Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Specchi

Free

0
0
con Sakir, Tenshi

15:38 Tenshi:
  [Albero] Gennaio. Un mese buio e freddo. Ma anche un mese chiaro, bianco come la neve. Uno di quei mesi in cui non sai se essere felice o triste. E la Senjuu non sa come effettivamente si senta in quel momento. La sua mente vola verso eventi passati, spiacevoli, ma anche piacevoli. E' un miscuglio di sensazioni, in cui non si riesce a capire quale predomini sulle altre. Un lungo respiro viene fuori dalle sue piccole narici, quasi uno sbuffo. Ricorda di quella volta in cui ha perso se stessa, in spiaggia. Ma anche di quella volta in cui, forse, si è ritrovata, durante quella spedizione al tempio. Sì, quella volta ha sentito un'emozione nuova. Ha sentito di potersi fidare delle sue capacità. Lo sguardo ceruleo è crucciato, mentre i pensieri si susseguono veloci. E' seduta sotto un grande albero. Ormai, da quando si trova su quell'isola, ha preso l'abitudine di stare lì seduta a pensare a chissà cosa. La schiena è poggiata contro la corteccia spessa, mentre le gambe sono piegate in direzione del petto. I lunghi capelli rosa sono legati in due trecce basse, con due piccoli fiocchi rossi che le tengono ferme. Sul capo, vi è una fascia nera sulla quale si trova la placca metallica con il simbolo della Foglia. Al collo, ha una cordicella nera con uno strano ciondolo: si tratta di legno con una forma perfettamente circolare, che circonda una moneta, come se essa fosse incastonata. Un cappotto verde militare che le arriva fino a metà coscia, forse un po' grande per lei, copre una felpa rosa corta. Le gambe sono fasciate da jeans blu scuro e, sulla coscia destra, delle fasce bianche reggono un portakunai nero, all'interno del quale vi sono delle armi per ogni evenienza. Ai piedi, invece, ha dei semplici stivaletti neri che le coprono le esili caviglie. Le mani, scoperte, sono tenute congiunte, vicino al petto, per cercare, in qualche modo, di riscaldare, anche se invano. Mentre è persa nei propri pensieri, si ricorda di non aver ancora attivato il Chakra. Così, le mani, che sono già congiunte al petto, verrebbero mosse a formare il sigillo della Capra. Perciò, immaginerebbe due sfere: una rossa, l'altra blu. La prima, quella rossa, in corrispondenza della fronte, rappresenterebbe la forza spirituale. La seconda, quella blu, nei pressi del ventre, simboleggerebbe la forza fisica. Comincerebbe a far ruotare le due sfere, dapprima sul loro stesso asse, per poi spingerle, l'una verso l'altra, nel petto. Qui proverebbe ad unire le due sfere, formandone una sola: quella del Chakra. Se il richiamo fosse andato a buon fine, sentirebbe una grande forza invadere ogni singola cellula del proprio corpo. Scioglierebbe, dunque, il sigillo e tornerebbe a perdersi tra i meandri della propria mente. [Tentativo richiamo del Chakra][Chakra 25/25][equip: 3xkunai - 3xshuriken - 1xcarta bomba]

15:41 Sakir:
 Pomeriggio di tranquillità per il nostro neo Genin. Stamattina ha ricevuto l'esito del suo esame ed è uno Shinobi a tutti gli effetti. Dopo averlo comunicato ai suoi genitori e a suo fratello, si è diretto in una pasticceria per comprare una torta e festeggiare insieme a loro per poi uscire e farsi una passeggiata, dirigendosi verso il Parco dell'Isola Chumoku, dove sta ancora insieme ai famigliari, anche se adottivi, che lo hanno accolto senza troppe difficoltà. Quest'oggi indossa un paio di pantaloni lunghi blu scuri, una azzurra e delle scarpe chiuse. Come equipaggiamento ha il suo portakunai e shuriken dove al suo interno vi sono tre shuriken e due kunai e un paio di fuuda con i tronchetti da sostituzione. Oltre ad avambracci, schinieri e guanti per protezione. Il suo coprifronte è legato nel braccio sinistro, con un nastro di colore verde scuro. Si presenta come un ragazzino alto e magro, con i capelli rossi e mossi e gli occhi grandi e arancioni. Nelle mani tiene un lecca-lecca alla fragola che scarta e se lo mette in bocca. Cammina lentamente, facendo piccoli passi, osservando il luogo pieno di alberi, siepi, fiori, uccellini che svolazzano sopra la sua testa <Che pace> esclama a bassa voce. Non ha voluto richiamare il chakra, almeno fino ad ora. Non ne sente il bisogno per il momento. Continua a camminare in un vicolo alberato del Parco, senza avere una meta ben precisa. [Chakra off][Equipaggiamento: tre shuriken, due kunai e un paio di fuuda con i tronchetti da sostituzione]

