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con Kimi, Mekura

20:53 Kimi:
  [strada] La vita questa sera ha tutto un gusto differente rispetto a qualche giorno fa, certo è ancora all’opera per quel lavoro su sé stessa, ha tante cose da sistemare e tanti piccoli dettagli di sé da correggere ma ora si sente lievemente più leggera, spaventata certo ma al contempo più calma. Si è buttata da una scogliera senza sapere come andrà a finire ma non è un eufemismo dire che è ottimista, già proprio lei. Ad ogni modo solo ora decide di uscire dalla stanza presa in affitto sotto falso nome, deve ancora capire la motivazione di quell’assemblamento di ninja prima di poter tornare a quella normale vita, senza contare poi che ancora non sa con certezza se è considerata una traditrice o meno, dipende tutto da ciò che Yukio ha fatto in questi anni. China appena il capo per schermarsi con i lunghi capelli neri, ben pettinati, dalla luce del lampione. Frangia regolare le cade sulla pallida fronte lasciando però scoperte le iridi, entrambe sia quella azzurra come il ghiaccio sia quella di un profondo rosso cremisi, indosso un kimono lungo e pesante di colore nero a contrasto con quella pelle estremamente chiara, solo qualche riga geometrica sottile e bianca ad interrompere l’oscurità dell’abito, persino l’obi è nero. Si muove leggera in quella stradina del borgo, guardinga provando però a non dar troppo nell’occhio, si muove su quella sottile linea tra l’essere completamente invisibile e l’essere troppo in vista, attenta a moderarsi e a dosarsi, un atteggiamento con tutta probabilità ben allenato negli ultimi anni. Il chakra che già scorre nel suo corpo con vigore viene portato verso le ghiandole salivari, al solito, cerca di bagnarlo intingendolo all’interno del veleno così da donargli le particolari proprietà tossiche, se fosse riuscita andrebbe solo a riportarlo in circolo rendendo potenzialmente mortale anche il semplice accarezzarla. Una collana d’argento intorno al collo da cui pendono una testa di lupo ed un anello con un kanji in vere chiudono quindi la sua descrizione, null’altro si nota in lei, sobria e al tempo stesso terribilmente studiata, una specie di vanto che a ben riflettere le è sempre appartenuto, la dolce morte che cammina tra i vivi, questo ha sempre cercato di rappresentare e dopo tutto quel tempo non riesce a scrollarsi di dosso le vecchie abitudini, o magari non tutte reputa di doverle perdere [arte del veleno liv 3][veleno tossico]

21:02 Mekura:
  [alti borghi] Ha avuto da pensare in questi giorni, tra le mani tiene una lettera mentre continua a camminare per gli alti borghi in modo da tornare alla sua abitazione. Ogni giorno è sempre un po' più sola seppure i suoi figli le tengono compagnia, bhe Ai quanto meno, gli altri due sono troppo piccoli per avere una conversazione. Sospirando si allontana fal muro dove si è accostata. Indosso la donna porta una maglia lunga e porpora con il collo alto e che arriva fin sotto i fianchi, i pantaloni neri sono a sigaretta aderenti al corpo e sopra questi un cage nero legato ai fianchi e che scende fino alla caviglia con un intreccio studiato. Stivaletti neri con un leggero tacco, un ciondolo ovale pende dal collo e la corda di seta è rigirata attorno al collo. Non porta altro se non una borsa a tracolla di cuoio, si vede la sua manualità in quella fattura. Assottiglia lo sguardo ed allunga il passo per una volta poco interessata alle vetrine dei locali e negozi di lusso di quella parte dell'isola. I capelli corti ondeggiano poco sotto le orecchie e marziale continua a marciare in silenzio [ch on]

