Partenza verso l'Isola
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Giocata del 08/10/2019 dalle 21:25 alle 23:50 nella chat "Porto del Fuoco"
[Strada per il Porto] Anche questa mattina ci si chiede se si sia svegliata nel mondo reale o nel mondo della sua immaginazione, un dubbio che si è infranto quasi subito appena si è guardata intorno e ha capito da chi era circondata. Ha preso il suo biglietto gratuito offerto dall’accademia dopo aver chiesto il permesso per poter partire, ricevuto l’okay non ci ha pensato due volte per vivere quell’esperienza lontana dal clan per immergersi in nuove conoscenze dei meccanismi che rivestono questo mondo. Si è diretta dunque verso il porto del paese del Fuoco, il quale è il punto di partenza per raggiungere l’isola. Ogni suo passo viene portato meccanicamente lungo la strada, piedi calzati da un paio di sandali neri, le normali calzature ninja che lasciano libere di respirare le dita dei piedi. Risalendo per quella piccola abitante di Kusa si notano dei pantaloni bianchi di tessuto che si stringono alle caviglie da degli elastici e stretti in vita da una cordicella. Producono un leggero fruscio ogni volta che le gambe si alternano per permettere al corpo di continuare la sua avanzata, ed è un suono che rilassa le orecchie della giovanissima senza arrecarle disturbo. Una maglietta nera con l’allacciatura rossa laterale orientale le copre il petto e il colletto alto e stretto della maglia serve a coprire il suo collo sottile, non ha le maniche questa maglietta ma lei non soffre il freddo dell’ormai vicino autunno perché indossa una felpa a maniche lunghe bianca tenuta aperta, semplice e senza cappuccio abbastanza leggera da svolazzarle intorno ad ogni passo compiuto. Sempre risalendo troviamo finalmente il viso della ragazzina che presenta un derma estremamente pallido da rasentare la trasparenza, lineamenti fanciulleschi fanno da cornice agli occhi rossi come rubini e dal taglio ferale, il tutto racchiuso da una chioma blu che sfuma all’azzurro, taglio a caschetto di quelli corti dietro ma con delle ciocche più lunghe sul davanti e una frangia squadrata. Ha dovuto lasciare la sicurezza di Kusa e attraversare Konoha per giungere in quel punto, una volta fatto si è presa una stanza in uno dei tanti alberghi della zona perché era arrivata alla zona del porto con un giorno di anticipo. Con sé ha uno zaino e lo sostiene con entrambe le mani che stringono le tracolle, esso è di dimensioni modeste e alla vista risulta molto gonfio perciò pieno di cambi e del necessario per passare le sue giornate sull’isola in onore di un summit del quale non sa niente. [Porto] Percorre la via principale della zona che lentamente la porta in prossimità del Porto del Fuoco, è una bella serata e quindi c’è un sacco di gente in giro, la più disparata, che è qui per turismo o per passare una serata diversa dalle solite, e poi ci sono quelle persone che come lei hanno deciso di salpare per raggiungere l’isola. Non degna nessuno del suo sguardo il quale rimane fisso dinnanzi a lei e ben focalizzato sul suo obiettivo: trovare la nave e salpare. Non sorride e non mostra alcuna emozione, una tavolozza bianca priva di qualsiasi colore, concentrata e seria senza avere il tempo per lo svago nonostante si possa dire che sia una bambina. Giunta al Porto si sofferma per osservare le navi delle più diverse dimensioni e prende una importante decisione nella sua testa che la porta a voler impastare il chakra per meglio affrontare l’imminente viaggio. Lascia la presa sulle tracolle dello zaino e congiunge le mani all’altezza della bocca dello stomaco e con esse formerebbe il sigillo della pecora, ora chiude gli occhi e cerca di rimanere da sola con se stessa e la sua mente dato che deve lavorare di fantasia e concentrazione, ignorando il vociare e il casino che la circonda. Con