[ O.M.M. ] - Il nuovo tirocinante
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Giocata di Corporazione
Giocata del 10/04/2020 dalle 15:08 alle 19:49 nella chat "Luogo Sconosciuto"
L’ala distrutta da un recente attacco ha tolto altro spazio ai feriti che, di questi tempi, abbondano fra le corsie dell’ospedale di Kiri. Kaori e gli altri medici cercano di fare il possibile per lavorare in qualsiasi condizione ma è evidente che, date le circostanze, il personale sia insufficiente a ricoprire il numero di casi in continuo arrivo. La cosa tuttavia non scoraggia i membri dell’Organizzazione Mondiale Medici ma li spinge a dare il massimo sfruttando ogni singola goccia di chakra e sangue presente nei loro corpi per salvare quante più vite possibili. La Hyuga passa gran parte del suo tempo al pronto soccorso per dare attivamente una mano durante questa crisi in attesa di un qualche tipo di informazione circa la locazione del nemico ancora sconosciuto: una volta identificato e individuato avrebbe volentieri partecipato all’attacco che l’avrebbe definitivamente tolto dai giochi. Fino ad allora eccola aggirarsi per le corsie dell’ospedale di Kiri con indosso un camice bianco aperto ed i capelli raccolti in un alto chignon perfettamente in ordine. Il coprifronte di Konoha è legato attorno alla gola mentre al di sotto della veste candida si può notare la presenza di un normalissimo completo verde chiaro tipico dell’unità medica di un tessuto piuttosto leggero e comodo. Ai piedi porta calzari ospedalieri bianchi perfetti per essere indossati anche tutto il giorno mentre nessun tipo di arma sembra essere presente addosso a sé; nel taschino superiore del camice s’intravede un oftalmoscopio, una penna di quelle atte ad osservare le reazioni pupillari ed un’altra normalissima dotata d’inchiostro. Nelle tasche porta due sacchetti: uno con dei tonici curativi ed uno con dei tonici per il chakra. Appare al momento piuttosto stanca, in piedi accanto al distributore di bevande del pian terreno. Il caos regna sovrano, infermieri o dottori avanzano di gran fretta tutt’attorno e lei si sta prendendo un attimo di respiro dopo una lunga mattinata di lavoro. Sta sorseggiando un caffè bollente appena preso dalla macchinetta e osserva con aria assorta la sala d’attesa accanto a sé. La situazione è davvero pessima e vorrebbe poter fare di più per tutta quella gente. [ Chakra: on ] Il dire di Yosai, la chiacchierata che i due hanno fatto, ha di certo sortito effetto sul ragazzo, aggiungendo al groviglio già complicato di emozioni che si porta dentro, altri fili invisibili, che mettono in disordine l’anima dall’interno del proprio corpo ed aggiungono altri dubbi ai tanti che già ha. Si tratta un ragazzo dall’aspetto che rispecchia perfettamente l’età che ha, diciassette anni, alto un metro e ottanta per un fisico longilineo e visibilmente atletico. La carnagione nivea fa da cornice a tutto il corpo, mentre i capelli ribelli e color platino giacciono sempre in disordine sulla sua testa. Gli occhi sono azzurro color del cielo terso, un colore reso ancor più evidente da due pesanti borse sotto gli occhi che cozzano con la carnagione dell’albino. Indossa un paio di sandali da ninja di colore nero, seguiti da pantaloni neri di fattura elastica, adatti al moto e al combattimento. La parte superiore è fasciata da una semplice t-shirt nera. Alle mani, infine, reca un paio di guanti da ninja. Gli accessori sono molteplici: sulla fronte porta il coprifronte con la placca d’argento che reca il simbolo del villaggio dell’erba, mentre sul fianco sinistro è legato un portaoggetti in cui tiene tutto l’equipaggiamento all’interno. Alla coscia sinistra, infine, è legato un portakunai, con relativo armamento. E’ in tenuta da ninja anche se, effettivamente, il suo turno di ronda e lavoro è finito. E a più riprese, tra ieri e oggi, può esser stato visto nei pressi dell’ospedale, sia la sede centrale di Kiri e sia nell’ospedale da campo allestito nel suo accampamento fuori dal villaggio. Sta camminando in direzione della sala d’attesa. Il passo è sicuro e cadenzato, il viso affilato è nella propria naturale espressione: una fastidiosa neutralità imperscrutabile. Fortuitamente muove proprio verso le macchinette dove c’è Kaori. La inquadra da lontano, stringendo gli occhi in un moto di concentrazione che sfocia in un’espressione dubbiosa nel tentativo di capire qualcosa, un ennesimo dubbio che nella propria mente si annida. E’ stanca, Kaori. Si può vedere stampata sul suo viso la spossatezza dei ritmi serrati di quei giorni. Le palpebre inferiori sono circondate di occhiaie non particolarmente scure ma ben visibili mentre l’espressione solitamente elegante e raffinata sembra quasi sporcata di una fatica palpabile. Appare ugualmente ordinata, composta nella sua posa ben dritta, ma visibilmente affaticata. Sente di aver sfruttate molte energie fino a quel momento ritrovandosi a corto di chakra. Ha ingerito un tonico pochi minuti prima e per questo non può sfruttarne nuovamente gli effetti per svariate ore: dovrà attendere che le sue energie ritornino poco per volta e sperare che fino ad allora non le sia richiesto di ricorrere a queste. Beve il suo caffè rintanata contro la macchinetta così da non crear ostacolo ad eventuali barelle di passaggio e, quando finisce la bevanda, cestina il bicchiere di cartone nel bidoncino lì accanto. Si sgranchisce il collo massaggiando la nuca con un gesto vagamente scomodo atto a rilassare e sciogliere i nervi prima che qualcosa richiami violentemente la sua attenzione. Dall’ingresso giunge, gridando, una squadra di ninja ricoperta di terriccio e sangue che si fa largo fra i presenti chiamando aiuto. "Per favore, aiutateci!" grida una ragazza dai corti capelli biondi macchiata qua e là di fango. "Il nostro amico è ferito, ha perso un sacco di sangue!" spiega il suo compagno mentre Kaori si affretta verso di loro distaccandosi rapidamente dalla parete. I due ragazzi stanno sostenendo l’amico per le spalle ma questo è visibilmente pallido e debole. Una scia di sangue segue i loro passi fino a che, in mezzo al corridoio, non si fermano all’arrivo della Hyuga. < Ci penso io ragazzi, lasciatelo a