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Passeggiata nella nebbia

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con Kouhei, Kimi

18:05 Kouhei:
 Era un puro caso, in verità che ti trovassi a Kiri e non a Kusa, la verità è che non potevi minimamente prevedere che ci sarebbero state tutte queste complicazioni nella regione quando tu, da semplice fabbro quale sei eri unicamente venuto per contrattare delle nuove forniture dalla regione. La vita dello shinobi ti manca? Non si potrebbe davvero dire con certezza, il tuo volto appare sempre piuttosto criptico già nelle faccende quotidiane mentre è proprio della libertà che la quotidianità offre che hai deciso di saziarti per ora. Sembra passato un secolo da quando hai combattuto per una qualsivoglia terra, eppure anche se il tempo scorre i paesi, vecchi e nuovi, non sembrano invece mutare affatto. Il mondo dei ninja, nonostante le belle parole e gli ideali che vengono professati rimane immutabile, immutabile come le bambole che voi Chikamatsu create. Il tuo viaggio oltre che infausto si è rivelato oltretutto inutile, non hai davvero avuto nemmeno il tempo di contrattare i tuoi nuovi accordi che la crisi ha mandato tutto a monte, costringendoti a doverteli cercare da te i materiali, non volendo assolutamente aver fatto tutto quel viaggio a vuoto. Sarà per questo che indossi quel grosso zaino che sembra essere tutto fuorché leggero? I tuoi capelli bianchi vengono mossi dal vento, specialmente la ciocca nera che hai tinto - per avere un aspetto un po' più giovanile ovviamente - che risulta essere leggermente più lunga. Staresti quasi per aprir bocca per parlare, dire qualcosa, ma rinunci. Dopotutto non hai già parlato a sufficienza da solo? Non che questa nebbia migliori la situazione. Non si riesce a vedere assolutamente nulla, e non c'entra affatto che indossi degli occhiali. Sei, a conti fatti, una sagoma nella nebbia come tante altre, un fisico piuttosto rinsecchito e all'apparenza privo di muscoli definisce la tua figura, celato da una lunga veste piuttosto... pittoresca. Il commerciante aveva assolutamente giurato che è una veste tradizionale di questa regione, ma ora inizi a dubitare che probabilmente ti abbia rifilato unicamente un kimono femminile con un ricamo floreale che gli era rimasto invenduto. Che seccatura. Se non altro il ricamo sul tessuto blu scuro è quello di uno sgargiante camelia, un fiore che apprezzi nella sua completezza. Gli occhiali tendono a scivolare e con le tue lunghe dita sottili gli dai una leggera spinta per poterli risistemare. Sei praticamente certo che vi siano nella regione delle miniere abbandonate alle quali potresti dedicarti per ottenere quello che ti serve, ma è stato piuttosto ingenuo girare a vuoto nel tentativo di cercarle. E' come un ago in un pagliaio, no? Beh, non esattamente, lo sarebbe se nel pagliaio ci fosse anche la nebbia.

18:15 Kimi:
  [esterno] Sulle mura esterne oggi, con la sua presenza inquietante che osserva il panorama attraverso la nebbia, un paese sull’orlo della guerra, l’allerta massima e tante formichine che si muovono per garantire protezione e sicurezza ai cittadini del villaggio e poi c’è quel fantasma appostato. Intono a lei ninja di Kiri che si danno il cambio per la ronda, lei invece lì non ci dovrebbe stare eppure indossa quel mantello nero con le nuvole rosse basta a tenere ogni critica nella bocca di chi la formula, nessuna parola viene rivolta a quella donna ora completamente coperta dai colori e dall’insegna dell’Akatsuki. Per una mera questione di temperatura esterna il mantello oggi indossato completamente, braccia nelle maniche e cerniera completamente chiusa davanti al petto, oggi nulla viene tolto all’immaginazione, di lei si scorgono giusto i calzari da ninja neri ai piedi, le gambe fino alle ginocchia; pallide e completamente nude e il volto. Si mette ora ad iniziare la discesa verso l’esterno, abbandonando il posto di controllo prima che qualcuno di grado più alto rispetto alle formichine la trovi fuori posto e decida sia il caso di iniziare una lotta, non sarebbe piacevole iniziare con un omicidio, non un buon modo per inaugurare il suo ritorno nel mondo dei ninja. I passi sono silenziosi, il vento le muove appena quei capelli infilato sotto al mantello, il collo alto dell’abito finisce per disegnare intorno a quel candido ovale un caschetto nero perfettamente ritagliato anche sulla fronte grazie a quella frangetta sopra alle sopracciglia dettaglio che le permette di ad il contrasto delle sue iridi, una rossa ed una azzurra come sangue e ghiaccio. Il viso è asciutto, candido come la neve e senza alcun segno, elegante nonostante non sia mai stato qualcosa di cui le sia importante. Si muove leggera sulle scale che la portano ad abbandonare le mura, come un fantasma che svolazza tra la nebbia evita di fare rumore, attenta ed abituata a muoversi in maniera furtiva, leggera nel suo ondeggiare e lasciarsi trasportare dal venticello, si gode quello stato atmosferico di cui si sente padrona, protetta, sicura e, giusto per aumentare quest’ultima sensazione, andrebbe concentrarsi sul suo flusso di chakra, già attivo nel corpo, così da portarlo ad attraversare le sue ghiandole salivari, si bagna quindi nel veleno pronto a tornare in circolo con le proprietà tossiche della sua innata. Più avanti lungo la sua traiettoria incontrerà, se le cose continuano così come ora, un uomo dal pesante fardello sulla schiena ma ancora non se ne avvede, la visuale limitata, la mano destra si alza andando a portarsi verso l’occhio corrispondente, il mignolo mostra l’anello d’appartenenza alla corporazione mentre si sfrega appena la palpebra socchiusa, un semplice prurito che forse può darle un’aria più umana e viva[arte del veleno lv 3-tossico][chk on]

