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[Affinità Innata]Katsu

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con Kimi, Katsu

All’interno dell’accampamento si respira un’aria tesa, si deve collaborare tutti e bisogna prepararsi ad affrontare una grossa minaccia che non lascia tregua ed è pronta ad apparire da un momento all’altro. Per questo oggi è andato alla ricerca di un ninja in particolare Katsu, sin da quando lo sguardo si è posato per caso su di lui ha capito con chi ha a che fare, impossibile non riconoscere il figlio di quella Seiun, sa molto più di ciò che la sua età vorrebbe far intendere. Dovrebbe quindi essere giunto fino alla cupola dove si trova il genin, il neo genin <è permesso?> la voce è delicata, armoniosa per quanto risulti estremamente profonda. Attende solo una risposta prima di entrare effettivamente, i sandali da ninja vengono lasciati all’esterno così che non sporchi il luogo di riposo di altri ninja. Si guarda in giro qualche lieve istante prima di portare lo sguardo sul ragazzo, un sorriso che pian piano si allarga su quel volto nascosto che finisce per diventare pieno d’affetto, quel sentimento che prova per tutti quei pochi superstiti del clan. Più lo guarda più si convince che i suoi sospetti siano fondati, più istanti passano più gli occhi scuri e sottili del capo clan si allargano a lasciar intendere la felicità che da dentro lo attraversa. Si mostra come un giovane uomo lui, nascondendo la reale età, con dei pantaloni neri e aderenti a fasciare le gambe snelle, elasticizzato il tessuto che lo ricopre, nessuna tasca in vista, sul busto una camicia fin troppo larga per quel fisico magro e sottile che si ritrova, le spalle cadono giuste il problema è il resto, appare tutto troppo grosso come se si presupponesse che manca qualcosa, tipo i muscoli, a riempirlo. Capelli neri e sbarazzini si mostrano corti spuntando appena da quel berretto nero, anch’esso, a coprire la maggior parte del volto con la sua ombra, dal naso in giù invece una bandana scura legata per donare maggior mistero alla sua figura, naso e bocca quindi che non possono essere viste, solo i movimenti sono percettibili visto che è il tessuto stesso a riportarli danzando su quel viso che comunque appare estremamente asciutto <sai chi sono?> forse l’innata attiva nei suoi occhi così sottili dovrebbe donare qualche inizio al ragazzo. Silenzio poi, non ha altro da aggiungere al momento, la speranza resta conservata all'interno del suo cuore

17:34 Katsu:
  [Cupola] E’ nella propria cupola che si trova, dopo aver affrontato le ronde e qualche tempo di straordinario, a favore di un riposo meritato a cui probabilmente l’ha obbligato qualcuno dei suoi superiori. Si tratta di un figuro dai capelli biondo platino e dalla carnagione nivea. Albino, in altre parole. L’altezza è di un metro e ottanta centimetri ed il fisico è slanciato e tonico, frutto degli allenamenti che sta compiendo nel tempo libero. Indossa un paio di pantaloni comodi e da ginnastica di colore nero anch’essi, che si uniscono alla maglia, che fascia la parte superiore, del medesimo colore. Un paio di sandali ninja si trovano ai propri piedi, che sono scalzi. Al fianco sinistro è legato un portaoggetti in cui vi è tutto l’equipaggiamento dentro, intonso e pronto all’uso, mentre alla coscia sinistra è legato un portakunai, con all’interno kunai e shuriken. Il coprifronte recante la placca con lo stemma di Kusa non è sul capo, ma affianco a lui, visto che si trova sul letto, disteso, ma con gli occhi aperti, le mani unite dietro la nuca, i piedi incrociati. La mascella è serrata, ma è ben intuibile quanto sia immerso nei propri pensieri, che da qualche giorno lo tormentano in misura minore, ma comunque importante. Il sonno è stato scarso e le borse sotto gli occhi sono ancor più evidenti sotto la carnagione nivea. Un sospiro, quindi, fino a quando qualcuno non entra nella propria cupola. Sente la voce e si volta di scatto, balzando a sedere sul letto, i piedi che vanno automaticamente nei sandali. Inquadra colui che si accinge ad entrare. <Sì, certamente> risponde, mentre nel frattempo va ad abbottonare le cinghie dei sandali e ad afferrare il coprifronte del villaggio dell’erba che, con un gesto distratto, va a legare nuovamente sulla propria testa. Osserverebbe quindi l’uomo con maggior attenzione a quella domanda e gli occhi si pongono sui suoi occhi. E i suoi vengono ridotti a fessure. <… Quegli occhi… quel doujutsu…> commenta, per tutta risposta. <… Voi siete un Seiun> va a scandire per tutta risposta. Ed il rispetto, così come lo stupore, si fanno palesi nel tono del ragazzino, il cuore che perde un battito e ne acquista due subito dopo. Attende, dunque, incapace di dire altro. [Equip – Portakunai: 5 kunai,5shuriken – Portaoggetti: 1 tonico curativo, 1 tonico curativo speciale, 1 tonico recupero chakra, 1 tonico recupero chakra speciale, 1 bomba luce, 1 fumogeno, 1 trasmettitore]