me. > dice con tono sicuro la Dainin prendendo il ragazzo in braccio senza particolare difficoltà nonostante appaia fragile come una bambola a vederla. < Cosa lo ha ferito? > chiede mentre lo solleva stringendoselo al petto, sentendolo gemere di dolore in stato di semi-incoscienza. "U-un kunai. Un kunai al ventre" spiega la ragazza in lacrime, preoccupata, mentre il terzo compagno di team la stringe a sé per rassicurarla. Kaori annuisce stringendo le labbra in una linea sottile. < Ho bisogno di aiuto qui! Mandatemi qualcuno, presto! > esclama avvicinandosi al primo ambulatorio disponibile lungo il corridoio frontale all’ingresso, frustrata. <"Sono tutti occupati dottoressa, c’è un grosso intervento in sala operatoria 2"> interviene l’infermiera del piano con voce mortificata mentre la Hyuga, trattenendo una bestemmia, entra nella stanza che la donna ha premura di aprirle. [ Chakra: on ] Inquadra ancora la figura di Kaori con maggior insistenza. <… E’ Kaori Hyuga…> va a proferire a sé stesso, come a volersi dare quella personale sicurezza. Avanza mestamente nell’ospedale, tra dubbi ed emozioni, quando quelle grida dei ninja che entrano in ambulatorio gli provocano un brivido. E’ d’istinto che va a formare con le mani il sigillo della capra al centro del petto, mentre un rantolo di familiare concentrazione va a tentare di evocare nella mente l’immagine di due sfere: la spirituale al centro della fronte, la fisica al centro del ventre. Due sfere che tenta di focalizzare con chiarezza, due sfere a cui, successivamente, vorrebbe comandare un moto sul loro stesso asse, in maniera sempre crescente, fino a che si trovino a vorticare alla massima velocità. Solo allora vorrebbe contemporaneamente comunicar loro, con l’ennesimo sforzo della volontà, due moti diversi, ma in perfetta contemporanea. La sfera spirituale dal centro della fronte vorrebbe muovere in moto discendente fin giù agli occhi e quindi lungo il naso e nella bocca, transitando quindi giù per la gola e nello sterno, fino a riversarsi al centro del proprio petto. La sfera fisica, invece, vorrebbe andare a riversarsi in moto ascendente attraverso l’addome e lo stomaco, fino a risalire il costato ed arrivare anch’essa al centro del petto, dove vorrebbe incontrare la controparte. Con un ennesimo sforzo della propria volontà vorrebbe andare a comandare alle due sfere di mescolarsi per attivare quella forza che permea ed evoca un innato senso di protezione: il proprio chakra, che dev’esser pronto per ogni evenienza. Corre, pensando ad un ennesimo attacco di quel Dio che, almeno nella sua mente, avrebbe senso, essendo il loco pieno di ninja. Sente la conversazione. Sente ciò che Kaori comanda e sente anche le risposte. Ma che fare? No, non si precipita. Ci pensa per qualche frazione di secondo. Una frazione di secondo in cui pondera tra la paura e la neutralità e l’intervenire. <KAORI-SAMA!> la chiama, correndo verso di lei, virtualmente buttandosi prima di poter rimuginare, in un moto incontrollato. Proverebbe a raggiungerla. <… Katsu Seiun, genin di Kusa. Posso aiutarvi in qualche modo?> tenterebbe, quindi di riversarsi nella stanza con lei, di sgattaiolarvi dentro senza troppi complimenti. [Attivazione Chakra][Chakra 30/30] Deposita il corpo del ragazzo ferito sul lettino presente nella stanza notando ora il pallore sinistro della sua pelle. E' sudato, il suo respiro è corto e sembra non essere totalmente cosciente. La donna nota immediatamente la ferita al suo fianco e va senza nemmeno pensarci a tamponarla con le mani premendo con forza. Non sembra essere un taglio eccessivamente profondo ma la zona colpita è assai sensibile e ha perso molto sangue: se qualcuno non dovesse medicarlo in tempo rischierebbe di morire per emorragia massiva, infezioni (chissà quanti batteri saranno entrati in quella ferita durante il trasporto?) e chissà che altro. Stringe i denti la Hyuga mentre una voce la distrae dal possibile crollo emotivo. Solleva il capo -avendo cura di continuare a premere sulla ferita così da bloccare l'emorragia- e vede sulla soglia uno shinobi dall'incarnato latteo e le vesti buie. Si presenta come Katsu Seiun e si offre miracolosamente d'aiutare. < Sì, sì, per favore, corri. > replicherebbe all'istante la Hyuga, grata ai Kami di averle mandato qualcuno in soccorso: ora come ora è davvero troppo svuotata di energie per poter essere più utile di un qualsiasi civile. < Sei un ninja medico? > chiederebbe con la mente che le frulla a mille, pensieri su pensieri ad ingarbugliarsi mentre l'adrenalina prende a scorrerle nelle vene facendola sentire improvvisamente ricca di energie, leggera come una piuma e particolarmente ricettiva. Sa che è solo una sensazione, sa che è ancora troppo debole per richiamare il suo chakra curativo ma almeno le sembra di poter pensare pian piano più lucidamente. Osserva il ragazzo, il modo in cui non sembra essere sicuro del suo dover essere lì, e ipotizza che probabilmente no, non è un medico oppure è solo un tirocinante: meglio di niente, in ogni caso. < Ho bisogno che tu prenda un paio di guanti da quella scatola e che li infili. > dice la donna indicando con un cenno del capo un mobiletto vicino su cui è posto il contenitore in questione < Dopodiché recupera delle garze sterili dal cassetto subito sotto, sono in delle confezioni di carta bianca, e vieni vicino a me perché devi tamponare questa ferita. > gli indica seria, con voce ferma e chiara, cercando di mettere da parte l'allarme mostrato fino a quel momento in favore di un atteggiamento più positivo e professionale. E' una situazione critica ma la ferita sembra essere persino banale: adesso che non è più sola non c'è nulla di troppo complicato da fare. Deve solo indicare a quel ragazzo come muoversi e tutto sarebbe andato per il meglio. [ Chakra: on ] Il cuore gli tambureggia nel petto e la mente già lo maledice e lo bastona per quell’eccesso di istinto, per quell’essersi rispecchiato nel ninja entrante e ferito, tutto insanguinato. La mente lo maledice assolutamente. Insicurezza, l’insicurezza di un campo inesplorato come quello medico. Un campo di cui non sa assolutamente niente. Sguscia in quella stanza, comunque e quell’assenso di