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Il Sole e la Luna

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con Onosuke, Yosai

10:24 Onosuke:
 Come sempre.. Nebbia. Orma il giovane Aburame si è abituato a questo clima. Un po' di sole, però, non gli dispiacerebbe, ma deve aspettare ancora per vederlo. Intanto rivive nella sua mente i giorni in cui abitava a Konoha, dove il bel tempo era all'ordine del giorno. Anche se il tempo non è dei migliori appunto, ha deciso di uscire questa mattina per dirigersi verso il mercato e vedere se c'è qualcosa che gli può interessare. Non è uno a cui piace andare per negozi a guardare vestiti, accessori o qualsiasi cosa che non ritiene indispensabile, ma farsi un giro ogni tanto non fa male a nessuno. In più vuole vedere com'è la situazione per le strade più di una settimana dopo ciò che è successo. L'attacco di quell'essere ha sconvolto tutti a partire dalla popolazione della città e per parecchi giorni i cittadini hanno evitato di uscire di casa a causa del terrore che questo aveva procurato alle loro menti. Così Onosuke, lasciando sola Tenshi a casa, esce dalla abitazione. Oggi ha deciso di mettere qualcosa di più 'carino'. Infatti ha abbandonato i pantaloni della tuta e indossa un paio di pantaloni marroni con i due tasconi a livello delle cosce dove quella ala sua destra è nascosta dal porta kunai e shuriken. Per le parte superiore indossa una felpa girocollo senza cerniera di colore grigio chiaro con il simbolo degli Aburame dello stesso colore dei pantaloni che occupa tutta la schiena e sotto a questa una maglietta di colore bianco che si può intravedere all'altezza del collo perchè sbuca da sotto la felpa di qualche millimetro. Ai piedi porta un paio di scarpe da ginnastica abbastanza curate e il faccia, a coprire naso e bocca porta la sua mascherina nera. Attorno al bicipite sinistro porta il coprifronte della foglia e sotto a questo, più vicino al gomito, il nastro rosso che gli ha regalato Tenshi. Sceso in strada la prima cosa che fa è provare ad impastare il chakra. Così porterebbe le mani al petto congiungendole provando a formare il sigillo della capra. Successivamente proverebbe ad immaginare le due sfere: quella della forza spirituale a livello della testa che presenta un moto a spirale e quella della forza fisica a livello della pancia che presenta lo stesso movimento della prima. Infine proverebbe a immaginare di unirle proprio all'altezza del sigillo e mescolarle per formare quella che sarebbe la terza sfera: quella del chakra. Questo, nel caso tutto fosse andato per il verso giusto, si spargerebbe all'interno di tutto il corpo in modo tale da rinvigorire tutti i tessuti. Si avvia quindi verso il mercato principale della città. Di gente ce ne è poca, ma molta di più di quella che c'era fino a qualche giorno prima. La cosa lo rasserena. Vuol dire che i cittadini sono più tranquilli ed è un bene. Una popolazione agitata è molto più difficile da controllare. Dopo un paio di minuti di cammino, dopo essere arrivato in zona del mercato, un negozio attira la sua intenzione. Questo negozio gli ricorda un sacco il primo incontro con la Senjuu. Si tratta di un negozio specializzato in strumenti ninja. Ancora si ricorda quando si è fermato davanti alla vetrina e si è innamorato del porta kunai e shuriken che ora porta legato alla gamba e di quando la rosata è comparsa nella sua vita. Fissa quindi gli oggetti esposti, stando fuori dal negozio, e rivive i momenti che gli hanno cambiato la vita. [tentativo di richiamo del chakra][chakra=25/25][equipaggiamento: 6xshuriken, 3xkunai]

10:53 Yosai:
  [Negozio] Con quella nebbia è complicato persino capire se ha la vista offuscata dal sonno oppure è proprio il mondo che ha deciso di vivere in bassa definizione. In realtà se ne cura poco. Non può farci niente. Probabilmente se fosse stato un bambino avrebbe provato a soffiare fortissimo per cacciarla, ma così non è. Emerge dal grigio stagliandosi come una figura molto più alta della media. Imponente. La falcata è lunga, cadenzata, tranquilla. La nebbia pare scostarsi al suo passaggio. Le leve inferiori, nerborute e tornite, son coperte dall’ampio e nero pantalone d’un chimono, che ricade morbido sui muscoli, appeso alle creste eliache da un elastico e s’immerge nelle rosse fasciature che stringono le robuste caviglie fino al polpaccio squadrato, infilandosi a loro volta in comode calzature. La parte superiore è coperta da una canotta senza maniche e con il collo alto a coprire il pomo d’adamo del Deshi. Il tessuto tecnico aderisce ai muscoli che guizzano emergendo ad ogni movimento, le spalle stondate e le braccia libere rivelano decorazioni nero-rossastre che coprono per intero le bracca fino al gomito e si inerpicano fin sotto il tessuto. Il collo taurino sostiene un volto affilato, squadrato, dai lineamenti dritti, marcati. Barbetta ispida a decorare il volto ma soprattutto due profonde cicatrici, due tagli dritti, scuri. Il primo parte dalla parte sinistra della fronte e scende fino allo zigomo, salvando l’occhio il secondo che procede in orizzontale lungo la fronte, come il taglio sui coprifronte dei mukenin, ma sulla carne viva. Arriva alle spalle dell’Aburame, presentandosi a lui come un’ombra riflessa sulla vetrina sottiglia le labbra, lui, squadrando il ragazzo posto di fronte allo stesso negozio che in fin dei conti era l’obbiettivo della sua mattinata. Abbassa lo sguardo in cerca di dettagli e la prima cosa che trova è il coprifronte. Appiattisce le labbra l’una sull’altra fino a farle diventare bianche. È un ninja <chiedo scusa> mormorerebbe piano irrigidendosi appena, è a distanza di sicurezza. <vo.. volevo sapere se per caso ritenete che questo negozio sia…valido> cerca le parole, non è bravo a farsi capire, e soprattutto non conosce il grado della persona che ha di fronte, e quindi eccede con la formalità, usando addirittura il voi, piega addirittura il capo in avanti in un eccessivo segno di rispetto.