Un cenno della testa in avanti, il capo che si piega appena mentre le parole escono da quel fazzoletto legato intorno al volto escono dei suoi <sì> replica quindi a quella domanda diretta andando poi a rialzare il capo, stava semplicemente annuendo. Le mani estremamente scheletriche si portano sul berretto a volerlo sistemare per il meglio dopo quel movimento, si muove con cognizione di causa, consapevole e anche esperto in quel che sta facendo, abituato chissà da quanto a mascherare il vero volto con questi stratagemmi. Lo sguardo nero torna quindi sul ragazzino <tu devi essere il figlio di Yuki> pronuncia quel nome sicuro, la loro somiglianza è innegabile, la somiglianza stessa del ragazzo con il resto della famiglia lo è, non spiega perché o come mai conosca la madre semplicemente la nomina. Non è uno di grandi discorsi, non sta ad approfondire troppo per quanto si tratti di un suo fratello nel sangue, un seiun propri come lui, non può limitarsi a guardarlo e non dire nulla, almeno non ora <io sono Sami Seiun> si presenta andando semplicemente a fare un passo verso di lui <il capoclan> la voce è seria, si presenta ufficialmente senza troppi ghirigori certo ma senza voler dar epoca importanza alla questione, anzi è ufficiale nel modo di fare, quasi imperioso con quelle magre spalle ben ritte, con il busto contratto così da fargli tenere un’elegante postura da comandante. Tace quindi lasciando che il ragazzo possa capire le informazioni che ha appena ricevuto <il tuo nome è Katsu giusto?> aggiunge poco dopo, attendendo una conferma, ancora una volta non spiega come faccia ad avere tutte queste informazioni nelle sue mani ma si tratta comunque di un Jonin di Kusa, probabilmente ci sono poche cose che non conosce, ancor meno che hanno a che fare con i Seiun

18:11 Katsu:
  [Cupola] Sente quella conferma, della quale tuttavia non aveva bisogno, ma effettua quei movimenti in fretta e furia, che lo portano ben presto ad esser rivestito e pronto per qualsiasi cosa gli si chieda, sostanzialmente. In piedi e tuttavia non assume un’aria ufficiale, quantopiù di curiosità, di studio. Lo sente quindi sciorinare quelle parole contate e centellinate, che tuttavia hanno lo straordinario potere di far rizzare sull’attenti più o meno tutto il suo corpo, dall’ultima unghia del mignolino, alla punta del ciuffo più ribelle di capelli. E lo sguardo è oltre che sorpreso, abbastanza tramortito dalle rivelazioni che ne seguono. Apre la bocca a più riprese per rispondere e tuttavia nel panico generale che lo attanaglia ha bisogno di qualche frazione di secondo per riordinare le idee. <Sami-Sama> porge quindi un cenno con la testa in rispetto, come il codice militare comanda. <Mi dovete perdonare, io non sapevo> va a scusarsi, il tono che si fa altrettanto formale, adesso, quasi militare. E il tirare in ballo la madre, Yuki, è fondamentalmente la cosa che ormai lo sorprende meno di tutte quelle rivelazioni. Un piccolo sospiro, quindi, precede le parole che si appresta a proferire. <Il mio nome è Katsu. Katsu Seiun. Sono il figlio di Yuki Seiun, sì> conferma in risposta alla domanda del capoclan, quindi. <… Sami-Sama, perdonatemi se oso e mi permetto, potrei farvi delle domande?> chiede, quindi, il tono che resta fermo, ma che tuttavia tradisce quel bisogno disperato di risposte che non riesce a celare, complice inesperienza ed età. [Equip – Portakunai: 5 kunai,5shuriken – Portaoggetti: 1 tonico curativo, 1 tonico curativo speciale, 1 tonico recupero chakra, 1 tonico recupero chakra speciale, 1 bomba luce, 1 fumogeno, 1 trasmettitore]

