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Per un pugno di pagnotte

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con Saneatsu, Baal

17:00 Saneatsu:
  [Secondo Cerchio] Raggi del solo che si schiantano senza remore verso il terreno, che battono sulla sua pallida pelle scoperta minacciando di scottarla, si sente bruciare, vorrebbe solo ripararsi e invece tanto per cambiare si è dimenticata l’importantissimo ombrellino. Sbuffa lasciando che l’aria risalga in alto verso la sua fronte, trovando parte di quella frangetta bianco azzurra, aria più calda dell’inferno che le alza i capelli donando un po’ di sollievo alla pelle accaldata, le pare di sudare troppo, si sente tutta appiccicosa. La piccola mano destra si alza andando a raggiungere i corti capelli dalla struttura leggere, il palmo si poggia proprio in cima al suo capo e con le dita va a darsi una decisa scrollata, nella speranza di muovere aria e mettere la parola fine alla sua sofferenza. Eppure non fa così tanto caldo, forse è solo colpa sua per essersi dimenticata di pranzare, forse invece è solo colpa di chi non la segue adeguatamente, una ragazzina lei, tredici i suoi anni e davvero ci si aspetta che sia sempre in grado di badare a sé stessa? A guardarla non le si darebbe della bambina, forse è solo a causa dell’haori color quarzo che si è messa oggi e che le fascia il corpo ancora acerbo, segnato appena da un accenno di forme, un obi nero e grigio a ricordare il marmo le fascia l’addome. Maniche arrotolate verso l’alto così da scoprirle l’avambraccio e il gomito, seppur la stoffa ricada spesso verso il polso, gambe scoperte dal ginocchio in poi. Occhi rossi e stanchi si muovono per il centro, alla ricerca di un posticino dove sedersi, magari all’ombra, muove le iridi cangianti prima di affrettare il passo, zoccoli in legno tipici che ora aumentano il suono prodotto, un ticchettare sul terreno che fa chiaramente intuire la sua velocità. La direzione è abbastanza chiara, sta fissando l pancina davanti a lei, si muove con passo militare per non farsela fregare da nessuno, labbra socchiuse: ha sete.

17:03 Baal:
  [Secondo Cerchio] Sono solo briciole, piccoli rimasugli di quello che una volta era un qualcosa di più grande. Le briciole non servono a nessuno, non vengono notate da nessuno, sono solo briciole dopo tutto. Per alcuni però le briciole sono importanti e indispensabili, per alcuni le briciole sono quel qualcosa di più grande al quale possano ambire. La bambina si accontenta di questo per il momento, delle briciole. Ha appena fatto suo un pezzo di pane, una pagnotta bella morbida e grande, le basterà per un po', soprattutto con quel poco di affettato che è riuscita a prendere senza chiedere il permesso a nessuno. Pane e prosciutto non è male come merenda, come cena e come pranzo per il giorno dopo. Con l'acqua è a posto, quella non le manca, l'acqua è indispensabile ma la fortuna di stare accampata in accademia è che può usufruire dell'acqua del bagno. La bambina è come uno spettro in quell'accademia, gli allievi la ritengono già tale dopo tutto, e a lei piace passare inosservata per il momento, o incutere quell'inquietudine in qualcuno. Ad ogni modo ora la bambina pensa alle sue briciole. Indossa un kimono bianco come qualche spruzzata di azzurro, le maniche sono lunghe e le gambe nude sono fasciate con delle bende, e indossa dei sandali molto semplici. Una cascata di crine nero le copre la testa e la schiena, un'oblio che ingloba anche i suoi stessi occhi, pozzi senza fondo. Il viso è quello di una bambina anche se leggermente sporco, nonostante quello i capelli invece sono tenuti molto bene e anche il vestito, solo il viso e le mani sono leggermenti sporchi, come se si fosse infilata chissà dove. Anche il fisico è quello di una bambina, piccola e sottopeso, lo sguardo duro e l'espressione di chi sa esattamente cosa sta facendo e quello che dovrà fare, e ora deve assolutamente lasciare il vicolo in cui si trova per raggiungere la strada principale e perdersi tra la gente. E' una bambina che corre dunque, con sotto braccio una pagnotta, sbuca da un vicolo e cerca di non finire contro nessuno, la corsa andrebbe a finire verso una panchina, si la stessa alla quale sta puntando anche qualcun altro, ma non può saperlo, forse potrebbe finire addirittura contro la ragazza.