11:13 Onosuke:
 I pensieri sono occupati a ricordare quel giorno in cui lui e Tenshi si sono conosciuti. Ormai non sta dando più attenzione agli oggetti che sono esposti in vetrina. Il suo sguardo è perso e non si accorge di ciò che succede intorno a lui. Infatti non nota l'ombra di grandi dimensioni che gli arriva alle spalle. Si rende conto che qualcuno si è avvicinato a lui soltanto dopo aver sentito una voce abbastanza vicina. Il 'chiedo scusa' proveniente dalle sue spalle lo riportano nel mondo reale quasi facendogli prendere uno scossone da quanto era sovrappensiero. Si gira tenendo lo sguardo parallelo al terreno essendo abituato ad essere tra i più alti dei suoi conoscenti. Appena date le spalle alla vetrina, però, si rende conto che colui che si è avvicinato è più alto, e anche di parecchio, di lui. Infatti tra i due c'è una differenza di quasi trenta centimetri. Così è obbligato ad inclinare la testa verso l'alto. Con le mani in tasca dei pantaloni, come è abituato a stare, ascolta le parole del ragazzo che ora si trova davanti a lui. Gli ha dato del voi. Prima volta che gli succede. Con gli occhi prova a capire il motivo di così tanta educazione. Non noterebbe, infatti, il coprifronte. Ora tutto è chiaro. In più, ad accompagnare le sue parole, si può percepire un certo livello di imbarazzo. Onosuke, come sempre, ha un'aria gentile e si rivolge al ragazzone che, a vederlo, ha anche più anni di lui. "Ciao. Non serve che mi dai del 'voi', tranquillo." inizia guadandolo negli occhi. "Alla fine sono solo un Genin." continua facendo un sorriso notabile dall'assottigliamento degli occhi. "Questo negozio sinceramente non lo conosco. Mi sono fermato per guardare. Ne conosco uno, se vuoi, poco più avanti dove vado a prendere le cose di solito. Di cosa hai bisogno?" gli chiede sempre guardandolo negli occhi. Il ragazzo gli piace e ha deciso di aiutarlo. In fin dei conti.. Chi non ha aiutato durante la sua intera vita? "Se vuoi ti ci posso accompagnare così eviti di perderti." dice alla fine.[chakra=25/25][equipaggiamento: 6xshuriken, 3xkunai]

11:30 Yosai:
  [Mercato] L’altro si volta, la prima cosa che nota con lo sguardo oceanico è la mascherina che copre il naso e la bocca dell’altro. Un ragazzo normalissimo, eccetto per quel piccolo dettaglio che non può non sfuggire. Quando viene invitato a non usare quella formalità istintivamente rilassa le spalle stondate. È tranquillo, sicuramente più di prima. Solleva l’avambraccio definito fino a portare la mancina a giocare dietro la nuca, stendendo le labbra sottili in un sorriso rilassato <scusami, non capisco mai come ci si comporta con i superiori> decisamente. E quindi tratta tutti allo stesso modo, con estrema riverenza. Troppa. Ascolta interessato il dire dell’altro, piantato sulla mascherina nel punto in cui dovrebbero esserci le labbra, fa impressione vedere la voce uscire da qualcosa che resta immobile. Ne cerca lo sguardo poco dopo, sgranando il proprio per la sorpresa <io… volentieri!> si limiterebbe a commentare facendo un passo indietro per aprire la strada all’Aburame e dargli modo di passare. Nel farlo quasi urta un vecchio lavoratore del mercato che lo guarda malissimo, prima di andarsene bofonchiando. Ma il gigante sfregiato non sembra avvedersene <ho un pessimo senso dell’orientamento in effetti> bel modo di esordire facendo vedere quanto sei scarso a fare le cose, complimenti. Risponde quindi alla sua domanda <ho bisogno di tonici e di bombe di luce> sicuro, spedito, il sorriso svanisce un poco. Non si scherza sul combattimento. Il combattimento è sacro. <ne posso trovare, in questo negozio?> chiederebbe poco dopo avviandosi al fianco del mascherato. Lo guarda di tre quarti, per non perdere d’occhio la strada. Potrà notare, l’Aburame, che effettivamente camminare vicino all’altro ha il vantaggio che la folla praticamente si separa da sola. <ma…> d’istinto e senza ragionare <perché la mascherina? hai paura…> del coronavirus? <di ammalarti?> un’ipotesi sparata di getto, senza troppo pensare alle conseguenze, mentre calibrerebbe la sua ampia falcata con quella di lui, in modo da non costringerlo ad accelerare il passo.

