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Danza col diavolo

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con Kioku, Sango

23:34 Sango:
  [Verso la Bettola , Il drago impennato] Ormai la notte è calata su Kiri, le strade sono così oscure in quel quartiere povero da metterla in soggezione. Cosa ci farebbe una donna in giro a quell'ora per quelle strade? Semplice, sta mandando avanti le ricerche di suo fratello. Non sa da dove cominciare, avrebbe voluto parlarne con Yukio stesso ma il kage si trova ad essere molto, troppo impegnato in quel momento. In cosa ella non lo saprebbe dire. Il freddo penetra le sue carni bianche e delicate. Nemmeno la serata passata con il genin ha potuto fermarla dal portare a termine i propri obiettivi primari. La ricerca sta divenendo una sorta di ossessione per lei, una continua e sfiancante ricerca che le offusca la mente sui propri doveri di ninja. Il suo turno di ronda ormai è finito, giusto un paio d'ore ed è partita subito, conscia che quello sia l'orario perfetto per trovare gente di tutti i tipi in quel loco . E magari avrebbe potuto scambiare qualcosa per delle informazioni. Preferisce così, muoversi da sola come ha sempre fatto. Le dita lunghe e bianche tengono stretto il mantello spesso e nero che porta indosso, ne copre completamente la figura elegante e prorompente, non ha tempo di combattere con futili ubriaconi del caso. Il cappuccio è stato tirato su, il volto è nascosto anche grazie alle ombre delle strade poco e male illuminate. Ma da dove cominciare? Il passo si ferma più volte, il tempo per comprendere dove si trovi e cosa cerca . Le gambe continuano il loro moto ininterrotto, passi leggeri i suoi per attirare meno attenzioni possibili. Ren. Il fulcro di tutti i suoi pensieri e stati d'animo, il fulcro del suo viaggio appena cominciato. Vale pur la pena di avventurarsi nella lugubre notte solo per lui. Avrebbe dato la vita stessa, quindi perchè lasciarsi intimorire? Dopotutto è una chunin, sa combattere, sa difendersi, e non ha nemmeno mai sbagliato a portare a termine una missione. Qualcosa vorrà pur dire. Quasi si pente di non aver indossato la maschera dei Pierrot, ma forse è meglio così, avrebbe attirato molto di più l'attenzione sulla sua figura già abbastanza alta per essere una donna. Alla fine di una di quelle vie nota come alcune luci siano accese, delle insegne che raffigurano un drago. "il drago impennato" . Quella che nota è una delle bettole del loco, con luci basse e soffuse all'interno, pieno di sporcizia e chissà che altro. La sua sicurezza sta anche nel chakra già impastato , il suo coraggio solo dal pensiero e dalla serenità di aver finalmente trovato una via da proseguire. Non le resta che percorrerla , come quella strada . Davanti al locale andrebbe a fermarsi un attimo, lo osserva da fuori. Proprio come pensava, una bettola in grande stile. Un loco così lontano da lei che le viene quasi il ribrezzo. Scuote lievemente il capo, adesso è il momento di non essere una vera Ishiba, da li avrebbe potuto dire addio a modi e maniere eleganti e fuorvianti. La destra esce da sotto il mantello per spingere la vecchia porta. Non le importa nemmeno di mostrarsi quella notte, è li per un compito, e lo porterà a termine. All'entrata si noterebbe quella scura figura, alta e incappucciata. Questo verrebbe fatto scivolare sulle spalle mostrando la sua chioma rosso come il fuoco sprigionarsi come un incendio. Le iridi verdi e azzurre che sfilano lungo la sala ma senza approfondire in realtà la questione. Il bancone si troverebbe proprio al centro di questo, in fondo a tutto. Senza mostrare alcuna espressione, le labbra rosse e carnose sono strette tra di loro, ignorando qualsiasi sguardo da chiunque, mostrando interesse solo verso il barista . < una rossa > direbbe senza preamboli, ordinando una semplice birra. Lo sguardo corre all'oste , evidentemente non sono molte le donne ad entrarvi da chissà quanto tempo, magari pure si beccherebbe qualche fischio da uno degli uomini presenti, ma lascia correre < una rossa > ripete con più veemenza, le iridi che si stringono in un atteggiamento aggressivo mentre attende il proprio ordine. Chissà come volgerà la serata < sto cercando qualcuno.. che possa dare diverse informazioni > continua lei con nonchalance, la voce bassa in modo da farsi sentire solo dall'oste < informazioni ninja sia chiaro > non continua per adesso, vuole solo la sua birra, e un modo per avere l'attenzione altrui. [chakra on]

00:11 Kioku:
  [Bettola] Notte buia, profonda e oscura come gli animi che si celano in questi sobborghi impoveriti da una condotta fallimentare del governo che risiede a Kiri, per questo c’è così tanta povertà, ma la realtà è che vi è povertà ovunque, questo discorso potrebbe farlo con qualunque villaggi, persino con Ame suo loco d’origine che ha visto i suoi natali, anzi forse ne è l’esempio più incalzante, con un ampio divario tra tecnologie e quartieri così poveri da essere ancora in legno alcune abitazioni. Questo posto non è da meno, legname e ben poco di altro resistente adornano pareti e case qui presenti, un senso di sporcizia e sconforto pervade l’intera area, fin dal primo istante in cui vi si mette piede si percepisce come la vita sia alla giornata, tra miseria e delinquenza, sopravvivere un giorno in più ancora è la prima necessità. Akendo conosce bene questi aspetti, eccome se li conosce bene, vissuti in prima linea, spettatore e ninja di tali eventi, quando ancora era un “genin” tsk come se un grado potesse identificare qualcosa, come se agli occhi del proprio villaggio non si è altro che carne, carne da glorificare certo, una volta che il proprio compito di scudo umano è giunto al termine, una cerimonia, qualche lacrima dei parenti più stretti e poi il nulla. Cosa più importante, conosce bene questo aspetto poiché appena messo piede a Kiri (seppur per vie traverse non ricordando manco più se è ancora ricercato o meno) una guerra incombe a quanto pare, alla quale molteplici fazioni ninja sono state richiamate, un assembramento di tutto rispetto eppure la guerra è guerra e tali condizioni di questo quadrante potranno soltanto peggiorare via via che passerà il tempo. D’altro canto gliene importa realmente? Certo che no o farebbe qualcosa ma non è mai stato suo interesse elevarsi a salvatore del popolo, dio tra gli uomini, paura? Certo quella si, l’ignoto, il potere del Rinnegan, la propria fama che precede lo stesso uomo, ineluttabile, ha creato un alone di terrore, almeno per chi ha ancora memoria, per molti altri ormai è un fantasma, per altri ancora morto e sepolto da anni. Quella bettola è il luogo migliore che potesse trovare, per poter saggiare la spietatezza della guerra ancora una volta, sulla propria pelle, una bettola che a malapena si regge e offre il peggio del peggio in qualità di alcolici, in serate come questa è forse la bevanda migliore. Assorto nei propri pensieri, in un angolo oscuro, illuminato unicamente da una piccola finestra che par più una fessura ormai lasciata lì da anni, filtra un po’ di luce lunare e non, dalla strada, un tavolino a cui poggiar il peggior Sakè di Kirigakure e una sedia su cui poggiarsi, di certo altre non ve ne sono, non è lì per fare chiacchiere, in realtà ancora ben non comprende perché sia voluto tornare in codesto villaggio a lui così angusto, l’ultima volta si è lasciato dietro una scia di sangue, potrebbe sempre ricapitare. La destra di tanto in tanto avanza verso il sakè riempiendo ancora il proprio bicchiere, indirizzandolo successivamente alle proprie labbra per permettere al liquore di penetrare tra di esse e scorrere lungo tutto il corpo di Akendo, riscaldando le sue membra, dopo diversi bicchieri non sembra neanche più così male questo sakè. Attento nei suoi movimento vorrebbe comunque evitare di macchiarsi, non che indosso abbia nulla di così particolare, la cappa dell’Akatsuki rivolta però verso l’interno, nascondendo così i motivi a forma di nuvole e i colori cremisi appartenenti a quella che una volta era una grande organizzazione, sia in un tetro passato che nel futuro rigoglioso che aveva intravisto Akendo, ma nulla di tutto ciò si è avverato ed ora eccolo li, coperto dalla tunica dunque nera, con il cappuccio a coprirne i lineamenti ben poco irriconoscibili e la folta chioma, ma in particolare le violacee iridi che più tra tutte lo raffigurano e lo rendono quanto mai riconoscibile, per quanto anch’esse come la sua stessa figura appartengano ad un passato che in molti hanno dimenticato egli è ancora li. Sprazzi di luce potrebbero di tanto in tanto far scorgere un pezzo di volto, il capo reclinato in parte verso la stessa fessura ne faciliterebbe di molto il rifrangersi della luce sul proprio volto, a distoglierlo dai suoi pensieri una figura poc’anzi entrata che non perderebbe tempo a raccogliere tutta l’attenzione possibile, mostrandosi in ogni sua forma…una donna, anche bella a quanto pare, una lunga chioma di un color più intenso del fuoco ridestare l’attenzione anche dei più ubriachi, come se avesse magicamente portato la luce in quel loco angusto, una smorfia, quasi divertita nel scorgere quella scena, udendo seppur fugacemente grazie ai propri sensi sviluppati, la voce d’ella, non che gli ricordi qualcuno, per quanto sia ironico il tutto, ma catturar molto bene le sue intenzioni da ciò che riesce ad udire <offro io per lei> esclamerebbe al barista viscido probabilmente già intento a pensare qualsivoglia porcata nei riguardi di quella donna, ma dopo aver esclamato ciò ritornerebbe al suo sakè, in quell’angolo buio i cui unici sprazzi di luce lo separano dall’oscurità più totale, mischiatosi alla perfezione con un qualunque bifolco e poveraccio della zona. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane]

00:33 Sango:
  [Il drago impennato] Chissà perchè nel locale i mormorii si sono abbassati successivamente alla propria entrata, è davvero così difficile immaginare una donna ? la chioma rossa è peggio che un semaforo, attira l'attenzione, e non solo per quello, non è difficile immaginare i pensieri orridi e squallidi dei presenti verso la propria figura. Si sente quasi trapassare da parte a parte da occhiate indiscrete, cosa che la porta a tenere stresso sopra di se quel mantello. Inutile mostrare ancora di più se già con un bel visino gli animi si scaldano no? La sua ordinazione è stata fatta, le dita che inizierebbero a tamburellare nervosamente sul bancone di legno, prima di ricordarsi del tipo di locale e toglierla immediatamente, portandola a nascondersi sotto gli strati neri e scuri. Chissà cosa è passato su quel bancone < bottiglia. Niente bicchiere > aggiunge dopo qualche secondo, non si azzarda mica a prendere quel bicchiere dalle mani dello squallido oste, probabilmente gli avrebbe sputato dentro come minimo. Osserva come l'altro la guardi, le iridi azzurre che non smettono di fissare in malo modo l'uomo di fronte a se, invogliandolo solo ad ubbidire al proprio ordine. Dovrebbe darsi una calmata, ma non è avvezza di bettole, ne di comportamenti con gente ubriaca. L'oste sembra quasi più impegnato a trapassargli il mantello con lo sguardo che aprirle quella dannata bottiglia. Ma la bottiglia è il meno. Vuole risposte. E le sta chiedendo esattamente a lui. < allora, queste informazioni, dove potrei trovarle? A titolo..confidenziale > continua la sua filippica sempre sussurrando, inconsapevole che al momento il riduko sannin si trovi proprio a pochi passi da lei. La birra arriva, così come una voce, e non una di quelle degli ubriachi nel loco, che le fischiano ad ogni movimento, ma una voce roca e profonda. Le sembra di averla già sentita ma non vedendo appieno la figura del sannin , non ne sarebbe sicura. Sembra essere l'unico li a non essere ubriaco e a non essere interessato a lei solo perchè donna. La sinistra va a prendere la sua bottiglia, mentre il corpo è già in cammino verso l'incappucciato. Passa attraverso i tavoli, dove qualche mano proverebbe a toglierle il mantello con avance di ogni genere. Quello è il peggior posto per una donna, ne è consapevole sia chiaro, ma è anche uno dei posti dove potrebbe aver fortuna. Il corpo cammina, le movenze dei fianchi mal si celano col mantello stesso mentre scansa i più per arrivare finalmente di fronte al sannin. Non dice nulla, mentre la sinistra posa la birra sul tavolo. Ne osserva la figura dall'alto, ma non parla, non prima di essersi accomodata senza alcun invito e sa di non averne bisogno, non è li per esser trattata come una principessa < Akendo > sussurra verso di lui, non ne sarebbe completamente sicura dato che il loro primo incontro avvenne molti molti mesi prima ormai, ma le iridi altrui se potesse anche solo scorgerle le toglierebbero qualsiasi ragionevole dubbio < non pensavo di avere tanta fortuna nel trovarti qui > non sa nemmeno se l'altro si ricorderà del loro primo incontro, ma comunque sia non le importa molto < grazie per..l'offerta > elegante come sempre prende posto davanti a lui, le gambe che si accavallano mostrandole nude, porta solo quei pantaloncini aderenti e la maglia nera , un vestiario molto semplice in realtà per camuffarsi meglio. Come se con quei capelli possa farlo. Ne osserverebbe il volto con interesse, non avrebbe mai immaginato di trovare il riduko sannin nella peggior bettola di kiri, ma forse i kami le stanno mandando un aiuto , qualcosa da seguire. Le dita andrebbero infine a sistemare il mantello al proprio meglio, cercando di ignorare il più possibile gli abitanti notturni e chiassosi < forse i kami mi stanno aiutando > l'altro potrà notare come il volto altrui non sia più così combattuto , non vi sia più una lotta, ma un certo senso di rassegnazione e qualche speranza. La luce negli occhi della donna è cambiata, adesso finalmente sa che via perseguire, il come non ha importanza < sei venuto per la guerra? > come intavolare quindi una conversazione con l'uomo se non parlare della guerra in arrivo? [chakra on]