17:15 Saneatsu:
  [Secondo Cerchio] Continua la sua camminata a passo sostenuto, così decisa e concentrata sul suo obiettivo che non s’avvede di null’altro o, più nello specifico, di nessun altro. Non manca molto ormai al momento in cui la sua traiettoria finirà per cozzare con quell’altra bambina ma potrebbero anche essere fortunate, potrebbe l’altra essere semplicemente più veloce e sfiorarla appena. Tanti se e tanti ma si affollano nella testa in questi casi ma alla fin fine a meno che l’altra non si sia fermata prima lo scontro sarà inevitabile. Cadendo a terra, troppo debole ed impreparata per resistere al contraccolpo, alla fine avrebbe comunque ottenuto il suo scopo: sedersi. Mani quindi poggiate a terra con i palmi, haori sicuramente sporco sui glutei e maniche irrimediabilmente srotolate verso terra, nulla però la scompone, pe il resto sembra una bambolina quasi qualcuno avesse deciso di metterla lì, farla cadere e farle assumere quell’espressione stupita. Cosa fare ora? Arrabbiarsi, chiedere scusa, scappare e piangere sono tutte ottime possibilità, nella sua testa si affollano tutti i dictat ricevuti durante la sua breve vita, in teoria sa come dovrebbe reagire eppure <stai bene?> fa l’unica cosa che non le è mai stata insegnata, l’unica azione fuori dalla rosa delle possibilità che fin ora le hanno inculcato, mostrato o elencato <ti sei fatta male?> ma forse sarebbe meglio guardarsi dato che i sassolini si sono infilati per bene nel suo palmo finendo per graffiarle, seppur superficialmente, la mano destra. Sposta lo sguardo a cercare la figura dell’altra vittima del fato, cercherebbe di studiarla il più possibile con i suoi grossi occhioni, per chiunque abbia conosciuto i suoi genitori è impossibile non farseli venire alla mente e forse provare anche un brivido lungo la schiena, speriamo però che oggi non si ripeta lo stesso schema infinito, ormai è stufa di venir paragona a quei due infami

17:27 Baal:
  [Secondo Cerchio] Non è così lesta da riuscire ad evitare lo scontro la bambina, troppo concentrata sulla corsa e lo sprint che le gambe le hanno ormai dato da quel vicolo, con nel campo visivo solo e unicamente quella panchina, pensieri già rivolti alla pagnotta e pancia pronta a brontolare. E' solo un brontolio, non viene udito, soprattutto perchè viene coperto dal rumore che possono fare due corpi quando entrano in collissione tra loro. <Ouch.> le manca il fiato, è uno scricciolo sottopeso con poca resistenza, vola via come una foglia travolta dal vento e cade esattamente come cade anche l'altra ragazzina. Incespica e cade di lato ritrovandosi con le ginocchia bendate contro il suolo e le mani con lo stesso destino: a gattoni. La pagnotta è cascata per terra, meno male che non è un problema per lei mangiare anche della terra insieme al pane. Le briciole sono pur sempre briciole. <Il pane.> comunica con un tono di voce piatto e fuori da ogni realtà presente, le parole della ragazzina infatti non sembrano raggiungerla, perchè la bambina allunga le braccia, afferra il pane con le mani e rimane in ginocchio per terra, sedendosi sui suoi stessi talloni. <Va bene così, va bene così.> sussurra cullando quella pagnotta, accarezzandola come un prezioso tesoro, mentre i capelli le ricadono in avanti. Solo ora si accorge dell'altra e delle sue parole, solo ora volta lo sguardo nero e profondo verso di lei. Non la conosce, non conosce i suoi genitori la bambina. Ondeggia leggermente avanti e indietro col busto fissando la ragazzina cercando di capire chi sia e da dove sia spuntata. <Credo che il pane si sia fatto male peggio di me. Le mie ginocchia sono forti.> si stringe il pane. <Il tuo sedere è forte?> un modo tutto suo per chiedere se si è fatta male, un modo apatico e quasi privo di reale interesse.

