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con Rasetsu, Kouki

11:14 Rasetsu:
 Son poche le cose che sono cambiate nel corso degli anni passati, per quanto riguarda il Rosso. Ha soltanto dato un taglio definitivo e netto ai capelli, più che ai rapporti. Essi gli giungono ad altezza spalle, coprendo il collo e nascondendo un possibile segno indelebile. Sono una zazzera rossastra che non ha perso la sua lucentezza, per di più. Se li ravviva con l'uso della manca, mano predominante e li scompiglia, scostando un ciuffetto dal lato opposto al suo normale posizionamento. Il risultato è un completo disastro, poiché il ciuffo ricade esattamente dove si trovava poc'anzi. <...> Sbuffa dalle labbra un sospiro che viene indirizzato proprio a quest'ultimo e alla fronte. Riuscirà a cambiare qualcosa? Chiaramente no. Arrendevole, arcua la schiena in avanti e scuote mestamente il capo. Solo allora, il mefistofelico ciuffo decide di sistemarsi e tornare alla sua posizione naturale. < Le vecchie maniere, quindi. > Commenta con uno schiocco della lingua, tornando ad osservare alcuni dei piccoli goblin servitori - di non sua proprietà - che sistemano alcune delle tappezzerie. < Più viola! Più steso! > Elargisce ad alcuni, aggiustando ciò che lui ha trascurato in questi anni: l'aspetto estetico. Dal canto proprio, veste con una camicia bianca, il cui colletto ha il bordo cremisi. Al posto di un cravattino o di un papillon, v'è una fascia bianca a righe rosse, bloccata al centro e sotto al collo da una spilla recante uno strano simbolo nerastro. Non possiede alcuna giacca, probabilmente lasciata in uno dei vestiboli interni. Sottostante, troviamo un paio di pantaloni rossi, sorretti da una cintura nera e nei quali si infila la camicia aderente. Non che ci sia molto da guardare, rachitico com'è. Però, è riuscito a definire parte della muscolatura, per quanto non sia migliorato per niente. Qualora cercasse di sferrare un pugno, chiaramente, si farebbe male lui, mica l'altro. Sul naso, son appioppati il classico paio di occhialini dalla montatura cremisi e dalla catenella grigiastra. Non ha alcuna arma con sé, neppure i tonici. Soltanto qualche pillola di Sbrilluccica è portata dietro. Attende qualcuno? Forse.

11:31 Kouki:
 Soleggiato il tempo oggi a Kusa, con le temperature ormai in ribasso e l’avvicinarsi dell’autunno, stagione preferita dalla Yakushi per la presenza di quei particolari colori che sono soprattutto accompagnati dalla pioggia. Si gode quell’autunnale calore, ma ancor di più la sua mente è proiettata verso il suo Demone e sulla decisione presa in maniera totalmente autonoma dalla giovane Serpe. Non si tratta più di andarlo a trovare e basta, per lei, sente il bisogno di passare più tempo insieme a quella creatura degli inferi che sente sempre più affine alla sua mente. Le palpebre della giovane sono truccate di un viola leggero, il trucco dona una forma femminile e magnetica a quegli occhi dorati, come l’ambra più preziosa e antica. Il pallore del volto è ormai un suo tratto specifico, un candore che sembra rendere quella pelle sottile e delicata, così tanto che sembra quasi di vederne le vene al di sotto, come carta velina. I neri capelli donano un netto e delizioso contrasto con quella pelle, filamenti d’onice che vengono raccolti in un alto chignon tramite un fermaglio floreale formato da rose rosse e nere, mentre altre ciocche ricadono intorno al viso posandosi in avanti sulle spalle, incorniciando, insieme alla frangia, quel viso fanciullesco e perfetto. Labbra pallide che sono piegate in un’espressione neutrale, serietà che viene espressa anche dallo sguardo, vigile e attento ad ogni particolare. La sua figura piccola ed esile, anche se divenuta slanciata e con le giuste forme al posto giusto, è avvolta in un kimono dal tessuto nero, sul quale sono intrecciate trame che vanno a creare finiture dorate. Disegni floreali del color dell’oro sono ricamati al di sopra, niente di eccessivo e pacchiano, ma qualcosa di semplice ed elegante. Le maniche sono lunghe, larghe e morbide, tanto da nascondere addirittura le piccole mani, in vita l’abito è chiuso e stretto da un’alta fascia anch’essa dorata, sulla quale vi è cucina la placca in metallo del coprifronte di Kusa. Il collo esile è lasciato scoperto, lì sono incise parti delle sue cicatrici che costellano l’intero suo corpo, ogni centimetro di pelle, senza lasciare scampo alcuno se non al viso, intonso. Sul collo in particolare, grazie ai capelli raccolti, come al solito è visibile la scritta incisa col ferro e col fuoco sulla sua nuca che recita: E-001. Tutte quelle cicatrici che abbracciano il suo collo, vanno oltre al di sotto dei vestiti, lungo il torso, le braccia, i polsi, ma sono visibili solamente sulle gambe, poiché lasciate nude, e sul collo. Una volta tenute nascoste per vergogna, ora mostra quei segni con orgoglio, simboli di qualcosa che l’ha resa più forte. A concludere il vestiario vi sono i sandali ninja, neri, il porta oggetti legato in vita dietro la schiena e il portai kunai e shuriken allacciato alla coscia destra, sopra ad un piccolo bendaggio atto a non irritarle la pelle. Si muove senza fretta e con fare elegante verso l’entrata del Tempio, ritrovandosi ben presto di fronte all’enorme portone che la separa dall’interno del luogo dove spera di trovare il rosso. Le mani verrebbero appoggiate sul portone e imprimerebbe la giusta forza per aprirlo e farsi strada all’interno di un luogo che non le appartiene dopo tutto. Lo aprirebbe quel tanto che le basta per passare ed entrare, quindi non molto considerando quanto è sottile la giovane, infine scorre lo sguardo analitico alla ricerca di colui che ormai reputa suo. Ed eccolo che spunta un sorriso, quel piccolo mezzo sogghigno che le colora le labbra pallide e l’intero viso, una volta richiusa la porta non farebbe altro che incamminarsi per avvicinarsi all’uomo. <E’ tempo di cambiamenti?> sussurra delicata in sua direzione, anche solo per annunciarsi, ma è ovvio ormai che lei non sia solita a salutare come si dovrebbe. Parole che vengono espresse nel notare quanto sta accadendo, e quanto invece sia già accaduto, non pronuncia altro per il momento, lasciandosi il tempo di raggiungere il suo Demone. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale]