01:03 Kioku:
  [Bettola] Il suo sguardo ora catturato dalla figura passerebbe nuovamente alla fessura, ha parlato principalmente per intimidire la marmaglia di ubriaconi e poveracci che affollano la bettola, una signor bettola, priva di ogni gusto, pudore, ordine e pulizia, una delle migliori bettole per quanto paradossale sia anche solo pensarlo. Lo sguardo del Rikudo Sennin volge nel cercar tra quello spiraglio la luna, fonte di luce inestinguibile, una luce pura seppur non nel suo stato pieno, una perfetta metà si mostra ai suoi occhi violacei, l’entrata di quest’ultima donzella non solo avrebbe infiammato gli animi di tutti i malfidenti all’interno del bar ma ne avrebbe aumentato anche il mormorio e di conseguenza distolto completamente l’attenzione che Akendo portava ai propri pensieri. Disturbato quindi da quel trambusto, seppur lieve, mal sopporta questo rumore, lo sguardo si poserebbe nuovamente sulla figura femminile, osservandone movenze che, nonostante il lungo manto a ricoprirla, poco servirebbe d’innanzi ai suoi occhi e no non si parla di qualche potere superiore del chakra legato al Rinnegan ma ai suoi occhi esperti che difficilmente si lascerebbero ingannare da quelle lunghe vesti, seguendo i lineamenti di quest’ultima, soprattutto una volta presa la bottiglia. Movenza dopo movenza, elegante e per nulla intimorito sembrerebbe ora dirigersi proprio in direzione del possessore del Rinnegan, l’angusto angolo buio della bettola dunque, nulla che aveva sinceramente preventivato, non era sua intenzione se non fornirle un minimo di assistenza in un covo pieno di menti degenerate. A quanto per però ciò ha destato dell’interessa in ella e nuovamente ah quanta ironia in tutto ciò, soprattutto quando scopriranno le identità dell’una e dell’altro, nel mentre del sinuoso movimento d’ella, con il piede velocemente riporterebbe al proprio tavolino una di quelle sedie che aveva allontanato proprio nell’intento di dissuadere chiunque gli si fosse avvicinato a sostare anche solo vicino a lui, ed ora invece eccolo lì, con gli occhi fissi sulla figura d’ella ormai sempre più vicina. Ormai sempre più vicina, riporterebbe per qualche istante il suo volto verso la fessura, così da celare quanto più possibile il proprio viso, fino all’esclamazione d’ella, non ne riconosce il suono della voce eppure ha qualcosa di similmente familiare, come se l’avesse già incontrata e sentir pronunciare il proprio nome fa desistere allo stesso Akendo qualsivoglia movenza furtiva , riportando il volto immediatamente sul corpo della ragazza e successivamente una volta preso posto sul viso stesso della Kunoichi, nonostante le di lei parola proseguirebbero, Akendo si prenderebbe qualche secondo, intento a fissarla con intensità, riflettendo bene su chi possa essere, la sua infinita conoscenza sul mondo ninja lo priva di tante altre cose, una tra queste ricordarsi dei volti delle tante persone incontrare, poche hanno l’onore di essere ricordate dallo stesso, all’interno della sua mente, illuminato per un istante esclamerebbe al termine del suo vociare <Sango> un tono profondo, penetrante, come se la stesse aspettando ma ovviamente non vi è più nulla di così lontano dalla realtà ed entrambi lo sanno molto bene <a quanto pare stanotte hai avuto fortuna> il cappuccio ancora a celare il proprio volto seppur non totalmente come prima, un esclamazione la sua seguita da un tono caldo ma molto pungente, il suo sguardo non rimarrebbe impassibile come sempre ma le sopracciglia sussulterebbero all’unisono all’esclamazione del Sannin ed il suo sguardo infine…penetrante, profondo, infinito come la serie di motivi concentrici che adorna l’iride violacea stessa, un viola ben più acceso della scorsa volta, accentuato soprattutto dall’ombra derivata dal cappuccio e dalla luce che tenterebbe di illuminargli il volto ora che è d’innanzi a quello suo, uno sguardo fisso su quello di Sango, un contatto diretto ed unico, uno sguardo ben più loquace del silenzio da ora egli proposta. Lentamente la destrosa così come la gemella verrebbero accompagnati fin sopra al capo, ove vi è posizionato il cappuccio, afferrato con decisione, lentamente verrebbe portato dietro il proprio capo, lasciandolo scivolare, rivelando non solo la figura ed il viso per intero ma anche la folta chioma, un sospiro prima di vociare, seppur in maniera così pacata si potrebbe percepire da parte della kunoichi un odore dolce, quello del sakè che dovrebbe raggiungerla, non è uno dei migliori ma percepito da Akendo sembrerebbe comunque un odore gradevole, tenue, avvolgente <la guerra? Avevo sentito delle voci e volevo controllare di persona a quanto pare non erano sbagliate> nulla di più prima di volgere l’attenzione altrove come argomento <la vera domanda è cosa ci fai te qui?> lo sguardo fisso su di lei perdurerebbe, adocchiando qualcosa di ben diverso dalla Sango di così tanti mesi fa, qualcosa è cambiato ma non ne è ancora completamente sicuro. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane]

01:28 Sango:
  [Il drago impennato] I posti sono stati occupati, l'uno di fronte all'altra, anche se in qualche modo cerca di spostare la sedia in modo da non dare completamente le spalle a quegli sconosciuti. Il proprio volto è rilassato, anche se un lieve nervosismo si potrà notare dai movimenti rigidi nello spostare la sedia in modo più silente possibile. Mai dare le spalle al nemico, mai mostrare il punto debole. I giocatori sono pronti, come in una partita a scacchi, dove le mosse equivalgono alle loro parole, e li dovrà giocare al meglio il proprio ruolo per poter portare a casa più che un mero premio fisico ed effimero, qualcosa di infinitamente più prezioso. Il vociare di ella sarebbe delicato, per nulla pressante, le parole scorrono lente fino a lui rivelando ovviamente la sorpresa di trovarselo di davanti in un luogo abitato. Forse il sannin sta veramente ritornando alla vita dei comuni ninja, non che lo si possa definire mai tale, perfino nell'abbigliamento non lo è . Lo vede infine togliere anche lui il cappuccio così da mostrarle il volto illuminato dal pallore lunare. Lei stessa ne viene investita,addolcendone i lineamenti, smorzando il rosso fuoco dei capelli tanto da sembrare sangue, come scie di sangue a incorniciarle il volto cereo , quasi morto si potrebbe dire. Ma gli occhi no, gli occhi sono vivi e vigli su di esso. Sente quasi un sollievo a sentirlo parlare. < il fato ha voluto giocare a mio favore > le parole vengono quasi sussurrate, in una conversazione privata che non vuole che si senta da chiunque altro, e come loro testimone vi è solo la luna. Osserva anche come l'altro si stia concedendo una bevuta solitaria, qualcosa che le arriva alle narici ma a cui non fa molto caso, l'alcol quella notte è solo un accompagnamento per rendere più piacevole la serata . Anche lei quasi richiamata dal bicchiere altrui andrebbe a buttar giù un piccolo sorso della birra amara dal gusto forte che le stuzzica leggermente la gola. Nulla di prelibato come un bicchiere del miglior vino, ma abbastanza sicura che almeno quella era chiusa fino a poco tempo fa. Lascia che sia l'altro a constatare come la guerra sia veramente in arrivo ma non commenta, non è quello il suo fine. La domanda che viene dopo invece la stuzzica parecchio e anche lei prima di rispondere prende il suo tempo per formulare al meglio la frase, lasciando che quei secondi vengano riempiti soltanto da un altro sorso. < non hai mai visto una donna dentro una...bettola? > solleva un sopracciglio quasi a volerlo sentir ribattere al proprio dire, non che sia avvezza nelle frequentazioni strane, tranne per il bar di Yukio s'intende < sono alla ricerca di qualcosa di molto prezioso > per lei ovviamente lo è, per l'altro potrebbe anche trattarsi di carta straccia . Le iridi non si abbassano allo sguardo altrui, si fanno avvolgere dai quei cerchi concentrici, non arrossisce e non vi è nemmeno uno sguardo dolce come accadde nel loro primo incontro, qualcosa s'è acceso nella propria anima, e una forte determinazione ormai l'accompagna. Non si trova più in bilico su quel burrone,nella quale ogni passo poteva significare la sua morte interiore, il suo spezzarsi completamente. La rottura è arrivata, dentro di lei qualcosa s'è rotto in modo irreparabile ma qualcosa invece è andato per il verso sperato anche dallo stesso riduko < non sapendo come muovermi ho evitato di informare i miei superiori sui miei spostamenti e sul perchè di questi, ho pensato che questo sarebbe stato il luogo ideale per iniziare ad agire in modo indisturbato > chiarisce velocemente , ciò significa che nessuno sa che ella si trovi in quel loco questa notte < e non mi fido di nessuno > quasi < per parlarne liberamente. Ho trovato un indizio.. e la strada è comparsa da se > enigmatica anche lei, remore e curiosità lottano dentro la sua testa, ma sa bene che se qualcuno possa avere delle informazioni, quello è proprio il riduko sannin < sono alla ricerca di qualcosa, anche se i dettagli mi sfuggono al momento > come cercare un ago in un pagliaio praticamente. Dette queste parole andrebbe a zittirsi momentaneamente, desiderosa di sentire la voce del riduko sannin, nel comprendere se magari abbia svegliato in lui una sorta di interesse anche se minimo, un modo anche solo per vedere un'altra espressione su quel volto segnato dal dolore. Adesso la parola rimane ad Akendo, mentre lei continua a bevicchiare quella bevanda amara. [chakra on]

02:07 Kioku:
  [Bettola] Le parole scorrono, tanta quante il proprio sakè o la birra stessa della giovane Kunoichi, divertito a tratti come dai sinuosi ed eleganti movimenti che ben si addicono al suo clan di appartenenza ora si sia dovuta attaccare alla bottiglia per evitare qualsivoglia contatto con l’igiene del posto. Anche Akendo avrebbe preferito sorseggiare altro, senza dover continuamente allontanare quell’odore di vecchio, sporco, sudicio e a tratti puzzolente ma d’altro canto se non l’hanno ucciso in tutti questi anni, non sarà del lerciume a farlo quindi infin dei conti poco importa realmente. Parole che l’una dopo l’altra si susseguirebbero come un moto infinto, governato unicamente dalla figura di Sango, interessato ascolterebbe la sua affermazione ed insinuazione alla quale la stessa ragazza troverebbe risposta in queste fugaci parole volte unicamente a risponderle di getto e non interrompere il flusso perpetuo delle di lei parole <non una donna qualunque, questo è certo> semplice affermazione così anche da constatare lo status della kunoichi la quale agli occhi del Rikudo Sennin non è una semplice donna qualunque, imprudente e avventata, forse questo un po’ si, in cerca di emozioni notturne incurante del pericolo, lei è ben diversa ed entrambi lo sanno bene. Continuerebbe il flusso emozionale d’ella, osservando le sue labbra muoversi, il suo sguardo dirigersi ovunque e riposarsi unicamente sui quel del possessore del Rinnegan come egli continuerebbe a fare a sua volta instaurando quella connessione oculare tra i due, incuriosito sempre più e come non mai dalle parole della giovane ninja, inarcherebbe un sopracciglio al solo udire parole come indizio, via da seguire, qualcosa di prezioso, conoscenza, forse lei non lo sa è tanta è stata la sua fortuna da imbattersi nell’uomo che per ben meno curiosità ha mosso ben più di guerre e fatto cose ben più tragiche. Una smorfia sul volto, incuriosito e attento alle ultime parole di Sango, rilascerebbe tutta quella sorta di tensione accumulata, inspirando quasi eccessivamente <hmmm> ed espirando poco dopo, lentamente e quasi assorto nei suoi pensieri, seppur con lo sguardo ancora rivolto verso ella, ragiona, velocemente, famoso per la sua mente calcolatrice e meditabonda per poi esprimere senza nascondere più di tanto il suo reale interesse in tutta questa faccenda che di ben poco gli è stato riferito dalla stessa donna e sempre più vorrebbe sapere, schiavo della sua mente, schiavo della sua curiosità, è raro che accada ma a volte riaffiora questo suo lato ed è qualcosa che pochi possono scorgere o avere anche solo la fortuna di assistere <allora sei stata molto fortuna questa notte> si andrebbe a ripetere come fatto appena incontrati al loro primo scambio di parola questa sera, accentuando ancora di più il tono in queste ultime parole, sguardo fermo negli occhi di lei, percepisce che qualcosa è cambiato dall’ultimo incontro, vede movenze ed uno sguardo più sicuro, risolutorio non più vago e perso alla ricerca di qualcosa a lei sconosciuto, la ricerca permane ma la via ora le è sicuramente ben più chiara di allora <sono stato in molto luogo, ho incontrato tante persone, ho vissuto molte vite, se sono risposte ciò che cerchi forse potrò aiutarti> breve pausa tornando sul suo codice vocale sempre molto criptico <magari non saranno le risposte che cerchi, magari si, magari saprò indicarti la via>. È tutto un mistero ma Akendo sa bene che per quanto egli stesso sia attratto da tutta codesta questione l’altra parte implicata ne pè maggiormente legata dai propri interessi e stuzzicarla è l’unico modo per ricreare il reale interesse e buttare giù ogni maschera, vuole sapere tutto tanto quanto lei, si avvicinerebbe dunque, sorseggiando nuovamente quel sakè versato poco prima del bicchiere, l’odore del sakè nuovamente pervaderebbe il proprio corpo e la propria voce ne sarebbe avvolta ancora una volta <dimmi dunque> centimetri e distanze macinate tra i due <cosa stai cercando> un rammento anche al loro primo incontro e quella domanda così enigmatica e vaga ed ora invece par un invito quasi malizioso, diabolico come un demone tentatore pronto ad offrire un qualsiasi desiderio purché vi sia un pagamento e sacrificio eguale, una cosa che probabilmente spiazzerebbe la stessa Sango, un lato che pochissimi hanno avuto molto di vederlo, avido, desideroso della conoscenza, desideroso di carpire ciò che più le persone tengono, un desiderio quasi sfrenato da manipolatore volto a raccogliere quante più nozioni possibili la propria mente può carpire e fare sua, d’altronde il sapere è potere ed è stata una delle prime lezioni che Akendo ha imparato nella sua lunga vita. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane]

