Chk [lezione]
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Giocata del 01/04/2020 dalle 21:15 alle 23:53 nella chat "Porto con faro"
[> Porto] Un altro giorno come un altro che ormai sembra andarsene verso il termine. Brevi le falcate del giovane che si incammina lungo una piccola via in direzione del porto. Immancabile la posizione tipica del Narciso in tuta grigia. Mani in tasca che inevitabilmente causano un ingobbirsi del dorso. Mento in su a tener alto lo sguardo di fronte a se. Passo lento, come già detto, che lo dirige verso il porto. I denti digrignano, mentre la lingua alternatamente si sposta da destra a sinistra a pulir i denti da qualcosa rimasto lì dopo la cena < Tsk > Gli occhi fissi di fronte a sè squadrano i passanti mentre lui non fa altro che ripensare al viaggio intrapreso e il senso di tutto ciò che sta accedendo. Tempo perso, così lo interpreta. Lui che non vuole essere altro che un shinobi e che dovrebbe allenarsi. Imparare. Praticare, insomma. < Tsk > un altra smorfia di disappunto. Gli occhi marroni continuano a fissare i passanti. Gli ultimi passi, or dunque, ed ecco che girando dietro una delle tante case bianche si ritrova all'imbocco del porticciolo. Diversi pescherecci, di cui scorge le sagome in lontananza dietro la nebbia e per ora nessuna persona presente. La testa gira a sinistra e poi a destra così da cercar di scorgere eventuali presenze e decidere la direzione da intraprendere. Per ora fermo lì, sul posto. < uhm > indeciso. [Banchina] Quanta differenza rispetto al suo paese del ferro, quanto è lontana casa sua o almeno quel che ne rimane. Con la famiglia si sono trasferiti, il clan tutto ha deciso di andarsene, di cercare una vita migliore con il supporto dei ninja e allora eccolo qui, che sbarca da quella nave, tutto intento a trascinarsi dietro il borsone con i pochi averi, appena giunto da Konoha, la sua futura base operativa, ammesso che esca sano e salvo da questa guerra. Ma procediamo per grado: lo troviamo ora sulla banchina mentre si lascia cadere dalla spalla destra, inclinando appena il busto da quel lato, il borsone nero. Un tonfo dal suono sordo rimbomba nel piccolo porto, schianto sul legno che porta le assi vicine a tremolare. Si disfa del bagaglio pesante per poi andare a ravanare nelle grosse tasche del suo elegante Hakama grigio alla ricerca di un pacchetto in carta molle. Andrebbe quindi ad estrarlo e poi sbatterne, con gesti secchi e decisi, il lato inferiore contro il dorso della mano sinistra, mano a sua volta chiusa sulla fodera di una katana scura, a causa della notte e dalla poca luce non ci sono maggiori dettagli che possono correre in nostro aiuto. Sul busto un’haori tradizionale di un grigio più chiaro rispetto ai pantaloni, proprio nella chiusura larga sul petto ora andrebbe ad infilare la mano destra, certo dopo aver portato il bianco filtro delle sigarette alla bocca per entrarne una. Mentre cerca qualcosa vicino al suo petto andrebbe flettere in avanti il busto così da poggiare la katana sul borsone. Muove i piedi dentro quei sandali tipici neri, una volta raddrizzato il busto ondeggia avanti ed indietro indispettito finchè non trova finalmente il pacchetto di fiammiferi, con gesti veloci ed esperti andrebbe a far uscire nascere la fiamma che poi verrebbe portata verso la sigaretta. Inspira velocemente un paio di volte per assicurarsi che prenda fuoco prima di scuotere il polso destro e buttare l’ormai fiammifero estinto. Un tonfo nell’acqua, leggero e delicato per via del peso infimo del legnetto. Il mento si alza verso il cielo, o quel poco che può vedere, lineamenti affilati e ben definiti i suoi, inspira a pieni polmoni finalmente lasciando che il suono della carta bruciata accompagni il gesto, trattiene e poi sbuffa in alto. In nostro samurai si gode quel singolo momento, l’udito viene però colpito, ancor prima della vista, da un secco rumore come lo schioccare della lingua, andrebbe quindi ad abbassare il mento nuovamente, mentre la destra va a reggere tra indice e medio il filtro della sigaretta. Si volterebbe nella direzione di quel suono <chi va là?