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con Azrael, Tenshi

17:12 Tenshi:
 Si trova in centro. Non ha un motivo ben preciso per essere lì. In realtà, ha sentito solamente il bisogno di uscire di casa. Quando è sola, viene invasa da uno strano senso di oppressione al petto. Le viene difficile digerire tutto quello che è successo. La lettera di suo padre, la scoperta dell'appartenenza al clan Senju, quello strano incontro con Kouki. E' come se portasse sulle spalle un carico troppo pesante da reggere. Eppure, si deve dare una mossa. Si deve dare una svegliata. Altrimenti non riuscirà mai ad essere una brava kunoichi. E lei è certa di voler esserlo. D'altronde, ultimamente, gli unici momenti felici erano stati quelli legati all'accademia: infatti, aveva incontrato persone fantastiche, sempre pronte ad aiutarla; era riuscita a dare del suo meglio in ogni lezione; era riuscita a passare quel temutissimo esame. E, adesso che è fuori di casa, tra la gente, può sentirsi più leggera, mentre tocca con le dita della mano destra quel coprifronte, ancora nuovo e lucido. Un sorrisino fa capolino sul suo volto, nonostante la tristezza che ha dentro. Toccarlo le fa ricordare il momento in cui le era stato consegnato. Azrael Nara, era andato direttamente a casa sua per darglielo. Quella, era la prima visita che avesse mai ricevuto. Prima dell'arrivo del dainin, aveva avuto una crisi di pianto e quella visita inaspettata l'aveva fatta sentire meglio. E in quel momento, aveva provato una strana ammirazione per quell'uomo, una strana emozione che non sa spiegarsi. Aveva preso il coprifronte e lo aveva legato sotto la nuca, come se fosse una fascia per capelli. Sulla fronte, aveva lasciato la frangia rosa libera, mentre tutte le altre ciocche erano state portate all'indietro. Ed è proprio così che lo tiene in quel momento, con i lunghi capelli rosa sciolti. Indossa un top rosso corto, smanicato, con una piccola ninfea rosa sul lato destro, proprio sopra al petto. Dalla vita, parte una lunga gonna rosa, che arriva fino alle caviglie, con due spacchi che partono da metà coscia. Ai piedi ha dei semplici sandali neri da ninja, mentre al polso destro tiene legato con un fiocco il solito nastro rosso. Cammina, dunque, senza meta. Il sorrisino svanisce e la mano, che poco prima aveva portato sul coprifronte, adesso è lasciata cadere lungo i fianchi. Pensare alla consegna del coprifronte e ad Azrael Nara, in quel momento, è l'unica cosa che riesce a darle un po' di sollievo e conforto e che, per un attimo, la allontana dalla realtà e dalle parole sibilanti della giovane Kouki, che continuano a risuonarle nella testa in modo costante, quasi fossero un promemoria. Il suo sguardo è leggermente spento ed abbassato verso i suoi piedi, che si muovono meccanicamente.

17:55 Azrael:
 Le strade di Konoha sono gremite di gente proveniente da ogni parte del Villaggio, diretti chissà dove e chissà perché. Il Sole illumina coi propri raggi tutto il circondario, donando alla Foglia la sua consueta atmosfera gioiosa e colorata, sebbene riscaldi l’aria oltre il normale limite di sopporazione ed il cielo terso fa da sfondo ad uo dei luoghi storicamente più floridi del mondo. Una giornata perfetta per recarsi in centro, cercando un po’ di pace per fumarsi una sigaretta. Dopo aver passato l’intera notte a dedicarsi alla sua futura moglie, ha deciso di passare a casa per cambiarsi, preferendo poi uscire per le vie del centro. Una camicia bianca di cotone leggero, trasparente quel tanto che basta per lasciar intravedere la muscolatura allenata e ben delineata, oltre che il fitto e candido bendaggio che gli copre i pettorali e la parte superiore dei bicipiti. Quel dettaglio gli è piuttosto necessario al fine di nascondere all’altrui vista sia il tatuaggio ANBU sulla spalla destra, sia il marchio maledetto inciso a fuoco sul suo petto. Alla vita vi è una cintura di cuoio che regge un paio di pantaloni di alta sartoria, il colore nero in netto contrasto sia con la camicia che col candore della pelle del Dainin, fasciando perfettamente le leve inferiori dell’uomo, rendendolo ancor più