12:05 Rasetsu:
 L'enorme portone dietro di sé si apre per lasciar entrare una figura pallida e minuta. Come potrebbe non riconoscerla quando ha scelto di passare il resto della sua vita con lei? A nulla è valsa l'età, per quanto ne sia ancora all'oscuro e a niente è servita l'appartenenza a due clan differenti. Mentre ancor agita le mani e le braccia al pari di un direttore d'orchestra, volge appena il capo oltre la spalla. Resosi conto d'una presenza importante, rifila un'occhiataccia torva ai piccoli aiutanti e sussurra, con un becero movimento di labbra: < Sistemate tutto. > Gira poi le spalle al corollario di personcine che devono lavorare ai suoi ordini, preoccupandosi soltanto della fanciulla e di ciò che la contraddistingue maggiormente. La pelle nivea, gli occhi dorati, il kimono nero che indossa e che la fa risaltare. Gli occhi si addolciscono, il sorrisetto gli si allarga sul viso e non appare il solito ghigno di sempre. Si è abituato alla presenza della fanciulla, tanto da non volersene distaccare. < Lingua biforcuta! > Esclama, andandole in contro e allargando le braccia verso l'esterno, in attesa che la ragazzina possa avvicinarsi e, quindi, fiondarsi tra queste ultime.. Ancorché non lo faccia prima lui. < Non direi! > In merito ai cambiamenti. Lui non li chiamerebbe così. < Voglio rendere il tempio un luogo di culto adeguato. > Il culto dei Kokketsu. < Così da far in modo che noialtri abbiamo un luogo in cui stare e, nel sottosuolo, operare per nostre specifiche opere di bene. > Quivi, il ghigno gli si espande malevolo, poiché non intende mai niente di buono..

12:27 Kouki:
 Lui è sempre lui. Con quei suoi capelli rossi, anche se corti ora, sono comunque suoi. Come del resto lo è l’intera sua figura, non molto è cambiato e ormai la giovane non vuole più accontentarsi di qualche incontro che può durare solo una sera o qualche giorno… se deve vivere definitivamente a Kusa è con lui che vuole stare. Si sono scelti e a nulla è appunto valsa l’età presente tra i due, che man mano ora sembra solo svanire e non esistere più. Ad essere sinceri non è mai esistita per la Serpe. Lo vede e non solo sorride, anche lo sguardo muta lasciando trapelare qualcosa, un sentimento, così relativamente ancora nuovo e nel quale lei ci si trova totalmente immersa. <Mio Demone.> lo appella, così come lui fa con lei, e il passo istintivamente si affretta per poterlo raggiungere e tuffarsi nelle sue braccia. Ormai quei gesti sono stati consolidati, nonostante lei rimanga sempre più o meno la stessa, ma non si preoccupa di raggiungerlo ed accostarsi al suo corpo, stringersi contro di lui affondando il viso nelle sue vesta. Un abbraccio che pretende da parte di lui e che si prende senza troppi problemi. Le dita si stringono attorno al tessuto e lei chiude gli occhi facendo un profondo respiro, un’inspirazione che le permette di assaporare l’odore del Demone. I suoi vestiti profumano di lui, la sua intera essenza la fa stare bene. Semplicemente bene. <Non diresti?> perplessa si scosterebbe da lui per osservare quello che sta avvenendo, quella specie di risistemazione del luogo da parte di quei piccoli esserini. <Eppure mi sembrano proprio dei cambiamenti.> non saprebbe come altro definirli e solleva un sopracciglio incapace di trovare altro modo per descrivere ciò che vede. Ascolta quanto le viene detto e si permette di lasciarsi andare ad una piccola risata, ironica nel tornare a guardarlo. <Le vostre opere di bene, certo.> lo conosce, sa che ormai non c’è nulla che possa essere definito in quel modo quando si parla di lui, come sempre è qualcosa che la intriga e come sempre stuzzica la sua mente e i suoi sentimenti. Un leggere sogghigno ancora viene delineato sulle sue labbra e non distoglie il suo sguardo dal viso dell’uomo. Si permette poi si allungare le proprie mani e cercare di posarle sul volto del Demone, sulle sue guance, e poi farebbe risalire lentamente le dita in modo da sfiorare le sue ciocche rosse. E’ in quel gesto tanto semplice e normale che la ragazza si perde per lunghi istanti, giocherebbe con qualche sua ciocca e lo sguardo, senza volerlo, andrebbe ad addolcirsi molto più di quanto vorrebbe. <Dobbiamo parlare.> due semplici parole che solitamente getterebbero nel panico chiunque, ma lei non lo sa, non sa che solitamente vengono usare per discutere di qualcosa di nefasto, quindi le usa come logicamente dovrebbero essere usate. Lei vuole dire qualcosa, dunque devono parlare. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale]

