sua destinazione, il petto. La sfera fisica, invece, verrebbe comandata in maniera ascendente, così da invadere lo stomaco e quindi il proprio costato ed incontrare la controparte al centro del petto. Va quindi a comandare un movimento volto a far mescolare le due controparti, così da far attivare il proprio chakra. Nel momento in cui Rio entra nella tenda, infatti, potrà vedere come un’infermiera comandi alle uniche due persone davanti a Rio di farsi avanti e poi rivolga a Katsu delle parole interrogative. <… Sì, ci penso io. Lo dica pure al dottore, se ho difficoltà lo chiamo> la liquida così, sì, il tono neutro, la voce bassa e schietta. Estremamente determinato, va ad effettuare un passo verso Rio. <.. A me> risponde semplicemente il genin di Kusa, la voce che non prende particolari inflessioni, rimanendo neutra. <.. Da questa parte> va a proferire all’indirizzo del ragazzo, senza troppi complimenti, andando a camminare verso le tende ed infilandosi in una di quelle vuote. Si tratta di una tenda abbastanza piccola, in cui c’è spazio per un lettino medico appoggiato sul lato destro della tenda. Entrando, sul fondo opposto, giace un lavabo con relativi rubinetti. Un mobile al fianco di questo, con due cassetti uno sopra all’altro. <Prego. Come ti chiami? Dimmi pure> non è molto esperto il Seiun, né si sente tale, ovviamente, ma può ipotizzare come il ragazzo non stia per morire, almeno a guardarlo. <Il mio nome è Katsu Seiun> va a proferire ancora, all’indirizzo del ragazzo [Attivazione chakra – chakra 30/30][Equip medico – Tasca destra camice: 1 tonico rec. Chakra, 1 tonico rec. Chakra speciale, 1 tonico recupero salute, 1 tonico recupero salute speciale – tasca sinistra: bustina CHIUSA recante garze sterili]

13:06 Rio:
  [Saletta] Si trova all’interno e inizia a squadrare alcuni degli individui lì presenti davanti a lui ed accolti da un’infermiera. Vede, poi, persone in camice, persone con vestiario comune, alcune di corsa, alcune più tranquille. Ma ciò che più lo colpisce è soltanto una cosa. Il gran vociare. Inevitabile, infatti, il trambusto lì presente. Tutti che parlano e il sommarsi di queste voce risulta essere alquanto fastidioso < mh > Mormora cercando di percepire in quel frastuono se qualcheduno abbia recepito la sua domanda e, soprattutto, abbia risposto. La mandritta, nel frattempo, viene scostata dal fianco e portata all’altezza del volto. Qui, afferrando l’asticella destra della montatura dell’occhiale, farebbe dei piccoli movimenti nel tentativo di raddrizzarlo. Posizionandolo in una posizione migliore, insomma < mh ? > La sua attenzione, nel mentre, viene richiamata da una voce. Un ragazzo, biondo, dalla corporatura simile a Rio, seppur leggermente più alto. Ascolta il suo dire, tramite cui lo invita a seguirlo. Le leve inferiori, or dunque, inizierebbero una marcia dietro quel ragazzo in direzione di una di quelle tante tende precedentemente notate < mh > Vi entra, facendo seguito al biondo ed arrestandosi subito dopo il sipario si avvedrebbe di quanto piccolo sia lo spazio. In situazioni di emergenza, anche una piccola stanza con un lettino può essere vitale. Nel vero senso della parola. Potrebbe far la differenza tra vita e morte. Ma non è il caso dell’Akari, che, come ben nota Katsu non è in fin di vita < Si salve > proferisce, soltanto ora < Io sono Rio Akari, credo che mi sia uscita la spalla > continua < la mia Sensei ha provveduto a rimetterla dentro ma adesso è tutta gonfia e mi fa abbastanza male > dice, mentre la mandritta si muoverebbe ad indicare la spalla sinistra vistosamente fasciata come precedentemente descritto. <E’ successo tutto ieri mattina, ma adesso è quasi insopportabile il dolore, sono sincero > bofonchia, concludendo. Se ne sta lì, a poco