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con Azrael, Tenshi

15:22 Tenshi:
 E' una giornata molto calda. Il sole, alto in cielo, pizzica la pelle nivea della genin, la quale è appena arrivata ai campi d'addestramento. Azrael-sensei le aveva dato appuntamento lì, ma ancora sembra non essere arrivato. Perciò, va a sedersi sotto l'ombra di un albero, per ripararsi dal sole, forse un po' troppo forte. Poggia la schiena contro la corteccia, mentre le mani vengono portate al suolo, tra le foglie e l'erba. Indossa un top corto bianco, senza senza maniche, che le fascia il torace. Ha dei pantaloni da tuta verde militare, stretti in vita e alle caviglie, con delle grandi tasche laterali, all'altezza delle ginocchia, ed un nastro bianco, sul quale vi è un porta kunai nero, è legato alla coscia destra. Nelle tasche dei pantaloni e nel porta kunai, tiene varie armi, tra cui kunai e shuriken, per ogni evenienza. Ai piedi ha dei semplici sandali da ninja neri, mentre al polso destro stavolta non ha nulla. Il nastro rosso che Onosuke le ha regalato, infatti, tiene raccolti i capelli in uno chignon alto. In testa, indossa una fascia nera sulla quale vi è la placca metallica recante il simbolo della Foglia: solo la frangia rosea è lasciata libera sulla fronte. Nel frattempo, decide di attivare il Chakra, così da impiegare quel tempo facendo qualcosa di utile. Porta quindi entrambe le mani al petto, congiungendole e andando a formare il sigillo della Capra. Immaginerebbe due sfere: la prima rossa, che indica la forza spirituale, in prossimità della fronte, l'altra blu, che simboleggia la forza fisica, in prossimità del ventre. Comincerebbe a farle ruotare, dapprima sul loro stesso asse, per poi spingerle l'una verso l'altra, in prossimità del petto. Qui, cercherebbe di congiungere le due sfere in un'unica sfera, quella del Chakra. Qualora il richiamo riuscisse, sentirebbe una grande forza invadere ogni singola cellula del proprio corpo. Riporterebbe poi le mani sul terreno, aspettando l'arrivo di Azrael-sensei. [Tentativo Richiamo del Chakra][Chakra 25/25][Equip: 3xkunai - 3xshuriken - 1xcarta bomba]

16:00 Azrael:
 In quella torrida giornata d’estate Azrael Nara vorrebbe certamente restare a casa, ma ciò che ha da fare oggi lo ha portato ad uscire dalla sua abitazione nuova di zecca con immenso piacere. Ha salutato tutti e si è diretto direttamente alla Magione Senjuu, venendo accolto con un misto di sorpresa, timore ed ammirazione, ha raccolto quel che poteva servirgli e, dopo aver composto il sigillo della scimmia, ha ricoperto se stesso ed il suo “compagno”, per poi figurarsi il profilo del luogo da raggiungere: il campo d’addestramento. Questo sarebbe sufficiente per comparire al fianco dell’albero su cui si sta appoggiando Tenshi, ma sua allieva, intenta ad impastare il suo chakra. Si staglia così in tutta la sua altezza, facendo ombra assieme alle fronte dello stesso. Indosso porta una fresca camicia bianca di lino, accompagnata da un paio di pantaloni neri in cotone, cuciti su misura e di altissima fattura. Un paio di scarpe di pelle scura ed il coprifronte legato al collo, con la placca metallica a protezione della gola, completano il suo abbigliamento. Il resto del suo aspetto è caratterizzato dalla pelle diafana e priva di imperfezioni, il crine corvino che oscilla alla brezza estiva ed i profondi occhi d’onice, profondi e ricolmi di una luce capace di ammaliare chiunque si soffermi troppo ad osservarli. Accanto a lui vi è un ragazzo sotto la trentina, capelli biondi tirati verso l’alto, iridi coor smeraldo e sorriso rassicurante, vestito con una maglietta arancione sul cui petto è appuntata una spilletta con il simbolo del clan Senjuu, oltre che il coprifronte legato alla coscia destra, sopra il pantalone verde milotare. < Buongiorno Tenshi. > Pronuncia il Nara, facendo risuonare in tutta la zona la propria voce profonda, arrochita da anni trascorsi in compagnia del vizio del fumo. < Spero di non averti fatto attendere troppo. > Le sorride, tendendole la