slanciato di quanto non gli consenta la sua altezza. I piedi alloggiano in un paio di scarpe di pelle grigio scuro, perfettamente lucidate di cui il piccolo tacco posto sotto il tallone e l’estremità a punta danno un’aria estremamente elegante. La leggera brezza estiva gli scompiglia il crine corvino e ribelle, atto a mettere in risalto i lineamenti affilati, l’incarnato diafano, oltre che gli occhi d’onice, da sempre suo punto di forza, oltre che protagonisti del chiacchiericcio femminile che vede quegli occhi come la calamità da evitare per non finire sotto il fantomatico potere ammaliatore del Nara. Valle a capire queste donne. E dunque il Dainin si ritrova a passeggiare senza una meta precisa, la sigaretta ben stretta tra le labbra rosee e lo sguafdo fiero e dritto innanzi a sé. Al suo passaggio, come al solito, molti si voltano, il vociare si diffonde e si alza, parole di ammirazione sia per le sue gesta, sia per il suo aspetto, oltre che svariati insulti di chi crede – avendo perfettamente ragione – che il Nara sia un po’ troppo egocentrico. Sulla strada che sta percorrendo, però, un alone misto tra rosso e rosa attira la di lui attenzione: si tratta di Tenshi, la giovane che ha persoalmente promosso a Genin solo pochi giorni prima, intenta a camminare presa da chissà quale pensiero. Il Nara le si avvicina, affiancandola cercando di fare quanto meno rumore possibile, cercando così di comprendere cosa possa starle frullando in testa, senza però grande successo. < Qualcosa non va? > Chiosa d’improvviso, lasciando che il tono di voce roco e profondo interrompa il flusso di pensieri della ragazza, consapevole anche del rischio di spaventarla, ma d’altronde le entrate ad effetto sono la sua specialità. [ C on ]

18:30 Tenshi:
 Continua a camminare, senza fare caso alla gente che le passa accanto e che, per puro caso, la sfiora. Non si accorge nemmeno del chiacchiericcio che si era creato. E' completamente persa nei suoi pensieri e, davanti agli occhi, ha solo lo sguardo giallo e magnetico della ragazza incontrata qualche giorno prima. 'Devi affilare le unghie', le aveva detto. Ma come si fa? Come si fa a cambiare di colpo il proprio modo di essere? Eppure, sa per certo che deve farlo. Deve reagire. Una voce, dal tono basso, però, interrompe il filo dei suoi pensieri. I suoi passi si bloccano, non appena la sua mente dà a quella voce un volto ben preciso. Se lo sta immaginando, oppure ha veramente Azrael Nara accanto? Gli occhi, che erano stati tenuti fissi sui propri piedi, si spostano leggermente. Delle scarpe di pelle, eleganti e lucide. Alza piano lo sguardo, osservando tutta la figura del dainin, che si erge al suo fianco, per poi arrivare al volto. Il capo della genin, adesso, è inclinato verso l'alto, data la differenza d'altezza tra i due. Eh sì, è proprio Azrael Nara. Non può far altro che guardare gli occhi neri dell'uomo. E stare lì, immobile, mentre ripensa alla consegna del coprifronte. Gli occhi di lei sembrano prendere un po' di lucentezza, mentre le guance vengono invase da un leggero rossore. Non si aspettava di incontrarlo lì e non si aspettava neanche che lui l'avesse notata in tutta quella folla e si fosse fermato a parlarle. Si prende le mani, stringendole fra di loro. Il cuore le sale in gola. Abbassa il capo, di colpo, chiudendo gli occhi, per evitare di continuare a fissarlo inebetita. < S-salve! > balbetta freneticamente. Eppure, è felice. Felice che, in un momento come quello, il Nara fosse proprio lì, accanto a lei. E' come quando nelle favole arriva il principe e salva la principessa che si trova in difficoltà. Lui è sempre nel posto giusto, al momento giusto. Alza il capo, con le guance ancora infuocate. Cerca di evitare lo sguardo del Nara, il che, altrimenti, la farebbe imbarazzare ancor di più. Non guarda un punto fisso: i suoi occhi vagano, guardando la gente che passa e la strada davanti a sé. < I-io stavo solo pensando a... delle cose, ecco >. Non sa spiegarsi bene. Non trova le parole. Perché è così imbarazzata? Perché non riesce a parlare normalmente? Nel frattempo, il cuore le batte all'impazzata nel petto.