18:36 Kouhei:
 Abituarti alla tua nuova vita, crearti una nuova identità, non è stato certamente semplice. Non sapevi assolutamente niente delle terre che sarebbero state la tua nuova dimora ed il tutto, perfino il semplice interagire con le persone, ti sembrava tanto oppressivo quanto rimanere rinchiuso in quella prigione di roccia, eppure allo stesso tempo non era forse quello che bramavi? La libertà di poter essere un individuo qualunque, svincolato dal tuo nome e dalle tue responsabilità? La verità è che avevi soltanto paura di vivere in una maniera completamente diversa da come hai vissuto la tua vita fino a quel momento, dovendo indossare la maschera del quotidiano e dalle infinite possibilità che essa comporta. Scegliere come essere, forse, è stata la parte più ardua giacché è probabile che nemmeno tu conosca il tuo animo fino in fondo. In fondo, negherai di ammetterlo, ma avere un "titolo" e delle responsabilità che t'indicassero il cammino da percorrere era ben più semplice, pesante certo, ma semplice. Una vita che, nonostante tutto, non ti manca. Ma allo stesso tempo è evidente che ti manchi qualcosa, un qualcosa che hai dovuto cedere per potere avere quanto hai ora. Non che questo ti sia d'aiuto, dopotutto nel trovare quello che stai cercando.
Camminare in mezzo a questo terreno scostato con un paio di gheta non è proprio semplice, ma non è poi così diverso da quando eri uno shinobi. Guardati, sembri un vecchietto, "ai miei tempi", eccetera eccetera. Se non altro hai la fortuna di non soffrire molto il clima umido e freddo di Kiri, il ché è quantomeno una magra consolazione. Non ti avvedi inizialmente della figura che hai di fronte, è semplicemente una sagoma flebile che inizia gradualmente e lentamente a prendere concretezza, ma sei stato fermo per tanto tempo che perfino per essere un ex shinobi di Sunagakure ci metti un bel po' prima di comprendere che si tratti di una persona quella che sta venendo nella tua direzione.
Passo dopo passo le distanze si accorciano, e compare visibile prima il manto scuro, e poi le nuvole che lo accompagnano, una divisa che chiunque riuscirebbe a riconoscere ed implicare negli avvenimenti più importanti avvenuti negli ultimi decenni eppure per te non è così: il tuo sguardo appare ingenuamente sorpreso nel vedere un'altra persona lì in mezzo. Potrebbe apparire strano, probabilmente, ma gli anni della tua prigionia ti hanno impedito di conoscere gran parte degli eventi successi negli anni trascorsi tagliandoti letteralmente fuori da una parte di storia. E' già difficile per te abituarti ad una realtà così differente che ti accoglie senza preavviso, per quanto era lecito supporre saresti potuto rimanere rinchiuso <...> Taci prima un momento, sono sapendo bene cosa dire, che espressione fare. Non sai ancora bene come rapportarti alle persone. Fingi spesso? Si, ma a te stesso innanzitutto. <Credo di essermi perso. Potrebbe indicarmi dove si trovino le miniere della cooperativa Mizuramano?> ...Avevi già preso degli accordi con loro, no? Ti basterà prendere quello che ti serve e lasciare i soldi da qualche parte lì sul posto. Uno scambio equo, no? Ma probabilmente è un po' troppo conveniente pensarla così.

18:46 Kimi:
  [esterno] La passeggiata continua mentre i suoi passi si muovono silenti in quel luogo, non ci sono molti rumori alle sue orecchie non giunge nulla se non quel lontano e diffuso vociare proveniente dalle mura, pian piano mentre si muove in quella desolazione una figura inizia a delinearsi ai suoi occhi, non ci presta troppa attenzione mentre si immerge nell’incontaminata natura. Tanti i pensieri ad affollare quella mente, non c’è traccia sul volto che resta la solita fredda maschera, non esiste pietà nel suo sguardo, lontana dalla comprensione o semplicemente dall’empatia, parole di cui non potrebbe comprendere il significato reale nemmeno impegnandosi al massimo, così continuano le sue giornate, immergersi nella morte è il modo migliore per lei di tornare alla normalità, la cosa migliore da fare quando tutto è perso e la poca speranza provata in una vita intera strappata via. La figura però decide di parlarle, rivolgerle la parola e ancora una volta senza dare segni di riconoscerla, ormai ci sta facendo il callo, quasi potrebbe essere piacevole essersi lasciata alle spalle la nomea che si era fatta, non scappano più in sua presenza, non si mostrano intimoriti e non controllano le parole, finalmente può tornare ad imporre il suo giudizio senza artefatti. Anzi no si è promessa di non farlo, quindi eccola prendere un profondo respiro davanti a quella domanda, deve stare buona non ricadere nelle vecchie abitudini, per quanto uccidere sia una bella sensazione non deve farlo per forza, non deve farlo sempre, può resistere <non ne ho idea> monocorde la voce, fredda e dannatamente lontana, roca quel tanto che basta per far intuire che sono passate ore dall’ultima volta che ha usato le sue corde vocali <oppure è di là> e alzando il braccio destro andrebbe a chiudere il pugno, tutte le dita tranne l’indice, va ad indicare la direzione al suo fianco, una direzione a caso a volerla dire tutta <però potrei averti appena mentito> aggiunge quindi senza mai cambiare tono, impossibile comprendere se stia scherzando <seguirti ed aspettare che la morte sopraggiunga> alza quindi le spalle con fare noncurante mentre il braccio tornerebbe a dondolare al suo fianco, certo non deve uccidere LEI ma può sempre godersi lo spettacolo no? Pure su questo punto la sua filosofia non è ancora stata chiarita del tutto, ma ha tempo per venire a patti con sé stessa e con ciò che rimane della sua mente[arte del veleno lv 3-tossico][chk on]