17:35 Saneatsu:
  [secondo cerchio] Una scena bellissima da guardare e su cui ridere se solo ne fosse una delle due protagoniste. Stacca le mani da terra accorgendosi solo in quel momento della piccola ferita della destra, mentre la ragazza replica lei si porta il palmo sotto al volto, lo osserva qualche istante prima di soffiarci sopra e archiviare la questione in questo modo, non sarà certo un graffio a mettere fine alla sua lunga e brillante carriera da ninja che ancora deve iniziare <più che forte!> replica convintissima <sono fatta di marmo> e a queste parole, mentre si rialza, andrebbe a darsi una sonora pacca sul deretano, cosa che, a dirla proprio tutta, non è così piacevole o almeno non dolorosa come aveva immaginato, scuote le spalle, ci penserà questa sera quando qualcuno noterà il pranzo lasciato esattamente dov’era e un suo lieve zoppicare <lo mangi tutto da sola?> il riferimento alla pagnotta è più che chiaro, solo in quel momento dimentica la motivazione per cui si era “dimenticata” di mangiare inaugurando un assolutamente discreto e passato inosservato sciopero della fame. A differenza dell’altra la sua voce è, per quanto stanca, divertita e piena di vita un dettaglio in forte e netto contrasto con l’inespressività del suo volto ma anche per questo e viene facile incolpare i suoi genitori quindi non se ne fa un cruccio: maledetti loro.

17:46 Baal:
  [Secondo Cerchio] Imbambolata osserva quella ragazzina ed entrambe rimangono a terra, come briciole dimenticate e trasportate via dal vento,chissà se verranno beccate da qualche uccello, o se finiranno in qualche fognatura, forse qualcuno le raccoglierà e le butterà nel cestino dei rifiuti. <Oh.> un'espressione di sorpresa non troppo convinta e un tono di voce basso e privo di sfumature,un contrasto con il tono dell'altra ragazzina, e un doppio contrasto se si va ad osservare il viso della sconosciuta. <Di marmo, dici.> culla il pane e ondeggia avanti e indietro con il torno, ancora e ancora, una ninna nanna apprezzata dalla bambina. Si rimette in piedi con calma e da' un'occhiata intorno a lei e alle sue spalle,notando con piacere che nessuno la sta inseguendo per il suo piccolo furto. Si irrigidisce alla domanda e si abbraccia ancor più stretta la pagnotta. <Certo, è mio.> che domanda assurda che le è stata fatta, la bambina non sa cosa sia il concetto di condivisione, lei fa tutto da sola. <Questo è il mio spuntino per adesso, la mia cena per stasera e il mio pranzo per domani, quindi lo raziono.> spiega con efferata logica i suoi propositi e una volta alzata si siede senza problemi sulla panchina. <Ti sei fatta male alla mano?> domanda con un po' di ritardo e sgambetta dato che i piedi non toccano terra, ora può anche posare la pagnotta sulle gambe e con la mano destra inizia a rovistare all'interno della scollatura del kimono. Scostumata.

18:00 Saneatsu:
  [secondo cerchio] Pare quasi che voglia inseguirla dato che solo nel momento in cui la bambina va a sedersi anche lei ricorda il motivo di quello scontro e quindi senza troppi preamboli prende il posto al suo fianco <mangi solo questo?> domanda ancora con lo stomaco che inizia a restringersi ricordandole quando stupida sia stata quella sua assolutamente inutile presa di posizione. Osserva con rinnovato interesse la pagnotta non sua, non che poi conosca bene il concetto di possesso lei, insomma il mondo le appartiene. Siede in punta alla panchina così da poter toccare con i piedi a terra, una postura composta e al tempo stesso ridicola nella pretesa di sembrare “da grandi” <se mi dai un pezzo di pane adesso io ti offro la cena, la colazione e il pranzo> non ci ha riflettuto molto prima di invitare una perfetta sconosciuta a casa sua, oh s perché di soldi figurarsi se ne ha dietro, nemmeno la paghetta le danno e perché dovrebbero? Ha all’incirca tutto ciò che chiede. Il caldo la sta fiaccando molto più del previsto, tanto che inizia a sognare di poter poggiare la schiena sulla panchina o anche solo di potersi mettere a ciondolare le gambe, lo sguardo ha un chissà che di invidioso ora mentre fissa la ladruncola, nemmeno lei si rende conto di cosa possa invidiarle o del perché dovrebbe invidiare qualcosa a qualcuno eppure i limiti che si è autoimposta per capriccio adesso la stanno facendo penare. Soffia ancora una volta verso la sua frangetta così da concedersi un istante di estaso, ciocca chiara che svolazza per un fittizio vento, si libra in aria danza con eleganza e poi torna a schiantarsi crudelmente su una fronte imperlata di piccole goccioline di sudore

