Giocata dal 04/04/2020 22:07 al 05/04/2020 02:00 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Il tempo, come sempre nell'isola, non è dei migliori. La nebbia abbraccia tutto il panorama della città e l'oscurità della notte si è calata su di esso già da un po' di ore. L'umidità entra all'interno della pelle e colpisce le ossa stanche di chiunque si trovi fuori da casa. Il periodo è ancora peggio del clima grigio. Essere in guerra non è semplice. La paura vive con chi si è trovato immerso in questa terribile nemica, la quale è sempre accompagnata dalla donna vestita di nero che brandisce la falce. La Morte è la cosa più comune di questi tempi. Molti valorosi ninja perdono la vita a causa di svariati nemici. Quello più potente, ora, è il Dio che da un po' di tempo mette il panico tra le fila dell'Alleanza. Oltre ai morti, fortunatamente, ci sono anche dei feriti. Qualcuno si salva e i ninja medici hanno dovuto aumentare i loro ritmi lavorativi. Gli ospedali hanno molti pazienti. Chi con profonde ferite, chi con rotture di ossa, chi con gravi lesioni superficiali dovute da ustioni importanti. Nessuno si salva, o almeno solo i più bravi. Stasera, tra tutti coloro che devono essere soccorsi, c'è un ragazzo con diverse, per non dire molte, ferite. Durante una missione è stato coinvolto in una esplosione e solo un medico bravo può curarlo completamente. Meno male che i ninja dell'Alleanza sono addestrati a questo, quindi un ninja medico sta andando a curarlo. Infatti una donna sui 35 anni si avvicina verso il quarto letto a destra, nel quale si trova il ragazzo. Si presenta con un camice completamente bianco che finisce poco sopra le ginocchia e chiuso grazie a dei piccoli bottoni di colore azzurro che arrivano fino all'altezza della vita. A coprire il resto della gambe ci sono un paio di pantaloni verdi scuri che accompagnano delicatamente le sue forme. Pendente dal fianco destro, si può notare il coprifronte della foglia e in viso porta dei sottili occhiali da sole si colore nero. I capelli sono marroni, legati con una coda alta. Questi non sono tanto lunghi, infatti da legati arrivano poco più sopra dell'altezza delle spalle. Ai piedi porta sei sandali ninja di colore nero. "Buonasera. Mi chiamo Nana Aburame. Che succede qua?" dice mostrando un piccolo sorriso.[Inizio quest cura per Katsu]
[Ospedale da campo] Quell’occasione voluta forzatamente rimediare alla ninja della nebbia, della quale non sapeva neppure della comparsa e a Yosai, la consapevolezza di poter dare la sua vita nell’atto, ma non di tutta la sofferenza che ne sarebbe conseguita. Il dio che gli si avvicina e poi “boom”, un flash, il fuoco dell’esplosione, il terribile dolore delle carni che si bruciano e poi, ringraziando qualsiasi cosa ci sia dall’altra parte, più niente. E se la guerra è spietata la morte lo è ancor di più. E la ragazza rossa e i medici lo hanno sottratto all’abbraccio del mietitore, tenendolo in vita per chissà quale miracolo, poiché sarà senz’altro uno dei pazienti più gravi presenti nell’accampamento. Ed è proprio lì che, sospeso tra la vita che è ridotta, letteralmente, al lumicino e la morte se che sembra tuttavia sempre più vicina, si trova Katsu, che versa in condizioni disperate. E’ sempre un figuro alto un metro e ottanta, questo non è cambiato affatto. Ma solo questo. I capelli biondo platino sono attaccati al cuoio capelluto, ancora e chissà per quale miracolo, ma solo quelli. Il viso è deformato da numerose ustioni di secondo grado che hanno portato via pezzi di carne. Altri pezzi di carne, invece, si reggono insieme per puro miracolo ed altra carne viva è esposta direttamente. Scendendo giù con lo sguardo, invece, si può notare come gli siano stati strappati di dosso i brandelli di vestiti ancora rimastigli addosso. Ed è nudo, ad eccezione per l’intimo, un paio di boxer. Questo permetterà al medico di vedere nel dettaglio qual è la sua situazione. Le ustioni di secondo grado fanno da padrone. Completamente carbonizzato, non vi è una sola parte del corpo che è rimasta intonsa dai fuochi dell’esplosione. Il proprio tronco, nella