Letale accordo
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Giocata dal 26/03/2020 18:46 al 27/03/2020 00:23 nella chat "Parco"
[Esterno] Altra giornata in quell’isoletta che inizia davvero a starle stretta, se all’inizio è stato perfetto per lei ritrovarsi in un luogo così circoscritto, quasi protetto, per poter reinserirsi pian piano nel mondo, in maniera quasi casuale, adesso inizia a sentire la mancanza degli ampi spazi aperti, dei luoghi immensi in cui perdersi quando se ne ha bisogno. Per questo ha deciso di immergersi nel parco, nella natura, provare a scappare tra il verde proprio come avrebbe fatto nei dintorni di Kusa. Giunge quindi in quell’iniziale spazzo di verde all’esterno del parco, quel singolo luogo il cui accesso non è stato vietato e si ferma. Riflette, rimugina e cerca di combattere contro le sue solite abitudini, persino ora che non le sembrano poi un grosso difetto, sempre in bilico tra ciò che ha deciso di essere e ciò che invece è stata per anni. Decisa, ora più che mai, a non nascondersi più e consapevole d’essere ormai svanita dalla memoria collettiva è tornata a mostrarsi per come è sempre stata, un paio di pantaloncini neri a coprire il minimo indispensabile sui glutei e il ventre, piatto candido e privo di cicatrici, una semplice fascia scura intorno a quel seno che mai si è sviluppato con prepotenza e ormai non si mostrerà più. La pelle è chiara, talmente tanto bianca da poter tranquillamente essere scambiata per un fantasma, un segno di un passato lontano, quest’aspetto viene esasperato dai suoi lunghi capelli neri, che lisci le ricadono lunghi dietro alla schiena, qualche ciocca sparsa sulle spalle e ad incorniciarle il volto affilato e magro, zigomi abbastanza alti, scolpiti nel marmo di cui può sembrare fatta, una frangetta a racchiudere quell’uovo prezioso che potrebbe sembrare il suo viso. Occhio destro azzurro e sinistro rossi che si fanno notare nella loro lucente chiarezza, illuminati da una luce lontana, artificiale, risplendono della profonda freddezza che cominciano così come il ghiaccio o il rubino. Tra le clavicole una collana si poggia delicata, una testa di lupo argentea affiancata a quello che è chiaramente un anello, su di esso inciso un semplice kanji circondato dal verde scuro, l’anello del mignolo destro dell’Akatsuki ancora in suo possesso, ad imperitura memoria di ciò che è stata e di ciò che dentro sa di voler tornare ad essere. Si blocca davanti ai cartelli del divieto, arresta il passo lasciando che il mantello nero, solo poggiato sulle spalle, si afflosci verso il suo corpo, poggiandosi alla sua pelle, nello stesso istante il chakra verrebbe spostato verso le sue stesse ghiandole salivari, lì come se si trassasse di un treno sui binari verrebbe pian pian fatto bagnare all’interno del veleno che secerne normalmente. Immerso per poi tornare in circolo portando con sé il potere tossico del suo stesso sangue rendendola potenzialmente mortale al singolo tocco, pericolosa come una Medusa, come la Medusa che è sempre stata. Una versione migliore di un incubo che in troppi han dimenticato [chk on][arte del veleno lv 3-tossico] [Esterno] È passato qualche giorno, ormai, da quando ha messo piede su quest'isola a causa d'una inaspettata quanto fastidiosa minaccia. Lui ha da fare, eccome se ha del lavoro dal svolgere, pur essendo solo un Genin, eppure questo mezz'uomo ha ricevuto incarichi speciali, importanti o se vogliamo esagerare anche segreti da parte dell'Hasukage in persona. Cosa che non succede tutti i giorni, lui lo sa bene, quindi non vuole deludere nessuno, a partire da sé stesso - non che lui abbia chissà quale considerazione dell'io, ma crede che se è arrivato a questo punto, nella carriera, probabilmente non è un incapace totale. Quasi nulla è cambiato del suo abbigliamento: una semplicissima felpa verde in cotone rimediata con una manciata di ryo in un negozio al terzo cerchio di Kusa, pantaloni grigi dalla discutibile fattezza leggermente tagliuzzati verso le caviglie, come se a qualcuno fosse scappata la forbice, e coprifronte, distrattamente legato alla gamba destra, che penzola verso il basso. Poi, scendendo sempre di più, si nota facilmente l'assenza di calzature, la caratteristica più interessante, quella che crea stupore su tutti e che permette di vincere un fantastico biglietto per fare una domanda a cui il ragazzo ha risposto almeno un centinaio di volte. Se si ha anche la sfortuna d'incrociare il suo sguardo, non si può fare a meno di notare i suoi occhi di un ambra spenta, così come l'alone nero di carboncino che li contorna e li esalta. Un ritorno alle origini sorprendente, questo, aveva smesso di truccarsi così dopo la sua promozione, nel tentativo di apparire più professionale. C'è da dire che, per l'aspetto che ha, egli sembra tutt'altro che uno shinobi. I dettagli però non son finiti - e non finiranno mai dal momento che Jikan è più un dettaglio vivente che un essere umano - giacché vederlo dalle spalle permetterebbe di scovare una protuberanza fare capolino alle sue spalle, coperta dal tessuto della felpa. Un medico, a primo acchito, potrebbe accennare alla presenza di un lipoma dalle spaventose proporzioni o, ancora peggio, un carcinoma ben sviluppato. Da più vicino, tuttavia, si può facilmente notare che questa sporgenza riproduce la silouhette di una maschera di porcellana. Le cuciture, che gli dipingono le mani dalla chiara carnagione con dritte e precise linee nerastre, d'altro canto fanno pensare che sia stato smontato e poi ricomposto, come una marionetta. Oppure tagliuzzato e poi ricucito, cosa che ha decisamente più senso. Cammina, in quel parco nascosto dalla nebbia, che sembra quasi volerlo avvolgere in una fredda coperta bianca. C'è poco da fare, per un curioso come lui, dentro a quell'isola e le aspettative l'hanno sicuramente tradito dal momento che decidere cosa fare durante la giornata è perfino diventato un problema. C'è poco da vedere, quasi nulla da esplorare, come si può vivere in un luogo come quello? Se l'è chiesto, più volte, e ancora non sa rispondersi. Non resta altro che mettersi alla ricerca di stimoli e spunti, nella speranza di trovare qualcosa che lo porti sulla strada giusta. Già, perché se qualche giorno prima l'intento di trovare un cartografo s'era fatto particolarmente vivo, quest'oggi si può tranquillamente dire che sia spento. Non c'è, semplicemente non c'è nessuno in quel di Chumoku in grado di realizzare una mappa topografica. Non rimane altro da fare se non sperare di incontrare qualcuno casualmente, e il Kakuzu ha avuto prova del fatto che spesso gli incontri casuali portano alle esperienze migliori. Poco si può scorgere, in quella rigida atmosfera che cela ogni cosa, ma forse quel poco è significativo. Un luccichio, intermittente, cangiante a seconda di dove ci si trova. Questo lo attira, lo segue, come se gli dovesse indicare la strada per non perdersi. Più si dirige in quella direzione e più sembra che questa luce abbia una forma precisa, una forma che gli è nota e che non può dimenticare, una testa che ha