spazio del lettino cercando di spiegare cos’ha, seppur lui non ne capisce molto di queste cose mediche. Non conosce l’altro, ma vi si affida pienamente. D’altronde una dote da medico è proprio quella di trasparire fiducia. [Equip. coscia sx: Shuriken (x2); Kunai (x2); Fuuda (x1) con sigillato tronchetto da sostituzione(x1) su ognuno incollate 2 carte bomba (x2) in due punti cardinali già attivate; Equip. coscia dx: Fumogeno (x1); Carta bomba libera (x1). Tasca portaoggetti: Filo di Nylon conduttore (x1) a cui estremità vi è attacca carta bomba (x1); Tonico recupero Chakra (x1); Tonico curativo (x1)]

13:23 Katsu:
  [Ospedale da campo - Sala d'attesa] Fa strada a Rio e non perde occasione, una volta che sono entrati, per guardarselo apertamente. Individua il coprifronte della foglia riverso sul fianco, ma non commenta. <Vieni, Rio> gli fa strada. Non trasuda alcuna emozione e il farlo non gli costa alcuna fatica, data la smorfia naturalmente neutrale del volto e il proprio dire, che, seppur non trasudi alcuna emozione, non rispecchia appieno lo stato interiore del ragazzo, che, lasciato da solo dal medico a cui è affidato per la prima volta in assoluto, senza nessuno a fargli da tutore, ha l’ansia, chiaramente. Indica al ragazzo il lettino. <.. Siedi pure> fa eco con la voce, che asseconda i movimenti della propria mano mancina. Nel mentre si allontana pure dal paziente, a favore del mobiletto in fondo. Apre il primo cassetto e tira fuori un paio di guanti, che indossa con cura. Richiude il cassetto e si avvicinerebbe a Rio, sia che questi abbia ubbidito, sia che no. Ascolta il dire che egli gli rivolge e la propria mente va già a lavorar da sola ai possibili danni che egli possa aver ricevuto. <… Dunque, Rio. Dimmi un po’: sei riuscito a muoverla dopo la manovra di riallocazione? Non darmene dimostrazione, per favore> va a domandare, quindi, professionale o sforzandosi di esserlo il più possibile. <.. E dimmi anche un’altra cosa: hai avuto febbre?> incalzerebbe subito dopo, sempre con lo stesso tono. <… Hai fatto bene a venire qui, Rio. Tanti hanno paura. Pensa che io ci sono arrivato, in ospedale, che ero quasi morto> sì, va a far conversazione, mentre con le mani guantate, tenta di avvicinarsi alla fasciatura di fortuna di Rio. Non va a toglierla, comunque, ma, se il paziente glielo permettesse, andrebbe a tastare con le proprie dita i punti cardinali dove le ventisei articolazioni della spalla si annodano, a verificare se vi sono danni strutturali importanti. [Chakra 30/30][Equip medico – Tasca destra camice: 1 tonico rec. Chakra, 1 tonico rec. Chakra speciale, 1 tonico recupero salute, 1 tonico recupero salute speciale – tasca sinistra: bustina CHIUSA recante garze sterili]

14:00 Rio:
  [Saletta] L’abilità di un medico, oltre che quella di curare è senza dubbio l’empatia. Il mettersi nei panni del paziente e cercare di capire quale sia la problematica. I segni, i sintomi e ricondurli a un qualcosa di ben definito. In questo caso, però, la diagnosi è molto semplice. Katsu invita l’Akari a sedersi e quest’ultimo con un paio di passi si avvicina al lettino, fronteggiandolo. Posizionando quindi la mandritta sulla morbida superficie di quella struttura vi farebbe perno posandovi il suo peso per un attimo. Vi ruoterebbe intorno andando, solo ora, a posare ambedue gli ischi ove richiesto dall’altro Genin < mh > una leggera smorfia di dolore proprio quando si siederebbe, per poi schiudere le labbra < si sono riuscita a muoverla e niente febbre.. > dice. Sa bene che è riuscita a muoverla, d’altronde sta mattina vi ha provato. Bloccato da un dolore, atroce < comunque il dolore maggiore lo sento proprio qui. La mano destra si alzerebbe e tramite l’indice, appunto, indicherebbe una zona ben