fattispecie, presenta ancor più complicazioni: lo sterno, visibile a causa dei tessuti epidermici bruciati e del fisico asciutto, subisce una curva innaturale ed è possibile vedere come questo sia rotto. L’arco costale, poi, è irregolare e disseminato di fratture a numerose coste qua e là, rendendolo decisamente più simile a qualcosa di brutto e deforme che ad un corpo umano. Questo, poi, si somma a pezzi di carne che sono saltati letteralmente all’altezza dell’addome, ad altri pezzi all’altezza del costato che rivelano le ossa, aggiustate o rotte che siano, che sono praticamente visibili poco ci manca. Scendendo la dottoressa potrà anche notare come gli arti inferiori seguano letteralmente questa andatura: i quadricipiti, nella fattispecie, sono ustionati e qualche porzione, anche generosa di fibre muscolari, si tengono insieme a malapena, mentre le tibie e i peroni di entrambe le gambe sono completamente saltate e questo fa assumere alle gambe del carboncino ancora vivente un angolo irregolare, che normalmente non dovrebbero assumere, insomma. Le ginocchia e le caviglie anche non sono esenti da lesioni, così come i piedi: alcuni metatarsi degli stessi, infatti, sono saltati, così come numerosi tendini e legamenti sparsi in tutto il corpo. L’unica cosa che tiene in vita il genin dell’erba è il fatto che miracolosamente, nonostante non gli siano state prestate cure volte al risolvimento di quei problemi, gli organi interni non hanno collassato, sebbene anche questi siano danneggiati in maniera più che seria e stiano ovviamente soffrendo e risentendo di tutta la situazione. In tutto questo lui non è cosciente. Non si è svegliato dall’accadimento del giorno precedente e la sua mente vaga, attualmente, verso altri lidi che lo collegano alla missione di ieri. Rivive a loop, nel cervello, quegli accadimenti, in vita proprio perché nessuno dall’altra parte lo ha voluto e, sotanzialmente, molto più morto che vivo. La sofferenza l’ha sentita inconsciamente e l’enorme dolore pure. Ha smaniato, si è lamentato a più riprese, ma ha lottato. Sempre. E continuerà a farlo. Ma non può rispondere alla dottoressa perché non è senziente.La situazione è più grave del previsto. Infatti la dottoressa fa ora ad avvicinarsi poco di più che capisce subito che la situazione è molto più grave di quanto le era stato riferito. Questo è il problema di avere molti nuovi medici all'interno delle proprie fila. Il ragazzo è incosciente e in uno stato veramente critico. Così questa, senza pensarci due volte comincia ad applicare ciò che anni e anni di studi le hanno permesso di imparare: l'utilizzo del Chakra medico. Dopo poco tempo di concentrazione, si può vedere uscire dalle sue mani un alone di verde tiepido, risultato dell'unione della forza fisica e spirituale che, da anni, riesce a ritrovare all'interno del suo corpo. Come prima cosa porterebbe le mani all'altezza degli organi più importanti: cuore e polmoni, dato che il cervello non sembra essere intaccato, a circa dieci centimetri di distanza. Ora bisogna salvarlo e poi si pensa al resto. L'odore di carne bruciata la fa da padrona in quella 'stanza' formata da quattro tende. La visione agli occhi della dottoressa è a dir poco squallida e si domanda come è possibile che il paziente sia ancora vivo. Infatti, quasi tutto il corpo è danneggiato. Dalla faccia ai piedi. Nota anche, grazie al suo occhio fine, che il lato prevalentemente colpito dall'esplosione è il destro, quello dalla sua parte, e che quindi il paziente avrà probabilmente problemi all'udito in quello stesso lato a causa del forte rumore. [pf ristabiliti 16]