già visto prima. < Testa dura non si mozza? > Una frase ad effetto? Oppure è un motivetto. E se fossero parole in codice? Così si riconoscevano i cacciatori di taglia che l'avevano preso sotto la loro ala. Discutibili, quegli uomini, che tuttavia avevano dimostrato di essere particolarmente capaci a due sole cose: uccidere e guadagnare, la sintesi perfetta del cacciatore. Il vantaggio di una frase come quella, tuttavia, consiste nella sua difficile interpretazione. O si è in grado di cogliere il riferimento oppure porta inevitabilmente a dei dubbi. Può sembrare che non abbia senso. [Chk off] [esterno] Una figura si avvicina, si fa spazio in quell’atmosfera resa ancora più tetra dalla nebbia unita alla luce del giorno che sta andando a scemare. Non presta particolarmente attenzione allo sconosciuto al momento, limitandosi a toccarsi il ventre, proprio lì dove un tempo si ergeva la cicatrice, il suo più grande smacco se così vogliamo metterla, come se le desse prurito la destra si accarezza delicatamente quella parte, lì dove un tempo si poteva trovare l’utero rigonfio, ora solo un ventre muscoloso. Si dice che si possano sentire gli arti anche dopo averli persi, che questo valga anche per gli organi? Un profondo respiro mentre la mano torna a calare, una voce colpisce il suo orecchio, parole che lei non ricollega ai cacciatori, la sua storia è diversa, si è unita a loro quasi per caso e ha fatto di quel lavoro lo scudo perfetto per sparire nel nulla come un semplice fantasma come “Yuurei”. Gli occhi di due differenti colori si andrebbero a spostare con più attenzione sulla figura dell’altro, analizzandolo da testa a piedi, lentamente, con molta attenzione cercando di far suoi quanti più dettagli possibili, come se stesse facendo una radiografia, si prende tutto il tempo che ritiene necessario per compiere questo gesto, senza preoccuparsi del tempo che potrebbe anche far perdere al futuro, forse, interlocutore. Cerca di carpirne l’identità, cerca di ricordare sé mai l’ha incontrato o mai l’ha minacciato, cerca di capirne potere e forza, eventuale grado, tutti dettagli che prova ad intuire, per quanto molti interrogativi rimangano tali. Un’animale braccato, ecco come sta agendo, pronta a colpire <direi che puoi provarci> replica fredda a quelle parole mentre adesso vorrebbe andare ad incontrare quello sguardo. La sua mano destra andrebbe quindi verso il labbro inferiore, un semplice canino che preme su un punto già danneggiato ed eccola la macchia di sangue. Sporcherebbe il pollice quindi andando a concentrarsi <ma potresti essere tu a perderla> e con queste ultime parole, mentre vorrebbe andare a spostare il chakra vero il polpastrello della mano destra cercherebbe ulteriore concentrazione. Le mani andrebbero ad unirsi così da formare i sigilli di cane, capra, drago e serpente. Fatto questo un profondo respiro mentre le ginocchia vorrebbero flettersi così da permetterle di raggiungere il terreno, il busto che resta eretto, con la mano che andrebbe ad impattare su di esso riversando chakra e sangue <Umiko>. Proprio lì dovrebbe poter evocare, in posizione di riposo, alla sua destra, una farfalla dalle splendenti ali di un blu così scuro da ricordare l’oceano di notte, il corpo della stessa risulta anch’esso scuro seppur appena più opaco. Le ali sono quindi richiuse e per ora la farfalla tace, la sua apertura alare sarà poi di 5 metri, quindi ora occupa esattamente la metà dello spazio. Lei invece, Kimi, andrebbe a rialzarsi, orgogliosa ed eretta <siamo pronte> lo sguardo che vorrebbe cercare quello del ragazzo, sicura di sé stessa, fa sfoggio del potere, quasi gonfiando il petto sperando di poter controbattere, di aver eventualmente ragione e soprattutto che questo porti i nemici a scappare[chk 70/95][arte del veleno lv 3-tossico][umiko chk on] [Esterno] In tanti hanno provato a insegnargli che la curiosità può metterlo in serio pericolo, ma lui si è sempre rifiutato di rinunciare a questo interesse. Fa parte di lui, è inutile negarlo o fare finta che non ci sia. È curioso, ogni cosa vuole essere scoperta ed esplorata dalla sua giovane mente, che da questo punto di vista è rimasta invariata dall'infanzia. Ora la nebbia non è più invasiva e coprente come prima, dopo il suo avvicinamento sembra essersi tramutata in un sottile velo di nebbia, umido e secco al tempo stesso, che può essere visto ma non toccato. In questo modo gli è più facile vedere chi è di fronte, permettendogli anche di incrociare il suo sguardo. Serio, sicuro, un invito ad andarsene e a non farsi più rivedere. Che avesse detto la cosa sbagliata? Oppure ha trovato qualcuno di cattivo umore... dopotutto la sua è una domanda che forse è stata presa un po' troppo seriamente. Di certo non può dire di essersi aspettato una reazione come quella. Rimane spiazzato, inizialmente, non sa cosa dire, tantomeno è sicuro se proprio deve dire qualcosa. È saggio indietreggiare e andarsene? Probabilmente sì, ma quel mezz'uomo non ha la più pallida idea di cosa sia la saggezza. I suoi occhi si spalancano, per un attimo crede di non aver colto una battuta di spirito piuttosto divertente: teme di non averlo fatto perché spesso gli viene denunciata questa cosa, gli viene fatto notare il suo essere eccessivamente serio su tutta la questione del lavoro, così come la sua incapacità di far apparire un sorriso decente sulla sua bocca. < Eh! Credo di aver sbagliato persona. > Porta entrambe le mani in avanti e le agita due volte a destra e a sinistra, in segno di negazione. Eppure non può fare a meno di notare l'ingresso di una creatura bella come quella, che non aveva mai visto prima. Si tratta di una farfalla - anche se, per quel che ne sa lui, potrebbe anche essere una falena - appena evocata da quella figura sconosciuta. < Che bella... > È ovvio che questo complimento sia rivolto all'insetto e non alla sua padrona, dal momento che adesso i suoi occhi sono pontati su di esso. Poi, però, lo stesso bagliore intermittente cattura l'attenzione del suo sguardo, che adesso sposta il focus sul ciondolo di lei. < Ma quello... > Sa di averlo visto, nel frattempo la sua mente viaggia nel tempo, esaminando ricordo per ricordo alla ricerca di quello stesso simbolo. Rammenta di averlo visto inciso sulla lama di una Dadāo. Allunga il braccio in avanti e, con l'indice, indica la sua collana per farsi capire meglio. < Lavori con i tre? > Che potremmo anche chiamare il buono, il brutto e il cattivo, coloro che oltre ad averlo minacciato hanno accettato la sua richiesta e l'hanno "formato", per quanto ancora non possa definirsi un abile cacciatore di teste. [Chk off] [esterno] Continua lei ad osservarlo, sicura di sé, pronta all’attacco come sempre quando si sente in trappola, una fiera pronta a dare anche la sua vita pur di strapparti una goccia di sangue, cosa che probabilmente la rende più pericolosa di quanto altrimenti sarebbe. La farfalla attira l’attenzione del ragazzo, Umiko, la bambina dell’ade, così mentre lascia che lo sconosciuto ammiri la sua compagna la bocca si dischiude appena <credo anche io> suona