16:01 Tenshi:
  [Albero] Quando lei è persa nei suoi pensieri, potrebbe sembrare che nulla possa toccarla, distrarla. Eppure, il suo orecchio è sempre teso ad ogni minimo rumore, sempre all'erta. E' come se non si sentisse mai al sicuro. Le succede spesso, da quando è su quell'isola. Pensa sempre che qualcuno sia in agguato, pronto a fare qualcosa di cattivo. Forse perché su quell'isola si sono riuniti ninja da tutto il mondo. Forse perché effettivamente non sa che tipo di persone può incontrare. Non lo sa mai. Ancora non ha raggiunto quella completa sicurezza degna di una kunoichi. Deve ancora crescere, in fondo è ancora una ragazzina. Non sa ancora cosa significhi vivere. E, ad un certo punto, li sente. Sente quei passi che si avvicinano lenti in sua direzione. Non che si stiano effettivamente dirigendo proprio verso di lei, ovviamente. Però quel pensiero le travolge la mente, facendola rabbrividire. Stringe le spalle e avvicina ancor di più le gambe al petto. Gli occhi cerulei, grandi, vengono portati sul sentiero principale, da cui provengono quei passi. Ciò che subito nota è il coprifronte, legato al braccio sinistro, proprio come lo tiene Onosuke. Riesce a rilassarsi quando capisce che quella figura viene da Konoha. Un suo compaesano. Lo sguardo viene poi attirato dal colore particolare dei capelli, poi da quello degli occhi. Rossi i primi, arancioni i secondi. Come se dentro quel ragazzo bruciasse un fuoco perenne. Delle parole vengono fuori dalle labbra di lui, accompagnate da un'espressione serena. Le spalle e le gambe di lei vengono finalmente rilassate. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Non c'è nulla di cui aver paura. Solo quando pochi metri ormai dividono i due konohani, la genin esclamerebbe < Non ti ho mai visto a Konoha >. O, per lo meno, quel ragazzo non era in mezzo a quei bambini e ragazzini che da piccola le gridavano 'demone'. Il che è un sollievo. Manterrebbe la sua posizione, la schiena dritta contro l'albero e gli occhi, di un azzurro in cui si perde il verde, sarebbero fissi sul ragazzo. [Chakra on][equip lo stesso]

16:08 Sakir:
 La fine del sentiero sembra essere la sua meta. I pensieri che scorrono nella sua mente. La sua infanzia, il periodo all'orfanotrofio, quando è stato adottato. Sono passati molti anni oramai e ha raggiunto uno degli obiettivi della sua vita: diventare un ninja di Konoha. Adesso ha un altro obiettivo. Scoprire la verità della sua famiglia e il motivo del perchè lo hanno abbandonato. Non sa nulla di loro. Ne chi siano, il loro nome, se sono shinobi o dei semplici civili. Nulla di nulla. I pensieri continuano a scorrere e solo quando sente la frase della ragazzina sembra ritornare nella realtà. Lo sguardo si focalizza sulla sua figura. La guarda con attenzione prima di dire semplicemente <Non sono uscito molto. Uscivo solo per andare a lezione e ieri ho svolto il mio esame pratico che ho superato> abbozza un sorriso, fermandosi ad un metro di lei mentre si abbassa, per osservarla direttamente in viso <Io sono Sakir, neo Genin> si presenta in quel modo, ritornando in completo silenzio, cedendo parola alla ragazzina. [Chakra off][Equipaggiamento: tre shuriken, due kunai e un paio di fuuda con i tronchetti da sostituzione]

16:27 Tenshi:
  [Albero] Il ragazzino sembrerebbe perso anch'egli nei propri pensieri e, solo sentendo la voce della Senjuu, verrebbe riportato alla realtà. Le dispiace. Le dispiace di essere di nuovo d'impiccio a qualcuno. Come quella volta in cui strappò quella ragazzina dagli occhi color rubino dal suo mondo immaginario. Non voleva farla stare male, voleva solo... riportarla alla realtà. E alla fine entrambe ne avevano sofferto. Avevano sofferto a causa di quel maledettissimo incontro. Poi, non l'ha più incontrata. Come se fosse svanita nel nulla. Adesso, spera solo che stavolta vada meglio. Che stavolta non faccia del male a nessuno. Nemmeno a se stessa. Oh, ecco perché non lo aveva mai visto. Semplicemente, come lei, non usciva molto di casa. Il ragazzo, adesso, sorride. Quanto le mancavano i sorrisi delle persone. E lui gliene stava rivolgendo uno senza interesse. Anche se non si erano mai visti prima, le sta sorridendo. Ricambia, in qualche modo il sorriso, alzando solamente il alto destro delle labbra. Lui sembrerebbe felice. Felice di aver appena superato l'esame. Di essere un ninja a tutti gli effetti. Le ricorda se stessa, qualche anno fa. Le ricorda quel giorno in cui Azrael-sensei era andato a casa di lei per consegnarle quel coprifronte che ancora oggi indossa. Era felice, davvero. Poi le cose erano cambiate. Non sa dire se essere un ninja era stato un male o un bene. Da un lato, aveva preso fiducia in se stessa. Dall'altro, l'aveva persa nel momento in cui aveva attaccato quella bambina, accecata dal bisogno assoluto di voler aiutare gli altri. Che stupida. Si era illusa di poterlo fare veramente e questo l'aveva portata alla rovina. < Oh, congratulazioni allora > direbbe, dopo qualche attimo di silenzio. < Io sono Tenshi >. Non dice il proprio cognome. Non vuole che il ragazzo si faccia strane idee. Perché sì, lei è una Senjuu. Ma non ha neanche una piccola parte del potere del primo Hokage, che rese il clan dei Senjuu uno dei più potenti a Konoha. Nel frattempo, il ragazzo si è spostando, abbassandosi proprio davanti a lei. Si tengono a distanza, come se nessuno dei due fosse sicuro del da farsi. Come se si stessero studiando a vicenda, cercando di capire che tipo di persona hanno davanti. < Chi ti ha esaminato? > chiederebbe, più per colmare quei secondi di silenzio che per curiosità. [Chakra on][equip lo stesso]