19:04 Kouhei:
 In verità non sospetti di poter essere in pericolo, lo si può vedere dalla tua espressione tutto sommato piuttosto serena, nonostante la situazione in quelle terre dovrebbe suggerirti tutt'altro. Che sopravvaluti forse le tue capacità? No, non sembra superbia la tua, né strafottenza, forse piuttosto l'errata convinzione che essendo un cittadino dovresti attirare a te meno guai. Chi dovrebbe temerti? Chi dovrebbe volere la tua vita? A chi dovresti aver fatto un torto? Un ragionamento che esclude totalmente la sorte avversa, o più probabilmente una discreta non curanza per la tua vita. Non è certo la brama di vivere che ti manda avanti, se i tuoi giorni dovessero finire all'improvviso non rimpiangeresti le tue quanto non hai potuto fare, ma ti accontenteresti invece di quel che hai potuto avere. Non vivi di speranze, non possiedi aspirazioni, né particolari desideri, se non assaporare la libertà di scegliere finché puoi. Eppure allo stesso modo non puoi permetterti di morire, il ché sembra un controsenso rispetto al tuo pensiero, sebbene non sia egoistico: per quanto tu possa esserti liberato, in parte, del tuo passato, non hai mai avuto intenzione di abbandonare l'arte immortale, e se tu morissi le conoscenze in tuo possesso morirebbero certamente con te. La tua interlocutrice dalla voce di bambola si rivela, giocando con te come un gatto giocherebbe col topo. Avete entrambi una marcata freddezza, ma di natura differente ad una prima occhiata. Ma è passato molto tempo, non sei certo in grado di comprendere le emozioni come una volta, sarebbe probabilmente arduo per te scolpire anche una marionetta sufficientemente espressiva da essere anche perfino banalmente accettabile. Il tuo volto si corruccia un poco, confuso all'apparenza. <Uhm... che dilemma> Le tue soppracciglie si assottigliano un poco, corrughi la fronte, formando delle piccole rughe attorno agli occhi. <E' possibile che lei mi stia mentendo, ma d'altronde non rischio forse la stessa sorte vagando alla cieca in mezzo a queste terre?> Potenzialmente, qui, nessuno posto è davvero "fuori pericolo". <D'altra parte affidandomi alle sue indicazioni avrei quantomeno una possibilità di trovare quello che cerco, fallacea o meno che sia> Con le mani tiri un poco sul lo zaino, dando l'impressione che te lo stai sistemando per avere un poco di comodità. Per quanto tu possa essere fuori dal tempo non sei certo uno sprovveduto, di certo è difficile che qui ora vi sia una normale ragazza del villaggio che si ponga in maniera simile ad uno sconosciuto. D'altra parte, se volesse nucerti lo farebbe in ogni caso, dunque... <Se non ha come ammazzare il tempo, può accompagnarmi se lo desidera> Cerchi di abbozzare un sorriso, ma ammetiamolo, quando cerchi di mostrarti più emotivo di quanto tu non sia in realtà il risultato è sempre un po' approssimativo. Devi decisamente lavorarci su.

19:17 Kimi:
  [esterno] Quello sconosciuto a quanto pare decide di stare al gioco, un gioco di cui nemmeno lei ha il controllo, che non sa nemmeno come ha fatto ad iniziare e dove la porterà. I piedi iniziano a muoversi, uno davanti all’altro mentre delicata va a poggiare a terra la suola, silenziosa e mortalmente tranquilla, il modo stesso di incedere con quel busto rigido e dritto vogliono andare a sfruttare la debbia per limitare l’idea che si possa avere a che fare con un essere animale, cercando infatti di non sobbalzare vorrebbe tenere le spalle sempre alla stessa altezza cercando così di dare l’idea che stia fluttuando <credo lo farò> replica a quella proposta muovendosi un passo dietro allo sconosciuto <d’altronde se dovessimo perderci verrebbero a recuperarmi> o almeno è ciò che spera faccia Yukio con i sigilli impressi sul suo corpo, una speranza su cui dovrebbe riflettere attentamente dato che le ha permesso di vagare solitaria nel deserto per almeno cinque anni, insomma. Non riflettiamo troppo sui dettagli per, mentre si muove una ciocca si stacca dalle altre e finisce così per ricadere davanti alla sua spalla, si sfila grazie al movimento e al vento rivelandosi per la sua effettiva lunghezza, lambendo il tessuto del suo mantello <mi chiedo se tu possa dire lo stesso> aggiunge quindi continuando con quella passeggiata di cui a molti, se non a tutti, potrebbe sfuggire il senso. Le mani vengono nascoste dentro alle larghe maniche grazie alla lunghezza delle stesse, ancora una volta è il tessuto ad ondeggiare fluido nell’aria lasciando sempre meno a lei quell’apparenza da essere umano vivente, una visione nella nebbia? Forse è un po’ ciò che crede di essere, forse sono solo le vecchie abitudini a spingerla a comportarsi ancora così, forse le riesce davvero naturale sembrare un fantasma. La singola ciocca nera le sfiora la candida pelle del volto e dello zigomo sinistro danzando con quel candore del volto, con quel pallore della sua carnagione, fissa l’uomo davanti a lui senza esplicitare altre domande, senza mostrare estrema curiosità, probabile che si stesse semplicemente annoiando [arte del veleno lv 3-tossico][chk on]

19:35 Kouhei:
 Spezzi un poco l'atmosfera tirando fuori un pacchetto di sigarette dallo zaino assieme ad un accendino, sfilandone una, portandole alle tue labbra ed accendendola, un'immagine che stona decisamente con il kimono eccessivamente femminile che indossi. Quantomeno non hai un obi a cingerti i fianchi, altrimenti avresti potuto direttamente farti passare per una geisha. No, ora che le distanze tra voi sono decisamente ridotte e la nebbia è meno impertinente, si può tranquillamente notare ad occhio nudo che l'abito tradizionale risulta aperto, rivelando sotto di esso un maglioncino a collo altro di color verde scuro, molto lanoso, tanto da far venire prurito solo a guardarlo e giù... dei pantaloni scuri, piuttosto logori, in verità. E' evidente che vengano utilizzati per lavorare, dalle macchie, dalle ricuciture e da strappi ancora non sanati: si può affermare senza alcuna preoccupazione che il loro stato è pessimo, ma probabilmente è normale facendo un lavoro come il tuo. C'è da dire che, nonostante tutto, utilizzare il proprio talento nella creazione e nelle armi per applicarlo e "vendersi" come fabbro non è stata poi un'idea malsana. Ti sei potuto tranquillamente spacciare per un artigiano itinerante che ha finalmente deciso di stabilirsi nella capitale dell'Alleanza per migliorare i propri affati, una storia semplice, comoda e piuttosto convincente. Raramente le persone tendono a farti domande che non siano inerenti alle tue competenze professionali, e spesso i contatti umani che hai vengo da te per l'interessa verso i tuoi servigi che verso la tua persona.
Quindi decide di accompagnarti? Ne avevi il vago sentore, ma d'altronde è stata piuttosto esplicita, no? <D'accordo allora. Se quella è la direzione, vado avanti io> Le lasci il controllo della situazione? Eppure è uno degli insegnamenti base di qualunque shinobi di avere una chiara visuale delle fonti di pericolo, ma nonostante questo le doni la sicurezza di avere tutto sotto controllo, portando tuttavia attenzione a non abbassare completamente la guardia, nonostante il tuo viso appaia una vera e propria maschera, non mostrando particolare preoccupazione. Non sei allarmato, quanto piuttosto cauto, e per fortuna tenere per te le tue emozioni ti è molto più semplice che esternarle. <Ha dei compagni affidabili, suppongo> La parola "compagni" viene volutamente utilizzata, piuttosto che "amici" o "familiari", un modo per avere qualche informazione in più ma senza esporsi eccessivamente. Dopotutto è forse possibile che ne abbia, dai suoi movimenti e dal silenzio dei suoi passi è chiaro che abbia avuto qualche forma di addestramento, sebbene non ti sia affatto chiara quale. Volti lievemente il capo, osservandole scostare la ciocca e catturando l'attimo con la coda dell'occhio. Quanti anni avrà? <Decisamente è più fortunata di me, non ho nessuno che verrebbe a cercarmi qui> A dirla tutta dubiti che i Chikamatsu odierni sappiano perfino della tua esistenza e d'altra parte nemmeno tu sai assolutamente nulla di quanto sia successo al Clan. Perché mentire, dunque? Si, probabilmente agli occhi altrui una situazione del genere potrebbe apparire difficile da comprendere, ma ironicamente - d'altro canto - questa è la prima chiaccherata non inerente al tuo lavoro che fai da... troppo tempo. Forse potrai negarlo abilmente, ma per quanto lo temi e ti faccia ansia hai bisogno di contatto umano nella tua vita, un contatto che faccia sentire conseguentemente sentire più umano anche a te. Sebbene, sicuramente, il modo migliore non è certo cercarlo inconsciamente in "spettri" in forma umana che incroci nella nebbia con le vesti del tramonto.