come una minaccia da parte sua, quasi a volergli far notare che è meglio se non prova a staccare la sua testa. Parole decise e dure, dotate del solito tono freddo e distaccato, sancisce per lei una lieve tregua, la minaccia è stata archiviata e potrebbe anche tornare ai fatti suoi e all’idea di infrangere qualche regola <grazie, anche tu saresti bello a casa mia> è la farfalla a parlare, una delicata voce, dolce come zucchero e dai toni infantili, la sua natura che esce. Proprio quella voce è il motivo che fa vacillare Kimi per un solo istante mentre ricorda a sé stessa perché non la stia più richiamando a sé così spesso, una personalità lugubre unita ad una voce così angelica e soave da far vacillare la sua forza interiore, da riportarla con la memoria a quella figlia che mai vedrà crescere. Ascolta le parole del ragazzo, le recepisce a fatica senza poter ricollegare ciò che le vien detto a qualche conoscenza <lavoro da sola di solito> replica quindi inizialmente mentre con la destra andrebbe a sfiorare le ali chiuse delle farfalla come a voler rimarcare come funziona quel patto o più semplicemente a volerla difendere dal tempo stesso <cosa sai di questo ciondolo ragazzo?> domanda infine senza mai perderlo d’occhio, senza mai permettergli di agire in un suo punto cieco, attenta a lui e ai suoi movimenti, ha imparato dal suo passato e dai suoi errori, lei non è così tanto forte da poter voltare le spalle con leggerezza[chk 70/95][arte del veleno lv 3-tossico][Umiko] [Esterno] Potrebbe anche ritenersi soddisfatto di chi la sua curiosità, pur trattandosi solo di un caso, lo ha portato a incontrare. Una persona interessante, non solo per via di quel ciondolo, ma anche per i modi di fare, per non parlare di quella magnifica farfalla. Forse questo basta a fargli credere che quell'isola non sia poi così male, che, pur non avendo niente di che da mostrare, possa consentire a incontrare persone come quella. In fondo un altro essere umano può essere tanto intrigante quanto una grotta marina o un albero maestoso. È bastata solo una frase a mettere in guardia quella donna, quindi deve stare ben attento a scegliere le parole giuste. Non gli è mai capitato di sentirsi in pericolo in un luogo abitato e popolato come quello e attualmente non crede di esserlo, però ha ricevuto il messaggio. Un passo falso ed è senza testa, poi bisognerà trovare un modo per convincere Iuzu, il capo clan, a ricucirgliela, ammesso che questo sia possibile e che non muoia sul colpo. < Eh... si? > Si trova in difficoltà a rispondere al commento della creaturina, soprattutto perché non lo capisce. Casa sua sarebbe quella della sua padrona? Il povero Genin non sa praticamente nulla sulle evocazioni, tant'è che è portato a pensare che quello sia il suo animaletto di compagnia. Messa così, comunque, può anche voler dire che attualmente Jikan non è bello e che per esserlo dovrebbe andare a casa sua. Non è che si sia offeso però... insomma, non è carino dire così. Dopo aver appurato che quella donna non lavora con i tre che l'hanno arruolato, cerca di giustificare la sua possessione di quel ciondolo. Non è al corrente dell'esistenza di altri gruppi di caccia, non sa nemmeno che i cacciatori non si radunano sempre in gruppi. Questo, probabilmente, è stato volutamente tenuto nascosto da chi l'ha formato al mestiere, per evitare che guardasse l'erba del vicino e la preferisse a loro. < Cacciatori. > Risponde secco mentre lo sguardo è tornato sui suoi occhi. Difficile quella cosa, non gli riesce mai: quando guarda qualcuno negli occhi deve sempre, ogni quattro o cinque secondi, spostare lo sguardo e focalizzarlo su qualcosa di diverso. < Cacci? Uccidi? > Domanda, ora, mentre l'idea che lei sia una cacciatrice di taglie solitaria si sta materializzando nella sua mente. Eppure gli suona strano: non si capacità di come abbia potuto imparare da sola, senza avere nessuno al suo fianco che la guidi. < Il massimo che ho ucciso è stato un cinghiale... > Confessa amaramente. Forse quel pensiero è uno dei più ricorrenti tra i Genin di quella generazione, l'uccisione di qualcuno è come se fosse diventata una tappa necessaria per crescere, un rito di iniziazione. A lui serve, uccidere, dovrebbe essere il suo lavoro, eppure fino a quel momento non ne aveva mai avuto il modo. Scoprirà, più avanti, che uccidere è vitale per restare all'interno del suo clan. [Chk off] La farfalla sembra, no in realtà lo è, divertita dalla reazione del ragazzo, è ciò che voleva, quella minaccia non proprio velata a chi la conosce, quell’innocenza e quel desiderio di vederlo tra le anime dei morti <ho finito qui ora?> la stessa voce da bambina che chiaramente si sta indirizzando alla sua stessa evocatrice, impaziente, inutile al momento ma non si sa. Lo sguardo di Kimi si sposta quindi per qualche istante, passando lentamente dallo sconosciuto alla farfalla, più tranquilla sì ma non abbastanza da separarsene < no> replica quindi con il tono più dolce e pacato che lei stessa conosca, amorevole proprio come una madre con i figli <resta qui, alzati in volo se preferisci e perlustra la zona, ma non ti allontanare> istruzioni semplici, date con gentilezza, un modo di fare che scompare dal suo volto più meno con la stessa velocitò con cui quella farfalla apre finalmente le sue ali e districandosi tra i rami che li circondano si fa spazio, salendo più che può, senza allontanarsi troppo, per poi limitarsi a volare leggiadra intorno a loro, assicurandosi quindi che l’area sia sicura. Ecco quindi che l’attenzione della Kunoichi può finalmente tornare al ragazzo <e io ci credo> replica solo a quel commento finale del ragazzo <parli di cacciatori e ne conosci il simbolo, mi chiedo solo se tu sia uno di noi o solo qualcuno che ha avuto a che fare con noi> replica ancora lei, un semplice passo in avanti verso il ragazzo, seria e ancora una volta inquietante in quel suo modo di fare che sembra sputare sprezzo per la vita stessa, come se in fin dei conti una vita lei non la possedesse più. Un fantasma in quel luogo scuro, o forse oscuro <quale delle due?