[Ospedale da campo] Continua a lottare quando invece dovrebbe essere morto da tanto, tanto tempo, ormai. Non si muove, non mangia e non beve e le forze sono sempre di meno. E poi arriva la dottoressa, la cui presenza, ovviamente, non viene minimamente percepita, poiché il cervello si protegge dal dolore in maniera autonoma e scarica quelle forze residue su esperienze in cui il ragazzo ha coscienza. E’ il motivo per il quale non può sentirla quando si avvicina, anche perché i timpani sono compromessi, in effetti, dall’esplosione. Immerso in sé stesso, però ciò che può sentire è solamente qualcosa che gli fa bene, un calore che invade il proprio corpo e va a depositarsi all’altezza del proprio cuore e quindi dei propri polmoni. Ecco che i tessuti polmonari, quasi al collasso, vanno a formarsi nuovamente, ad aggiustarsi e a riparare quei danni che l’esplosione gli ha provocato. Il cuore torna a battere con maggiore regolarità e fa da spinta ai polmoni che tornano a pompare aria con altrettanta regolarità. E questo, ovviamente, favorisce anche la rigenerazione sanguigna, ridotta al minimo funzionale. La gabbia toracica, sfondata ancora, si muove, ma il dolore è insopportabile, poiché le costole sono rotte, ancora. E quindi, in maniera del tutto inconscia, va ad aprire leggermente la bocca e ad accartocciare il viso in un’espressione di estremo dolore. Non urla perché le forze sono ancora poche, ma il dolore insopportabile gli si può leggere sul viso, ma non si arrende in un fascio di vocazione e tempra. <ah…> è un sospiro, poco più che gli esce dalla bocca. Niente più, niente meno, perché non respira bene a causa delle costole rotte e quelle bruciature sul corpo fanno il resto. [pf 15/100->31/100]La dottoressa continua a fare il suo lavoro al meglio delle sue possibilità. Portare ad uno stato di 'non pericolo' il ragazzo, ora, è una sua priorità. Nessuno è morto tra le sue mani fino ad ora e sicuramente questo non sarà il giorno in cui succederà. Finalmente un cenno di vita. Un piccolo sospiro che le fa capire che le cure stano funzionando. I polmoni e il cuore si stanno curando e, data la posizione, anche le costole che costituiscono la gabbia toracica si stanno riparando. Chi possiede l'udito più fino potrebbe sentire il rumore delle ossa che, pian piano, vanno a ricomporsi come un puzzle. La gabbia toracica va, a vista d'occhio, a rigonfiarsi riprendendo, con calma, le sue dimensioni originali. Dato che i due organi sono riparati e il costato ha ripreso volume, è tempo di cercare di rimediare ai danni al viso. Così cerca di direzionare il flusso del chakra medico che esce dagli tsubo delle mani verso il capo, il quale si trova in condizioni gravi quanto tutto il resto del corpo. Si tratta di una enorme ustione di secondo grado, ma fortunatamente gli occhi non sono stati vittima dell'esplosione. La pelle piano piano abbandona il suo colore bordeaux per avvicinarsi un po' alla colorazione della pelle sana, non bruciata. Bisogna avere pazienza in questi casi perchè correre vuol dire far male le cose. Così aumenta la concentrazione perchè il suo chakra medico vada a ricucire le ferite in modo migliore possibile, facendo si che nessuna cicatrice segni il volte di quel ragazzo tanto carino. Ora riesce ad aprire gli occhi e la bocca per dire piccole parole. Il respiro è quasi del tutto normale, solo che le vie respiratorie superiori non sono del tutto curate [pf ristabiliti 16]
[Ospedale da campo] Qualcosa o qualcuno lo sta portando via dall’abbraccio della morte che sempre più si stava stringendo sul ragazzo di Kusa. La sensazione del cuore e dei polmoni che riprendono a funzionare fa bene, ma mai viene avvertita come le ossa del costato che, come i pezzi di un piccolo puzzle, tornano tutte al loro posto, così come lo sterno, facendo assumere a quel cartoccio di carne una figura più precisa, la figura di un ragazzo. Le costole che si rinsaldano, i tessuti ricrescono e tornano al loro posto. Sente il calore interno provocato da quel chakra medico. <ah..> è di nuovo un sospiro, ma stavolta è dolore misto ad un po’ di sollievo. Respira, sente il soffio vitale tornargli improvvisamente a gonfiargli la gabbia toracica e quelle immagini, quella protezione del cervello man mano viene meno, anche perché a questo punto il dolore richiama alla realtà. E se le immagini si allontanano dalla mente, un fischio si avvicina. Un fischio dapprima lieve e quindi sempre più prepotente, all’altezza dell’orecchio destro. Fastidioso, sì, ma non come il dolore che sente all’altezza delle gambe in questo momento. Le mani della dottoressa, quindi, si avvicinano al volto e i tessuti cominciano a riformarsi, donando ancor più sollievo, la carnagione nivea che dovrebbe andar a ricomporsi in maniera graduale. <… Yosai… la missione…> chiama l’amico con la bocca, perché, seppur non sia ancora cosciente, comincia a risvegliarsi e la testa lo riporta all’ultima cosa che ricorda. <… ammazzalo… non..abbiamo molto temp..AAAAAH!