18:10 Baal:
  [Secondo Cerchio] Troppe domande e troppo interesse verso la sua pagnotta e la bambina ascolta o forse no, l'importante è che ora tira fuori dalla scollatura del kimono qualche fetta di prosciutto che va rozzamente a mettere sul pane, senza nemmeno tagliarlo e senza nemmeno creare delle fette, o farci un normalissimo panino. No, lei stende con cura le fette sopra all'integra pagnotta, poi la mangerà come sempre. <Mangio solo questo.> ripete ciondolando le gambe e sorvegliando la ragazzina con la coda dell'occhio, sia mai che voglia allungare una mano per rubarle il pane. <Quindi tu vuoi un pezzo del mio pane.> in cambio di una cena, una colazione e un pranzo, magari più vario di una semplice pagnotta. Tende una manina sporca verso di lei. <Sai cosa vuol dire fare una promessa e mantenerla?> la guarda dritta negli occhi senza timore di quel suo colore scarlatto. <Io ti do un pezzo di pane e tu in cambio mi offri la cena, la colazione e il pranzo. Questo è l'accordo, stringimi la mano per suggellarlo e mantenerlo.> non vuole farsi fregare, se l'altra sa cosa vuol dire mantenere un accordo allora è fatta, rimane solo in attesa di una stretta di mano.

18:26 Saneatsu:
  [secondo cerchio] Osserva la bambina stendersi le fette del prosciutto ma la cosa che più la lascia chiaramente basita è da dove le tira fuori, la guarda piegando la testolina, incuriosita e con mille domande che le frullano nella mente. Scuote la testa con vigore come per riprendersi dai suoi stessi pensieri <non ho avuto grandi esmepi in merito> ammette rattristandosi un istante, rivangando il dolore mai passato dell’abbandono <ma so cosa vuol dire> alza la mano destra, sporca anche la sua, si fissa il palmo e resta così imbambolata per qualche attimo, la faccia corrucciata, tutta presa da quella che sembra essere un grande e sofferta decisione, chiude bene le labbra, inspira ed espira un paio di volte, sembra in lotta con sé stessa. Attimi scorrono mentre ei suoi occhi si nota la battaglia in lei, scorre in quelle iridi rosse tutto il marasma dei pensieri ed alla fine emette un suono gutturale qualche istante prima di aprire le labbra e sputare, letteralmente, sulla sua stessa mano destra. Osserva la saliva sulla sua pelle chiara mista a quel poco sangue uscito in seguito alla caduta e poi con forza andrebbe a volerla sbattere su quella della compagna di merende <prometto!> dichiara piena di nuovo vigore <e ora il panino> si lecca le labbra perché per quanto ben lontano dai suoi normali standard ora la fatica e la fame si fanno sentire a tal punto che le pare d’essere davanti ad un fantastico banchetto reale