> si fermerebbe dopo quel singolo passo in avanti, portato con la destra. Attende una risposta, seria come la morte, un fantasma che par non aver problemi ad attendere, il tempo non incide più sulla sua vita. Nemmeno si rende conto di quanto quella semplice conversazione la stia riportando sulla vecchia strada, ma forse dopo tutta quella gentilezza mostrata nei giorni precedenti è anche giusto così[chk 70/95][arte del veleno lv 3-tossico][Umiko] [Esterno] Rimane impressionato dall'ammirevole sintonia tra quell'insetto e la sua padrona, a tal punto da iniziare a pensare che forse quel legame è tenuto saldo da qualcosa di più importante. Magari una promessa di aiuto reciproco, oppure anni passati insieme che hanno portato a una solida amicizia tra le due. Non gli è dato sapere ciò, tuttavia ha modo di farsi un'idea di come questa donna si comporti con chi ha guadagnato la sua fiducia. È molto diversa quando parla con la farfalla, rispetto a quando si rivolge a lui. Chiaramente questo è normale, nonché la base dei rapporti tra le persone. Si limita ad osservarle mentre interagiscono tra di loro, rimanendo leggermente sorpreso dall'ordine impartito. Forse si tratta di paranoia, magari teme di essere spiata, oppure non vuole che quella conversazione non abbia spettatori? Domande che non verranno mai degnate di una risposta. Una lieve ma piacevole brezza, d'un tratto, attraverso il suo capo, smuovendogli appena i capelli, senza renderli più disordinati di quanto non lo fossero già di loro. Vento freddo, probabilmente proveniente dai mari a sud-est, ma ora non è importante saperlo, conta che è piacevole. In un certo senso la sensazione generata va in contrasto con la nebbia, che generalmente si manifesta con una sorta di umidità statica. < La prima. > Afferma inizialmente, con lo stesso tono serio di prima. Poi però, quando la realtà dei fatti inizia a percuotere la sua coscienza, confida il suo disagio in merito a questo lavoro. < Però nessuno mi ha insegnato a uccidere... > La tristezza dipinge appena su quel volto, conscia di non meritare spazio secondo Jikan, non in quel momento almeno. Allora viene subito repressa. Ora c'è amarezza. Si sente in qualche modo afflitto, mentre l'idea di non potersi definire cacciatore inizia a prendere piede tra gli altri pensieri, dentro la sua testa. Strano che qualcuno sia triste per non aver mai ucciso... in molti direbbero di dover essere felici per una simile cosa, ma nel mondo degli shinobi non funziona esattamente così. I samurai lo criticherebbero all'infinito, i cacciatori lo deriderebbero e i Chunin probabilmente gli direbbero che il momento di farlo deve ancora arrivare. Reazioni che non lo aiutano e non lo aiuterebbero. I cacciatori incontrati lo avevano solo introdotto a quel mondo ma, a conti fatti, non aveva mai partecipato a un'operazione come quella. Non aveva mai rintracciato realmente le tracce di qualcuno, tantomeno l'aveva pedinato e figurarsi se avrebbe avuto il modo di uccidere. < Tu sai farlo? > Sa già la risposta a questa domanda, l'ha capito semplicemente dal modo in cui ella ha reagito inizialmente alla sua presenza. Quella persona non ha alcun problema a uccidere, questa è l'idea che si è fatto. Forse questa domanda ha un secondo scopo, posta consciamente in base alla risposta, certa, che adesso riceverà. [Chk off] [esterno] Lo osserva e ascolta, alla fine sempre di fiducia si tratta, tutto si riduce a quello: fidarsi di ciò chele dice o dare per scontato che le stia mentendo? Non è così facile, non lo è per nulla, proprio per questo si prende tempo per riflettere, decidere. Umiko che vola a portata, sempre pronta ad intervenire proprio come implicitamente richiesto poco prima. Una domanda rischiosa specie fatta a chi come lei è andata in giro per tutti i territori a togliere vite, spesso senza un vero motivo. Per questo andrebbe a concentrarsi, socchiudere appena gli occhi, cosa voglia fare non è così chiaro, che si stia solo calmando? Sicuramente in parte è quello che fa, prova a limitare la sua vera natura, prova a non uccidere, almeno questa sera. Andrebbe quindi a concentrarsi così da cercare di andare a concentrare il chakra verso le sue mani, unite andrebbe a comporre due sigilli, lo fa davanti a lui così che possa vederla e prendere ogni precauzione del caso se volesse. Le mani andrebbero a comporre il sigillo del serpente e del drago mentre lei andrebbe a convogliare nei palmi il suo chakra, che vorrebbe scorrere fino a fuoriuscire dai punti di fuga delle mani. Tra i palmi per ora chiusi andrebbe a manipolarlo. Lo muoverebbe abile, come una burattinaia, così da cercare di dar ad esso la figura di una farfalla, figura che ha ben chiara in mente. Se ci fosse riuscita quindi una chiara farfalla di chakra ora dovrebbe mostrarsi mentre le mani vengono aperte, istanti veloci in cui da comunque il tempo di ammirare quella creazione, seppur per poco. Le ali che si muovono frenetiche, un singolo gesto del polso per indirizzarla verso il ragazzo, per darle ragione di correre. Ciò che vorrebbe farne di quella farfalla singola è farla svolazzare accanto al suo viso, sfiorarlo e non toccarlo. La farfalla vorrebbe passare velocemente accanto a lui, abbastanza vicina per farsi sentire ma abbastanza lontana da non toccarlo. Un volo veloce che la vorrebbe quindi vedere poi schiantarsi contro un albero alle sue spalle. Lo schianto dovrebbe produrre un’esplosione del tutto simile a quella di una carta bomba. Solo cenere rimarrebbe poi della farfalla così creata che andrebbe a ricadere, lentamente a terra <so farlo> comunicherebbe quindi infine <ho perso il conto delle vite che ho tolto> replica ancora <cosa ti blocca?> replica a quella strana domanda quindi, una replica forse inaspettata, non lo prende in giro né tantomeno vuole fermarlo dai suoi intenti solo domanda, nemmeno per aiutare probabilmente è curiosa[chk 50/95][arte del veleno lv 3-tossico][Umiko][farfalla ali della fenice-2/4][nin 125] [Esterno] Non resta molto da fare se non osservare. Il Kakuzu crede che al momento sia importante essere il più tranquillo e il più cauto possibile per evitare reazioni improvvise come quelle di prima. Rimane fermo, la osserva, le concede tutto il tempo che vuole, lascia che sia lei a tenere le redini del discorso se è ciò che desidera. La guarda attentamente, mentre lei sembra volersi concentrare, forse vuole meditare? Non ha motivo di preoccuparsi, un po' di fiducia ci vuole altrimenti non sarebbe nemmeno rimasto a parlarle. In poco tempo è stata in grado di creare una farfalla di chakra: a dir poco ammirevole, da ciò si può facilmente intuire quanto sia abile a manipolare quell'energia. Solo quando l'insetto di chakra è stato inviato verso la sua direzione inizia a preoccuparsi e comincia a indietreggiare. Non si sente più al sicuro, teme che lo stia attaccando. La farfalla, tuttavia, è molto più veloce di lui, e riesce in poco tempo a sfiorargli il viso. Impressionante e spaventoso allo stesso tempo. Successivamente la sua direzione cambia di colpo e si schianta contro un albero. Non sa bene come reagire a tutto ciò. È uno spettacolo o una dimostrazione di forza? Se quella farfalla l'avesse toccato probabilmente avrebbe fatto la stessa fine dell'albero. Non sa bene come reagire, preferisce non commentare quel che ha appena visto ma concentrarsi su quanto viene detto di seguito. < Puoi dirmi come si fa? > Una domanda tanto semplice quanto potrebbe esserlo la sua risposta. < Nulla, in realtà. > Aggiunge poi, guardando verso il basso come se stesse riflettendo sulle emozioni provate durante l'uccisione del cinghiale. Le mani sono tenute adagiate sui suoi fianchi come un perfetto soldatino, lo stesso non si può dire delle sue gambe che cercano di mettersi in modo da risultare più confortevole possibile, per lui, stare in piedi. < Non l'ho mai fatto e questo mi porta a credere di non riuscirci... > Non può sapere come reagirà, emotivamente, quando si troverà a dover togliere la vita di una persona. Forse questo non è previsto. Gli è capitato di chiedersi perché per alcune persone