> i sensi sono tesi, così come i muscoli, permane immobile qualche istante maledicendo sé stesso per averci messo così tanto a prepararsi e lasciare l’imbarcazione, c’è da ammettere però che i suoi capelli bianchi sono scompigliati alla perfezione ora, anche se il grosso è raccolto al centro della nuca nella tipica acconciatura samurai, in quel codino.[chk off] [porto] Veramente poco illuminato in questa serata il mare di Kiri. Poca luce alberga in cielo e quella fottuta nebbia non fa altro che peggiorare le cose. Infastidito e non poco il ragazzo, ma come vi aspettate da un carattere come il suo. Arrivato, dunque, nel porto ed indeciso sulla direzione da prendersi. Di nuovo ruoterebbe la testa a cercare di scorgere una qualche sagoma di un posto abbastanza appartato dove poggiarsi a fissare e contemplare quel poco di mare visibile. Un posto dove rimanere solo con i suoi pensieri, insomma. < tsk > nulla. Solo qualche rumore di drappe e di acqua ondosa. < uhm > Eccolo una rumore, tra la nebbia che spicca. Impossibile non sentirlo tra quel silenzio. Immediata la reazione, un riflesso, la testa si volterebbe verso destra e gli occhi si fissurano a cercar di scorgere qualcosa < hm? > Ora una voce. Stessa provenienza, ben chiara. Non vede però, dunque con lentezza si incamminerebbe verso essa. Eccolo mettersi in moto. Mani sempre in tasca, mentre la testa si protende in avanti come se potesse aiutarlo a vedere meglio < c’è qualcuno? > chiede, con voce non troppo fioca. [Banchina] I suoi occhi azzurri si fissano sulla nebbia, cerca la direzione dalla quale ode un lieve rumore di passi cerca di comprendere per quanto in quelle condizioni atmosferiche non sia assolutamente facile utilizzare l’udito o la vista come vorrebbe, ed ecco perché era così irrequieto. Ode comunque la voce e si rilassa, nessun assassino andrebbe mai ad aiutare così un nemico rivelando la sua posizione no? Almeno questo è ciò che spera mentre si porta la sigaretta nuovamente alla bocca <no nessuno> bofonchia con quel tono divertito ed irritante che si ritrova, sembra prenderlo in giro e se dovesse avvicinarsi abbastanza il ragazzo potrebbe capire come quel samurai sembra prendere in giro il mondo e la vita stessi. Apre appena le labbra così da far fuoruscire quel fumo <per questo prima ho chiamato, per essere sicuro che oltre a questo nessuno> andrebbe ad indicarsi, senza sapere se può già essere udito o meno <non ci fossero altri nessuno> continua con quel dialogo, monologo più che altro, privo di alcun senso. Staziona fermo vicino al suo borsone ma soprattutto alla sua Katana Divina, arma da cui non si separa più, arma che tiene ben stretta a sé sin da quando l’ha ricevuta[chk off] [porto] Il passo lento ecco che lo avvicina sempre più alla banchina da dove proveniva quella voce. La mano destra, nel mentre, eccola che si sfila dalla medesima tasca e con un movimento lento e preciso si porta in prossimità del fronte <uhm> mignolo e porzione laterale della mano si poserebbero su essa per poi scivolare lentamente verso l’alto spostando con se i capelli castani e portandosi poi dietro l’orecchio medesimo < tzk > un ghigno in contemporanea alla voce udita dell’altro, proprio quando data la vicinanza la nebbia pare non essere più un problema nello scorgere la sagoma, e subito dopo, le fattezze dell’altro <si infatti, piacere mio, il mio nome è nessuno> visibilissimo il ghigno divertito di Rio sul suo volto. La mano permane ora dietro la nuca, con il gomito inevitabilmente alzato e all’infuori. Gli occhi sono fissi sulla figura dell’altro mentre lo fissa cercando di riconoscere i suoi lineamenti. [Banchina] Faccia strafottente a dominare la sua figura mentre ascolta quelle parole, in qualche modo le parole dell’altro paiono divertirlo tanto che quell’espressione di chi è pronto a prendersi gioco della morte stessa non svanisce e anzi si rafforza sulle sue labbra, ancora la mano porta la sigaretta alla bocca per permettere un altro tipo, inspira profondamente mentre si gode il silenzi di quell’attimo e il rumore di carta bruciata che giunge fino al suo orecchio, socchiude appena le labbra per permettere alla mano destra di allontanarsi <nessuno sai anche fare qualcosa o sei uno di quelli scampati per miracolo che poi hanno chiesto aiuto?