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con Azrael, Onosuke

16:18 Onosuke:
 Poco meno di una settimana fa è successo quello che Onosuke sperava da molto: entrare negli Anbu. La sera stessa di quando è successo l'attentato ha ricevuto a casa una missiva nella quale c'era scritto che il Generale Yami ha deciso di farlo entrare nelle squadre speciali di Konoha. Oggi, invece, è stato invitato al Quartier Generale Anbu, nel quale c'è già stato pochi giorni prima, per un incontro con il Generale nel suo ufficio. Esce di casa dalla finestra di camera sua senza farsi notare dai suoi genitori, i quali non possono venire a conoscenza come nessun altro del suo ingresso nella corporazione, vestito diverso dal solito, proprio perchè al Quartier Generale bisogna andare vestiti in tenuta Anbu. Indossa dei pantaloni della tuta neri lunghi fino alle caviglie con due tasche, una maglia a maniche lunghe e collo alto nera senza alcun stemma del suo clan, cosa molto insolita da parte sua, e ai piedi un paio di sandali ninja neri. A nascondere la faccia porta la maschera bianca degli Anbu che presenta due linee verticali rosse che passano attraverso il foro degli occhi lunghe e una luna al centro della fronte dorata, dalla quale ha preso spunto per il suo nome in codice: Tsuki. Sotto la maschera non può mancare la sua mascherina a coprire naso e bocca. Non gli interessa di avere una maschera sopra che la copre. Lui senza la mascherina si sente vuoto. Porta due schinieri, uno per gamba, e sul fianco destro indossa il porta kunai e shuriken dentro al quale ha quattro shuriken e tre kunai. All'interno della tasca sinistra dei pantaloni c'è un fuuda con all'interno un tronchetto sigillato. Al fianco sinistro porta il Ninjato, arma simbolo degli Anbu, che gli è stato regalato con l'ingresso alla corporazione. Si avvia così verso il QG. Arrivato, entra per la porta da cui è entrato la prima volta. Nel caso ci fossero ninja a guardia, si identificherebbe "Sono Tsuki. Il generale Yami mi sta aspettando al suo ufficio.". Nel caso lo facessero passare si dirigerebbe attraverso i corridoi bianchi della struttura fino a trovarsi davanti alla porta che presenta Il cartellino "Generale Yami", per poi bussare e aspettare una risposta. [eq: 3xkunai + 4xshuriken + 1xFuuda con tronchetto + 1xninjato fianco sinistro + 2xschinieri]

16:52 Azrael:
 Il Quartier Generale Anbu. Il *suo* Quartier Generale Anbu. Quanto gli era mancato? Nulla togliere a Furaya, nome in codice Gekido, che lo aveva sostituito per un po’ di empo, ma sentiva decisamente la mancanza di essere nel suo ambiente preferito, con la maschera indosso, nel suo ufficio. In quella posizione non dovrà più udire il titolo “Generale” riferito a qualcun altro, la cosa lok rende molto soddisfatto. Da sempre quello è il suo ruolo, ciò che meglio sa fare. Essere Yami. Quello non è solo un nome in codice, ma molto di più. È l’insieme di tutte le pulsioni più basse di Azrael Nara, il demone che lo ha sempre divorato e che, con quella maschera, ha saputo accogliere ed abbracciare. Ora sono una cosa sola, imprescindibili ed inscindibili. È all’interno del suo ufficio che non èp cambiato dall’ultima volta, ma che ora ha allo stesso tempo un aspetto diverso. Ora si sente nuovamente a casa. Era passato decisamente tropp tempo dall’ultima volta in cui ci era entrato in qualità di Generale. Siede sulla poltrona di pelle nera, la schiena abbandonata totalmente contro i cuscini, le braccia pigramente poggiate sui braccioli ed il capo riverso all’indietro. L’immagine del benessere. Indosso porta una camicia nera stretta, aderente, un paio di pantaloni cuciti su misura, di sartoria, ed un paio di scarpe di pelle scura a completare l’abbigliamento. Il mantello è sapientemente piegato sul lato sinistro della scrivania in maniera che i bordi combacino co quelli della superficie di legno, in maniera che nulla sia disordinato o asimmetrico. Ha convocago il suo nuovo piccolo acquisto. Onosuke Aburame. Si è comportato bene in un’occasione di pericolo e, inoltre, i suoi genutori hanno militato nelle forze ANBU. Un candidato perfetto. E ora ha richiesto la sua presenza nell’ufficio. Presenza di cui immediatamente viene informato dagli agenti all’entrata del Quartier Generale che, dopo averlo fatto entrare, hanno fatto risuonare nella sua ricetrasmittente il messaggio “Nuova recluta Tsuki in avvicinamento, Generale.”. con un sorriso, nascosto dalla maschera, ha atteso il tempo necessario che occorre per raggiungere il suo ufficio. Sa che per superare quel dedalo di corridoi bianchi che ai meno esperti risulta quasi labirintico si impiegano all’incirca due minuti e mezzo, tre minuti se si cammina a passo lento. Il tempo necessario per percorrere la strada giusta e superare tutti i controlli, sino ad arrivare dinanzi la sua porta. Mentalmente conta i secondi che passano, sio ad arrivare alla fine del conto alla rovescia e sentire, puntuale come si aspettava, il batter delle nocche del giovane genin sulla porta. < Prego, è aperto. > La voce risuona forte, scura, leggermente distorta dall’apposito dispositivo presente nella maschera. La maschera più famosa del Villaggio della Foglia. Bianca, in gesso, finemente dipinta con della vernice nera che disegna due spesse linee nere che, dalla fronte, arrivano sino agli zigomi, passando per l’alloggio vuoto degli occhi. Il materiale è, poi, inciso ad arte in maniera da formare un sadico e perenne sorriso che la attraversa da un lato all’altro, andando da orecchio ad orecchio, dandole un’aria minacciosa, folle, degna del suo portatore: il Sadico. Ecco ciò che si troverà davanti l’Anbu Tsuki nel momento esatto in cui entrerà all’interno dell’ufficio: una stanza di medie dimensioni, similari a quelle che potrebbe avere un salottino, quasi completamente spoglia e totalmente bianca. Dalle mura al pavimento fino al soffitto le luci dei neon rimbalzano dando a quel luogo un aspetto quasi etereo, concentrando l’attenzione sugli unici dettagli scuri presenti. Di fronte alla porta d’entrata vi è una grossa scrivania di legno, anchessa verniciata di bianco, contrastante con la poltrona di pelle nera e l’uomo che vi siede sopra. Due sedie sono poste al lato sinistro della scrivania, per chi voglia spostarle e sedersi. Una grossa libreria ricolma e straboccante di tomi, enciclopedie di ogni genere e fascicoli riservati percorre completamente la parete alle spalle del Generale, giungend sio alla sommità dell’ufficio. Le altre pareti, invece, sono sì bianche, ma ricoperte di fogli. Senza prestar loro attenzione potrebbe sebrare quasi un decoro della parete composto da linee scure che le ricoprono completamente, ma ad una seconda occhiata essi si rivelano disegni. Centinaia, forse migliaia di disegni attaccati ad ogni angolo libero di quell’ufficio, lasciando libero unicamente il pavimento ed il soffitto. Disegni di violenze inaudite, di torture, corpi mutilati, straziati, impressi su carta in espressionij ancora agonizzanti, quando gli si può riconoscere il voto. Tracce di carboncino nero che delineano violenze sempre diverse, ma sempre dal medesimo punto di vista: quello del torturatore. Anche essendo entrato nella corporazione da un giorno appena si è informati della propensione a quel genere di arte ad opera del Generale Yami, una sorta di avvertimento che si da persino ai nuovi arrivati, nel caso dovessero volere risposte ai quesiti che potrebbero lasciar sorgere quei disegni così cruenti, decorati qui e lì con schizzi di sangue raggrumato e secco, facente ora parte della filigrana stessa della carta, ma che – al momento della realizzazione – era certaente fresco. Sulla scrivania, inoltre, è presente una teca di vetro, all’angolo destro, perfettamente in linea con il bordo della scrivania stessa, contemente quella che, senza dubbio, è una testa umana in leggero stato di decomposizione. Assolutamente inodore e priva di qualsivoglia sporcizia, nessun insetto la sta diorando, ragion per cui la marcescenza arriva in maniera più lenta, diversa da come la si immagina comunemente, dovuta unicamente all’evaporazione dei liquidi che porterà i tessuti che non cedono e cadono a risultare quasi mummificati. < Prendi una sedia ed accomodati pure, Tsuki. Sei la mia più recente recluta e volevo conoscere un po’ meglio le tue sensazioni a proposito del tuo nuovo ruolo. > Gli dice, pacato e tranquillo, allungando la mancina unicamente per indicargli le sedie preposte per far accomodare gli ospiti, attendendo che egli faccia quanto gli è stato richiesto. [ C on ]