mancina per aiutarla ad alzarsi e potersi così mettere dritta innanzi ai due uomini che sono giunti lì solo per lei. < Lui è Sarumo Senjuu, giovanissimo Jonin del clan e si è gentilmente offerto di superisionare il tuo allenament-- > Le parole del Nara vengono prontamente interrotte dal suddetto Jonin, che si lascia scappare una risatina evidentemente sarcastica “A dire il vero sei piombato nella Magione e hai chiesto chi fosse di grado più alto, per poi mettermi una mano sulla spalla e praticamente rapirmi.” La voce del ragazzo è gentile, divertita ed allegra, certamente capace di mettere simpatia, al punto tale da non far neanche arrabbiare il Tessai per essere stato interrotto, ma farlo rispondere con un lieve accenno di sorriso. < Hitomu era impegnato e avevo bisogno di qualcuno di spessore per Tenshi. Se può farti star meglio sappi che cercavo il capoclan, ha avuto la fortuna di non essere in Magione quando sono arrivato. > Dopo questo breve siparietto tra i due, il Nara torna a concentrare tutta la propria attenzione sulla genin, allargando in quel frangente il sorriso sino a scoprire la dentatura candida. < Fammi vedere come attivi l’innata, poi possiamo proseguire col resto. > Al termine di questo breve dire le strizza l’occhio sinistro in un amichevole occhiolino, prima di arretrare di un passo assieme al Jonin per lasciar spazio alla ragazza di fare quanto le è appena stato richiesto. [ C on – Dislocazione Istantanea Superiore ]

16:37 Tenshi:
 Sente un fruscio tra le foglie e l'erba del terreno, non molto lontano da lei. Voltandosi verso il rumore, vede, dapprima, delle scarpe di pelle scura. Da esse, può dedurre già che si tratta del proprio sensei. Infatti, Azrael-sensei vestiva sempre in modo elegante, quasi stravagante rispetto agli altri ninja e lei ci aveva fatto l'abitudine. E aveva anche fatto l'abitudine alle sue entrate in scena: grazie alla dislocazione, spunta sempre dal nulla, quando meno ce lo si aspetta. Alza il volto, poggiando lo sguardo sui profondi occhi neri del Tessai, per poi portarli sulla figura che lo accompagna. Un ragazzo biondo, con occhi color smeraldo ed un sorriso caldo ed amichevole, che viene ricambiato dalla genin. < Buongiorno Azrael-sensei. No, sono arrivata giusto qualche minuto fa >. Poggia la sua mano destra sulla mancina di lui, facendo leva sulle gambe per alzarsi. < Grazie > sorride, adesso, al proprio sensei, che le sta presentando il giovane che lo affianca. Stava per dire 'piacere, quando le parole di lui vengono interrotte da una risatina da parte di Sarumo e dalle sue conseguenti parole. Dapprima, la genin guarda i due con aria interrogativa, inclinando la testolina rosata sul lato destro. Poi, si lascia scappare anche lei una risatina nel sentire ciò che il jonin ha da dire, portandosi la mancina davanti alle labbra, per cercare di nascondere l'espressione divertita dagli occhi del Nara. Quello scambio di battute tra i due dura poco ed il Tessai subito riporta la sua attenzione sulla genin, mostrandole un sorriso e chiedendole di attivare l'innata. < D'accordo! > va ad allargare anche lei le labbra in un grande sorriso, tenendo la testolina inclinata. Porta, quindi, le mani al petto e le congiunge a formare il sigillo del serpente. Chiude, poi, gli occhi, per cercare di concentrarsi meglio. Infatti, è proprio di questo che ha bisogno, concentrazione, poiché deve andare alla ricerca dell'elemento del Chakra che ancora non è riuscita a svegliare: il Doton. Subito, un'immagine le attraversa la mente: un volto. E' coperto parzialmente da una mascherina nera, la pelle in vista è molto chiara, gli occhi sono dorati e metallici, mentre i capelli sono spettinati e corvini. Senza accorgersene, fa un mezzo sorriso quando quella figura si palesa davanti agli occhi di lei, ancora chiusi. Si tratta di Onosuke. Qualsiasi pensiero, viene riportato a lui. La ricerca del Doton è andata a soffermarsi sulla sua figura per un motivo in particolare: il genin degli insetti, infatti, ha risvegliato, come primo elemento del Chakra, proprio il Doton. Immaginerebbe, adesso, i loro due cuori battere all'unisono: Onosuke è la sua roccia. E' proprio in quel pensiero così forte che troverebbe l'elemento sopito. Qualora fosse riuscita a tirarlo fuori, spingerebbe il Doton ed il Suiton, elemento già risvegliato, a fondersi in un'unica cosa. Qualcosa di vitale e forte, proprio come i sentimenti che prova per quel ragazzo: il Mokuton, il legno. Se fosse riuscita nell'intento, aprirebbe gli occhi e scioglierebbe il sigillo del serpente. [Tentativo di attivazione innata][Chakra 24/25][Equip: 3xkunai - 3xshuriken - 1xcarta bomba]