16:17 Azrael:
 La reazione della ragazza porta il Nara a sorriderle apertamente, mostrando la dentatura candida in una sorta di espressione di tenero scherno. Non la sta prendendo in giro, ma è divertito da tutto quell’imbarazzo da parte sua. Lo squadra, lo scruta in toto, per finire a guardarlo negli occhi dalla sua più bassa posizione. La mancina del Nara corre ad una ciocca ribelle dei suioi capelli corvini, sfuggitagli sulla fronte, per ravviarla all’indietro in un fluido gesto lento e disinvolto. < Salve a te, Tenshi. > E’ sicuro di sé, della sua bella presenza e sembra essersene accorta anche la neo genin. Nemmeno se si sforzasse con tutto se stesso potrebbe riuscire a non essere lusingato da una tale reazione da parte sua e non potrebbe mai riuscire a on marciarci su, seppur senza intenti secondari. < Mi fa molto piacere vederti così spesso ultimamente, anche in occasioni in cui non dobbiamo combattere insomma. > Dice, riprendendo poi lentamente a camminare al di lei fianco, cercando di comprendere dove ella si stava effettivamente dirigendo o se fosse semplicemente senza meta. < E queste cose a cui stavi pensando sono qualcosa di importante? Sembri scossa. > Le domanda, infine, considerando che le emozioni e la loro comprensione sono un po’ quel che lo hanno reso un ottimo anbu, oltre che un ottimo ninja, è un qualcosa che è diventata per lui quasi istintiva e non può fare a meno di notare ogni gesto ed espressione anche da parte della giovane. E nell’attesa di una risposta continua semplicemente a fumare la sua sigaretta, espirando il fumo innanzi a sé, in quei brevi momenti in cui non punta le iridi scure sulla sua interlocutrice. [ C on ]

16:51 Tenshi:
 Segue i semplici movimenti del Nara, senza incrociare i suoi occhi. Quel gesto della mancina, le fa smuovere qualcosa nello stomaco. E' come se qualcuno le avesse dato un pugno, proprio nel ventre, ma, in realtà, non è doloroso. Anzi, è quasi piacevole. E' una strana sensazione, che, probabilmente, non ha mai provato prima. Perché quel semplice aggiustarsi i capelli aveva causato dentro di lei quella reazione? < A-anche a me fa molto piacere > dice imbarazzata, abbassando lo sguardo verso i propri piedi, che adesso hanno ripreso a muoversi verso una meta indefinita. E' felice che il Nara le abbia detto quelle parole, che la fanno sentire meglio. Ed è felice di averlo rivisto, nonostante l'imbarazzo e i mille pensieri che ha per la testa. Le mani, che fino a quel momento erano state tenute strette fra di loro, adesso ricadono lentamente lungo i fianchi. Un lieve sorriso spunta sul suo volto. In quel momento, sente che il dainin è forse l'unica persona che potrebbe renderla serena per un po'. Sente che camminare al suo fianco, anche solo per qualche minuto, è quello di cui ha bisogno. < Per me, lo sono > il tono di voce è più tranquillo adesso. E' riuscita a calmare il proprio battito cardiaco e l'imbarazzo che fino a qualche secondo fa provava. Ed è riuscita anche a parlargli normalmente. Da dove viene, adesso, quel coraggio? E' la presenza del Nara a farla sentire un po' più sicura di sé? 'Non aver paura di strafare', le aveva detto il dainin quando l'esame si era appena concluso. E lei, ha cercato di prendere quella frase come un motto. Come una filosofia di vita, da poter applicare in ogni situazione. O, almeno, è quello che sta cercando di fare. < Davvero sembro così scossa? Mi dispiace, è che sono successe delle cose che mi hanno un po' confuso le idee >. Guarda la strada davanti a sé, continuando a camminare. Subito quel 'Non aver paura di strafare' si trasforma, nella sua testa, in 'Affila le unghie'. E di nuovo, il suo sguardo si incupisce e il sorriso svanisce, mentre alla mente viene riportato il volto di Kouki. In fondo, quelle due frasi significano la stessa cosa, lo capisce. Semplicemente, erano state dette in due diversi momenti in due modi diversi. Con la mano destra, prende fra le dita una ciocca rosea e comincia a rigirarla freneticamente.