11:52 Onosuke:
 Nota subito che un po' di tranquillità ha riempito la mente del nuovo conosciuto. Infatti l'atteggiamento del suo corpo è molto più rilassato. "Hai fatto benissimo a esordire con tanta educazione. Non si può mai sapere chi si ha davanti. Mi sarei comportato allo stesso modo, tranquillo." dice per rassenerarlo. "Il mio nome è Onosuke." dice poi portando la mano destra verso il ragazzone come per chiedere una stretta di mano. Mentre ascolta le parole dell'allievo, nota che questo fissa la mascherina che l'Aburame indossa. Per lui è una cosa normale. Chiunque, o quasi, lo incontri la prima volta resta colpito da questa. Come non essere d'accordo. Non è una cosa che si vede tutti i giorni. Comunque il ragazzo accetta l'aiuto di Onosuke e quindi decide di avviarsi. "Sisi certo. Il negozio in cui ti sto portando vende questo tipo di cose. Non avrai problemi a trovarli." gli risponde. In effetti lui va sempre là a prendere le cose e, fino ad ora, non è mai stato deluso. Camminando, le persone si spostano al loro passaggio a causa delle grandi dimensioni del suo quasi collega. E poi arriva la domanda sulla mascherina. La stava aspettando. Tutti pensano che sia per non ammalarsi, ma in pochissimi sanno che non è così. "Ammalarsi? No no non si tratta di questo." risponde continuando a guardare avanti e camminando con le mani in tasca. "Si tratta di un motivo molto più particolare. Solo in poche persone lo sanno e si possono contare nelle dita di una mano. Scusami, ma non è ancora arrivato il tuo momento." spiega. Veramente poche persone lo sanno: i suoi genitori e Tenshi. Per dirlo a quest'ultima sono dovuti passare un sacco di mesi se non anni. Dovrà aspettare anche lui, sempre che il quel giorno arrivi. "Come sta andando in accademia?" gli chiede per cambiare discorso. Non vuole essere sgarbato, ma un no può essere visto da qualcuno come una brutta risposta. Chissà se il ragazzone capirà che è una cosa molto privata e che non è una persona cattiva. [chakra=25/25][equipaggiamento: 6xshuriken, 3xkunai]

12:13 Yosai:
  [Mercato] Lo ascolta, e allarga lo sguardo, li in alto, di tre quarti, sporto verso l’altro. Lo capisce! Difficilmente capita che qualcuno capisca il fortissimo senso di rispetto che prova quando si rivolge ad una persona di un grado superiore al suo. Questo gli distende le labbra in un nuovo sorrisone, contento, ecco. <io sono Yosai, è un piacere> risponde gioviale. Contentezza che ovviamente svanisce poco dopo quando si rende conto di aver fatto una domanda un po' delicata <oh, comprendo> mormorerebbe piano tornando a guardando con la coda dell’occhio. Ma poi si scrolla quella curiosità di dosso, anche fisicamente, scrollando le spalle stondate <a ognuno le sue cicatrici, diceva il mio maestro> alla fine lui è uno che cammina con due cicatrici sulla faccia, e non va sbandierando certe cose. Quindi è giusto. Annuisce una volta col capo mentre cammina, contento di poter reperire quel che gli serve. Quella domanda riporta le iridi del color dell’oceano sull’Aburame <benissimo> non c’è esitazione nella voce. Si nota. Ha il fisico e l’età di una persona che dovrebbe aver finito l’accademia da un pezzo. Lo stesso genin di fianco a lui è più giovane ma di grado più elevato. Questo però conferisce al gigante sfregiato una consapevolezza di se del tutto diversa dagli altri allievi. È sicuro di se, inarrestabile come un treno. Eppure con un brivido torna all’ultima lezione. Il combattimento con il sadico di konoha, la sua forza insormontabile, il genjutsu dell’Uchiha che il Nara si porta dietro, le promesse e le aspettative che quella legenda vivente gli ha posto sulle spalle. S’incurva un poco, quasi lo sentisse quel peso <anche se non è stata una passeggiata> no per niente, scontrarsi con il sadico di konoha non è mai una passeggiata <Mi sta aiutando una mia amica, una genin della foglia come me. È piccoletta ma mena forte> un ghignetto divertito all’ultimo scontro di allenamento sostenuto prima della sua lezione con il sadico, e un brivido represso in attesa del prossimo <sa anche curare con pazienza e delicatezza ciò che è danneggiato> annuisce allargando il sorriso a quel ricordo <e com’è la vita del genin? Le fate le missioni? > un lampo d’adrenalina gli illumina gli occhi e gli sporca la voce. Non vede l’ora. Si vede.