17:17 Azrael:
 in concomitanza con l’attivazie di Tenshi anche Sarumo attiva la propria innata seguendo il medesimo procedimento, mentre uil Nara resta a guardare. Non essendo provvisto di Byakugan non può essere certo riguardo la buona riuscita di impasto del chakra o attivazioni di jutsu di ogni genere, ma sia avendo a che fare spesso con kaori, sia data la sua esperienza oramai ci ha fatto l’occhio. Il tentativo di attivazione di Tenshi gli pare ben riuscito ed anche il silenzio del Jonin gli fa comprendere che non c’è stato nessun intoppo durante il procedimento. < Allora, io mi metto qui come tronco da allenamento, la prima parte della spiegazione speterà a Sarumo. > Chiosa, facendo un altro paio di passi indietro, uscendo appena dall’ombra dell’albero ed allontanandosi dai due di circa tre metri, lasciando che l’altro possa fare la sua parte. “Al tuo livello non puoi creare del legno, ma puoi comunque utilizzare la natura attorno a te. Con un minimo dispendio di energie, per esempio, puoi attaccare questo affascinante ed arrogante Tessai con questo…” L’indice del Jonin punta, ovviamente, all’albero accanto a loro, unico elemento ligneo attualmente a portata del primo livello di innata. Azrael, tuttavia, non resta in silenzio, ma aggiunge un po’ del suo. < La tua è un’innata estremamente versatile, che può essere usata non solo per attaccare, ma anche per intralciare e bloccare. Sii sempre fantasiosa nel suo utilizzo e non focalizzarti mai soltanto sulla cosa più semplice. > Un consiglio che le diede anche al tempo del suo esame genin, ricorda, quando le disse di non essere troppo insicura, ma di ordire qualche strategia più complessa, cosa che le sta suggerendo di fare anche ora. < Tutto quel che devi fare è portare il tuo chakra Moluton nel terreno ed infonderlo in quell’albero come fosse acqua da cui le sue radici possono bere, così facendo qualunque oggetto in legno, che sia lavorato o naturale, sarà al tuo più completo servizio. > La spiegazione che ci si sarebbe aspettato provenire dal Jonin, arriva invece dal Tessai che, perlopiù per superbia, da prova del fatto di avere una conoscenza massima ed approfondita pressoché di ogni clan e di ogni innata, oltre che del fatto che i Sejuu sono sempre stati una parte fondamentale nella sua vita, in particolar modo il suo migliore amico Hitomu. Terminati i convenevoli, comunque, lascia che sia la Genin a dar frutto alle parole e ai consigli che le sono stati proposti sia dal suo sensei che dal compagno di clan. [ C on ]

17:48 Tenshi:
 Ascolta, dunque, le parole del suo sensei, che adesso si allontana, posizionandosi ad una distanza di circa tre metri dai due. Segue poi con gli occhi la direzione dell'indice di Sarumo, che punta proprio sull'albero accanto a loro, annuendo semplicemente con la testa. Il Nara, poi, riprende a parlare e lo sguardo della genin viene riportato su di lui. Quelle parole le riportano alla mente le parole che gli disse all'esame: 'Non avere paura di strafare'. Quel ricordo, ancora vivo, le mette sempre una grande carica di adrenalina in corpo. Lei è un tipo timido, che se ne sta sulle sue, ed ha sempre avuto paura di strafare: per questo, quel giorno di mezza estate di tre anni fa, ha chiesto al Nara di prenderla come allieva. Le bastava anche un briciolo della forza e del coraggio di quell'uomo ed in questi anni aveva cercato di dare del suo meglio, per soddisfare sia il Tessai che se stessa. < Va