16:36 Sakir:
  [Albero] Si siede nell'erba, non curandosi che si potrebbe sporcare i pantaloni. Vuol stare con quella ragazzina, del suo stesso Paese. Vuol conoscerla, in quanto potrebbe essere una sua futura compagna di missione. Vuol conoscere ogni persona che incontra nel suo cammino. Sorride ancora una volta, sfiorandosi il coprifronte legato nel braccio con il nastro verde scuro, finendo il suo lecca-lecca. Tiene la stecca vuota nella mano destra, quella dominante, dicendo poco dopo <Grazie mille. E' stato un esame molto pesante> annuisce <Però ho dimostrato di saper combattere, anche se la mia avversaria mi ha un po' umiliato> fa un sospiro, gettando aria dalle narici e dalle labbra. Aria che si trasforma in una nuvoletta di vapore visto le temperature di quel luogo <In ogni caso avevo Atsumori Hyuga Sensei e la mia avversaria era Natsumi Sato. Una Genin con più esperienza rispetto a me> fa una piccola pausa. Gioca per qualche istante con la stecca del lecca-lecca, passandolo fra le dita prima di dire <Piacere di conoscerti, Teshi. Spero di non averti disturbato ma avevo voglia di fare una passeggiata e rilassarmi un po' in questo magnifico posto, incontaminato dagli uomini> ritorna in silenzio. [Chakra off][Equipaggiamento: tre shuriken, due kunai e un paio di fuuda con i tronchetti da sostituzione]

16:53 Tenshi:
  [Albero] Il ragazzino adesso si siede, come se fosse interessato. Come se volesse sapere veramente chi è la genin dai capelli rosei che ha davanti. E lei ne è incuriosita. Era raro che qualcuno si interessasse a lei. Era sempre stata lei ad interessarsi agli altri. E questo la fa sorridere. Probabilmente, quel ragazzino avrà un obiettivo. Proprio come lo aveva lei anni fa. Glielo si legge dal suo modo di fare, dal suo modo di osservare chi gli sta attorno, dal suo modo di esprimersi. E' bello avere degli obiettivi. Fino a quando non ti distruggono. Un altro mezzo sorriso viene rivolto al ragazzo dai capelli rossi, come se adesso anche la rosata fosse interessata a lui. Come se adesso volesse veramente saperne di più. Ma starà attenta, stavolta. Lascerà che sia lui a dirle tutto ciò che vuole. Lei non farà domande scomode. Non cercherà di aiutarlo, a meno che non sia proprio lui a chiedere l'aiuto di lei. Ma, con il tempo, ha imparato che nessuno ha veramente bisogno di aiuto. Ci si può solamente aiutare credendo in se stessi. Ormai, lo ha capito. < Mmmm, non conosco nessuna delle due >. Certo, non metteva piede nell'accademia da più di tre anni. La sua prima insegnante fu quella che adesso è conosciuta come Judai Hokage. < No, no assolutamente... Non mi hai disturbata >, direbbe, abbassando lo sguardo sull'erba. Aveva capito che parlare con gli altri poteva essere piacevole, quando nessuno degli interlocutori ne fosse infastidito. E forse, questo incontro sarebbe potuto risultare positivo. Strano. Solitamente, tutti gli incontri che lei aveva avuto erano finiti male. Chissà che stavolta non sia la volta buona. < Già... è un posto tranquillo >. La sua mente viene riportata al giorno del suo esame. Azrael-sensei aveva esaminato lei e Norita. Dopotutto, non pensava veramente che sarebbe riuscita a passarlo. Che sarebbe riuscita a diventare davvero una kunoichi. Eppure, adesso era lì, con il coprifronte legato alla testa. E' una kunoichi da quasi quattro anni. < Io sono stata esaminata da Azrael Nara... penso che puoi immaginare quanto sia stato difficile > direbbe, sorridendo. Tutti, a Konoha, conoscono Azrael-sensei, uno dei ninja più forti al mondo. Spietato e meschino con i nemici, ma anche grande maestro di vita. Almeno per lei. [Chakra on][equip lo stesso]