precisa. Lo punta infatti nella zona acromiale, nella sua giunzione con la testa omerale. < mh ? > ma il vociare dell’altro lo scosta da quel dire, attirando l’attenzione < quasi morto? Qualche missione andata storta? > replica rifacendosi a quel coprifronte ch’indossa e indica chiaramente il suo essere uno Shinobi. Nel frattempo, sempre la mandritta si porterebbe in una completa intrarotazione sorpassando anche l’ostacolo del tronco e trovandosi, quindi, con il dorso della mano contro la sua schiena. L’obiettivo ora sarebbe quello di agguantare il nodo della fasciatura tra le scapole cercando di tirarlo via. Prima di farlo, tuttavia dovrebbe cercare di sforzarsi nel cercarlo e nel gestirlo. Forse sarebbe il caso che Katsu lo blocchi, qualora riuscisse, altrimenti la spalla dolente di colpo non avrebbe più quel suo sostegno e un dolore atroce colpirebbe il povero Rio. Eh si, l’Akari fa parte diquei pazienti indisciplinati che vogliono dimostrare di essere indipendenti seppure, inevitabilmente, non lo sono. [Equip. coscia sx: Shuriken (x2); Kunai (x2); Fuuda (x1) con sigillato tronchetto da sostituzione(x1) su ognuno incollate 2 carte bomba (x2) in due punti cardinali già attivate; Equip. coscia dx: Fumogeno (x1); Carta bomba libera (x1). Tasca portaoggetti: Filo di Nylon conduttore (x1) a cui estremità vi è attacca carta bomba (x1); Tonico recupero Chakra (x1); Tonico curativo (x1)]

14:57 Katsu:
  [Ospedale da campo - Sala d'attesa] Tasta, cerca di capire se vi sono lesioni ossee importanti, se qualcosa in quelle articolazioni può aver fatto “crack” e quale sia il problema. Ed è aiutato dalle risposte che Rio diligentemente gli conferisce. Non gli parla, ma lo ascolta, impegnato a tastare la zona che ben presto Rio gli indica. La tasta con delicatezza, le dita che si diapanano sulla struttura indicata non con sapienza, ma quantomeno con intraprendenza. Il dolore sul volto dell’altro lo percepisce. Sente il dire dell’altro, ma quando sta per rispondere l’altro va ad esibirsi in un gesto che è fermato prontamente dal tirocinante. Digrigna i denti e scuote la testa, mentre la mano mancina va a tentare di bloccare il movimento del paziente sul nascere, nel tentativo preciso di impedirgli di sciogliere la fasciatura. <Le ossa non sono rotte e la manovra di riallocazione della spalla è stata fatta da qualcuno che è un medico, oppure che l’ha fatta molte volte, perché hai tutte le articolazioni al posto giusto. I tessuti di cartilagine sono danneggiati ma le fibre muscolari dei muscoli che sostengono le spalle a posto, fortunatamente. Quindi… se tu ti muovi io non ti posso aiutare perché, fondamentalmente, con le cartilagini danneggiate, le ossa si disallineeranno di nuovo> lo ammonisce e gli spiega quanto appreso nei primi tomi di medicina che in una notte è riuscito a divorare. Inesperto sulla maggior parte delle cose, ma ha imparato il funzionamento di ossa, cartilagini e muscoli, questo sì. Se glielo permettesse, lui stesso andrebbe a far le veci di Rio, andando a sciogliere quelle fasciature in favore di una maggiore libertà della spalla. Solo dopo va a togliersi i guanti dalle mani. <Bene. A breve non sentirai più nulla, Rio> prima le questioni mediche, insomma. Va a buttare nel cestino i guanti usati. <Completamente carbonizzato, da quanto mi è stato detto. Una delle copie del Dio si è fatto esplodere davanti a me con attaccate cinque carte bomba> sciorina. Il tono muta da quella neutralità forzata, diviene ben presto condito dalla profonda rabbia che ancora prova. <… E io mi sono vendicato alla missione successiva, mandando all’inferno un’altra copia. Letteralmente.