Kaori altro non gli provoca che ansia ed agitazione. Gonfia i polmoni d’aria e li sgonfia tutti insieme, non preoccupandosi che l’ansia gli si veda sul volto. Chiude per una frazione di secondo gli occhi e intima a sé stesso la calma più totale e completa, così come fa quando è in missione. La sensazione che il chakra gli dà aiuta sicuramente e il fatto che Kaori si calmi e gli dia ordini precisi, aiuta. Il cuore, tuttavia, ancora tambureggia nel petto per quell’ansia, l’ansia di avere, virtualmente, la vita di un vero e proprio paziente tra le mani. Rimane lì, a distanza e sente la domanda di Kaori. <No, Kaori-Sama. Solo un ninja che si rivede in questo poveraccio e che non sa stare al posto suo> commenta con sincerità, il tono basso che tradisce l’ansia che il volto e il corpo non manifestano, il dire che è un rimprovero velato a sé stesso. Sente le istruzioni della dottoressa e vola, letteralmente, al mobiletto, ne tira fuori un paio di guanti e se li infila nelle mani senza troppi complimenti. Sono momenti in cui l’adrenalina pompa come se fosse in missione e il corpo si nutre di essa e si fa più ricettivo. Non commenta, non parla, perché esegue e basta. Va ad aprire il cassetto sotto al mobiletto indicato e va a tirar fuori una confezione bianca di quelle che la Hyuga gli comanda di prendere. E sì, si avvicina, ma non agisce da solo, ma si volta verso la dottoresa. <… Non sono un ninja medico, Kaori-Sama, ma farò ciò che serve. Anche io sono giunto in ospedale carbonizzato e attaccato ad un rantolo di vita, almeno stando a ciò che mi hanno detto. So cosa si prova a trovarsi lì> indica con la testa il paziente, il dire che è schietto, diretto, senza troppi fronzoli. Concentrato ed adrenalinico, aspetta che Kaori gli dia indicazioni. [Chakra 30/30] Annuisce lievemente alla replica del ragazzo umettandosi nervosamente le labbra. Poco male. Non importa. Sarebbe stato meglio avere un collega vicino ma tutto sommato meglio avere qualcuno di inesperto che non avere nessuno in generale. Kouki o Tenshi avrebbero potuto darle man forte ma anche quel ragazzo, a modo suo, avrebbe potuto aiutarla a salvare quella vita e, chissà, magari anche lui -dopo questa esperienza- avrebbe scelto di perseguire la sua stessa strada. < Ora come ora è un bene che tu abbia deciso di farti avanti, Katsu, credimi. > chiosa la donna al primo dire del ninja dell'Erba, continuando a tamponare la ferita con le mani. Il sangue continua a fuoriuscire, seppur meno rapidamente, le sue dita sono tinte di un cremisi scuro, vivo, che ormai non la spaventa più come i primi tempi. Indica al ragazzo cosa fare per poterle dare una mano e lo segue con lo sguardo. Vede il genin andare a recuperare i guanti, infilarli e poi recuperare la confezione di garze come richiesto. Quando le si fa vicino ascolta le sue parole e con amara leggerezza solleva lo sguardo a cercare le iridi cerulee di lui. < Chiunque possegga quel coprifronte arriva a scoprire cosa si provi, prima o poi. > constata con semplicità cercando di mantenere la conversazione semplice e costante così da impedire ad entrambi di andare nel panico. < Ma sono felice del fatto che questa esperienza ti abbia spinto a voler cambiare le cose per questo ragazzo. L'empatia è un'ottima virtù per un medico. > aggiunge abbozzando un sorriso stanco prima di schiarirsi la gola. < Va bene Katsu adesso vieni qui accanto a me. > riprende dopo poco Kaori scostandosi appena dalla propria posizione senza tuttavia mai distaccare le mani dalla ferita del paziente. Si smuove quel tanto che basta da permettere all'albino di posizionarsi esattamente davanti al fianco del giovane guardandolo poi dritto negli occhi. < Adesso devi aprire quella confezione e prendere le garze sterili all'interno. Al mio via dovrai prendere il mio posto e premere forte sulla ferita così da tamponare l'emorragia, capito? > dà disposizioni, la Hyuga, con tono chiaro e lento, annuendo lentamente col capo così da imprimere maggiore urgenza al discorso. < Lui è svenuto, non sentirà niente, per cui non aver paura e pressa con forza: dobbiamo fermare il sanguinamento se vogliamo salvarlo. > gli spiega così da permettere al suo improvvisato collega di capire la situazione senza aver paura di fare più male che bene. < Io non ti abbandonerò ovviamente, ti dirò man mano cosa fare. > assicura, con fermezza, prima di andare a deglutire e quindi inspirare a fondo fino a riempire i polmoni d'aria. < Bene. Al mio via. > chiosa guardando Katsu negli occhi. < Tre... due... > aspetta un paio di secondi fra un numero e l'altro, cerca di vedere nello sguardo altrui la minima scintilla di ritrosia o nausea per esser certa di non vederlo scappare a gambe levate al primo schizzo di sangue. < uno... > Si allontana col corpo dal lettino lasciando intuire all'albino di avvicinarsi e di tenersi pronto, le sue mani si sarebbero scostate nel giro di un istante. < via! > esclama Kaori allontanando i palmi sanguinanti dal corpo pallido del paziente assicurandosi che, allo stesso tempo, il ragazzo vada a sostituirsi a lei pressando con forza le garze sterili contro il taglio ancora aperto. [ Chakra: on ] Accoglie la benedizione iniziale di Kaori con maggiore leggerezza. Non sorride, il volto si tende, semmai, affilato come lame già di per sé. Annuisce, concentrato. Sente quindi, nell’indaffaramento generale, le seconde parole della ragazza e sbuffa un po’. <… Era la mia prima missione. Ero con Yosai, un genin della foglia, praticamente mio fratello. Non di sangue, per carità, è alto il doppio di me, ma per esperienze fatte insieme. Quel…> si blocca dal proferire imprecazioni su imprecazioni, che va a reprimere con discreto successo. La conversazione intrattenuta con la Hyuga aiuta a distendere i nervi, ad essere lucido. <… maledetto con le corna aveva attaccate al corpo cinque carte bomba, mi è venuto vicino e si è fatto esplodere> confida, senza un minimo di remora o tensione nella voce. L’esperienza brucia ancora nel petto di una rabbia vendicativa che gli si riflette negli occhi azzurri come una fiamma sinistra che brucia tutto. E poi adocchia il poveraccio e sente le parole di Kaori, scuote un po’ la testa, gli occhi che si tendono