17:03 Sakir:
  [Albero] I due sembrano interessarsi l'un l'altro. Gli si legge in faccia che il ragazzino ha un obiettivo nella sua vita, ne ha tanti, ma uno in particolar modo. Studia la fisionomia della ragazza ed il suo linguaggio del corpo. Si prende qualche altro secondo prima di dire, con un tono di voce pacato e tranquillo <Non ho avuto modo di conoscere gli Hyuga, se non il Sensei ieri> la stecca del lecca-lecca è ancora nella sua mano dominante, la destra. Continua a giocare con essa, sembra un piacevole antistress per il tredicenne <Da quando sei Genin?> domanda con un pizzico di tono curioso <La mia avversaria di ieri ha usato il mio stesso tronchetto da sostituzione per colpirmi in pieno petto> fa un sospiro, alzando lo sguardo verso il cielo. La nebbia copre la sua visuale ma sembra fermarsi in quella posizione per un minuto o due prima di riabbassare lo sguardo verso Teshi riprendendo a parlare <Azrael Nara?> spalanca gli occhi <Il Tessai? Uno dei Ninja Leggendari degli ultimi tempi?> si lo conosce di fama e delle sue gesta ma non lo ha mai visto di presenza <Sei stata fortunatissima ad aver avuto lui come Sensei. Avrai imparato moltissimo e sarai fortissima> dice senza peli sulla lingua dicendo poco dopo <Lo vuoi un lecca-lecca?> vuol essere carino e gentile nei confronti della sua interlocutrice. [Chakra off][Equipaggiamento: tre shuriken, due kunai e un paio di fuuda con i tronchetti da sostituzione]

17:21 Tenshi:
  [Albero] Non saprebbe dire se quel gesto di rigirarsi quella stecca tra le dita sia per nervosismo o per altro. Magari ha qualcosa che gli attanaglia la mente, proprio come lei. O magari è un semplice gesto istintivo, privo di significato. La rosata ha sempre cercato di capire gli altri. Di capire cosa ci fosse nelle loro menti. Ma senza mai riuscirci. Senza mai capire nulla. E questo l'aveva fatta stare male. Per cui, adesso, non dà più peso alle domande che le vengono in mente quando incontra nuova gente. Ha paura di essere ferita e di ferire. In ogni conversazione, è come se stesse impugnando un pugnale con due lame: una rivolta verso di lei, l'altra verso il proprio interlocutore. E non sa mai come andrà a finire. Chi ne uscirà più ferito? Chi sarà salvo? Non era mai stata brava nelle conversazioni con gente sconosciuta, questo lo sapeva benissimo. < Sono genin da circa tre anni e mezzo >. Era passato un bel po' di tempo dal suo esame. E quello è uno dei pochi ricordi felici che ha, seguito poi dall'amicizia con Norita e dal fidanzamento con Onosuke. Dopodiché gli eventi che si erano susseguiti nella sua vita erano stati una completa disfatta. Il peggio non è stato affrontare l'esame con Azrael-sensei. Il peggio è arrivato dopo, nella vita di tutti i giorni. Quando non sapeva cosa fosse meglio fare. Quando la sua mente si era spenta e le emozioni avevano preso il sopravvento. Un sorriso distaccato viene rivolto alle parole di Sakir, come se capisse quanto fosse stato difficile per lui affrontare quell'esame, ma, allo stesso tempo, come se stesse cercando di comunicargli che, ancora, la parte difficile deve arrivare. < Sì, esatto, proprio lui > risponderebbe alle sue domande. Sembra un tipo sveglio e curioso. Magari è proprio di una persona del genere che la genin ha bisogno in questo momento. Qualcuno che la sproni a parlare. Qualcuno che la sproni a tirare fuori ciò che ha dentro. Qualcuno che la sproni ad andare avanti. Gli occhi di lei, poi vengono spalancati all'affermazione di lui. 'Sarai fortissima'. Lo sguardo viene distolto, il volto girato in uno scatto verso destra. < Per niente. Non so badare neanche a me stessa > direbbe, senza penarci. Perché gli ha detto quella frase? Perché non è riuscita a tenerselo dentro? < Ma accetto il lecca-lecca >. Tenendo ancora il volto girato verso destra, allungherebbe verso di lui il braccio sinistro. Forse è la bontà che vede in quel ragazzino a farla parlare con franchezza. [Chakra on][equip lo stesso]

16:17 Sakir:
 Il tredicenne sta ancora osservando ogni minimo movimento dell'altra. Ne segue la mimica facciale e i movimenti con le mani. Sembra che la stia studiando per capire cose le passa per la testa. Vuol capire il perchè la sua interlocutrice sembra essere in imbarazzo. La stecca del lecca-lecca viene ancora girata fra le dita e sembra essere semplicemente un movimento senza un significato ben preciso <Wow. Da tre anni e mezzo? Avrai svolto tantissime missioni> esclama entusiasta per lei <So che la vita dopo l'Accademia e l'esame è difficile ma bisogna avere una forte volontà e tanta tanta anzi tantissima voglia di continuare per questa strada. Io ho un obiettivo. Scoprire la verità della mia famiglia, oltre a difendere il Villaggio e coloro che ci vivono> annuisce un paio di volto <In ogni caso, siamo dentro un Alleanza e quindi è importante combattere anche per gli altri Villaggi> piccola pausa per poi dire <In ogni caso, spero di poterlo incontrare prima o poi. So che è fortissimo> si riferisce ad Azrael Nara. Ha intenzione di stringere un'amicizia con lei. Sa che è importante conoscere gli altri suoi compagni, in quanto potrebbero svolgere delle missioni insieme <No. Io sono sicuro che sei un'eccellente Kunoichi. Sai badare a te stessa e alle persone che ti stanno a cuore!> il tono della voce è serio <Sei una Kunoichi della Foglia, allieva di Azrael Sensei e quindi devi credere nelle tue capacità e quella dei tuoi compagni> chiude con <Ho il lecca-lecca alla fragola, alla menta o al lampone. Che gusto vuoi?> le sorride ancora una volta. [Chakra off][Equipaggiamento: tre shuriken, due kunai e un paio di fuuda con i tronchetti da sostituzione]