bene. Spero di non deludervi > dice, con una nota di coraggio tra le proprie parole, guardando prima il suo sensei e dopo il Jonin. Si abbassa, quindi, tenendo le gambe piegate, per andare a toccare il terreno con entrambe le mani. La sensazione del terriccio e dell'erba fresca fra le proprie dita le dà sicurezza. Ancora una volta, chiude gli occhi. Cercherebbe di liberare il proprio Chakra Mokuton all'interno del terreno, andando ad infonderlo, quindi, nelle forti radici dell'albero accanto a loro. Immagina il Chakra come un torrente dal quale le radici prenderebbero il proprio nutrimento vitale, prendendo spunto da ciò che il Nara le ha appena detto. Lo infonderebbe, adesso con più forza all'interno dell'albero: dalle forti radici, alla spessa corteccia, dagli esili rami, alle foglie ancora verdi. E' come se fosse all'interno dell'albero: potrebbe sentirne la linfa che scorre al suo interno e i piccoli insetti che vi camminano sopra. Ciò che cercherebbe di muovere, sarebbe, in realtà, una radice. La allungherebbe, all'interno del terreno, di circa quattro metri, per farla spostare in direzione del Tessai. Aprirebbe gli occhi, adesso. Qualora ci fosse riuscita, tirerebbe fuori la radice dal terreno ed essa spunterebbe a qualche centimetro dai piedi del Nara. Non lo attaccherebbe, però, ma, se ci riuscisse, farebbe girare in senso orario attorno alle gambe di lui il legno appena venuto fuori. La radice completerebbe due giri attorno ai pantaloni neri del suo sensei, circondandolo. Stringerebbe con forza la radice attorno a lui, andandolo a bloccare, dunque, da sotto. [Chakra 23/25][Attacco con innata 2/4][Equip: 3xkunai - 3xshuriken - 1xcarta bomba]

18:20 Azrael:
 L’albero è molto grande, sotto di sé ha delle radici lunghe e spesse e, deve ammetterlo, non avrebbe mai e poi mai immaginato che Tenshi avrebbe pensato di utilizzare proprio quelle per bloccarlo. La terra è l’ultimo elemento che il nara ha imparato a controllare, raggiungendo la completezza della padronanza sulla natura e su ciò che la compone, ma non ha di certo la capacità per notare movimenti cos minimi all’intero del terreno, non senza jutsu adeguati. La osserva abbassarsi, chiudere gli occhi ed un consiglio gli sovviene in mente, sebbene per ora lo tenga per sé. Anche Sarumo la osserva, molto più consapevole del Nara di quanto sta accadendo ed un flebile sorriso gli accarezza le labbra. Sorriso che non è assolutamente presente sul volto di Azrael, concentrato mentre cerca di capire. Ed ecco che una vibrazione nel terreno, poco distante dai suoi piedi, gli lascia intendere cosa sarebbe accaduto. È in quel momento che si ritrova a sorridere, contento del fatto che Tenshi non ha banalmente deciso di attaccarlo con i rami di quel grosso e nodoso albero, ma di bloccarlo, prima, per tentare di impedirgli di schivare un futuro attacco. Attacco che, però, non arriva. Le radici compiono un doppio giro attorno alle sue caviglie, minando il suo equilibrio, cosa per cui allarga leggermente le braccia, riuscendo a non cadere al suolo, restando così in piedi ed in balia – teoricamente – di qualunque cosa Tenshi voglia fargli. < Va benissimo così, ma c’è ancora qualcosa da rivedere. > Parla tranquillamente, benché sia bloccato. Assolutamente conscio del fatto che una sua minima prova di forza potrebbe spezzare le radici che fanno presa sulle sue gambe. < Hai un potere enorme, perfetto per controllare il campo, bloccare ed attaccare insieme. Se lo farai l’avversario avrà sempre e comunque due o più cose da evitare. Se tu adesso, dopo avermi bloccato, mi avessi attaccato con un qualunque ramo, probabilmente mi avresti colpito. > Quel che le sta dando, alla fine, non sono consigli sull’innata in sé, cosa che ha lasciato fare fino ad ora al membro del clan che ha, non troppo gentilmente, portato lì con sé. < Ogni mossa che fai non deve mai essere fine a se stessa, ma funzionale a qualcosa di più grande. Ora mi hai bloccato le gambe, ma sai quel che potrei fare io? > Le mani vanno rapidamente al petto, componendo