17:20 Onosuke:
 Una voce arriva dall'altro lato della porta che dice all'Aburame di entrare. Ciò che trova oltre a questa è una stanza non tanto grande e non tanto piccola, della grandezza che potrebbe avere un salottino. Soffitto e pavimento continuano il tema già trovato in tutti i corridoi attraversati per arrivare all'ufficio: bianco. Nota subito che attaccati alle mura laterali della stanza ci sono quelli che possono essere disegni raffiguranti torture di ogni specie. A chi entra a far parte degli Anbu viene subito spiegato che tipo di persona è il Generale Yami. Il Generale che proprio in questo momento si trova davanti a Onosuke, o più precisamente davanti a Tsuki, seduto dietro una scrivania anche questa prettamente bianca. Nota subito l'ordine con cui il generale tiene il suo ufficio grazie a piccoli particolari come la posizione di una teca contenente una testa umana che è posizionata perfettamente in linea con il bordo della scrivania. Appena entrato, chiude la porta e successivamente, facendo un piccolo inchino, saluta "Salve Generale." La maschera, quasi inquietante, lo guarda mentre gli dice di sedersi e gli indica le due sedie disposte sul lato sinistro del tavolo messe apposta per gli ospiti. Così si dirige verso queste per poi spostarne una e posizionarsi proprio di fronte l'uomo. Questa stanza è magnifica. Il macabro si unisce alla purezza. I disegni che quasi rivoltano lo stomaco si fondono perfettamente con il bianco delle pareti. Chissà chi può esserci sotto quella maschera. Vabbè. Manca poco per scoprirlo. [eq: 3xkunai + 4xshuriken + 1xFuuda con tronchetto + 1xninjato fianco sinistro + 2xschinieri]

18:02 Azrael:
 il giovane, nei panni del suo alter ego Tsuki, saluta il generale con un doveroso inchino, oltre che con le proprie parole, per poi andare diligentemente a procurarsi una sedia e mettersi di fronte al suo superiore, in attesa di parole che tardano leggermente ad arrivare. Il Sadico lo osserva per un po’, la sottile membrana nera che riempie i fori degli occhi non lasciano trapelar le iridi d’onice tipiche del Nara, se no tramite un flebile luccichio di tanto in tanto. Lo squadra, lo osserva come se volesse perforarlo coi propri occhi, per poter scavargli dentro ed esplorare i suoi meandri più profondi, proprio come raffigurato in qualcuno di quei disegni, nei partcolari dei corpi sventrati con le viscere disposte ad arte attorno al soggetto, accuratamente spostate a mano in maniera tale da far risultare il disegno finale al meglio possibile. Macabro ed assolutamente in linea con la persona che siede sulla poltrona nera. Finalmente, dopo qualche interminabile attimo di silenzio, Yami prende parola. < Io spero tu sappia cosa vuol dire essere un Anbu. > Principia, senza mai smuoversi dallapropria posizione rilassata, limitandosi ad accavallare la gamba destra sulla sinistra. < Non è qualcosa che si apprende, ma qualcosa a cui devi essere già preparato. Molte delle persone che proteggiamo ritengono il nostro operato violento ed insensato, ma quel che pensano non ha alcuna importanza. > Qualunque civile, entrado in quella stanza, avrebbe da ridire riguardo il contenuto dei disegni, chiunque vomiterebbe alla vista di quel che accade nella sala delle torture o in missione. Non tutti possono essere ANBU. < Io sono tenuto a rispondere ai dettami dell’Hokage, ma voi siete tenuti a rispondere a me. può sembrare solo una sfumatura, ma non lo è. È molto importante tenere a mente che voi dovete comportarvi come estensioni del mio corpo e della mia mente ed essere al contempo legati gli uni con gli altri. Più che con i genitori, più che con gli amici ed i parenti. > Non è un discorso propriamente di totale sudditanza, ma di assoluta collaborazione, una sorta di mente alveare. Un sistema in cui la moralità e gli interessi personali devono essere messi in secondo piano. < Ed è questo il motivo per cui ti ho convocato qui. Io so che sei legato ad una kunoichi di Konoha. Ci siamo informati e ho ritenuto che lei potrebbe essere un intralcio alla tua carriera da Anbu. > Ecco la motivazione per cui lo ha convocato lì, da soli. < Tsuki, devo ordinarti di cessare ogni tuo contatto con Tenshi Senjuu. Scegli tu la modalità, ma con lei non dovrai più avere alcun legame. > Termina, continuando a guardarlo con ancor più intensità di quanto stesse facendo precedentemente, in attesa solo di una risposta. [ C on ]

