Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Missione D: Legna Per Tutti

Free

Missione di Livello D

0
0
con Hotaka, Harai

09:44 Harai:
  [margini prateria] si presenta sorridente, all'appuntamento di quella mattina, arrivando sul posto con largo anticipo. È il sintomo di una tensione positiva che ne anima la mente o, forse, di un'impostazione alquanto rigida dovuta agli insegnamenti genitoriali. Sotto ad un celo terso solcato da nubi vaporose, il giovane Hyuga emerge dalla strada come una macchia scura che, ben presto, si tratteggia definendo forme e colori: indossa una tenuta da allenamento di quelle classiche sono soliti indossare i ninja anche al di sotto di equipaggiamenti ben più importanti dei suoi. Calza infatti degli stivaletti neri, di pelle e gomma, che lasciano scoperti i talloni e le piccole dita dei piedini, brache a pinocchioetto che lasciano visuale sulle caviglie e una maglia a manica lunga che cade morbida su quel corpicino esile, dall'apparenza fragile e delicata. Sono vestiti di un grigio denso e scuro, come di un fumo che scaturisce da un incendio di plastica, un tessuto pesante che fa della praticità e della comodità le sue prime caratteristiche tralasciando l'eleganza e la bellezza. Con sé, sulle spalle, ha uno zaino: tiene entrambe le manine sulle bretelle, per far sì che quell'attrezzo non gli balli troppo mentre corricchia sullo stradello: ed è proprio da quei momenti che si evince palesemente abbia un appuntamento. Raggiunge con una certa fretta un punto specifico della radura, dove si ferma e inizia a guardarsi attorno con fare urgente, lasciando lo sguardo libero di spaziare in lungo ed in largo nell'ovvio tentativo di trovare qualcosa o qualcuno. Ogni tanto guarda il cielo, in particolare il sole, alzando una mano per velare la vista da quell'astro luminoso, come se volesse dedurre l'orario indicativo dalla sua posizione. Chissà.

09:44 Harai:
  [margini prateria] si presenta sorridente, all'appuntamento di quella mattina, arrivando sul posto con largo anticipo. È il sintomo di una tensione positiva che ne anima la mente o, forse, di un'impostazione alquanto rigida dovuta agli insegnamenti genitoriali. Sotto ad un celo terso solcato da nubi vaporose, il giovane Hyuga emerge dalla strada come una macchia scura che, ben presto, si tratteggia definendo forme e colori: indossa una tenuta da allenamento di quelle classiche sono soliti indossare i ninja anche al di sotto di equipaggiamenti ben più importanti dei suoi. Calza infatti degli stivaletti neri, di pelle e gomma, che lasciano scoperti i talloni e le piccole dita dei piedini, brache a pinocchioetto che lasciano visuale sulle caviglie e una maglia a manica lunga che cade morbida su quel corpicino esile, dall'apparenza fragile e delicata. Sono vestiti di un grigio denso e scuro, come di un fumo che scaturisce da un incendio di plastica, un tessuto pesante che fa della praticità e della comodità le sue prime caratteristiche tralasciando l'eleganza e la bellezza. Con sé, sulle spalle, ha uno zaino: tiene entrambe le manine sulle bretelle, per far sì che quell'attrezzo non gli balli troppo mentre corricchia sullo stradello: ed è proprio da quei momenti che si evince palesemente abbia un appuntamento. Raggiunge con una certa fretta un punto specifico della radura, dove si ferma e inizia a guardarsi attorno con fare urgente, lasciando lo sguardo libero di spaziare in lungo ed in largo nell'ovvio tentativo di trovare qualcosa o qualcuno. Ogni tanto guarda il cielo, in particolare il sole, alzando una mano per velare la vista da quell'astro luminoso, come se volesse dedurre l'orario indicativo dalla sua posizione. Chissà.