21:11 Kimi:
  [strada] Cammina senza degnare troppa attenzione a chi la circonda, almeno finché la stanno ad una distanza di sicurezza, inutile dire quanto continui a sentirsi braccata anche se di sensi di colpa non ci sia nemmeno l’ombra. Proprio per questo modo di incedere non nota Mekura o forse la nota proprio per questo. Se ne sta dal lato apposto della strada, cosa che rende la Hyuga un’ombra che controlla solo con la coda dell’occhio, passerebbe anche inosservata se questa non fosse diventata la settimana in cui riemerge il passato, mai che dia la colpa al fatto che LEI è riemersa e magari non è che gli altri la seguono. Una visione periferica che annota i dati nella sua mente, un’attenzione relativa che li riporta e va a schedarli come suo solito ed infine eccole lì le congiunzioni, il tempo è passato ma così come avrebbe riconosciuto Katsumi ovunque è innegabile che questo avvenga anche con la compagna di mille omicidi, ehm avventure. I capelli di lei che svolazzano, la carnagione, i capelli e in una certa misura anche il modo di vestire, tutti i dettagli che formano un puzzle nella sua mente e la portano ad arrestarsi, seppur all’inizio confusa si domandi perché ha deciso di fermarsi. Il capo viene voltato come a ricercare il motivo di quell’interruzione, cerca la figura di quella che ritiene e spera, in cuor suo, sia solo una sconosciuta, vuole semplicemente sincerarsene. Quando gli occhi freddi e attenti cadono però su Mekura ogni dubbio viene dissipato nella sua mente, sente che dovrebbe arrabbiarsi, sa che normalmente l’avrebbe attaccata a testa basta eppure una parte del suo subconscio le fa comprendere che è tutto passato, si è già sfogata, ha già sistemato le cose, se lo sente anche se non è assolutamente in grado di ricordare né come, né quando né, tantomeno, perché. E’ cambiata, non la attaccherebbe comunque ma proprio per quei sentimenti non può far a meno di sospirare nel vederla, decisa però a non fermarla, a non interromperla a non osare intromettersi nella vita che sicuramente si sarà costruita, non ne ha più alcun diritto visto come ricorda d’essersi lasciata. Se ne sta solo a fissarla, tutti i secondi che il destino ha deciso di concederle, ringraziando e godendoseli senza pretendere altro, già solo sapere che è viva basta

21:17 Kimi:
  [edit] [arte del veleno liv 3][veleno tossico]

21:27 Mekura:
  [alti borghi] Continua e continua, non c'è nulla sulla sua strada ed i pensieri sonon l'unica cosa che l'accompagna in questo momento. Andoss, il suo cane probabilmente la sta aspettando nell'appartamento desideroso di uscire fuori per quanto, probabilmente, Ai lo ha già portato a fare la sua passeggiata serale. Poteva pensare di tutto, ma mai avrebbe pensato di trovarsi davanti ad un fantasma, qualcuno che era morto, che continuavano a considerarla morta, che lei stessa ormai si era arresa all'idea di rivederla quando lei stessa sarebbe morta come farfalla che l'avrebbe accompagnata all'altro mondo. Kimi Doku, ricorda tutto di lei, ricorda quando litigava, ricorda le sue azioni omicide e suicide...per gli dei, ricorda anche quando lei le ha rivelato di essere incinta grazie al Byakugan. Kimi...Doku. Si gira di scatto come se avesse sentito...qualcosa, un istinto. Si guarderebbe intorno mentre il respiro accellera sentendo dentro di se qualcosa, una sensazione di qualcosa che stesse accadento in quel momento. Kimi...Doku. Ed è li, che la vedrebbe, nel buio, come un'ombra del suo passato. Sgrana gli occhi mentre quell'istinto che prima le faceva accellerare il battito del cuore, per poco non lo blocca facendole mancare un colpo. Non sentiva così male nel corpo da quando non ha sentito la voce di Azrael nella testa che era tornato...che era riemerso. Ed anche lei, una morta è riemersa. Se avesse lacrime le spenderebbe in quel momento, piangerebbe fino a sciogliersi in una pozza di isteria e tristezza e felicità. Ma, la vita di Mekura, la sua attuale vita felice è solo una scatola che contiene una disperazione che non ha mai superato e reprime quello che veramente è. Kimi Doku, le era mancata così tanto e non poteva dimostrarlo, non poteva dimostrarle quanto le volesse bene, quanto le sia mancata perché sapeva che non doveva sperare che sarebbe rimasta. Si avvicina in silenzio, non dice nulla, la guarda, la fissa per un attimo interminabile senza emozione poi abbassa il capo, sospira e sorride, stanca <sono morta?> domanda quasi con un briciolo di speranza o di resa come un vecchio che ha vissuto la sua vita e guarda la sua morte davanti a se <e sei venuta a prendermi?> [ch on]