18:33 Onosuke:
 Dopo essersi seduto, segue un attimo di silenzio rotto poco dopo dal Generale che comincia a parlare. Onosuke lo guarda, vedendosi fissato direttamente negli occhi da Yami, che sembrerebbe voler scoprire tutto quanto di lui soltanto tramite lo sguardo. Ascolta attentamente ciò che gli viene detto facendo cenno con la testa ogni qualvolta ci sia una domanda, diretta o indiretta che sia. Sembra un discorso normale, come qualsiasi discorso di presentazione. Ad un tratto però il discorso cambia strada. Il Generale vuole che l'Aburame rompa tutti i rapporti con Tenshi e il motivo sembra essere che lei potrebbe essere d'intralcio con la carriera di Onosuke all'interno degli Anbu. Il giovane non sa cosa dire al momento. Pensa. Pensa alla scelta che deve fare. Ma il momento di silenzio dura poco. "In che modo potrebbe essere un intralcio?" chiede anche se potrebbe capire come mai. Se non la si conosce bene Tenshi può sembrare una ragazza fragile, ma non è così. "Se mi è possibile vorrei farle una domanda senza mancarle di rispetto ovviamente. Come vi siete informati? Io la conosco bene e sono sicuro che non mi darà nessun problema.". Gli occhi dorati che richiamano il colore della luna che è raffigurata sulla maschera fissano il Generale. La schiena è dritta, quasi a non toccare lo schienale della sedia su cui è seduto e le mani sono appoggiate sulle ginocchia delle gambe piegate quasi a formare un angolo di 90°. In questo momento è agitato, ma l'adrenalina gli permette di parlare così al suo superiore. Ora chissà cosa gli succederà. Di una cosa è certa però: non si sarebbe mai aspettato questo. Si è recato là pensando al meglio, ma si è sbagliato. [eq: 3xkunai + 4xshuriken + 1xFuuda con tronchetto + 1xninjato fianco sinistro + 2xschinieri]

19:12 Azrael:
 La risposta da parte della nuova recluta non tarda ad arrivare così come non tarda il suo cambio dij postura e di atteggiamento. Il suo corpo di tende, si agita, è piuttosto evidente. Da un tono servile e rispettoso diventa quasi sfacciato, aggressivo. Il Generale Yami non si scompone affatto, allunga semplicemente la macina sulla scrivania, iniziando a tamburellare con le unghie curatissime, quasi a voler spazientire il suo interlocutore. < Tsuki, ti è richiesta molta più freddezza di così. Proprio in virtù del fatto che la conosci dovresti sapere che quel che farai qui la indispettirà molto. Ti sarà incredibilmente difficile starle accanto senza rivelare il tuo segreto, la tua appartenenza agli Anbu. È una questione di sicurezza, capisci? Siete molto giovani, non è facile controllarvi, proprio per questo ti chiedo di lasciarla, in favore di un’esistenza più semplie per entrambi. > La voce è gentile, quasi persuasiva. Per quanto lo abbia presentato come un vero e proprio ordine, sta cercando di spiegargli tutte le motivazioni, di convincerlo a dargli il dovuto ascolto, prima di imporsi in quanto suo Comandante. Per quanto riguarda i suoi metodi di conoscenza della giovane Senjuu, il Generale sceglie di non mentirgli, ma neanche di dirgli tutta la verità. < Nn è difficile compilare un fascicolo su chi vive a Konoha. Basta informarsi sulla loro famiglia, sorvegliarli da lontano con qualche agente di ronda e, infine, chiedere a persone fidate. In particolare Azrael Nara ci ha molto parlato di lei e di un uomo di tale importanza c’è da fidarsi, non trovi? > Termina la risposta a quella curiosità da parte del genin, per poi distanziare la schiena dall’apposito alloggio della poltrona e sporgerla leggermente in avanti, mantenendola perfettamente dritta, così da sembrare persino un po’ più alto. < Ci sono sacrifici che vanno fatti, ragazzo. D’altronde sarebbe piuttosto facile anche per me seminare indizi che la porterebbero ad allontanarsi da te, l’ho fatto in passato e lo farei anche ora, se tu non fossi in grado di eseguire il mio ordine. Ci tengo molto ad averti nelle nostre fila e non ho per nulla voglia di rinunciare a te per via di una storiella d’amore adolescenziale. > D’altronde Yami ha passato molto di peggio., spesso costretto persino a sovrastare la volontà della sua controparte priva di maschera, quando Azrael da solo non ce l’avrebbe mai fatta a mettere il proprio dovere prima di una persona amata. [ C on ]

10:21 Onosuke:
 Tutto quello che sta succedendo gli sembra irreale. Come un brutto sogno da cui non riesce a svegliarsi. Ascolta le parole del Generale e pian piano il suo sguardo diventa vuoto. Questo perchè comincia a ripensare a tutti i momenti passati con Tenshi, dalla prima volta che si sono incontrati fino al pomeriggio del giorno prima. Tutto è iniziato per una mascherina e la curiosità di sapere cosa poteva nascondere, e tutto finisce per una maschera, quella da Anbu. Onosuke però, come è solito fare, riesce a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. "Ho capito Signore. Non serve che agisca lei. Ci penso io. Non voglio rinunciare a questo posto. Mi serve per proteggere la Foglia, quindi anche Tenshi. Se l'unico modo per poterlo fare, per poter continuare a far parte degli Anbu, è questo, allora lo farò. E lo farò di persona perchè se lo merita.". Ancora non sa come glielo dirà, ma lo farà. Se è per il suo bene dovrà farlo. Gli è stato detto che ci sono sacrifici che vanno fatti e fin da piccolo gli hanno insegnato di essere ubbidiente verso il capoclan come le api con la loro regina. In questo caso non si parla di clan, ma l'idea che i suoi genitori gli hanno voluto dare è che bisogna ubbidire a chi sta sopra di te. E così vuole fare. Ubbidire. "Quindi potrò vederla un'ultima volta per parlarle?". La sua voce è cambiata. Si sente che in questa ultima frase un po' tutto è cambiato. La sua vita è cambiata. Forse non riuscirà più ad amare. Forse non riuscirà più ad essere quello che è stato fin ora. Ma lei gli rimarrà sempre in testa. Sarà ciò che nei momenti più duri non gli farà mollare tutto, la sua roccia. Fermo nella stessa posizione in cui era prima aspetta una risposta. In questo momento vuole solo uscire da questo posto. Vuole solo vedere lei, abbracciarla, ma non come se fosse l'ultima volta. E dovrà parlare anche con Norita. Lui che l'ha amata da sempre come Onosuke, ma che è stato meno fortunato, perchè dovrà aiutarla nel caso dovesse soffrire. [eq: 3xkunai + 4xshuriken + 1xFuuda con tronchetto + 1xninjato fianco sinistro + 2xschinieri]