respiri profondi e regolari tenta di accompagnare la sua mente in uno stato di concentrazione profonda e se ci riuscisse si isolerebbe nel buio che avvolge il suo corpo e la sua mente. In quel luogo nessun rumore dovrebbe raggiungerla e disturbarla e il tempo sarebbe scandito solo dal lento e profondo intervallarsi dei suoi respiri. Se ci fosse riuscita creerebbe le due energie che stanno alla base del chakra: quella mentale e quella fisica, la prima farebbe capo alla sua concentrazione e alla forza di volontà che possiede, se ci riuscisse sarebbe un’energia isolata all’interno del suo corpo calma e controllata come è la sua mente, porterebbe con sé il profumo del freddo metallo. La seconda energia invece è quella fisica e se fosse riuscita a creare la prima ora creerebbe anche questo secondo componente, se quella mentale fa capo alla volontà e alla concentrazione, questa farebbe capo ai muscoli e alla forza fisica qualcosa di più materiale e tangibile. Anche questa seconda energia, se fosse creata, sarebbe isolata nel suo corpo, distinta da quella mentale, sarebbe calda e porterebbe con sé il sapore del sangue. Se fosse riuscita a creare queste due energie allora cercherebbe di farle unire all’interno del suo corpo, non considerandole dunque come due entità differenti, ma come addendi di un’operazione molto importante, dalla loro unione, se avvenisse, dovrebbe infatti nascere il chakra. Se la giovanissima ci fosse riuscita allora aprirebbe gli occhi e scioglierebbe il sigillo, guardandosi per la prima volta intorno per poter osservare passanti e turisti che camminano accanto a lei, insieme a coloro che al porto ci lavorano. Ha un biglietto, è sola, ora deve solamente riuscire a trovare la sua nave nel mezzo di tutte quelle ormeggiate al molo. [Impasto del Chakra] [Porto] Non è interessa all’ambiente circostanze e alle persone in questo momento, la sua attenzione è catalizzata dalle navi ormeggiate e mentre cerca la sua inizia a camminare lungo il molo. Ogni tanto le sembra di cadere in un altro mondo, quello finto nel quale vorrebbe vivere, dove ogni cosa va secondo le sue aspettative, un rifugio personale, e dunque in questi momenti le sembra di camminare su dell’erba. Li vede chiaramente quei verdi fili, e li sente che sono morbidi al tatto sotto i suoi piedi ora nudi, ma non tutti poiché alcuni sono corti e pungenti. Davanti a lei quella grigia e fredda strada del molo muta forma e prende le sembianze di un verde sentiero, ai cui lati sono presenti vari tipi di fiori e piante carnivore di diversi colori. I rumori del molo non ci sono più e il vociare delle persone si è trasformato nel fruscio del vento e nel cinguettio degli uccelli. Con le mani che tornano a stringere la tracolla dello zaino, compie ampie falcate nel seguire quel sentiero non perché sa che sia quello giusto, ma perché ha attirato la sua attenzione. Non sa dove la porterà e anzi per qualche attimo dimentica anche il motivo della sua presenza lì, ci pensa l’urlo prepotente di un lavoratore a riportarla bruscamente alla realtà, tutto si sgretola davanti a lei e il grigiore della realtà torna ad avvelenare i suoi occhi. <Il solito schifo.> pronuncia con molta calma e a bassa voce, gettando uno sguardo carico di odio e disgusto verso coloro che la circondano. Ci sono per lo più gente di Konoha e non riesce a trattenere l’odio che prova per loro anche se non le hanno fatto niente, per questo avrebbe preferito mille volte rimanere nel suo personale mondo, per non doversi sorbire la loro puzza disgustosa. Aguzzando la vista le sembra di vedere qualcosa di insolito per quel luogo ma anche familiare allo stesso tempo: un gruppo di ragazzini che hanno tutta l’aria di essere deshi. Si muovono in branchi, come gli animali, indossano zaini e portano valigie, e stanno schiamazzando eccitati lungo il molo, diretti verso una