18:35 Baal:
  [Secondo Cerchio] Ha tutto un suo ordine, un preciso ordine che ogni fetta di prosciutto deve seguire, lei è il suo disturbo ossessivo compulsivo. Ci dedica molto tempo e cura nello stendere quelle fette, prendendole con l'indice e il pollice di entrambe le mani e comporre qualcosa di poetico: una griglia perfetta. <Esempi di cosa?> non capisce a cosa si sta riferendo, forse perchè si è persa in pezzo di discorso, comunque al momento quei due pozzi senza fondo che ha come occhi sono puntati solo sul panino e le sue fette. Ora si ferma e la osserva in quell'attimo di indecisione che sembra il volto della ragazzina, ma la bambina non sa a cosa sia dovuto e non legge nei suoi pensieri, pensa solo a guardarla con quel suo sguardo fisso e profondo, apatico e senza alcun perchè. Al conseguente sputo sulla mano, la bambina osserva sollevando le sopracciglia, non è in grado di sollevarne solo uno. Quel che teme però accade, quella mano pregna di saliva, sporco,sudore e sangue va a contatto con quella della piccola, che sa di sporco, sudore, panino e affettato. Che combo. <Bene.> promessa fatta, accordo fatto. La bambina finalmente sorride, sembra allegra, in silenzio va a staccare un pezzo dal panino. Un pezzo piccolo, molto piccolo... lo porge alla ragazzina. <Tieni un pezzo del mio pane!> esclama raggiante. E' colpa della sconosciuta, lei non ha specificato quanto grande volesse il pezzo di pane. Angelicamente la piccola infame le sorride. <Ricordati l'accordo.> ha promesso con saliva e sangue.

18:46 Saneatsu:
 L’accordo è stato sigillato insomma, è pronta ad ospitarla a casa sua per tutto il tempo del mondo prima di vedere il minuscolo pezzo di pane che le vien porto. Sorride però affamata e stanca <certo che non dimentico!> replica allungando le ditine per andare poi successivamente a buttarsi il boccone nelle fauci <dove ti trovo?> domanda masticando a bocca piena, completamente dimentica di ciò che le è stato insegnato o forse semplicemente decisa a fare l’opposto di tutto ciò che le hanno detto. Mastica a lungo, anche molto più del necessario come per illudersi, darsi un senso di pienezza che nella realtà non arriverà mai. Punta i suoi occhi sull’altra, curiosa, sorridente ed allegra, molto più di quanto lo è stata fin ora, gentilissima e con una dolce espressione in volto che ben si discosta da quella usata fino a poco fa, certo si è sempre rivelata amichevole ma ora è ben oltre, che basti davvero un solo pezzo di panino per farla innamorare perdutamente e giurare eterna fedeltà? Chi lo sa. Intanto si pulisce la mano destra sull’haori color quarzo, più precisamente all’altezza del fianco dove lascia una bella macchia di sudiciume, un altro segnale della sua insulsa ribellione pre adolescenziale

18:58 Baal:
  [Secondo Cerchio] Anche alla bambina sembra essere servita quella semplice e piccola cosuccia per farla sorridere, in questo modo si è guadagnata tre pasti e si è anche tenuta gran parte del panino, una piccola vittoria per lei, proporzionata alla sua età e al suo essere. Se ne compiace ed osserva l'altra mangiare solo per poco tempo, poichè inizia anche lei a gustarsi quel panino con fette di prosciutto. Grandi morsi, bocconi belli pieni e mastica. E' contenta di aver trovato qualcuno ben disposto ad onorare gli impegni presi. <Dimmi dove abiti e verrò io!> si esprime a bocca piena mettendo il boccone vicino alla guancia e parlando in modo tale che non le sia di impiccio, troppo affamatasa per tenere alte le buone maniere, anche se solitamente si mostra ben più diversa. <Vivi con qualcuno o sei sola?> domanda dopo aver deglutito, una domanda innocente che può trovare risposta oppure no, al momento si gode il suo panino, che comunque razionerà e anche il cambiamento di umore della sconosciuta. <Come ti chiami?> altra domanda e sembra non lasciare un attimo di respiro alla ragazzina. Ora in silenzio ne segue i gesti, come si pulire e come mastica, non deve parlare per forza, non deve per forza dire qualcosa, ne tanto meno commentare, vuole mangiare ed è quello che farà ora tornando a guardare il panino, la bambina si pulisce direttamente sulle bende che le avvolgono le gambe, tanto servono a quello.