> domanda ora, certo un Kiriano potrebbe non prendere particolarmente bene quel suo modo di fare e in questo momento dubita anche di riuscire a spostarsi abbastanza velocemente ma nemmeno per un secondo modifica il suo atteggiamento, restando quindi in silenzio inarca appena la schiena così da orientare il volto verso l’alto e butta fuori il fumo risalito dai polmoni, sfrutta il momento anche per stiracchiarsi appena i muscoli prima di raddrizzarsi ed andare ad accovacciarsi velocemente, ondeggia appena un paio di volte sulle punte dei piedi prima di tornare in posizione eretta. Appena sceso da quella nave, che ora si appresta a tornare da dove è venuta, si permette di sgranchirsi appena appena le articolazioni, non ha idea di quanto dovrà camminare per raggiungere il suo alloggio o di quando dovrà effettivamente combattere quindi tanto meglio essere pronti, seppur ancora non gli sembri il caso di andare a richiamare il chakra[chk off] [banchina] La mano destra si inizia a muovere su e giu sul cuoio capelluto, come a grattarsi la testa mentre ascolta le parole dell’altro. Strano, un viso sconosciuto questo è certo, ma la conversazione sembra essersi inoltrata < io > I denti si socchiudono l’uno sull’altro serrando il morso per poi continuare < io ora come ora forse non so fare molto, ma .. > non continua. Non vede il motivo. Diffidente, per adesso. Un giovane come lui, li a parlare con uno sconosciuto. Lo osserva, ancora, vedendolo muoversi e con quel fare sospettoso. La mano rapidamente, in un sol colpo, si riporta all’interno della tasca. Il pugno si serrerebbe, ma non visibile all’altro. [Banchina] Sposta il busto in avanti flettendolo appena per poi dondolare semplicemente sulle punte dei piedi mentre torna a godersi la sigaretta <allora sei un giovanotto incapace eh> replica lui sempre con quel tono divertito, mentre quasi lo ignora, sicuramente ha smesso di osservarlo e di donargli attenzione. I capelli ondeggiando accanto agli zigomi scolpiti con quei movimenti, l’attenzione non lascia mai completamente il borsone e i suoi averi <almeno il chakra saprai richiamarlo no?> domanda ancora il ragazzo, continuando ad indagare, ha ben presente cosa significhi essere un’incapace, è ciò che è stato per la maggior parte della sua vita, ha imparato a sue spese quanto a volta possa essere difficile raggiungere i propri obiettivi, quando non sei dotato per nascita, quando ogni singolo passo per te è una conquista enorme, quelle sensazioni le ha marchiate sulla pelle e nel cuore, le prese in giro, le ingiustizie e le angherie da lui subite lo hanno formato e anche corrotto portandolo ad essere ciò che è, sudore e sangue colati in abbondanza per ogni sua abilità appresa, uno strano e sbagliato senza di giustizia con esse. A voler ben osservare i suo sorriso forse si nota qualcosa di strano, quello sguardo che par voler sfidare il mondo intero, che vuole prendersene gioco così come l’espressione sicura e strafottente sul volto. La sigaretta vien portata alla bocca ancora una volta, inspira e aspira mentre lascia che il calore scenda giù verso la sua gola e i suoi polmoni prima di risalire ed essere successivamente buttato fuori dal naso. Attende una risposta del ragazzo sconosciuto osservandolo di sottecchi senza rivolgere gli occhi azzurri direttamente in sua direzione[chk off] [banchina] Tante di quelle sere passate in cui si era ritrovato nello stesso posto dove si ritrova ora e mai nessun incontro, nessuna conversazione. Ma la vita ti lascia sempre sorprese ed eccolo qua a parlare con uno sconosciuto immerso nella nebbia del porto di Kiri e come se non bastasse con qualcuno che sembra avere un’aria mille volte più strafottente del narcisista Rio < uhm?