12:32 Onosuke:
 Il ragazzone si presenta. Il suo nome è Yosai. Non è la prima volta che lo sente, ma al momento non si ricorda dove lo ha sentito. Continua a camminare ascoltando colui che gli sta vicino. "Molto saggio il tuo maestro." risponde pensando alle sua parole. Quello che ha detto è proprio vero e nel suo caso si parla proprio di questo, ma Yosai non lo sa. Poi passa al discorso accademia. Dal poco che si può vedere, la sua faccia si fa contenta. "Sono felice che vada bene. Non è mai una passeggiata. Chi hai avuto come maestro? Vediamo se c'è qualcuno che ha fatto lezioni anche a me." gli chiede incuriosito. Non si aspetterebbe mai di sentire il nome di Azrael tra questi. Il sadico è una persona particolare. Ha avuto l'onore di parlare con lui un paio di volte. Ancora si ricorda quando ha parlato con lui la prima volta alla base operativa degli Anbu. Che situazione quella. Peccato non possa raccontarla. "Comunque essere aiutati è sempre qualcosa di bello. Allenarsi con persone più forti fa sempre bene." gli conferma. "E come si chiama questa Genin della foglia? Probabilmente la conosco essendo del mio stesso grado. Forse posso aver fatto l'accademia con lei o qualcosa post esame come qualche missione." gli domanda. Può essere chiunque. In questo periodo è pieno di Genin. "Comunque si. Ne ho fatte di missioni. Ormai è da un po' che ho finito l'accademia. Diciamo che da quando prendi questo" dice indicando con l'indice della mano destra il coprifronte "passi il tempo ad allenarti e a migliorarti mettendoti alla prova anche con le missioni più semplici. Poi in questo periodo è ancora più importante. Bisogna farsi trovare pronti nel caso quel coso ritorni. Sei d'accordo?". Il Genin continua a camminare. Manca poco per arrivare al negozio di oggetti da ninja. La conversazione comunque è molto interessante ed è contento di parlare con Yosai. Gli interessa sentire anche cosa ne pensavo gli allievi riguardo all'attacco in piazza. Vedere se sono pronti a prendere questa strada in un periodo non di pace come questo.[chakra=25/25][equipaggiamento: 6xshuriken, 3xkunai]

12:55 Yosai:
  [Mercato] Annuisce vigorosamente facendosi serio <il più saggio che io abbia conosciuto> mormora piano dedicandogli un lungo, sofferto sospiro. Non deve pensarci per rispondere alla domanda di lui, tornando sull’argomento dell’accademia <Kouki-sensei ha seguito la mia formazione e…> esita un attimo e questa volta non paura, ma un lampo d’eccitazione lampeggia in quelle iridi. Contento e grato per la possibilità che gli è stata offerta <con Azrael-sama> non aggiunge altro. Quel tizio è una leggenda vivente, non ha bisogno di presentazioni. Avrà modo di dimostrare al Nara che non si sbaglia, ne è certo. Alla domanda dell’altro torna ad osservarlo <si chiama Tenshi> commenta limpido come l’acqua che gli scorre nello sguardo. <è sicuramente bello> ammette. Non lo dice che per la prima volta, in quei giorni, sta percependo d’essere in una rete di persone pronte per lui. È un pensiero troppo intimo. Forse il modo migliore per comunicare al genin queste cose sarebbe un gesto. Tipo tirargli un pugno in faccia. Ma ha ancora troppo pudore <le ho promesso che anche io le sarò d’aiuto> commenta di nuovo infilando l’angolo sinistro delle labbra nello zigomo in un sorriso sghembo <che la prossima volta se si tratterrà con me si pentirà di averlo fatto> non ci si allena trattenendosi. Mai. <saprò essere all’altezza di lei come lei lo è stata di me> ecco. Ascolta il suo dire, non deve essere male la vita del genin. <sono partito in vantaggio allora. Sono anni che passo il tempo ad allenarmi e a migliorarmi> Bravo Yosai, fai vedere quanto è triste la tua vita, complimenti! La frase conclusiva dell’Aburame lo rabbuia, d’istinto serra entrambi i pugni sentendo scricchiolare la carne <Quel pagliaccio pieno di sé… non toccherà di nuovo le persone a cui tengo senza conseguenze> scuote il capo, lo sguardo lampeggiante di rabbia <non sarò impreparato una terza volta> eh no. Ma come è nato il discorso? Che lui l’abbia incontrato <ci hai avuto a che fare?> chiede reprimendo la rabbia che lo muove.

22:43 Onosuke:
 Sente che forse con l'accenno al suo maestro è stato toccato un tasto dolente. Per questo, dopo il profondo sospiro di Yosai, decide di non andare avanti oltre con l'argomento. Come è stato detto prima, appunto, ognuno ha le proprie cicatrici. Poi sono arrivati i nomi dei suoi sensei all'accademia. Risente il nome di Kouki, la medica che ha curato Norita dopo il tragico attacco, e poi sente il nome di Azrael. Appena sentito, gli viene in mente il suo primo incontro con lui, la stanza bianca, i quadri, le maschere. Infatti il Nara è il capo degli Anbu e quindi il superiore di Onosuke. Scuote la testa leggermente e immagina come deve essere una lezione con lui. "Kouki l'ho già sentita, si tratta di un ninja medico vero?" chiede per essere sicuro di non scambiare due persone con lo stesso nome. "E con Azrael come ti sei trovato? Ho sentito che è particolare come insegnante. Per te è stato così?" domanda per sapere se con tutti si comporta come ha fatto con Tenshi. Poi una dichiarazione. Tenshi si allena con lui? E Onosuke non sapeva nulla? Rallenta di colpo appena sente il nome della Senjuu e si gira verso Yosai per guardarlo un secondo per poi riprendere il passo che aveva in precedenza. Finisce di ascoltare ciò che il ragazzone ha da dire per poi cominciare a parlare guardando sempre avanti "Quindi tu conosci Tenshi? Hai ragione. Quella ragazza è proprio in gamba. Siamo diventati Genin nello stesso periodo. Per questo la conosco. Siete solo amici? Perchè da quanto sento piace parecchio ai ragazzi.". Il tono dell'Aburame è rimasto normale, come quando si sono incontrati. Deve rimanere tranquillo e sentire cosa Yosai ha da dire. Vediamo se dovrà chiedere spiegazioni alla rosata una volta tornato a casa. Poi il discorso prosegue e cade sul Dio che ha scosso l'ordine pubblico alla festa. "Diciamo che ero presente quando è comparso la prima volta." inizia per poi aumentare il passo e successivamente fermarsi e girarsi completamente per trovarsi davanti il ragazzone. "Si tratta di un essere molto forte. Ho ordini dai piani alti di calmare gli animi dei miei colleghi e di dire loro di non attaccare nel caso si ripresenti. Quindi mi dispiace dirtelo, ma se dovessi trovartelo davanti una terza volta come dici, non potrai comunque passare all'offensiva. Dovrai cercare di ricavare più informazioni possibili su di lui. Dovrai farlo parlare. Sappiamo troppo poco su di lui. Capito?" gli ordina guardandolo negli occhi. In questo momento ha voluto provare ad entrare nel cuore della persona che ha davanti. Può essere stato un po' duro nei toni, ma sa che lo fa per salvare la vita a lui e a tutti gli esseri umani.[chakra=25/25][equipaggiamento: 6xshuriken, 3xkunai]