17:53 Azrael:
 I due hanno ripreso a camminare placidamente mentre la vita a Konoha prosegue freneticamente. Il Nara, col suo oramai famoso charme, e la giovane Tenshi, recentemente entrata a far parte dell’esercito di genin della Foglia, pronta a difenderla con la propria anima ed il proprio corpo. una bella accoppiata, se ci si pensa bene. Superato l’iniziale imbarazzo ecco che la ragazza parla con una maggiore spigliatezza di cui il Dainin non può che essere contento. Quel che lo porta a prestare maggiormente attenzione a quanto ella gli sta dicendo a proposito dei propri pensieri che la attanagliano e la preoccupano. Pensieri che non hanno ancora una forma precisa, per il Nara, ma che ella identifica solo come ‘alcune cose’. < Magari ad un occhio meno attento non sembrerebbe, ma purtroppo per te è troppo tempo che sono ninja per non accorgermi di queste cose. > Sorride dolcemente a quelle stesse parole. Non può dirle di aver militato negli anbu sin da quando era un genin ed è per questo che ha imparatok così bene a leggere espressioni ed emozionij ujmane. < Comprendo perfettamente che questo è un momento molto particolare della tua vita. Hai appena guadagnato il tuo coprifronte, ormai non sei più soltanto un’allieva, ma sulle tue spalle iniziano a poggiarsi le prime piccole responsabilità. È giusto che tu parli con qualcuno che possa alleggerirti di questo carico. > Guarda innanzi a sé, prendendo un’altra boccata di fumo per poi espirarla lungamente, inframezzando così le sue stesse parole, per permettere alla giovane di recepirle al meglio possibile. < Qualunque cosa ti stia preoccupando in questo momento puoi parlarmene. Sono piuttosto bravo a trattare qualunque tipo di problema, con tutto quel che ho dovuto passare. > Le sorride ancora, lasciando a questo punto la sigaretta oramai terminata al suolo, passandovi sopra con la pianta del piede per spegnerla. [ C on ]

18:24 Tenshi:
 Ascolta con attenzione le parole del Nara, senza tralasciarne nemmeno una, continuando a camminare e a torturare la ciocca che ha fra le dita. Gli è veramente grata per quello che sta facendo per lei, anche se, in realtà, potrebbero sembrare semplici piccolezze. Ma per lei, quei gesti, quelle parole, contano molto. Non ha quasi nessuno a supportarla in tutto ciò che sta accadendo ed il Dainin le sembra quasi un appiglio al quale stringersi. Prende ancor più coraggio ed alza lo sguardo, voltando il proprio viso verso quello di lui. Nota, sulle sue labbra, un tenero sorriso. La genin, sorride a sua volta, lievemente, anche se il suo sguardo è perso in chissà cosa. E' contenta di quel sorriso che l'uomo le ha appena rivolto. In quel momento, quel sorriso è rivolto solo a lei. Farebbe i salti di gioia, se solo non fosse così turbata. 'Sulle tue spalle iniziano a poggiarsi le prime piccole responsabilità'. E' vero, e lei ne sente il peso. Si volta, quindi, nuovamente verso la strada. Come avrebbe dovuto affrontare quelle responsabilità? Aveva ragione Kouki nel dire che deve affilare le unghie? Ferma i propri passi, ad un certo punto, voltando lo sguardo di nuovo verso il Dainin. Sul volto di lui, fa capolino un altro sorriso. Anche lui ha dovuto affrontare delle difficoltà. Quindi chi meglio di lui può sostenerla? E da quel sorriso e da quella parole, lei prende forza per raccontare una parte del proprio passato. Passato che non aveva raccontato quasi a nessuno. < Beh... > prende respiro, prima di cominciare a parlare. < Io sono un'orfana. Non ho mai conosciuto i miei genitori. Mia madre è morta, mentre mio padre non mi ha mai accettata. Dei due, solo mio padre è un ninja. E non molto tempo fa, mi ha spedito una lettera, in cui affermava di essere un Senju >. Si blocca, voltandosi a guardare la gente che passa attorno a loro. Lascia andare la ciocca, che ricade normalmente sugli altri capelli. Davvero sta raccontando così facilmente quella storia ad un uomo così importante? Al quale, probabilmente, non interessa nulla di lei? Però... che importa? Si sta liberando di un fardello che si porta dietro da tempo. Va bene così. < Quindi > riprende a parlare, dopo aver tirato un altro respiro < quando ho letto quella lettera, ho deciso che avrei affrontato mio padre e mi sarei presentata al clan non appena sarei diventata una Genin. Solo che adesso... Tutto questo mi spaventa >. Il tono della voce appare tremante nel pronunciare queste ultime parole. Lo sguardo è fisso, in un punto indefinito davanti a lei.