i digilli della tigre, del bue e del cane. Dal centro del suo keirakukei risveglierebbe la potenza dei fulmini, il rompo dei tuoni e la rapidità dei lampi, lasciando crepitare tutto il suo chakra per fargli prendere l’accezione elementale del fulmine. Una serie di scintille partirebbero da quella battera centrale per andare ad alimetare il torso, dividendosi poi in vari stimoli elettrici che andrebbero ad invadere la spalla sinistra, riversandosi nel braccio che, in contemporanea, si alzerebbe per puntare con indice e medio uniti e pollice volto all’insù, come fosse una pistola, in direzione della testa di Tenshi. Il chakra Raiton caricherebbe, ora, la mano protesa in avanti, facendola crepitare e scoppiettare, portandola a rilasciare l’energia statica accumulata in una rapidissima saetta. Un raggio composto di pura energia elettrica volto a sfiorare il capo della Senjuu di appena qualche millimetro. Troppo rapido per essere notato, troppo rapido persino per consentirle di pensare di muoversi, lasciandole unicamente avvertire il calore dell’energia che le passa accanto la tempia e la guancia destra, mandandola di un soffio e finendo per distruggere totalmente uno dei manichini da allenamento posto alle di lei spalle, circa ad una decina di metri. Il Jonin, accortosi con più precisione di quel che sta accadendo, sgrana gli occhi, ma neanche lui si sente sicuro abbastanza da frapporsi tra la saetta e la conclannata, troppo intimorito dalla precisione, velocità e potenza dell’uomo che ha di fronte, finendo per tirare un sospiro di sollievo nel momento in cui la saetta non raggiunge il ersaglio, ma si infrange contro l’oggetto inanimato. Qualche istante di silenzio, poi riprende a parlare, cercando di schiarirsi la voce per non far trasparire il panico “I-io volevo anche suggerirti di non chiudere mai gli occhi davanti al tuo avversario e… di permeare il terreno del tuo chakra attraverso gli tsubo dei piedi o di qualunque parte del tuo corpo tocchi terra in quel momento—in questo modo non darai occasione a qualunque nemico di prevedere le tue mosse o di approfittare di una tua distrazione…” Chiosa il biondo, tentando di calmare il proprio battito accelerato, mentre il Nara si limita a far ricadere il braccio a peso morto lungo il fianco. < I ninjutser non sono capaci di molta forza fisica, bloccagli le mani e li avrai quasi in pugno. Un taijutser, invece, sarebbe stato messo in difficoltà da un attacco portato ai suoi danni mentre lo blocchi in questo modo. Tutto chiaro? > Domanda, serafico e tranquillo, evidentemente consapevole di quel che sta facendo, continuando a guardare la giovane negli occhi, senza mai distaccare le iridi buie da quelle della sua allieva. [ C on – Saetta ]

18:56 Tenshi:
 Con immenso stupore, riesce a fare tutto ciò che poco prima ha immaginato. Azrael-sensei, infatti, ha le gambe bloccate dalla radice. Ma, purtroppo, la genin non aveva pensato ad un seguito. Era troppo presa dal cercare di far muovere la radice nel modo giusto. D'altronde, quella era la prima volta per lei. Da quando aveva attivato l'innata per la prima volta, il legno che aveva cercato di far muovere, si era limitato soltanto a vibrare. La felicità del momento, però, muta subito in tristezza. Avrebbe dovuto pensarci di più. Avrebbe dovuto sorprenderli. E, soprattutto, non avrebbe dovuto deludere il suo sensei. < Tsk. Mi dispiace... >. Vi è una strana nota di dispiacere nelle sue parole. Più di tutti, ha deluso se stessa. Si era impegnata tanto. Eppure, non è ancora abbastanza. Ed ha paura. Ha paura di non diventare mai una perfetta kunoichi. Di non essere apprezzata dal proprio sensei. Di non riuscire a proteggere le persone che ama. Di non riuscire a proteggere il proprio villaggio. Tutto perché ancora non è forte come desidera essere. Ma mentre sta pensando a queste cose, subito il Nara va a comporre dei sigilli. E quello che vede la lascia senza parole. Delle scintille circondano il braccio sinistro di lui, che adesso viene alzato in direzione della genin, con la