21:37 Kimi:
 Non è riuscita nel suo intento, pur non desiderosa di disturbarla di entrare a gamba tesa e rovinarle la giornata o la vita alla fine è stata notata. Resta ancora immobile, una strada a separarle mentre si fissano, mentre capisce d’essere riconosciuta. Silenzio tra di loro, solo sguardi. Così distanti ora quando un tempo erano state così vicine, le avrebbe affidato sua figlia senza timori, ha più di una volta affidato la sua stessa vita e quella di Katsumi alla donna che ora sta osservando e nonostante tutto non riesce ad avercela ancora con lei per una stupidata come un torneo, avrebbe dovuto sapere che non si sarebbe risparmiata, la conosceva abbastanza da esserne consapevole, per nessuno quella ragazza avrebbe dosato i colpi, nemmeno per lei. Ascolta le sue parole e un amaro sorriso sorge sulle labbra, ancora una volta a volerla riportare indietro nel tempo così come quell’espressione fatta dopo la loro prima missione insieme. Un passo verso di lei, dopo essersi assicurata di avere via libera per attraversare <se così fosse te ne saresti accorta> ammette lei semplicemente <lo sai, non permetto a nessuno un trapasso indolore> scuote appena le spalle, non un vanto il suo solo la semplice verità <mi sei mancata sai?> direbbe se fosse riuscita ad attraversare e ad avvicinarsi alla donna <nei rari momenti in cui la mente mi dava tregue e riuscivo a pensare in maniera cosciente intendo> ancora una volta senza filtri, la semplice verità. Vorrebbe abbracciarla dopo tutto quel tempo, stringerla a sé almeno un’istante per comunicarle i sentimenti provati ora, persino quel senso di colpa per averla abbandonata voltandole le spalle ma non sarebbe da solo. La osserva invece lasciando che dai suoi occhi traspaia la stima profonda e l’affetto che per lei prova [arte del veleno liv 3][veleno tossico]

21:56 Mekura:
  [alti borghi] Le viene da sorridere quando le ricorda questo fatto. <infondo cos'è il trapasso senza un po' di dolore...ne ho inflitto tanto, ne merito altrettanto> Prende un lungo respiro continuando a parlare <del resto sarebbe solo un assaggio all'inferno a cui sono destinata> Piega la testa mentre il suo sguardo si fa amaro e fa fatica a parlare quasi <mi sei mancata immensamente> rivela a sua volta ancora una volta senza riuscire a piangere anche se vorrebbe. Voleva chiederle dove fosse stata, voleva sapere che cosa era successo? perché non era a Kusa? perché non era da Yukio? perché nessuno sapeva niente di lei e anzi si pensasse fosse morta. dov'era? cosa ha fatto tutto questo tempo? se avesse trovato la sua bambina...se sapesse che fine ha fatto la sua bambina. Mugugna abbassando lo sguardo di nuovo, non sapendo neppure più cosa dire, voleva solo stare con lei, in silenzio, non riuscendo a concepire che fosse ancora viva, come se davanti a lei ci fosse una illusione. Ha gli occhi lucidi mentre parla. <...sono diventata madre sai? due bellissimi bambini, miei> e si tocca il ventre come per far capire da dove provenissero quei bambini, generati da lei questa volta. <due maschi, sono ancora piccoli, uno a malapena cammina> [ch on]