nave. Quelli hanno tutta l’aria di essere lì per il suo stesso motivo, e solo per questo decide di seguirli, perché essi la guideranno verso il mezzo di locomozione giusto con il quale salpare. [Chakra: 10/10] [Porto] Li segue a distanza senza avvicinarsi troppo ma è abbastanza vicina da poter sentire i loro discorsi se questi vengono fatti ad alta voce dai ragazzini. Parlano di quello che fanno in accademia, di quanto stanno imparando e del loro tempo passato insieme a studiare ed allenarsi. Sono tutte cose estranee alla giovanissima di Kusa, la quale non ha ancora compreso se sono deshi di Konoha o di Kusa ma sa per certo che partono anche loro per l’isola, lo ha sentito dalle loro bocche e ha compreso che anche loro hanno ricevuto il biglietto gratis dall’accademia. Un viaggio d’istruzione, dicono, chissà quanto potrà essere davvero utile alla piccola del clan delle Serpi, se riuscirà magari a capire i diversi meccanismi che regolano le persone e se riuscirà a comprendere esse stesse. Le ragazzine di quel gruppo urlano e ridono eccitate, i ragazzini invece non perdono tempo a sentirsi grandi per quel viaggio in solitaria senza i genitori, ma tra di loro c’è anche un ragazzetto che se ne sta zitto, con l’aria mesta e solitaria, ci legge della tristezza e della paura in quegli occhietti neri, forse sente la mancanza della mammina. Ogni atteggiamento delle persone le arreca dei fastidi: se una persona parla troppo la infastidisce, se invece sta sempre zitta la infastidisce comunque. Non accetta nemmeno le vie di mezzo, è intollerante ad ogni cosa ma maschera il suo stato d’animo sotto uno strato di disinteresse e apatia che la maggior parte delle volte risulta impenetrabile. Finalmente il gruppetto si ferma in una parte precisa del Porto, dove è ormeggiata una sola nave che ancora non è in procinto di partire, ma davanti ad essa, sul molo, c’è un uomo che invita i passeggeri diretti all’isola di salire e imbarcarsi, ma prima bisogna mostrargli il biglietto. Finalmente la giovanissima può lasciar perdere il gruppetto e smettere di ascoltare quei discorsi fastidiosi, non le sono più di alcuno aiuto e non ha bisogno di loro ulteriormente. Si mette solo in coda a loro dato che tutti si sono posizionati di fronte all’uomo in una ordinata fila indiana per poter mostrare il biglietto e salire a bordo. [Chakra: 10/10] [Porto] Intanto che è costretta in fila si sfila lo zaino dalle spalle e lo sposta davanti sul petto, indossandolo sempre con le tracolla sulle spalle, ma tenendolo davanti a sé come se avesse un enorme pancione. Così è comoda per aprire la cerniera lampo e iniziare a cercare con la dovuta calma il biglietto che ha ricevuto dall’accademia e che ha portato con sé nello zaino per poter esibire e imbarcarsi. Non si fa prendere dalla fretta e dall’ansia come stanno facendo alcuni davanti a lei, ragazzine isteriche che non trovano il loro biglietto e che quindi stanno svuotando letteralmente lo zaino ai loro piedi, tra varie e colorite imprecazioni. Lei con molta calma scosta i vari documenti, le razioni di cibo per il viaggio e dietro a una barretta di cioccolato trova la busta in plastica trasparente al cui interno ha messo il biglietto per proteggerlo dallo sporco e dall’acqua, nel caso la borraccia si fosse aperta nello zaino. <Bene.> richiude lo zaino e lo rimette alle sue spalle tenendo il biglietto nella mano destra e lo sguardo fisso sul gruppetto dinnanzi a lei, il quale sta facendo un enorme casino per questi biglietti perduti. <Questo succede a essere poco organizzati.