mano a formare una pistola. E la punta. Punta la sua testa rosata, con quelle scintille, come se volesse spararle in fronte. E lei si limita a guardare, con gli occhi cerulei spalancati. Resta abbassata, con le mani al suolo, incapace di muoversi. Di colpo, accade qualcosa. E non sa bene cosa. Sente solamente un forte calore sfiorarle la tempia e la guancia destra, mentre la frangia rosea svolazza appena di qualche millimetro. Un tonfo, alle sue spalle. Lentamente si gira, deglutendo. Quel qualcosa aveva distrutto un manichino. Se solo fosse stato diretto veramente contro la fronte della Senjuu, sarebbe... morta. Così, in un attimo. E questo perché non aveva pensato al seguito. Perché non aveva pensato ad un vero e proprio attacco. Perché era stata un'idiota. Si volta di nuovo verso il proprio sensei, con gli occhi ancora spalancati. Delle lacrime minacciano di rigare il volto di lei. < Azrael... sensei > è tutto ciò che riesce a mormorare. Ascolta le parole del Jonin e le coglie, ma, in realtà, tutta la sua attenzione è rivolta al Tessai di fronte a lei, mentre cerca di trattenere quelle lacrime, che l'avrebbero fatta apparire, ancora una volta, debole. < I-io... ho capito... >. Piega ancor più le gambe, andando a sedersi a terra. Tira su col naso e dopo fa un sospiro, per cercare di calmarsi. Di nuovo, pensa a ciò che sarebbe potuto succedere. Se si fosse comportata così in missione o in battaglia, sarebbe morta. Morta. Lo sguardo ceruleo va piano piano scivolando verso il terreno, in un punto indefinito. Sta guardando il vuoto. [Chakra 22/25][Equip: 3xkunai - 3xshuriken - 1xcarta bomba]

19:20 Azrael:
 l’aveva avvertita, Azrael, del fatto che il suo metodo di insegnamento non era dei migliori, che era spesso e volentieri troppo duro nell’elargire le sue lezioni e più di una volta Tenshi gli è sembrata fortemente provata da questo modo di fare da parte del suo stesso maestro. Sarumo si mostra immediatamente impietosito dalla reazione della Genin, abbassandosi per poggiarle una mano sulla spalla, ma la voce del Tessai erompe violenta proprio come il rombo di un tuono. < Fermo. > Deciso, autoritario, tanto da bloccare il Jonin sul posto, facendolo rialzare immediatamente come fosse sull’attenti. Azrael poggia i palmi delle mani sulla superficie del legno, delle raidci che ancora lo bloccano e vi preme sopra con sufficiente forza da spezzarle al loro centro, aprendole in maniera tale da liberare le gambe e potersi avvicinare alla sua allieva. < Sarumo, puoi andare. > Tali sono le sue uniche parole rivolte al Jonin che, con un cenno rispettoso del capo sia all’uomo che alla giovane Genin, riprende la strada per il Villaggio di Konoha, lasciandoli soli. < Sei arrabbiata con te stessa, mh? > La voce è cupa, scusa, quasi canzonatoria in verità. I passi del Tessai la aggirano, portandolo a poggiarsi con la schiena proprio contro la corteccia dell’albero. < Sai perché sono così duro con te, non voglio ripetermi. Quello che ti chiedo ora è di concentrarti, anche piangere se ne senti la necessità, ma sfogare questa rabbia e canalizzarla contro di me, come fossi l’essere che più odi al mondo, l’avversario che più temiu e che minaccia di distruggere Konoha se in questo preciso istante non lo fermi. Sfrutta quello che hai imparato oggi, Tenshi, e smettila dij piangerti addosso, urla, sbraita contro di me quanto vuoi, ma non farlo verso te stessa. Avanti, fammi vedere quello che sai fare. > Un modo di incoraggialra peculiare, certamente sbagliato per un qualunque insegnante, ma questo è il modo di fare di Azrael. Si è messo sotto quell’albero, poggiato con la schiena alla cortecca, le possibilità che Tenshi avrebbe per attaccarlo sono molteplici, potrebbe addirittura usare la strategia che aveva iniziato precedentemente, tutto quello che il Nara le sta chiedendo e per cui adesso sta aspettando silente, con le braccia inrociate al petto, è di dimostrargli di essere capace di rialzari e di combattere con ancora più foga dij prima, quando viene buttata a terra una prima volta.