> gli occhi si spalancano appena sente le sue prime parole. Il pugno destro all’interno della tasca si serra ancora di più aumentando il volume all’interno della stessa. Un semplice gesto di stizza. Come diavolo osa uno sconosciuto a dirgli quello che gli ha detto. < tzk > ed ecco le altre parole. La domanda. Saper richiamare il chakra? Ovviamente no. Ma come può dirglielo senza sembra un buono a nulla < no > Ecco che si rilassa e il volto mostra un ghigno, di quelli di chi sta per dire una menzogna solo per non far gravare il peso delle sue incapacità su se stesso < i miei sensei non me l’hanno mai insegnato > e certo, se è di qualcuno la colpa, sicuramente non è sua. [Banchina] La destra andrebbe a gettare in acqua la sigaretta, gomito che si stende in quella direzione, il polso che andrebbe a far culminare il movimento imprimendo la direzione e la forza al filtro con un movimento secco e deciso, nell’istante in cui la forza viene impressa all’oggetto e la traiettoria viene ritenuta corretta le dita vorrebbero aprirsi appena così da permettere alla sigaretta di volare via, la si sentirà cadere in acqua e spegnersi specie visto che in quell’istante il silenzio regna, ridacchia poi alle parole del ragazzo, non riesce a crederci ma nemmeno la prende come una bugia, di incompetenti è pieno il mondo <forse il problema allora sono loro> aggiunge quindi <certo se i Kiriani son tirati sù così i vostri antenati si rivoltano nelle tombe> sospira mentre vorrebbe voltare il busto in sua direzione così da poterlo fissare, nello stesso istante le mani vorrebbero andare dentro alle tasche dei pantaloni, al caldo <il richiamo del chakra è il primo fondamentale> spiega quindi lui, che pur essendo cresciuto lontano da un vero e proprio villaggio ninja ne ha comunque ricevuto l’educazione, il suo clan infondo sfrutta proprio quell’arte per poter brillare. Azzurri gli occhi che vorrebbero spostarsi verso lo sconosciuto, lo osserva con attenzione mentre cerca le somiglianze con ciò che lui un tempo era, certo non così carino e strafottente ma ugualmente incapace, ugualmente sconfortato e circondato da persone incapaci di aiutarlo ed istruirlo come si deve <senti facciamo così, io ti insegno come si richiama il chakra e tu porti il mio borsone fino al mio alloggio che sono già stufo fi caricarmelo sulla schiena> ora è estremamente serio, non c’è più traccia di quel sorrisino divertente e strafottente, attende solo di vedere come reagirà davanti a quella proposta, non lo sta prendendo in giro e nemmeno pare volersi dichiarare superiore, ha rivisto poco di sé stesso ma quel poco è bastato per fargli fare un passo in sua direzione <che ne pensi ragazzino?> lo incalza quindi in attesa di una risposta, silenzioso adesso, estremamente serio in volto, occhi sottili e glaciali i suoi mentre si puntano sullo sconosciuto, non saranno amici e forse non si vedranno mai più, probabilmente uno dei due non sopravviverà a quella imminente guerra eppure ha deciso di fare quel passo avanti, alla fine non è solo un bel pezzo di carne[chk off] [banchina] Lo osserva, rimanendo ricurvo con la schiena. Gli occhi per un attimo seguono la traiettoria della sigaretta gettata in acqua, per poi tornare subito sull’individuo <in realtà, sono di Konoha, sono arrivato qui da poco con i miei genitori> afferma dopo aver sentito le parole dell’altro. Un sospiro, bello profondo, con i polmoni che si riempono a pieno e cassa toracica che si gonfia a fargli spazio per poi buttare tutto fuori < come ? sei serio ? > cosa diavolo ha appena sentito. E’ una proposta folle, lui dovrebbe portare il suo borsone. Ma d’altronde ci pensa < uhm > la mano destra si porterebbe di nuovo dietro la nuca aprendo inevitabilmente il gomito all’infuori < allora .. > ci pensa, mentre si gratta la nuca, come a volersi spremere le meningi. L’offerta dell’insegnamento è allettante d’altronde, ma il prezzo da pagare? < ci sto > . Deciso, bofonchia. Avere un fratello maggiore lo aiuta in questa situazione, chissà quante volte avrà dovuto portare oggetti pesanti per conto suo. < ma chi mi garantisce che se non ci riuscirò non sia colpa tua?