> ringhia alla fine, poiché ora che il sollievo si sta dirigendo al volto e la parte superiore del corpo sembra aver ripreso funzionalità, la parte inferiore ancora duole, perché le gambe hanno tendini, ossa, legamenti rotti e sono bruciate, ancora. Urla, sia per il dolore, sia perché il fischio all’orecchio destro diventa prepotente anch’esso. Ma ancora non è cosciente. E le sue vie respiratorie superiori non son ancora del tutto libere, poiché respira male e con una sorta di “ggggroh” che esce dalla bocca ad ogni respiro. Arranca, ma lotta. [pf 31/100->47/100]La pelle del giovane sta riprendendo la sua colorazione chiara. Dalla bocca, che ora riesce a muoversi, escono della parole. Parole di speranza per la dottoressa che vede andare in porto gli sforzi che sta facendo. "Ehi non sforzarti. Risparmia il fiato ragazzo." direbbe con voce alta. In teoria il sistema uditivo non dovrebbe essere stato intaccato totalmente quindi spera che il giovane la senta la senta. Vedendo che il viso è guarito completamente, si ridirige verso il basso puntando su tutti i canali all'interno della gola. Così facendo la parte superiore del corpo dovrebbe essere salva. Anche la gola riprende volume, mettendosi alla pari con la gabbia toracica che poco prima era stata curata. Ora le vie respiratorie dovrebbero essere libere, così da poter permettere al paziente di respirare senza problemi. Il problema ora è di riuscire a recuperare tutte la capacità fisiche del soggetto. Traumi che comprendono legamenti e muscoli sono molto difficili da recuperare. Quando, in più, si parla di ossa rotte è un vero casino. Questo non vuol dire che non ci si può provare. Così, speranzosa vedendo i progressi fatti fino ad ora, si dirige fino alla parte addominale, dentro alla quale si trovano tutti gli altri organi interni. Infatti questa sacca delimitata superiormente dal diaframma e inferiormente dall'osso iliaco contiene tutti gli organi interni indispensabili per la vita: stomaco e intestino sono due di questi. Questa zona non comprende ossa, ma solo tessuto muscolare e connettivo. Il rumore di ossa, quindi, non c'è ma lo spettacolo è molto più disgustoso. Il muscolo retto dell'addome, parzialmente rotto, andrebbe a riformarsi ridando spazio agli organi in modo tale che possano riprendere le loro forme originali. Questo è il primo passaggio da fare in modo tale che questi non si scontrino l'uno con l'altro. La pancia, quindi, riprende parzialmente le sue dimensioni. Ci vuole ancora tempo perchè questa zona sia curata del tutto. Il paziente respira senza problemi se usa i muscoli intercostali e il diaframma. Non respira se usa i muscoli addominali.[pf ristabiliti 16]
[Ospedale da campo] Le cure avanzano e lui lotta assieme alla dottoressa che lo sta curando. Quei rantoli che si sentivano quando respira son destinati a sparire con un tocco delle mani della sapiente dottoressa che sta compiendo un autentico miracolo. Il cuore pompa sangue, i polmoni l’aria che gli permette di sopravvivere e la gola, la trachea e la laringe tornano a posto attraverso uno scatto che il ragazzo vive internamente come un sollievo. Non è lucido, non è rinvenuto, non ancora, benchè si avvicini sempre di più verso la luce e si allontani dal mietitore. Le parole della dottoressa cominciano ad arrivare, ma non nella loro interezza, ma come un ronzio lontanissimo di cui non conserverà nulla, probabilmente. Respira con maggior vigore e inconsciamente non tenterà di tirare in ballo i muscoli addominali che un paio di volte, perché, in preda ad un dolore lancinante che gli mozza il respiro, non lo farà più per istinto, ma si rivolgerà verso il diaframma. Digrigna i denti, però, e abbastanza rumorosamente da essere udito, mentre sente quella