> torna verso di lui, adesso. <Non ti dico la soddisfazione. Fermo ora> va a raccomandarsi. Ma tra la prima affermazione e la seconda c’è una differenza di tono sostanziale, perché la prima frase è naturalmente intrisa di un sadico piacere, mentre la seconda è più professionale. E’ un mutuo tentativo di mettere a suo agio Rio, in altre parole, di distrarlo dal dolore e dalla possibile paura. Una concentrazione, però. Va ora ad esser presa. Una concentrazione volta a cercar chiaramente il proprio chakra al centro del petto. La sua mente, memore dello sforzo del giorno addietro, lavora nella medesima direzione, vale a dire a fare una sorta di zoom sul proprio chakra stesso, così da trovare quelle due controparti che si sono unite in precedenza: la fisica e la spirituale. Fatta questa operazione andrebbe quindi a cernere, a comprendere in quella mutua visione solamente la parte fisica del chakra. Fissa nella mente quell’immagine e solo dopo andrebba a dar l’ordine a quella parte del chakra di salir lungo lo sterno e di passar attraverso le spalle e quindi lungo i bicipiti e gli avambracci, per transitare nei polsi e stabilizzarsi sulle proprie mani, che ora dovrebbero condirsi di un alone verdastro, il proprio chakra medico. La mano mancina va a posizionarsi dalla parte della spalla che verte sul lato della schiena, mentre la destra dalla parte che dà sul petto. Entrambe le mani vengono posizionate a circa dieci centimetri dalla spalla interessata di Rio. E’ comunque un movimento del chakra medico, volto all’estensione verso l’esterno, perché con uno sforzo del proprio volere andrebbe a canalizzare il chakra verso l’esterno, così che possa riversarsi nella spalla gonfia di Rio. Rio dovrebbe, dunque, cominciare a sentire una sensazione di calore piacevole, seguito ad un alleviarsi del dolore atroce che lo perseguita. Le ossa della spalla dovrebbero ricominciare a poco a poco ad esser lubrificate dalle cartilagini che dovrebbero, stimolate dal chakra medico, cominciare a rigenerarsi. [Chakra 25/30][Mani terapeutiche D – Attivazione – Consumo: 5 (attivazione) – Bersaglio: Spalla di Rio – PS Curati: 9][Equip medico – Tasca destra camice: 1 tonico rec. Chakra, 1 tonico rec. Chakra speciale, 1 tonico recupero salute, 1 tonico recupero salute speciale – tasca sinistra: bustina CHIUSA recante garze sterili]

15:12 Rio:
  [Saletta] Per fortuna, di Rio, l’altro blocca le sue movenze. Dunque l’Akari effettuando lo stesso movimento precedente, ma in direzione opposta, riporterebbe la man dritta al davanti del tronco, posandola sulla coscia medesima. Fa bene Katsu a richiamarlo e proferire quelle parole che un minimo lo spaventano. Quel ‘cartilagini rotte, le ossa di potrebbero disallineare di nuovo’ lo preoccupa, ed è proprio per questo che da ora in poi si affida completamente all’altro. Per quanto gli è concesso cerca di rimanere fermo e di soffrire in silenzio allo scioglimento della fasciatura. Il medico lo aiuta parlandogli in contemporanea così da distrarlo < ah si ? Gli hai fatto il culo insomma la seconda volta !! > replica mentre i muscoli mimici facciali si contraggono in qualche smorfia di dolore < sembri uno molto vendicativo da quanto dici!! > continua con un tono simile a prima. Adesso però, la sua attenzione viene attratta dal fare del medico che portando una mano anteriormente e una posteriormente alla porzione articolatoria interessata avvolgerebbero a mò di panino quest’ultima < mh ? > mormora cercando di comprendere cosa intende fare. Nel mentre il deltoide e parte della muscolatura superficale della spalla sarebbe contratta al massimo, ma non per volere di Rio, bensì per un riflesso di protezione alquanto fisiologico. Il dolore è percepibile, la preoccupazione anche ed è per questo che l’arto sarebbe ben teso nell’innato tentativo di proteggerlo < all’accademia ci aveva parlato di questa particolare