22:43 Yosai:
  [Mercato] Ascolta il dire dell’Aburame, mentre lo affianca in quella passeggiata conoscitiva, ne osserva le reazioni al sentire di quei nomi, ed è lui stesso che le spiega e lui inarca semplicemente un sopracciglio al dire di lui <non so se è un ninja medico, so che è difficile trovare donne di una simile compostezza> commenta richiamando davanti alle iridi blu la figura della sensei, dei suoi occhi. L’altro menziona poi il Nara, e d’istinto gli si dipinge un sorriso sbilenco a tagliare il viso <c’è un motivo se lo chiamano “il Sadico” Ono-kun, non penso ci siano molte persone in grado di sostenere… modo che ha di addestrare> commenta semplicemente. Il carico che è capace di mettere addosso il Nara non è da tutti sopportarlo, questo è poco ma sicuro. Segue i discorsi per come l’Aburame li pone, senza imporre particolari cambiamenti. In fondo è piacevole conversare con qualcuno di esterno. Ascolta quindi quello che l’altro ha da dire sulla Senju, ed inizialmente piega le labbra in un sorriso <beh sei stato fortunato, una compagna così è cosa rara> commenta sarebbe piaciuto a lui avere un compagno con cui condividere qualcosa, e invece s’è trovato da solo. <l’ho conosciuta la prima volta che è apparso quel pagliaccio volante. Era triste, pensierosa, abbiamo riso. Poi quando Lui è arrivato…> è lui, il gigante sfregiato, che adesso arresta il fiato <lei si è frapposta, gli ha scagliato contro un e mi ha ordinato di andarmene e io…> digrigna i denti in un ringhio animale <non l’ho fatto, l’ho delusa> non è nella sua indole scappare. <lui l’ha attaccata, e poi se n’è andato senza darmi la possibilità di fare nulla> continua ringhiando <credo le abbia tolto una parte del chakra> non può esserne sicuro. Ci mette due grossi sospiri a far andare quel ricordo che evidentemente ancora gli brucia. Si calma da solo, placando gli spiriti che normalmente lo dominano <mi ha perdonato, le ho promesso che la prossima volta non le basterà lo scontro fisico, fronteggerò anche i suoi alberi> ghigna <è capace di infondere qualcosa di speciale, quel tipino tutto rosa, questo è sicuro. E al suo dire su quanto lei sia piacente inarca il sopracciglio destro <Ono-Kun.> lo richiama <sono impegnato.> perentorio. Argomento chiuso, subito dopo però torna a stendere le labbra in un sorriso <fortunato chi saprà tenersela affianco, comunque, se vuoi sapere come la penso> la chiude li. Anche perché l’altro solleva l’argomento del tizio bianco che sbuca dalle nuvole al suo primo dire assottiglia le labbra <mi dispiace> mormora piano ma quando l’altro esordisce con quell’ordine lo sguardo s’indurisce fino a diventare di pietra. Probabilmente no, non è quello il modo di convincerlo a starsene buono, se è quello di cui si sta parlando <Non ho intenzione di starmene buono ad aspettare che quel farabutto si rimetta a seminare il panico> commenta di nuovo irrigidendo i muscoli <che faccia di nuovo male a qualcuno a cui tengo, o peggio magari> un tremito lo scuote <Non ho intenzione di stare a sentire le menzogne su quanto lui sia divino, la sua stirpe sia nobile e il chakra sia roba sua> scuote il capo <Non devi dirle a me queste cose, Onosuke, la seconda volta che è apparso ero con Mekura-sama> anche qui, non si dilunga in presentazioni, la Hyuga è un personaggio famoso, l’Aburame la conoscerà sicuramente <e lei gli ha sguinzagliato addosso un maledetto serpente gigante. Se lo rivedo non me ne starò in disparte con le mani in mano. Non di nuovo.> la rabbia è tornata a dominarlo, e si vede.