carezza spostarsi verso il proprio addome. E se all’esterno lo spettacolo non è bello ma disgustoso, internamente gli organi come fegato, milza, stomaco ed intestino, quasi al collasso, ne giovano, perché col tornare nella sua posizione del muscolo retto dell’addome, questo permette agli altri organi di tornare al loro posto, di riformare i loro tessuti danneggiati e di riprendere con maggior vigore le loro funzionalità. <… non… pensare…> scandisce ancora, debole, con un filo di voce. <… a me… uccidilo.. Yosai…> completa, in qualcosa che sta vivendo solo lui. La voce è roca e debole dall’enorme sforzo che ha fatto per resistere, il corpo galvanizzato dallo sforzo enorme dell’Aburame perché la pelle torni nivea e gli organi interni al loro posto. Continua in quella lotta contro la morte, aiutando, di fatto, la dottoressa. [pf 47/100->63/100]Il retto dell'addome riprende il suo vigore. Tutti gli altri muscoli che formano, insieme a questo, la parete anteriore stanno riprendendo forza. Gli organi che si trovavano in un posto più stretto di quello a loro assegnato ritrovano serenità. Il lavoro nella zona superiore è finito. Bisogna, con calma, dirigersi verso gli arti inferiori. Mancano solo questi e gli arti superiori per far tornare come nuovo, o quasi, il corpo del ragazzo che fino a poco tempo prima sembrava un corpo in putrefazione. Delle ulteriori parole escono dalla bocca del ragazzo. Il nome Yosai viene ridetto. Da ciò che può capire la dottoressa, questo Yosai era il compagno del paziente durante la missione in cui ha subito le ferite che sta guarendo. Il consiglio di risparmiare il fiato non è stato ascoltato. I dolori sono ancora troppo forti perchè il cervello riesca a riprendere conoscenza. Così, mantenendo il chakra medico attivo, si dirige verso le cosce. Anche queste riportano gravi ustioni di secondo grado e le ossa sono messe male. I muscoli sembrano quasi poltiglia e, con il sangue, sono quasi irriconoscibili. Il sangue si ferma, il rumore delle ossa riprende. Con uno scatto la gamba destra, quella più vicina all'esplosione, si muove come se avesse ripreso il suo asse originale. La gamba sinistra, invece, è ridotta meno mal, ma anche qua le ossa avevano qualche frattura scomposta. Bisogna dire che la pelle, come quella della faccia, sta tornando della chiarezza che aveva prima di ricevere l'ustione. Sul tronco la cicatrice è rimasta. Infatti si può vedere una enorme macchia più scura che ricopre tutto l'addome e il pettorale destro. Sarà una cicatrice permanente. Ci vuole ancora per le gambe. Il ginocchio, a causa dei tantissimi legamenti, è molto rognoso [pf ristabiliti 16]
[Ospedale da campo] Il dolore all’addome è destinato a sparire, così come è sparito quello al volto e al petto. E ben presto il ragazzo si ritrova con un pezzo del proprio puzzle aggiustato e a riassumere la sua forma originale, più o meno. Sì, perché il dolore è ancora molto, ma la via della guarigione è oramai imboccata. Sente quei tessuti richiudersi. Ed adesso li sente davvero, li inizia a percepire con una consapevolezza maggiore. Si potrebbe dire, ora, in una sorta di dormiveglia, adesso. Il fischio all’orecchio destro è andato aumentando, di fatto, quasi fosse un richiamo. Il dolore all’altezza delle gambe e delle ginocchia anche chiama, fondamentalmente, il ragazzo alla vita. E il tutto non è neanche ostacolato più dal cervello, che giudica ora il dolore come sopportabile. Digrigna i denti e si costringe a venir fuori da quell’abisso, ad aprire gli occhi azzurri cielo con delicatezza. Sente la propria gamba destra fare “croc” e tornare sul proprio asse, ma il dolore è tanto, troppo perché si muova. <… Le gambe… le braccia…> è un dire dire debole, ora, ma lucido, sostenuto nella voce, che, benchè debole, si condisce di un panico che è palese. Non si muove, non ha ancora forza e possibilità di farlo, ma il panico è palese nel parlare. <… d-dove… diavolo sono?> scandisce, facendo uno sforzo di volontà immane per non urlare in preda a quel dolore indescrivibile proveniente dalle gambe. <… S-sono… m-morto..?