abilità della squadra medica > bofonchia vedendo quel chakra verde fuoriuscire dalle sue mani ed avvolgere la spalla sinistra < impressionante > sentenzia, notando già un leggero alleggerimento del peso superficiale dell’arto. Percepisce una sorta di sgonfiamento, come un riassorbimento del liquido intra articolare che causerebbe quel gonfiore così prevalente. Rimane silente, fissando le mani dell’altro e cercando di percepire ciò che stia succedendo dentro la capsula articolatoria. Come se fosse possibile. [Equip. coscia sx: Shuriken (x2); Kunai (x2); Fuuda (x1) con sigillato tronchetto da sostituzione(x1) su ognuno incollate 2 carte bomba (x2) in due punti cardinali già attivate; Equip. coscia dx: Fumogeno (x1); Carta bomba libera (x1). Tasca portaoggetti: Filo di Nylon conduttore (x1) a cui estremità vi è attacca carta bomba (x1); Tonico recupero Chakra (x1); Tonico curativo (x1)]

15:36 Katsu:
  [Ospedale da campo - Sala d'attesa] Il flusso verde comincia ad avvolgere la spalla di Rio e il corretto funzionamento della tecnica dovrebbe esser testimoniato da un progressivo sgonfiamento della zona interessata che dovrebbe tornare alle dimensioni normali. Un moto della propria volontà va a mantenere attivo il proprio chakra medico, a selezionarne solo la parte fisica in maniera totalmente costante, così che questo fuoriesca copioso dalle sue mani, riversandosi nella spalla del paziente. Ma nel frattempo ne sente il dire. E tiene un occhio sempre sulle proprie mani, mentre Rio parla. Sguardo che non vien staccato nemmeno quando lui smette. <Sì, mi sono vendicato. E sì, ho provato una soddisfazione immane> conferma, sorridendo. E benchè vi sia una sorta di spavalderia nella sua voce, internamente la consapevolezza che il modo in cui si è sentito è sbagliato, quasi fosse la voce della coscienza, c’è eccome. <… Nessuno tocca me o i miei amici. Mi incazzo quando succede> va a giustificarsi, letteralmente, alla fine. Ci mette un punto, il tono è deciso per reazione a quella che è stata recepita come una critica da parte del parigrado. <… Come ti sei lussato la spalla, comunque?> chiede adesso, più per curiosità che per altro. Sorride quando il ragazzo gli fa quei complimenti. Un sorriso compiaciuto ed affilato, sul volto, quasi… di fredda determinazione. <… Vuoi sapere la cosa bella?> va a chiedere, adesso, l’ansia e l’agitazione che pian piano si diapanano a favore di una fiducia in sé stesso e una sicurezza maggiori. <… Ieri ho curato un ragazzo all’ospedale di Kiri. Mi credi se ti dico che sono diventato un medico proprio ieri aiutando Kaori Hyuga, che aveva finito il chakra, con un paziente?> butta lì. Parla e parla tanto, adesso. Dice anche cose a caso, tenta di distrarre Rio dal proprio flusso di chakra. Una parlantina sviluppata e non da lui, in effetti. Fa ciò che ieri Kaori faceva con lui, a specchio, su Rio. Non dice altro, benchè la sua testa partorisca molti pensieri, che spazza via a favore di una concentrazione maggiore, volta a far fluire con costanza il chakra attraverso la parte interessata. Le mani muovono a panino, ma in simbiosi verso l’alto, ora, verso la testa omerale, indicata in precedenza da Rio come oggetto di dolore, così che il chakra possa ricostruire i tessuti cartilaginei e le possibili lesioni. [Chakra 24/30][Mani terapeutiche D – mantenimento – Consumo: 1 (mantenimento) – Bersaglio: Spalla di Rio – PS Curati: 9 – PS Rio: Turno precedente (attivazione) {aggiorno ora per dimenticanza}: 80->89 | Turno attuale: 89/98 ][Equip medico – Tasca destra camice: 1 tonico rec. Chakra, 1 tonico rec. Chakra speciale, 1 tonico recupero salute, 1 tonico recupero salute speciale – tasca sinistra: bustina CHIUSA recante garze sterili]

16:03 Rio:
  [Saletta] E’ particolarmente attratto dal fare di Katsu. Quel chakra verde avvolge il suo arto il quale oltre che visibilmente verrebbe percepito proprio da Rio meno dolente < assurdo > bofonchia esterrefatto con gli occhi spalancati. Lo sente sgonfiarsi, svuotarsi dal liquido endocapsulare < sembri uno che tiene molto alle sue amicizie, da come parli > dice con un volto molto più leggero e sinceramente meno contratto < comunque ho fatto l’esame pratico per diventare genin, proprio ieri > la mandritta si porta sul nasello degli occhiali e con l’indice li spinge leggermente indietro sul naso < ho fatto uno scontro con un genin chiamato da Yume-sensei e nello schivar l’ho lussata> ebbene sì. Un solo passo falso e lo ha pagato < ma poi gli ho fatto proprio il culo !! > scoppia in una lieve risata mentre lo dice, divertito al pensiero. Ma alla fin fine è la verità, in poche mosse lo ha messo KO e senza impegnarsi troppo. Ma ora viene attratto da un altro dire del medico< coosaaa? > Il genin, solo ora, andrebbe a confessargli di essere diventato solo ieri un medico. ‘Pivello’, questo pensa Rio nella sua testa. Quel pivello lo sta curando ed ha le sue manacce sulla sua spalla. Ma non si scosta per niente. D’altronde ne sta beneficiando e non poco e per quello che gli interessa è essere messo in piena forma, nel minor tempo possibile ed è esattamente ciò che sta succedendo. Quindi, bene così < Kaori Hyuuga, senza chakra? > replica < si deve star dando un gran da fare con questa guerra e per rimanere senza chakra > conclude, analizzando un’eventuale possibilità di quell’avvenimento. [Equip. coscia sx: Shuriken (x2); Kunai (x2); Fuuda (x1) con sigillato tronchetto da sostituzione(x1) su ognuno incollate 2 carte bomba (x2) in due punti cardinali già attivate; Equip. coscia dx: Fumogeno (x1); Carta bomba libera (x1). Tasca portaoggetti: Filo di Nylon conduttore (x1) a cui estremità vi è attacca carta bomba (x1); Tonico recupero Chakra (x1); Tonico curativo (x1)]

16:27 Katsu:
  [Ospedale da campo - Sala d'attesa] Il primo dire di Rio viene accolto con un semplice cenno d’assenso, mentre un dubbio nella testa di Katsu comincia a prender forma. L’idea che Rio sia uscito dall’accademia da poco. Idea che trova prontamente conferma nelle parole del neo-genin di poco dopo. Mentiene alta la concentrazione, ad ogni modo, andando a dedicare ancora attenzione alla parte alta della spalla, dove già era, essendo la parte più danneggiata. Non corrisponde alla risata, ma un moto di muta neutralità e freddezza si dipinge sul viso dai contorni affilati del ragazzo, che scuote la testa. <Non c’è nulla da ridere, Rio> va a proferire d’improvviso, mentre mantiene costante quel flusso medico, prestando le ultime cure. <E’ uno schifo lì fuori. Un vero schifo. Non è come l’accademia. Lì ti insegnano le cose basi, ma ti tengono dentro un mondo ovattato in cui non sai con che realtà ti scontrerai dopo. E’ tutto bello fino a che sei in accademia, protetto e coccolato…> porta per la prima volta lo sguardo a cercare quello dell’altro. Un repentino cambio d’atteggiamento in cui torna in sé stesso, in quel realismo drammatico e spigoloso in cui si trova bene, fin troppo. <… Ma in guerra se ti lussi la spalla, sei già con un piede nella tomba. Quello che voglio dire…> stacca le mani, perché le ferite del corpo di Rio dovrebbero, virtualmente, essere tutte curate, l’alone verde che si ritira, il flusso che si interrompe. <… E’ che ti accorgerai che la guerra non ti guarda in faccia. Quando sei in missione se non sei attento, ti ammazzano per davvero, Rio. E se non ammazzi tu per primo il tuo nemico, vieni ammazzato. E’ proprio vero…> sbuffa, andando a guardare altrove. <… Non siamo formati in accademia. Non nel cervello> cita l’amico Yosai, a cui il pensiero si