22:11 Kimi:
 Non riesce a smettere d’osservarla continuando a domandarsi se sia giusto stare lì, scambiare quattro chiacchere e stare con lei. La mano destra sale fino alla punta dei capelli, ne tocca una singola cicca, attorciglia la punta, imbarazzo quello che sta mostrando. Ascolta le sue parole e nota come tutto il passato pare venir buttato dietro le spalle in un solo secondo, si parla delle novità, del presente, di ora. La ascolta e la guarda, nota gli occhi lucidi eppure tace preferendo sorvolare, almeno per il momento, decidendo di lasciarle i pensieri. Abbassa gli occhi verso il ventre di Mekura e poi successivamente verso il suo, se dita tra i capelli si bloccano di colpo, come se qualcuno l’avesse colpita e non riuscisse più a respirare resta in apnea, veloce la mente corre alla ricerca di una risposta adeguata e corretta, la gioia di avere un figlio a lei è stata strappata, insieme alla possibilità di averne altri, insieme alla speranza e alla gioia. Si blocca mentre la perdita rischia di sommergerla eppure da qualche parte nel profondo trova la forza di sorridere, può solo immaginare quanto sia felice e riesce ad essere rallegrata da quella notizia, non sa cosa si provi ad essere madre qualcuno ha deciso per lei <oh> esclama appena, la tristezza appare negli occhi, non potrebbe essere altrimenti ma non ne fa parola così come non prova a nasconderla, solo la mischia con quel sentimento di affetto che la spinge a rallegrarsi per l’altra <tieniteli stretti Mekura> le parole hanno un retrogusto amaro ora <non permettere a nessuno di portarti via questa gioia> non escono parole differenti da quelle, nemmeno si informa su di loro incapace di condividere così profondamente quella gioia senza dover riviere il suo trauma [arte del veleno liv 3][veleno tossico]

22:25 Mekura:
 Risponde amaramente la donna <lo so> Kimi non sa i trascorsi, non sa che le hanno strappato anche a lei qualcosa di suo, qualcosa della sua femminilità, ma di certo non ne ha voglia di parlarne. <io strapperò la pelle di chiunque ci voglia provare, per loro ho solo dolore e furia> ed è terribilmente seria mentre lo dice, come una tigre che sta ringhiando. Si prende un attimo e poi annuisce cercando di calmarsi. con la punta del piede conta fino a 5 e la guarda. Lentamente azzarda un passo, poi un'altro e continua a fissarla sempre più in ansia e se glielo avesse permesso allungando la mano destra verso questa, cerca la sua mano, cerca un contatto, qualcosa per provare che è viva, che quella carne non è una illusione ed è lei, Kimi, la vera Kimi. Se fosse successo la donna letteralmente si scoperchia e qualcosa trapela da dentro di lei. Non se ne accorge ma gli occhi iniziano a gocciolarle, prima il sinistro, poi destro lasciano delle tracce sul volto mentre continua a sentire tra le dita quella pelle che dovrebbe percepire come viva se non altro materica. E poi crolla, Kimi vede Mekura cadere in ginocchio davanti a lei poggiando la testa contro la propria mano iniziando a piangere scossa da forti scossoni, da sussulti interni sempre più violenti, mettendosi infine ad urlare il suo pianto. Alla fine, alla fine le sue lacrime per lei è riuscita a trovarle. <Kimi....Kimi! > ripete il suo nome continuando a piangere ad intervalli. <Kimi> non riesce a dire altro, le fa male, le fa tanto male eppure le fa bene. Ma urla ancora più forte liberandosi di un'altro peso della sua anima..era li, Kimi era davanti a lei. [ch on]

22:34 Kimi:
 Annuisce seria quando parla, seria e grave <ti prometto che ti aiuterà a cavare il cuore dal petto di chiunque li minacci> questo può farlo e deve farlo per sé stessa e per Yume, che la sua perdita non sia stata vana, che la rabbia riversata sul clan Uchiha sia solo il monito di quel che è in grado di scatenare. Quando la donna inizia ad avvicinarsi non si ritrae così come nemmeno prova lei a ridurre lo spazio, crede di non meritarselo ed è per questo che evita di aiutarla nell’operazione, si limita a non ostacolarla. Solo la mano si muove appena in sua direzione, come a contrastare quel tocco per far in modo che la Hyuga entri in contatto solo ed esclusivamente con il tessuto del suo kimono pesante <ti avvelenerei> un’attenzione solo per lei, tutta dedicata a quell’amicizia mai davvero spezzata per lei, quante volte l’ha avvisata di non toccarla, durante tutti i loro combattimenti l’ha sempre messa in guardia ed ora come all’epoca fa la stessa cosa. Dovrebbe poi vederla cadere ai suoi piedi, in ginocchio, in lacrime. Si ferma ancora una volta, bloccata e quasi spaventata, non si sarebbe mai aspettata una simile reazione, le è ormai evidente che ci sia qualcosa dietro alla facciata iniziale, che la vita di Mekura non sia stata facile, qualcosa ha segnato anche lei. Si ritrova quindi a nascondere lamano sinistra nella manica larga per poi provare a portarla verso la testa dell’altra, per accarezzarle dolcemente i capelli <sono qui> l’unica risposta che le verrebbe spontanea, occhi appena lucidi anche i suoi, si trattiene, resta miracolosamente calma quasi equilibrata sempre alla ricerca di quella nuova strada che si sta aprendo mentre continua a cambiare profondamente sé stessa. La lascia sfogare, piangere anche inveire se dovesse succedere, rimarrebbe lì come una solida colonna, qualcuno su cui sfogarsi sicura che sia questo quello di cui ha bisogno adesso l’altra donna[arte del veleno liv 3][veleno tossico]