20:02 Tenshi:
 Vede Sarumo avvicinarsi e abbassarsi verso di lei. Ma, in quel momento, non ha bisogno di qualcuno che la compatisca e che la rassicuri. Perché ha sbagliato. Deve crescere, prendersi le proprie responsabilità e diventare forte. La voce autoritaria del Nara va subito a bloccare il Jonin, che si rialza immediatamente. Forse il suo maestro è troppo severo e, a volte, difficile da capire. Però, è di questo che lei ha bisogno. Di qualcuno che le dia una strigliata. Di qualcuno che la svegli e che le faccia capire com'è in realtà il mondo dei ninja, poiché non è tutto sempre rose e fiori. Il Senjuu si allontana, lasciando l'allieva ed il maestro da soli. Lei va a riportare lo sguardo, ancora bagnato dalle lacrime, sul Nara e lo segue mentre si appoggia contro la corteccia dell'albero. < Sì... è così. Non sono soddisfatta, ecco >. Gli occhi lucidi, lo fissano, mentre le orecchie colgono ogni parola che esce dalla bocca di lui. Quando il Tessai ha finito il suo discorso, la genin si alza in piedi, facendo leva sulle gambe e tirando ancora una volta su con il naso e passandosi il braccio destro sugli occhi, asciugando quelle lacrime che erano rimaste in bilico. L'espressione di lei è dura, concentrata al massimo sulla situazione. < Lo farò! Azrael-sensei, stavolta ci riuscirò! Stavolta ti sorprenderò! > urla, con tutta la voce che ha in corpo. Quello è più uno sfogo che altro. Aveva bisogno di urlare. Di sentire il coraggio di andare avanti scorrere nelle proprie vene. Ed anche se non è sicura di riuscirci, anche se non è sicura di sorprenderlo, stavolta, sicuramente, avrà il coraggio di strafare. Sotto suggerimento del Jonin, non chiude gli occhi e non si abbassa, ma sta a guardare quello che riesce a fare. Il Chakra Mokuton verrebbe fatto passare dagli tsubo dei propri piedi al terreno. E, come un torrente, ancora una volta, l'albero prenderebbe nutrimento da esso. E di nuovo riuscirebbe a sentirlo. Riuscirebbe a sentire l'albero e la vita che scorre al suo interno. Se tutto ciò fosse riuscito, velocemente, senza pensarci due volte, dalla corteccia, a qualche centimetro dall'avambraccio sinistro del Nara, un pezzo di legno si allungherebbe di circa cinquanta centimetri, per circondare le braccia ed il petto del Tessai, andando poi a ricongiungersi con la corteccia dal lato opposto, accanto all'avambraccio destro del sensei. E, qualora ci fosse riuscita, stringerebbe con forza le braccia ed il petto dell'uomo, che si ritroverebbe con la parte superiore bloccata. Nel frattempo, però, andrebbe a muovere anche un'altra parte dell'albero: un ramo, molto spesso rispetto ad altri, che si trova qualche metro sopra la testa del Nara. Si limiterebbe solamente a farlo scendere, disegnando per aria una parabola, senza allungarlo, cercando di colpire, dall'alto, lo stomaco del Tessai, con tutta la forza che riuscirebbe a dare a quel movimento. Forse questa strategia non è un granché, ma almeno è riuscita a pensare ad un attacco completo. [Chakra 21/25][Bloccaggio con innata 2/4 - Attacco con innata 2/4][Equip: 3xkunai - 3xshuriken - 1xcarta bomba]

10:59 Azrael:
 Nel momento stesso in cui si è appoggiato su quell’albero il Nara sapeva che stava offrendo una miride di possibilità alla Senjuu, a cui altro non restava che tirare fuori un po’ di grinta e di iniziativa. Dapprima il Tessai assiste al suo sfogo, per poi sentire la corteccia sotto la sua schiena muoversi e vibrare, sino ad intrappolarlo per quanto riguarda braccia e busto. L’attacco non si arresta fortunatamente qui, bensì prosegue con una sferzata proveniente dall’albero sopra di sé che si piega letteralmente al volore della Senju, colpendolo con una sferzata alla bocca dello stomaco. Quello che il Nara si limita a fare è irrigidire i muscoli addominali, in maniera tale da non subire praticamente