Ascolta le informazioni che gli vengono confermate, lo guarda agitarsi, muoversi di fretta, osserva quei sentimenti in silenzio scrutando il volto de ragazzo <chiedi pure> replica quindi, sempre stringato, sempre senza lasciarsi andare a frasi troppo lunghe, parla solo quando necessario e per il tempo necessario. Il respiro è lento e per quanto il suo portamento sia estremamente militare il resto di lui emana semplice calma e affetto, persino quel tono, quella voce che si fa desiderare e si mostra poco esprime quel sentimento <e poi richiama la tua innata, mostrami d’essere davvero un Seiun> replica quindi, ricorda anche che la madre non era stata in grado, fin la notte prima dell’attacco, di richiamare il suo potere, ancora troppo piccola e poco addestrata secondo lui. Attende quindi facendo un nuovo passo indietro, verso l’ingresso così da lasciar spazio a Katsu di concentrarsi, di prendere possesso del luogo prima di tentare il richiamo. Lui resta dunque silente, in attesa anche di quelle domande, della dimostrazione mentre il petto s’alza e s’abbassa con ritmo regolare, segno di quanto sia in pace al momento, non c’è nessuna emozione a sconvolgerlo, ha appena trovato un fratello, un figlio ed un genin da istruire, da far crescere e proteggere non potrebbe esserne più rallegrato, certo forse. Ancora non sa se manifesterà il potere oculare, non ne è consapevole e per questo resta solo ottimista, dentro la speranza cresce istante dopo istante ma sa che potrebbe semplicemente infrangersi contro la realtà

18:44 Katsu:
  [Cupola] Osserva comunque il fare di quell’uomo, così militare eppure così intimamente intriso d’affetto e aspettativa e lo percepisce sulla propria pelle, come una patina invisibile, in qualche modo assorbe il modo di fare del capoclan. Lo sente parlare in maniera stringata e non interrompe. Ma non chiede subito. Prima si prende il tempo necessario per effettuare quel primo step nell’attivare il doujutsu. Le mani vanno ad intrecciarsi entrambe a comporre il sigillo della capra all’altezza del proprio petto. Gli occhi vengono affilati ancor di più del naturale nel tentativo di prendere un rantolo di concentrazione che lo porta a figurarsi le due sfere: la spirituale vien visualizzata al centro della fronte, mentre la fisica esattamente nel centro del proprio ventre. Visualizzatele entrambe, tenterebbe con uno sforzo della propria volontà di metterle in moto entrambe su sé stesse, perché prendano a girare con sempre maggior vigore. Effettuato tutto questo e prendendosi i propri tempi, tenterebbe di comandarle entrambe in maniera contemporanea con un unico obiettivo: il centro del proprio petto. La sfera spirituale tenterebbe di seguire il corso che dovrebbe condura all’ingiù attraverso i propri occhi e quindi attraverso il naso e la bocca, fino a scendere lungo la gola, per infilarsi nello sterno e riversarsi al centro del petto. La corrispettiva fisica, invece, vorrebbe virare all’insù dal centro del ventre attraverso lo stomaco e il proprio costato, fino a tentar d’incontrare la corrispettiva. Ed ecco che vorrebbe, nell’essimo sforzo di volontà, tentar di arrovellarle nuovamente entrambe perché si mescolino tra di loro, perché si muovano e vortichino ad evocare il chakra, forza portante di ogni ninja, una forza che ormai è parte integrante di sé stesso. Solamente effettuata l’operazione andrebbe a scandir parole in direzione del capoclan. <E’ una situazione di cui dovreste essere messo al corrente, Sami-Sama> esordisce in un sospiro, al termine del quale tenterebbe di evocare nuovamente e con virtualmente nessuna difficoltà, gli orrori vissuti pochi giorni or sono. <Mi trovavo sulla nave che dall’Isola di Chumoku è salpata in direzione del Porto di Kiri. E lì mi è capitata una cosa che non riesco a spiegarmi. Sono stato trasportato altrove, almeno con la mente. Mi sono improvvisamente ritrovato in una stanza buia. Ed ero nel bel mezzo di una battaglia, Sami-Sama. Nei panni di una bambina. Ero… prigioniero nel suo corpo e ne percepivo i sentimenti come se fossero i miei. Ninja di Oto attaccavano la magione dove la bambina viveva e un uomo l’ha incaricata di scappare via, di raggiungere le sorelle. Lu si sacrificò per salvare quella bambina e tutte le sue sorelle, alcune delle quali incinte, che dovevano scappare via. La bambina in questione era mia madre. Ma non è stato questo a turbarmi. Proprio mentre mia madre scappava ed io con lei, prigioniero nel suo corpo, una delle sue sorelle ha parlato con me, Sami-Sama. Non con mia madre, con me. Mi ha spiegato come attivare il doujutsu del nostro clan e che avrei saputo farlo al momento opportuno. E mi ha chiesto di vendicare. Tutti. Tutti i caduti.> fa una pausa, dunque, dopo un lungo monologo. <… Volete sapere la curiosità, Sami-Sama?> fa una domanda al capoclan. <… Dopo di questo sono tornato mentalmente e fisicamente sulla nave, dove le nuvole e la tempesta incombente rendeva tutto pieno di ombre. Il capitano ha chiesto una mano ed io è come se sapessi già cosa dovevo fare per evitare che la nave si incagliasse contro le isole antistanti il porto di Kiri. E ho fatto ciò che andava fatto> gli fa quel rapporto e sospira, quindi, facendo di nuovo mente locale. <… Quegli orrori sono veramente accaduti? Chi o che cosa ha voluto che io li rivivessi e come? Esistono genjutser tanto potenti?> domanda, quindi, lo sguardo che si perde, ora, in un punto indefinito. <… E perché, Sami-Sama?> le parole mostrano brama. Brama di sapere, di venirne a capo ed avere una spiegazione. <…> sospira, apre e chiude la bocca. E quindi la riapre ancora. <… Questi caduti vanno vendicati, Sami-Sama? Ho vissuto quel massacro come se ne fossi parte integrante. Sangue, ninja che cadevano, bambine innocenti sgozzate…> termina, perché la voce, che tradisce anche una certa rabbia, ora si perde e si spegne. Stringe i pugni e lo sguardo si affila ulteriormente. [Tentativo di richiamo chakra][Chakra 30/30 se On][Equip – Portakunai: 5 kunai,5shuriken – Portaoggetti: 1 tonico curativo, 1 tonico curativo speciale, 1 tonico recupero chakra, 1 tonico recupero chakra speciale, 1 bomba luce, 1 fumogeno, 1 trasmettitore]