19:47 Kimi:
  [esterno] Una coppia improbabile se si vogliono valutare tutti i fattori, il vestiario ben differente tra i due, il modo di prosi e forse ad accumunarli solo quel distacco più o meno apparente. I passi procedono lenti, non c’è fretta alcuna che la spinga a muoversi, per quanto il tramonto stia pian piano guadagnando terreno non è certo la notte a farle paura, come potrebbe mai una creatura che ha donato l’anima all’ade temere l’oscurità? Continuano quindi con una conversazione impersonale, lontana persino dall’idea della guerra che li circonda, non c’è tensione tra quelle due creature, non si percepisce ansia o paura e non solo perché non facciano parte di lei per natura ma anche e soprattutto, perché è l’altro a non far parola della situazione, stanno camminando in una direzione a caso alla ricerca di un luogo che lei non ha la minima idea di dove si trovi <affidabili?> domanda semplicemente a sé stessa, sì la pone a voce alta ma in realtà si sta analizzando, sta cercando il significato profondo di quel termine, che valore può avere per lei? Le è mai importato? Tante domande si affacciano sulla sua mente, certo ad alcuni di loro affiderebbe la sua stessa vita, lo ha sempre sostenuto eppure nemmeno l’ha mai fatto davvero. A scandire il tempo il silenzio del lor incedere, il vento a sfiorarle la pelle, l’umidità della nebbia a pungerla e farle ricordare dove si trova <penso di sì> replica alla fine, quando una risposta è riuscita a darsela in un certo senso <fortuna? Forse> continua rispondendo alla successiva affermazione dello sconosciuto <la vita è troppo complicata per poter parlare di fortuna> conclude quindi lei, ricordando a sé stessa anche le farfalle dell’ade, le compagne più fedeli ma anche coloro che hanno avuto in pagamento la sua stessa anima, non che se ne facesse chissà cosa bisognerebbe ammetterlo <com’è possibile comunque? Non avere nessuno intendo> chiede, lei ha perso tanto almeno quanto ha tolto eppure in qualche miracoloso morto non è sola, ha delle persone a cui affidarsi quando necessario, su cui chiudere gli occhi e rilassarsi, con cui semplicemente abbassare la guardia <se persino io non sono sola> puntualizza quindi, dando voce a quel suo ultimo pensiero, persino una dannata come lei è riuscita nel tempo ad avere una parvenza di famiglia [arte del veleno lv 3-tossico][chk on]

20:07 Kouhei:
 La sigaretta fatica un poco ad attecchire e devi tenere la fiamma per diverso tempo prima che il tabacco riesca a prendere discretamente iniziando a rilasciare il fumo caratteristico. Sicuramente di fretta non v'è n'è, setaccerai questi luoghi da cima a fondo per trovare quello che cerchi se sarà necessario, solo il caso potrebbe anteporre il "prima" al "dopo", in questo senso, il tempo dopotutto, non ti manca affatto ed è improbabile che la situazione a Kiri si risolva velocemente permettendoti di finire gli affari ufficialmente. Ascolti le sue risposte che servono unicamente a rendere un po' meno vaga l'idea che ti sei fatto <La vita, che sia complicata o semplice, dipende unicamente dalle scelte che si decidono di fare... o di non fare> Dopotutto, se si è arrivata dov'è ora - dovunque sia - lo avrà fatto attraverso un concatenarsi di fattori provocati da scelte di differenti persone, scelte che sono finite per sbocciare nella vita che ha ora. E la tua di vita? Probabilmente è più semplice accumunarla ad un fiore calpestato che si rifiuta di appassire. Com'è possibile essere completamente soli...? <...Probabilmente dipende dal fatto che ho scelto di non scegliere, e la vita ha deciso di scegliere per me> Sei proprio vincolato a questi concetti di "decidere" e "libertà", non è così? <Il risultato è quello che è, ma non rimpiango particolarmente la mia esistenza. Ho comunque appreso lezioni molto importanti dalle sofferenze che ho dovuto patire> Ti sbilanci un poco, lasciando alcune briciole di te. <La solitudine tuttavia non è poi così male. Mi permette di vivere secondo i miei tempi, non rendendo conto a nessuno al di fuori di me stesso. Nessun dovere, nessuna responsabilità, nessuna preoccupazione. Perfino passeggiare in giro con una giovane kami delle nebbie è unicamente una mia libera scelta> Ma questa è unicamente una parte della verità, sei anche consapevole che difficilmente qualcuno potrebbe accettarti per quello che sei visti gli eventi passati. Dopotutto, se sei stato rinchiuso tutto questo tempo, una buona motivazione c'è.