22:47 Mekura:
 Appoggia una mano a terra per sostenersi mentre sente le lacrime cadere a terra. <ti avevo perso, vi avevo perso tutti> sente le orecchie vibrare, il sale delle lacrime nel naso e il sapore sulle labbra mentre il corpo trema ferocemente. <tu, Katsumi, tutti. Non sono riuscita ad aiutare nessuno, non sono riuscita a proteggere nessuno dei miei compagni, delle persone che amavo, mi ero abiutata a perdervi, a perdervi tutti> prende una pausa piegandosi ulteriormente sotto il peso di quel tocco leggero. <ti ho deluso e sono rimasta sola con il vostro ricordo e quando Azrael era tornato io...ero cambiata ero peggiorata. Volevo solo la morte, volevo solo la morte dopo aver cresciuto Ai e Ken, ho provato...ho provato a vivere ogni giorno di più, ma vi perdevo, vi stavo perdendo tutti...ho smesso anche di essere un ninja, ho smesso di essere una Hyuga per un po'...> continua a piangere ma lentamente i piani si fanno meno insistenti <mi dispiace, mi dispiace. Non ero abbastanza forte, non sono riuscita a farcela, ho tradito la fiducia di tutti, ha allontanato tutti...mi dispiace Kimi, mi dispiace> e continua a sfogarsi come un torrente in piena <ti prego, ti prego ho bisogno che qualcuno lo capisca> [ch on]

22:55 Kimi:
 Ascolta le parole mentre continua con quel movimento sul capo di lei, protetta dallo strato di tessuto, protetta dal suo veleno, attenta ad evitare che ciò avvenga, non vuole ferirla ulteriormente <oh Mekura> replica solamente, quello sfogo, quel dolore lo riconosce, la disperazione l’ha affrontata in lungo ed in largo in quegli anni <tu non potevi aiutarci, non potevi salvarci> aggiunge semplicemente <nemmeno io e Kastumi potevamo salvarci> la realtà l’ha già accettata, loro due non andavano più bene, quel secondo tentativo li ha solo distrutti <siamo stati costretti a perderci e mi dispiace> continua lentamente il suo discorso <mi dispiace aver scelto di svanire senza dire nulla, ma chiudermi nel mio dolore è stata l’unica cosa che sono riuscita a fare> continua andando a ripercorrere parte del doloroso passato, cerca di distaccarsene eppure la malinconia emerge dal suo tono di voce, respira profondamente e fa spesso pause per trattenersi <dopo la vendetta non avevo altro se non l’odio per tutti e per me stessa> fa male, fa male ripensare a ciò che ha provato <e quando anche Katsumi è svanito io sono semplicemente affogata, come era già successo e proprio come allora sono scappata da me stessa, o lasciato che cuore e mente si dilaniassero e mi sono estraniata> racconta per la prima volta davvero <sono stata egoista e per questo ti chiedo scusa ma ora sono qui e non me ne andrò> un solenne promessa la sua <ho deciso di tornare e di vivere> continuerebbe ad accarezzarla <e spero queste mie parole possano alleviare la tua disperazione almeno un po’, altrimenti resterò qui ad ascoltarti e consolarti finché avrai la forza di piangere e disperarti, non ti lasci sola Mekura> non si merita tutto questo, un senso di nausea la pervade mentre parla, senso di colpa per averla lasciata sola in posto che si è illusa essere sicuro, ben consapevole di quanto la vita sia infame e il mondo ninja spietato[arte del veleno liv 3][veleno tossico]