02:33 Sango:
  [Il drago impennato] Ovvio che non si tratti di una donna qualunque, sa come vivere in quel mondo, anche lei ha avuto modo di vedere la guerra, il sangue, il dolore nel proprio paese, allo stesso modo del sannin, solo che ai suoi occhi di bambina non fu quello a distruggerla, ma una sola e singola persona. Avventata? Molto. In questo caso dare il tutto per tutto è d'obbligo per ella, che con una mano andrebbe a sistemare i capelli al lato del volto, così che nessuna fiamma incandescente ne possa oscurare lo sguardo, ormai infinitamente legato a quello violaceo altrui. La spiegazione tarda ad arrivare, vuole instillare almeno un poco di curiosità nell'uomo, cercare di capirlo ancora un pezzettino di più, un altro pezzo per poterne almeno capire l'immagine generale del quadro della sua vita, anche se molti di quei pezzi non avranno mai modo di arrivare alle proprie orecchie. L'attenzione che si ridesta in lui lo nota per quella smorfia, un singolo movimento ne di stizza ne di sdegno, che abbia veramente preso la sua curiosità a se ? Non è difficile da immaginare ma col sannin non tutto è facile, nemmeno le emozioni che traspaiono sul suo viso come la luna sta facendo con loro. Li illumina di una luce fredda , a tratti delicata, che mostra in un modo in un altro le loro vere essenze. Troppo limitati sono gli occhi dell'Ishiba al momento per poter cogliere ancora di più del figuro che le si palesa d'innanzi. < non potevo chiedere di meglio > non che se lo aspettasse , sia chiaro, e forse avrebbe dovuto cedere molto per avere il lusso di prendere quelle informazioni in modo chiaro e netti. Il gioco è cominciato, le pedine hanno iniziato a muoversi l'uno verso l'altro, per raggiungere un punto nella quale incontrarsi finalmente, nella quale potersi spogliare dei propri demoni per la donna ed essere quello che è < mi hanno sempre detto che tutto ha un prezzo > soffia verso di lui, il corpo che si sposta senza pensarci in avanti, verso il tavolo, verso il suo viso, tanto che l'altro potrebbe sentire il suo fiato gelido sul volto e il lieve aroma amarognolo. Una freddezza tanto in contrasto con il fuoco che la distingue di movimento in movimento, adesso cupo e pesante . Ma come partire? Come avanzare la propria richiesta? Di certo non sarebbe stato tanto facile, la vita non lo è mai, tantomeno quella degli shinobi. Lo fissa mentre un lieve sorriso fa breccia sulle proprie labbra carnose < sono sicura che tu conosci Konan > non ha bisogno di aggiungere altro, per quanto l'Akatsuki ormai non abbia lo stesso peso di un tempo, Konan fu una di essi, una delle prime. < e ricorderai della guerra civile di Ame > aggiunge ancora per innalzare quel livello di curiosità, lasciare che quella energia vada ad incendiare la notte < sto cercando qualcosa di raro, che pochi altri ninja in realtà hanno avuto per essi > per quel che ne sa gli evocatori non furono molti, diversi sono i nomi apparsi tra le pagine di storia, ma mai più di una manciata alla volta. La lingua esce ad umettare le labbra carnose < cosa ne sai delle evocazioni?> non direbbe nulla di più adesso, ne una parola ne un sussurro. Il volto altrui potrà notare come la mancina di essa vada ad allargare il proprio mantello, mentre la destra andrebbe a tirar fuori da in mezzo al seno ,un fuuda. Lo poggia delicatamente sul tavolo, la mano destra premuta su di esso ma nessun rivolo di chakra ancora va ad impregnarlo. Non è il momento di far apparire quel diario, un modo per innalzare la curiosità altrui. E chissà, avrà magari la vera e propria fortuna di arrivare oltre al fratello e conoscere che oltre le evocazioni c'è molto di più. Adesso la rossa andrebbe solo a fissarlo ancora per qualche momento, prima di annaffiare le labbra col nettare sempre più buono mentre la bocca si desensibilizza per effetto dell'alcol già ingerito. Le dita lunghe macchiate di rosso sulle unghie vanno a tamburellare sul fuuda, quasi a volerne attirare l'attenzione su di esso . Attende, impaziente anche lei di avere quelle risposte e non soltanto, di riuscire a strappare un altro pò quel velo che circonda la leggendaria figura d'innanzi a lei. [chakra on]

03:11 Kioku:
  [Bettola] Un gioco di sguardi e non solo è appena cominciato, d’innanzi a quel tavolo, viso contro viso, sguardi a contatto tra di loro, in una sudicia bettola, decisioni verranno prese, qualcosa verrà dato per altro, la legge non è mai cambiata in secoli di questo mondo e mai cambierà, il prezzo per il potere si paga e come tale lo è anche la conoscenza, nulla è gratuito soprattutto quando si parla di questioni così importanti da essere più leggendarie che rare nella loro identità, soprattutto per Sango, questa notte dovrà compiere delle scelte e non dovrà mai dimenticarsi di scambiare l’iniziale curiosità positiva del Rikudo Sennin per un ipotetica gentilezza, entrambi sanno bene che per quanto lei stia giocando con gli inizi è Akendo ad avere molto probabilmente le risposte è questo lo pone e lo porrà sempre con un vantaggio effettivo per quanto assecondarla sia suo diletto dovrà tenerlo a mente la giovane Kunoichi di Kusagakure quando sarà il momento opportuno. Il leggendario possessore del Rinnegan è tante cose ma magnanimo proprio no, anela e brama, lui più di tutti gli uomini, ciò che non sa, ciò che non possiede, avido manipolatore di tutto ciò che non è sotto il suo controllo, per questo si è garantito una via di fuga dalla morte, per questo ha creato l’Akatsuki, per questo ha sempre agito nei propri interessi, quando liberò gli abomini, quando scateno la sua furia sui villaggi di Oto, per il proprio tornaconto, per la propria Akatsuki, per far si che l’alleanza li vedesse unicamente per ciò che Akendo voleva che vedessero, che fossero percepiti, gli stessi membri al loro interno ignari. Probabilmente l’unico è sempre stato Yukio e per tanto non si è mai voluto imporre più di tanto ne ha mai cercato di prenderlo sottogamba come gli altri membri, fin troppo sicuro che sapesse bene a cosa il Rikudo Sennin pensasse, essere tre passi avanti e pensare di non essere mai troppo avanti di quanto serva. Questo è Akendo o almeno…in parte, sarà pronta Sango ad immergersi in un territorio da pochi esplorato e da ancor meno persone vive per poterlo raccontare? Sarà pronta a sacrificarsi per avere accesso a conoscenza magari precluse a chiunque? Perché il possessore del Rinnegan non le chiederà nulla di meno, non si tirerò indietro solamente perché si tratta di desideri e sogni di altrui persona, ciò che vorrà lo otterrà altrimenti nulla di tutto ciò sarà accaduto ma non rimarranno che dubbi nella mente della giovane donna dalla criniera cremisi fiammeggiante. Ancora inconscia di dove si stia andando letteralmente a cacciare, comincerebbe questo gioco, un gioco pericoloso, ma ormai le pedine sono in movimento e fermarsi è difficile. Le parole dunque riprenderebbero a scorrere come l’alcool del sakè e della birra per i due presenti a quel tavolino, ascolterebbe con avida attenzione, la ragazza seppur non completamente potrebbe avvertire nello sguardo altrui qualcosa di diverso dalla mistica compostezza risolutoria solita legarsi alla figura del leggendario Sannin, un senso di disagio mentre le sue parole si riversano verso quest’ultimo, come se avesse a che fare con qualcosa di non completamente sano, come se d’innanzi a lei ci fosse uno Shinigami pronto a strapparle l’accordo migliore in cambio delle informazioni così preziose, è una lieve sensazione per ora ma qualcosa si potrebbe insinuare in lei, come sempre la scelta sarà sempre nelle sue mani, su questo Akendo non transigerebbe mai, anela e brama ma raramente costringe, deviatore peccaminoso egli conduce a sua volta sulla via del peccato ma non trascina, se lei vorrà dovrà farlo di sua spontanea volontà, tanto arde la fiamma tanto più si verrà avvolti da quel bruciore, quell’ardere smanioso a sua volta di proseguire nel cammino da lei intrapreso. Le parole si susseguono fino al calar di un silenzio eguale a quello precedente, le iridi violacee contornate da motivi concentrici rimarrebbero fissi sul viso della giocane ragazza, prima di seguire il di lei lento incidere degli arti superiori per, infine posarsi, su di un Fuuda posto sopra il tavolo, impercettibile sgranarsi dei propri bulbi oculari alla vista del fuuda, interessato e curioso dal suo contenuto, ma attenderebbe la sua apertura ovviamente, in possesso delle conoscenze da lei anelate, il gioco è appena cominciato <e dunque al suo interno vi sarà sicuramente qualcosa a cui te stai cercando risposta?> una domanda che sa più di una retorica o altrimenti non sarebbe li, qualcosa da mostrare agli occhi del leggendario ninja, a cui porre domande e richiedere risposte <le evocazioni mi chiedi?> una smorfia quasi divertita mostrarsi sul proprio viso <oh conosco bene le evocazioni, conosco la maggior parte della natura di esse, conosco molto delle storie e di ciò che riguardano le evocazioni> si spezzerebbe li il suo vociare, interrompendosi volontariamente per non dire nulla di più di quel che presumibilmente Sango poteva aspettarsi dallo stesso Rikudo Sennin o altrimenti non gliene avrebbe parlato, salvo per qualche cenno sicuramente interessante come la loro natura, un dettaglio che lui stesso dubita sia sfuggito alla giovane, un dettaglio che difficilmente si può trovare in quegli inutili libri delle biblioteche del villaggio. Sguardo fisso, una smorfia sadicamente desiderosa di vedere la prossima mossa della giovane, un gioco pericolo è appena cominciato ma ora tocca a lei. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane]

22:14 Sango:
 Quello che sta facendo è un gioco pericoloso tanto quanto il riduko sannin. Lo sente nelle ossa, il pericolo, come un serpente che striscia lentamente fino al suo cuore per poterlo mordere..paura, tensione, eccitazione le pompano il sangue nel corpo ad un ritmo più elevato. Sta mettendo in gioco tutto, ma cosa ha da perdere a quel mondo? L'unica cosa per la quale valeva combattere l'ha persa molto tempo prima. Sa benissimo che nulla è per nulla, ha imparato ovviamente con la vicinanza ad un certo kage di loro conoscenza che tutto ha prezzo, tutto ha un peso, e sa bene che il figuro davanti non cederà nulla senza avere qualcosa in cambio. Ma cosa potrebbe dargli ? Lei che è al momento solo una chunin, cosa potrebbe mai interessare il sannin? Le domande risuonano nella mente, lo stomaco che si stringe al solo pensiero del non sapere. Lo guarda, incastrata in quello sguardo demoniaco da non riuscire nemmeno a voltarsi, a chiudere quelle dannate palpebre. Calma. La calma è fondamentale adesso, e l'altro potrà notare solo qualche lieve segno d'espressione palesarsi sul volto prima di rilassarsi, bere ancora e ritornare infine a lui. Adesso è il momento di aprire effettivamente le danze di quel gioco a tratti perverso a tratti eccitante, come se mettere la sua vita in gioco le desse ancora più euforia del solito. Anche lo sguardo altrui sembra cambiare, adesso divoratore e consumatore, come se volesse strapparle l'anima con un singolo gesto..il che potrebbe anche esser vero. La mano sul fuda si stringe leggermente , mentre la birra tenuta dalla gemella andrebbe a posarla lentamente sul tavolo. Deve prendersi tutto il tempo necessario per avanzare quella richiesta, per comprendere come gestirla al proprio meglio. In quel momento è arrivata dove voleva arrivare, è riuscita finalmente a destare qualcosa di diverso e più profondo in Akendo, la curiosità e il sadismo, che la seconda fosse stata contata sarebbe blasfemia per lei. < non sto cercando solo una risposta a questo > sussurra , la voce calda che riempie quella notte di luna, accompagnata da quella strana elettricità tra i due interlocutori. La mente lavora, il corpo anche, mentre si concentra a far scorrere la giusta quantità di chakra da dentro di se, alla mano e infine all'interno del fuuda stesso, dalla quale comparirebbe un vecchio libro con la copertina rosso sangue con su inciso un numero in oro "7". Lo spingerebbe lentamente verso il riduko, preoccupata di più per quelle pagine che dello stesso sannin al momento < sembrava un normale diario inizialmente..> il racconto vien da se adesso, le iridi sempre incastrate nelle altrui, il corpo teso in avanti < .. alla metà di questo ho iniziato a trovare altre cose.. alcuni jutsu del mio clan ad esempio.. > la mano che andrebbe dunque ad aprire quel diario, le dita che scorrono le pagine vecchie e consunte per giungere alla destinazione prefissata, dove un foglietto si staglia nel mezzo di esse per ricordare l'ubicazione delle frasi che vi sono scritte e lo sposterebbe sotto lo sguardo attento del riduko che potrà leggere tranquillamente il tutto , e come quei pensieri siano scritti di fretta e furia, come l'inchiostro sia scivolato sulla carta in più punti e come le lettere non siano perfette .. "non sono riuscito in quello che volevo. Non mi hanno accettato, eppure ero così vicino dopo tanto tempo. Dovevano essere le mie compagne, mi avrebbero aiutato nel mio scopo, sarebbero state l'estensione del mio braccio e mi avrebbero aiutato a portare la luce in questo mondo di lacrime. Ma non sono stato degno. Perchè? Orgoglio? Potenza ? Eleganza? Cosa mi è mancato ai loro occhi? Ho passato mesi per capirne di più sulle evocazioni, e adesso che c'ero così vicino, sono sfumate nel nulla. Non posso credere che loro non saranno con me, ero così sicuro di avercela fatta, di aver trovato la via per la vittoria! Perché Kamachiteki? ..che tu possa trovarle, che tu possa essere migliore di me, in quello che non sono stato capace sorellina. Che tu possa essere una luce come fu Konan prima di noi. " Lascerebbe all'altro il tempo di leggere il tutto prima di riportare a se il libro, sempre se concesso. < ovviamente non so di chi sta parlando ne chi sia Kamachiteki ..> ammette tranquillamente, in fondo si trova li proprio per avere delle risposte . Lo sguardo lo analizza, e se l'altro tornerà a guardarla in viso, potrà quasi notare che il tutto non sia finito li, che non si tratta soltanto delle evocazioni per la donna, che in realtà c'è qualcosa di più. Adesso tocca al riduko sannin esporsi, e dichiarare il prezzo di tali informazioni. [chakra on]