10:37 Azrael:
 Il Generale Yami osserva con attenzione ogni singolo particolare del ragazzo che ha di fronte. pur non potendone notare lo sguardo dorato non gli passa certamente inosservato come il giovane genin si sia spento dinanzi alla prospettiva di abbandonare il suo primo grande amore a seguito della richiesta da parte di un suo superiore. Un leggero risolino, distorto dalla presenza della maschera, interrompe il silenzio tra i due, giunto dopo l’accettazione della nuova recluta riguardo l’ordine appena ricevuto. Sembra divertirsi, il Sadico, di un qualcosa che ha profondamente ferito il ragazzo con cui sta parlando. Le dita s’arrestano, cessando il suono costante prodotto dalle unghie sul legno candido. La mancina si ritrae, poggiandosi sul bracciolo assieme alla gemella per far leva su di esso e permettere all’Anbu di alzarsi in piedi. < Hai perfettamente chiaro il concetto, Tsuki. Un ordine è un ordine, anche se porta la più profonda delle sofferenze. > Questa è una lezione che il Nara ha imparato fin troppo bene. Non ha potuto far valere la propria posizione per far uscire la sua madre adottiva di prigione, sebbene fosse accusata di un delitti atto a proteggere l’incolumità del figlio. Ha dovuto togliere la vita a Kuricha, donna che ha amato e di cui si fidava profondamente e che, in altre circostanze, sarebbe stato ben contento di lasciar andare per non rivederla mai più, ma senza essere costretto a causarne la morte. ha ucciso e torturato sufficienti persone da essere catalogato come ‘mostro’ dai più. Eppure ha sempre portato a termine ogni incarico, non importa quanto doloroso o deleterio esso fosse. È proprio quello che ha chiesto al genin ed egli si è dimostrato deciso a farlo in nome del suo dovere. < Nasciamo come semplici uomini, scegliamo di diventare ninja ed i più coraggiosi decidono di indossare queste maschere. Quel che è importante, però, è che in punto di morte siamo sempre e comunque dei semplici uomini. > Chiosa, portando poi la mancina a cingere i lati della maschera, tirandola via dal volto per mostrare i lineamenti del suo reale aspetto. Azrael Nara. La maschera di Yami viene accuratamente riposta innanzi alla poltrona, col sorriso rivolto verso il suo possessore, che la osserva come se stesse ricambiando lo sguardo del suo più vecchio e fidato amico. Un breve attmo, dopodiché il Tessai torna a guardare Tsuki dritto negli occhi. < Portare questa maschera non è facile, non è facile tornare da una ronda con le mani ancora sporche di sangue e dover mentire ai tuoi genitori. Non è facile uscire dalla sala torture con le urla di un altro essere umano ancora nella testa e dover fingere davanti alla donna che ami che va tutto bene. Ma se eri pronto a lasciarla per eseguire un mio ordine, sarai certamente capace di sopportare questo peso, almeno fino a quando sarà necessario. > D’altronde la sua Kaori lo sa, sa perfettamente chi sia Yami, conosce perfettamente ogni anfratto della sua mente e della sua anima. Ma Kaori è oramai una donna adulta, che ha visto molto più di quanto abbiano visto molte sue coetanee ed è stata in grado di capire ed accettare anche questo recondito aspetto della vita del Tessai. < Non ho mai voluto che tu la lasciassi, Onosuke. Mi spiace averti ferito, ma spero tu ne comprenda le motivazioni. Quello che voglio insegnarti è che non devi mai e poi mai tralasciare il tuo essere umano, altrimenti non esisterà alcun ruolo in grado di proteggerti dalla pazzia. Credimi, ci sono passato. > Non ha chiaramente detto che avrebbe dovuto contestare un suo ordine, in effetti così non è, ma che deve sempre soppesare, anche solo dentro di sé, le azioni che compie. Non sono dei burattini, ma tanti piccoli ed indispensabili ingranaggi in grado di far muovere un macchinario altrimenti inutile e non funzionante. [ C on ]

11:51 Onosuke:
 Il silenzio dopo il discorso di Onosuke viene rotto da un risolino del Generale, il quale arresta le dita che da un po' battevano sul tavolo e che successivamente si alza in piedi. Cosa succederà ora? Le mani chiuse a pugno stringono i pantaloni all'altezza delle ginocchia, la voglia di uscire da quella stanza è tantissima e l'agitazione provoca sudorazione sotto la maschera. Continua poi a parlare usando parole piene di verità. Ad un certo punto l'Aburame vede il Generale alzare la mancina per poi levarsi la maschera. Alla vista di chi si nascondeva dietro la maschera dal sorriso inquietante, Onosuke rimane ancora di più senza parole: si tratta di Azrael Nara, il leggendario Ninja, il maestro di Tenshi. L'Aburame ha idee un po' discordanti riguardo il Nara. Non gli sta del tutto simpatico, soprattutto dopo l'allenamento durante il quale stava per colpire Tenshi con una saetta. Quello che l'ha fatto un po' ricredere è stato il gesto fatto alla fine della riunione di presentazione del Decimo. Ma al momento ha solo una cosa in testa "Perchè? Perchè vuole fare questo a Tenshi. Sa benissimo che così la farebbe soffrire tantissimo!". La risposta alle sue domande non manca a tardare, come se gli avesse letto nel pensiero. Continua ad ascoltare ciò che il Generale ha da dire. Pian piano il suo sguardo riprende vita. Le parole che sente sono la parte bella dell'incubo che stava vivendo. Il Generale l'ha messo alla prova, ma sentire che non dovrà salutare Tenshi lo ha risollevato. "Signore. Grazie.". Al momento ringraziarlo è l'unica cosa che riesce a fare. Questo perchè se avesse voluto non gli avrebbe veramente fatto più vedere la ragazza dai capelli rosa e l'Aburame lo sa. "Va bene. Seguirò i suoi consigli. Grazie ancora.". Il viso, anche se non visibile, è molto più rilassato. Le mani, che prima stringevano i pantaloni, sono aperte con i palmi appoggiati alle ginocchia. La schiena, che prima era dritta come un palo di legno, ora presenta una piccola gobba. Gli occhi però sono sempre diretti verso il Tessai[eq: 3xkunai + 4xshuriken + 1xFuuda con tronchetto + 1xninjato fianco sinistro + 2xschinieri]