23:16 Mekura:
 Il pianto è quasi un lamento agonizzante di un animale e si ritrae mentre sente quelle parole. Ha sempre cercato con troppa solerzia di fare l'eroe e di proteggere tutti, quando non si è mai dimostrata capace di poterlo fare. Quando sente quella storia ora, solo ora riesce davvero a capire cosa provasse Kimi. Quella rabbia ed odio che ti consuma e non ti abbandona mai, ora lo sa, ora lo sa e lo percepisce con chiarezza quella rabbia, quell'odio. <ho odiato me stessa così tanto, ho odiato gli altri così tanto...li ho odiati, li ho odiati con tutta me stessa, li ho odiati come si odia un nemico, come si odia chi cerca di predarti, li ho odiati tutti indistintamente e avrei voluto vederli bruciare> subbalza e sospira quando sente questa accarezzarla <mi sentivo spogiata di tutto, persino della mia dignità...ho fatto un errore, si, ma ho ripagato a quel errore, ho ripagato e sono stata trattata come una sgualdrina, come una traditrice, come una poco di buono, come una debole...e continuavano a dirmi, no, no, no, lo facciamo per il tuo bene, siamo tuo amici, mi hanno abbandonata ad uno psicologo e basta, mi hanno abbandonato come se non volessero più voler avere a che fare con me...avevo solo bisogno di contatto...NON DI UNA CONTINUA PROVA DI FORZA.> grida arrabbiata <dimostra! dimostra che sei forte! dimostra che sai battermi, dimostra che vuoi vivere, dimostra che vuoi bene ai tuoi figli, dimostra, dimostra, dimostra, dimostra, tutti, tutti! dovevo dimostrare a tutti qualcosa solo per sentirmi dire che avevo sbagliato tutto. dimostra che sei una Kunoichi, dimostra che sei abbastanza forte per tuo fratello, dimostra di essere abbastanza forte per il clan, dimostra, dimostra, dimostra....dimostra....> ha un nuovo crollo e la sua voce con lei <ero stanca di dimostrare, ero stanca che tutti mi guardassero come un cane di strada, io avevo abbandonati tutti per la vergogna, perché sentivo che loro si vergognavano di me...e non ce la facevo più> sussulta arrivando a guardarla con il groppone in gola <non te ne andrai?> chiede di nuovo <...ti prego...io vorrei tanto che sia così, lo vorrei tanto> [ch on]

23:26 Kimi:
 Continua ad accarezzarla a ricambiare quell’affetto e quel supporto che lei non le ha mai fatto mancare, non importa quanti sensi di colpa possa provare ora, quanto il dolore sia sempre lì a ricordarle la strada fatta fin ora, nulla ha importanza in quel momento, la manica poggiata sulla testa della Hyuga, la rabbia, sentimento così familiare a lei, monta sentendola parlare eppure riesce a controllarla a domarla senza abbandonarsi ad essa <non me ne andrò> replica quindi <ho perso tutto ma sono tornata> una semplice quanto pesante constatazione <e tu non devi dimostrare nulla, non a me e non al mondo intero> continua quindi <non hai mai dovuto dimostrare nulla Mekura> seria cerca di cacciare quei demoni, quella disperazione che percepisce nello sfogo comprendendola profondamente, mai erano state così vicine fin ora, un sentimento che ha scavato dentro di loro riducendole ad ombre di sé stesse <ed io sono qui per ricordatelo, so cosa vali e so chi sei> non si ferma, non smette di parlare capendo quanto la sua voce possa esserle d’aiuto <mi hai salvato la vita, mi hai fermata quando ho cercato di farmi del male, mi hai aperto gli occhi quando ne avevo più bisogno e sei rimasta fedele al demone che ero> gli occhi li ha aperti davvero ma solo recentemente <sono qui, abbastanza forte per entrambe se dovesse servire> lo sguardo che va ad incontrare quello della ragazza, a ricambiarlo teneramente. Odio, rabbia, dolore e tristezza che ancora una volta si mischiano con l’affetto e il profondo desiderio di amicizia che la stanno spingendo [arte del veleno liv 3][veleno tossico]