20:51 Saneatsu:
  [secondo cerchio] Il suo minuscolo pezzo di pane è finito e non ha fatto altro che far nascere in lei un devastante senso di fame, perlomeno adesso non si sente più così tanto debole, certo non è un fiorellino e la sola idea di mettersi a correre le fa cedere le gambe ma va meglio rispetto a prima. Fissa più del dovuto il cibo prima di accorgersi d’essere a bocca aperta, serra quindi la mascella cercando poi di darsi un contegno e spostando finalmente lo sguardo, volta il capo rivolgendolo davanti a lei, gli occhi rossi che osservano la piazza dove la gente ancora passa indaffarata <Quartieri Uchiha> risponde lei a quella domanda <potrebbe non esserti facile raggiungermi senza un preavviso, meglio che venga a prenderti> continua quindi elencando quello che per lei è un semplice dato di fatto. Sbuffa lasciando che l’aria calda torni ad impadronirsi della sua fronte e sollevi i capelli <comunque no, non vivo propriamente da sola, ho chi mi controlla> scuote le spalle, no non riesce proprio ad identificare come genitori quelle persone che l’hanno cresciuta, che hanno ricevuto l’importante compito di farla diventare la perfetta sostituta del padre per il clan, che devono evitare diventi come la madre <io sono Yume Uchiha, piacere di conoscerti> solo ora torna ad osservare la ragazzina, le sorride con gentilezza e dolcezza, un’espressione che par stridere con gli occhi estremamente apatici di ora, un profondo respiro da parte sua, quasi qualcosa pesasse sulle sue spalle <tu come ti chiami?> non teme d’indentificarsi, non crede di essere famosa o speciale anche perché ammettiamolo non lo è, solo tra i membri del clan è conosciuta e nemmeno per meriti suoi.

20:59 Baal:
  [secondo cerchio] La bambina continua a mangiare il suo panino, alternando pezzetti di pane con qualche pezzo di prosciutto, strappandolo coi denti ricordando perfettamente un animale. L'educazione e la grazia non fanno per lei in questo momento, forse oggi le fa di essere così mentre in altre occasioni si potrebbe definire quasi come una principessina. Osserva il suo panino e niente altro e continua a far ondeggiare le gambe avanti e indietro sentendosi perfettamente a suo agio. Mugola appena nel sentire dove vive la ragazzina perchè conosce quel cognome ed è lo stesso che porta anche lei, ma a differenza dell'altra, la piccola non sta nei quartieri Uchiha. <Allora potrai venirmi a prendere davanti all'accademia.> non le dice propriamente che vive lì e manda giù il suo boccone. <Sei tipo carcerata che ti devono controllare?> smette di mangiare per un attimo e la osserva con estremo dispiacere. <Mi spiace per te.> torna a mangiare con un'alzata di spalle. <Io non ho nessuno, nessuno mi dice cosa fare e come farlo, sono libera.> libera o estremamente sola, abbandonata a se stessa senza nessuno accanto. <Io mi chiamo Harab Seraphel.> smette di mangiare conservando tre quarti della pagnotta. <Sai cosa significa?> torna a guardarla con un sorriso talmente dolce da risultare inquietante su quegli occhi profondi e neri. <E porto anche io quel tuo stesso cognome.> rivela infine smettendo di sgambettare.

21:07 Saneatsu:
  [secondo cerchio] Si sforza davvero di non fissare il panino e mentre lei si finge indifferente per tutta risposta lo stomaco brontola rumorosamente, non arrossisce, non sembra a disagio anzi agisce proprio come se non avesse sentito nulla, nessuno ha sentito, tutti sono passi non le è MAI brontolato lo stomaco <la frequenti anche tu?> domanda quindi cercando di mascherare ciò che non è mai accaduto <comunque va bene verrò a prenderti lì> conclude quindi, non sta a farsi troppe questioni come potrebbe mai capirlo che vive in accademia? Scuote quindi il capo nel sentire il proseguo di quel discorso <se fossi rinchiusa me e starei qui in bella vista?> sorride e sposta nuovamente lo sguardo verso quel che può intuire dell’orizzonte davanti a loro <non è poi così male, solo noioso a volto> tipo sempre <tu come mai non vivi con il clan?> la fa molto semplice lei <se sei un’uchiha anche tu dovresti vivere con noi, è così che funziona> sì, funziona così se sei Yume, se hai dei natali decisamente interessanti eppure come potrebbe mai saperlo lei che non è sempre così che va