16:45 Tenshi:
 Il ragazzino dai capelli rossi sembra sempre più interessato a lei. Come se volesse capire cosa si cela dietro il suo sguardo o tra i suoi pensieri. Le assomiglia a qualcuno. Sì, qualcuno di molto familiare. Se stessa. Ha la sua stessa curiosità. La sua stessa voglia di conoscere gli altri. La sua stessa voglia di poter capire il proprio interlocutore. Anche se, ormai, quella parte di lei, era andata quasi completamente distrutta. La sua voglia di comprendere gli altri l'aveva fatta agire d'istinto, senza pensare. E, per questo, aveva cercato di affievolirla. O, perlomeno, di non darla a vedere. Di non farla venire fuori. < Beh, sì... diciamo che sono stati anni impegnativi >. Eccome se lo sono stati. Ha dovuto imparare a proprie spese com'è la vita reale, che a quell'età potrebbe sembrare ancora un gioco. Se davvero lo fosse, se la vita fosse davvero un gioco, allora sicuramente sarebbe uno di quei giochi mortali in cui non puoi più tornare in vita. 'Bisogna avere una forte volontà e tanta tanta anzi tantissima voglia di continuare per questa strada'. Queste parole la toccano particolarmente. Nel pronunciarle, il ragazzino potrà vedere un mezzo sorriso sul volto di lei. Un mezzo sorriso quasi forzato, che sa di amarezza. Che sa di quella forza di volontà e di quella voglia di continuare che ormai sono quasi scomparse in lei. Aveva un obiettivo. Ma quell'obiettivo non faceva per lei. Voleva solo aiutare gli altri, ma non c'era mai riuscita. Anzi, li aveva fatti stare peggio. Ed aveva distrutto anche se stessa, non rendendosi conto che, prima di tutto, viene sempre la propria vita. Ormai questo lo aveva capito. Doveva proteggere se stessa, prima di poter proteggere gli altri. Anche Sakir, dunque ha un obiettivo per cui combattere. Sicuramente, fa bene ad avere quella grande forza di volontà. Ma cosa succederà quando non riuscirà a compiere ciò che si è imposto? Abbasserebbe lo sguardo. Anche lei, quando parlava agli altri del proprio obiettivo, ne era entusiasta, proprio come lui. Ma ecco come si è ridotta adesso. Non conosce più se stessa. Non sa fin dove potrebbe spingersi la propria forza. Non sa definire il proprio carattere. Aveva vissuto, fino a quel momento, solo per il suo obiettivo. Ed ora che ha capito che esso è irrealizzabile, ha perso tutto. < Io... spero davvero che riuscirai a portare a termine il tuo obiettivo > direbbe, con un filo di voce, quasi spezzata. Sembrerebbe che stia per piangere. Lascia cadere il discorso su Azrael-sensei, dato che ormai la sua mente ha iniziato a viaggiare verso un altro senso. Sta continuando a distruggersi, perché non trova più un motivo per continuare su quella strada. Forse, la scelta migliore sarebbe quella di lasciare la carriera ninja e dedicarsi esclusivamente alle proprie conoscenze mediche in un ospedale. Magari questo l'avrebbe fatta stare meglio. Ma poi, non le sarebbe mancata l'adrenalina della missione? Non le sarebbe mancato il sostenersi a vicenda con i propri compagni? Non le sarebbe mancata quella sensazione di euforia che si prova quando una missione va bene? Lei... non lo sa più. Adesso, dunque, ha il volto basso, girato da un'altra parte rispetto all'interlocutore. < Io credo nelle capacità dei miei compagni, fermamente. Ma... non riesco ad avere piena fiducia in me stessa > mentre pronuncia queste parole, lo sguardo è perso in un punto indefinito, come se avesse appena detto a voce alta i propri pensieri stupidi. Essendosi appena accorta di ciò che aveva detto e pensato finora, velocemente i palmi di entrambe le mani andrebbero a colpire le guance in due piccoli schiaffi, come per cercare di svegliarsi da un sogno. O un incubo. Tirerebbe su con il naso, mentre le mani verrebbero portate tra l'erba. Si volterebbe di nuovo verso il ragazzino, con le guance rosse per via degli schiaffi precedenti. < Scusami, sto dicendo delle scemenze >. Adesso, tenderebbe nuovamente il braccio sinistro verso di lui, sussurrando < Va bene quello al lampone >. Chi la sta guardando, non saprebbe dire se si sia veramente ripresa dal precedente momento di sconforto. Bastano davvero solamente due schiaffetti? O la verità è che avrebbe bisogno di parlare con qualcuno di ciò che ha dentro? [Chakra on][equip lo stesso]