23:06 Kioku:
  [Bettola] Il gioco è dunque incominciato e agli occhi di Akendo oramai l’unica cosa che adesso si para d’innanzi a lui non è solo la figura di Sango ma come gli eventi futuri si potranno svolgere, cosa la ninja di Kusagakure sceglierà, seguirà il proprio destino e coglierà il proprio desiderio rendendosi peccaminosa o sceglierà la strada “giusta” quella che la riporterà al proprio campo con nulla in mano, solamente più dubbi e nessuna risposta. Non vi è una scelta realmente giusta, ma tempo al tempo, si vedrò quale scelta compirà figura dai rossi capelli, il Rikudo Sennin par attendere più quel momento che l’intera discussione ormai, senza che lo scambio di sguardi cessi mai, noterebbe una fugace espressione mutevole sul di lei volto, la tensione è papabile così come l’ansia, l’eccitazione, il respiro farsi sempre più pesante, perdersi in quelle iridi violacee è così semplice e lui lo sa bene, non ne fa segreto, conscio delle proprie armi le sfodererebbe una ad una, incurante di chi vi sia ora presente o direttamente a stretto contatto come la ragazza in questione, ciò che brama ora è possedere quel fuda, possedere ciò che non sa e se vorrà dire possedere anche lei bhè non si tirerà di certo indietro. Tempo immemore è ormai passato da quando Akendo ha provato simil sensazioni, sembrava ormai non ci fossero più segreti ed i suoi innumerevoli viaggi soprattutto oltre oceano sono serviti ad apprendere che l’infinita conoscenza di cui tanto si vantava ed era in possesso non era che un piccolo pezzettino in un mondo ben più grande di quelle semplici terre ninja. Un gigante in una terra di formiche e a sua volta una formica gigante in una terra di giganti, ecco cosa apprese, ed ora finalmente dopo così tanto tempo qualcosa che desidera, qualcosa di cui non possiede conoscenza si palesa nuovamente a lui, Sango nemmeno potrebbe immaginare quanto un Kami annoiato aneli e brami quelle sensazioni di “vita” qualcosa che ti fa elettrizzare, tendere i muscoli, sentire vivo. Ascolta le parole della ragazza, inarcando leggermente il proprio sopracciglio destro all’udir quel numero e ancora più incredulo nel vedersi ora sbloccato il fuda e rivelato cosa si celasse all’interno, un diario insanguinato e la cosa non potrebbe che incuriosirlo ancora di più, con attenzione presterebbe orecchio alle di lei parole, una per una, senza neanche perdersi un attimo nella concentrazione più totale, fissandola come se potesse spogliarla, ma qualcosa che va ben oltre il semplice denudarla con gli occhi come i cialtroni bifolchi all’interno di quel locale, i propri occhi vanno oltre, puntano allo spirito della rossa, all’anima, qualcosa di ben più profondo e segreto, qualcosa che lascia un brivido ed una sensazione ben più disagiante di sentirsi adocchiata da loschi tipi, ascolta ed osserva, il proprio cervello memorizza, osserva il quaderno ed ancor prima che ella possa anche solo ripeter quell’imponente nome “Kamachiteki” Akendo sgranerebbe leggermente gli occhi, interessato ora più che mai a quel discorso, lasciando che la ragazza prosegua nel proprio discordo fino alla fine. Conclusasi la lettura e rivelate le risposte, se non tutte in parte, alle quali la giovane ninja Ishiba anela il gioco passerebbe a lui, accoglierebbe con gioia il diario, sfogliandolo, osservandolo minuziosamente come uno studioso farebbe con un reperto storico ninja, eppure di storico non vi è nulla, almeno non di ufficiale agli occhi di Sango ma per quanto riguarda il leggendario possessore del Rinnegan quel nome ridesterebbe antichi ricordi, sepolti nelle memorie, sotto le carni dei caduti, primo tra tutti Kurako Senjuu, quel Kurako Senjuu, ma prima che i ricordi possano tornare e reclamarlo a quel antico passato prenderebbe parola <Kamachiteki eh?> esclamerebbe a bassa voce ma sembrerebbe più parlare a se stesso che alla ragazza stessa < così ci rincontriamo> continuerebbe in quel che pare più un mormorio che un vero discordo, non leggeva quel nome da così tanto tempo, solo a quel punto risolleverebbe il proprio sguardo in direzione del viso della Ishiba <dunque tu vorresti sapere chi è o cosa è Kamachiteki> attento ed oculato nel propinare le proprie parole non lascerebbe intendere nulla se non essere il più vago possibile andando addirittura a screditare che quel nome possa appartenere più ad una cosa che una persona o varia entità, di certo non si lascerebbe scappare informazioni prima di aver saputo ciò che ora serve a lui. Il momento è finalmente giunto, un momento così tanto atteso per quanto creatosi e preannunciato in quella stessa serata, ma lo attendeva come fossero passati anni, il gioco è passato ad un livello successivo, un gioco pericoloso che porterà Sango su tutt’altro percorso, che probabilmente vedrà al sua vita prendere una direzione completamente diversa da come sarebbe stata se questa notte non fosse mai entrata in questa bettola, una scelta che la dividerà in due o prevarrà ben altro in lei che non siano i suoi desideri e risposte a cui brama ora? Chiuderebbe il libro, spostandolo con il mignolo verso di lei, così da permetterle di riportarlo a se, non ne ha più bisogno, in un gioco di sguardi e sadismo il leggendario ninja si prenderebbe tutto il tempo del mondo, facendo presagire alla giovane ninja proprio il tanto atteso momento, nulla viene dato per nulla, qualcosa andrà sacrificato, come annunciato ad inizio serata e lei lo sa bene, non ne farebbe segreto di questo suo prendere tempo, rodere le catene del tempo e portare la tensione verso uno stridio simile a due lame che si toccano e lentamente stridano una sull’altra <dunque questo è ciò che vorresti sapere?> una domanda fine a se stessa, sa bene che ha ben altro di cui chiedere, no è finita li, è solo il principio, ma prima di continuare, la osserverebbe nuovamente, ogni suo lineamento, cercando nuovamente un contatto diretto con i di lei occhi, si avvicinerebbe nuovamente a quel tavolino, il proprio respiro pregno di sakè avvolgere nuovamente il proprio palato ed investire la figura femminile, oh come ama prendere tempo, crogiolarsi in quel sadico tempo di cui è padrone, artefice e carnefice, forse, in questo caso <andresti contro ogni tuo pensiero coerente?> prima che ella possa rispondere continuerebbe vociando lentamente <riusciresti a sacrificare quel poco di buono che avresti potuto creare e che hai creato fino ad ora?> e ancora facendosi sempre più insistente <se ti strappassi anche quel poco a cui ti sei legata per poter continuare a vivere cosa rimarrebbe di te? Cosa saresti?> le domande arriveranno, eventualmente prima o poi <dovrai abbandonare ogni tuo legame affettivo e non con il tuo villaggio, ho bisogno che> e qui attenderebbe prima di pronunciarsi infine < tu spii l’attuale Kage di kusagakure e che mi riferisca ogni suo movimento, ogni sua cosa che gli riguardi, sarà questo il tuo destino?> lanciata così la pietra che agli occhi della ninja parrebbe più un macigno probabilmente, ma non terminerebbe qui, ciò che vuole fare è andare oltre <lo tradirai? Probabilmente> attimi di pausa <i tuoi desideri che ora tanto brami e aneli ne valgono la pena? Quanto valgono i desideri di Sango rispetto a tutto il resto?> ed eccolo il demone tentatore, l’anima malvagia pronta a coglierne un’altra in procinto di una scelta che la cambierà drasticamente, eccolo tentare ma senza costringere, la sceltà è sua e Akendo sa bene dopo il suo ultimo incontro come lei abbia voluto mettersi al servizio del Kage, trovare a modo suo una strada e per tanto non sono un caso le parole di Akendo, nulla di più disumano, sadico e perverso, vederla raccogliere un barlume di speranza ed ora cogliere l’occasione per ritrascinarla nel buio della sua coscienza, trascinarla nel proprio oblio, cosa sceglierà Sango? Questo è Akendo Seiun, un Kami? Non per tutti, un uomo? Non di certo. A Sango ora la scelta, seguire il demone tentatore o tornare nel proprio accampamento e dimenticare tutto ciò? Ora il gioco è realmente cominciato. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane]

23:44 Sango:
 Lo scrigno di pandora ormai è stato aperto, così come quel diario. Non vi sono chissà quali informazioni, solo alcune citazioni alla vita passata del morto e della rossa, niente che l'uomo possa trovare interessante almeno. Lascia alle sue mani quel diario, quasi le si stringe il cuore, come se l'altro potesse anche solo per divertimento distruggerlo in un secondo. La mano si trattiene dal riprenderlo immediatamente, lascia che gli occhi altrui vadano a constatare le parole di un morto, e il nome, quello che le preme sapere più di tutto il resto. Sente l'ansia crescere in ogni istante di quella lettura, come se l'altro possa esser in grado di vederle attraverso il corpo , annebbiandole la mente e l'anima. Il dolore e l'eccitazione che si intersecano in fili infiniti, ne trae godimento , piacere quasi carnale nel sentirsi tanto viva e tanto vicino alla morte. Lo ascolta , lo sente pronunciare quel nome e il cuore le si impenna immediatamente, i battiti cardiaci che accellerano in uno scatto < quindi la conosci ?> sussurra con le iridi leggermente spalancate, l'espressione quasi di trionfo sul volto per aver avuto così tanta fortuna, un espressione che lentamente scema nel constatare quanto le sarebbe costato realmente avere accesso a quelle informazioni. Riprende dunque il libro posandolo sulle proprie gambe nervose, ma non lascia che lo sguardo si distolga dal volto del sannin, si costringe a osservare qualsiasi cambiamento nel suo viso, qualsiasi cosa. Quella domanda la coglie in pieno, il capo risponde prima della parola muovendosi impercettibilmente a destra e a sinistra < non solo questo.. c'è molto altro in ballo e voglio sapere...tutto > sottolinea quella parola con veemenza. Se quel patto fosse stato siglato allora avrebbe chiesto quanto più possibile, sempre che il gioco ne valga la candela. E per lei è così al momento, ha trovato la sua via, l'unica ragione che la spinge verso la morte e che ad ogni passo la fa sentire sempre più viva , l'unica cosa che la fa combattere ogni giorno con frenesia e un certo desiderio di sangue e di vendetta. Una discesa verso il baratro dell'umanità, accompagnata dalle parole serpentine del Seiun, maestro in questo. Le giungono infine gli accordi, il cosa avrebbe dovuto cedere per avere quello che desidera e... il cuore le muore in gola. Sente un lieve pizzico agli occhi ma nessuna lacrima cade, solo la luce della luna andrebbe a mostrare quel dolore che si trova a provare tanto improvviso da sembrare quasi irreale. Tradire Yukio. Essere una pedina in un gioco più grande di lei e voltare le spalle all'unica persona con il quale sente un vero legame, quasi un amore fraterno e rispettoso. Le labbra che si stringono, il corpo che si tende per non farsi schiacciare da quel masso < tu vuoi..che..tradisca Yukio > il sussurro si farebbe più basso ancora, merito delle lacrime e del dolore che sta trattenendo . Non vuole farsi vedere debole , non da quel pazzo sadico seduto proprio di fronte a lei, ma il dolore non può nasconderlo, il dolore di sentire l'unico legame affettivo strappare la propria anima , o quello che ne resta. Lo stesso dolore di quando le portarono via il fratello dalle proprie braccia, ma questo è di gran lunga peggiore perchè sarebbe stata lei a dover scegliere con consapevolezza. Sadismo, brutalità, ecco cosa incarna il riduko sannin. < se mi strappassi anche questo.. rimarrebbe ben poco > sussurra ancora, quasi una muta preghiera la sua. Avrebbe fatto qualsiasi cosa anche con facilità ma il pensiero del Kokketsu la lega a quella terra, l'unico barlume di speranza che si era data, che ancora riusciva a tenerla legata a quella terra per andare avanti e mantenere la propria integrità. E come in un incubo ecco arrivato il dio della morte che in cambio della vita stessa le chiede la vita dell'unica cosa che possa avvicinarsi minimamente all'amore. Avrebbe davvero messo davanti a tutto se stessa? No questo mai. Ma avrebbe messo davanti a tutto i desideri di suoi fratello, quello si. Anche davanti a Yukio. Ma adesso si limita a non rispondere direttamente a quelle domande < se dovessi farlo.. > comincia lei le iridi che infine vanno a staccarsi dal volto altrui per scendere verso il suo petto, detesta doverlo guardare in questo momento, con il proprio orgoglio ormai sgretolato, con le proprie convinzioni ormai recise < mi prometti davvero che mi dirai tutto? Tutto quello che voglio sapere ? > ovvio che non intende solo per le evocazioni, ha altre domande altrettanto pressanti . E questo il prezzo da pagare , e lei sarà in grado di pagarlo? Il capo che lentamente si abbassa, le iridi concentrate come non mai sui disegni del legno mentre tenta di sforzarsi a rimanere integra in quel momento e a decidersi. Avrebbe reciso tutto o se ne sarebbe andata via? Quel dilemma è difficile da sciogliere , le serve pensare, capire ma soprattutto venire a patti con se stessa prima di tutto. < sarò per sempre una traditrice > sussurra a se stessa, la decisione sembra ormai esser presa ma ancora non verrebbe rivelata del tutto al sannin. Traditrice. E una volta che avrebbe cominciato lo sarà per sempre, probabilmente con chiunque, incapace di creare dei veri legami, avere un futuro diverso dalla solitudine per ambire a qualcosa di più grande ed imponente, qualcosa che avrebbe richiesto la sua intera esistenza. Un esistenza di vuoto e dolore. Ricorda quelle parole del sannin tanti mesi prima, come egli stesso viva nel dolore del proprio passato. Un ombra di un sorriso le attraversa il volto ancora chino mentre un pensiero assurdo la scuote, come se il Seiun volesse farle provare il suo stesso dolore. Si sarebbe unita infine al nulla più totale < voglio > sussurra lentamente, gli occhi non più lucidi ma il dolore è visibile < sapere tutto quanto, anche oltre alle evocazioni > la voce sembra più impostata, distante adesso mentre soffoca un urlo interiore < mi dirai tutto quello che voglio sapere > le iridi finalmente incrociate veramente su quelle altrui < e io..> deglutisce lentamente < .. farò come chiedi > il dado è tratto . Un colpo le giunge nell'animo mentre l'ultimo filo si staccherebbe infine lasciandola nel buio più assoluto, da sola, con le ombre di quel rimorso che mai l'avrebbero lasciata andare. Adesso tocca al sannin gioire. [chakra on]