uccidere sia normale, un po' come lo è per questa donna, e l'unica risposta che ha saputo dare è che non ci pensano. Forse l'unico modo per togliere la vita è evitare di riflettere su quello che si sta facendo, limitandosi a farlo e basta. < Qualcuno ti ha insegnato, a cacciare? Insomma... seguire le tracce, pedinare e uccidere? Hai un maestro? > Domanda, adesso, mosso dalla curiosità. Vuole capire se, vista la situazione in cui si trova, abbia senso mettersi alla ricerca di qualcuno che lo possa aiutare. [Chk off] [esterno] La Farfalla va a schiantarsi con un’esplosione mentre lei si gode e si bea dell’atteggiamento del ragazzo, ricorda cosa le piaceva della sua innata, ricorda quel primordiale sentimento i potenza e di sicurezza che il veleno le donava, ricorda quanto perché ha sempre accettato di buon grado il destino, ora si sente come durante i suoi primi omicidi, una sensazione di assoluto potere, come se si fosse ubriacata in esso, un sorriso beffardo spunta su quel volto e non può far a meno di nascere visto il senso di libertà <se ti riferisci alla tecnica non sono io a dovertelo insegnare ma le farfalle a concederti il loro favore> e con questo la mano destra si chiuderebbe a pugno, eccezione fatta per l’indice mentre andrebbe ad indicare sopra le loro teste, verso Umiko <se ti riferisci ad uccidere invece non credo ci sia da imparare> un passo che vorrebbe fare in sua direzione, un altro poi per azzerare quelle distante, lentamente ed inevitabile in un certo senso continuerebbe la sua avanzata verso Jikan <hai mai visto il volto di un uomo consapevole che la sua fine è giunta?> lente le parole escono dalla sua bocca, ben scandite mentre quella soddisfazione in lei riempie gli occhi, donandogli finalmente sentimenti, per quanto sinistri <capirai come uccidere quando vedrai quella faccia> ricorda il suo primo omicidio, un errore sotto insistenze dell’allora capoclan Doku, l’innata richiamata, l’ebrezza e la sua voce che la incitava a toccare quel prigioniero, a colpirlo con violenza o cons semplice carezze, poco importava visto il suo veleno. Lo sfogo, il momento di pura follia, pura felicità per poi scoprire di aver appena ucciso, realizzare la cosa e infine collegare quel volto a quello del male incarnato, almeno secondo lei. Uccidere colui che l’ha messa al mondo è ciò che davvero le ha dato vita. Se fosse abbastanza vicina quindi si fermerebbe, distanza di un sussurro potremmo dire, lui potrebbe sentire il suo fiato, più caldo rispetto a quello di un fantasma, unica cosa a donarle vera umanità. Scuoterebbe a questo punto il capo <tuto ciò che ho imparato è stato con la pratica, nel deserto> ammette lei <Sono Yuurei, un nome lontano che forse non conoscerai ma che un tempo ha fatto tremare chiunque possedesse una taglia> continua, fiera del suo operato, impossibile dimenticare anche quei momenti, lei il suo cuore spezza, le farfalle e la necessità di sfogarsi su qualcuno, la perfezione nel lavoro. Abbassa ora il tono mentre andrebbe ad allungare il busto e il collo per portare le labbra verso l’orecchio destro, quasi a sfiorarle se le fosse permesso <vorresti imparare?> una domanda, una semplice allusione. In un certo senso si sta proponendo come insegnante, lei che non ha mai saputo trattare con le persone, lei che non è mai stata interessata[chk 50/95][arte del veleno lv 3-tossico][Umiko][farfalla ali della fenice-cenere] [Esterno] Non può fare a meno di notare, il mezz'uomo, il suo lento avvicinamento a lui. Passo dopo passo, la distanza che li separa si accorcia e lui non può fare a meno di sentirsi a disagio. Che situazione strana, quella. Ma forse non è il caso di parlare di stranezza o normalità considerando il groviglio mostruoso che cela all'interno del suo giovane corpo. Per un attimo, quando ella punta verso l'altro, sposta lo sguardo verso il cielo alla ricerca di quella farfalla che prima si è mostrata. Ora non ha più modo di vederla per via della nebbia oppure è quell'insetto ad essere particolarmente abile nel restare celato. Non riesce a cogliere quella frase sulle farfalle, non capisce a cosa ella si stia riferendo però decide di non infierire. Ancora una volta rimane ad osservare, a guardarla, a concederle di fare ciò che vuole. Forse è fin troppo facile avere a che fare con una persona come lui che, di fronte a molte cose, si comporta in maniera passiva o non reagisce, almeno questa è l'impressione che si può avere. < No... > Le risponde, mentre la sua mente cerca inutilmente di provare a ricreare quella visione, una cosa impossibile dal momento che non l'ha mai provata. Il suo cammino sembra arrestarsi solo nel momento in cui il suo spazio personale è completamente violato. Adesso sono parecchio vicini e ciò non lo fa stare per niente a suo agio. Non è uno che presta particolarmente attenzione a queste cose, eppure si sente impreparato, in qualche modo a disagio. Decide di restare fermo e ascoltarla, è la cosa migliore che può fare. L'interesse c'è, eccome se c'è, poiché potenzialmente lei può rivelargli il suo segreto, l'ingrediente mancante della ricetta per uccidere. < Devo fare pratica? > Chiede, in base a ciò che ha sentito, vuole assicurarsi di aver capito bene. Forse basta quello, un po' di pratica e tutto si risolverà. No, sa bene che non può essere così semplice. < Yuurei... > Cerca, inutilmente, di rammentare se mai ha udito questo nome ma no, è la prima volta. < Io sono Jikan. > Risponde a sua volte, presentandosi come lei ha appena fatto. Dopodiché sembra volersi avvicinare ancora di più, come se quella distanza non fosse sufficiente. Forse quello è il suo modo di dimostrare fiducia... parlare intimamente? Oppure è abituata a fare così, come se facesse parte di lei. Deglutisce, ben due volte, quando la sente sussurrare al suo orecchio. A questo punto, anche se volesse muoversi e scansarsi da lei, non ci riuscirebbe, perché la domanda che gli viene posta acquisisce una maggiore importanza rispetto a tutto il resto. < Sì. > Rinforza questa affermazione annuendo. < Vorrei imparare a cacciare e vorrei- voglio riuscire a uccidere. > Si corregge mentre parla, accorgendosi di un'improvviso incremento della sua determinazione. In qualche modo si sente più motivato, adesso, forse essersi confidato l'ha aiutato. Probabilmente un'abile cacciatrice di taglie come lei potrebbe aiutarlo a uscire da quel suo problema, che sembra non avere soluzione. Tuttavia, preso da questa forte convinzione di poterci riuscire, si dimentica di un fattore importante, almeno per lui. Essendo Yuurei così vicina a lui, cosa che mai è successa con qualcuno, può accorgersi di ciò che nasconde dietro alla sua schiena. Non gli resta altro se non sperare che lo ignori. [Chk off]