rivolge per qualche istante. <Ad ogni modo: sì, proprio lei. Sarà stata sicuramente reduce da un turno di lavoro sfiancante, a giudicare da com’era stanca. Mi ha chiesto lei di entrare nell’organizzazione dei medici> va a snocciolare semplicemente. Non vi è vanto nel dire, ma semplice constatazione. Non si bea del fatto che la Dainin in persona gli abbia chiesto di divenire medico, ma fa del suo meglio per ripagare la fiducia. Un istinto che parte dal profondo. Sbuffa leggermente. <… Ti ho rimesso in sesto, Rio. La tua spalla dovrebbe essere guarita completamente> va a proferire, ora, tornando più professionale nel parlare e nell’esprimersi. <Mi raccomando, non sforzarti troppo nei prossimi giorni, anche se non dovresti avere problemi> va a proferire. <Arrivederci, Rio, spero di incontrarti fuori da qui>E sì, sono quelle parole di congedo, ma parole sincere, un augurio dal profondo perché se lo incontrerà fuori dall’ospedale significherà che sarà ancora vivo. Katsu, poi, andrebbe a cercare una penna dalla parte davanti del camice e andrebbe a cercare alcuni fogli per compilare la cartella clinica di Rio con le informazioni sull’infortunio e le cure ricevute. [Chakra 23/30][Mani terapeutiche D – mantenimento – Consumo: 1 (mantenimento) – Bersaglio: Spalla di Rio – PS Curati: 9 – PS Rio: 98->100 ][Equip medico – Tasca destra camice: 1 tonico rec. Chakra, 1 tonico rec. Chakra speciale, 1 tonico recupero salute, 1 tonico recupero salute speciale – tasca sinistra: bustina CHIUSA recante garze sterili][END]

16:38 Rio:
  [Saletta] Il chakra verdaceo continua a fare ciò che deve fare. Curare Rio. Quel calore lo percepisce nettamente, ma ciò che percepisce ancora meglio è la sua spalla. La sente ormai sgonfia e soprattutto per niente dolente <mh?> lo sguardo e l’attenzione dell’Akari viene attirato dall’altro che inizia una sorta di paternale verso di lui. Si tratterebbe di un semplice consiglio, ma il carattere di Rio non è alquanto facile. Lo fissa negli occhi, tramite le lenti dell’occhiale da vista e mentre parla si palesa sul suo volto un sogghigno. L’angolo labbiale destro si innalzerebbe < capito > bofonchia con quel ghigno in bocca. Non va oltre. Vorrebbe rispondergli ed anche molto male, tuttavia si trattiene. Non spetta a Katsu dirgli cosa gli aspetta, non spetta a lui perché non sa quale siano le reali capacità dell’Akari e con quello che dice, quest’ultimo percepisce quanto lo sottovaluti. Ma come detto, non replica. Solo quella piccola e singola parola proferisce. <mh ? > sente, solo ora, le mani dell’altro scostarsi e percepisce a pieno la sua articolazione libera da quel dolore presente fino a poco fa. Istintivamente la mandritta si porta su di essa tastandola < uhm > mormora non percependo fastidi, ma solo calore residuo della tecnica del medico. Poi, l’altro lo saluto < oh si, grazie a te > replica, freddo, come prima. Eccolo, dunque, con un balzo scendere dal lettino e con fare lento dirigersi verso la sala d’attesa, per poi andarsene chissà dove. Ripensa alle parole di Katsu e non può che provar disprezzo. D’altronde l’Akari si sa com’è, testardo e narcisista. [Equip. coscia sx: Shuriken (x2); Kunai (x2); Fuuda (x1) con sigillato tronchetto da sostituzione(x1) su ognuno incollate 2 carte bomba (x2) in due punti cardinali già attivate; Equip. coscia dx: Fumogeno (x1); Carta bomba libera (x1). Tasca portaoggetti: Filo di Nylon conduttore (x1) a cui estremità vi è attacca carta bomba (x1); Tonico recupero Chakra (x1); Tonico curativo (x1)]

Rio si reca all'ospedale da campo per le cure, dov'è accolto da un Katsu al suo primo giorno di tirocinio. I due parlottano e Katsu fa la paternale a Rio in corso d'opera.

PS di Rio portati da 80/100 a 100/100 e quindi curato completamente.