00:39 Kioku:
  [Bettola] Più che un prezzo da pagare, ciò che Akendo ha richiesto è la vita stessa eppur per quanto paradossale, la vita di un ninja non è poi così lontana dalla sua richiesta, ombre della notte, pronti a tutto, legami effimeri e raramente veritieri, l’arte dell’inganno è solo una delle tante forme che circonda l’ideale perfetto di ninja, questo comunque Sango dovrebbe saperlo bene, certo il tempo ha addolcito forme, istituzioni, lignaggi vari. Rimarrebbe impassibile per tutto il tempo che servirebbe, silente, impassibile, una statua marmorea, una di quelle che par il tempo non abbia decretato la fine, una di quelle le cui guerre e ferite non hanno mai solcato i lineamenti ne scolpito nulla che possa deturpare cotale solennità, immobile e con lo sguardo fisso sulla giovane, ascolterebbe attentamente ogni singola parola della giovane rossa, un fiume in piena riversarsi e giungere alla propria attenzione, domande, esclamazioni, metabolizzare il sacrificio richiesto, lentamente elaborarlo e comprenderlo, comprendere ciò che potrebbe portare ma soprattutto cosa potrebbe finire per la giovane Kunoichi, così giovane così bella, intoccabile sotto certi versi ed p proprio lì che l’anima di un demone tentatrice si sente tentata a sua volta, smaniosa di poter attrarre in quell’oblio anche le anime meritevoli di essere salvate, ascolta ed osserva, immobile la lenta trasformazione di Sango, quest’oggi, questa notte ella diverrà qualcosa di diverso, uscirà come una persona diverrà ad questa bettola, un peso sicuramente a logorare il proprio animo, catene pesanti eppur nulla pare poi così strano agli occhi del Rikudo Sennin. Ora che il silenzio lentamente calerebbe, ciò che più lo renderebbe curioso e a tratti spiazzato, cosa alquanto difficile per un personaggio come Akendo, sarebbero proprio le quasi impercettibili reazioni della shinobi di Kusagakure, la sensazione di dolore immane che percepirebbe arrivare dal corpo della donna Ishiba lo lascerebbero interdetto, quasi d’istinto porterebbe dapprima il proprio arto inferiori e poi l’indice della propria destrosa sotto il mento d’ella, qual ora gli fosse concesso, azione volta a sollevare il capo della ragazza, quasi ad afferrarlo, ma infine posarsi unicamente sotto d’esso così da instaurare nuovamente un contatto visivo, iridi violacea dai motivi concentrici, motivi in cui perdersi è un attimo, solo a quel punto così, vicino al volto di lei…così pochi centimetri a dividerli, come la prima volta, il loro primo incontro, vociare lentamente <perché soffri? Finalmente potrai sapere tutto ciò che hai sempre voluto sapere> e no che non si riferisce all’evocazione, andando così anche a rispondere alla sua domanda ed affermazione ultima, le farà un grande dono questa notte, un dono che appartiene all’ultima vera Ishiba nota, una dea per il proprio clan, elegante farfalla di carta, la regina ed unica detentrice del proprio clan, Sango potrà notare i lineamenti del viso di Akendo quasi addolcirsi, una sorta di spensieratezza, potrebbe percepir del calore provenire dal proprio tatto, emanare sensazioni avvolgenti e rassicuranti non solo nel proprio tono ma nello sguardo stesso, tutto ciò, per la giovane Ishiba potrò sembrare bellissimo e rassicurante o tremendamente spaventoso di come ciò che le ha chiesto per il Rikudo Sennin è pura normalità e per certi versi c’è del vero se anche solo si fermerebbe a comprendere o se non altro cercar di comprendere una figura come il Rikudo Sennin e ancora prima ciò che era al principio, semplicemente Akendo Seiun. D’altro canto lui più di tutti gli uomini e primo tra tutti ha sacrificato la sua stessa vita il giorno in cui i Kami scelsero lui per l’ingrato compito di riportare nel mondo ninja il potere del Rinnegan, solo che a lui non fu lasciata scelta, strappato dalla sua vita mortale gli fu mostrato un futuro diverso, un futuro pregno di sofferenza e devastazione, l’intero mondo soffrire, un potere che permette l’accesso a conoscenza che mai nessuno vorrebbe sapere, verità che possono unicamente portare alla follia, così accadde difatti ai precedenti detentori del Rinnegan, come non sia ancora accaduto non lo sa nemmeno lo stesso Sannin, pendolo della vita e della morte che oscilla in un oblio fatto di ombre, lui più di tutti però è riuscito ad ottenere così tanto da un potere che nemmeno voleva e grazie ad esso è riuscito ad ottenere ancor più di ciò che poteva sperare in un intera vita ninja. Non gli fu data scelta dai Kami e per tale motivo si è sempre ripromesso, in cuor suo, che avrebbe sì, mostrato la via a chi poteva essere meritevole, mostrandogli sprazzi di un potere che mai potrebbero ottenere altrimenti ma al tempo stesso avrebbe concesso qualcosa che nemmeno i Kami a suo tempo gli diedero…una scelta. Ed eccoli li ora, Sango potrà tranquillamente decidere se staccarsi da quel legame fisico e oculare con il Rikudo Sennin o farsi avvolgere da quella strana e malsana sensazione che sia tutto perfetto, che non vi sia nulla di male, qualcosa che possa prendere il posto del dolore, qualcosa che possa riempire quel vuoto e straripare, una vera ragione di vita, una propria, bramata anelata e ottenuta per propria volontà e desiderio, questo è ciò che sta offrendo in realtà a Sango qual ora non voglia vedere unicamente ciò che sta lasciando nonostante non sappia effettivamente ancora cosa sta per incontrare sul cammino scelto ora, adesso, in questo preciso momento, in questa precisa notte. In caso fossero ancora uniti in quel malsano e deviato legame, il respiro di lui poterebbe ancora inondarla, lo sguardo profondo ed infinito del Rinnegan lentamente risucchiarla ed inghiottirla come in un’altra dimensione, la voce del ninja leggendario a spezzare quella sensazione <mia cara> con il medesimo tono usato poc’anzi, così tremendamente rassicurante e tentatore <non solo avrai ciò che hai chiesto ma avrai anche ciò che ancora non sai di volere, saprai cose di cui la tua mente mai si sarebbe sognata di domandare, gioisci del giorno in cui hai deciso di prendere in mano la tua vita e non essere più una semplice ninja qualunque, il giorno in cui hai fatto ardere come non mai la tua luce, il tuo fuoco> breve pausa prima di concludere definitamente <ora…ai miei occhi brilli come non mai> per quanto Sango veda solo buio, oscurità e dolore in questo momento, nuovamente le parole di Akendo la porterebbero su un piano immaginario completamente differente, ai suoi occhi brilla come non mai, più di prima e più di quanto potesse mai fare, ha fatto sua la propria vita, ha rinunciato a quel poco che aveva e che tutto rappresentava per lei per qualcosa di più grande, il possessore del Rinnegan sa pesare meglio di chiunque altro i sacrifici altrui. Ultima frase dunque vociata prima di interrompersi definitamente e arretrare se fosse questo il desiderio della giovane o rimanere lì in quel contatto, paradossale come se fossero in un dipinto raffigurati entrambi, ella in una tenebra ed Akendo per quanto tentatore porgerle una mano, come a volerla elevare, qualcosa di superiore agli altri inutili ninja che solcano questo mondo, ci sono due modi di vivere e vedere tutta questa situazione, quale abbraccerà Sango Ishiba? Il caldo “abbraccio” tentatore di Akendo o si lascerà andare ad un dolore il sui sacrificio è stato ben ponderato? Ancora una volta Akendo pone scelte, non facile ma pur sempre scelte, non a tutti è riservato un destino tanto gentile. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane]

01:19 Sango:
 La sua vita, i suoi legami, adesso cosa rimane alla giovane Ishiba se non il nulla eterno? Lo sente intorno a se, risucchiarla in quel baratro immenso di odio e sofferenza, per se stessa, per la scelta che ha fatto. Ma pentirsene? Mai. La consapevolezza di quello che porterà quel legame malato non è ancora giunta a lei, inerme tra le mani del sannin che come creta potrebbe spezzarla con un soffia di aria gelida. Potrebbe portarla ancora più giù, nei meandri più oscuri dell'inferno stesso, in un girone infernale dedicato solo a lei dove l'eterna sofferenza avrebbe avvilito il proprio animo, dove le pene sarebbero state eterne e le avrebbe accettate di buon grado per espiare il proprio peccato. Tradire. Come avevano tradito il fratello adesso lei stava tradendo l'unico che le aveva teso la mano e avvicinato a se, dandole quasi un senso di pace e un significato per quanto frivolo . Il dolore che affonda nell'animo della giovane rossa, le si legge chiaramente negli occhi specchio dell'anima e nel corpo che si contorce lentamente in se stesso, perfino respirare diventa un agonia. Ha accettato e quello non sarebbe più cambiato per lei, per Yukio, per il Seiun, ma lei si che sarebbe cambiata. La via tortuosa che aveva iniziato a scorgere adesso non si tratta che un baratro nero e profondo, lei in bilico sul bordo aveva scelto volontariamente di gettarcisi dentro ..ma ne sarebbe uscita? Come una fenice che rinasce dalle sue ceneri? Perchè questo sta accadendo, è morta una parte di lei in quel momento, una parte forse troppo importante dove avrebbe probabilmente vissuto nella gentilezza, nel proprio clan, sempre accanto al kage a proteggerlo al meglio anche da se stesso, una via ormai preclusa a lei. Non vede molte vie d'uscita. Ed eccolo infine, un angelo salvatore, Lucifero in persona, che dopo averle chiesto la propria vita e i propri legami, sollevarle il mento con delicatezza che mai avrebbe immaginato di trovare in lui. Le dita giungono con semplicità sotto il proprio mento, le iridi quasi disperate di quel contatto si rivolgono nuovamente a quel viso ormai familiare, un ultimo legame dannato stipulato. Si rende conto solo adesso che le mani sono strette ai bordi di quel sudicio tavolo, ormai il mondo è scomparso oltre a loro, non sente alcun vociare, alcun suono se non lui. Disperazione,ecco cosa vi leggerà nelle iridi della donna . Quel solo singolo contatto che le emana un calore strano sulla gelida pelle , come un conforto atteso e voluto,non si ritrae anzi ne ha bisogno in quel momento dove tutto ormai è crollato. In fin dei conti la propria vita non era stata quell'esplosione di energia, era semplicemente li, ad arrancare per arrivare al domani, per trovare qualcosa a cui aggrapparsi ogni giorno. Ma adesso che s'è lasciata andare sente anche un senso di leggerezza dovuta al vuoto che vuole inghiottirla. Si lascia quasi cullare in quel momento < non ho nulla adesso > sussurra lei di rimando, ma è vero, adesso avrà la possibilità di sapere tutto quello che desidera, sapere e conoscenza , le due armi che il riduko sannin ha trovato e che l'hanno portato ad essere quel dio ormai conosciuto da tutti . Avrebbe anche lei potuto anelare a quella posizione? Essere lei stessa una leggenda vivente in quel mondo ? I centimetri che li separano sono pochi, lievissimi sospiri escono dalle proprie labbra semi aperte , ormai abbandonata a quel tocco infernale che non brucia , lena invece il suo supplizio interiore. Lascia che adesso sia l'altro a parlare, a confortarla in un certo senso con il suo volto che infine mostra forse un briciolo di umanità. Spaventoso ugualmente per essersi palesato dopo averla distrutta, ma altrettanto rassicurante nel calmare quell'anima in fiamme. Si aggrappa disperatamente a quest'ultima sensazione lasciandosi inondare per quei momenti da un calore diverso, umano, tanto che le palpebre celano lo sguardo per qualche istante assaporandone il sapore dolce amaro di quell'attimo. Non si stacca, non ancora, non desidera altro che aumentare quel contatto in quel momento in cui la disperazione stessa la porta ad attaccarsi a lui e a quel legame malato . Ormai è nelle sue mani, come distogliersi da quello sguardo profondo se non desidera altro che farlo? Pende da quelle parole, balsamo per il proprio animo. Ha davvero preso la sua vita in mano, adesso ne comprende il vero e reale significato di quanto vuota e leggera fosse prima di quell'incontro. Adesso anche la sua anima ha un peso , non come quello del sannin ne come quello di nessun'altro, ha il proprio peso a tenerla legata a quella terra. < volevi davvero che brillassi in questo modo > sussurra anche lei con il fiato dolce e freddo a stendersi sul volto altrui , la voce che non riesce ad andare più in alto di così . Non si era resa conto prima di allora come la sua richiesta avrebbe richiesto il massimo del sacrificio , tutto quello che aveva l'ha appena ceduto in quel patto col diavolo tentatore, per averne in cambio la possibilità di elevarsi sopra tutti . La sinistra che lentamente salirebbe verso quell'indice sotto il proprio mento, non per toglierlo, ma per stringere leggermente il palmo di quella mano calda e umana per non farla scivolare via dal proprio viso, per non portare distanza tra di loro . Un altro gesto, un altra strada intrapresa, mentre afferra con gioia quasi la mano che l'ha spezzata. Quanto può esser masochista? Le serve però qualcosa in cui credere ancora e che quello sia il riduko sannin le è chiaro come la luna che li sta baciando . Il legame è scisso, la mano è stata afferrata, adesso il sannin ha davvero il potere su di lei, potrebbe spezzarla come innalzarla, a lui la scelta di cosa farne perchè lei di scelte ne ha fatte quella notte. Si è appena preclusa la via della semplice vita da ninja, con tutti quei desideri che ognuno avrebbe portato a compimento, la felicità, l'amore, la famiglia, una casa.. tutti legami che adesso non le appartengono più e che le mancheranno per ogni passo che compirà da ora in avanti ; legami che avevano un certo peso nel suo animo ma adesso davanti a se non vede altro che il sannin. Sarebbe stato quello il suo futuro. [chakra on]