09:55 Hotaka:
  [Margini Prateria] Un nuovo giorno. Un nuovo inizio. Il Deshi dopo l’ultimo duro allenamento ha deciso di tornare su suoi passi, nel suo paese d’origine. Il trascorso a Chumoku è stato a dir poco interessante, tuttavia una nuova era è giunta, tempi oscuri, che hanno richiesto la presenza dei suoi genitori al Konoha. Non può dirsi che contento, casa è sempre casa. E’ tornato da non troppe ore, ma è già in marcia il giovane studente. Quest’oggi indossa una maglietta nera a maniche lunghe, con il colletto alla coreana piuttosto largo. Porta pantaloni stretti del medesimo colore che giungono sino alle caviglie, ai piedi indossa i classici sandali colorati grigio scuro. Al quadricipite destro è legata la tasca Kunai/Shuriken, che contiene rispettivamente 3 pezzi del primo e 6 del secondo, inseriti nelle varie tasche apposite. I lunghi capelli nero pece sono anche oggi legati in una coda che termina sino all’altezza delle scapole dietro la schiena, mentre le iridi scure puntano la radura, nella prateria della memoria, che precede la foresta che oggi certamente li farà sudare. Cerca di ampliare al massimo il suo campo visivo, continuando a camminare, fin tanto che dovrebbe scorgere il compagno Deshi nel punto dell’appuntamento. Ecco che alzerebbe la mano destra in segno di saluto < Buongiorno Harai-kun > con le labbra che formano un lieve sorriso. Si sono conosciuti a Chumoku e adesso dovranno lavorare insieme. <..Siamo soli? > Incalza poi. E’ ancora presto in effetti, ma ecco che dalla prateria dovrebbero scorgere poche figure in arrivo: sono i boscaioli. < Ah no, solo in anticipo… > Esclama mite auto rispondendosi, salutando anche i nuovi figuri in arrivo, essenziali per il loro lavoro odierno.

10:04 Harai:
  [margini prateria] sembra essere piuttosto impaziente. Si muove di qualche passo prima verso un lato, poi verso l'altro, perlomeno fintanto che i suoi occhi non inquadrano alcune figure provenire dalla stessa direzione da cui è giunto lui poco prima. Si ferma, si concentra fissando coloro che vengono e attende di averli più vicini, muovendo poi verso di loro con passo svelto. Il primo è proprio colui che, evidentemente, attendeva: <ciao giovane-Hotaka!> lo saluta così, replicando alle parole del ragazzino con tono limpido e acuto reso frizzante da quell'entusiasmo che trasuda persino dalla pelle. <si pronto!> domanda con poca convinzione: sta infatti fissando coloro che, poco dopo, iniziano a raggrupparsi lì attorno. Poche persone, ragazzi giovani, alcuni che si soffiano il naso in continuazione, rossi nelle gote e sul naso stesso. <andiamo a recuperare i nostri ordini, vieni!> esclama, incamminandosi con passo svelto. Ha pronunciato quella parola, “ordini” con un tono serioso, come se fosse una parola piena di significati. <Harai Hyuga, Allievo della Foglia, sono qui per aiutarvi nella raccolta legna! Il mio compagno Hotaka!> gli si è parato di fronte, alto nemmeno un metro e mezzo, secco come un ramo caduto da tempo, ma negli occhi ha la determinazione di un giovanotto tutto innocenza e speranza. Li ascolta quei boscaioli, tende il braccio e prende quel quaderno che gli altri gli consegnano. <perfetto. Buon lavoro allora.> un cenno del capo a salutare, poi si sposta lateralmente e li lascia sfilare verso i loro compiti. Lui, di contro, si avvicina al compagno, il quadernetto in bella vista pronto ad aprirlo cosìcché anche l'altro possa osservare: <come dici che iniziamo?>

10:17 Hotaka:
  [Margini Prateria] E’ proprio una missione quella che i due studenti sono stati chiamati a fronteggiare questa mattina. La prima missione della sua carriera in effetti. Teoricamente non dovrebbe trattarsi di niente di inaffrontabile, ma certo è pur sempre una pietra miliare. Il clima mite e variabile ha sostituito la solita e noiosa nebbia tipica di Chumoku, e di questo il Deshi non può che esser contento. Ascolta con piacere l’entusiasmo giovanile del parigrado, essendo anche praticamente coetanei non può che comprenderlo. Gli si avvicina, e con lui dalla direzione opposta giungono anche le persone normalmente addette a quel preciso lavoro. < Bene! > Esclama sorridente, mentre ascolta le presentazioni effettuate da Harai, quando pronuncia anche il suo nome piegherebbe il capo nel solito inchino rispettoso verso gli astanti. < Buongiorno! > Proferirebbe anche nei loro confronti, per poi avvicinarsi allo Hyuga che ha ricevuto la missiva con le istruzioni per i due giovani allievi. < Vediamo… > Risponde alla domanda, avvicinando il capo al foglio che gli ha avvicinato il compagno di missione, scrutandolo con attenzione. < Legna dura e legna tenera vanno tenute separate sembra… > Pensa ad alta voce, per poi portare lo sguardo sulla moltitudine di legna accatastata sparsa ai limiti della foresta. < Ma come facciamo a distinguerle… Ah ecco! > Esclama poi trovando la frase che gli interessava < Partiamo dal legno tenero? Qua parla di pini e larici, dovremmo essere in grado di distinguerli… > Afferma poi, in effetti tra i vari tipi di legname sono senza dubbio i più caratteristici. Gli altri operai hanno raggiunto altre postazioni poco lontane, ai due dovrebbe toccare la mucchia non troppo distante dalla loro posizione locata al limitare della foresta. < Speriamo che non ci attacchino niente eheh… > Sussurra infine, sorridendo, mentre i due dovrebbero avviarsi verso il luogo di lavoro.