10:16 Azrael:
 Il motivo per cui ha convocato il suo nuovo acquisto Anbu non si limita unicamente all’impartire questa breve lezione di vita, ma anche domandargli qualcosa che riguardi aspetti più persoali della vita di entrambi. Il Nara si siede nuovamente, raccogliendo nuovamente la maschera per poggiarla al lato del volto, in maniera tale da avere la maggior parte del volto scoperto, lasciando così intendere che non sta parlando con Yami, ma più che altro col Tessai Azrael Nara. < Non sono riuscito ad inquadrarti bene. Non abbiamo parlato molto, ma è certamente mio interesse cominciare da adesso. > Chiosa, mantenendo un atteggiamento tranquillo, per quanto possa apparire serioso, quasi minaccioso, forte anche dell’ambiente in cui si trova in questo momento. < Tenshi, come ben sai, è la mia allieva. Non sono né suo padre né un suo fratello maggiore, ma tengo comunque molto a lei. Per cui comprenderai bene le motivazioni di questa domanda… > Una breve pausa, le mani tornano sulla scrivania, intrecciate e volte con i dorsi in direzione di Onosuke. < Per cui sposta la tua maschera, hai il mio permesso sollok per il tempo che trascorreremo qui nel mio ufficio e dimmi: che intenzioni hai con lei? > Pone la fatidica domanda, infine, osservandolok dritto neglij occhi – qualora avesse saggiamente deciso di ascoltare il suo ordine piuttosto perentorio – per cercare di saggiare meglio i suoi setimenti e, appunto, le sue intenzioni. Il Nara è fatto così, è prottettivo, possessivo spesso e volentieri, a volte anche oltre i limiti imposti dalla libertà personale degli altri. Fatto sta, però, che tutto quel che vuole è il bene della sua allieva. [ C on ]

10:35 Onosuke:
 La situazione sembra essersi calmata. Il ragazzo vede il Tessai riprendere la maschera e mettersela a lato della faccia, in modo tale da non coprirla. Ascolta le sue parole, dalle quali si può capire che tiene molto a Tenshi. Infatti il discorso si è spostato più verso di lei e di come l'Aburame ha intenzione di comportarsi con la Senjuu. All'ordine di spostare la maschera, Onosuke non tentenna e la sposta a lato del volto come poco prima ha fatto il Nara. Quella maschera, dopo tutto quello che è successo poco prima, cominciava a diventare stretta. Ancora deve abituarsi. La sua faccia sembra tranquilla. La domanda non lo spaventa, soprattutto perchè ciò che ha dovuto passare prima è stato molto peggio. "Certo. Comprendo il motivo per cui mi ha fatto questa domanda. Intanto volevo ringraziarla per ciò che ha fatto alla fine dell'incontro di presentazione del Decimo.". I suoi sono ringraziamenti sinceri. Venire di persona a proteggerla dal caos della città è stato un gesto molto bello. "Poi riguardo le mie intenzioni.. Ciò che mi interessa è tenerla al sicuro. Non voglio dire che lei non sia in grado di farlo eh. E poi, anche se sono ancora giovane, sono sicuro di voler passare la vita con lei.". Quello che ha detto è un impegno tanto grande, ma è sicuro e questa sicurezza la si può vedere dallo sguardo. [stesso eq]

10:53 Azrael:
 il ragazzo sposta prontamente la maschera come ordinato dal suo superiore per rivelare il suo viso, gli occhi dorati, la mascherina sempre presente. Il capo del Nara si inclina leggermente verso la spalla sinistra, in un chiaro moto di curiosità, di aspettativa per la risposta dell’Aburame. Tale risposta arriva, preceduta da un ringraziamento per quello che ha fatto nel giorni che ha non solo consacrato il Decimo Hokage, ma anche bollato – nella mente del Nara e non solo – Hotsuma come un incompetente ed un incapace, oltrw che un debosciato. Annuisce calmo a quel ringraziamento, attendendo che l’altro cocluda il proprio discorso per rispondergli. Le parole successive dichiarano il suo amore nei rigardi della Senjuu, arrivando addirittura a definire il loro come un rapporto che potrebbe durare per tutta la vita. glij angoli della bocca si incurvano leggermente verso l’alto, disegnando un piccolo arco, un sorriso accennato, gentile e comprensivo. Non lo guarda dall’alto di chi potrebbe dire che un ragazzino così giovane non può capire nulla dell’amore o come un ingenuo che non sa bene quel che dice, ma come un uomo che comprende, che è stato a propria volta ragazzino e che, per molti versi, lo è ancora adesso. < Nel primo istante in cui mi sono dato la reale possibilità di conoscere Kaori sono stato certo che avrei passato con lei il resto della mia vita. ne sarei stato certo tanto a quattordici anni quanto a sessanta. E che lei sia il mio prio amore o il millesimo, tutto quel che so è che sarà l’ultimo. > Chiosa, portando il discorso su quel che prova per la Hyuga, lo sguardo gli brulla a quelle parole, rendendo l’abisso di pece che compone le sue iridi più brillante, profondo, quasi vivo. < Comprendo quello che provi e non mancherò di metterti in difficoltà per dimosyrarmi e dimostrarle tutti i giorni della serietà di queste parole. Non è un’affermazione leggera e su cui scherzare. Ti sei messo in un bel guaio, ragazzino. > Il sorriso si apre ancor di più, scoprendo i denti bianchissimi, i canini più affilati di quelli di un normale essere umano, quasi come se il Nara fosse un vampiro o qualche altra strampalata creatura soprannaturale. < Per quanto riguarda quel che ho fatto alla celebrazione è qualcosa che non avrei dovuto fare, le preferenze su chi proteggere o meno non si possono applicare ad un Anbu, ma—insomma, in caso qualcuno avesse qualcosa da ridire potrebbe rivolgersi al Generale e farmi fare un richiamo, no? > Ridacchia alla sua stessa battuta, cercando anche di sciogliere la tensione, notando coe il ragazzo sia certamente più tranquillo, ma non abbia ancora mostrato particolari emozioni. < Sei troppo silenzioso, Onosuke. Anche per questo fatico a comprenderti a pieno. Parlami un po’ di te, convincimi che posso fidarmi. > Lo esorta, tornando poi in silenzio per lasciare a lui le redini del discorso. [ C on ]

11:24 Onosuke:
 Sa che la parole che ha detto sono importanti. Questo pensiero viene anche espresso dal Nara che subito lo avvisa di prepararsi perchè lo metterà alla prova. Il clima ora sembra quasi piacevole. Il Tessai ha perfino fatto una battuta, alla quale Onosuke risponde con un leggero sorriso visibile attraverso gli occhi dorati. Degli occhi che negli anni hanno imparato a trasmettere le emozioni che la bocca non può fare. Certo, un po' di ansia c'è sempre, ma il volto dell'Aburame sembra alquanto tranquillo. Questo perchè non deve recitare per farsi piacere dall'uomo che ha di fronte. Sa che dicendo la verità tutto andrà per il meglio. "Vero. Mi rendo conto anche io di essere silenzioso in questo momento. Non è da me." dice sorridendo e portandosi la mano destra ai capelli, cosa che fa sempre. "Diciamo che in questo momento la mia vita va molto bene. Vivo con i miei genitori nel quartiere del nostro clan. Di amici non ne ho tanti, ma l'importante secondo me è la qualità di questi. Cos'altro.. Ho sempre aspirato a diventare un Anbu. I miei genitori quando erano più giovani facevano parte di questa corporazione e seguire il loro esempio mi ha sempre ispirato. Proteggere la Foglia solo per il gusto di farlo, senza ambire poi a un secondo fine come la gloria ti fa svolgere al meglio il lavoro secondo il mio pensiero. Il giorno prima potresti aver partecipato alla cattura dell'ottacoda e il giorno dopo, quando ti levi la maschera, nessuno ti ferma per strada elogiandoti. Per molti può essere brutto. Per me invece è molto bello perchè lo ho fatto con piacere." continua per poi fermarsi. Forse non è stato molto lineare, spera di essersi fatto capire, ma il discorso lo ha preso. "Che altro..". Effettivamente non ha passato brutte esperienza nella sua vita. "An si. Vorrei chiedere a sua moglie di farmi da Sensei. Ci siamo conosciuti un po' di anni fa perchè mi ha fatto lezione durante il mio percorso accademico, ancora quando aveva il pancione, e mi ha colpito. Mi ricordo di aver fatto una mezza figuraccia perchè non l'ho riconosciuta subito. Che stupido.". Ormai è partito a parlare. Il suo sguardo è rilassato, come se stesse parlato con un amico. [stesso eq]