20:20 Kimi:
  [esterno] Ne ascolta attentamente il discorso, o forse distrattamente insomma non è così facile da capire, lo sguardo si perde nella nebbia mentre l’altro parola a ricorda e riflettere, una parte costante ormai della sua esistenza <decisioni eh> replica quindi appena sovrappensiero <la vita trova sempre il modo di farti scegliere che lo voglia o meno, non credo che tu ti sia semplicemente sottratto a questo gioco> aggiunge ancora, nemmeno lei ci è riuscita, stare in disparte comportarsi come era ovvio che dovesse fare, come il mondo l’ha sempre voluta non le ha mai impedito di dover prendere decisioni, scelte che le si sono sempre ritorte contro come se il destino si divertisse ad ostacolarla per il solo gusto di farlo <non che mi interessi davvero la tua solitudine> ci tiene comunque a puntualizzare <ma resta il fatto che saresti destinato a morire solo, il tuo corpo non vorrebbe trovato e nessuno si prenderebbe la briga di pensare che fine avresti potuto fare> continua quindi in quel discorso, alla fine con lei sempre lì si arriva <potrà non importartene ma non può essere solo colpa del caso> quanto parla ultimamente, da voce ai pensieri, senza trattenerli, senza sintetizzare in risposte monosillabiche, senza cercare di comunicare solo attraverso sangue e violenza <e non sei libero ora, sono io libera di lasciarti quando vorrò> ammette ancora una volta fredda, come se non fosse né una fortuna né una sfortuna, elenca i fatti dal suo punto di vista senza dare mai giudizi di merito, senza lasciar trapelare un pensiero più profondo finché non decide di esprimerlo <sono qui perché io voglio, la tua libertà non c’è o meglio potresti scegliere di combattere ma davvero morire è una scelta?> la sicurezza con cui parla è la solita, lei la cui vita non finirà nemmeno nell’oltretomba, lei che ormai ha affrontato più viaggi all’inferno, lei che ha tolto più vite di quante ne abbia davvero apprezzate, sempre lei che non è ancora stata davvero sconfitto, in molti ci hanno provati e qualcuno ci è andato vicino eppure eccola lì a discutere come se la sua supremazia non fosse in discussione, convinta di poter sconfiggere chiunque: presto o tardi tutti passeranno dalle grinfie del mietitore, anche se si sottrae a quell’identificarsi con la Morte non può far a meno di vivere nella convinzione che sopravviverà a tutti loro seppur con una forma diversa[arte del veleno lv 3-tossico][chk on]

20:58 Kouhei:
 Continui ad avanzare lungo quello che ti sembra un sentiero - tra l'altro nemmeno particolarmente percorso - affrontando di petto la nebbia, lasciandoti tuttavia sfuggire un lieve sorriso. <Non ho mai inteso di non aver preso decisioni, semplicemente le mie scelte erano vincolate a diversi fattori, alla mia famiglia, al mio ruolo. Personalmente morire tra le lodi di altri shinobi per i miei atti eroici o morire solo come un cane non ci vedo poi molta differenza. La morte è la morte, i pensieri posteri sono unicamente un fardello dei viventi] A conti fatti per chi è morto, a cosa importano i crucci dei mortali? Tutto ciò che si considera importante, tutto cio che è "simbolico", gli ideali, le belle parole, sfuggono tra le dita come sabbia al vento. Nonostante le sue parole mantieni la tua compostura, il passo è sempre regolare. <Credo vi sia un fraintendimento di fondo. Anche in una situazione come questa, posso prendere le mie decisioni> Lasci una breve pausa per rimarcare il discorso <Potrei ad esempio decidere di togliermi la vita prima che possa farlo lei. Sarebbe sciocco forse, ma la scelta non sarebbe comunque sua. Potrei decidere di resisterle, certo, o tentare la fuga, quel che può fare è limitarmi le opzioni, non privarmene completamente.> Avere paura di morire è un comportamento fin troppo umano per te, per quanto sarebbe più pratico la tua lunga prigionia ti ha privato di quell'istinto di sopravvivere che tutti gli umani hanno. <Chissà, forse sono solo lo spettro di un fabbro che si è perso in queste fitte nebbie> Il pensiero risveglia in te una certa ilarità sopita, in fin dei conti si potrebbe dire che il tuo animo è vivo e morto allo stesso tempo.

21:40 Kimi:
  [esterno] Avanzano tranquilli mentre il sole cala, se di sole si poteva parlare e la notte inizia a farla da padrone, non ci sono torce, non c’è una grande illuminazione in quel luogo e se non si stesse sforzando di ricordare la strada che stanno percorrendo difficilmente riuscirebbe a tornare indietro, la cacciatrice in lei basta a tenere aperta la mente quel che basta per memorizzare, usare il senso dell’orientamento e cercare di non perdersi, non del tutto almeno <ma se il mio obiettivo fosse ucciderti toglierti la vita non sarebbe che un modo per protrarre la mia scelta?> domanda appena, se solo fosse come un tempo quella conversazione sarebbe già degenerata eppure sta tenendo fede a quella promessa fatta a sé stessa, fatta a sua figlia <il risultato sarebbe comunque ciò che io ho dichiarato di desiderare e il mio averti messo alle strette lasciandoti solo quella possibilità significherebbe che di fatto ho deciso io, non trovi?> sembra quasi che si confronti, mantenendo quella conversazione impersonale come se non si parlasse del mettere fine alla vita di uno dei due presenti, come se stessero discutendo sulla quantità di nebbia che li accompagna nel loro viaggio. Rallenta il passo, costretta dall’oscurità sempre più forte, non importa quanto si sia allenata non ha certo il potere di vedere attraverso quelle tenebre <uno shinobi o un fabbro? Non è chiaro da come parli> continua quindi, chiedendo, domandando ed informandosi mentre continua a seguirlo in quella che con ogni probabilità è una pista errata, un sentiero che non porterà dove voleva l’uomo, non che possa saperlo con certezza, ha solo indicato una direzione a caso[arte del veleno lv 3-tossico][chk on]