12:53 Rasetsu:
 La vede avvicinarsi, andargli incontro. Esattamente come fa lui. Son due calamite, due poli opposti che si attraggono. Un sorriso vero e sincero si espande sul viso altrettanto pallido del demone, il quale la accoglie tra le proprie braccia. La stringe a sé piano, con delicatezza. Poggia una mano dietro la nuca e l'altra sulla zona lombare. Si china in avanti, così da portar il mento a posarsi, con altrettanta dolcezza, sul capo della ragazzina. Il legame non si è mai interrotto, non si è mai indebolito, ma è rimasto sempre lo stesso. Anche da parte del Rosso, non è cambiato assolutamente nulla, senonché sia aumentato. La lascia andare nell'istante stesso in cui anche lei sceglie di distaccarsi quel minimo che basta per guardarlo in faccia. Le mantiene una mano sulla spalla, così da esser certo che non si allontani più del previsto. < Io lo chiamerei "Riarredamento". > Che è la stessa cosa di cambiamento, piccolo genio. Fa spallucce come se avesse detto qualcosa di serio, come se fosse corretto il proprio pensiero e sbagliato sempre quello degli altri. Gli occhi giallognoli or tornano a fissare anche gli strani ominidi che stanno sistemando la tappezzeria, oltre a rimuovere delle pesanti e sporche tende scure. Son di un violaceo talmente scuro che, con la polvere, è diventato ben peggiore. < Sostituite. Stesso colore. > Bercia poche e singole parole, ordini di infima lunghezza cosicché siano recepibili in maniera efficiente. < Le nostre. Tu qui puoi entrare quando vuoi, purché non veda né senta niente. > Non ha bisogno di dirle cosa non deve sentire e cosa non deve vedere, dal momento che si fida ciecamente di lei e sa bene che la lingua biforcuta resterà al suo posto. Ancor vicini e prossimi ad un altro tiepido abbraccio, le di lei manine risalgono ad accarezzargli il viso. Così facendo, lo induce di nuovo a guardarla negli occhi pur avendo un qualche strano presentimento. I secondi passano e lui solleva un sopracciglio, prima che dalla bocca di lei possano uscire le fatidiche parole. Dobbiamo parlare. Il castello di carta del suo cuore inizia a cedere. < Posso. Spiegarti. Tutto. > Scandisce lentamente e soppesando ognuna delle tre parole esplicate. Ognuna. Il di lei visetto è così dolce che non sembra lasciar presagire niente di male, eppure.. Potrebbe anche essere la quiete prima della tempesta. Resta, pertanto, immobile e posto frontalmente alla piccola serpe. Un sorrisetto nervoso gli vien fuori con altrettanta facilità. Che ci sia qualcosa sotto? E perché Rasetsu è ancor più bianco di quanto già non fosse? E perché sta sudando freddo? Non vuol darlo a vedere, ma lei potrà ben notarlo giacché tiene le mani sulle guance di lui. Ahi noi.

13:20 Kouki:
 Quell’abbraccio, come quelli che ci sono stati e quelli che si saranno ancora, rinsaldano ancora di più quei sentimenti che la giovane prova per lui. Iniziato tutto come un gioco, e ora… ora si sente strana, non così tanto come si sentiva quando è iniziato tutto, perché sta imparando a conoscere tali sentimenti, però rimane sempre qualcosa di così anomalo per lei che la coinvolge in maniera molto sentita. Non vorrebbe staccarsi mai da lui. Mai. E i questi anni che è rimasta a vivere a Konoha facendo da pendolare, non le è mai sfiorato il pensiero che lui possa aver tradito la sua fiducia. Un tradimento? No, non ci ha mai pensato. Nonostante abbia bene in mente cosa sia e cosa significhi nel campo che riguarda… l’amore. Ha l’esempio di Raido, Fumiko e sua madre Kaori ben impresso. Eppure lei si fida ciecamente di lui. <Che è la stessa cosa.> ci tiene lei a precisare quando lui puntualizza il suo pensiero, andando a sorridergli in maniera divertita, di chi sa di essere nel giusto. Sa che lui vuole aver ragione e dimostrare che ciò che dice sia la cosa più corretta, ma la ragazza non gli lascia la vittoria facile e ribadisce quel semplice e logico concetto. Ascolta e osserva. <Ciò che è vecchio viene buttato e sostituito con qualcosa di nuovo… Dunque questo sarà il luogo di culto del tuo clan?> non ha ben compreso se con ‘noialtri’ intendesse loro due o lui e i suoi conclannati, dato che parlava del culto del suo clan, non pensa che si stia riferendo anche a lei. Eppure lui specifica quasi subito che sono le loro opere… oh, sublime e radioso sorriso che viene a crearsi sulle sue pallide labbra. Le loro. <Le nostre… stai sicuro che ho intenzione di venire qui quando voglio, senza chiedere il permesso… ma puoi stare sicuro sul fatto che non dirò mai una parola.> lo osserva, sorride maliziosa. <Non hai motivo di temere la mia lingua biforcuta… non in questo senso.> ah. Si metterebbe sulle punte dei piedi per avvicinare il proprio viso a quello del Demone, attratta da lui come una calamita, appunto, incapace di starsene buona per qualche secondo. Le mani intanto percorrono ed accarezzano il profilo del viso altrui, le dita si districano tra quelle ciocche ed un attimo che le permette di perdersi nei suoi occhi. Vuole parlare, vuole assolutamente imporre la sua presenza costante in quel luogo… dischiude le labbra per esprimersi ma… rimane un attimo perplessa dalla risposta nervosa che Rasetsu le da’. Perché è così nervoso? Perché così pallido? Perché quel sorrisino? Ma soprattutto… cosa mai le dovrebbe spiegare? ‘Ahi’ non è abbastanza per quello che potrebbe accadere. Le labbra rimangono dischiuse ancora per un po’, leggermente, con quelle parole mai pronunciate morte in gola e lo sguardo che si assottiglia di colpo. In un attimo il gelo prende possesso di quegli occhi e la presa sul suo volto, inavvertitamente, si farebbe più salda, stretta. Senza volerlo potrebbe scoprire qualcosa e lei non vuole rischiare che lui ritratti, quindi regge il gioco. <Davvero? Spiegami allora.> deve fare uno sforzo immane per far finta di essere già a conoscenza di chissà cosa solo per sapere la verità da lui… una verità che lei non voleva chiedere, ma a quanto pare Rasetsu sente di dover dire. Il cuore si stringe dolorosamente, mille e più pensieri negativi e scenari apocalittici si riversano nella sua mente. Si, perché lei è paranoica, pensa sempre al peggio. Le viscere in subbuglio, ma lei manterrebbe con tutte le sue forze il sangue freddo. <Dimmi tutto. Rasetsu.> affilato il sussurro che gli viene rivolto e il viso diviene una maschera di porcellana bianca finissima, le dita invece leggermente si infossano nelle guance altrui… come artigli, pronta a strappargli via la faccia. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale]