23:08 Onosuke:
 Come sempre ascolta interessato. Soprattutto se si parla di argomenti che gli interessano, e questo è il caso. Yosai ha risposto in modo corretto alla domanda su Tenshi. Ha deto che è già impegnato e questo va bene. Certamente Onosuke non vuole continuare quel discorso, ma la storia che l'allievo ha raccontato lo ha preso parecchio. Si ricorda benissimo di quando lei è tornata a casa dopo che le era stato risucchiato il chakra. Lei si sentiva debole e lui era arrabbiato con il mondo. "Capito. Lei è proprio coraggiosa. Questo me lo ricordo bene." gli dice facendo finta ancora di conoscerla poco. Poi la situazione si scalda. Il ragazzone, infatti, non è d'accordo con ciò che l'Aburame gli ha detto. Si ricorda bene quella sera passata con il Nono Hokage. Si ricorda molto bene anche di ciò che gli è stato chiesto di fare, cioè di avvisare i proprio colleghi, e questo è quello che deve fare ora. Ascolta guardando dal basso all'alto tutto il discorso di Yosai con sguardo di disapprovazione. Quello che dice è capibile. L'esempio che ha dato la Hyuga lo ha stimolato parecchio e questo non va bene. Deve però fargli capire che non è la soluzione giusta. "Allora, ascoltami attentamente. Ho ricevuto ordini da molto in alto e devo seguirli. Anzi, voglio seguirli. Per favore, non contrattaccare nel caso lo dovessi incontrare di nuovo. Ho capito che per te può essere difficile startene con le mani in mano, ma è troppo forte per noi. Soprattutto se non sappiamo niente di lui. Il problema è questo: dobbiamo scoprire di più, dobbiamo capire cosa vuole fare. Il meglio sarebbe scoprire i suoi punti deboli e fargli dire cose che non dovrebbe dire. Forse ti chiedo troppo perchè capisco che sei uno che vuole difendere le persone a cui tiene, ma lanciarti a morire non serve a nulla. Ho visto due miei compagni lanciarsi e uno di loro mi stava per morire tra le braccia. Ti dico solo che questo non è il momento. Bisogna aspettare e capire." gli dice guardandolo fisso con gli occhi gialli che lo contraddistinguono. Deve farglielo capire. Per lui, ora, è la cosa più importante.[chakra=25/25][equipaggiamento: 6xshuriken, 3xkunai]

23:37 Yosai:
  [Mercato] Si limita ad annuire brevemente all’ultimo dire di lui sulla Senju, per concentrarsi sul discorso di lui, gli bastano le prime tre parole per schioccare sonoramente la lingua sul palato <tsk> compie due passi repentini e veloci in avanti, per poi voltarsi su se stesso e tornare indietro di altrettanti, e così farebbe per tutto il discorso dell’Aburame. Avanti e indietro con quello sguardo oceanico che lo cerca, perennemente piantato sul viso di lui. Come una tigre ripercorre avanti e indietro le sbarre della sua gabbia, così fa lui, avanti e indietro, indietro e avanti, le labbra serrate in una fessura bianca, i pugni stretti. Scuote il volto in diversi punti del discorso di lui, ma lo lascia finire, pur senza smettere di fissarlo facendo avanti e indietro, come se cercasse di sfogarsi in qualche modo. Forse è vero che l’unico modo che ha per comunicare è combattere. Quando schiude le labbra non commenta la voglia di lui di seguire gli ordini. È una sua scelta. <Come fai a voler seguire simili ordini?> chiede sibilando cupo <Non lo so se hai una o più persone a cui tieni, Onosuke, ma ti sei chiesto che succederebbe se quel bastardo ammazza davanti ai tuoi occhi la persona a cui tieni di più?> commenta allargando piano le braccia <Che faresti? Tireresti un bel respiro, appellandoti ai tuoi piani alti e te ne staresti al tuo posto senza battere ciglio?> chiede con lo stesso tono <E se quel qualcuno morisse perché tu, perché tutti sono stati fermi?> chiede <e se ne morissero tanti prima che quel farabutto decida di mettersi seduto al tavolino del thè e della diplomazia? Persone che potrebbero essere salvate agendo? Come la mettiamo?> Eccoli la, a confronto, l’Aburame, ormai avvezzo al mondo ninja, è diventato un perfetto soldato. In grado di reprimere le sue emozioni in favore degli ordini. Per contro il gigante sfregiato esplode di rabbiosa umanità e dai quei sentimenti trae la sua forza, incapace di rinunciarci, benzina su suo fuoco che perennemente arde. Brucerebbe il mondo se ne avesse la forza <e poi scusa, come sperate di scoprirli gli eventuali punti deboli? Qual è idea? Che ve li dica lui?> Scuote il capo, contrariato. <L’unico modo per scoprire il punto debole di qualcuno è osservandolo combattere. Combattendoci contro. Non ci sono modi più efficaci di questo> ne è convinto, parla con sicurezza, forse troppa. Ma è un bene che si senta così libero di esprimersi. Solo con il confronto il giovane Aburame avrà qualche speranza di sventare un’altra tragedia. O magari ha ragione il gigante sfregiato. Chi può dirlo? È un discorso tra massimi sistemi. Probabilmente. Rimane a camminare davanti all’altro, mascella serrata e sguardo sul Genin. <Ha fatto il suo comodo fino ad ora Ono-kun… l’unico modo per fronteggiarlo è metterlo alle strette e costringerlo ad esporsi, a mostrare il fianco> si umetta le labbra con la lingua <e se dovessi lasciarci le penne per questo, per consentire a qualcuno di scorgere, nel combattimento, un punto debole, ne sarei contento> conclude. Cerca lo sguardo dell’altro, e da quello sguardo l’Aburame potrà capire che non è uno sfogo verso di lui quello, ma quasi una ricerca di convincimento. Non si comporterà da bravo ninja solo perché glie l’ha detto qualcuno. Non se non sarà convinto della bontà di quanto detto. Un pessimo soldato, forse anche un pessimo ninja.