16:57 Sakir:
 Il ragazzino dai capelli rossi sembra essere molto interessato alla ragazzina dai capelli rosati. Lo sguardo si sposta a destra e a manca, vedendo che sono solamente loro in quel posto. Un magnifico parco, pieno di alberi, fiori, siepi, in piena tranquillità di una giornata primaverile. Abbozza un sorriso e vede ogni singolo movimento che compie l'altra <Sono stati anni impegnativi ma penso che sarai cresciuta e maturata. Lo so che ci siamo appena conosciuti ma penso che sia importante migliorarsi giorno dopo giorno e non solo a livello fisico ma anche mentale> la ragazzina ha un obiettivo che non ha portato a termine o non ha voluto portare a termine, il che è diverso. Non sa ancora nulla o quasi di lei ma ha subito capito che c'è un legame fra di loro. Un legame mentale che vorrebbe approfondire maggiormente se l'altra glielo permette. Il tono della voce è ancora serio e lo sguardo è diritto negli occhi del parigrado <Sono sicuro che riuscirò a portare a termire il mio obiettivo. Potranno volerci anni o anche meno. Non saprei dirti> scuote le spalle <In ogni caso, scoprirò la verità dei miei genitori> dice solamente questo. Non approfondisce riguardo a suo Sensei, in quanto nota i movimenti facciali dell'altra che sembra essere quasi infastidita di questo argomento e immediatamente esclama <Perchè non riesci ad avere piena fiducia di te stessa? Se ne vuoi parlare, sono qui> piccola pausa. Il tempo di leccarsi le labbra con la punta della lingua <A volte è più facile parlare con un estraneo con con le persone che conosci da maggior tempo> abbozza un sorriso mentre esce dalla tasca un lecca-lecca al gusto lampone e lo porge all'altra <Buona merenda> dice alla fine, lasciando spazio e parola alla Senjuu. [Chakra off][Equipaggiamento: tre shuriken, due kunai e un paio di fuuda con i tronchetti da sostituzione]

17:21 Tenshi:
 Era proprio quello che le mancava. Il migliorarsi a livello mentale. Si era allenata tanto, anche più del dovuto, imparando tecniche su tecniche, giorno dopo giorno. Ma la sua mente era sempre rimasta quella di una ragazzina fragile ed impacciata. Glielo aveva detto quella Kouki di affilare le unghie, tre anni fa. E lei aveva preferito ignorare quelle parole, perché, forse, le andava bene essere una piagnucolona che non riesce a reggere nessuna situazione. E questo è il risultato. La sua mente era andata in frantumi. Ci sono momenti in cui riesce a trovare se stessa. Come quando, in quello stesso parco aveva incontrato il Nono. Grazie a lui era riuscita a placare la bufera che aveva dentro. O come quando lei e Norita erano andati al tempio. Era riuscita a calmare le proprie paure. Era riuscita a compiere quella missione senza nessuna cattiva conseguenza. Le era sembrato come rinascere. Ma poi, in altri momenti, è come se non riuscisse a trovarsi più. Come se Tenshi Senjuu fosse sparita nel nulla. Forse, potrebbe trattarsi di bipolarità. O forse ha solo bisogno di credere in se stessa, chissà. Eppure, guarda quegli occhi di un arancione brillante, splendenti, infuocati, in cui si riflette l'immagine di lei alla sua età. Quando ancora credeva nei propri ideali. Quando ancora credeva nel proprio obiettivo. Quando ancora era sicura di poter diventare qualcuno in quel mondo marcio. E lo vorrebbe aiutare. Vorrebbe dirgli 'Guarda, ti aiuto io'. 'Ti aiuto io a ritrovarli, magari all'ospedale potremmo trovare qualche informazione'. Vorrebbe poter essergli utile. Ma non ha la forza di dirglielo. Non ha più la forza di riportare a galla il proprio obiettivo, nascosto da eventi spiacevoli. Poi, ascolta le parole di lui. Sì, magari sarebbe stato meglio dire tutto ad uno sconosciuto. Ma, per qualche secondo, ignora quelle parole. Davvero è disposta ad aprirsi? Davvero è disposta a mostrare ancora una volta la propria fragilità a qualcuno? Ma quel qualcuno sembra essere così sincero. Sembra essere così felice di poter aiutare qualcuno. Come lo era lei. Stringerebbe tra la mancina il lecca-lecca, per poi avvicinare la mano verso di lei. Lo guarderebbe, rigirandoselo tra le mani e scartandolo. Lo fisserebbe. E' di un rosa acceso. Un rosa che le ricorda i vecchi tempi. I giorni passati, nei quali non aveva nessuna preoccupazione. I giorni dell'innamoramento, trascorsi a pensare ad Onosuke per ore. E' come se uno strano flusso di tranquillità la stesse invadendo. Lo avvicinerebbe alle labbra, che si schiuderebbero. Il sapore è dolce e allo stesso tempo aspro. E' come quello della giovinezza. Giovinezza che lei sta sprecando, rimuginando ogni giorno su ciò che aveva fatto. Ripensando a quell'atto che aveva compiuto, che sicuramente andava punito. < Ho attaccato una deshi >, esclamerebbe, dopo aver tirato fuori dalla bocca il lecca-lecca. Una frase secca, pulita da ogni sfumatura, diretta. Non sa come potrebbe prenderla il ragazzo che ha davanti. E' un completo estraneo, eppure... si fida di lui. [Chakra on][equip lo stesso]