02:18 Kioku:
  [Bettola] Un interminabile silenzio piomberebbe tra le due figure, legate ancora da quel contatto fisico ed oculare, sguardi immergersi l’uno nell’altro, calore che viene emanato dai loro respiri seppur distanti nel loro moto, un contatto unico ed indissolubile attualmente almeno per volontà di entrambi, soprattutto quella di Sango. Un silenzio che par quasi assordante e paradossale come l’intera bettola sembra evaporata, come se non fosse mai esistita, come se tutto attorno a loro non fosse che frutto di pura immaginazione, surreale e assurda come situazione. Cambiamenti e mutazioni psicologiche che avvengono nell’anima della Kunoichi di Kusagakure, cambiamenti necessari, una nuova scelta è stata posta, ancora una volta nelle mani di Sango la possibilità di abbracciare qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, un calore ben più strano, lontano da quello semplice umano che si possa ritrovare nelle semplici amicizie e in quel senso di appagamento che è trovare un luogo da chiamare casa e tutte quelle cose a cui l’uomo ha sempre dato così tanta importanza, troppa forse. Lascerebbe che la di lei mano si possa aggrappare alla propria, una scena metaforica del suo animo quanto realistica della situazione che ora si sta svolgendo tra i due, solo loro due e nessun altro, lo sguardo è fisso su di lei, mentre lascerebbe che la rossa Ishiba continui quel suo percorso interno ora da poco iniziato, che faccia la scelta che ritiene più giusta, quel contatto rimarrà e perdurerà fino a quando non sarà lei a decidere che può bastare così. Silenzio che verrebbe interrotto dall’esclamazione di Sango alla quale vi sarebbe subito risposto, intrecciando ancora una volta i respiri d’entrambi all’unisono come in una spirale infinita <questo era ciò che infondo al tuo animo speravi e bramavi accadesse, io ti ho solo mostrato come fare> una risposta che potrebbe scioccarla oppure come le altre miriadi di parole mescolarsi a quel malsano quanto non poi così folle concetto che infondo vi sono persone che per necessità o paura si legano a fatti ed altre persone, qualcosa di più materiale, più concreto e poi vi sono altre, destinate a compiere grandi cose, destinate a qualcosa di ben più grande che la merda vita triste di un ninja qualunque <nel profondo del tuo animo cercavi questo> e non appena Akendo l’ha tentata con parole e nulla più ella è stata subito pronta ad accogliere quell’invito per quanto tentatore e infido non ha mai imposto nulla poiché voleva che fosse direttamente lei a scegliere il proprio destino. Ogni parola fin lì pronunciata dal Rikudo Sennin è stata scelta con premura affinché per quanto all’inizio potesse sembrare un atrocità quella compiuta da quest’ultimo, ed in un certo senso è così, dall’altra potrebbe portare Sango a comprendere che quel dolore che ha provato o sta provando, quel senso di vuoto e sconforto, vi è sempre stato e lo ha riempito con sensazioni ingannevoli, era pronta a sacrificare ogni cosa ancor prima di conoscere il Seiun, probabilmente non lo sapeva ancora ma le parole del demone tentatore dalle iridi violacee le hanno solo mostrato che vi era una porta nascosta tra le tenebre ma per aprirla doveva essere cosciente che tutto ciò che vi era alle sue spalle sarebbe sparito una volta solcato l’uscio di quella porta. Certo si sarebbe potuto imporre, avrebbe potuto forzare, utilizzando addirittura qualche sigillo proibito ma a che pro? Indubbiamente vi sarà dell’utilità nella richiesta del ninja leggendario fatta a Sango ma questo malsano quanto deviato piano volgeva unicamente a far riconoscere all’Ishiba quanto fragile fosse ciò che secondo lei potesse essere così importante, sopprimendo sempre più ciò che invece anelava realmente…un angelo salvatore dalle fattezze demoniache che prima toglie ogni speranza per far intravedere un quadro ben più grande e completo. I respiri intrecciarsi nuovamente e prima che quel contatto possa spezzarsi, lentamente si avvicinerebbe, mantenendo fisso il contatto delle di lei iridi, in modo che possa sprofondare a sua volta nei suoi violacee cerchi concentrici…perdendosi, a quel punto, manterrebbe presa ben più salda sul mento d’ella, sollevandolo ancora un po’, riaffermando nuovamente la sua autorità, seppur al tatto la testa della Kunoichi parrebbe leggera e morbida, continuerebbe a macinare quei pochi centimetri che ormai li distanziavano, i caldi respiri d’entrambi lottare, unirsi, intrecciarsi ed infrangersi tra loro come onde su scogliere in una notte di mare in tempesta, qual ora non opporrebbe resistenza, il pollice della destrosa posta sul mento si inarcherebbe leggermente, posandosi per qualche istante sulle labbra, come a saggiarne la morbidezza, venendo seguite dall’ultimo movimento del proprio capo, cercando di porre le proprie labbra su quelle di Sango, suggellando così, con un bacio questo demoniaco patto. Istanti interminabili, ore, secoli parrebbero passar in quel sigillo che di ninja ha ben poco ma che nasconde un significato ben più profondo, un contatto con l’anima di entrambi, ora è pronta a brillare come non mai e non vede l’ora di poterla osservare crescere, coltivare la scelta che oggi ha compiuto e osservare dove la porterà, un patto indissolubile che mai verrà dimenticato che mai verrà sciolto, ha sacrificato ogni cosa, si è abbandonata alle mani del demone tentatore unicamente affinché egli potesse mostrargli un modo per rinascere, un modo per imbracciare ciò che più desiderava, ciò che più bramava ed inseguirlo, ardendo come non mai, bruciando come un fuoco inestinguibile, un calore e calore pari unicamente al colore dei di lei capelli cremisi, brucia ed ardi come non hai mai fatto, brilla! Lentamente le labbra del Seiun comincerebbero a staccarsi, movimenti impercettibile seguiti da quel tocco di saliva, che ha inebriato il loro palato ed il loro respiro contorto su se stesso, fino a ripristinare una distanza minimamente ragionevole, sembra mai distanziarsi troppo a meno che non sia lei stessa a volerlo per qualsivoglia motivo <sei pronta a conoscere la verità e tutto ciò che ne comporta? E no non saprai solo delle evocazioni, ti parlerò del clan Ishiba> attimi di pausa quasi infinta prima di concludere dicendo <ti racconterò di quando Kuroi Kaminari> il fulmine nero di Ame <conobbe Konan Ishiba> terminerebbe così la sua frase, lasciando che nuovamente il silenzio ricade su di loro, a quel punto di comune accordo si riporterebbe in posizione originale, l’intensità accumulato fino a poc’anzi parrebbe lentamente scemare, ma ciò porterebbe con se una eccessiva fatica, come se i due avessero combattuto e in parte è così, soprattutto per Sango. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane]

22:30 Sango:
 Ormai la donna si aggrappa a quel semplice contatto. Perchè è una donna ormai, non solo nelle fattezze ma soprattutto nell'animo. Un animo che alcune volte parrebbe quasi gentile, dolce, emozioni e sensazioni come quelle posson scomparire se solo lo desidera veramente, ma che adesso potrà il riduko sannin leggerle nelle iridi. Quasi una sua supplica di rimanere ancora li, di potersi ancorare a lui e a quelle parole che le pronuncia. Essere finalmente la fiamma viva e danzante che ha sempre sperato, ma il come ci sia arrivata è tutta un'altra storia. Affoga nella sua anima che riuscirebbe a scorgere, un legame il loro che si sarebbe spezzato solo con la morte e forse anche li, dentro quell'inferno a cui è destinata,sarebbe durato per tutto il suo essere. Ha perso tutto nella frazione di qualche minuto, qualche ora, portata a scegliere su quello che ama al momento e quello che sarebbe l'amore più vero e sincero che possa esistere, quello tra un fratello e una sorella. Legati intimamente dalla mente simile, dal sangue , dal desiderio di cambiare quel mondo ormai spezzettato e irriconoscente dei loro sforzi. Si aggrappa a lui con tutte le forze che le rimangono, poche, ma piene di quella che è l'ultima ad abbandonare l'uomo, la speranza. La speranza per se stessa di poter sopravvivere nel vuoto della propria anima, ormai incendiata da quel dire del sannin, che la solleva ed innalza oltre i suoi pari, oltre quello che i suoi occhi cechi possano vedere , immaginandola quasi come una fenice . Felice e forte di rinascere dal baratro in cui l'ha gettata . Forse è veramente come Akendo le sussurra, serpente tentatore che cerca di farle vivere quella decisione come se ci fosse sempre stata in lei . Come dargli torto? Ha scelto lei di liberarsi della vita di Yukio, ha scelto con consapevolezza le conseguenza di quel gesto, come se il suo cuore potesse infrangersi ancora e ancora, abbandonando e voltando le spalle alle figure che più ha amato. Un amore fraterno, amichevole, genuino quello prova per il Kokketsu, niente di più niente di meno. Non è mai andata oltre quel suo sentimento, non ha mai guardato Yukio con occhi diversi Ma adesso che il momento è giunto potrà farlo, riuscirà a guardarlo in modo diverso, la mente che agirà e il cuore che si spezzerà ad ogni secondo passato con lui. E' riuscita a diventare una traditrice < nel mio animo > sussurra su quella mano verso il suo volto che la scalda come fosse lava, che le accende il cuore e il corpo, in un desiderio quasi carnale verso il Seiun < ero pronta a far qualsiasi cosa > qualsiasi cosa per Ren. Ma qualcosa, qualcosa di veramente profondo e insito in lei non le permette di rivelare quel nome per non sporcarne il ricordo ne la memoria. Si è fatta tentare, si è lasciata andare tra le braccia di quel demone dai capelli neri e dagli occhi viola. I respiri caldi adesso si incrociano, non sapendo bene come reagire ai movimenti altrui, non si aspetta di certo che il riduko possa avvicinarsi in quel modo, ma inconsciamente anche il proprio corpo, la mente, l'anima stessa, sono attratti da lui. Quei centimetri si accorciano nello stesso suo desiderio. Quando il pollice altrui passa sulle proprie labbra piene e rosse, queste si aprono , gli occhi ormai persi in quel viola altrui, nell'animo dell'altro, in quello che finalmente ha potuto scorgere e forse accettare. Lo vede avvicinarsi, il suo cuore che prende un ritmo frenetico, il corpo stesso che vorrebbe una vicinanza in più ma deve solo farsi cullare dalle labbra altrui che si infrangono dolcemente sulle proprie. Le palpebre che calano lente ed inesorabili mentre la mente finalmente spegne il proprio moto mentre lascia che quel bacio prosegua per la sua strada. Dentro non vi sarebbe disperazione, ma solo e puro desiderio, non solo fisico, ma mentale, come se le anime dei due potessero finalmente entrare in connessione l'una con l'altra, essere un tutt'uno. Un bacio primitivo non privo di emozioni, almeno per la donna, nel suggelare infine quel patto col diavolo in persona. Il diavolo a cui ha appena regalato la propria anima. Quel bacio termina infine, con il rivolo di saliva a distaccarli, ma non lei che ormai pende dalle sue labbra e parole. Ascolta quell'ultima frase in particolare e le iridi che si spalancano inesorabili, l'altro potrà notarle < io.. desidero portare il clan alla gloria di un tempo> comincia lei, le ciglia che sfarfallano un momento nel distaccarsi infine da lui < voglio che Konan riviva > le iridi che si abbassano lente verso quel tavolo, mentre le mani infine staccatesi da esso andrebbero a stringere convulsive il diario del fratello < attraverso me > ecco uno dei desideri della chunin, riportare il clan alla gloria di Konan, e non solo. Quello è solo una parte del suo piano, ma questo non viene ancora rivelato. Anche all'allontanarsi altrui l'intensità accumulata nell'aria andrebbe infine a scemare ma quella del proprio corpo no, attirato come una calamita dal Seiun < raccontami > sussurra, come un uccellino che guarda indifeso il serpente. L'uomo adesso potrà vederne l'animo straziato ma anche il conforto risultato da quel legame stretto. Deglutisce, ormai in attesa di tutto . [chakra on]