un po’. <Beh.. ogni vita salvata, è qualcuno che non muore ucciso da quel bastardo, Kaori-Sama. E se posso fare il mio per togliere vite alla sua falce, allora lo farò> empatia o non empatia, insomma. Non è quella la cosa principale per lui. Serio, teso, adrenalinico, ascolta tutte le indicazioni di Kaori e le memorizza. Si stampano a fuoco nella sua mente quelle istruzioni. Ma quello che muove di più Katsu in quel momento è la fiducia che percepisce distintamente da parte della dottoressa. <Farò del mio meglio, grazie della fiducia, Kaori-Sama> scandisce, netto e basso in quel tono che si avvicina più a quello di un uomo che di un ragazzino. E’ quello che lo smuove a dar il meglio di sé. E’ per questo che va ad aprire il pacchetto e ad estrarne le garze sterili. Si posiziona quelle garze nella mano sinistra in maniera accurata, pronti ad esser premuti. Ma quando Kaori comincia a contare, l’occhio non punta più su di lei, ma sulle sue mani. L’orecchio ne sente i numeri, ma è l’occhio a far da padrone. Ecco che infatti va a studiare la posizione delle mani di Kaori e quando lei va a staccarle, senza aspettare la frazione di secondo che divide l’atto dalla parola finale, va a tentar di scartare e posizionarsi nello spazio lasciatogli da Kaori, le mani che andrebbero ad occupare il fianco del ninja riverso sul lettino. La sinistra muoverebbe prima ed andrebbe ad impattare proprio sulla ferita, giacchè munita di garze, mentre la mano destra muoverebbe una frazione di secondo dopo e andrebbe a comandare una forte pressione, esercitata con tutta la propria forza a spingere la corrispettiva verso l’interno del corpo del ragazzo, così da arginarne l’emorragia come Kaori ha comandato.[Chakra 30/30] Ascolta il resoconto del ragazzo stringendo i denti in una linea dura sul volto. A quanto pare questo ricorrere alle carte bomba per far esplodere le copie in aria a mo' di terroristi è un pattern fisso nelle disposizioni di questa cosiddetta divinità. < Non sei il primo che mi racconta di una cosa simile. E sai che ti dico? > chiosa la donna guardando il ragazzo in viso, seria, l'adrenalina a pompare a mille nelle vene. < Un Dio non ha bisogno di questi mezzucci per abbattere i suoi nemici. > Mostra un sorriso tagliente, Kaori, quasi un tentativo di offendere quel mostro e sminuirne la potenza così da rassicurare il ragazzo sulle sorti finali di quella situazione. Vuole infondergli forza, speranza, spingendolo a credere che un avversario attaccato a simili trucchetti è un avversario che non è abbastanza forte da poter essere una vera minaccia. < Ben detto, ragazzo. Mi piace come la pensi. > gli sorride poi quando il giovane prosegue nel suo discorso prima di annuire quando questi la ringrazia per la fiducia ricevuta. La Hyuga non aggiunge altro, si limita a contare alla rovescia per poi vedere le mani del genin muoversi rapide al suo via. Lo vede eseguire le sue indicazioni con prontezza, senza esitazione, sentendosi istantaneamente sollevata dalla sua determinazione. < Bene. Bravissimo. > chiosa la donna, annuendo, prima di aggirare il lettino per raggiungere lo stesso mobiletto cui aveva indirizzato poco prima il ragazzo. < Applica una pressione continua, io arrivo subito. > lo avvisa mentre lava rapidamente le mani al lavandino posto accanto al mobile liberandosi del sangue che le colora la pelle. Si lava rapidamente, in maniera approssimativa non avendo abbastanza tempo per fare di meglio. Si asciuga alla salvietta lì accanto e poi infila i guanti in lattice presi dalla scatola precedentemente indicata al Seiun. A quel punto Kaori recupera dal sacchetto nella tasca destra del suo camice un tonico curativo e, preso un bicchiere di plastica, lo sbriciola all'interno ben attenta a ridurlo in polvere. Ora come ora il paziente non può masticare e spingerlo ad ingerire una pillola di quelle dimensioni avrebbe potuto fare più danni che altro: opta quindi per fargli praticamente bere quella polverina così da limitare al massimo qualsiasi rischio. < Continua a premere. Adesso gli somministro un tonico curativo, dovrebbe fermare l'emorragia e fargli recuperare il sangue perduto. > lo avvisa voltandosi alla fine verso il lettino col bicchiere in mano. Si avvicina al viso del paziente e, a quel punto, presa la sola testa la solleverebbe di poco attenta a non smuoverne il busto. Guiderebbe il bicchiere fra le sue labbra e, forzandole, farebbe scivolare il farmaco polverizzato lungo la sua gola andando poi a massaggiare il collo così da stimolare salivazione e deglutizione. Se tutto fosse andato per il meglio Katsu dovrebbe sentire il sangue fermarsi sotto le sue mani, smettendo di inzuppare la garza e le sue dita. < Ha funzionato? > domanderebbe, Kaori, preoccupata, andando poi a portare indice e medio destro lungo la carotide del paziente. Il battito sembrerebbe riprendere forza, vigore, sotto quel contatto fornendole una stilla di speranza. [ Chakra: on ] Preme quelle mani sulla ferita del ninja riverso sul lettino. Ma sente anche il dire di Kaori. Esercita una pressione che è continua, sempre la stessa forza su quel taglio. <Sì, Kaori-Sama, soprattutto perché non è riuscito neanche ad uccidermi. Non gliel’ho voluta dare questa soddisfazione> digrigna i denti, rabbioso, a tratti, ma solo per qualche istante. Poi torna a sorridere. Un sorriso storto, affilato, quasi cattivo, che ben si adatta a quel viso tanto scolpito. <.. A proposito, conosco un vostro allievo, Kaori-Sama, Onosuke Aburame> butta lì, tanto per far conversazione, proprio perché gli rilassa i nervi, che continuano a mantenersi tesi. Agitato, visibilmente, tuttavia mantiene quanto più sangue freddo può, anche grazie alle frotte di adrenalina che gli pompano in corpo. Le parole di Kaori, quindi, quei complimenti, gli infondono un coraggio non indifferente. Non risponde, non se ne bea, né si crogiola sui complimenti che la Hyuga gli dedica. Annuisce semplicemente quando lei gli raccomanda di tener costante quella pressione. E lui lo fa, mette la stessa forza, non più, non meno. Se la vede poi sfilargli vicino e somministrare il tonico al povero ninja. Gradualmente il sangue prende a fermarsi sotto le sue dita, sente quel flusso