Giocata del 27/03/2020 dalle 18:44 alle 22:13 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[esterno] Non è abituata a far caso alle stranezze, almeno mentalmente si illude di averlo in pugno e per questo abbassa le difese abbastanza da non sospettare che celi chissà quale arma sotto i vestiti, quindi gli occhi incontrano il bozzo ma come se non se ne fosse accorta scorrono lungo la nuca del ragazzo, seguendo le linee del suo corpo lungo la testa per poi tornare e discendere verso gli occhi, un solo istante in cui lo fissa, sarà anche un breve momento ma non è per questo meno denso e carico di quella alone di minaccioso mistero che la circonda ora. Lascia che il ragazzo parli mentre gli occhi si puntano sul suo collo, non che voglia morderlo o altro ma insomma sa da sola quanto quel semplice gesto possa scaturire in una persona, specie in un estraneo che viene violato, negli spazi, al punto da ritrovarsi una bestia vicino alla giugulare. Attimi di silenzio quelli che trascorrono poi mentre la mano destra si alzerebbe quel tanto che le serve per andare ad avvicinarsi, seppur senza toccarlo, a palmo aperto verso il collo di Jikan, si fermerebbe a qualche centimetro, se le fosse permesso <credo sia giunto il momento di andare a cercare una vittima> un altro sussurro il suo, soffia su quella pelle, continuando con quel gioco che non ha nulla a che vedere con la chimica dei corpi ma è di semplice potere, avvicinandosi e minacciandolo, lasciando a lui la consapevolezza, anche con quella mano, che in un istante tutto potrebbe cambiare. Il volto vorrebbe ora discostarsi appena mentre la mano resterebbe proprio dov’è <Umiko!> alza il tono, abbastanza da farsi udire dalla farfalla nella nebbia <vedi forse un’anima per la tua camera?> domanda ancora, con quel sottile e perverso gioco della farfalla, assecondandola. Il tono ancora una volta muta, pare divertita quasi allegra, un’entità abbastanza differente da quella che invece continua a restare accanto allo sconosciuto, con quella mano, ammesso che sia riuscita nel movimento ovvio, davanti al suo collo [chk 50/95][arte del veleno lv 3-tossico][Umiko][farfalla ali della fenice-cenere] [Esterno] Continua quel lento ed estenuante dialogo, stancante soprattutto per il Kakuzu che ora si trova davvero a disagio. Ma non è solo la vicinanza a dargli fastidio, poiché le parole appena pronunciate, per come vengono da lui comprese, sono terribili. < Una vittima? > Spalanca gli occhi e domanda, il Genin. È incredulo, entrambi si trovano in un parco, isolati dalla fitta nebbia. Per quel che lui sa ci sono solo shinobi e civili in quel luogo, e di certo quando diceva di voler uccidere non si riferiva a persone innocenti. < Ho già delle vittime... sono tre. > Afferma ora con tono serio, segno che la ragione l'ha permeato, anche se non del tutto. Lo stesso numero di prima, quando parlava di chi l'aveva preparato a svolgere quel lavoro. < Hai mai cacciato un cacciatore? > Esistono poche proposte succulente come questa. Cacciare un altro cacciatore o ucciderlo significa essenzialmente avere accesso al suo Bingo Book così come a tutti i ryo da lui guadagnati, essenzialmente è come prendere il suo posto e occuparsi di tutte le sue taglie, così come delle eventuali tracce che ha individuato. Il mezz'uomo teme che lei lo voglia mettere alla prova in questo esatto momento, facendogli uccidere qualcuno a caso, probabilmente. Cosa che non vuole fare. È uno shinobi ancor prima di essere un cacciatore, e un essere umano ancor prima di essere uno shinobi. Qui si accorge di come sia difficile far coinciliare le cose e lui potrebbe mandare tutto all'aria con poco, perdendo l'occasione d'imparare da un'esperta. A questo punto non gli resta altro da fare se non attendere, cose vuole fare quella donna? Uccidere, proprio ora? In un semplice parco? Non c'è alcun pericolo, nessuna minaccia, nessun nemico, quindi nessuno da uccidere potenzialmente. Jikan almeno crede che sia così. Si accorge, con l'estremo destro della sua vista, che la mano di lei è stata portata vicino alla sua nuca, oppure sulla schiena: non è sicuro. Non sa che, per com'é messa, potrebbe strozzarlo nel giro di qualche secondo. Forse è meglio che non lo sappia. Incredibile notare quanto il Kakuzu sia riuscito a rimanere lucido e cosciente in una situazione come quella. Probabilmente il dolore provato durante l'installazione della maschera, così come la necessità di rimanere vigili durante questo avvenimento, l'hanno preparato ad affrontare scenari dal forte impatto psicologico, un po' come questa, in cui la manipolazione è alla base. Durante momento in cui lei parla, non può fare a meno di avvertire l'aria mossa dalla sua bocca, che si infrange e si espande sulla sua pelle come se fosse uno scoglio. Brividi scendono lungo la schiena, che gli rammentano quanto quella situazione lo stia mettendo a disagio. [Chk off] [esterno] Prima ancora che la farfalla possa intervenire sono le parole del ragazzo a fermarla <hai già ucciso> si limita a replicare lei, incredula al momento, come potrebbe mai sostenere di non aver osservato la morte avendo ucciso? No è una cosa che dal suo personale punto di vista non può esistere. La mano decade, lungo il suo stesso fianco e lei andrebbe a fare un solo passo indietro, almeno inizialmente, allontanandosi quindi da quel ragazzo che torna a vedere sotto una nuova luce <mi chiedo cosa tu voglia da me> replica quindi, nuovamente in pericoloso, nuovamente pronta a tirare fuori la bestia. Arretra ancora, mentendo nuove distanze tra loro, Umiko abbastanza vicina come da ordini, forse appena più in basso per permettersi una risposta che non arriva, qualsiasi sia il motivo. Sa di avere le spalle coperte eppure è pronta a combattere, la distanza è la sua arma, per quanto abbia giocato fino ad ora facendo intendere altro, non ha bisogno di stare vicino per essere davvero letale <la mia vita? Braccarmi?> continua ancora <e se invece è imparare a cacciare un cacciatore che ti interessa credi davvero che io ora te lo insegnerò?> domanda ancora, incalzandolo, osservandolo con attenzione, nuovamente fredda. Continuando ad indietreggiare spera di aver messo almeno un paio di metri tra di loro cosa che quindi dovrebbe averle permesso di tornare alla sua posizione originale, se solo fosse meno distaccata ora la potremmo vedere ringhiar, non è così ma forse lo lascia intendere mentre lo sguardo si assottiglia truce <se vuoi essere un cacciatore uccidi chi vieni pagato per essere ucciso, se vuoi essere un assassino allora uccidi indiscriminatamente senza compenso> che poi qualcuno le dovrebbe spiegare che tra le due cose non c’è differenza, almeno per le persone normali. Questi due concetti sono per lei nettamente distaccati e lontani, uccidere perché si vuole o si è condannati dal destino è un gesto ben differente e di minor importanza dell’uccidere per soldi, gesto che compie e ha compiuto in passato, eppure nella mente malata e contorta della Morte essere pagati per compiere il proprio destino è un peccato che prima o poi ricadrà sulla testa, vivere con una spada di Damocle ecco cosa significa per lei essere cacciatori [chk 50/95][arte del veleno lv 3-tossico][Umiko][farfalla ali della fenice-cenere] [Esterno] Dopo quel che ha detto si può decisamente respirare un'aria più tesa, giacché qualcosa è scattato. Parole che non dovevano essere dette? Il gioco è stato rovinato? Sarebbe assurdo vivere