Le domande non tardano ad affiorare sulla bocca del ragazzo, che racconta la sua storia, lo mette a parte di ciò che ha visto e sentito. Un fiume di parole lo investe eppure resta calmo, pacato seppur sentir rivivere il massacro negli occhi di altri lo turbi, ora sa come ha fatto la madre di Katsu a fuggire, ora sa perché quel ragazzo è giunto fino a lui. La mano destra si alza appena a portarsi sulla visiera di quel cappello, una lieve pressione viene effettuata così da farla scivolare appena davanti agli occhi, ora ridotti a due fessure di cui, quel gesto, vorrebbe nascondere la sofferenza. Ascolta e riflette con attenzione <non possiamo sapere come i morti provino a comunicare con noi> replica inizialmente, il tono più basso di poco prima, nasconde il turbamento per quanto gli sia possibile <ciò che hai visto è parte di ciò che ci ha condannati all’oblio nel mondo Ninja> prende spesso momenti di pausa, interrompendosi qui e la per ristabilire la calma per quanto possibile <non so se lo spirito di qualche tuo parente ti ha mostrato tutto ciò per cercare vendetta o se lo ha fatto solo per permetterti di comprendere meglio chi sei e cos’ha vissuto tua madre> continua pacato e lento, vuole proteggerlo il più possibile ma si rende conto d’essere limitato <il suo intervento è servito a salvarti la vita e questo significa che non devi temere i tuoi antenati ma non ho tutte le risposte che cerchi, il tempo è passato da allora e noi abbiamo provato a riprendere il nostro posto nel mondo, Oto è stata condannata alla sofferenza più volte in questo periodo ed è per questo che personalmente non vorrei vederti vendicare i tuoi caduti> si ferma, respira e riflette, sa che una parola fuori posto potrebbe creare più problemi di un silenzio, non è facile nemmeno per lui esprimersi, lui il cui fuoco del dolore e della vendetta non si è mai estinto, braci che covano segretamente nel suo cuore <sarai solo tu a poter capire cosa devi fare, ringrazia però che ti abbiano voluto aiutare in quel momento, chiunque siano stati o per qualsiasi motivo lo abbiano fatto> continua con calma, riprendendo appena lo smalto di poco prima, non piange eppure gli occhi appaiono più densi, più scuri <non saresti qui ora altrimenti> conclude semplicemente <non credo comunque si sia trattato di un genjuster, siamo ben pochi ancora in vita a ricordare quella notta infernale> conclude il suo discorso andando infine a rialzare il berretto ed allontanare la mano destra <ma ora mostrami cos’hai imparato così che io possa istruirti> le braccia ora vanno ad incrociarsi davanti al petto, è rimasto composto fino alla fine, abituato forse a convivere con quel demone del passato