14:58 Kouhei:
 E' piuttosto difficile riuscire a godersi il crepuscolo in mezzo a questi banchi nebbiosi, tanto fitti da non permettere nemmeno una variazione di sfrumatura nelle pareti gassose che vi circondano. Non che t'interessi più di tanto, la stanchezza di certo non ti spaventa affatto. Perfino nel tuo lavoro hai avuto poche interazioni con gli shinobi degli attuali paesi, che spesso possiedono i loro fornitori di fiducia, fabbri coi quali sono familiari o si appoggiano a grandi catene per produzioni più massicce. V'è in te un poco di curiosità su come il tempo abbia portato la mentalità degli shinobi ad evolversi. Che si sentano davvero tutti così intoccabili, padroni di vita e morte? Forse, per certi versi lo sono, a conti fatti nessun comune fabbro potrebbe sperare di uscire vivo da questo gioco. Il raggruppamento delle arti nei unici corpi militari forse è stata una scelta che a lungo andare ha generato frutti inattesi ed inauspicabili. <Se il suo obiettivo fosse semplicemente uccidermi lo avrebbe certamente già fatto. Onestamente mi sembra più annoiata che assetata di sangue, il quale per lei diviene dunque un mezzo per... riempirsi di qualche sensazione?> Rifletti ad alta voce, incurante, di quella genuina innocenza che può anche sembrare irritante, ad alcuni. Cosa sei dunque, scaltro o candido? Nessuna delle due risposte potrebbe definirsi completamente errata, e sarebbe più lecito accomunarti alle giuste dosi di entrambe <Ma non ci faccia troppo caso, straparlo probabilmente.> Se una conversazione fosse a senso unico, non sarebbe certamente degna di tenerne nota, noiosa, frivola, e preferisci sfruttare il tempo che hai per vivere, ed osare. <...Non ho comunque mai negato che le sue decisioni influenzino le mie scelte, dopotutto non ho mai creduto alla libera scelta individuale di ognuno, fin dal principio> Sebbene la cerchi avidamente, non è così? <Semplicemente non è il termine ultimo, ma unicamente una fase. Per avere completamente controllo del destino di qualcuno è necessario ghermirne non solo il corpo e le azioni, ma anche la mente e lo spirito. Ma presumo che in realtà anche lei abbia sufficiente esperienza su queste cose> vista la sua strabordante sicurezza <e conosce queste cosa già di per sé.> Il come "annientare completamente" un'individuo... Per quanto ti riguarda hai avuto il controllo su un'unica persona nella tua vita e soltanto dopo che il suo sentiero fu bruscamente troncato, il resto viene unicamente dall'esperienza da campo. <Se sono uno Shinobi, mi chiede? Certamente lo sono stato, molto, molto tempo fa. Oggigiorno lavoro unicamente lame, strumenti e... sfortunatamente attrezzi agricoli> Non proprio il migliore dei modi per impiegare i tuoi talenti. Dall'essere un'esperto dell'Arte Immortale a... Ripara-rastrelli? Per deformazioni continui comunque a dare del "voi" alla tua interlocutrice, è difficile per te abituarti al fatto che tutti comunichino più direttamente oggigiorno.

15:13 Kimi:
 Due serpenti che si analizzano prima di attaccare, due fiere dalla gloria lontana che si accompagnano verso la fine di una vita già scritta, tanti i paragoni che si potrebbero fare in quel momento, ad osservarli dall’esterno ascoltando quei discorsi ci sono così tanti esempi che riempiono le menti eppure è tutto un gioco di apparenze. Appare lei come annoiata forse ma è qualcosa di ben differente, definirla così è semplicemente riduttivo, certo continua la passeggiata in sua compagnia per semplice noia ma non lo sta tenendo in vita in quanto buon passatempo, no non teme lei di convivere con sé stessa e null’altro da fare, sta solo cercando di cambiare. Cerca di mutare il suo essere così da poter assomigliare ad una di quelle donne, no shinobi, in grado di controllare le proprie pulsioni, cerca di sottrarsi al gioco di un destino a cui fin ora si è piegata senza opposizione, se il primo metodo l’ha solo portata alla sofferenza e alla privazione forse è ora di cambiare, forse persino lei merita di aspirare a qualcosa di simile alla felicità. Non uccide perché è convinta sia la chiave per ricordare a sé stessa che merita di più rispetto a ciò che ha avuto fin ora, non uccide per ricordare a sé stessa che non è costretta per nascita e sangue, vive ogni giorni per ricordarsi che può scegliere, ecco l’unico vero motivo per cui è ancora lì con quello sconosciuto, per cui non ha ancora alzato un dito <forse è come dici tu> replica quindi tenendo ben serbata in sé la verità, il mondo ha dimenticato che è Medusa ed è meglio non ricordarglielo, meglio lasciare che tutti dormano sogni più o meno tranquilli. Ascolta il resto del discorso decidendo, dal canto suo, di concluderlo, almeno per quel che concerne libertà e vita, andando oltre, spostando la sua attenzione e il suo interesse sulla frase successiva dell’uomo <non sei il primo shinobi che incontro che decide di cambiare vita, mi chiedo cosa vi spinga e come possiate ignorare così a fondo ciò che siete> il tono è privo di giudizio di merito, non critica né giudica lei, solo domanda e si interroga come un bambino davanti ad un alveare. Lei stessa ha fatto parte di quella categoria per anni, dedicandosi ai cacciatori di taglie con un altro nome, nascondendo a sé stessa il dolore e per gran parte dei giorni vivendo in balia di una profonda psicosi, di un cambio di personalità, eppure non si inserisce in quella categoria, come se il suo vissuto le permettesse di discostarsi.[chk on][arte del veleno liv 3-tossico]

15:36 Kouhei:
 Cosa siete allora voi se non incubi di un passato spesso dimenticato? Di certo ignori le sue riflessini interiori, a te quella che rimane semplicemente come noia superficiale non può che rimaner tale, giacché non hai i mezzi per scavare più in profondità e scoprire la verità. Se non altro è interessante tuttavia notare che vi siano ancora shinobi con un approccio molto pratico, la guerra viene eccessivamente idealizzata, probabilmente di proprosito, giacché è ben più semplice mandare in battaglia dei soldatini dal morale gonfio che combattono per il proprio "Credo Ninja" piuttosto che accettare la realtà brutale che un conflitto comporta. Sangue, morte, stupro, tortura, una lenta danza macabra che spiraleggia gli impulsi umani verso l'autodistruzione della coscienza, celata dalla bella maschera dell'idealismo. La guerra te la ricordi bene, come ricordi anche i toni usati dai leader per mandare i propri agnelli al macello, per un ideale più "grande", una "vera nazione". Ed oggi? Sunagakure appare come un relitto rispetto al suo potenziale passato. E tu, in tutta coscienza, non hai di certo il cuore leggero in tutto questo, anche tu hai avuto il tuo ruolo nel contribuire a costruire quei giganteschi pilastri di carcasse che sorreggono quelli che vengono definiti "Paesi". <...> Non replichi alle sue parole, eppure il tuo silenzio appare piuttosto rumoroso. <E' una mera questione di sopravvivenza. Il che dovrebbe far ridere detto da me, avrai sicuramente notato che la morte è un qualcosa che non mi spaventa affatto> E' un nemico che hai già affrontato. <Non ignoro ciò che sono, ma non posso nemmeno tornare chi ero> Ormai quella nave è salpata, affondata e consumata dalle alghe. <Piuttosto che aggrapparmi alle mie spoglie preferisco cambiare fino a che ne ho modo per scoprire cosa posso diventare, sperimentando e riprovando> Non è nemmeno detto che questo non ti riporti sul sentiero degli shinobi, ma insomma, dovrebbero esserci dei validi presupposti che ora come ora, invece, mancano. E poi, se tornassi in attività, sarebbe molto più semplice per i Chikamatsu incrociare nuovamente il tuo cammino, sebbene dubiti che vi sia qualche traccia rimasta di te nei loro annali e riguardo agli eventi accaduti, è meglio per te rimanere lontano e non riaprire alla tua "famiglia" vecchie ferite.