basandosi sulle aspettative, nessuno ci riuscirebbe e la cosa sarebbe solo dannosa. Quello che si può fare, nel tentativo di affrontare la vita con un minimo di coscienza consiste nel processare ogni singola informazione man mano che questa viene recepita, come macchine. Così però si rischia di risultare troppo obiettivi e lungimiranti, che non sempre è un bene. Serve un po' d'istinto, lo sanno tutti, il problema è che appena questo entra in gioco la controparte viene sbilanciata e trovare un equilibrio tra i due equivale a lanciarsi in una lotta costante con sé stessi. Jikan non è così, non si può affatto dire che sia una persona molto consapevole di ciò che gli accade, ecco perché Yuurei è stata in grado di tenere le redini del discorso per così tanto tempo. Quello che è certo, su questo ragazzo poco cresciuto, è che egli non abbia chissà quale morale a vincolarlo, tantomeno degli ideali. Sono i suoi due lavori, principalmente, a imporgli dei limiti che, come paletti, arginano il suo cammino. Per il resto si può dire che lui prenda decisioni in base a ciò che gli mette più soddisfazione, quel che gli piace fare o gradisce di più. Un'atteggiamento indubbiamente egoista, in parte motivato dalla difficoltà nel relazionarsi con chiunque che lo porta a interessarsi principalmente del suo tornaconto. < Un cinghiale. > Ribadisce, sottolineando in via implicita l'enorme differenza tra l'uccisione di un animale e un essere umano. < Nulla. > Replica poi, mentre il suo sguardo si allinea agli occhi di lei. < No. > Una negazione che viene rinforzata dallo scuotimento del capo da sinistra a destra, detta in risposta alle prime due interrogazioni. < No, io... non intendevo questo. > Il tono, a questo punto, non è più serio come prima. È più leggero, la voce è bassa, evidentemente si è spiegato male e non è stato capito. < Ti chiedo un aiuto. > Dice, inizialmente, ma non darebbe nemmeno il tempo di replicare, andando quindi a specificare: < Non mi piace dirlo in questo modo, però... vorrei che m'insegnassi a farlo... a cacciare intendo e... > Piccola pausa, segno che ha bisogno di tempo per prepararsi a dire quanto segue. < E anche a uccidere. > Evidentemente è rimasto impressionato da questa nuove conoscenza, il fatto che lei abbia ucciso così tanto e che abbia cacciato con il nome di Yuurei la rende come un idolo ai suoi occhi. Qualcuno da imitare, da cui prendere ispirazione e sicuramente qualcuno da cui potrebbe apprendere molto. Detesta, però, avvicinarsi a pensare di avere bisogno di un sensei, tant'è che se lei proprio volesse aiutarlo, cosa non del tutto scontata a questo punto, non la vedrebbe mai in questo modo e non si rivolgerebbe a lei come la sua insegnante. Jikan è una persona tanto individuale, anche questioni semplici come quelle delle amicizie sono difficili da accettare e da gestire per lui. Si rende conto, dopo aver finito di parlare, che la richiesta da lui fatta non porta alcun vantaggio per la controparte. Insomma, Yuurei non ha alcun motivo di perdere tempo con un Genin per insegnargli a fare un lavoro sporco come quello di cui tanto hanno discusso. Inizia a pensare, dunque, che un possibile rifiuto da parte di lei dovrebbe essere accettato e, in un certo senso, compreso. [Chk off] [esterno] Silenzio, ascolta e cerca di comprendere, di limitarsi e di lasciar andare quella sensazione, ha vissuto sull’onda di un’emozione tutta la sua vita, lo ha fatto anche ora. Un profondo respiro da parte sua mentre ascolta il ragazzo, un modo per cercare di tornare completamente lucida, per quanto possa esserlo lei. Inspira ed espira profondamente lasciando che la ragione torni a sussurrarle dolcemente all’orecchio, ora è chiaro quel che le viene chiesto<non voglio allievi> specifica subito per poi ridurre nuovamente le distanze ad un metro e allungare la mano destra con il dorso della mano rivolto all’esterno, parallela al terreno, quello che comunemente potrebbe essere inteso come un gesto di pace. Lo fissa e si ferma in quella posizione seria <e sia> brontola quasi <non baderò alla tua incolumità, ti insegnerò ad uccidere perché mi interessa la curiosità dimostrata> una pausa, riflette, ricalcola e scende a compromessi con sé stessa <non mi interessa se questo ti piacerà o ti distruggerà e se mai la scelta sarà tra la mia e la tua vita io sceglierò me stessa> non serviva puntualizzarlo, ma l’ha fatto. Se dovesse avvicinarsi la sua mano non andrebbe a muoversi, attendendo che sia lui a stringere, letteralmente, quel patto, immobile ma comunque con i sensi all’erta <un’ultima cosa> andrebbe a volerlo, in caso fermare solo con la voce <toccami e resisti> non ha altro da aggiungere lei che quindi resta in attesa, taciturna. Risponderebbe giusto al contatto della carne permettendo così al suo veleno di far effetto, lasciando che lui possa di conseguenza capire davvero le sue parole, un’ennesima minaccia come a voler ricordare che sarà sempre pronta a salvarsi e quando sarà difficile staccare la sua testa dal collo. [chk 50/95][arte del veleno lv 3-tossico][Umiko][farfalla ali della fenice-cenere] [Esterno] Il ragazzo si è già preparato a ogni possibile evenienza, se la proposta venisse rifiutata allora lui riuscirebbe tranquillamente a comprendere e a tornare sulla sua strada, diversamente, se questa venisse accettata si potrebbe iniziare a parlare di una collaborazione. Inizialmente sembra dire di no, il che porta il Kakuzu a rassegnarsi e a guardare verso il basso, accettando con un po' di difficoltà quel rifiuto. Poi, però, sembra essere d'accordo e aggiunge qualche specifica. A quel punto per Jikan l'importante è che lei abbia accettato e che sia disposta ad aiutarlo, quindi eventuali compromessi aggiuntivi non sono un problema. < Grazie. Va bene in questo modo. > Perché lui non sta cercando un maestro, in realtà, non vuole qualcuno che lo segua e lo prepari a migliorare, piuttosto che un saggio sensei in grado di tenerlo sui giusti binari della vita. Ha solo bisogno di imparare a fare una cosa. Fatto ciò, può tranquillamente dire addio e tornare sulla sua strada. Quello che Yuurei specifica, pertanto, è in linea con il suo pensiero e si trova completamente d'accordo. Non vuole una babysitter come lei non vuole un pargolo a cui badare. Durante tutto questo tempo non l'ha persa di vista per un attimo, come se ricambiare il suo sguardo fosse il minimo per ripagarla di tutto il tempo che gli ha dedicato. Allunga anche lui il braccio destro, non appena vede lei fare lo stesso. Però, proprio quando sta per avvicinare la mano alla sua, le sue parole lo bloccano. Toccarla? Questo lo sta già facendo, però... resistere? Che significa? Ora gli occhi del Genin si spostano a guardare quella mano. Cosa può celare quell'arto? Inizia a pensare che lei voglia pugnalarlo con un Kunai, una sorta di patto di sangue per formalizzare quella collaborazione. Continua a pensare a quanto gli potrà essere d'aiuto avere a che fare con lei, a quanto i suoi insegnamenti gli possano essere di vitale importanza. Mentre rimugina, senza fermarsi, su tutti i vantaggi e