arrestarsi con la stessa velocità di un rubinetto che si chiude poco a poco. <Sì, Kaori-Sama, non sento più il sangue scorrermi tra le dita> sollevato. Decisamente sollevato, adesso. L’ansia sembra pian piano recedere col migliorare delle condizioni del ninja. La guarda, però, ormai allenato, aspetta altre istruzioni da parte sua. [Chakra 30/30] Non ha idea dell'esperienza dell'altro, non sa se sia un genin, un chuunin o uno special jonin ma a giudicare dalle emozioni che lascia trasparire dai suoi discorsi è quasi certa che non sia ninja da troppi anni. Le sembra di vedere dentro i suoi occhi la fiamma che anima ogni shinobi nei primi anni della propria carriera. Quella fiamma che il tempo e la morte ed il sangue vanno lentamente soffocando fino ad estinguerla. Lo sguardo di Kaori un tempo sarebbe potuto apparire simile ad un incendio eppure, adesso, non è nulla più che una placida spiaggia. Il suo sguardo non riluce di entusiasmo od emozione, è fredda, distaccata, analitica. Maturata. Solo conoscendola a fondo, solo superando le mura che la sua reputazione e fama ergono si può trovare quella fiamma ancora viva nel suo petto. Nascosta, protetta con forza dal calore delle persone che più ama al mondo. < E guarda com'è andata a finire. Tu sei qui, vivo e vegeto, che salvi un tuo compagno dal suo ennesimo attacco fallimentare, e lui perde pezzi su pezzi. > lo incoraggia, ancora, continuando a parlargli. L'altro non è abituato a questo tipo di situazioni, probabilmente è la prima volta che si ritrova a salvare la vita a qualcuno tramite mezzi che non contemplino l'eliminazione di un nemico: può solo immaginare la tensione a cui debba essere sottoposto e per questo cerca di distrarlo facendolo concentrare su una conversazione quanto più tranquilla possibile. < Oh! Devo dire che mi piacciono le compagnie che frequenti. > sorride Kaori al nominare di Onosuke da parte del giovane, il tono divertito mentre lava le mani nel lavandino presente nella stanza, l'acqua a cadere scarlatta nel fondo del lavello. < Onosuke è davvero un bravo ragazzo ed un ottimo allievo, spero che andiate d'accordo. Anche se, dato che hai un rapporto tanto stretto con Yosai, posso immaginare che non avresti problemi. Sono ragazzi che per certi aspetti trovo piuttosto simili. > chiosa tranquilla, concentrata, mentre adesso fa ingerire al paziente il tonico opportunamente trattato. Il suo piano funziona e le condizioni del ragazzo si stabilizzano. Tira un sospiro di sollievo quando Katsu le conferma di aver sentito il sangue cessare di fluire e quindi annuisce lieve. < Bene. Bene. > ripete quasi più a se stessa che a lui. < Adesso puoi togliere le mani e farmi dare una occhiata alla ferita. Resta lì, ho ancora bisogno di te per una cosa... > lo avvisa la Hyuga aggirando il lettino così da raggiungere il genin. Non è certa di quello che sta per fare, in verità, ma vuole dare al ragazzo una possibilità di riuscita. Sente che merita una ennesima prova di fiducia dopo l'aiuto fornito in quel momento. Scruta la ferita con occhio attento tastando piano, con sapienza, la zona. Non sembra esserci alcun tipo di gonfiore alla palpazione, non dovrebbe esserci alcun tipo di emorragia interna. Gli organi non sembrano essere stati coinvolti, il battito è sempre più forte. Il taglio è netto, preciso e porta la donna ad assumere un'espressione contrariata. < Qualcuno ha tolto il kunai. > chiosa indicando al giovane di guardare, se avesse voluto. < Non c'è un foro di uscita quindi una volta entrato è stato estratto. Mossa stupida. > scuote leggermente il capo, Kaori, stanca. < Se avessero lasciato il kunai dentro avrebbe impedito al sangue di uscire. Ma una volta sfilato... beh, hai visto cosa è successo. > spiega al ragazzo espirando fino a svuotare i propri polmoni. La situazione è tutto sommato sotto controllo adesso: il pericolo maggiore era costituito dalla massiva emorragia, ma ora che il sangue è stato fermato ed in parte rigenerato, la ferita si rivela blanda e non preoccupante. < Bene. Il paziente non è più in pericolo ma dobbiamo comunque richiudere la sua ferita. > Principia Kaori sfilandosi ora i guanti per gettarli nel vicino cestino. < Io sono praticamente rimasta senza chakra per cui non potrò occuparmene personalmente. Cercherò quindi di spiegare a te cosa fare, se a te sta bene. > continua rivolgendosi al ragazzo. Se Katsu avesse acconsentito Kaori sarebbe andata ad annuire e quindi riprendere. < Il chakra medico è sostanzialmente costituito dall'energia fisica di cui è composto il tuo chakra. Viene concentrata e fatta filtrare nel corpo dei pazienti così che aiuti il fisico altrui a rigenerarsi. > spiega con tono calmo, lento e cadenzato guardando il genin in volto. < Per richiamarlo devi quindi cercare di estrapolare dal flusso del tuo chakra le SOLE energie fisiche e concentrarle sulle tue mani. In caso dovessi riuscirci voglio che tu porti i tuoi palmi sopra la ferita senza toccarla. Lascia una decina di centimetri di distanza, non di più, e poi fai fluire il chakra medico dalle tue mani fin dentro la ferita così da riempirla e farla rimarginare. Se ci sarai riuscito lo vedremo subito. > chiosa la Dainin con un sorriso conciliante, andando solo a quel punto, incuriosita, a farsi da parte per lasciare al ragazzo lo spazio di cui necessita per procedere. Non sa se riuscirà nel suo intento, ma una parte di sé si fida delle sue capacità. [ Chakra: on ] [ //OFF: il jutsu si chiama mani terapeutiche ed il costo è di 5 per l'attivazione + 1 di mantenimento a turno. Al tuo livello curi: il tuo punteggio d'attacco sul nin/3 in punti vita.] Si confronta con un’esperienza nuova e un po’ destabilizzante, ma non ha paura del liquido scarlatto che esce dalla ferita del povero sventurato e che gli insozza completamente le mani. Lui continua a premere e a lasciarsi volentieri distrarre dal dire di Kaori, che in qualche modo è terapeutico. Le parole di Kaori hanno lo straordinario potere di far uscire la parte più sadica e cattiva del suo essere. Ed infatti il ghigno si spande. E non è un sorrisetto da ragazzino pulito, ma un vero e proprio ghigno di godimento. <E un pezzo l’ho mandato all’inferno io stesso, Kaori-Sama. Letteralmente> il