10:20 Harai:
  [margini prateria] apre il quadernino, lo sfoglia assieme al compagno gettando a lui occhiate di sottecchi per essere certo di quando voltare pagina e non bruciare sul tempo della lettura il giovanotto che gli è fianco. Spesso però è lui stesso ad arrivare secondo poiché, fra una cosa e l'altra, perde tempo e trova Hotaka sempre già pronto alla nuova lettura. <io ho portato dell'acqua e uno spuntino per fare merenda dopo.> asserisce una volta terminato di sfogliare quel piccolo manualetto, mentre muove le spalle e ruota il capo per poter osservare un attimino il proprio lo zaino, come a volerlo indicare silenziosamente con gli occhi chiarissimi che si ritrova. Torna sul compagno, lo ascolta, annuisce e con lui si incammina, sorridendo. <speriamo proprio di no!> ridacchia lieve, ancora pieno di quella gioia che è evidente la situazione gli doni. <all'inizio possiamo cercare la legna per il bosco assieme e quando siamo pieni, la portiamo e la accatastiamo in un punto. Da lì, uno di noi rimane a dividerla, l'altro continua nella ricerca. Che ne pensi?> di fronte a loro, quella parete di densa vegetazione che è solitamente il palcoscenico della prateria che vanno calpestando: sono lì addosso, oramai.

10:29 Hotaka:
  [Margini Prateria] Fa mente locale delle nozioni contenute nel quaderno che i boscaioli hanno affidato ai due giovani allievi. Certo spostare legna non è certo la sua ambizione primaria, ma se questo serve ad aiutare il proprio villaggio è ben disposto a dare una mano. Distinguere il legno di pino non dovrebbe essere difficile: colore chiaro, molte venature, ma soprattutto è particolarmente resinoso al tatto. In effetti si aspettava di trovare una massa di legno solo da accatastare, purtroppo per lui al limitare della foresta vi sono ben pochi ceppi. Dovranno cercarla all’interno. Un cenno di lieve delusione si manifesta sul viso, mentre il fatto che Harai abbia portato da mangiare lo rincuora abbastanza da tornare subito di buon umore. < Si, direi proprio sia una buona strategia! > Sospira sorridendo al parigrado. < Non ci resta che iniziare > Proferisce poi, mentre entrambi dovrebbero così muovere i primi passi dentro la foresta. Dalla tasca posteriore dei pantaloni estrare due paia di guanti, saranno molto utili per evitare di tagliarsi le mani raccogliendo la legna. Si rivolge poi ad Harai, qual’ora anch’esso sia entrato con lui. < Con i tuoi occhi dovrebbe essere facile no? > Gli domanda, il tono è allegro quasi fosse una battura, sa che è ancora molto giovane e non da certo speranza alla sua innata, ma viste le circostanze non poteva non venirgli in mente. Intanto il suo sguardo passa in rassegna il loco, alla ricerca del legname.