13:54 Rasetsu:
 Agita la manca nell'etere quando la ragazzina lo corregge, sorridente. Sbuffa sonoramente dalle labbra, senza però commentare oltre né darle contro in nessun modo. D'altro canto, ha totalmente ragione in merito a quanto detto. < Lo era già prima, solo in maniera meno ufficiale. Ora, voglio che tutto questo sia reale. E, anziché spendere il mio tempo al Locale Kukoku che potrà venir preso in gestione da qualcun altro ai miei ordini, io mi occuperò di questo luogo. > Specifica ed elargisce le proprie idee, ovviamente tenendo conto che soltanto lei potrà sentirlo se escludiamo i goblin. < Qui, invece, potrò continuare ad imbastire il culto del mio clan e, al tempo stesso, anche il proprio mefistofelico intento. Il nostro. > La Sbrilluccica ed il ruolo che ambedue hanno all'interno della Yakuza, ovviamente. < Cosa ne pensi? > Ne cerca l'approvazione, come sempre. Vuol sentire anche ciò che ha da dire o che pensa la ragazza, giacché suo braccio destro ormai da tanto tempo. Non fanno altro che ragionare assieme, coesistere e lavorare in perfetta armonia. È così, d'altronde, che deve essere. < Sono sicurissimo del fatto che non aprirai la tua bocca se non per motivi utili. > Che è bene non star qui ad elencare, perché alcuni potrebbero non essere esattamente carini. Lascia che le di lei mani gli restino poggiate sulle guance, mentre la sua le si poggia sulla testa e le scompiglia piano i capelli. Lei, però, a causa delle parole proferite dal Rosso, si rende conto che qualcos'altro probabilmente non va per il verso giusto. Si trova ad arcuare un sopracciglio poiché non capisce appieno le paranoie e paturnie femminili. < Ahm. > Glissa con lo sguardo in direzione dei servitori, verso i quali lancia una tacita richiesta di aiuto che vien loro fatta tramite il solo sguardo. Aiuto, dice. Ha cagato letteralmente fuori dal vaso e ora ne paga le conseguenze. < Ah, no. Niente. > Come, niente? Ora che hai fatto uscir fuori il discorso, non puoi certo cacciarlo via con un singolo "niente", quasi come se fosse di poco conto. Perché stava tremando, stava sudando freddo, vuol dire che è successo qualcosa, no? Lo capirebbe CHIUNQUE. < No, cioè. Di cosa volevi parlarmi? > Ma la presa della serpentella si fa più serrata attorno alle proprie guance, tanto da far sbucare le sottili labbra verso l'esterno e fargli affiorare un'espressione buffissima con tanto di labbra a cuoricino. < T-Ti amo. > ASPE, CHE? COSÌ, DAL NULLA, SENZA PREAVVISO? È ciò che le donne vogliono sentirsi dire in momenti del genere.. Gli han detto. Ma come la prenderà la Yakushi? Il di lui cuore ha ripreso a battere ed ora ha duplicato il ritmo.