00:05 Onosuke:
 Mentre parla, Yosai non smette più di muoversi. Il nervosismo si può sentire nell'aria, come una scossa elettrica. Il discorso del ragazzone fila liscio. Tutto è coerente con quello che è stato detto un attimo prima. Il ninja degli insetti capisce il punto di vista dell'allievo. Questo non vuol dire che lo condivida però. I due pensieri sono contrastanti al massimo. Nero contro bianco. Luce contro oscurità. Luna contro Sole. "Innanzi tutto io non seguo gli ordini perchè mi sono stati ordinati. Io sto seguendo questo incarico perchè sono convinto che sia la cosa giusta. Ne ero convinto ancora prima di parlare con il superiore." chiarisce subito per poi continuare cercando di mantenere il più possibile la calma. "Seconda cosa. Io ho persone a cui tengo ovviamente. Infatti non sto qua a grattarmi aspettando che il mondo mi crolli addosso. Non ti ho mai detto di non allenarti." dice prendendosi un attimo di pausa per vedere se Yosai ha qualcosa da ridire. "Dobbiamo migliorare, ma non sta a noi, ora, attaccarlo." finisce mettendo molta più enfasi sulla parola 'ora'. Il discorso è complicato. In questo momento sono come due turbini che si scontrano. Entrambi sono convinti di ciò che stanno dicendo. Per entrambi la loro tesi e la loro argomentazione è quella giusta. "Nessuno di noi in questo momento può reggere più di un suo colpo. Non ci vede neanche. Buttarsi all'attacco non porterà a niente di buono." cerca di fargli capire cercando si appoggiare le mani sulle spalle di Yosai per farlo calmare. "Pensa alla persona che ti vuole più bene. Immaginala mentre soffre perchè ti ha perso perchè tu hai provato ad attaccarlo. Abbiamo le persone che possono salvarci come il Decimo, il Nono, Kaori e Azrael. Loro possono combatterlo e fargli rivelare i suoi punti deboli. Noi combattendo andiamo a morire. Pensaci bene per favore." finisce sperando di aver fatto cambiare idea al ragazzo davanti a lui. Ora sa che se Yosai dovesse perdere la vita, si sentirebbe in colpa perchè non è riuscito a convincerlo che non è la scelta giusta. Non stacca gli occhi da quelli dell'Akimichi, cercando il contatto visivo.[chakra=25/25][equipaggiamento: 6xshuriken, 3xkunai]

00:33 Yosai:
  [Mercato] Lo sguardo che sostiene quello di lui, che sembra parlare con gli occhi più che con la bocca, coperta dalla mascherina. Non smette di muoversi. Se lo facesse probabilmente tempo qualche secondo ed esploderebbe, come un popcorn. Ancora una volta preme le labbra una contro l’altra a sentire le sue motivazioni, rotea le pupille prima di tornare a sostenere il suo sguardo <non mi interessano le tue motivazioni, le do per scontata Ono-kun, sei un genin, ritengo tu abbia la maturità necessaria per non parlare di cose di cui non sei convinto. Quindi so che mi stai dicendo questo perché ci credi> spiega per poi passare oltre <si anche sull’allenamento ci siamo. Quello non lo interromperei nemmeno se venisse il nono in persona ad incatenarmi in un buco> troverebbe un modo per tenersi in forma comunque. <e no, non sto dicendo di attaccarlo alla rinfusa>. Rallenta un attimo il passo, sembra quasi stanco. Non di parlare con lui, ma di sopportare una situazione così difficile, lo guarda e dallo sguardo traspare invidia. Invidia per appartenere ad un mondo che lui ancora fatica a sentire suo, dal quale si sente escluso, diverso, come è sempre stato infondo. L’Aburame ha quel mondo a sostenerlo, ed è evidente la forza che ne trae dalle parole che usa. La forza del gigante sfregiato invece non viene da nessuno se non dalla sua violenta, irremovibile convinzione. Si fa pensoso alle ultime parole di lui. Loro possono combatterlo. Loro possono. E perché lui no? Si ferma lentamente, nell’incedere, schiudendo le labbra <che facciano quello che vogliono, il nono e le Legende> scuote il capo <non mi hai risposto, Ono-kun> no, non ha risposto. <Quel pagliaccio appare, stiamo tutti li fermi ad aspettare che faccia qualcosa, quello invece di spiegarci per bene i suoi punti deboli prende, attacca e uccide la persona a cui tieni di più> gli stà di fronte, quasi ad incalzarlo <voglio sapere cosa faresti, vedendo la persona a cui tieni di più morirti davanti agli occhi perché bisogna farlo parlare> leggermente piegato verso di lui, lo sguardo intenso, del color dell’oceano, cerca quello di lui <perché io ce l’ho una risposta a questa domanda, ma non penso piacerebbe molto ne a te ne al nono, probabilmente> parla con un certo distacco di un mondo che fatica a sentire proprio. Potrà notarlo, lui, una persona che parla così dell’hokage è una persona che non è di konoha o non mette piede nel villaggio da anni, che non ha vissuto la realtà del villaggio. Un pesce fuor d’acqua. <Non sto parlando di andare al macello, so bene che non conto niente. Ma stare con le mani in mano ad aspettare la prossima mossa, il prossimo attacco, il prossimo morto prosciugato del proprio chakra o dio sa che altro, non mi sembra un gran chè come strategia> sfacciato, sfrontato, insolente quasi, ma per chi ha voglia, tempo, pazienza di andare oltre i modi, nient’altro che un’immensa preoccupazione potrà trovare, preoccupazione e frustrazione, rabbia, risentimento, senso di impotenza.