18:58 Azrael:
 Ci sono dei momenti in cui comprendi che ‘atmosfera tra due persone cambia e muta, divenendo qualcosa di diverso. Un discorso prettamente informale e di circostanza diventa un discorso serio in un paio di scambi di battute, ad esempio. Ed è proprio questo il caso. Tenshi si mostra più riflessiva, quasi più adulta si potrebbe dire ed il Nara sa perfettamente che questo è il momento in cui deve trattare le parole che ella sta per affidargli come un vero e proprio tesoro. La ascolta, restando in silenzio per tutto il tempo che le serve per mettere in ordine quel discorso così importante e significativo, per poi fermarla con un tacito gesto della mancina, sollevando unicamente l’indice per arrestare il flusso di parole. < Aspetta, credo che questa sia una cosa da trattare in un luogo più appartato. > Volta il proprio sguardo prima a destra e poi a sinistra, identificando immediatamente un giardinetto quasi del tutto privo di visitatori. < Vieni qui. > La intima a seguirlo, addentrandosi ora in quella piccola distesa d’erba tagliata corta, interrotta soltanto da alcune panchine in legno. Una zona adibita unicamente al relax. Qualche passo mosso in direzione proprio di una di queste panchine libere, dopodiché la mancina s’allunga per indicare in un gesto di galanteria dove Tenshi può accomodarsi. Solo in questo momento si accomoderebbe anche lui, per poterle finalmente rispondere e trattare quella confessione col dovuto rispetto che merita. < Anche io sono stato orfano. Il mio vero padre, colui che fu Settimo Hokage, morì a seguito di un assalto del mukenin più pericoloso che il mondo abbia mai visto quando avevo appena qualche settimana, la donna che mi mise al mondo mi abbandonò nella Foresta della Morte per scappare senza avere me come peso. Fui trovato per fortuna da una coppia di civili che mi crebbe per vari anni, salvo poi lasciarmi da solo a seguito di diversi avvenimenti da allora sono cresciuto da solo. Ho scoperto solo dopo che la mia vera madre aveva preso parte all’attentato che uccise mio padre e che non mi abbandonò per etenrmi al sicuro, ma solo perché non mi voleva. Insomma, non una bella storia. > Non sono neanhe lontanamente tutti i dettagli della sua infanzia e adolescenza, ma è quel tanto che basta èer collegare le loro due storie. A questo punto si volta in sua direzone, guardandola in viso e allugando una mano a cingerle la spalla, in un gesto di incoraggiamento. < Non devi essere spaventata. Qualunque cosa abbia intenzione di dirti o farti, devi ricordare di essere fiera di te stessa e di quel che sei e devi ricordare anche che, in parte, la sua assenza ha contribuito a temprarti. Siamo dovuti crescere con più difficoltà degli altri, per questo motivo possiamo e dobbiamo essere più forti. > Chiosa, per poi ricadere in silenzio e lasciare che sia lei a comprendere il messaggio che le sta rivolgendoed eventualmente ad aggiungere o domandare qualcosa. [ C on ]

15:52 Tenshi:
 Il Nara, a differenza di quanto lei pensasse, appare interessato e l’ascolta, senza dire una parola, senza interromperla. Si sente più leggera adesso che ha qualcuno lì, ad ascoltarla. Forse, è proprio di questo che ha bisogno. Torna a guardarlo in volto, mentre il dainin pronuncia le sue parole. Ha ragione, non è qualcosa di cui poter parlare lì, in mezzo a quella folla. E’ che lei quasi non ci fa caso alla gente che hanno intorno in quel momento. Perché, dall’istante in cui il Nara le ha parlato, trovandola lì, sola, era come se le persone attorno non esistessero e fossero solo loro due. E quella sensazione è strana, ma piacevole allo stesso tempo. Quella che ha davanti, sta diventando una persona davvero importante nella sua vita. Non passano giorni in cui, almeno per un istante, non ripensi all’esame e alla consegna del coprifronte. Prova un’emozione inspiegabile per lui, che, in poche volte, l’ha sempre tirata su di morale. Non sa se sia idolatria, invaghimento, oppure… una semplice cotta. Sa solo che, in quei momenti nei quali si sente così sola e così triste, vorrebbe che fosse proprio lui a consolarla. Per certi versi, questo è un pensiero un po’ egoista. Lui è un uomo adulto, probabilmente ha una famiglia e non ha tempo per una tredicenne che si sta ancora affacciando al mondo. Eppure, la fa star bene. Lo segue, quindi, verso il giardinetto, osservandolo da dietro. Al contrario di lei, è forte. Chissà quali esperienze e difficoltà ha dovuto affrontare finora. Lei, invece, è debole. Alla prima difficoltà, cade e non riesce più a rialzarsi. Gli si avvicina e si siede sulla panchina, seguendo il gesto della mancina di lui. Dopo essersi seduta, si prende le mani, stringendole fra loro, e le guarda, attendendo le parole del dainin, che intanto le si era seduto a fianco. Si gira, quindi, verso di lui, quando prende a parlare. Il Nara le sta raccontando la propria storia, così, senza problemi. Sono entrambi orfani. Entrambi non sanno cosa sia l’amore di un genitore, l’abbraccio di una madre, la carezza di un padre. Ma il passato del dainin sembra molto più duro del proprio. A lei, sarebbe bastata soltanto un po’ di quella forza ed un po’ di quel coraggio che ha quell’uomo e avrebbe affrontato le cose al meglio. La guarda in viso, cingendole la spalla. Sente che da quel contatto, può prendere la forza e il coraggio che le mancano. Ma, purtroppo, lui non sarebbe stato sempre al suo fianco. < Mm! > mormora, annuendo con la testa. Non riesce a dire altro. Quelle ultime parole le avevano causato un groppo in gola. Gli occhi, puntati sulle iridi nere del dainin, sono lucidi, segno che sta trattenendo le lacrime. Ma non sono lacrime di tristezza, no. Sono lacrime di gioia. Perché finalmente qualcuno le sta dicendo proprio ciò di cui ha bisogno in quel momento. ‘Siamo dovuti crescere con più difficoltà degli altri, per questo motivo possiamo e dobbiamo essere più forti’. Queste parole vanno custodite. Sono un tesoro raro, da tenere nel proprio cuore. E’ certa che non le dimenticherà mai. Si schiarisce la voce e tira su col naso, cercando di cacciare indietro le lacrime che altrimenti sarebbero venute fuori. < Mostrami come si fa ad essere più forti > il tono è deciso, nel pronunciare queste parole. Lascia la presa delle mani, poggiandole sulle cosce. < Permettimi di essere tua allieva > dice alla fine. Ci crede veramente in quelle parole appena pronunciate. Crede veramente che quella persona possa darle tanto. Che possa aiutarla a diventare più forte. Che possa sostenerla nelle difficoltà della vita. Che possa essere, per lei, un modello da seguire.