14:24 Kouki:
 Le procura una lieve gioia il fatto che starà meno al locale. Insomma… meno donne intorno, no? Meno tentazioni… è questo quello che prova, giusto? Non sa bene come comportarsi in effetti, sa solo che a saperlo più con lei che con determinate signorine, la fa sentire decisamente meglio. <Penso sia la cosa più giusta.> non è molto obiettiva ma per fortuna può nascondere quel suo desiderio di saperlo lontano dal locale dietro a una logica schiacciante. <Devi concentrare le tue attenzione ed energie sul tuo clan, lo comprendo benissimo. Quindi il locale può anche essere gestito da altri che possano rispondere a te.> ed è ovvio, logico. Le piace. <Per quanto riguarda questo luogo, penso che sia un’ottima scelta, ci serve un posto dove creare e pensare, questi sotterranei mi sembrano più adatti rispetto a quella specie di laboratorio che avevi al locale.> meglio dividere le due cose giusto anche per confondere le idee. Un laboratorio c’è anche sotto la Magione Yakushi, ma per il momento non vuole esporsi troppo sotto l’occhio attento di una capoclan che non ritiene adatta. <Bisogna evitare però che chiunque possa entrarci in tua assenza… o in nostra assenza.> insomma la butta lì… un mini indizio sul fatto che si stabilirà da lui in maniera definitiva, e nel dirlo infatti sorride, enigmatica, ma senza aggiungere altro, anche perché la conversazione inizia a prendere una piega molto strana. Il Demone fa l’unica cosa che non avrebbe dovuto fare: tirarsi indietro. Come sarebbe a dire niente? La presa si farebbe ancora più salda e i gialli occhi della giovane si inchioderebbero in quelli simili del ragazzo. <No, no. Dimmi. C’è qualcosa che vuoi spiegarmi e allora fallo.> non vuole buttarsi se prima non sa tutto e la sola idea che qualcosa le venga tenuta nascosta, la fa impazzire di dubbi. <Non voglio che ci siano segreti tra noi due. E tu? Io non intendo basare il nostro rapporto su cose non dette. Quindi parla.> è molto chiare nel sapere ciò che vuole, e come ben lui sa, la Yakushi non ama essere all’oscuro di qualcosa, soprattutto in un qualsiasi tipo di rapporto. <Prima di dirti quello di cui volevo parlarti… voglio sapere cosa mi volevi dire.> non vuole rischiare di legarsi ancor più approfonditamente a lui per poi scoprire chissà quale altarino. Non lo sopporterebbe. E’ molto chiara e categorica su questo, non ammette repliche, non sarebbe logico per lei fare finta di niente e andare avanti. Non gli sfugge. Ma in questo preciso istante lui fa qualcos’altro in grado di lasciare la Serpe senza parole... una confessione. Lui la ama? Amore. Questo è un sentimento vero, profondo, che lei non ha mai imparato a comprendere. Gli occhi dorati della ragazza si sgranano, increduli, senza capire, sopraffatta da una serie di emozioni troppo forti e le pupille si dilatano. Il cuore si ferma, il respiro anche lo segue a ruota e il fiato viene trattenuto. Il candore che la contraddistingue viene sporcato da un intenso rossore che si spande sulle sue gote, e le mani… lasciano la presa. Lente scivolano lungo le guance fino a che le braccia, prive di forza, vengono lasciate lungo i fianchi. Le labbra pallide vengono dischiuse appena e un formicolio inizia a farsi strada lungo la sua colonna vertebrale per poi espandersi in tutto il corpo, concentrandosi sulle braccia e sulle gambe. Riconosce questi sintomi, sono simili a quando qualcuno è in prossimità di svenire, ma lei non sviene. Rimane imbambolata a guardare il suo Demone, cercando di elaborare quanto le ha appena detto. Dentro sta esplodendo. Un connubio di gioia ed eccitazione le sta devastando l’animo e il rossore ben presto prende tutto il viso, persino il collo… si ricorda che deve respirare e torna a farlo con un sospiro, un rantolo. Amore. È il nome di quel sentimento che li lega, che prova, ma lei, testarda, non ha mai voluto ammetterlo, perché non ha avuto degli esempi molto positivi. Raido sta a capo di tutto. Sua madre e suo padre invece, sono tutt’altro tipo di esempio. Lei e Rasetsu… è davvero sicura di potersi lasciare andare così tanto? Di potersi mettere a nuda così? Tra le mille emozioni e i dubbi, una fredda e sottile logica contornata dallo scetticismo prende strada, più che altro si tratta di un bisogno disperato di avere sicurezze e conferme. <Cosa… cosa dici…?> non sa nemmeno come reagire con le espressioni facciali, per questo al momento sembra semplicemente essere andata in tilt. <Lo stai dicendo solo… solo per deviare il discorso?> le mani, senza esserne consapevole, si portano allo stomaco… si, le classiche farfalle. O ha solo fame. <Perché se mi dici una cosa simile solo per deviare il discorso… giuro che ti ammazzo.> non vuole essere presa in giro ancora una volta da una persona che ama. Raido lo amava come padre è le ha causato un profondo dolore… Rasetsu lo ama, si lo ama, come partner. Il dolore che potrebbe causarle sarebbe quindi dieci volte maggiore. Attende una risposta, così come un condannato attende il giorno del suo giudizio. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale]

11:34 Rasetsu:
 La spiegazione di quel che vuol fare sembra non trovare disaccordi in Kouki, la quale lo vorrebbe lontano dal locale il più possibile. < Pensavo ti piacesse il nostro piccolo angolino. > Il loro Laboratorio, più che altro. Giustamente, non è un bel luogo in cui soggiornare, se per di più gli faceva anche da camera da letto. Viveva tra ampolle, pillole e puttane. Letteralmente. Sarebbe il sogno di ogni uomo, manca soltanto il blackjack. E il "lusso"; non poteva certo permettersi squillo così care. < Più che altro, qui non ci viene mai nessuno. Credo che qualsiasi culto umano si sia estinto da un bel po'. Noi Kokketsu non siamo mai stati in gran numero. Quindi, qui, non ci verrà nessuno. > Forse Yukio, ma anche lui non bazzica lì dentro da un bel po' e non ha nessuna intenzione di andarglielo a dire, o disturbarlo in magione. Finora, nessuno gli ha mai negato i cambiamenti che ha apportato all'interno della struttura e, anzi, glieli hanno probabilmente sempre approvati. Una buona cosa per lui. < Sistemerò delle trappole o farò in modo che qualcuno sia sempre di guardia all'ingresso. Non lo so, devo pensarci. > Borbotta, tenendola ancor tra le braccia, se non fosse per quella sua affermazione che è riuscita a rovinare tutta l'atmosfera. < EH? > Finto tonto, volge il proprio sguardo altrove, cercando probabilmente qualche Kami che possa aiutarlo in una situazione così difficile, nella quale ci si è buttato da solo e con le proprie mani. < Pensavo fosse successo qualcosa di brutto, quindi la prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di dirti che posso spiegarti tutto. Mi hai fatto agitare quando hai detto che dovevamo parlare. > Chiaramente. Almeno da questo punto di vista è sincero, per quanto non riesca a guardarla direttamente in viso a causa della pressione psicologica provata sinora(?). < Io non mento mai. > Riporta le iridi dorate in sua direzione e, quando ella fa per scostarsi, ne prende le mani per tirarla nuovamente a sé. Non vuole lasciarla andare per nessun motivo al mondo, non sarà mai in grado di allontanarla né di farne a meno. < Cioè, in realtà, mento sempre. > AH, bene. Un pozzo di saggezza. < Ma non a te. > Sicuro, assottiglia le palpebre e rifocalizza le iridi dorate in quelle altrui. Lei, però, dopo lo minaccia ed un brivido gli percorre la schiena con un lento sospiro trattenuto del rosso. < Per tutti i Kami, se ti amo quando mi minacci così. > E qualora l'altra non le sia di alcun impedimento - per tutti i Kami, davvero - cercherebbe di infilarle le braccia sotto le sue ascelle, chiuderle dietro la di lei schiena e tentare persino di sollevarla, così da tenerla ancor più vicina. Romanticheria che dura poco, considerando quanto gracile e poco forte sia il Demone - fisicamente. < È davvero tutto qui. Ora parlami! > Esclama, curioso come una biscia.