> chiede, sfrontato. < se non dovessi riuscirci non te lo porterò> Ahia, forse parla un po’ troppo il ragazzo. [Banchina] Ne ascolta le parole, lo osserva soppesare quella decisione mentre attende placido <Konoha eh, allora potremmo davvero rivederci se sopravvivi> ammette semplicemente, alla fine è lì che si è trasferito con parte del suo clan, è lì che vivrà e quindi è anche il caso di rassegnarsi e accettare la cosa. Continua ad ascoltare i dubbi del ragazzo o meglio quel singolo dubbio che vien posto <se non riesci sarà solo perché ti sei impegnato poco> e qui a parlare è l’esperienza di un ninja fallito, qualcuno che non è riuscito almeno per mesi in quell’esecuzione che pure a tutti appare così semplice <e il borsone me lo porterai comunque così capirai cos’è la fatica, altrimenti potrò fare di te ciò che voglio dato che non sai usare il chakra per difenderti> scuote appena le spalle come a voler sottolineare l’ovvietà delle sue parole. Attende qualche istante che il concetto entri bene in mente a quel ragazzino prima di prendere un profondo respiro e comporre il sigillo della capra con le mani, lo fa in modo che il ragazzino possa vederlo <per richiamare il chakra prima di tutto devi comporre questo sigillo quello della capra> a questo punto inspirerebbe profondamente andando a ricercare in sé stesso la concentrazione, gli occhi si socchiudono appena <assicurati di essere molto concentrato> continuerebbe mentre pian piano andrebbe ad escludere il mondo lasciando che sia lui l’unico essere a cui fa attenzione. A questo punto andrebbe ad immaginare la sua sagoma, svuotata, in essa vorrebbe formare a livello dello stomaco una sfera vorticante che racchiude le energie fisiche, cercherebbe quindi di andare a sfruttare le sensazioni dei muscoli tesi in quella concentrazione, la spalla destra affaticata per aver portato quel peso, la sinistra più leggera, il bruciore della schiena ora contratta ed infiammata appena, la sensazione dei polmoni appena riempiti di fumo e ancora ciò che gli vien comunicato dalla pelle della nuca a contatto con l’umidita e quella del resto del corpo a contatto con gli abiti <raduna le tue energie fisiche e mentali, immaginale come due sfere con un potente vortice all’interno> dopo aver detto queste parole proverebbe ad andare ad immaginare, all’altezza della sua mente ora, una sfera di colore azzurro, anche il suo contenuto vorticherebbe con forza. In essa andrebbe a radunare i suoi sentimenti la compassione che lo sta muovendo verso quel ragazzino, la simpatia che prova ma anche qualcosa di più profondo: la necessità di riprendersi una rivincita, la sofferenza che ancora la sua infanzia porta nella vita, il dolore per essere ciò che è stato e la preoccupazione per quella guerra imminente <se ci sei riuscito quindi cerca di controllare la loro velocità di reazione e portale ad unirsi e amalgamarsi presso il plesso solare> andrebbe così ad iniziare a muovere le due sfere, la prima, quella delle forze fisiche, vorrebbe risalire verso la bocca dello stomaco mentre la seconda, quella azzurra, andrebbe a scendere. Entrambe si muovono lentamente e con attenzione mentre lui si concentra per cercare di rendere omogeno il movimento di rotazione di quelle due forse. Una volta quindi essersi incontrate all’altezza della bocca dello stomaco andrebbe a farle avvicinare sempre di più così da causare uno scontro da cui dovrebbe partire la fusione delle due, una volta riuscito una singola sfera biancastra di potere vorticherebbe il lui, il chakra che ora si concentrerebbe per far fluire nel suo corpo così da raggiungere tutti gli tsubo e donargli forza. Gli occhi si riaprono e il sigillo viene rotto <forza provaci tu> e con queste ultima parole andrebbe a starsene buono in silenzio, attendendo che il ragazzino provi a fare come gli è stato detto [chk on] [impasto del chk 3/4] [banchina] Se ne sta lì in piedi, con gli occhi marroni ben fissi a fissare l’altro. Come? < uhm? > ascolta stupito la risposta ricevuta <tzk> inarca il sopracciglio, ma non proferisce parola, d’altronde ci sta guadagnando fin troppo lui. In una serata qualunque sta ricevendo un insegnamento che forse non scorderà per tutta la vita. Per una volta, rimane in silenzio. Annuisce, dando così cenno che porterà il suo bagaglio in ogni caso. Ed eccolo che parte con la spiegazione. Le spalle si fanno più alte, le scapole si avvicinano l’una con l’altra permettendogli di far sparire quella gobba tenuta fino ad ora. Si concentra. Gli occhi sono fissi a guardare l’altro in ogni dettaglio, mentre le orecchie sono ben attente a seguire ogni minimo consiglio e parola. Annuisce, mentre l’altro formula il sigillo della capra. Eccolo dunque imitarlo. Gambe che si divaricano e ginocchia che si