16:53 Azrael:
 Il suo raccontok cessa ed il silenzio cala tra il Nara e la Senjuu. In quel frangente il Dainin sa che non deve spendersi in ulteriori parole, ma lasciare che quelle che ha proferito facciano presa non solo sulle orecchie di Tenshi, ma anche sul di lei cuore, che le entrino dentro e che lei possa comprenderne ogni singola sfumatura. Resta a guardarla, lasciando che i suoi profondi occhi neri restino incatenati a quelli altrui. Li vede lucidi, ricolmi di emozione, sebbene il resto del volto non pare emanare tristezza, ma soltanto coinvolgimento. Ne è felice, Azrael, considerando il fatto che ciò che le ha confidato ha un enorme peso per lui. Si tratta della sua vita, di una parte di essa per lo meno, un racconto che, anche solo sulla superficie, narra di tragedie, mancanza di affetto, sofferenza e, successivamente, rinascita. Non saprebbe dire quali saranno le successive parole della ragazzina, ma a prescindere da quali esse possano essere sa di dverla sostenre. Inizia a carezzarle debolmete la spalla, muovendo solo il pollice, ripercorrendo la linea della clavicola della genin, finché lei non gli si rivolge con un tono deciso, quasi perentorio. Non sembra stargli facendo una vera e propria proposta, pare più che altro tentare di imporgli la sua determinazione con quella richiesta di essere sua allieva, di averlo come maestro. Le labbra del Dainin si incurvano lievemente in un sorriso appena accennato. < Per quanto possa sembrare, io non sono la persona migliore a cui chiedere insegnamenti. > Il tono è calmo, pacato, roco e profondo come suo solito, basso a sufficienza da non farsi sentire da nessuno che non sia la stessa Tenshi. < L’ultimo genin che mi ha chiesto di fargli da maestro è stato lanciato giù dal Monte dei Volti. Voglio specificare che poi mi sono lanciato anch’io per salvarlo, ma ho temuto comunque che potesse morire d’infarto. > Il sorriso s’allarga, ripensando a quell’avvenimento, al giovane Sanuro che gli ricordava per certi versi se stesso e a cui ha confidato totalmente ciò che lo stesso Nara ha sempre tenuto solo per sé. < Sono più pratico nel dare supporto morale, l’ultima persona a cui l’ho fatto, beh, è diventata Kaori Hyuga. > Lascia riadere, a questo punto, la mano dalla di lei spalla fino a poggiarla sulla superficie della panchina su cui sono seduti, guardando ora in basso per scuotere leggermente il capo in un moto divertito, col sorriso oramai largo e radioso, a mostrare la dentatura candida, i canini più affilati del normale. Sembra decisamente più giovane quando si mostra così sereno e divertito, lasciando trasparire il suo io più giocoso ed entusiasta.< Quel che sto cercando di dirti è che devi essere consapevole di quel che mi stai chiedendo. Io sono severo, aggressivo a volte, molto più duro di quanto sembri, ma se sei davvero convinta, potrò darti certamente più di qualunque altro shinobi esistente al mondo. E un giorno lancerò anche te giù dal Monte. Cosa ne pensi? > Torna soltando ora a guardarla negli occhi, il sorriso ora tornato ad essere soltanto una linea sottile a labbra chiuse, in attesa di una risposta. [ C on ]

17:36 Tenshi:
 Quel contatto, tra la propria spalla e la mano del Nara, è piacevole. La fa sentire viva. Le fa smuovere dentro qualcosa. Non saprebbe dire cosa. Se fosse stata una persona qualunque a fare quel gesto, probabilmente l'avrebbe solo infastidita. E invece è proprio lui. Azrael Nara che le carezza la spalla. Perché tutto quell'attaccamento nei suoi confronti? Perché sente che lui sia l'unica persona capace di salvarla dall'oblio in cui è caduta? Lo ascolta, in silenzio, guardandolo dritto nelle iridi nere. Sorride alle sue parole. 'Io non sono la persona migliore a cui chiedere insegnamenti'. Allora perché sembra averle dato già così tanto? Forse, il dainin non se ne rende conto, ma ha già fatto molto per lei. E la ragazzina lo vede già come il proprio maestro. Senza volerlo, il Nara si era piazzato al centro della vita della genin e ogni cosa gira intorno a lui. Sono le parole di lui che la fanno andare avanti, ogni giorno. Lo guarda sorridere. Sembra quasi un ragazzino, quando allarga il sorriso, mostrando i canini. Quel contatto è finito, ma lascia sulla pelle candida della giovane una sensazione di calore. Lascia che il discorso del Nara si concluda. Non vuole interrompere il flusso delle sue parole e vuole ascoltarlo attentamente, senza lasciarsi sfuggire niente. < Io credo di voler cadere giù da quel Monte >. Il tono è sereno, le parole ben scandite. Ne è convinta. Lei era sempre stata un tipo indeciso e mai era riuscita a prendere una decisione in così poco tempo. Qualcosa dentro di lei era cambiata. Non vuole più essere la bambina che è stata finora. Non vuole più piangere. Non vuole più mostrare la sua debolezza. Vuole affilare le unghie, ancora di più, molto di più. < Voglio essere abbastanza forte da affrontare la crudeltà che mi mostrerai >. Sì, vuole diventare forte, come lui. Vuole affrontare le esperienze future con tutta la forza che riuscirà ad accumulare stando al suo fianco. < Sono pronta ad affrontare tutto questo > il tono è, ancora una volta, deciso, tagliente. E non le importa cosa dovrà subire. Non le importa quanto il Nara potrà essere severo. Le importa solo di trovarsi al suo fianco. Di poter confidargli tutto ciò che la turba o tutto ciò che le è capitato. Di ricevere critiche da parte sua, ma anche elogi quando li meriterà. Di sapere che, quando cadrà giù dal Monte, lui non la lascerà schiantarsi al suolo.