> domanda. La voce è debole e non osa spostarsi, ora. Non osa guardare le gambe che gli fanno male o chiedere il perché, ma il panico è palese quanto la consapevolezza di essere un virtuale bersaglio facile. <..dov’è… Yosai…?> domanda, quindi, sfinito dal dolore, ma mai domo nello spirito. <.. Ah..> è l’ennesimo sfiato di dolore, poiché le braccia fanno male. E di nuovo, non osa portarsi a sedere, non osa guardare, per poca consapevolezza, per paura, forse. [pf 63/100->79/100]Ormai quasi tutto il lavoro è stato fatto. Anche le ginocchia, dopo un 'TAC' sono tornate in asse e hanno ripreso consistenza. I polpacci seguono e i piedi scricchiolano forti come dei fuochi d'artificio. Infatti tutte le piccole ossa che lo formano erano fuori posto e e la pelle che li ricopriva era quasi del tutto scomparsa data la sua sottigliezza. Anche gli arti inferiori sono stati completati e quindi mancano quelli superiori. Spalla e gomito, essendo delle articolazioni, hanno bisogno di più tempo, ma nel complesso le braccia, con le mani hanno occupato la metà del tempo delle braccia. Anche le mani, come i piedi, alla loro riparazione fanno un insieme di rumori molto fastidiosi. Il peggio è passato. Il paziente è salvo. Questo comincia a parlare e le frasi che dice hanno senso. Vuol dire che ha ripreso conoscenza. Il nome di Yosai rispunta fuori, ma lei non sa chi sia. Anche se fosse stato portato in quel centro ospedaliero, c'erano troppi pazienti perchè lei se lo potesse ricordare. "Ragazzo sveglia." dice mantenendo il chakra medico attivo e portandolo all'orecchio destro curandolo. "Ci troviamo in ospedale e.. no non sei morto per fortuna" continuerebbe ritirando le mani e facendo svanire l'alone verde. "Alzati pure se vuoi, ma fai con calma. Ok?". Un piccolo respiro, una asciugata di fronte con la mano e poi riprende a parlare. "Sono Nana Aburame. Mi spiace essere così sbrigativa, ma ci sono altri pazienti che hanno bisogno del mio aiuto. Tu dovrai stare a riposo completo un paio di giorni e poi potrai riprendere gradualmente gli allenamenti. Mi raccomando. In bocca al lupo ragazzo." conclude girandosi e scomparendo dietro una tenda.[pf ristabiliti 16 / pf = 95/100][fai pure la tua end]
[Ospedale da campo] E’ tutto confuso, l’orecchio fischia, le gambe e le braccia provocano dolori allucinanti, tanto che non riesce neanche a gridare, non sa dove si trova e neanche se sia morto. E tutto questo, insieme, provoca una sorta di crisi di panico nel ragazzo che tuttavia è forzatamente costretto a morir dentro senza poter dire o far niente. Sente quei rumori sinistri e per un attimo il panico prende il sopravvento. <..aah…CHECCAZZO SUCCEDE?> ringhia, sentendo la sinistra, quanto galvanizzante sensazione che le proprie gambe si stiano mettendo a posto. Lui grida e ringhia, ma non ha forza per far altro, ora. Sente ossa rinsaldarsi, muscoli ricomporsi da soli, ignaro di ciò che la dottoressa fa. L’orecchio destro fischia e dà fastidio, tanto che l’istinto sarebbe quello di portarci una mano, se non fosse che si vede avvicinare la dottoressa che porta quel chakra verde, che lui vede per la prima volta, alle proprie mani e alle proprie braccia. Bruciature svaniscono, ossa si saldano, tendini tornano a posto. E capisce, intuisce, tranquillizzandosi. Sta per aprir bocca, ma si trova la mano della dottoressa vicino all’orecchio. E come per incanto il fischio all’orecchio sparisce e si accorge solo dopo che il suo udito era fortemente limitato dall’orecchio destro. Se ne accorge quando ha riacquistato le normali facoltà. Sospira e per istinto va a sedere. E non come ha detto la dottoressa, ma completamente di scatto. Prima di vedersi nudo. O quasi. <Grazie dottoressa, che mi è successo?> domanderebbe, quindi, ristabilito, ma affaticato, ancora. <… Non è che può darmi qualcosa da indossare?> e no, gli allenamenti non li cita, anche perché se ne infischierà bellamente, già. Sia che non gli verranno dati aggiornamenti, sia che gli verranno dati, afferrerà il proprio copricapo da dove è stato poggiato, se lo poggerà in fronte, indosserà qualcosa fornitogli dall’ospedale e se ne andrà. [pf 79/100->95/100][END]