edit: chk attivato correttamente da parte di Katsu

19:16 Katsu:
  [Cupola] Sente quella forza, il proprio chakra, che torna a giovargli. Lo sente roboare dentro di sé con la furia di una cascata e ciò contribuisce a farlo sentire più forte. Sospira, quindi, sentendo tutte le parole di quell’uomo ed annuisce. <Scusate se vi ho turbato, Sami-Sama. Non era mia intenzione, ma…> sospira, dunque, l’espressione che è più neutra, ora, più serena. <… Non riuscivo a capire e voi dovevate sapere> va a scandire, annuendo, stringendosi leggermente nelle spalle. Le parole sui caduti, del tutto identiche a quelle di Yukio, però, arrivano come una stilettata dritta al cuore. Digrigna i denti e non risponde, sciogliendosi solo in un sospiro. <Vi ringrazio Sami-Sama. Vi mostro ciò che ho imparato> va sciogliere quei discorsi colmi di dolore e risentimento per tentare di riprendere la concentrazione. Le parole della donna che gli ha parlato tornano alla mente. Con uno sforzo di volontà vorrebbe tentare di comandare al proprio chakra una spinta verso il proprio sterno, una spinta che vorrebbe, idealmente, esser fatta di una volontà ferrea e di un flusso costante. Flusso di chakra che vorrebbe spingersi su fino a riversarsi nella gola e quindi attraverso la propria bocca e dunque su per le gote e gli zigomi, fino a dar nuova linfa ai propri occhi, ad irradiarli. Nella propria mente è chiara l’immagine: tenterebbe di evocare quelle ombre, di richiamarne l’abbraccio e di chiedere loro aiuto, la carezza di quell’amica che si chiama oscurità, della quale vorrebbe permeare i propri occhi, accogliere in sè. Nel caso in cui riesca ad evocare il proprio Kayosei, gli occhi azzurro cielo dovrebbero andare immediatamente a tingersi di nero, pupilla e sclera, fino a non lasciar spazio a nient’altro e a rendersi totalmente identici a quelli del suo capoclan.[Kayosei Lvl 1 – Tentativo attivazione] [Chakra 29/30][Equip – Portakunai: 5 kunai,5shuriken – Portaoggetti: 1 tonico curativo, 1 tonico curativo speciale, 1 tonico recupero chakra, 1 tonico recupero chakra speciale, 1 bomba luce, 1 fumogeno, 1 trasmettitore]

Gli occhi di Katsu vanno a colorarsi completamente di nero, segno che l’innata è stata richiamata correttamente, lo osserva qualche istante prima di sorridere nuovamente sotto alla bandana scura, si prende qualche momento per godersi la scena, il fratello ritrovato, gli occhi si allargano nuovamente pieni di tiepida felicità, un sospiro si sente uscire dalla sua bocca, segno del fiato trattenuto fino ad ora <benvenuto Katsu Seiun> lo chiama ora, lo identifica come membro di quel clan, lo accoglie ufficialmente <sarà un piacere per me guidarti nel tuo percorso da oggi in poi> continua ancora, lo incalza parlando molto più di quanto ci si sarebbe mai potuti aspettare. Si volta, con un gesto secco e deciso, si muove come un blocco unico, emozionato e militare al tempo stesso <ci vediamo presto fratello> e con queste parole si guadagna l’uscita. Se non ci fosse altre domande se ne andrebbe, trattenendo eventuali saltelli ma pensando comunque di farli, uno di loro, qualcuno di nuovo, un futuro ed una speranza, questo è tutto ciò a cui può pensare ora[se non ci sono domande end]

Giocata per l'affinità Seiun.
Katsu incontra il capoclan e cerca di risolvere anche qualche dubbio riguardo alla visione avuta.

Prafo pimpo.
Non ho altro da aggiungere: va e riempiti di tecniche