11:10 Azrael:
 Ascolta silente il discorso di Onosuke. Profondamente educato come sempre, non si sognerebbe mai e poi mai di interrompere un discorso, specie ora che l’Aburame sembra essersi sciolto un po’, ora che ha iniziato a parlare liberamente di sé e della sua vita. non mostra cenni di noia o eventuali segnali di non star seguendo il discorso con attenzione anzi. Annuisce ritmicamente ad ogni pausa del ragazzo, per esrtarlok a proseguire senza alcun timore, prendendosi i suddetti attimi per riflettere su quanto sta dicendo. I genitori del ragazzo erano Anbu. La cosa gli suona un po’ strana, essendo la corporazione segreta e, perlomeno da quando lui è divenuo generale molti anni prima, per la sua prima volta, non esiste una libera uscita dagli Anbu, una pensione. , comunque, se anche uno di loro si fosse ritirato dalla vita ninja, non si sarebbe mai sognato di sbandierare la cosa ai quattro venti. È perfettamente consapevole, però, che le amministrazioni pervenute prima di lui erano molto più morbide, le regole decisamente diverse. Quando è entrato a ar parte delle forze speciali, da genin, non era soggetto a regole così rigide. Tuttavia tali regole sono necessarie proprio per, come ha detto l’aburame, consentire ai soldati un certo anonimato, permettere di proteggere le loro famiglie. Gli Anbu sono detentori delle informazioni più segrete, dei misteri pi
Spinosi ed irrisolti, proprio per questo non devono farsi riconoscere. Una volta che l’altro termina il suo discorso, ecco che risponde prontamente, senza lasciar trascorrere silenzi troppo lunghi, che aumenterebbero unicamente la tensione. < Aspirare a diventare un Anbu non è di certo da tutti. O meglio, lo è all’apparenza, poi entrano nel mio ufficio e, non so per quale assurdo motivo, scappano. Io non capisco. È arredato così male? > Una punta di ironia condisce quel suo dire, ma in effetti pare che si aspetti davvero una risposta da Onosuke, che nulla pare aver detto su quei disegni tanto macabri. O finge o è tanto malato quanto il Nara, non ci sono molte vie di mezzo. < Io non apprezzo moltissimo l’anonimato. Cioè, protegge la mia famiglia ed i miei cari, ovviamente, ma adoro essere notato per strada. Sai, l’essere figlio del Settimo, essere appena uno scalino sotto al potersi considerare un Dio, questo genere di cose. > Gli sorride, proprio come fossero amici, enunciando i suoi punti di vista che molto lasciano trapelare del suo carattere, aleno superficialmente. È vanitoso ed arrogante, ma anche il ninja più valoroso che la Foglia abbia mai avuto. < Anche se… sarei potuto diventare Hokage, lo sai? Il Nono. Hitomu è il mio migliore amico e siamo cresciuti insieme, le papabili scelte eravamo noi due. Sono io che mi sono tirato indietro. Non avrebbe mai fatto per me. stare dietro una scrivania tutto il giorni mi avrebbe fatto impazzire. Io non voglio amministrare le truppe per fermare l’ottacoda, io voglio guardarlo negli occhi e sentirlo guaire sotto i miei colpi come un cucciolo ferito, capisci no? > Termina, lasciando che i due punti di vista si incrocino e che i due possano eventualmente discuterne. Per quanto riguarda Kaori, invece, le labbra del Nara immediatamente s’aprono in un sorriso sincero, radioso, il solo pensare alla donna e al pancione che ora si èp risolto in due bellissimi gemellini lo rende solare ed energico. < No, non farlo. Kaori è molto cattiva… è arrogante ed il fatto che tu non l’abbia riconosciuta l’avrà sicuramente fatta arrabiar—no, quello sono io, lascia perdere. > Ridacchia, si lascia andare ad un’ilarità che nessuno si aspetterebbe proprio da lui, specie in quel contesto. Ma Onosuke ha l’onore di averlo fatto divertire. < Trarresti sicuramente vantaggio dall’essere suo allievo. È una kunoichi formidabile, il modo in cui utilizza il ninjutsu è spaventosamente impressionante, per non parlare della finezza che mostra con le arti del suo clan. Ed è un’ottima insegnante, molto migliore di me che, come hai visto con Tenshi, non sono decisamente capace di insegnare. > Abbassa lo sguardo, divertito ma profondamente colpevole. Sa di essere duro e ha reso la Senjuu partecipe di questo suo aspetto, ma si comprende perfettamente che ha le migliori intenzioni. [ C on ]