> lei ha a cuore l’estremo ordine e la precisione, regola tutti gli aspetti della vita ed è utile per mantenere tutto sotto controllo soprattutto emotivo. Ora quelle ragazzine sono in preda al panico, ma avrebbero potuto essere capaci di gestire la situazione se fossero state ordinate con le loro cose. Pazientemente la bambina aspetta tanto sa che la nave non partirà senza di lei, perché l’uomo intende far salire tutti quelli in coda e non è ancora stato dato alcun segnale di imminente partenza. Non fa altro che fissarli con occhi di rubino svuotato da ogni emozione e il viso bianco da ogni espressione, tutto da lei è stato cancellato e come una statua lì fissa e attende, immobile come farebbe un predatore. Finalmente le ragazzine riescono a trovare il biglietto perduto e la fila può riprendere a scorrere, lentamente compie qualche passo in avanti accompagnata dal fruscio dei suoi pantaloni, notando quanto quell’uomo le è finalmente vicino. [Chakra: 10/10] [Porto] Non riesce a trattenere del sano disprezzo verso quella gioviale compagnia di ragazzini, e lo stesso disprezzo non viene risparmiato nemmeno all’uomo che nulla le ha fatto o le ha detto. Si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, colpevole solo di non essere come la giovanissima Kusana vorrebbe. Finalmente è il suo turno e alla domanda di mostrare il biglietto, lei lo rigira tranquillamente verso l’uomo dimostrandogli di essere in regola e silenziosamente lo oltrepassa quando egli le cede il passo verso la nave. Cammina verso il ponticello che collega il molo alla nave con lo sguardo puntato su di essa per coglierne ogni particolare, non ringrazia l’uomo per quanto è avvenuto, lei ha un logico diritto a salire sulla nave e intende sfruttarlo a dovere. Imprime il suo primo passo sulla passerella e lentamente la percorre per poter giungere sul ponte della nave e potersi finalmente godere il viaggio a debita distanza da quel gruppo di ragazzini e da qualsiasi altra persona. Senza distinzioni e senza fare favoritismi a nessuno, se ne starà per conto suo a pensare alle sue cose, a fantasticare su un mondo irreale nel quale non potrebbe mai vivere. Raggiunge il ponte e si guarda intorno memorizzando ogni faccia che le è possibile osservare, nonostante quella sua sorta di misantropia, lei appare come una bambina educata e posata, nonostante tutto pone molta attenzione quando vuole e si disinteressa per quello che pensano o dicono le altre persone. E’ stabile nella sua inconsistenza, si trova un posto tutto suo e si va a sedere mettendo lo zaino accanto ai suoi piedi e lo trattiene saldamente con le mani, è ancora troppo presto per mangiare qualcosa nonostante abbia già fame. <Aspetto almeno che parta la nave.> continua a conversare da sola o con un amico immaginario, probabilmente è qualcuno che vive nel suo mondo di fantasia, infatti ben presto realtà e immaginazione si fondono ancora una volta e davanti ai suoi occhi s’apre uno scorcio accanto a lei. E’ sempre la nave, si trova seduta su di essa, ma i colori sono diversi esattamente più vivaci e nitidi nonostante sia notte anche lì. Accanto a lei prende forma un bambino delle sue stesse dimensioni ed età, ha i capelli rossi, corti e sbarazzini, uno sguardo blu elettrico e la sua stessa identica espressione. Lui è vestito con una tunica bianca e azzurra, sotto indossa dei pantaloni come quelli che ha lei, e un paio di scarpe a punta, si abbraccia le ginocchia al petto con le braccia e le parla. La giovanissima non odia quel bambino, perché è frutto della sua immaginazione ed è quindi perfetto sotto ogni punto di vista, il suo. <Fra poco partiamo.