15:47 Kimi:
 Più lo sente parlare più dovrebbe rendersi conto di quelle similitudini eppure invece fa ‘opposto, dissociandosi, allontanandosi da quei discorsi, da quel pensiero come se non l’avesse mai sfiorata. Ferma quindi il suo continuo camminare, lasciando che l’oscurità la faccia da padrone e ascolta le parole che le vengono rivolte <un semplice fabbro è ciò che stai diventando?> replica chinando quindi il collo verso destra, senza altro d dire, da fare, da aggiungere consapevole di quanto potrebbero essere sembrate fredde e piede di giudizio le sue parole, ma così come non comprende chi ha rinunciato a tutto per fare la madre così non riesce a capire chi lo fa per cercare una nuova identità <morirai comunque e non ti importa, togliti la vita ora dunque che ancora hai qualche potere in merito> aggiunge ancora, decisa e ora sicura di quel che dice <perché trascinarti negli anni condannandoti ad una vita sempre più misera e sola? Ucciditi ora e risparmiati le sofferenze> replica ancora immobile, se lui vorrà continuare a camminare lei non ci sarà per ascoltare la risposta, se vorrà continuare con l’incedere semplicemente si limiterà ad abbandonarlo e prima o poi toglierà il disturbo, l’unica vera scelta che ora sta lasciando all’uom è proprio quella: fermarsi e continuare a parlare o proseguire nel cammino e perdere anche quel singolo contatto semi-umano, concludere una conversazione e restare solo con a domanda da lei appena posta[chk on][arte del veleno liv 3-tossico]

16:06 Kouhei:
 Probabilmente fraintende ciò che intendi, ma è normale, dopotutto non ti sei esposto più del necessario. Non hai desideri, non hai paure, non hai legami, né hai restrizioni. Sei esattamente come una marionetta che non accoglie i fili del destino, che piuttosto di ricevere gli strattoni del fato decide di appagare la propria curiosità. Alla fine, la curiosità, è uno dei pochi frammenti d'umanità che ti sono rimasti, no? Altrimenti perché desiderare conoscere questo mondo, perché voler sapere come si sono svolti gli eventi, sapere come vivono le persone, come interagiscono, come pensano. Forse ti senti un poco come un'intoccabile osservatore, che scruta silenziosamente il concatenarsi delle trame mentre il mondo va avanti, dimendicandoti a tuo malgrado che di questa realtà fai parte anche tu. L'essere un fabbro per te è... <...Un mero passaggio.> Rispondi ai tuoi stessi pensieri <Non ho una destinazione specifica, utilizzo semplicemente i mezzi a mia disposizione che mi permettano di andare avanti, senza dare troppo nell'occhio, per ora> E quale potrebbe mai essere la tua destinazione? Il viaggio in sé per te è più eccitante che avere una vera propria meta, o un obbiettivo <Miseria e solitudine, dici... Sono concetti fin troppo umani, cambiano molto con gli anni e a seconda di chi li utilizza per misurare il prossimo.> Ti sei fermato, perché? Per il semplice avere un interlocutore? O il piacevole brivido di avere un'altro shinobi vicino a te? La risposta è molto semplice, non è forse il pericolo a farci sentire vivi più di ogni altra cosa? <Misurare il prossimo, giudicarlo, analizzarlo, ci fa sentire più a nostro agio. E' così per tutti, probabilmente> Probabilmente <Potrei alla stessa maniera chiederti perché tu non abbia ancora tentato di uccidermi> Ora che il tuo passo è fermo ti sei voltato verso dei lei, osservandola con quelle lenti di vetro che si poggiano sul tuo naso, lasciando che la vicinanza mostri i tuoi occhi vuoti, del colore del vino, privi di qualunque tepore. Quale sarà il prezzo di questa chiaccherata? Il tuo sangue? Il tuo braccio, oppure... Magari la tua vita? Sembri, in ogni caso, completamente disarmato, a meno che quel tuo zaino non contenga qualcosa. Ma guardiamo in faccia alla realtà, non hai mai certo pensato che delle armi ti sarebbero servite. La sigaretta è ormai consumata, lasciando una lunga striscia di cenere cadere al suolo tutta assieme. Ci metti qualche attimo ad accorgerti che le fiamme sono arrivate ormai al filtro, e getti il mozzicone al suolo, calpestandolo.