12:06 Kouki:
 Oh, piacerle le piaceva, ma non andava matta per l’ambiente in sé. Troppe signorine poco vestite, e… insomma… si ritrova ad arrossire un poco sulle gote nel mentre che ci pensa e sente le parole del suo Demone. <Mi piaceva.> non sa come continuare il discorso però, non può di certo dirgli che è il locale il problema, o meglio, la sua gelosia. <Però ecco diciamo che preferisco di gran lunga questo posto.> taglia corto in questo modo mordendosi leggermente il labbro inferiore e distogliendo appena lo sguardo per non mostrare tutto quel rossore che involontariamente le sta prendendo il pallido volto. Non sopporta questa perdita di controllo del proprio corpo. Proprio no. Ad ogni modo questo è un posto sicuro e migliore del locale, lo conferma il Demone stesso affermando che lì non ci vada più nessuno ormai, ogni culto non esiste più e loro sono in pochi… sorride, meglio così. Se le cose stanno davvero così, allora la Yakushi non avrebbe problemi a piantarsi lì in maniera permanente. <Qualcuno di guardia forse sarebbe meglio. Le trappole potrebbero sempre essere evitate.> così come qualcuno potrebbe sempre essere superato, quindi in realtà bisognerebbe pensarci bene. <Avremo tempo.> per pensarci si intende e ancora una volta parla al plurale, ormai ci sta prendendo la mano… certo se poi la situazione non andasse a complicarsi ulteriormente per una singola frase detta dal Demone, scatenata da un’affermazione fatta dalla Yakushi a cuor leggero, senza sapere cosa comporta solitamente. Le sue mani vengono afferrate e trattenute dal Rosso, lei non ha motivo né voglia di liberarsi da quella presa, non prova paura e nemmeno rabbia in realtà, solo una leggera paranoia poiché non comprende quello che sta succedendo. Lo guarda in viso, lo ascolta, si lascia trattenere… sa che lui che non mente a lei, agli altri si, ovviamente, ma non a lei, e le sembra plausibile quello che le viene detto. <Oh.> l’espressione pare rilassarsi e divenire più sorpresa ora, scegliendo di mettere da parte la ragione per abbandonarsi alle parole del Rosso. <Non pensavo che poteva mandarti in crisi una frase simile.> afferma sinceramente guardandolo dritto negli occhi, e solo ora le viene da sorridere con tanto di piccola risatina divertita per la situazione e l’incomprensione che si è venuta a creare. Si avvicinerebbe nuovamente a lui tenendo strette le sue mani e guardandolo dritto negli occhi… lui la ama, per davvero. Il sorriso che prima era appena spuntato, rimane impresso sulle pallide labbra, un mezzo sogghigno che via via si addolcisce con la complicità di un rossore che si espande sempre di più sulla sua pelle. Non sta deviando il discorso e non la sta prendendo in giro. E’ una certezza. <Quindi… mi ami.> sibila appena in un sussurro, mentre lui cerca di sollevarla da sotto le braccia per abbracciarla e tenerla più stretta a sé. Lei è un fuscello e non è cresciuta di un millimetro in questi anni, ma è anche vero che sa che lui non dispone di una forza così particolare, quindi lei ricambia, avvolgerebbe le proprie braccia intorno al suo collo e cercherebbe di fare forza in esse per cercare di rimanere il più tempo possibile abbracciata a lui. Stretta in una morsa, come le spire di un serpente. I loro volti in questo modo dovrebbero davvero trovarsi vicini e alla stessa altezza, il sorriso della giovane Yakushi non sbiadisce nemmeno per un attimo. <Volevo dirti che mi voglio stabilire da te per sempre.> ecco fatto, ha lanciato la sua notizia e non glie lo ha nemmeno chiesto, ormai la decisione l’ha presa lei. <Vivere con te. Appartenerci a vicenda… perché… anche io… ti amo.> tutta la sua spavalderia svanisce non appena pronuncia a voce ciò che prova, viene colta da una strana fragilità come se gli avesse appena concesso tutta se stessa e si fosse così resa estremamente vulnerabile. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale]

12:43 Rasetsu:
 Alla fin fine, le spiegazioni di Kouki gli bastano e avanzano. L'importante è che quel luogo vada bene anche per lei. < Va bene, va bene. Effettivamente, per due, quella stanza appariva uno sgabuzzino. > Ma decisamente. Quindi, da questo punto di vista, hanno trovato un papabile accordo reciproco. La Cattedrale, od ex che sia giacché or vien definito Tempio di Kusa a tutti gli effetti, è ben più spaziosa e può usarla a suo piacimento. < Pensiamoci dopo. Bisogna vedere cosa fare e come, innanzitutto, e non mi sembra affatto il momento adatto per parlarne. > Considerando quanto è uscito fuori da questa discussione, si potrebbe effettivamente passare in secondo piano ciò che non riguarda loro due o la loro possibile nuova dimora. La lascia subito dopo scendere, cosicché possa toccare il suolo coi piedi. Fa un po' di fatica ad alzarsi in piedi e a raddrizzare la schiena. Gli acciacchi di un vecchio novantenne, se non fosse che ha un terzo di quegli anni. Invero, non li dimostra. Il suo "tempo" si è fermato a quando ne aveva probabilmente venticinque; ossia da quando Yukio ha instillato in lui il gene Kokketsu. < Certo che mi ha messo in crisi! > Allarga le braccia verso l'esterno, sgranando le palpebre per via del tumulto che gli ha risvegliato in petto. < Pensavo volessi andartene, pensavo volessi.. Oh, non lo so! > La di lui voce rimbomba nell'edificio vasto, qualche creatura si gira a guardarlo, ma tace e riprende a lavorare. < Ho pensato così tante cose in pochi minuti che non so bene cosa ho pensato davvero. > Annette, abbassando le spalle come se fosse un'ammissione di colpevolezza. Espira lentamente senza perderla di vista, portando il capo a piegarsi verso la spalla manca e ne attende le ulteriori parole. < Io non so neanche cosa voglia dire amare, Lingua Biforcuta. > Affranto. < Ma se l'etimologia della parola vuol dire ciò che sento.. > Il cuore, lo stomaco, il petto. < ..a me appare inutile non dirtelo. Sento la necessità di farlo, sento il bisogno di averti al mio fianco. Non voglio perderti com'è successo con tutte le altre persone che, prima di te, mi hanno dato un minimo di affetto. > Perché sa che quest'ultimo esiste. < Quindi, se vuoi viver- VIVERE CON ME? > Beh, finora, okay, dormivano assieme ma, spesso e volentieri, lei era fuori. O lontana. O, comunque, la dimora che avevano non era certo delle migliori, appunto. < I tuoi.. Ehm.. Genitori konohani? > Sì, insomma. Azrael e Kaori. < Quell'Azrael mi fa fuori. > M I N I M O. Gli occhi, però, gli si addolciscono nel sentire l'ammissione altrui, ciò che veramente prova per lui. La avvicina al proprio petto, le pone una mano dietro la testolina. La spinge delicatamente contro di sé, vuol tenerla vicino al petto, vicino a quel cuore che ha ripreso a battere da così poco e che, paradossalmente, vive per lei.