> afferma ancora una volta spostando lentamente lo sguardo verso il cielo per osservare le stelle. [Chakra: 10/10] [Porto] Lei sente quello che il bambino le dice, fa parte del suo mondo perfetto e immaginario, totalmente diverso dalla realtà, il quale le dona altre sensazioni e che ironicamente la fa sentire molto più viva rispetto alla realtà che costantemente la delude. Un suono interrompe ancora il filo dei suoi pensieri e questa volta è l’allarme che annuncia l’imminente partenza della nave, informazione che viene caldamente ripetuta anche dall’uomo che poco fa stava ad accettare i biglietti dei viaggiatori. Sospira e lentamente inizia ad estrarre una barretta di cioccolato e lamponi dalla borsa, la scarta con cura ed attenzione e comincia a mangiarla pezzo dopo pezzo, con calma e a piccoli bocconi, masticando lentamente per assaporarne il gusto. Sta provando un profondo disinteresse per il viaggio che andrà ad affrontare, non prova alcuna emozione forte nell’essere lontana da casa per la prima volta, ma sente solo una profonda liberazione per non essere rinchiusa nel laboratorio e nel non essere con i membri del suo clan. L’amico accanto a lei ma residente nel mondo immaginario ha anche un nome e anche lui ora sta guardando le stelle insieme a lei, provando evidentemente gli stessi sentimenti e le stesse emozioni, magari per motivi diversi che la giovanissima deve ancora scoprire e inventare. La nave finalmente salpa e si allontana dal molo lentamente per fare attenzione a non urtare il porto o le altre navi, infatti si distacca con cura e inizia la sua accelerazione solo una volta che ha messo la giusta distanza da ogni cosa che ha intorno. Con calma nasce quella fresca e dolce brezza dal moto sempre più veloce della nave, portando un fresco che non tange minimamente la kusana e che crea su di lei solo un sorriso che si specchia anche sul viso dell’amico immaginario. Si gode la sua barretta fino a finirla e poi si alza rimettendosi lo zaino sulle spalle e portandosi al bordo della nave per vedere fuori, nel mare reso nero dalla notte il quale rispecchia un profondo nulla. Stanno ormai andando veloci e il viaggio è appena iniziato, sente tremare il pavimento sotto i suoi piedi e le sembra di sentire il legno sotto le dita, occhi costantemente puntati verso mare che scivola fragoroso e veloce sotto di lei. [Chakra: 10/10] [Nave] Il mare è nero, il cielo è scuro e le stelle sono dove sono sempre state, tutto è tranquillo ed è come dovrebbe essere, anche se nel suo mondo immaginario è tutto molto più accettabile rispetto alla realtà. Persino le stelle subiscono dei cambiamenti, nemmeno gli astri celesti si salvano dalla sua selezione, la giovanissima prova a cambiare ogni cosa intorno a lei, plasmandola secondo la sua volontà. Il mare che sciaborda contro i fianchi della nave in movimento crea un frastuono che lede leggermente le orecchie della kusana ma non abbastanza da costringerla ad isolarsi anche da quel suono. Infatti è da un po’ che non sente più lo schiamazzare dei ragazzi e il parlare della gente, ha infatti deciso di escludersi da quella realtà e rifugiarsi nelle sue personali selezioni: cosa vedere e cosa sentire. I capelli blu ondeggiano trasportati dal vento e l’aria salina le entra nel naso e nella bocca facendole comprendere come l’atmosfera sia ben diversa in mare rispetto alla terra ferma. Non sapeva che il sapore dell’aria potesse mutare così tanto in base al luogo in cui ci si trova, e non sapeva che si sarebbe sentita così sorpresa nello scoprirlo. <Nessuno ti può sentire urlare.> parla a lui che è ancora così immaginario accanto a lei, appoggiato al parapetto della nave nella stessa posizione nella quale si trova la giovanissima. Una distesa di nero nulla, il mare, così enorme da far sentire impotenti, non potrebbero fare molto se la nave affondasse, e loro finissero come naufraghi in balia delle onde e del freddo. E’ un viaggio lungo per lei che si rifugia in pensieri e ricordi ancora freschi, tanto da essere ancora la routine giornaliera per lei, ricordi che la spingono a creare un mondo fantastico su misura per lei e del suo amichetto. Avrà modo di perdersi e ritrovarsi più volte, alternando realtà a fantasia ma riuscendo sempre a tenere bene a mente la differenza e la soglia tra i due, è sola durante questo viaggio ma allo stesso tempo gode di ottima compagnia. [Chakra:10/10][end]