10:37 Harai:
  [margini prateria] s'incammina, piano, al fianco del compagno, lasciando andare l'area luminosa per quella ombreggiante. S'immerge in quella vegetazione di alberi alti e fitti, con chiome rigogliose e tronchi spessi; si guarda attorno, prevalentemente nel terreno, alla palese ricerca di qualcosa, ma non senza aver prima di tutto lasciato andare il quadernino e lo zaino proprio sui margini della boscaglia così da non averlo in intralcio durante il cammino. <eh, sarebbe semplice davvero.> chiosa con tono ferocemente triste. <purtroppo ancora non sono riuscito a capire come attivare il potere dei miei occhi. Ci sto provando tanto, lo giuro.> aggiunge, mentre gli getta un'occhiata fugace, giusto per non perderlo di vista e avere sempre bene a mente dove egli si trovi: si piega sulle ginocchia poi, e stende le braccia a raccogliere dei legni che ha trovato lì a terra, ponendo le braccia avanti al petto come a voler formare una cesta immaginaria. Si rialza e, piano, si incammina nuovamente.

10:46 Hotaka:
  [Foresta] Continuano a muoversi nei meandri della foresta, stando ben attenti a dove mettono i piedi. Ogni tanto qualche ragnatela si appiccica ai cappelli del Deshi, che è sempre lesto a rimuoverla subito: i ragni non sono certo tra i suoi animali preferiti. Continua a sondare il terreno, il collo vira di qualche grado a destra e a sinistra ciclicamente alla ricerca di legname. Non è mai stato un abile cercatore di oggetti, di solito questa è un’abilità con si nasce in un certo senso predisposti, e questo sicuramente non è il suo caso. Ascolta le parole del parigrado, mentre parla dei suoi occhi. < Beh sei ancora agli inizi mi sembra perfettamente normale no? > Risponderebbe, non conosce certo le dinamiche dell’attivazione del Byakugan ma gli sembra plausibile che serva un minimo di esperienza per maneggiarlo. Anche lui fortunatamente riesce a cogliere qualche ceppo per terra, molto soddisfatto per aver finalmente contribuito anche lui alla causa. Continuano quindi a camminare, i passi effettuati sulle foglie secche provocano quel rumore tanto famigliare, che testimonia la loro presenza nella natura contaminata. Immediatamente lo sguardo cala sullo Hyuuga, sembra che gli voglia porre un’altra domanda, dopotutto fare conversazione durante una missione di questo livello dovrebbe essere permesso. < Harai-kun, come vanno le lez.. AHHH > Purtroppo un evento lo costringe a fermare a metà la domanda. Harai è più basso di lui, e per guardarlo in faccia a chinato il capo. Non ha notato quindi il ramo dinnanzi a lui, e da bravo allievo è andato a sbatterci dritto con la fronte. L’impatto non è particolarmente forte – camminava lento - tuttavia è sufficiente da fargli perdere l’equilibrio e cadere di schiena, coi pochi ceppi che aveva colto che vengono sparsi qua e la. < Ops… > Esclama, ancora a terra, fortunatamente non infortunato sembra < Scusami, non l’avevo visto dannazione… > Si auto rimprovera, sempre da terra, non vuole certo rallentare il compagno.

10:51 Harai:
  [margini prateria] muove passi attenti, ora che riesce ancora a guardare dove mettere i piedi; ogni tanto si china e raccoglie della legna, iniziando ad averne una certa quantità sulle braccia. Fra una raccolta ed una successiva, il ragazzetto scambia le battute con Hotaka in maniera tranquilla, seppur quel tono è evidente che nasconda una certa tristezza o comunque un sentimento di imbarazzo per quel successo che ancora gli manca. <sì, tutti me lo ripetono e so che è così, ma io voglio risvegliare il byakugan uffa. Dovresti vedere quanto forti sono i ninja che usano il pugno gentile, sono delle vere bombe. Un giorno voglio diventare come loro, ma senza byakugan non posso farlo.> si allontana un poco da lui, poi si riavvicina: vaga in maniera casuale lì attorno, lanciando alcune occhiate in direzione del limitare del bosco, come se non volesse perdere di vista quella parete di luce plumbea che indica la fine del bosco. <..> sta per replicare, ma sente il suo grido e in sua direzione si volta. <Hotaka!> esclama, lasciando andare a terra tutta la legna raccolta sino a quel momento per muoversi verso il compagno: calpesta dei rami, inciampa, finisce a terra ad un metro da lui. <..> dalla sorpresa, passa presto alla risata.