00:56 Onosuke:
 Ormai non sa più cosa dire. Il ragazzone non vuole sentire ciò che l'Aburame ha da dire. Anzi, forse le sente, ma non riesce a farsele sue. Non è mai facile far proprie le idee di qualcun'altro, soprattutto se quelle che hai sono impiantate nell'animo come nel caso di Yosai. Onosuke ha fallito questa missione e la cosa lo distrugge. Ascolta tutto quello che l'Akimichi ha da dire. "Hai ragione. Non ho risposto. Sono sicuro che nessuno morirà a meno che
a questo non venga in mente di attaccarlo. Come è successo alla festa, questo essere parla tanto e agisce poco. Agirà quando per lui sarà il momento giusto. Se proprio dovesse succedere sarò là a proteggerla, ma senza mettere me e questa persona in pericolo attaccando per primo."
dice abbassando le mani e riportando le braccia lungo il corpo. "Comunque questo è il tuo credo e assomigli molto ad un'altra persona che conosco a cui, giusto una settimana fa, ho confessato la mia ammirazione nei suoi confronti. A questo punto ti auguro di rimanere in vita seguendo ciò che più credi." conclude girandosi verso la direzione in cui stavano camminando inizialmente. "Andiamo. Manca poco al negozio." dice invitando Yosai a seguirlo. Poco dopo, se l'allievo lo avesse seguito, si ritroverebbero davanti a un negozio di dimensioni circa uguali a quello dove si sono conosciuti. "Eccoci qua. Questo è il negozio." gli dice facendo un cenno con la testa. Si vedrà chi avrà ragione. Se la cosa migliore sarà quella che dice Yosai o quella che Dice Onosuke. L'Aburame, poi, allunga il braccio destro verso l'Akimichi porgendogli la mano. "Yosai, è stato un piacere conoscerti. Ti saluto Tenshi. Me la terrò stretta perchè, come hai detto tu, chi ce l'ha vicino è fortunato. In bocca al lupo per l'accademia e, se vuoi, ripensa a quello che ti ho detto. Ci vediamo." dice per concludere per poi girarsi con le mani dentro le tasche verso la direzione in cui sono arrivati. Ora tornerà a casa e chiederà a Tenshi di fare qualcosa. Non vuole avere un morto nella coscienza.[chakra=25/25][equipaggiamento: 6xshuriken, 3xkunai][end]

01:10 Yosai:
  [Mercato] Ancora una volta ascolta, studia gli sguardi di lui, quasi ne fosse incuriosito ascolta il primo di dire, e scuote piano il testone <no io non…> no, lo scenario che aveva proposto non prevedeva la protezione, ha parlato di morte per mano di un attacco, voleva capire in quello scenario quale sarebbe stata la reazione dell’altro, ma si ferma dal dire, si rende conto che quello scenario è uno scenario difficile da ipotizzare per chiunque, figurarsi per un genin. Lui la risposta ce l’ha solo perché l’ha vissuto, si conosce, sa come reagirebbe, un’altra differenza tra i due è l’età, il quantitativo di esperienza vissuta. Non va oltre. La conclusione dell’altro è brusca, al punto da insinuare nel gigante sfregiato l’idea di averlo offeso, o di aver detto qualcosa che non doveva dire. Idea che rimane giusto qualche istante nell’anticamera del suo cervello, per poi venir ricacciata indietro con forza. Ha tutto il diritto di esprimere ciò che pensa, e non si scuserà di questo. Certo, qualcuno potrebbe obbiettare che un deshi non dovrebbe stare a sindacare sulle strategie di kage e consiglieri. Un po' di decenza insomma. Ma è abituato a dire la sua e l’unica cosa che si rende conto, alla fine della discussione, è che il genin gli ha concesso la parola, si è confrontato con lui da pari. Gonfia il torace, esalando un lungo sospiro <grazie, Onosuke> per aver parlato con tanta sincerità. Non lo specifica, può solo sperare che l’altro lo capisca. Un cenno del capo ad accompagnare le parole <starò attento> questo può prometterlo, in fin dei conti ci tiene alla sua vita. Annuisce, continuando la marcia fino al negozio, e quindi voltandosi verso l’alto, per salutarlo, ma è l’altro ad anticiparlo gli sorrise, stendendo le labbra in un sorriso che gli snuda la dentatura <Proteggila Ono-kun, non voglio che le succeda qualcosa. E proteggiti anche tu> è la persona con cui ha parlato più schiettamente da quando è su quell’isola forse. <ci penserò> promette, dando le spalle al Genin e piegando il busto per passare dalla porta più bassa di lui. Una chiacchierata interessante.[END]

Yosai e Onosuke si incontrano al mercato, ne nasce una chiacchierata schietta e senza mezzi termini che rivela due anime opposte, due opposti modi di vedere la situazione. I due si lasciano con rispetto e promesse.

Ringrazio Onosuke per la giocata che mi ha permesso di disegnare con qualche dettaglio in più il carattere del mio pg, che risente dell'acerbità del principiante, haime. Una giocata stimolante.