semiflettono, piantandosi per terra al meglio. I gomiti si portano in fuori e i palmi all’altezza dello sterno ecco che si unirebbero a formulare il sigillo nel medesimo modo dell’altro. Il canino destro si conficcherebbe all’interno del labbro inferiori causando un aggrottamento anche al di sotto del naso < uhm > una smorfia, di quelle di massima concentrazione. < due sfere eh > ripete, mentre ascolta ed ecco che le palpebre si serrano davanti le iridi. Cerca di sgomberare ogni pensiero, il vuoto nella mente, nulla di nulla, il nero totale ed eccolo lì un puntino bianco comparirebbe nella sua testa. Quel puntino piano piano si fa più grande, e solo ora scorge il suo azzurro. E’ lì che sta cercando di concentrare tutte le forze mentali, tutti i pensieri, tutta la sua testardaggine a voler diventare uno shinobi tutte le sue paure di fallire ed essere l’unico a non esserci riuscito nella famiglia. Quel pallino, eccolo vorticare e farsi grande, azzurro e diventare una sfera. Fatto ciò ecco che dall’addome cercherebbe di convogliare le sue forze fisiche. I grandi muscoli si contrarrebbero e prendendo coscienza di questi cercherebbe di focalizzarsi sulla forza, sull’energia del suo corpo. Quella rabbia, quella potenza che tanto allena ogni giorno tramite piegamenti ed esercizi di corpo libero. Convoglierebbe dunque tutto questo nel suo addome immaginandosi quella sfera di colore rosso, un rosso che diventerebbe sempre più vivo. Fatto ciò cercherebbe di portare entrambe le sfere al di sotto dello sterno, vicino al cardias gastrico e lì di farle diventare una solo sfera da cui potrebbe scaturire il famosissimo chakra. [tentativo di impasto del chakra ] [banchina] @ ok capito, perchè stavo leggendo che per le free bisogna fare un numero minimo di azioni [Banchina] Il chakra dovrebbe essere attivo nel suo corpo, scorre donandogli nuovo vigore esattamente come è per il ragazzino che dovrebbe esserci riuscito <se ti senti pieno di energie e più forte prendi il mio borsone> e con queste parole andrebbe a flettere il busto in avanti così da permettere alla sua mano sinistra di tornare a stringere la fodera della katana, certo lascerà alo sconosciuto i suoi averi ma non certo la sua arma, ci sono delle grosse differenze eh <se invece ancora non ci sei riuscito riprovaci dopo aver portato il mio borsone a casa> ovvio, perché alla fine l’importante lui l’ha insegnato, ha dato le basi il resto sta solo al ragazzo, continuare ad esercitarsi, sbattere la testa contro al muro più e più volte finchè non ci riuscirà, così è stato per lui e così sarà per chiunque no? Sospira nostalgico mentre la mano destra viene portata tra i capelli, li accarezza senza andare a pettinarli con la mano per non disfare quel poco che resta del suo codino <andiamo ragazzo correre!> gli ordini sono chiari mentre vorrebbe allontanarsi e dirigersi al porto superando banchine e attracchi, per poi proseguire a camminare verso la città <a proposito già che sei un Konohano sapresti guidarmi verso il nostro accampamento o quel che è? Dove ci fanno dormire insomma> le gambe vengono praticamente lanciate in avanti ad ogni passo, strafottente e deciso, sicuro di sè [chk on] [end] [banchina] Non ci può credere. Per la prima volta in vita sua quelle due sfere si sono unite. Energie mentali e energie fisiche sono andate a formare quel mefistofelico potere. Ed eccolo che gli scorre nel corpo. Talmente veloce che gli sembra di non poterlo contenere, che fuoriesca da ogni poro della sua pelle, come se fosse incontenibile. Un sorriso, inevitabile, al sentire tale energia dentro di sé e di pura felicità per esserci riusciti < così è questa la sensazione > afferma < wow !> . Una sensazione unica, pazzesca. <uhm?> il sopraciglio si inarca all’udire le parole dell’altro. Deve portare il suo bagaglio, quasi se ne scordava. < va bene, te lo devo … > non conclude non conoscendo il suo nome. Ma questo è un giorno che ricorderà per tutta la vita. Dunque con la mano sinistra si allungherebbe a prendere il suo bagaglio per poi con una torsione del busto portarlo sulla schiena < certo lo so io dove sono gli alloggi > risponde, voltandosi e iniziando a camminare verso quest’ultimi in compagnia del sensei.