10:56 Hotaka:
  [Foresta] Cerca di tastarsi la fronte, sente solo un lieve bernoccolo, fortunatamente la sua caduta non ha avuto esiti infausti. <Ehh.. > Sospira guardano il cielo dai pochi spifferi di spazio concessi dai rami. Purtroppo la clamorosa caduta gli ha impedito di replicare all’ultima frase di Harai. Lui, allievo modello, è caduto a terra alla sua prima missione picchiando la testa contro il ramo di un albero. Non ci crede quasi, fortuna che è solo con il parigrado. Se doveva fare una brutta figura meglio farla in una foresta. Purtroppo la sua caduta non fa altro che innescare quella dello Hyuga, che cade mentre stava accorrendo in suo soccorso. Dalla smorfia di delusione anche la bocca del giovane ragazzo moro si muove per mostrare un sorriso < Ahah io tutto bene e tu? > Si riprende poi, alzandosi e tendendo una mano al collega, per aiutarlo ad alzarsi. < Non male come prima missione eh? > Direbbe qualora questo si lasci aiutare e si trovi quindi nuovamente in piedi di fronte al Deshi. < Cosa dici, raccogliamo questa intanto? > Incalza poi, ora nei loro dintorni ci sono tutti i ceppi raccolti sino ad ora, che sono inevitabilmente caduti insieme a loro. Senza aspettar risposta inizierebbe a chinarsi per raccoglierne il più possibile, stando ben attento a dove mette i piedi e la testa, questa volta.

11:00 Harai:
  [margini prateria] smette di ridacchiare e si alza sui gomiti, osservando il compagno da quella posizione supina. <si tutto a posto.> sorride ancora, mentre si raddrizza e si mette a sedere, sbattendo le manine sul proprio corpo per eliminare il grosso della terra e della polvere. Poi s'alza e, piano piano, torna a raccogliere quei rametti e ramoscelli, tronchetti di varia misura, aiutando il compagno e facendosi aiutare a propria volta, tornando presto ad avere una buona dose di legna sulle braccia. <torniamo dai, io ho le mani bloccate ora. Potremmo svuotare lo zaino e usarlo per caricare la legna, mentre uno di noi inizia a suddividere le tipologie con il quadernetto.> non attende molto, poiché è dietro ad Hotaka che s'incammina; ha una passo decisamente meno spavaldo ora e, a volte, sembra sollevare maggiormente i piedini come a voler evitare chissà quale intralcio.

11:14 Hotaka:
  [Margini Prateria] Fortunatamente la rovinosa caduta di entrambi non ha portato a nessun danno permanente. Poteva certo andare peggio, se fossero stati supervisionati certamente non avrebbero fatto un’ottima figura. Il Deshi ormai in piedi ed in cammino tenterebbe di caricare la quantità massima possibile di legna con le braccia, tenendo uniti gli avanbracci a formare una sorta di cestino vivente con la legna raccolta. < Si anch’io sono pieno ormai, meglio non caricarci troppo vorrei evitare di ripetere l’esperienza di prima > esclama con un sorriso diretto insieme al parigrado verso la prateria al limitare della foresta dalla quale il loro viaggio è iniziato. Osserva distrattamente il legname raccolto: perlopiù sono ceppi di piccole dimensioni e rametti sottili, legname fondamentale per effettuare la parte primaria di un focolare ben fatto, solitamente sono usati per innescare le prime fiamme. Sta ben attento a dove mette i piedi, abbassandosi a volte con un eccesso di zelo ogni qualvolta incontra un ramo pericolosamente vicino alla sua testa. Dopo non troppo tempo ecco che i due dovrebbero essere arrivati sulla radura dove tutto è cominciato. < Eccoci > Direbbe nel caso, aprendo le braccia e scaricando la legna in un punto dove già se ne trovava dell’altra, probabilmente accatastata in precedenza da altri boscaioli prima che si ammalassero costringendo i due a fare il loro lavoro. < Come ci organizziamo, rimani tu o rimango io? > Chiede poi tranquillo, concordando di fatto con il piano proposto dallo Hyuga, il Deshi ovviamente è aperto a qualsiasi decisione.