23:23 Kioku:
  [Bettola] Un lento ed infinito patto, quello suggellato dai due con le proprie labbra, probabilmente non solo quelle a rendere così unico ed autentico ciò che stanotte è stato stabilito, ciò che quest’oggi Sango ha deciso di diventare, una scelta ardua questo è vero, un sacrificio non di poco conto ma che impallidisce d’innanzi tutto a tutto quello che avrà, che saprà, un prezzo che diverrà ragionevole ed infine, con il passare del tempo un ricordo, un nefasto ricordo che gli ricorderà per sempre che quella notte, no non è diventata una traditrice, ma ha scelto se stessa, ha imbracciato i suoi desideri, la sua volontà ed ha deciso di perseguirla ad ogni costo, si è slegata da quei gioghi e quelle catene la cui mente teneva ancorata ed ora come fenice libra dell’aria, libera da ogni condizione. Per quanto non sia ancora chiaro alla stessa ninja di Kusagakure e forse se ne renderà conto tra anni e anni, quando ricorderà questa notte, la notte in cui Akendo gli chiese un sacrificio, non fu un sacrificio direttamente legato a qualcosa che lo soddisfacesse…a che pro? Aveva realmente bisogno di lei per fare ciò che gli ha chiesto? Per quanto possa sembrare sadico, identificare ciò che più si ama e “strapparglielo” dalle proprie, dalla propria anima, questa fu la notte in cui Sango Ishiba capì ciò che realmente gli interessava, con un reale coraggio che raramente si vede, decise di abbandonare quel poco che aveva, ma che pur sempre aveva, per poter raggiungere ciò che bramava realmente. Arriverà quel giorno, presto o tardi, come fu per Akendo, arriverà un giorno in cui ricorderà tale notte con una punta di soddisfazione non più di dolore, di orgoglio poiché ciò che ha compiuto non è una cosa di cui molti si possono vantare, certo questo è il primo passo, un primo passo di un lungo cammino, tortuoso, pregno di dolore e sofferenza ma non vi sarà solo questo. Il patto è dunque sigillato e quel bacio infinito perdurerebbe anche oltre il mero significato simbolico, attratto comunque dalle carni se ne godrebbe avidamente ogni istante, la di lei fragranza, il sapore in quel miscuglio di saliva al cui distacco ne rimarrebbe rivoli leggeri a distanziarli, forse per sempre? Chi lo sa, sarà pur sempre una sua scelta e nulla di più o forse in questo caso no, ripristinate le posizioni, seppur ancora piuttosto vicini, tanto che i respiri ancora parrebbero incrociarsi ed unirsi in un unico vortice d’aromi e sapori, ascolterebbe le parole della giovane che interromperebbero quel silenzio creatosi dalle loro labbra congiunte e solo adesso strappate l’una alle altre, parola per parola, continuando ad osservare i suoi lineamenti, la sua gote incendiarsi così come l’intero volto, la tensione seppur lentamente va via scemando si è accumulato tutto il tempo e ci vorrà un bel po’ prima che sparisca, soprattutto dai loro corpi, ascolta ed osserva, le movenze di lei, le iridi sgranarsi a tale affermazioni ed ascolta le sue volontà, una parte se non altro, ciò che hanno stabilito questa notte le dà accesso completo pari al sacrificio e quindi dovrà giocarsi bene le sue carte, dovrà porre le giuste domande se vorrà ottenere le risposte che vuole. All’ultima affermazione della Ishiba di Kusagakure il Rikudo Sennin prenderebbe un lento respiro prima di cominciare a narrare vicende ormai divenute leggende a loro volta, racconti che potrebbero tranquillamente appartenere a tempi nefasti, ormai dimenticati, ancora una volta, di certo non l’ultima, le sue labbra si schiuderebbero, il respiro di lui inebriare il volto di lei, investirla con il proprio calore e prime parole fuoriuscire da esse, come cancelli pronti a portare la stessa Sango in un mondo che fino a poc’anzi nemmeno sapeva l’esistenza, come preannunciato dallo stesso possessore del Rinnegan, verrà a conoscenza di cose a cui nemmeno pensava, ne dava peso ne ancora sapeva di volere, ma adesso le vorrà sapere…eccome <bella, bellissima, un angelo agli occhi di molti, un angelo della morte ai miei> esclamerebbe infine per cominciare, parole che seppur non ovviamente farebbero riferimento a Konan <perfetta anche in ogni sua imperfezione, un aura di intoccabile avvolgeva la sua figura e anche quando apriva bocca, trasudava e traspariva tutto il lignaggio del clan Ishiba come se lei da sola potesse e bastasse a tenere unito e potente il clan stesso> qualcosa che molti ninja hanno sempre invidiato alla Regina di Carta, una breve pausa, mantenendo il contatto diretto su quell’anima svuotata di ogni inutile legame futile e sciocco, bramosa e avida di conoscere non solo ciò che chiede ma ciò che non sa ancora <era gentile ma anche severa, dispotica, a tratti egoista o meglio menefreghista del bene altrui> sembrerebbe descrivere una persona poco stabile ma soprattutto terribile ma le ultime parole sarebbero quelle fondamentali, quelle più importanti, d’altronde si sa è solo alla fine di tutto che ci rendiamo conto di quanto valgano le cose o di quale valore abbia un viaggio intrapreso…inaspettato <ma nonostante questo amava e voleva solo lui, voleva tutto per lui, tutto ciò che poteva dargli, anche se stessa se fosse stato necessario e alla fine lo ha fatto> ma lui chi? Difficilmente la ninja di Kusa saprebbe a chi, il Seiun, si stia riferendo, un nome tanto antico quando leggendario, al pari se non più di Konan ed altre figure elitarie…Pain o per i più meritevoli di sapere Nagato, il precedente possessore del Rinnegan <persone del genere raramente nascono in questo mondo ninja ma è anche grazie a figure come quella di Konan che esistono titoli quali ninja leggendario> questo a confermare anche l’incredibile potenza di cui si narra. Comincerebbe così, lentamente il suo racconto, di certo non le svelerà tutto d’un tratto ch’egli non è altri che Kuroi Kaminari, il fulmine nero di Ame, appartenente all’unità di Ambu assassini di Amegakure ne che lo stesso Akendo a quel tempo conobbe proprio Konan e Nagato, nel disperato tentativo di salvare Kenji Tsuki, nomi e drammi che risalgono a tempo così lontani da sembrare vite parallele, passate, ormai dimenticate. Lo Sguardo rimarrebbe fisso negli occhi della giovane ninja, desideroso di catturare e captare ogni suo singolo spasmo muscolare, ogni sua emozione, dal lento sudore che accresce sui propri corpi, al respiro affannoso derivato anche da quel seppur saffico in principio, pesante bacio in un moto di passione e tensione culminante. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane]

00:35 Sango:
 Si lascia andare finalmente, libera dalle proprie convinzioni, dal proprio essere Ishiba per potersi unire infine a quelle labbra agognate quella notte, un bacio che perdura nel proprio animo, lo accende, lo scuote, lo muta nel desiderio. Confonde quasi quello che desidera al sannin presente, un errore che mai si sarebbe perdonata in un altro momento, ma che adesso desideri carnali e desideri mentali si possano unire in un unico patto di anime. Ricorderà sempre quella notte avuta con il riduko sannin, quella notte dove ha fato via la sua vita precedente di ninja semplice, con un futuro avanti e delle speranze per poter arrivare finalmente alla sua liberazione. Avida anche lei di quel bacio se ne gode gli effetti per quel che le pare un tempo troppo breve, troppo distaccato adesso dal di lei corpo. La sua scelta sarebbe quella di rimanere in quel momento per sempre, in bilico tra ciò che desidera in quel momento e chiò che desidera per il proprio di futuro. Non vuole allontanarsi dal suo unico appiglio a quel mondo, dall'unico che le da la possibilità di redimersi da quel patto stregato, dai propri demoni per diventarne lei stessa uno, un demone di colpe e sangue.Quel bacio la spossa quasi, l'anima che viene risucchiata dal riduko in quella che pare solo passione del corpo ma che si tratta di più . Ne sta bevendo il nettare, qualcosa che fa sembrare quell'oblio più facile da accogliere e che il corpo dell'Ishiba desidera per se. Un altro desiderio malato taciuto dalle parole, ma che Akendo potrà percepire durante quel bacio, lungo ed estenuante a tratti, dove ha venduta l'anima solo per avere il potere di poter portare a termine il progetto del fratello. La donna ormai è in balia del riduko, ormai è come se fosse veramente sua, in anima e in corpo, quello che l'attrae ancora verso il possessore del rinnegan, e non solo per il potere ma per il richiamo dell'anima altrui. Sa che mai potrà esser tale alla figura di konan, tanto bella ed elegante, una dea ai suoi occhi, ma almeno vorrebbe esser una sua estensione. Lascia che anche l'altro si allontani nonostante lo sguardo sia fisso sul suo viso ormai invecchiato solo dal peso della propria di anima, un sospiro le esce, quasi un mezzo sollievo mentre l'altro porta a raccontarle quello che fu di Konan. Lo ascolta avida mentre una fitta di invidia le scuote il cuore e lo stomaco, perchè lei stessa non è come konan? Bella, bellissima, un angelo della morte, perchè non ha la possibilità di esser al suo stesso livello , o almeno esser capace di rimandarne la memoria, tranne che per l'aspetto tanto fuori dal comune per essere così infuocato < che divertente > sussurra con un mezzo sorriso di dolore < i miei capelli hanno sempre fatto ribrezzo agli Ishiba > sempre così eleganti, sempre così composti nei colori che Konan stessa indossava ai tempi di Akendo < come se fossi il demonio e l'inferno nato per farli affogare > un parallelismo davvero divertente il suo, quello che l'ha sempre differenziata dall'eleganza e la raffinatezza Ishiba. Un colore volgare, ecco come l'hanno sempre definita, un colore del demonio e dell'inferno che poco avrebbe avuto a che fare con loro stessi. E li, in quel momento della sua vita, non è mai stata tanto contenta di esser tanto diversa dai più, per poterne rinascere dalle ceneri della stessa fondatrice del clan, per far comprendere come i suoi ideali siano ancora vivi e vegeti e come quel clan sia ormai stato quasi dimenticato dopo tanti anni. Desidera poterlo riportare alla gloria eterna del loro inizio, alla gloria di ame, alla gloria che merita < Ren sarebbe stato perfetto > sussurra con amarezza, un uomo dai lunghi capelli bianchi e lunghi, con un viso tanto bello da far male . Non come lei, che se anche la natura le abbia regalato un corpo imponente , non riesce a trovarne una vera ragione. Lascia che continui il sannin adesso, godendosi quel respiro sul proprio volto accalorato e desideroso, tanto da farle spostare nuovamente lo sguardo verso il basso. Non è in grado di reggere il confronto con Konan stessa. Lo ascolta però, in quella che sembra la descrizione di una dispotica ma con tanta bellezza e modi di fare che le si sarebbe perdonato tutto < lui chi? > chi è quell'uomo reale che lei amava e desiderava tanto da poter mettere la propria vita in gioco, in mezzo a tutto per necessità? Desidera avere quel nome adesso, proprio quando il capo si rialzerebbe verso di lui. Le iridi verdazzurre incastrate nelle violacee altrui, vuole sapere, deve sapere quello che ancora non ha detto. Il corpo si farebbe più vicino se possibile, con pochi meri centimetri a distanziare i due volti, con il suo respiro sul sannin, come essere quasi alla pari in quel confronto di anime, e le mani.. quelle vorrebbero tendersi verso di lui ma si trattengono, stringendosi nuovamente ai lato del tavolo, quasi a volerlo spezzare, ma solo schegge che si fanno strada nelle sue dita lasciando che lievi rivoli di sangue possano intaccarne il colore. [chakra on]

01:19 Kioku:
  [Bettola] Seppur in quella bettola vi sia stato il fatidico incontro, pare ora che nessuno sia attorno alla coppia di ninja, come se il mondo attorno a loro fosse lentamente evaporato tra i caldi respiri intrecciati, il calore delle loro pelli a tratti rossastre per l’intensità e quel tocco di alcool che dona, l’umidiccia pelle derivata dall’incontro delle loro labbra, delle loro anime, delle loro carni, che si urlano contro, desiderose di incontrarsi nuovamente, bramose di possedersi l’un l’altra. Il bacio ormai ha lasciato posto alle parole eppure il sapore di quel loro fugace incontro risuona attorno a loro, l’odore di lei permeare le membra del Rikudo Sennin intento a raccontarle di come Konan figura leggendaria ed angelo della morte, seppur in una vita di sofferenze, di odio e di distruzione, in mezzo a tanti demoni trovò infine la sua luce, il suo amore, la sua salvezza, per quanto potesse essere potente ne aveva bisogno e riuscì a trovarlo, morendo con la consapevolezza di farlo per lui, per il suo ideale e soprattutto di poterlo incontrare di nuovo. Ascolta il vociare di lei, osservandola mentre amarezza e una sorta di disagio si comporrebbero nello sguardo successivamente, una volta abbassatosi quest’ultimo, la voce di lei, a quel punto incurante di tutto, anticiperebbe le movenze d’ella, avvicinandosi nuovamente a lei, ancora una volta il proprio indice destro posarsi sul di lei mento, constatando ancora una volta la morbidezza della pelle di Sango, sollevarle ancora una volta il viso, lo sguardo del possessore del Rinnegan divorare avidamente le iridi della Ishiba, avanzare sempre più, quasi a riottener quel tanto anelato contatto con le labbra, ma che solo per un istante si sfiorerebbero, strusciandosi, per poi dirigerle verso una parte altrettanto sensibile quanto le orecchie della giovane ragazza, sussurrandole con estrema lentezza, lasciando che il calore investa interamente le membra di lei in quella zona particolarmente suscettibile <il rosso è uno dei colori più belli e significativi, forte come l’anima che ti arde, denso come il sangue che ribolle, acceso come la rossa chioma che hai> le labbra strusciarsi nuovamente, ma questa volta sul di lei orecchio concludendo <sei come il tuo rosso, particolare e unico nel tuo genere, ciò che non viene capito non può essere apprezzato> che lasci agli ignoranti di affogare nella loro stessa melma d’incompetenza, vibra come solo la regina di carte sapeva fare, osservali come se non meritassero altro che la tua compassione e nulla di più, che siano grati qualora il tuo sguardo si possa posare su di essi e le loro inutili vite. Rimarrebbe in quella posizione per alcuni istanti, lasciando che le labbra stuzzichino quanto basti le membra della giovane Ishiba, per poi lentamente ritrarsi ma non troppo, rimanendo nella posizione che portò poi a quel bacio suggellatore, lasciando il tempo a Sango di porgli la domanda alla quale, dopo qualche attimo di esitazione, gioco di sguardi e caldi respiri infrangersi l’uno contro l’altro andrebbe a risponderle <Pain o per meglio dire Nagato> qualora sapesse ben poco di Pain e della sua reale identità non sarebbe facile, almeno per ora, comprendere quel doppio nome ma senza lasciare troppo tempo tra una frase e l’altra continuerebbe <colui che fu salvezza e sventura per Konan, colui che la salvò quando tutto sembrava perduto e divenne la sua luce> a cui Konan non ha mai voltato le spalle, una luce inestinguibile a cui Konan si lego a tal punto da amarla. Lo sguardo di Akendo velocemente si sposterebbe su lei di lei mani, osservandone le movenze e la reazione, lasciando che rivoli di sangue scivolino, lo sguardo ritornerebbe immediatamente su quello della ragazza e ciò che potrebbe scorgere sarebbe quel magnifico e violaceo colore ora più che mai brillante rispetto a prima e un sorrisetto, quasi divertito, ecco cosa potrebbe scorgere un sadico sguardo con un sadico sorriso ma oltre quello stesso sguardo vedrebbe esattamente ciò che lei stessa sta provando ora…bramosia, avidità…desiderio. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane]