13:19 Kouki:
 Non ha più importanza la stanza o la cattedrale, ormai il decidere dove mettersi per fare i loro giochi può passare benissimo in secondo piano. Lei non vuole nemmeno più spendere parole a riguardo, anche perché ormai si sono già detti tutto quello che c’era da dire. Ci penseranno, un altro giorno in un altro momento, ma non oggi e non ora. Quel loro abbraccio, quel suo ‘appendersi’ al collo del suo Demone, quella sua volontà di renderlo suo e basta, di tenersi a lui per sempre. Certo potrebbe anche dire di avere tutto nella sua vita ora, se non fosse così ambiziosa per tutto il resto… eppure quello che sente per lui la riempie così tanto che le pare di non avvertire più il bisogno di altro. Ascolta le sue parole riguardo a quella crisi, davvero non pensava di portarlo a quel punto, non credeva che tali parole potessero essere tanto potenti. Lo sente e lo vede. Così preda a delle paure che le gli ha scatenato, lo vede ancora una volta così… nudo davanti ai suoi occhi. Porterebbe nuovamente le mani sul suo viso, gli sorride delicata. <Mi spiace, mio Demone. Non credevo che tali parole potessero essere così forti. Purtroppo non conosco ancora molto bene queste cose…> assottiglia appena gli occhi addolcendoli, provando per lui quel sentimento profondo. <Io non voglio lasciarti e non lo farò mai, al contrario.> sussurra in sua direzione, soffiando appena sulle labbra altrui. Lo stomaco è in subbuglio, il cuore batte ancora più all’impazzata… lei che in questi anni si è allenata per tenere a bada le emozioni per via del gene corrotto, ora si rende conto che esse stanno superando il suo limite. Inizia a sentire il dolore pervaderle la testa, ma vuole ignorarlo, vuole ignorare ciò che accade nel suo corpo per concentrarsi sul sentimento che prova. Sia lei che lui. Prende dei profondi respiri e cerca di calmarsi e controllare ciò che sente, per evitare che altro di incontrollato prenda il sopravvento. Ma come si può controllare un sentimento come quello? <Purtroppo nemmeno io so dirti cosa significhi l’amore. Ho potuto vederlo, certo, ma l’ho sempre considerato come qualcosa di molto distante da me, che mai mi avrebbe presa.> decide di confidarsi anche lei come ha appena fatto lui. <Mio Demone… questo è quello che proviamo. Se è così profondo non può che essere amore e alla fine mi ha trovata.> chi l’avrebbe mai detto. Era una bambina apatica e piena di rabbia e dolore, una bambina che credeva che l’amore fosse solo una sciocchezza, qualcosa di passeggero… e ora si ritrova ad essere una ragazza, innamorata, che si sta ricredendo. Ne ha fatta di strada. <Ti sto offrendo me stessa, il mio cuore. E’ molto per me… ma mi fido di te e mi affido a te. Voglio appartenerti così come voglio che tu appartenga solo a me.> non può però che essere possessiva in ogni sua cosa, questo non lo può cambiare, il suo è un amore che sente sinceramente ma è anche una ragazza possessiva. <Quindi… non mi perderai, mai.> è una promessa che gli aveva già fatto ed è intenzionata a mantenere. Sorride dapprima lieve e poi più divertita quando nota che finalmente il Rosso ha metabolizzato ciò che la Yakushi gli ha appena detto. <Vivere con te, si.> sono stati insieme, hanno dormito insieme, ma il più delle volte lei stava a Konoha, la maggior parte delle notti dormiva distante, ma ora le cose sono cambiate. <Io…> si ritrova di colpo in difficoltà. Non ha detto niente ai suoi genitori, niente. Le viene il dubbio che forse dovrebbe parlarne? E’ corretto? Oppure no? Deve rimanere segreto? Ma perché? Perché Rasetsu le sta mettendo quei dubbi, quella paura? Scuote la testa con forza. <Io non ho detto niente ai miei genitori. Non ne vedo il motivo… sanno che c’è qualcuno a Kusa con cui mi vedo, si. Ma non ho mai pensato di parlare di te a loro…> è un male? <Dovrei farlo? E’ così che si fa? Perché dici che mio padre ti ammazzerebbe?> inclina la testa da un lato e lo osserva, confusa e perplessa. Non riesce a capire più di tanto cosa in teoria ci sia di sbagliato tra di loro ormai… lei non è mai stata una bambina e l’unica cosa che l’ha sempre frenata nel raccontare ai suoi di Rasetsu è stato l’imbarazzo di dover spiegare quel sentimento. Si lascia abbracciare, anzi brama quelle braccia, quel petto, quel cuore. Vuole tutto di lui. Ricambia l’abbraccio stringendosi a lui, afferrando le vesti dietro la sua schiena e poggia la testa sul suo petto. Sente il cuore… che sublime melodia per lei. Si calma e si rilassa, inspira ed espira. E’ semplicemente meraviglioso. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale]