11:18 Harai:
  [margini prateria] cammina con il busto leggermente inclinato all'indietro per andare a controbilanciare il peso della legna; non ne ha certo una quantità esorbitante, ma d'altronde è un bimbo di nemmeno tredici anni, con un fisichetto asciutto tutto nervo che non ha massa muscolare degna di nota. Le braccia è facile iniziano a dare segni di cedimento, pertanto è naturale che sia un arretramento del busto ad aiutare gli arti superiori nel loro compito. <mm. Vado a cercare dai, tu dividi e accatasta, poi se c'è bisogno mi fermo ad aiutarti.> afferma mentre lascia andare il proprio carico. Si muove verso lo zaino, lo raggiunge e lo apre: tira fuori una coperta, due involucri, una borraccia d'acqua che posa tutti lì accanto. <ah questo!> torna verso Hotaka con il quadernino in mano, glielo porge. <tienilo, che se sbagliamo poi ce le suonano.> sorride, piano, lasciando che l'altro possa afferrare il quadernino a sua volta. Lui, di contro, ha lo zaino vuoto e molle nell'altra mano. <se hai sete, là c'è dell'acqua.>

11:26 Hotaka:
  [Margini Prateria] Sebbene ultimamente abbia effettuato allenamenti molto duri, che gli hanno conferito una sorta di ulteriore resistenza agli sforzi, portare legna è visto da secoli come un lavoro duro, ci sarà sicuramente un motivo. Gli avanbracci del Deshi, benchè coperti dal tessuto della maglia, presentano comunque piccoli taglietti qua e là. Lo stesso avviene nei polsi, nel punto di pelle libera tra i guanti e la divisa. Si stiracchia leggermente la schiena, aiutandosi con le braccia che vengono portate verso l’alto e unite mentre esegue con il bacino il movimento necessario. < Bene > Esclama sorridendo, mentre prende in mano il quadernino con le istruzioni. < Ho visto grazie, aspetterò il tuo ritorno > Incalza poi, non ha intenzione di bere mentre il compagno sta ancora lavorando nel bosco. Quindi ecco che consultando il quadernino già visualizzato in precedenza osserverebbe il mucchio di legna disordinato posto innanzi a lui. La divisione principale richiesta è tra legno duro e legno tenero, quindi farebbe mente locale per cercare le principali caratteristiche che gli permettano di differenziarli al meglio. Una volta abbastanza sicuro partirebbe: andrebbe a raccogliere il legno tenero, che è senza dubbio maggiormente presente ma anche più leggero. Ramo dopo ramo, ceppo dopo ceppo andrebbe ad accatastare vicino alla mucchia tutto il legname leggero, cercando di posarlo in maniera tale che sia poi facile da raccogliere. Gocce di sudore vengono ora dalla sua fronte, dopotutto si sa: la legna scalda sempre, non solo quando brucia ma anche quando viene tagliata e raccolta.

11:28 Harai:
  [margini prateria] <a presto allora!> esclama tornando a muovere i propri passi in direzione del bosco, in cui si immerge nuovamente e senza ulteriori esitazioni. L'idea generale che lo muove ora è quella di agire in questa maniera: si muoverà in avanti per una cinquantina di metri al massimo, svoltando poi a destra per rientrare poco dopo nella medesima linea. Ovviamente tali traiettorie saranno viziate da tutto quello che è il bosco, dagli ostacoli degli alberi e dei cespugli, pertanto il ragazzino controllerà più e più volte l'inizio della boscaglia, si da averla sempre più o meno a vista dato che si trovano su di una pianura. Nel tragitto, ovviamente, andrebbe a raccogliere tutta la legna che avrebbe la fortuna di incontrare: questa volta però utilizza lo zaino come supporto, spendendo tempo ulteriore per sistemare in maniera più o meno ordinata la stessa al suo interno, sì da poterselo caricare in spalla. Lavora con metodo, memore evidentemente delle gaffe commesse poco prima da entrambi.

11:35 Hotaka:
  [Margini Prateria] Continua il lavoro del Deshi, che ora si svolge in solitario. Fa avanti e indietro ritmicamente da un mucchio all’altro, tendando di portare tutta la legna leggera insieme lasciando quella dura nel posto in cui era. Ogni tanto da un’occhiata al quaderno che gli è stato posto, per essere sicuro di agire nella ragione. Il cielo, coperto in gran parte dalle nuvole, che però crea una sorta di cappa che lo fa sudare ulteriormente. Sebbene questo lavoro non sia proprio da shinobi sicuramente gli ha fatto bene ai muscoli e anche alla tempra mentale. Senza contare che d’ora innanzi farà molta attenzione a dove mette la testa quando cammina nel bosco. Cerca anche di sbirciare ogni tanto quei pochi boscaioli che sono locati più in là a fare lo stesso lavoro, per sfruttare la loro maggior esperienza e cercare di commettere i meno errori possibili. Sospira poi, cercando infine con lo sguardo il punto dal quale Harai si è allontanato, non molto felice all’idea che tornerà presto con altro legname da accatastare.