dire è di un godimento estremo e percepibile, di una foga, pur essendo calmo il tono, disarmante e di un sadismo che una persona normale non dovrebbe avere. Porta ancora lo sguardo sulle mani mentre le orecchie ne ascoltano la ragazza. Scrolla le spalle al suo secondo dire. <Beh… lungi da me voler contestare il vostro giudizio, Kaori-Sama, ma…> ci pensa pure un po’, mentre continua ad applicare quella pressione. <… Beh, Onosuke è un ragazzo a posto, dacchè ci ho potuto parlare, un ragazzo ben educato, mentre, beh… Yosai è…> si volta nel tentativo di ricercare lo sguardo della Dainin. <… un orso. Ha il fisico, la forza e i modi di un orso. E anche la sua istintività, se posso permettermi. Ma è una gran brava persona. Abbiamo condiviso il campo di battaglia, la sofferenza. Ed è stato lui a salvarmi la vita portandomi in ospedale> continua quel discorso, senza abbandonare il pensiero all’amico. Concentrato, infatti, va a togliere le mani con le garze dalla ferita. Non va neanche a togliersi i guanti, ma guarda quella ferita senza troppi problemi. E’ inspiegabile il fatto che non gli faccia il minimo effetto o non gli dia il minimo schifo vedere la carne aperta o il sangue. Non parla più, ma ascolta le spiegazioni della Hyuga, annota le sue indicazioni a fuoco nella testa ed annuisce. L’ennesima prova di fiducia che non può e non deve deludere. Va quindi a gettare le garze insanguinate nel cestino, abbandonando temporaneamente la postazione e a togliersi i guanti che fanno la stessa fine. Si avvicina ancora, quindi. Guarda quella ferita e guarda le proprie mani, quindi. Gonfia i polmoni al massimo e quindi li sgonfia, buttando fuori aria, prende i propri tempi e la propria concentrazione. Un moto, questo, che si porta dietro dall’accademia. Tenta di trovare al centro del petto il proprio chakra. La propria mente scava a fondo per figurarsi quel flusso. Ciò che la propria mente dipinge è una scissione del flusso di chakra. Tenta di figurarsi nella mente quelle due energie unite, le fisiche alle spirituali. Il lavoro della propria mente, dunque, sarebbe quindi quello di andare a fare una cernita mentale, volta all’atto di escludere le energie spirituali, di focalizzare e comprendere nella propria volontà solamente le fisiche. Effettuata questa cernita mentale, sarebbe la propria volontà ad entrare in gioco, poiché vorrebbe comandare alle proprie energie fisiche di salire lungo lo sterno per virare verso entrambe le spalle e quindi giù lungo i bicipiti e i tricipiti, fino ad invadere gli avambracci, i polsi e giungere, infine, nelle mani. E’ lì che vorrebbe concentrare questo flusso fatto di energia fisica, affinchè vi si riversi e sia d’aiuto. Andrebbe quindi a posizionare le proprie mani a circa dieci centimetri di distanza dal taglio, aprendo prima gli occhi per non sbagliare le distanze, sperando che quella ferita si richiuda. Non parla, concentrato [Chakra 25/30][Tentativo Mani Terapeutiche D – Bersaglio: Taglio del paziente sull’addome – PV curati: 9] L'espressione che mostra Katsu porta la Hyuga ad assottigliare leggermente lo sguardo. Pare genuinamente godere di quelle sue parole e la donna non sa se sia la semplice soddisfazione di aver prevalso su un nemico o se vi sia dell'altro dietro quel ghigno--estatico. Le pare di rivedere in quell'espressione una parte di Azrael, quel suo lato più oscuro e sinistro che lei ha imparato ad accettare nel tempo. Non chiosa nulla in proposito, però, limitandosi a riflettere sulla cosa prima di ascoltare le considerazioni di Katsu circa le differenze fra i due konohani. Kaori si apre a quel punto in un sorriso tranquillo andando ad annuire. < E' vero, hanno modi diversi. Ma mi sembrano entrambi ugualmente--buoni. > chioserebbe incerta sull'utilizzo di quell'ultimo vocabolo. < Non riesco a spiegarmi meglio di così. E' solo una sensazione che ho percepito a pelle quando ho conosciuto Yosai. > aggiunge Kaori tranquilla prima di tornare a prestare la propria attenzione al paziente davanti a loro. E' ancora incosciente, ferito e sporco ma per lo meno stabile. In parte perché sfibrata dalla stanchezza, in parte perché desiderosa di permettere all'altro di completare il lavoro, guida il genin lungo la procedura in atto al fine di scoprire se egli sia in grado o meno di sfruttare il potere rigenerativo del chakra medico. Lo vede concentrarsi, liberarsi dei guanti, posizionarsi a dovere davanti al corpo. Eppure nulla accade. Stringendo lo sguardo decide di ricorrere a quelle ultime stille di chakra per un ultimo sforzo. Focalizza dentro di sé quel fiumiciattolo riarso di energia che le scorre sotto pelle al fine di forzarne il corso verso il viso. Lo guiderebbe con fatica all'altezza delle tempie così da far riversare una piccola porzione di quella forza nei propri bulbi oculari. Tenterebbe di nutrire il gene Hyuga lì presente del proprio chakra così da andare a risvegliare, in poco tempo, il Byakugan. Una goccia di sudore andrebbe a scivolare lungo il lato sinistro del viso cadendo dalla linea della mascella fino a precipitare al suolo. Si sente esausta, probabilmente avrebbe chiesto ad Azrael di dislocarla altrove, troppo stanca persino per camminare ora. Ma deve resistere ancora un po'. Col Byakugan ora attivo andrebbe ad osservare le mani di Katsu notando l'alone verdastro tipico del chakra medico avvolgerne i palmi. Sorride compiaciuta del suo esercizio andando poi a dire: < Molto bene. Quello è il chakra medico. > conferma paziente tenendo lo sguardo fisso sulle sue mani. < Adesso devi solo farlo fluire nella ferita. Non tenerlo sulle tue mani, controllalo fino a farlo aderire al taglio, riempilo e lascia che la tua energia rigeneri i tessuti lacerati, i muscoli recisi, i vasi tagliati. > lo guiderebbe, calma, tenendo la voce bassa, costante e cadenzata. Sa che può farcela, lo vede coi suoi occhi, letteralmente. [ Byakugan IV - Chakra: -4 ] [ //OFF: una volta fatta la descrizione del richiamo del chakra medico devi anche descrivere dove lo mandi il chakra e cosa esso fa u.u ] Sente le parole della Hyuga ed annuisce. <Sì, Kaori-Sama, sono d’accordo con voi in tutto. Yosai è buono come il pane. Solo che ci mette tempo a fidarsi delle