01:46 Sango:
 Lascia che l'altro si avvicini, ormai quel contatto non la disturba più in realtà, anzi ,lascia che le dita altrui carezzino le proprie carni bianche, delicate mai intoccate, nessun segno visibile vi si trova in mezzo, come se il tempo e le battaglie mai si fossero posate sul proprio corpo. Un tempio unico e delicato come una rosa, mai lama vi ha indugiato troppo da lasciarvi il segno. Mai sentimento che ne abbia scosso le interiora. Lo osserva, quasi controvoglia questa volta nell'ammettere ciò che la distingue in volgarità dalla stessa Konan. Simbolo di audacia e bellezza, grande e terribile allo stesso tempo, e innamorata di qualcuno a cui diede la vita stessa. Che sia il suo destino? Prender le parti di konan in quel cantico e volare con il seiun? O con qualcun altro se non lui? Volare per avere la possibilità di proteggere qualcuno infine, di amarlo fino alla follia stessa, senza che un vero senso la avvolga? Le labbra altrui che giungon al proprio orecchio a sussurrarle ancora, a sollevarla ancora dal baratro di se stessa, a cui si aggrappa adesso con le unghie e con i denti, costretta a risalire solo per il proprio orgoglio ferito. Quel rosso fiamma sul capo l'ha sempre divisa, tra chi ne ama il colore profondamente e chi lo disprezza altrettanto, come il suo clan. Non li odia ne li ama, se ne stupisce solo del grado di inferiorità raggiunta nel tempo, quando ancora solo Konan stessa ne era portatrice fiera e leale. Le parole giungono infine, il calore che assapora nelle proprie carni stanche < il rosso è il colore anche del diavolo > aggiunge lei stessa alla fine di quella sua prima frase, con un sorriso quasi malato, curiosa di sapere come la prenderà il sannin stesso, ma adesso, dopo che ha avuto un piccolo scorcio della sua vera anima non potrà che sorrider al sol pensiero. < quanto sei bravo con le parole Akendo > sussurra adesso ma consapevole realmente che quel colore l'abbia fatta spiccare tra tutti gli Ishiba rimasti, forse degna di esser chiamata come reale discendente della propria generatrice originale. Quei contatti che solamente la fanno sospirare adesso, come dopo una battaglia appena conclusasi , non si ha un vincitore se non la morte stessa che avrebbe preso la sua anima e l'avrebbe incatenata nel più profondo dei gironi infernali; ne gode di quelle attenzioni, quasi fosse ubriaca del sannin stesso,come se non ne avesse mai abbastanza < salvezza e sventura > ripete lei cercando di capire il legame malato che univa la propria antenata allo stesso Pain, allo stesso Nagato, di cui poco sa se non quello che i libri di storia hanno tramandato fino a lei < vorrei poter essere anche io come lei > confessa sorpresa da quel suo stesso desiderio inconscio. Di avere un anima a cui legare la propria, a cui regalare la propria vita fino alla fine. In fondo è proprio quello che stava facendo con lo stesso Yukio, regalargli la sua vita per la protezione, esser sempre dalla sua parte ad ogni costo. Ma adesso che quel legame si è reciso a chi sarebbe andata la sua volontà? Un lieve sorriso si palesa sulle labbra della donna, uno di quelli strani,ambigui, un miscuglio tra il desiderio dell'animo suo e quello del pensiero stesso di poterlo fare < ma tu non hai bisogno di un angelo > anela nei confronti del sannin, consapevole e convinta di quelle parole, lei stessa al momento non sarebbe che una statua ancora incompleta, qualcosa che si dovrà solo formare e delineare col tempo stesso; anche se invidiosa di quel rapporto che Konan condivise con Pain stesso, un rapporto molto più profondo che il vero amore dove l'invidia ne trova culla e calore per crescere. Lo guarda, lo sguardo anch'esso che corre alle proprie mani umane strette tra le schegge di un tavolo troppo duro da rompere per la sola forza del dolore. Le osserva lei stessa, sorpresa di tali gocce mentre lentamente ne lascia la presa prima di tornare ai suoi occhi ingannatori. Quel sorriso che ormai avrebbe quasi capito in pieno, e lo ricambierebbe, libera ormai da qualsiasi legame passato e costretta da catene pesanti sul proprio animo. La mano che porrebbe fine a quella birra lasciata sul tavolo troppo a lungo. Il desiderio ancora vivo in se, ma non andrebbe oltre, non adesso, non ne ha bisogno davanti a lui. [chakra on]

02:16 Kioku:
  [Bettola--->covo Akatsuki] Un gioco interminabile e tremendo, un gioco i cui sguardi, respiri, ansimi non indugiano oltre, non negano ne nascondono l’intensità e la bramosia carnale di entrambi, una delle gioie di stringere un patto tanto aberrante quanto allettante, stringerlo con quel demone tentatore è quello di potersi lasciar andare infine, poter godere di quegli attimi, perdendo ogni freno, lasciando che l’istinto ed il desiderio a noi più recondito ci possegga, ci forzi anche a fare a volte ciò che non faremmo ma che…oh si che lo vorremo fare, negli angoli più bui e reconditi della nostra anima si celano i nostri reali desideri, quelli che rimangono sopiti finché le catene a cui sono legati non vengono spezzate, abbandonarsi ad essi è come divenire preda dei fumi dell’alcool, ancor peggio divenire quasi bestie, bramose unicamente di quel passionale desiderio carnale, così evidente, così pesante, che da semplici e profondi respiri diventa lentamente un ansimare, un attendere, un anelare così tanto quel desiderio che l’attesa stessa diviene una tortura per le proprie carni. La osserva, in ogni sua movenza, il colore rossastro che si spargerebbe sulla sua pelle visibile, il suo odore ed il suo caldo respiro mischiarsi al proprio, conscio che a quel gioco è stato lo stesso Akendo ad invitare Sango ad unirsi, poteva capire di tutto eppure scelte sono state fatte, scelte che potevano portare a molte conclusioni ma non sempre il futuro è chiaro, ciò che ci smuove è unicamente il nostro avido desiderio e tutto ciò? Qualcosa di ancora più allettante, qualcosa che scinde dagli argomenti trattati fino a poc’anzi così come quelli iniziali, sofferenza, rammarico, anime lacerate, nulla di tutto ciò ormai la giovane Ishiba dovrebbe poter sentire, un unico desiderio carnale impossessarsi d’essa tanto quanto il Rikudo Sennin stesso, come se entrambi ora in una situazione di stallo attenderebbe una qualunque mossa che potrebbe sbloccare tutto, entrambi sanno ciò che vogliono adesso, entrambi sanno ciò che andrebbe fatto eppure, anime sadiche in questo perverso gioco attendono, crogiolandosi in quel dolore dell’attesa che precede il piacere stesso e questo sì che lacera metaforicamente le carni della propria anima, della propria mente. Nelle mani di Akendo la possibilità di concludere questo gioco unicamente con poche mosse, ma prima che possa fare qualcosa, la di lei voce spezzare quell’aura di tensione e passione, libidine mentale e non, ascolta parola, per parola, una smorfia divertita al riferimento di quel colore rosso che tanto si abbina a quello del diavolo Kami, lasciando che possa continuare senza interromperla se non per un sussurro <il diavolo Kami ha molti volti> e probabilmente alcuni di essi sarebbero molto simili a quelli di Sango e Akendo stesso in questo momento, ascolta fino alla fine, parola dopo parola, come un lento incidere su di un tacito viale, la cui fine non è poi così distante. Così vicini da potersi quasi sfiorare nuovamente le proprie labbra, solo a quel punto il possessore del Rinnegan prenderebbe parola, in risposta proprio alle ultime affermazioni della giovane Kunoichi <no tu non sarai come Konan, avrai la possibilità di essere qualcosa di più, qualcosa di migliore> parole forti quanto profonde, ora come ora con tutto quello che ne è conseguito ed il divenire frenetico e trasudante di passione, ogni parola diverrebbe realtà, ogni immaginazione potrebbe prendere forma nella mente di Sango, anche queste ultime parole <non ho bisogno di un angelo, ma forse qualcos’altro si> un leggero sussurro, calde parole rivolte a lei, lei che può prendere in mano il suo destino ora che ha compiuto uno dei sacrifici più grandi che si possa richiedere ad una persona, sarà lei quel qualcos’altro? Ciò che diverrà e ciò che vorrà diventare ormai dipendono unicamente da lei, da quanto arde il suo desiderio da quanto intensa quella luce prevarrà su di ogni cosa. A quel punto le parole si sprecherebbero nel nulla, il tardo tempo, i fiumi d’alcool e le tante parole unitesi all’incredibile carica emozionale, il pàthos annullerebbero qualsivoglia altra azione in questa tarda notte, eccetto una…il chakra lentamente verrebbe richiamato a se, così come la concentrazione, volta ad immaginare un loco ben specifico, in ogni sua forma e dettaglio, un luogo a lui familiare e congeniale per ciò che ha in mente e probabilmente anche la stessa ragazza, pensare ad uno scenario sarebbe molto complesso, fissa nella sua mente l’immagine in questione, senza bisogno di proferire parola, socchiuderebbe per qualche istante le proprie palpebre, raccogliendo le ultime energie e concentrazione, mentre la propria destrosa lentamente si solverebbe verso il volto della Kunoichi, roteando di 180° il proprio dorso all’ultimo, dandole il palmo della propria destra, come un invito, ma non si alzeranno da quelle sedie…no. Al riaprirsi delle palpebre, un sorriso sadico e perverso si comporrebbe sul proprio volto, così come il proprio sguardo, carico di desiderio e bramoso, avido delle stesse di lei carni, un invito a qualcosa di ben più particolare, l’ultima tentazione della notte, l’ultimo gioco demoniaco e qualora Sango dovesse accettare, le basterebbe poggiare la propria mano sul palmo del ninja leggendario, nulla di più prima che un forte movimento e la sagoma di Akendo con quel sorriso e sguardo sfumerebbe lentamente attorno a lei, ritrovandosi in ben altro luogo, un luogo ben più congeniale dai pensieri perversi d’entrambi, ove si possa finalmente consumare quest’ultima danza demoniaca, ove finalmente entrambi potranno dare libero sfogo alle proprie bramosie e consumarsi a vicenda in questo ultimo gioco iniziato questa notte. [END]

02:38 Sango:
 La scacchiera ormai si è fermata, la regina davanti al suo re, come a proteggerlo, come a voler esser lei stessa il suo arto, come Konan fu molto tempo prima. I desideri che si rincorrono, sofferenza, dolore, desiderio di conoscenza che la porteranno verso qualcosa che mai avcrebbe potuto immaginare. Quello vorrebbe solo esser lei, un angelo come Konan, in grado di librarsi in aria e far vedere a tutto il mondo la potenza degli Ishiba, la potenza di Ame stessa, la potenza che lo stesso Seiun ha portato via con se in quei lunghissimi anni. Anche lei anela a quel contatto, inconsapevole di cosa sta chiedendo adesso ad un figuro come lui, ad un kami sceso in terra colmo di avarizia e di dolore, un dolore che vorrebbe quasi infliggere a ciò che lo circonda . L'uomo guida le danze, come si farebbe in un qualsiasi incontro tra un uomo e una donna qualsiasi. Ma lui non è un uomo, lei non è una donna qualsiasi, e per questo forse che in quella notte altri istinti si son risvegliati in lui, come la curiosità, il desiderio, e in lei si son spente delle fiamme e se ne è accesa una, più grande e lucente. Tanto da poter bruciare qualsiasi cosa tocchi, chiunque la tocchi, tranne lui. Il legame che s'è stretto sarebbe diverso e particolare, lei gli ha ceduto tutto, lui l'ha innalzata oltre se stessa. Potrebbe quasi credere a quelle parole, divenire di più di Konan stessa, qualcosa di diverso sicuro, in grado forse di portar in vita un clan quasi dimenticato per la loro forza e determinazione. Lei non sarebbe mai diventata un angelo, nemmeno ai propri occhi, non così candida e pura sotto certi aspetti. Le ha donato la possibilità quella notte di poter esser ciò che desidera di più, quello che si formerà lungo il suo cammino in quel baratro immenso. Il loco che si fa sempre più rumoroso, quasi adesso consapevole di quei fischi e schiamazzi per incoraggiarla a voltarsi, come una donna abbia fatto movimentare la serata di uno squallido locale. i fiumi di alcool non sono per lei, ma le emozioni scorrono impetuosi comunque, come il desiderio che l'attrae a lui .. l'invito è chiaro e palese, la mano altrui versa nei propri confronti. La sinistra di elle si solleva senza alcun tremore andandosi ad unire alla sua, ormai ogni scelta concerne il sannin che ha davanti, guida e non solo ormai . Si prende anche quel sorriso sadico mentre i propri occhi si addolciscono leggermente, l'unico legame che ha è con quel demone. Sparirebbe insieme a lui , in un luogo a lei sconosciuto, ma cosa le importa ormai? Ha venduto l'anima al diavolo in persona. [end]

Sango si trova nei bassi fondi di Kiri per cercare informazioni sulle evocazioni, ma dentro una taverna incontra Akendo.
Da li si trova infine a vendere non solo Yukio, ma anche la propria anima a quel demonio.


OFF: giocata molto importante per la crescita del pg , anche per quanto riguarda la sua ricerca verso le evocazioni stesse.