11:38 Harai:
  [margini prateria] <a presto allora!> esclama tornando a muovere i propri passi in direzione del bosco, in cui si immerge nuovamente e senza ulteriori esitazioni. L'idea generale che lo muove ora è quella di agire in questa maniera: si muoverà in avanti per una cinquantina di metri al massimo, svoltando poi a destra per rientrare poco dopo nella medesima linea. Ovviamente tali traiettorie saranno viziate da tutto quello che è il bosco, dagli ostacoli degli alberi e dei cespugli, pertanto il ragazzino controllerà più e più volte l'inizio della boscaglia, si da averla sempre più o meno a vista dato che si trovano su di una pianura. Nel tragitto, ovviamente, andrebbe a raccogliere tutta la legna che avrebbe la fortuna di incontrare: questa volta però utilizza lo zaino come supporto, spendendo tempo ulteriore per sistemare in maniera più o meno ordinata la stessa al suo interno, sì da poterselo caricare in spalla. Lavora con metodo, memore evidentemente delle gaffe commesse poco prima da entrambi, cauto, fermandosi più volte per evitare gli intralci, evitare di perdersi, evitare di rovinare quella missione. Torna quindi verso Hotaka, lo zaino fra le mani e non sulle spalle perché i legni pungono e dolgono sulla schiena. <e via..> si adopera per rovesciare tutto lì vicino, senza intaccare il lavoro di divisione che va compiendo Hotaka, molto meno faticoso forse ma molto più difficile e noioso magari. <Faccio un altro giro!>

11:49 Hotaka:
  [Margini Prateria] Con la manica del braccio destro il Deshi si asciuga dal sudore accumulatosi sulla sua fronte, mentre esegue questa operazione non può fare a meno di provare un certo fastidio. Di cosa si tratta? Beh di un piccolo bernoccolo che si è formato nel punto in cui ha impattato con il ramo prima. Niente di strano, sebbene il ricordo della precedente caduta non gli porta certo il buon umore. Con lo sguardo già posato sul margine della foresta non può non notare l’arrivo del parigrado, che com’era previsto è pieno di legna ovunque. < Bentornat… > Sospira poi, alla visuale di tutta quella legna che cade per terra gli si forma la classica goccia di sudore sulla fronte stile emoticon. < Un altro giro? Va bene.. > Esclama sempre sorridendo, non certo contento di accatastare tutta quella mole di legna. Non si fa pregare e riparte, proprio come ha fatto in precedenza, selezionando al meglio il legname di fronte a lui per riporlo nella giusta posizione. < Spero non ne trovi troppa questo giro… > Ripete parlando da solo, riferito ad Harai <..Sarà una giornata lunga… > Mormora poi, la sua prima missione nel bene o nel male ha regalato comunque anche qualche emozione. Lo sguardo torna sulle cibarie e bevande portate dallo Hyuga, che permangono proprio dove sono state lasciate in precedenza. Un discreto languorino viene percepito nello stomaco. Riuscirà a resistere fino al ritorno del parigrado? Lo spirito è forte, ma la carne è debole. Ai posteri l’ardua sentenza. [END]

11:50 Harai:
  [margini prateria] continua così, avanti e indietro, allargando il proprio raggio d'azione non in profondità, quanto più in ampiezza. Procede in quell'ambiente naturale riempiendo il proprio zaino di rami, ramoscelli, tronchetti; spezza i più lunghi, li rompe per renderli più adatti ad infilarsi in quel supporto e quando sta per riempirlo rientra, finendo nel ritorno di raccogliere ciò che riesce. Accatasta tutto lì dove gli indica il compagno, per non disturbarlo e per non rovinare il suo lavoro e poi, sudando, ritorna nella boscaglia. Continua così per l'intera mattina, e forse anche di più, perlomeno sino a quando i pochi boscaioli non decidono sia a sufficienza. Via.

Harai e Hotaka si danno appuntamento assieme ai pochi boscaioli rimasti operativi per dare loro supporto nella raccolta della legna e nella pulizia del sottobosco. Missione di Livello D.