17:30 Sakir:
 Un periodo difficile per entrambi. Il ragazzo ha vissuto per anni in un orfanotrofio dopo essere stato abbandonato dai genitori. Genitori che non sa chi siano e il motivo del loro gesto ma ha ritrovato la pace e la serenità quando è stato adottato all'età di otto anni. Lo hanno accolto, tutti quanti. Ha due genitori ed un fratello maggiore che vuole bene. Si è allenato molto con loro per temprare sia il corpo che lo spirito. In ogni momento della giornata. Mattina, pomeriggio, sera o notte. Con il sole, con la neve, con la pioggia, con il freddo e con il caldo. Ogni momento è buono per crescere e migliorarsi e diventare un eccellente Shinobi. Ha superato il suo esame ed adesso sta parlando con una sconosciuta che ha bisogno di aiuto. Teshi prende il suo lecca-lecca al lampone e poco dopo esclama quella frase. Spalanca gli occhi dicendole <Perchè hai fatto un gesto simile? L'hai ferita?> non si muove. Sta fermo. Non sa molto di psicologia e sa poco e nulla nel campo medico, se non qualcosina di primo soccorso. Ritorna in silenzio mentre con le mani accarezza l'erba del Parco dove i due stanno trascorrendo delle lore in quel pomeriggio. [Chakra off][Equipaggiamento: tre shuriken, due kunai e un paio di fuuda con i tronchetti da sostituzione]

17:51 Tenshi:
 Il silenzio circonda i due genin. La loro conversazione è arrivata ad un punto di non ritorno. Non può rimangiarsi ciò che ormai ha detto. Avrà sbagliato? Avrà invece fatto bene a liberarsi di quel peso? Non lo sa. Eppure, adesso sta meglio. Anche se la persona seduta di fronte a lei non sembra averla presa molto bene. Lo osserva. Ha quegli occhi arancioni spalancati. E' fermo, quasi congelato da quelle parole. Sì, sono parole che fanno male. Parole che mai nessuno si aspetterebbe che venissero fuori proprio dalle labbra di lei. Nemmeno chi la conosce bene avrebbe mai pensato che lei fosse stata capace di compiere qualcosa di così crudele. In fondo, la deshi che aveva attaccato era soltanto una bambina. Una bambina che, come lei, aveva bisogno di aiuto. La sua mente viene riportata a quel pomeriggio, con la nebbia, in riva al mare. Sono passati pochi mesi dall'accaduto, eppure i ricordi sono frammentari. Come se avesse rimosso, di sua spontanea volontà, qualche pezzo che non le piaceva. Il lecca-lecca viene riportato alla bocca, in un gesto quasi istintivo. Lo sguardo viene nuovamente abbassato. Avrebbe ragione Sakir a giudicarla. A dirle di essere stata cattiva. A dirle che certe cose proprio non si fanno. Però... in quel momento, lei era stata bene. Tutta la rabbia che aveva accumulato nei suoi pochi anni di vita, era stata rivolta verso quella bambina. < N-non l'ho ferita > sussurrerebbe, balbettando. Era sempre stata sicura che lei non sarebbe mai riuscita a far del male ad una mosca. Ed effettivamente, quella volta, non aveva fatto del male, fisicamente, alla bambina dagli occhi color rubino. Ma... l'aveva distrutta emotivamente. L'aveva bloccata con i rampicanti, riportandola nel mondo reale, lontana dal mondo immaginario che lei stessa aveva creato. Ma quel mondo, era l'unico posto in cui la piccola kusana riusciva a star bene. E la rosata, questo, non riusciva a capirlo. Perché non era mai riuscita a comprendere le persone. Mai. Tirerebbe fuori dalla bocca il lecca-lecca. < Continuava a ripetermi che io fossi una debole. Più lo ripeteva, più, nella mia testa, quelle voci si facevano assordanti... quelle voci che da piccola mi ripetevano 'demone'... io non le sopportavo proprio > le frasi sono sconnesse, lo sguardo perso tra l'erba, come se stesse semplicemente parlando tra sé e sé. < E non sopportavo la vocina di quella bambina davanti a me... io lo sapevo. Sapevo che aveva bisogno di aiuto, sì... ma non riuscivo a capirla... e lei non riusciva a capire me >. Chissà, a questo punto, che idea si sarà fatto Sakir di lei. Una fuori di testa? Una psicopatica? Una che non riesce a mettere neanche due frasi accanto? Potrebbe pensare di tutto, adesso che le parole di lei sono senza freni. < Io... volevo solo abbracciarla > concluderebbe. Non sa se il ragazzino abbia capito abbastanza da quel discorso senza senso. Ma anche i suoi pensieri, in questo momento, non hanno un senso logico. Sta semplicemente distruggendo la sua personalità. Non riesce più a sorridere come un tempo. Non riesce più ad essere cordiale e gentile. Ma questo, ovviamente, il suo interlocutore non può saperlo. Lui non può sapere chi è la rosata in realtà. [Chakra on][equip lo stesso]