23:38 Mekura:
 Tra i singhiozzi ancora una volta riesce a dire un "mi dispiace" strozzato e stando attenta a toccare solo i vestiti la donna cerca di abbracciarla. curioso: un tempo era Mekura negli stessi panni di Kimi ora era bello, per una volta sentirsi sorretta, realmente sorretta, bastavano solo delle parole e contatto e vicinanza...e forse è questo quello che deve dare anche lei, per una volta, forse quello è stato il suo vero errore, non ha saputo darlo abbastanza? non ha saputo darlo bene? non lo sa. Ha un dejavù con l'ultima frase e rimane così con gli occhi chiusi in un tentativo di calmarsi. <vieni con me> chiede la donna cercando di rimettersi in piedi <voglio farti vedere i bambini...ah, uno forse non ti piacerà il nome, ma dicamo che mi sono sentita in dovere> tira su con il naso cercando poi di strusciarsi via le lacrime salate. <Hiashi e Kurako..> le viene da ridere. <per il secondo volevo quasi dargli un'altro nome ma....lui non esiste> e con quelle parole Kimi potrebbe capire a chi si riferisce la donna. <e Andoss, il mio cane, bhe il cane di Ai a dire il vero...sai non è più cieca, ho molte storie da raccontarti> prosegue Mekura sorridendo, più solare, più libera da quel peso. [ch on]

23:45 Kimi:
 La abbraccia, toccandone solo il tessuto, attenta a non avvelenarla, attenta a non ferirla, la stringe a sé gli istanti necessari a farle capire quanto fosse seria nelle sue parole, quanto sia davvero intenzionata a diventare quel sostegno che le ha fatto mancare negli ultimi anni. Annuisce appena a quella richiesta, consapevole di non potersi ritrarre ora, respira profondamente cercando di darsi la forza necessaria per affrontare i suoi bambini, sperando nel profondo del suo cuore d’essere davvero pronto. Ascolta quel nome sorride appena <avevamo fatto pace> replica andando a ripercorrere il viale dei ricordi <proprio alla fine, ci eravamo trovati ad abbandonare l’ascia di guerra> scuote appena le spalle sciogliendo la stretta sulla schiena della compagna <e meglio questo nome rispetto a qualcuno che si mette nei guai e poi pretende d’essere salvato> sbuffa appena, quell’ultima missione insieme quando già in grembo c’era Yume. Sorride quasi divertita nel ricordare, le sue stupide lotte, le sue convinzioni, quanto le sembra piccolo tutto ciò adesso <forza andiamo!> decide infine <fammi strada e raccontami un po’! Ma non farmi toccare i tuoi figli, non mi va d’essere il loro primo bacio> cercherebbe di farle l’occhiolino, cerca di sdrammatizzare, per quanto lei ne sia in grado, per non pensare e per cercare in lei quella forza decantata poco prima, deve affrontare ciò che lei non avrà mai più, la sua più grande perdita e deve farlo con coraggio e sicurezza per poter aiutare l’amica[arte del veleno liv 3][veleno tossico][end]

00:13 Mekura:
 La donna sorride, quando sente quella informazione <ah> kurako...spera che il suo Kurako quanto meno abbia una vita migliore di quella che ha avuto lui, una vita più tranquilla e quanto meno più stabile. <mio marito tuttavia non è con noi, è via> è sempre via, ma almeno sa bene quale è la natura della loro relazione, non è mai stata una cosa infelice, o insoddisfacente o che le abbia mai mentito. Semplicemente non era presente per lei. <già decisamente meglio di uno che si crede un Dio> scuote il capo e solleva le spalle <si, va bene> sorride pensando ai figli, alla curiosità di questi. <sono molto tranquilli, per essere dei bambini, ma no, farò in modo che non ti tocchino> era felice, era felice dopo tanto tempo...ed era un sentimento genuino di un passato che è ancora molto distante. Era come trovare una fotografia, una malinconica fotografia ci qualcosa sbiadito e svanito, non si riconoscono se non a malapena le forme, ma qualcosa dentro di te rilascia malinconia e dolcezza...e pace infinita. SI allontanano insieme alla fine, nella notte verso la casa che ha affittato [end]

Kimi e Mekura si incontrano dopo molto tempo.