21:16 Baal:
  [secondo cerchio] Fa una smorfietta e un'espressione seccata prima di rispondere alla domanda di Yume. <La frequento si.> solleva lo sguardo verso il cielo e sbuffa sonoramente infastidita da qualcosa che per la ragazzina è impossibile capire, come potrebbe se la bambina non dice niente. <Però non ci sono sensei validi.> sbotta dopo un po' con la sua vocetta infantile, poi si alza dalla panchina rimettendosi in piedi, si spolvera un pochino il kimono e si mette davanti alla ragazzina per guardarla negli occhi. <Magari sei scappata, che ne so!> esclama con un sorriso, trattenendo una buffa risata. Studiare quella ragazzina è divertente ma ora si sta chiedendo se non sia il caso di tornare in accademia per lavarsi, forse inizia a puzzare. <Noioso non mi piace.> sospira. <Io non vivo con il clan perchè non ho una casa. Se non ho una casa non posso vivere da nessuna parte!> espone con estrema facilità il concetto e porta le mani dietro la schiena -tenendo il panino- ondeggiando avanti e indietro con il corpo lasciandosi sfuggire l'ennesima risatina infantile. <Ma chissà chi sia davvero la fortunata tra noi due!> solleva lo sguardo e guarda il cielo, pensierosa.

21:25 Saneatsu:
  [secondo cerchio] Ascolta tutto il suo discorso senza osare interrompere, la osserva ricambiando quello studio, sembrano così all’opposto ma più parlano più si rivelano simili. Non replica, non subito almeno, lascia il tempo ai pensieri che si affollano nella sua mente di scorrere e riordinarsi, senza farsi prendere dalla stupida fretta di parlare <beh> inizia così il discorso, una pausa subito dopo quasi non avesse ancora finito di ragionare <sei una Uchiha> scandisce attentamente queste parole <quindi hai diritto di avere una casa nei quartieri> per lei questo è poco ma sicuro, non ci vede nulla di illogico nella sua affermazione, anzi <se non ne hai una posso aiutarti io, puoi stare da me almeno finché non ti trovo altro> o più semplicemente qualcuno non trova altro, non diciamocelo però che fa brutta figura <altrimenti fino a quando non ti troverò noiosa e allora dovrò trovarti una casa lontano da me> sorride appena, divertita da chissà quale pensiero le è balenato in testa,, un sorriso furbetto, ben poco affidabile <che ne pensi amica fortunata?> si alza quindi in piedi di scatto, con un balzo che rischia seriamente di farla capitombolare a terra, barcolla qualche istante, socchiude le palpebre e poi pare ristabilirsi, ancora allunga la mano destra, il palmo perpendicolare al terreno, attendendo una stretta di mano <ci stai?> no questa volta non si sputa sulla destra, non è lei ad accettare un patto, non tocca a lei riempirsi di saliva

21:37 Baal:
  [secondo cerchio] Quello che per Yume è semplice e logico non lo è altrettanto per la bambina. Lei la osserva e tutto quello che fa è fare spallucce. <Nessuno me lo ha detto.> o lei non ha ascoltato ma ora sta ascoltando bene e cerca di capire se sia una buona cosa farsi ospitare da quella ragazzina oppure no. Sarebbe una stupida a non accettare un tetto sopra la testa e del cibo gratis. <E le persone che ti controllano sarebbero d'accordo?> si allunga verso di lei e tenterebbe di afferrarle le guance con le mani, posandole con delicatezza ed avvicina il suo viso a quello della ragazzina, studiandola con più attenzione. Un sorriso sghembo, quasi un ghigno, viene messo in mostra senza problemi. L'annusa. <Ci penserò, okay?> si stacca da lei e si allontana nello stesso istante nel quale Yume si alza di scatto, osserva la sua mano e scuote la testa. <Non ti stringerò ora la mano, vorrei avere un po' di tempo per pensarci.> da folli non accettare una richiesta del genere al volo ma come può fidarsi di una persona incontrata solo oggi. <Iniziamo con queste offerte che mi hai fatto della cena, colazione e pranzo e poi vedrò!> una prova prima di decidere, scrolla il capo arieggiando i capelli e si allontana di qualche passo. <Ora è meglio che vada, ciao ciao amica sfortunata!> un'altra risata e dopo un saluto veloce con la mano che regge il panino, la piccola corre via in qualche altro vicolo. (end)

Incontro tra due Uchiha che iniziano a conoscersi partendo da una pagnotta con un po' di prosciutto fino ad una proposta che per il momento viene rifiutata.