16:18 Kimi:
 Il suo gesto ha portato ad una risposta anche finisca oltre che alle parole. Ascolta la risposta analizzandola per quanto la sua mente semplice riesca, semplice non perché stupida o poco educata solo perché è priva di ogni sfumatura di possibilità il suo mondo è in bianco e nero, non ci sono colori e modi differenti d’esistere, il tutto si riduce sempre a quella dualità a ciò che sin da piccola le hanno ripetuto: lei è un demone e come tale l’oscurità è ciò su cui ha davvero conoscenza. Ad ogni modo tace il tempo necessario per lasciarlo finire <potresti chiedermelo> replica quindi fredda mentre lo sguardo si sposta verso la sigaretta che viene gettata e spenta, unica luce in quella notte <e ti risponderei che non ho bisogno di toglierti la vita ora, succederà prima o poi, a prescindere dalle mie azioni di ora> quel tormento, quella predeterminazione che sente gravarle sulle spalle da sempre, lenta risale con lo sguardo freddo fino agli occhi degli sconosciuti <qual è il tuo nome?> chiede infine, potrebbe sembrare un salto nel discorso, due cose completamente scollegate eppure non è così, ricordarsi di chi si è incontrato le permetterà poi di continuare quella mentale lista di chi è stato sottratto al destino per una sua decisione, ricordarsi chi lascia in vita è più importante del contrario[chk on][arte del veleno liv 3-tossico]

16:44 Kouhei:
 La sua risposta ti spiazza un po'. "Potresti chiedermelo", dice e questo ti strappa un sottile sorriso, inarcato <Chiedertelo?> Rimarchi le sue parole, lo trovi necessario, ma incautamente ti trovi a dare all'altra persona del "tu". <Essere disinteressato alla morte e cercarla attivamente non sono certo la stessa cosa> Ma dopo tutto anche tu un giorno ti spegnerai, forse. In sincerità, conoscendoti, potresti addirituttra provare un certo interesse per chi sarà a tagliare definitivamente i tuoi fili. <...> Non replichi dunque, lasciando il silenzio susseguirsi fino a quando il tuo nome non ti venga chiesto. Il tuo nome, "*********", è stato sepolto assieme a te, non è altro che un rudere, un guscio di quello che ormai non sei più, era solo naturale abbandonarlo, abbandonado anche, conseguentemente, i fili che ti legavano ai Chikamatsu. Trovi che... <...Kouhei...> ... sia un nome molto più adatto a te, scritto coi kanji di "piatto" ed "ampio" evidenzia piuttosto chiaramente sia il tuo animo sopito sia la meraviglia che hai provato quando la prima luce ti ha destato dalle tenebre, quando il sigillo si è sciolto, e di fronte a te hai trovato un mondo incredibilmente vasto da poter saggiare. Non hai remore o esitazioni a comunicare il tuo nome, aggiungendo un poco beffardo <Puoi sempre passare alla mia officina, ti farò un ottimo prezzo> E' forse ironia la tua? Non è certo accattonaggio, il denaro è totalmente insignificante per te, sia perché ha poca utilità effettiva, sia perché hai avuto modo di recuperare parte dei tuoi averi, nascosti prima della tua prigionia, per ogni evenienza, lasciandoti con una quantità considerevole di denaro, parte del quale hai utilizzato per avviare la tua attività e renderla credibile, sebbene te ne rimanga ancora molto da parte. Forse dovresti porti più attivamente dove le tue decisioni ti porteranno, ma non sembra importartene particolarmente e questo in un certo senso dimostra che non sei poi così cambiato rispetto al tuo "io " passato, cosa che certamente non ammetterai: Tutt'oggi, nonostante tu stabilisca da solo il sentiero che decidi di percorrere, lasci che le tue scelte ti guidino ciecamente in avanti, senza porti eccessive riflessioni a riguardo. Che ipocrita.

16:52 Kimi:
 Annuisce appena alla domanda, a cui si è comunque già prodigata per dare risposta. Il tempo scorre seppur loro sembrano voler rimanere immobili in quella che potremmo definire una situazione di stallo, così scorrono i secondi ed i minuti, con due creature che si confrontano e forse un po’ si scontrano <Kouhei> replica quindi, usando subito quel nome, permettendo a sé stessa di legarlo alla sua mente, di lasciare che in essa sedimenti <non sono di metallo le mie armi> replica lei, che probabilmente se impugnasse una spada o un kunai finirebbe per farsi del male da sola, come giù successo comunque <non ci vedremo mai alla tua officina ma so che alla fine dei tuoi giorni ci incontreremo> aggiunge quindi andando solamente a voltare le spalle, senza ancora muoversi. Ruota facendo perno sulla punta del piede destro, un mezzo giro che la parta a dare le spalle all’altro, il singolo ciuffo libero che si avvolge intorno a lei come un cappio, la destra con l’anello che si alza per scostarlo dal collo, il resto dei capelli si muovono imprigionati sotto al vestiario <addio per ora> e con queste parole si limiterebbe a riguadagnare il cammino intrapreso fin ora. Non teme oscurità o nebbia ed è altrettanto vero che sarebbe ritrovare la strada così come che qualcuno verrebbe a cercarla ma non vuole affidarsi né alla famiglia né alle farfalle per ora, questo è il motivo che l’ha spinta a fermarsi e che adesso la spingono a tornare sui suoi passi, ora che ancora ricorda quali sono stati, ora che, seppur procedendo lentamente per la mancanza di luce, è in grado di orientarsi alla perfezione, fresco nella sua mente il tragitto svolto[end]

17:13 Kouhei:
 La ascolti mentre ripete il nome che hai scelto di portare, probabilmente per memorizzarlo. <Ah, no? Peccato> E' probabile che faccia anche lei, come te, parte di qualche casato o che quantomeno abbia delle abilità particolari giacché tutti gli shinobi utilizzano i propri attrezzi altrimenti. O per quanto ne sappia potrebbe anche essere una nerborutissima macchina del Taijutsu che ridurrebbe il tuo corpo a brandelli a calci e pugni. Se non altro il mondo degli shinobi possiede sempre una varietà pressoché interminabile ed affascinante, tanto che anche rivelandoti quel piccolo dettaglio esso non svela affatto le sue carte, che rimangono ben serrate e lontane dalla tua vista. <Un vero peccato.> Scrolli le spalle, più per far scena che per altro, come un attore che recita la sua battuta, sapendo chiaramente che la cosa era assolutamente improbabile <Così sia allora, ti attenderò> Come la lunga veglia per un visitatore atteso da tempo. Che anche questo possa farti sentire meglio il sapore di quella che chiami "vita"? Non proferisce ulteriori parole, svanisce semplicemente nella nebbia allo stesso modo in cui è giunta, come un silente spettro, uno shinigami della nebbia. Che sia lei che coglierà il fiore della tua essenza? Forse, chi lo sa. Speri quantomeno che decida raccogliere personalmente piuttosto che attendere che il tuo fiore avvizzisca. Rimasto solo non hai molto da fare qui se non riprendere la tua ricersa, seguendo il cammino verso la direzione da lei indicata, chissà che per pura coincidenza e beffa del caso, tu non riesca davvero a trovare quello che cerchi, che sia una miniera, oppure... {END}

C'è Kimi quindi si parla di morte.
E' diventata lo stereotipo di sé stessa