18:11 Sakir:
 Pace e tranquillità in quel posto. Nessuno attorno se non loro due e qualche uccellino che svolazza sopra le loro teste. I due rimangono in silenzio per diverso tempo. Ascolta le parole dell'altra. Si prende del tempo per rispondere. Lo sguardo è fisso sui suoi occhi. La ragazza ha sofferto da piccola e sembra che stia soffrendo ancora adesso. Non voleva ferire la Deshi. Non voleva attaccare. Non voleva usare le sue arti magiche. Non voleva nulla di tutto questo ma l'ha fatto. Voleva solo sfogare la rabbia che ha accumulato in questi anni. Voleva solo sentirsi se stessa e non un demone, come la chiamavano da bambina. Il tredicenne si alza in piedi e proverebbe di abbracciarla. Vuole farle capire che lui è li, anche se è uno sconosciuto. Che se lei glielo permette, vuole aiutarla <Non ti giudico ma voglio aiutarti. Permettimi di farti sfogare e la prossima volta che incontri quella Deshi, scusati con lei. Non lasciare che sia lei a giudicare te. Non lasciare che lei pensi che tu sia cattiva> dice dolcemente per poi staccarsi, se fosse riuscito ad abbracciarla e farle sentire il suo affetto <Se vuoi, posso offrirti la cena, anzi, mi piacerebbe tanto> le sorride <Io inizio ad avviarmi e ti aspetto per qualche minuto all'ingresso del Parco per lasciarti decidere> chiude in questo modo, allontanandosi con passi lenti e piccoli. [EXIT]

18:31 Tenshi:
 Cosa pensa lui di lei adesso? Lei vorrebbe solamente essere accettata così com'è. Non vuole che gli altri le chiedano di cambiare. Non vuole che gli altri le dicano di essere un demone. Non vuole che gli altri le dicano di essere una debole. Vuole solo maturare da sola. A poco a poco, capirà dove ha sbagliato. Capirà i suoi difetti. Comprenderà che ci sono cose che vanno cambiate. Ma deve essere lei a scegliere di voler cambiare. Sa benissimo di non essere perfetta. Ma ha bisogno di tempo. Ha bisogno di qualcuno che la accompagni in questo viaggio e non di qualcuno che la obblighi a cambiare. Perché il cambiamento deve partire prima dal suo cuore. Vede il ragazzo fare dei movimenti. Egli si alzerebbe, avanzando verso di lei. La rosata stringerebbe le spalle. Ha paura. Paura che lui, adesso, dopo aver sentito le sue parole, possa punirla per ciò che ha fatto. E se lo meriterebbe. Si meriterebbe di essere punita. Si meriterebbe qualche jutsu che la blocchi e la faccia rimanere lì, da sola, senza nessuno ad aiutarla. Poi, la genin è costretta a spalancare gli occhi. E' sorpresa. E' sorpresa perché qualcuno, finalmente, l'ha abbracciata. Sakir è un semplice sconosciuto, eppure l'ha ascoltata. Ha ascoltato le sue parole senza senso. E le ha donato un pizzico di qualcosa che sembrerebbe amore gratuito. E' un abbraccio dolce, che profuma di fragola e di lampone. Qualche secondo di silenzio. Le mani tremanti della rosata, verrebbero tese verso l'esile corpo del ragazzo, ricambiando l'abbraccio. Gli occhi cerulei di lei si riempirebbero di lacrime, che scivolerebbero veloci sulle sue guance rosee. E lo ascolta. Ascolta le parole di lui, come se fossero una melodia che riesce a portare pace nel cuore di lei. Non è sola. Onosuke, Norita... Sakir. Sono al suo fianco. L'unica cosa che in quel momento riesce a dire è un semplice < Grazie >, pronunciato con voce rotta. Lo farà, si scuserà. Non è una persona cattiva, non lo è mai stata. Aveva solo perso la strada. Si era solamente smarrita. Il ragazzo, poi, si stacca e anche lei lascerebbe la presa su di lui. Resterebbe sul terreno ancora per qualche secondo, asciugandosi le lacrime. Forse, quel tratto di lei non cambierà mai. Resterà sempre la solita piagnucolona. Ma va bene così. Ascolta le parole del ragazzo: un invito sincero a cena, che lei non si sarebbe mai aspettata. Non sa cosa dire, mentre guarda il ragazzo allontanarsi. Si alzerebbe, continuando a guardare l'avanzare di lui. E gli correrebbe incontro. Quella sera, avrebbe cenato con un amico. [END]

Sakir e Tenshi si incontrano per caso al parco. Sembrerebbe un banalissimo incontro come tanti altri, ma molte cose vengono dette e ciò li porta a rivedersi l'uno nell'altra. La conversazione culminerà con una confessione ed un abbraccio.

//OFF: HE IS BACK!