11:11 Onosuke:
 Durante tutto il discorso, il Nara rimane visibilmente attento a tutto ciò che vien detto come se fosse veramente interessato di ciò che l’Aburame gli sta dicendo. Finito il monologo, il ragazzo ascolta ciò che il suo superiore ha da dire. Il discorso ha ormai preso una piega divertente, appunto come stessero parlando due coetanei, due amici. Il giovane si rende conto di questo, ma non dice nulla e si comporta come si è comportato fino ad ora perché quello che sta succedendo gli piace. “No, devo dire che è arredato bene. I disegni sono particolari, ma hanno il suo perché. Nella sua particolarità ha la sua bellezza. Poi questo ordine risalta il bianco.” Risponde alla sua domanda. Ha notato da subito, sarebbe difficile il contrario, i disegni appesi. Sono un po’ macabri, ma se si guardano mettendo in conto dove si trovano hanno il suo fascino. Dopo la seconda esclamazione, Onosuke parte con una risatina. Tenshi gli ha sempre raccontato quel lato del Nara più vanitoso insieme ad anche le altre cose che l’hanno colpita del suo maestro. Il discorso si sposta in continuazione da battute a discorsi ‘seri’. “Si? Poteva diventare il Nono Hokage? Beh diciamo che le sue motivazioni le capisco. Anche io non sarei il tipo da diventare Hokage. Io sono più il tipo che agisce. Stare dietro una scrivania non mi piacerebbe. Ne ho parlato con Tenshi dell’argomento Hokage e da quanto ho capito a lei piacerebbe diventarlo. Io ci credo molto quindi spetta a lei insegnarle bene.” dice finendo con un piccolo sorrisino. In altro momento mai si sarebbe azzardato a parlare così al Tessai, ma ormai la tensione è sparita. Passando al discorso Kaori, al Nara compare un sorriso sincero, evidentemente al ripensare al periodo in cui la moglie era in maternità. Poi le parole iniziali del superiore quasi spengono l’entusiasmo del ragazzo, per poi riaccenderlo. Si è preso di gioco di lui, in modo scherzoso. Dopo aver aspettato la fine della risata di Azrael dice mettendosi la mano destra tra i capelli “Ma.. Ci stavo per credere ahaha. Ok mi ha fregato per un momento. Grazie per la sua opinione, allora non esiterò a chiedere. Secondo lei accetterà? Tra famiglia e lavoro non vorrei disturbarla troppo.”. Si ferma un attimo per poi continuare ” Comunque Tenshi mi ha detto delle sue lezioni. Voglio essere sincero.. Quella volta della saetta non mi è piaciuta molto, ma vedo che lei è contenta e tranquilla quindi sono tranquillo anche io. Poi dopo oggi che ci siamo conosciuti meglio posso dire che si vede che ha le migliori intenzioni.” Come ha detto vuole essere sincero, senza peli sulla lingua. Interessato però pone una domanda alquanto personale che vista la situazione si sente di chiedere “Ma sua moglie lo sa che lei è un Anbu?”. Forse è un po’ troppo personale? [stesso eq]

11:53 Azrael:
 La situazione è radicalmente cambiata. Entrambi hanno iniziato quella discussione con la maschera indosso, Yami e Tsuki. Adesso, invece, si presenta una situazione certamente diversa. Non solo per la mancanza di quella copertura che sancisce l'esistenza della loro seconda identità, er quanto il Nara senta Yami certamente come qualcuno di assolutamente non estraneo e subordinato a sé, ma semplicemente un ulteriore aspetto di Azral, da abbracciare ed accudire più che da respingere e tenere in ombra, ma anche per il fatto che stanno creando le basi per un legame sicuramente più simile all'amicizia che al semplice rapporto che un Genin potrebbe avere con un suo superiore. Il più superiore tra i superiori a dir la verità. Addirittura si parla dell'arredamento della stanza, che il Nara ha curato personalmente, perfino disegnando uno per uno quei fogli che decorano le pareti. < Bianco e nero sono due colori che mi appartengono in maniera molto più itima di quanto ci si potrebbe aspettare. Li sento... miei. E per quanto riguarda i disegni, ognuno di essi è stato partorito dalle mie mani. Carboncino nero su foglio bianco. Qualche chiazza di sangue per dare idea dei dettagli più vividi in qualche caso. > Il distacco con cui ne parla è assai peculiare. Ne disquisisce come fossero disegni di un paesaggio o magari un ritratto, mentre se si pensa al soggetto impresso sulla carta e al modo in cui essi possano essere stati fatti si comprende molto di quanto l'uomo che Onosuke ha di fronte si sia meritato l'appellativo di Sadico. < Al giorno d'oggi è difficile trovare dei modelli da disegnare. Per questo mi impegno sempre al massimo, ogni volta che me ne capita uno. > Ecco, ha candidamente ammesso, senza un minimo cambio d'espressione se non quell'ammirazione che ogni artista dovrebbe avere parlando del proprio estro, di aver personalmente torturato e ucciso quelle persone, di averle disposte in maniera tale da potersi sedere di fronte a loro e ritrarle in quello che, adesso, è un semplice vezzo d'arredamento. Tutto molto normale. Il discorso poi viaggia verso l'argomento 'Hokage' ed anche l'Aburame si trova in accordo con il Nara nel non voler prendere mai quel ruolo, mentre Tenshi - cosa che Azrael sapeva già, anche solo potendola trarre dal suo carattere - è dell'opinione opposta. < Mio padre, Khalux Nara, fu il Settimo. Morì contro uno dei più pericolosi criminali che la Foglia abbia mai conosciuto, forse il più pericoloso. Perse la vita nella Magione, con onore. Allo stesso modo, però, Kuugo Gaito utilizzò tale nomina per gettare disonore su Konoha. E' anche questo che non mi piace: che il più virtuoso tra gli uomini ed il più disonesto, la feccia più disgustosa, possano fregiarsi del medesimo titolo. Voglio amare e proteggere questo Villaggio senza appellativi di sorta. Voglio che la gente ricordi Azrael Nara, non 'quel Kage di incredibile bell'aspetto'. E, inoltre, se mai la Foglia dovesse sottostare alle mie direttive sarebbe più simile ad una dittatura: sono fin troppo malvagio per un ruolo che richiede una certa pazienza e calma. > Scuote il capo, ridacchiando debolmente, perfettamente consapevole di quanto quelle sue parole siano vere e corrisponderebbero esattamente alla situazione che si verrebbe a creare, in un futuro alternativo. < Beh, la stessa Furaya è stata mia allieva, talvolta. Direi che le è andata bene. > Insomma, Tenshi è in buone mani. E proprio riguardo questo ultimo punto, sulla sicurezza della Senjuu, il ragazzo esprime perplessità e dissenso riguardo un avvenimento che il nara conosce bene e ricorda perfettamente. Il dettaglio delle iridi verdi della ragazza che si spalancano e dilatano per il terrore è ancora vivo nella memoria del Sadico. Il volto torna serio per qualche attimo, mentre la macina - in un movimento speculare, ma simile a quello dell'Aburame - va tra i capelli per ravviarli all'indietro. < Tu e lei sapete perfettamente che, in missione, quella saetta non l'avrebbe solo sfiorata. Non vi ritroverete certamente a fronteggiare un Tessai, ma potrebbero capitarvi avversari molto più forti di voi e questo Tenshi aveva bisogno di comprenderlo sulla propria pelle. Voglio che lei tiri fuori la grinta che viene repressa dall'insicurezza. Non c'è il tempo per scoppiare in lacrime in guerra, anche dinanzi ad un errore devi essere pronto a reagire in brevissimo tempo. Meglio impararlo in allenamento con me che sul campo, non trovi? > Torna a sorridergli, ora. Serafico, tranquillo, per nulla intenzionato a rimproverarlo per la sua preoccupazione verso la ragazza, perfettamente comprensibile e su cui il Nara non ha nulla da ridire. Egli stesso è stato e sarà in futuro molto più apprensivo di così nei riguardi di Kaori e dei loro figli. < Fosse successo a me starei prendendo a pugni il figlio di puttana che ha osato far piangere la mia donna... e probabilmente sarei morto facendolo, quindi apprezzo la tua pacatezza e la tua sincerità. > Se la ride ancora, stavolta addirittura scoprendo nuovamente i denti. Ilaeità che dura qualche secondo in più, prima di tornare a parlare di argomenti piuttosto seri, che riguardano il Nara stesso e la sua dolce metà. < Voi Genin siete adorabili, pensate davvero che ci occupiamo di tutto da soli. Quando diventerai più esperto imparerai la tecnica più utile di tutte: la Moltiplicazione superiore. Con quella non c'è impegno che tenga. Ad ogni modo certo che accetterà, se le piacerai e ti riterrà degno e affine con lei accetterà senza problemi. > Chiosa, restando infine sbalordito dalla domanda che Onosuke gli pone. Kaori sa? Si schiarisce la voce, guardando l'altro negli occhi in maniera ancor più intensa di quanto abbia mai fatto prima, assicurandosi ch'egli capisca bene cosa sta per dirgli. < No. Certo che non lo sa. Sarebbe contro il nostro regolamento. E se anche lo sapesse non potrei mai dirtelo, perché tu non devi assolutamente infrangere questa regola, specialmente così presto. > Non solo il tono è palesemente enfatizzato, palesemente mendace, palesemente finto, ma il Nara stesso, nel dire queste parole, sta annuendo col capo. Insomma, non può certo dirgli che ha infranto la regola d'oro? Non a parole, almeno.