persone. Tra noi è stata intesa quasi istantanea, non so spiegarlo> scandisce, annuendo di fatto al proprio dire, senza nascondere un certo affetto per l’orso di Konoha. Non si volta neanche a vedere la Hyuga, perché troppo concentrato in quel tentativo. Sente la parte fisica del proprio chakra fluire verso le proprie mani. Concentrato troppo in quel tentativo, si focalizza solo sulla riuscita e non sulla cura vera e propria. Sente ancora i consigli di Kaori. <Sì, Kaori-Sama> risponde semplicemente. Ed eccolo che nuovamente va a tentare di tenere costante quel flusso, di renderlo ferreo perché possa irradiare costantemente le ferite del paziente. Andrebbe a tentare di comandargli, con uno sforzo di volontà, di espandersi attraverso gli tsubo delle proprie mani, così che possa andare a permeare la ferita del povero ninja svenuto, rigenerando tessuti lesi, muscoli, vasi sanguigni recisi. Tenta di espellerlo quel chakra, attraverso le proprie mani e, con uno sforzo di volontà, di tener costante il flusso, perché la ferita di lui si rimargini [Chakra 24/30][Tentativo Mani Terapeutiche D – Bersaglio: Taglio del paziente sull’addome – PV curati: 9]
Giocata del 11/04/2020 dalle 09:44 alle 10:52 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Sorride delicata al dire di Katsu in merito al gigante buono. Non lo conosce bene come lui e non oserebbe dare una descrizione del ragazzo a qualcuno perché non sente di poter offrire un parere preciso. Per quel che ha potuto vedere di lui le è sembrato semplicemente un deshi gentile, educato e motivato: qualità che ha apprezzato all’istante ma che sicuramente s’appaiano a molteplici altri aspetti di lui che, ancora, non ha avuto modo di conoscere. < Certi legami non si possono spiegare a parole. > sorride Kaori con tono calmo, osservando attenta ogni movimento delle mani altrui. < Li puoi solo sentire nascere e crescere dentro di te. > Ed in parte è quello che ha sempre provato per Azrael, fin dal loro primissimo incontro. Ma questo lo tiene per sé. Osserva a quel punto, con il Byakugan attivo, l’esercizio compiuto dal ragazzo. Lo vede infondere il proprio chakra medico nella ferita del paziente -ora decisamente meno pallido- iniziando così a rimarginare il taglio dall’interno verso l’esterno. La carne ricresce, i tessuti si rinsaldano, i vasi si ricollegano ed infine anche la pelle va ricucendosi fino a che sulla pelle dell’altro non resta una sottile linea rosata a ricordo e testimonianza di quella ferita. La Dainin va rilasciando l’apporto di chakra agli occhi andando a disattivare la propria innata oculare sorridendo pacata al genin. < Ottimo lavoro, Katsu. > gli dice con voce bassa, carezzevole, asciugandosi con un rapido gesto della mano il sudore che le imperla il viso. < Hai appena salvato questo ragazzo. > prosegue con voce fiera, sicura, mentre dalla porta l’infermiera di prima giunge accompagnata da un medico. < Ah, grazie Inori, ma abbiamo risolto. > le dice affabile, Kaori, volgendosi alla collega. < Gli abbiamo somministrato un tonico curativo e poi gli abbiamo richiuso la ferita. Portatelo per favore in una stanza per farlo riposare e dategli degli antibiotici per prevenire le possibili infezioni: è rimasto con il taglio aperto per tutto il tragitto fin qui e ho dovuto tamponargli la ferita a mani nude. Meglio non correre rischi. > incaricherebbe il duo con tono calmo ma sicuro, professionale e attento, lasciando solo a quel punto modo alla coppia di occuparsi delle sue istruzioni. < Vieni con me, Katsu. > sussurrerebbe al genin ponendogli una mano sulla schiena e invitandolo a muoversi per uscire dalla stanza al proprio fianco. Non lo spinge, non impone alcuna pressione. Un contatto tanto leggero da essere evanescente, quasi astratto fra le sue scapole. Vorrebbe guidarlo fino alla sala d’attesa dove aveva sostato pochi minuti prima così da permettere al resto della squadra medica di agire indisturbata. < Quello che hai fatto oggi… è degno di onore, ragazzo. Sei stato un curatore. > gli direbbe -se si fossero allontanati- guardandolo infine dritto negli occhi. < Non molti hanno il dono di riuscire ad usare il chakra medico e tu ce l’hai. > .. < Potresti studiare e crescere come medico, entrare a far parte dell’Organizzazione ed imparare a salvare altre vite in condizioni anche più critiche di queste. > Gli mette sotto gli occhi una prospettiva importante, Kaori, valutando le espressioni sul suo viso per capire se l’idea lo interessa oppure no. < Come puoi vedere da te i medici non sono molti o, almeno, non sufficienti per occuparsi di situazioni di questo tipo. Guerre. > specifica con voce sottile, sillabando attentamente l’ultima parola. < Potresti aiutare concretamente l’Alleanza anche solo con quanto hai imparato oggi, se volessi. Perciò ti chiedo—cosa vorresti fare, adesso? > [ Byakugan IV - Chakra: -2 (-6) ] Continua ad applicare quel trattamento sulla ferita del paziente. Va ad irradiare chakra in maniera che, verifica, sia costante. Ci mette impegno e uno sforzo in più per cernere il tipo di chakra e selezionare quello fisico, in quel moto che non è automatico per nulla. Volta su Kaori alle sue parole, in tempo per vedere il Byakugan di lei. Lo vede, lo osserva, ma non dice nulla. Si limita ad annuire all’indirizzo di lei, tacitamente, mentre il chakra medico continua ad entrare nella ferita del ragazzo e a ricucire ogni vaso sanguigno rotto, ogni tessuto muscolare reciso ed infine il tessuto epidermico va a chiudersi, testimoniando la buona riuscita delle cure. Solamente arrivate le congratulazioni di Kaori va a sospendere quel flusso verdastro, che sparisce dalle proprie mani. La vede in quel gesto di asciugarsi il sudore, la vede affaticata, ma non commenta. Non commenta, ma un sorrisetto si alza sulla bocca. Un sorriso diverso dal ghigno. Nella mente le parole di Kaori vengono stampate, così come le cure che ella somministra al paziente e gli step seguiti anche prima. La segue, quindi, sentendo ed accettando quel contatto fisico. Non parla, non fino alla fine, ma ascolta, virtualmente nel mutismo più totale. E una parte di lui ancora gli grida di fuggire. E’ per questo che non risponde subito. Poiché l’altra