soddisfazioni che nasceranno da quell'accordo, non si accorge di come la sua motivazione stia incrementando sempre di più. È come se la sua mano si fosse mosse da sola, perché ora il contatto avviene. Un movimento veloce, così rapido e deciso, che va in netto contrasto con la riluttanza di prima. La stretta di mano avviene, ma non è destinata a durare. Le falangi, tenute assieme da cuciture, sono le prime a entrare in contatto con la pelle di lei e, di conseguenza, si staccano subito. Qualcosa, oltre al veleno, si muove all'interno del suo corpo. Il liquido tossico, nel frattempo, per forza di gravità ha iniziato a scorrere rapidamente fino al raggiungere le gambe. Cedono sull'erba soffice le sue ginocchia, incapaci di reggere quel contenuto nocivo. Gran parte del veleno è fluito verso il basso, questo perché Jikan era in piedi. La mano si è già staccata da un po', ed ora è posta sul terreno, nel tentativo di aiutare quel corpo a non cadere del tutto. Cerca di rimanere così, inginocchiato, non vuole farsi sopraffare da qualsiasi cosa gli stia causando tutto ciò, già, perché il ragazzo è ignaro di tutto. Le fibre, impulsivamente, iniziano ad agitarsi e a muoversi all'interno di quel corpicino, dando origini a visibili sporgenze e deformazioni della cute in costante movimento. Non è il chakra a dominarle, dal momento che questo non è stato richiamato e l'innata non è attiva. Si tratta del loro istinto di sopravvivenza, a farle agitare così, come se fossero un parassita intrappolate in un corpo destinato a morire. < UGH- > L'utilizzo della lingua per parlare è improvvisamente diventato parecchio difficile. < AGH. > Solo versi escono da quella bocca. Sono i denti, in quel momento a dare speranza, gli unici in grado di dimostrare lo sforzo attuato dal ragazzo. Serrati, questi, messi in risalto da una rossa striscia di gengive. Denti digrignati e fiotti di saliva: un chiaro segno dell'impegno che ci sta mettendo. Sta provando a resistere. [Chk off] [esterno] Si gode lo spettacolo, dal suo punto di vista non c’è modo di vederla altrimenti. Lascia la mano del ragazzo allentando la presa così che possa scivolarle mentre si inginocchia, dall’alto verso il basso lo osserva, lui si sta sforzando di resistere al veleno, una sensazione che non riuscirà a provare tanto facilmente, l’unico che è riuscita a ridurla in uno stato simile è il suo capoclan e sa perfettamente cosa ha comportato: la sua devozione, non assoluta ma quasi. Una semplice lezione per spiegare come anche farle del male potrebbe essere pericolosa <se sei abbastanza forte non morirai> ammette lei fredda, senza spostarsi ancora. Lo sguardo corre sulla figura del ragazzo, un sorriso soddisfatto sul suo volto, fredda e letale come è sempre stata <vienimi a cercare, mi troverai al fianco di Yukio> replica quindi con sicurezza, lo troverà e tornerà al suo posto da brava bambina qual è <o cercami nell’ombra, sarò lì> continua aggiungendo quel sano tocco teatrale che ultimamente sta scoprendo piacerle così tanto. Un passo in avanti, verso il ragazzo, ad annientare le distanze, si erge davanti a lui <credo proprio che andremo a caccia insieme> il tono pare quasi addolcirsi un po’, come se si fosse in qualche modo riscoperta orgogliosa di uno sconosciuto abbastanza pazzo da aver destato la sua curiosità, abbastanza incosciente da essersi affidato, anche se per poco e con un solo scopo, a lei. Non ha altro da aggiunge <Umiko andiamo> la voce si alza mentre i suoi piedi deviano verso destra così da permetterle di riprendere il cammino superando e abbandonando Jikan a sé stesso e al suo veleno, durerà ancora per poco l’effetto ma probabilmente come lezione basta e avanza, certo ha svelato quasi tutte le sue carte in un solo incontro ma non è mai stata una da tattiche troppo complicate, la vita è molto più semplice quando si punta direttamente verso il proprio obiettivo senza fare troppi giri. I capelli si muovono sospinti dal suo incedere e dalla lieve brezza, la farfalla ben presto la raggiunge, controllandone il cammino dall’alto, saprà come farsi trovare, saprà come aiutarlo e come diventare lei la prima a vedere come l’omicidio lo renderà, la sua psiche o il suo istinto chissà come reagirà, si lecca le labbra a questo pensiero, sorridendo mentre mostra le spalle al ragazzo [chk 46/95][arte del veleno lv 3-tossico][Umiko][farfalla ali della fenice-cenere][turno veleno 2: tot -6pv] [Esterno] Il suo corpo sta soffrendo molto, un dolore non paragonabile a quello del rituale della maschera, ma comunque un costante e interminabile fastidio che coinvolge tutto il busto. La sostanza tossica si è diffusa ed è entrata in circolo e quel corpicino da ragazzo adolescente sta facendo il possibile per combatterlo. Stringe i pugni mentre ode lei parlare, non ha altro modo per comunicare dal momento che la lingua è diventata più un ostacolo che un mezzo di comunicazione. Le fibre ancora non sembrano trovare tregua e si dimenano all'interno di quella pelle che le tiene ingabbiate. Se potessero si diramerebbero e fuoriuscirebbero, per vincolarsi il più possibile. Il cuore di fibre, d'altra parte, è rimasto sano, protetto da molti strati intrecciati di scuri e spessi filamenti. È il nome Yukio a dargli la forza per alzare la testa e guardare un'ultima volta chi gli ha causato tutto ciò. L'Hasukage, lo stesso che gli aveva affidato quell'incarico segreto per proteggere Kusa dai demoni. Possibile che Yuurei lo conoscesse? Che fosse al suo fianco? Per un attimo si è preso il tempo di domandarsi ciò ma, subito dopo, è tornato a combattere, sia a livello fisico che a livello mentale, quella pericolosa sostanza. < GH- > Non riesce a dire altro, solo un suono gutturale esce dalla sua bocca. Ormai può chiaramente vedere che quella donna gli ha dato le spalle e, probabilmente, presto sarebbe sparita, lasciandolo solo. Muove le braccia, lentamente, come se volesse assicurarsi di non aver perso del tutto la capacità motoria. Sì, ci riesce, si accorge di poterle muovere. Il braccio destro viene portato sopra alla gamba destra, su cui viene appoggiata la testa, mentre il bacino viene portato all'indietro. Ora è proprio seduto sulle ginocchia e riesce, seppur con molta fatica, a stare eretto con la schiena. Questo è importante per lui, adesso, è il suo punto di riferimento. Non vuole "piegarsi" alla forza di quel veleno ma vuole resistergli, il più possibile. La sua mente ora, è annebbiata, come se volesse imitare il paesaggio che lo circonda, incapace di pensare a qualcosa di razionale, qualcosa che lo faccia riacquisire coscienza di ciò che sta accadendo. Rimane lì, allora, a lottare, perché è convinto di poterlo fare e non si arrende, no, non a così poco. La cosa più sorprendente che è emersa, in quest'incontro particolare, è soprattutto la capacità di questo ragazzo di trovare la fermezza per fare qualsiasi cosa. Che sia per resistere a un veleno o per imparare a uccidere. Il tutto senza avere forti ideali, desideri irraggiungibili e senza aver bisogno di chissà quali discorsi motivazionali. Jikan resiste. [Chk off][END]