alcu danno da quel colpo, finendo poi per gonfiare i muscoli delle braccia ed allargarle per uscire dalla presa di quel povero albero che è stato leggermete danneggiato, ma che si riprenderà col tempo. bloccato e colpito, adesso, il Tessai inclina iol capok verso la spalla sinistra, sorridendo alla sua allieva e mostrandosi, a differenza di quanto accaduto poco prima, pienamente soddisfatto. < Così è praticamente perfetto. Un tuo parigrado non sarebbe mai stato in grado i uscire illeso da un’offensiva del genere. In uno scontro reale, però, non troverai spesso avversari così poco preparati da pogggiarsi spalle contro legno, quindi spesso e volentieri potresti trovarti tu nelle condizioni di portarli vicino della vegetazione o, comunque, creare una strategia che favorisca la tua innata. > Ultimo insegnameno da dare, benché la cosa potesse risultare anche abbastanza ovvia, prima che il Nara allunghi la mancina per carezzare la testa della Genin, scompigliandole il crine rosato in un tenero gesto d’affetto. < Sei una kunoichi piena di capacità e buone speranze per il futuro, Tenshi. Ma ricorda sempre che oltre che affinare le tue capacità devi anche allenare la tua mente ed il tuo carattere. Non è una cosa immediata, io ci ho messo anni e ancora il mio caratteraccio spesso mi è di intralcio, quindi non abbatterti mai. Siamo esseri umani prima ancora che ninja. > E, detto ciò, attenderebbe non solo la risposta da parte della Genin, ma anche eventuali domande chella potrebbe volergli fare. In caso queste domande non dovessero esserci, si limiterebbe ad accogliere il di lei braccio sotto al proprio, per incamminarsi assieme di nuovo verso il Villaggio.

11:27 Tenshi:
 L'attacco va a segno. Ci è riuscita. E' riuscita a colpire il Tessai. E' stata... brava. Stavolta, è soddisfatta. Ovviamente non è preoccupata del colpo che il Nara ha preso: di certo una genin non può minimamente scalfire un ninja della sua portata. Lo guarda, adesso, liberarsi dalla presa dell'albero con molta facilità. Le sta sorridendo. Forse, ora, anche lui è soddisfatto. Porta le mani dietro la schiena, congiungendole e stringendole, e ricambiando quel sorriso, come una bambina felice. < Lo capisco > annuisce freneticamente alle prime parole del maestro. La mancina di lui va a poggiarsi sulla testa di lei, scompigliandole i capelli. Un gesto inaspettato, quello, data la durezza del suo sensei durante gli allenamenti. Non si è mai pentita di avergli chiesto quel giorno di essere sua allieva. Probabilmente, è stata una delle migliori scelte che abbia mai fatto. Era sicura di voler quell'uomo al suo fianco, per crescere, migliorarsi e diventare più forte, e ne è sicura anche adesso. Non avrebbe mai potuto chiedere un miglior sensei del Nara. Perché è proprio di questo che lei ha bisogno, di qualcuno che le faccia aprire gli occhi nel modo in cui lo fa lui, di farla svegliare quando la sua mente è altrove, di indurla a pensare a strategie migliori. < Io credo di essere cambiata parecchio in questi anni. Ma non è ancora abbastanza. Come hai detto tu, devo allenarmi ancora. Sì, devo allenare la mia mente ed il mio carattere. Non voglio più essere una debole! > il tono è tranquillo e speranzoso ed il sorriso va ad allargarsi, mostrando la candida dentatura. < Grazie Azrael-sensei > direbbe, infine. Non smetterà mai di ringraziare quell'uomo per tutti gli insegnamenti che finora le ha dato, sia come ninja che come persona. A questo punto, posizionerebbe il braccio sotto quello di lui, per poi dirigersi verso il villaggio, con in cuore una grande speranza: diventare migliore per se stessa, per Onosuke, per Azrael-sensei e per tutti gli abitanti di Konoha. [END]

Come da titolo, piccolo allenamento per confermare l'innata di Tenshi. Alla mia collega lascio la valutazione del tutto.

See ya.