14:06 Rasetsu:
 Non può che essere contento di come le cose si stiano evolvendo tra lei e Kouki. La situazione non fa che migliorare, partendo dal fatto che lei vuol andar a vivere con il Demone. La tiene ancora vicino a sé, non intende lasciarla andare per nessun motivo. Le accarezza la schiena lentamente con una mano, socchiudendo per un attimo le palpebre e beandosi del momento. < Non ha importanza. > Addolcendosi, lasciando che tutto prosegua per il verso giusto. Non deve rovinare niente, assolutamente niente. < Neanch'io so molto di questa faccenda, ma so che sto bene e tanto mi basta. > Per quanto ha sofferto in passato con chi l'ha abbandonato, ora non può davvero lamentarsi. Il ghignetto gli si dipinge sul viso pallido, anche e soprattutto quando la ragazzina continua a parlargli, esponendosi con tutto il suo sentimento. < Mi è uscito di getto prima. > Quelle due fatidiche paroline, intende. Discosta il volto dal suo per poterlo aver frontale, ma senza ancor avvicinarsi ulteriormente. Vuol sentire tutte le parole che ha da dire, senza perdersene neanche una. < È molto anche per me. Nessuno mi ha mai amato come stai facendo tu. Nessuno si è mai preoccupato di come mi sentissi io. Quindi, sì. È davvero molto anche per me. > Muove il capo dall'alto al basso in un tacito assenso, a seguito delle proprie affermazioni. Tornando a quanto riguarda Azrael, ingoia un groppo di saliva. < Beh, lo sai cbe, quando venuto a Konoha, l'ho conosciuto e gli ho detto che cercavo te. > Si fa evasivo, volgendo il proprio sguardo altrove e grattandosi la nuca con una mano. < Insomma, credo che prima o poi lo verranno a sapere, e non penso affatto che gli sia simpatico. Non che sia un problema! > Si ristabilisce subito, gonfiando il petto. < Neanche lui sta simpatico a me. > Tronfio di questa risposta, si sente ora fiero e sicuro di sé, una sicurezza che aveva perso potendo rilassarsi tra l'amore e le braccia altrui. < Suppongo che sarà una tua scelta, una tua decisione. > Sospira. < Al momento, però, non mi importa. > Vuol soltanto abbassar il capo, socchiudere le palpebre e posar le labbra sottili su quelle altrui. E restare così per un tempo che potrà anche essere eterno. [ End \\ FEELS. ]

14:21 Kouki:
 Entrambi stanno bene così, nessuno dei due ha familiarità col sentimento ed entrambi hanno avuto esperienze pregresse che rende tutto quanto molto difficile per loro. Aprirsi l’uno all’altra, dichiararsi quel preciso e profondo sentimento… è tutto strano e nuovo, ma è così perfetto appunto perché sono loro due. Stanno bene ed è quello che importa, non le serve razionalizzare il sentimento o la situazione, si sente sicura e in grado di affermare che vuole abbandonarsi a tali sensazioni. Non le importa della logica, della società, se il suo Demone sta simpatico o meno a suo padre… no, l’importante è come si trovano insieme. E’ tutto così perfetto che nemmeno la Yakushi potrebbe volere qualcosa di più, è già tanto quello che ha e che ha avuto. <Sono d’accordo con te. Io sto bene con te e questo è ciò che provo, il resto non conta. Lo voglio vivere.> sussurra contro il suo petto, beandosi del suo odore e della consistenza del suo corpo. E’ reale e non è un sogno. Di questo è certa che non sia una proiezione della sua mente malata, ormai quel periodo dovrebbe essere passato. Si discosta da lui solo quando sente le sue mani premere per farlo, così da potersi vedere negli occhi e lei lo ascolta… quelle parole di getto. Deve essere davvero forte quel sentimento che prova per lei, per essere riuscito a dirlo in quel modo. Sorride, dolce, non può che esserne rincuorata e felice. E’ molto per entrambi ma hanno deciso di fidarsi l’uno dell’altra, lei annuisce a quelle parole, volendo confermare almeno a gesti che lei ci sarà sempre, che lo ama e che si preoccuperà di come si sentirà. Non vuole assolutamente che ci sia qualcun'altra in grado di farlo sentire in quel modo… possessiva, come detto. <Non importa se non sei simpatico a mio padre.> risponde sorridendo divertita dall’atteggiamento che il Rosso ha assunto… come un bambino che non gli importa di essere antipatico, tanto gli altri gli stanno antipatici a loro volta. <Per lui l’importante è che io sia felice e che nessuno mi ferisca. Tu non mi ferirai, quindi non fa niente anche se non scorre simpatia fra voi due.> assottiglia lo sguardo, sorride. <L’importante è che noi due stiamo bene insieme.> è sicura di questo e sa che probabilmente è vero che Azrael non farebbe nulla di avventato contro Rasetsu se egli non le farà del male. Di questo trova sicurezza e conforto, annuisce alle sue ultime parole. <Ho deciso.> niente da aggiungere e lui non le è sembrato in disaccordo, quindi a tutti gli effetti si può dire stabilità nella dimora del Demone. Per sempre. Chiude gli occhi, anche lei vuole abbandonarsi a quel momento, a quel bacio… lascia che le labbra del Demone si posino sulle sue, e lei ricambia in un tempo che vuole essere eterno, e la gioia che esplode nel corpo della ragazza è così forte, profonda e mai provata prima, che qualche lacrima fa capolino dai suoi occhi chiusi. Ricolme di quel profondo sentimento, scivolano lungo le gote silenziosamente sugellando quello che prova. [end]

E niente. Feels.