parte di sé, quella più inesperta e incosciente, forse, dà la risposta. <… Kaori-Sama. Io ho accettato di diventare un ninja medico mi sono precipitato nella stanza dell’ambulatorio con voi e vi ho offerto il mio aiuto> esordisce, dando, di fatto la risposta. Ma la frase resta in sospeso, come un groppo, qualcosa che ha taciuto per un po’ di tempo. <… Fin dai tempi in cui ho frequentato l’accademia ho sempre toccato con mano quanto il mio destino possa essere legato ai ninja della foglia. E voi, Kaori-Sama, ne siete solamente l’ennesima prova. Il fatto che io dovessi trovarmi qui oggi, che voi avevate finito le riserve di chakra, non è stato casuale. Ed io seguirò questo destino…> ci pensa un po’, ancora una volta. Decisamente fatalista, il parlare basso, ma la voce sicura, eppure la sensazione che si stia liberando di qualcosa che gli frullava per la mente da tanto. <… Oggi ero qui perché il fatto che sono quasi morto in quella mia prima missione mi ha spinto a chiedermi: “Come può un ninja medico salvare dalle braccia stesse della morte?” Ed ho avuto le mie risposte. Presterò servizio, anche perché…> parla, come un fiume in piena, il genin. <… Anche perché il problema è che dall’accademia usciranno sempre persone non pronte a questo tipo di vita. Persone che moriranno qui, a Kiri. E badate, anche per me era così, anche io non sapevo a cosa andavo incontro…> se la guarda lui, ora, serio. <… E se posso strappare dalle braccia della morte anche uno solo di questi sventurati…> alias i compagni genin appena usciti dall’accademia, come lui <… ben venga. Accetto> è tutto, insomma, ha concluso, perentorio, quel monologo. Si allontanano tranquilli lasciando l'infermiera ed il medico ad occuparsi di sistemare il paziente in una stanza che non sia l'ambulatorio. Si fanno da parte non volendo essere di disturbo ed anche perché, per quanto riguarda Kaori, hanno bisogno di parlare in privato per un momento. Chiede all'altro se non voglia entrare a far parte della squadra medica spiegandogli quanto il mondo ninja ne abbia necessità -adesso più che mai- e come egli sembri naturalmente portato a questo tipo di arte. Il ragazzo ascolta silente, serio, e quando giunge il suo turno di rispondere lo fa con una tale fredda calma e determinazione che la Hyuga si ritrova ad ammirarne la convinzione. Ascolta placida il suo dire, distende leggermente il lato destro delle labbra verso l'alto così da mostrare un sorrisetto piccolo ma soddisfatto, annuendo lentamente sul finire del suo verbiare accettando di buon grado la sua volontà di unirsi alla squadra. < Sono fiera della tua scelta, Katsu Seiun. > chiosa Kaori raddrizzando la schiena, la posa elegante e composta degna del suo rango a renderla quasi austera seppur più bassa del kusano. < Il tuo contributo aiuterà altri compagni a resistere e sottrarrà ulteriore potere dalle mani di quel mostro. Il tuo contributo sarà un'ennesima arma in più che ci permetterà di vincere questa guerra. > prosegue guardandolo fermamente negli occhi, perle negli zaffiri, ritrovandosi solo alla fine a flettere lievemente in avanti il busto ed il capo in un inchino elegante, fluido e colmo di rispetto. < E per questo ti ringrazio. > La sua voce è solenne, bassa, ma piena di certezza. Una visione sicuramente inaspettata, quella: un Dainin che s'inchina dinnanzi ad un semplice genin, una scena potente. Ma Kaori non ha mai ridotto il valore di una persona al titolo che accompagna il suo nome. Sono le scelte che un individuo fa a determinare il rispetto che ella prova per lui. Ed in questo momento nutre enorme riconoscenza e stima del ragazzo davanti a sé. Si risolleva, dopo poco, mostrando al Seiun un sorriso cordiale, leggero, ricolmo di apprezzamento. < Per quanto mi riguarda sarò ben lieta di averti al mio fianco in questa situazione di emergenza. Ma per rendere il tutto ufficiale ti consiglio di andare ad avvisare il primario di Kiri della tua decisione. E' bene che i "padroni di casa" sappiano di poter contare anche su di te. > Un sorriso gli viene rivolto prima che la donna si ritrovi sgranchirsi la schiena dolente. < Adesso perdonami ma temo proprio di dover riposare un po'. In queste condizioni non potrò essere utile a nessuno. > sospira, colpevole, massaggiandosi il lato del collo con una mano. < Ci rivedremo presto, Katsu. E... benvenuto fra noi. > Nel passargli oltre andrebbe a poggiare una mano sulla sua spalla in un gesto premuroso, breve e leggero. Un tocco gentile che potrebbe essere facilmente evitato e a seguito del quale andrebbe ad allontanarsi per ritirarsi infine verso la propria dimora alla ricerca di qualche ora di riposo. [ END ] Termina il suo dire e la posa austera di Kaori, malgrado sia alta venti centimetri di meno, fa un certo effetto. Lo sguardo austero della dottoressa lo vede e lo tollera senza problemi. Così come accoglie quelle sue parole. Parole sulle quali comunque non si crogiola, ma che accoglie con viva gioia, sebbene esternamente né il corpo, né quella dura neutralità lo testimonino. Vede l’inchino della Hyuga e trattiene il respiro. Kaori Hyuga. Proprio quella Kaori Hyuga che si inchina dinanzi a lui. Scuote la testa. <No, Kaori-Sama, per favore, state su, non dovete…> la richiama, manco fosse lui il capo tra i due, insomma. E’ lui ad inchinarsi di rimando. Ed è un gesto non compiuto nemmeno di fronte a Yukio, l’Hasukage. <Sono io che vi ringrazio, invece> ribatte, fermo nel proprio parlare. <… Per la grande fiducia che avete nutrito nei miei confronti, per come avete scelto di fidarvi di un semplice genin per di più non del vostro villaggio> va a proferire di rimando. Un inchino sentito e profondo alla Danin della foglia. Annuisce, quindi, in seguito, al dire di lei. <Certamente, lo informo subito> va a notificare, annuendo. Tace ancora, incerto, adesso, su cosa dire o fare. Si prende quella pacca sulla spalla senza evitarla. Carezze a cui non è abituato, carezze che rimandano col pensiero a mamma Yuki, ben lontana dal bordello di Kiri. <.. Vi ringrazio ancora Kaori-Sama. Renderò onore a questa possibilità che mi avete offerto> si congeda, dunque e sì, andrà a cercare il primario per informarlo, nell’ospedale di Kiri. [Chakra On][END]