12:31 Onosuke:
 Ascolta chiaramente ciò che il Nara gli sta dicendo, Acennando con il capo ogni tanto per fare capire al suo interlocutore che non si è perso nel discorso. "Vedo che il bianco e il nero le appartengono." dice guardandosi intorno ancora una volta. "E devo dire che i disegni sono fatti molto bene. Peccato che, come dice, non ci siano modelli da ritrarre. Penso sia brutto non poter continuare a praticare un passatempo che diverte." Continua facendo un piccolo sorriso per far capire la sua vena ironica. Alle parole riguardanti suo padre, Onosuke rimane in silenzio. Come argomento è molto delicato. Solo alla fine decide di dire qualcosa data la nuova battuta del suo superiore. "Beh diciamo che allora è meglio così allora. Solo a pensare a una dittatura con lei a capo mi vengono i brividi" sempre con gli occhi che fanno capire il suo tono ironico. In realtà pensa che a capo del villaggio il Tessai potrebbe fare molto di buono. Forse sarebbe poco paziente o malvagio, ma forse sarebbe capace di proteggerlo come nessun altro. Solo pensando che che il Decimo è stata sua allieva fa capire che potrebbe fare del bene. Ora arriva la parte che il giovane aspetta di più. "Certo, è vero che nella realtà, in un combattimento, potremmo trovare avversari più forti. Sono dell'opinione che però le cose debbano essere fatte più a scalette con alcune persone. Tenshi come hai detto, mi scusi.. ha detto è insicura e quindi secondo me arrivare subito al sodo può non essere la cosa giusta. Ma appunto è una mia idea eh. Non voglio mettere in discussione il suo metodo assolutamente. Non mi permetterei mai". Quell'errore durante la frase sembrerebbe quasi una mancanza di rispetto. Dare del 'tu' al Nara è stata una disattenzione forse dovuta alla piega che ha preso la conversazione. Un altro sorriso, successivamente alla risposta del Tessai riguardo Kaori, spunta sul viso del giovane. "Quindi non lo sa. Va bene.". Immaginava glielo avesse detto. Alla fine lui è lui. Lui è la corporazione degli Anbu. Lui è le regole. "Comunque andrò a parlarle allora. Speriamo che mi accetti, altrimenti con Tenshi non avrò alcuna possibilità." dice ancora sorridendo. Esatto. Lui vuole combattere contro Tenshi. "A proposito di questo. C'è qualche modo per fare un combattimento contro Tenshi in tenuta Anbu? Vorrei mettermi alla prova.". Ha questa idea in mente da un po'. Se riesce a combattere contro di lei, il suo amore, vuol dire che davanti a nessun altro si fermerà. In più vuole vedere quanto forte è diventata e quanto i suoi allenamenti stanno funzionando. [stesso eq]

15:54 Azrael:
 Tra battute e riflessioni serie pare che la conversazione sia giunta oramai al suo termie. Onosuke parla a proposito di una possibile dittatura con il Nara a capo e i brividi sono più che comprensibili, per quanto dai suoi occhi coglie una scintilla di ironia < Se mai qualcuno dovesse pensarci, lascerei fare tutto il lavoro a Kaori. Anzi, proporrei proprio di mettere lei. Il mondo non merita di finire così presto. > E ancora se la ride, tornando serio giustappunto per rispondere ai suoi metodi di insegnamento non molto ortodossi. In effetti sa di non essere chissà quale maestro, ma ha avvertito la Senjuu di essere una personalità decisamente difficile da gestire. Inoltre egli stesso non ha mai avuto un vero e proprio maestro e quelli che ha considerato tali non si sono mai curati di lui personalmente tanto quanto egli potrebbe fare con Tenshi, ma lo hanno sempre ispirato da lontano, con le lorok gesta, più che con veri e propri allenamenti privati e discorsi di incoraggiamento. < Non sono un esperto di pedagogia, no. Tuttavia a Tenshi sembra andar bene, in effetti credo di poterle dare molto, se impara a sopportarmi, come già sta dimostrando di saper fare. Forse la sfida più grande è proprio questa, il resto le sembrerà decisamente più facile. > Conclude, mettendo la parola fine anche a questo ramo della discussione che i due stanno avendo. L'ultima cosa su cui ha da rispondere riguarda Kaori e... quella peculiare richiesta di allenamento. < Va' pure, lei è molto più gentile di me, ma ti metterà parecchio sotto torchio. Per quel che riguarda Tenshi posso dirti che non è per nulla usuale combattere con i ninja per un Anbu, dovresti trovare una valida scusa. Non saprei cosa consigliarti se non di affrontarla a viso scoperto, senza maschera e non in qualità di Tsuki, unicamente fingeno che non sia un allenamento, ma un vero e proprio scontro. Tieni sempre in mente che trattenersi in un duello è una mancanza di rispetto verso l'avversario e che, se ti trattieni, stai ledendo anche alla sua stessa sicurezza, dato che impegnandoti migliorerai le tue possibilità di proteggerla. Chiaramente evita di farti uccidere o di uccidere lei, mi sembra fin troppo presto per seppellire uno dei due. > Termina, alzandosi in piedi per congedare il ragazzo. < Rimetti la maschera, puoi andare. > Gli dice, sistemando a propria volta il viso di Yami sopra il proprio, tornando a ricoprire il ruolo di Generale e limitandosi ad osservare la sua nuova recluta, Tsuki, che se ne va. [ end ]

Colloquio tra Tsuki e Yami, trasformatosi poi in una sequela di discorsi tra Azrael e Onosuke, parlando di massimi sistemi e faccende personali. La nascita di una possibile amicizia, insomma.