18:33 Azrael:
 il discorso sembra essere finito, in verità. Ci sono diversi punti, però, da trattare in merito a questo accordo che Tenshi ed Azrael sembrano aver raggiunto. Una serie di piccoli accorgimenti che, però, sono assolutamente fondamentali se i due voglioni instaurare un sano rapporto tra maestro e allievo. Dopo averla lasciata esprimersi ed aver accettato la sua determinazione, il Nara prende un profondo sospiro. < Mi ricordi molto la persona più importante della mia vita. Anche lei ha deciso di lanciarsi verso il vuoto assieme a me e tutti i giorni io mi impegno per non farle mai pensare che non ne è valsa la pena. > La sua Kaori, chiaramente. Quella volta in cui, come fosse un motivo ricorrente nella sua vita, si sono lanciati assieme giù dalle Cascate dell’epilogo, per certi versi quel che Tenshi gli ha detto gli ha ricordato proprio la Hyuga. Ad ogni modo, per non lasciarsi andare in melense dichiarazioni verso la sua futura moglie, riprende immediatamente a parlare, senza mai abbandonare lo sguardo della Senjuu. < Ogni rapporto si basa sulla sincerità e sullìonestà e questo rapporto non farà eccezione. Non da subito, ma piano piano che cresceremo assieme pretenderò da te di essere reso partecipe di ogni tua azione o pensiero. Mi piacerebbe che un mio allievo entri in perfetta sintonia con me ed io con lui, solo così potrò insegnarti tutto ciò che so e che sono. > Una regola molto precisa, che il Nara sa di non poter rispettare fino in fondo, non potendo rivelare la propria natura di Anbu, sebbene possa, passo dopo passo, seminare magari qualche indizio. D’altronde, l’uomo che indossa quella maschera, non è esattamente Azrael, ma Yami, il demone che lo divora dal profondo e che convive con lui sin da quando ha memoria. < E non voglio colpi di testa da parte tua. Nessuna mossa avventata che possa metterti a rischio. Ti proteggerò, ma non da quello che farai in maniera avventata o stupida. > Il tono è estremamente perentorio, stavolta, lasciando trasparire non più il ragazzo spensierato, ma il ninja carico di onori ed oneri, il comandante di eserciti, il Generale. Salvo poi passare alla motivazione di tali regole ferree, che puntano più su un lato sensibile ed emotivo del Dainin. < Sono stato tradito molte volte, Tenshi. Ho riposto a più riprese la mia fiducia in persone che, successivamente, mi hanno sputato in faccia, rinnegando tutto ciò che dicevano ci fosse tra di noi, sia da un punto di vista professionale che personale. A seguito di tutto ciò, sebbene anche prima non fossi una persona facile con cui condivdere il proprio tempo, sono diventato davvero davvero difficile. Capirò se, in qualunque momento, tu decidessi di tirarti indietro. > Termina, abbassando ora il capo, lasciando che il crine corvino gli copra parzialmente il volto candido, seppur l’espressione non palesi né tristezza né malinconia, bensì speranza che le cose possano andare diversamente. < Tu non hai perso nulla per colpa di tuo padre. È lui ad aver perduto l’onore di vederti divetare quel che sei adesso e che sarai in futuro. Ricordalo sempre. > Termina, infine, poggiandosi con la schiena interamente contro la panchina ed alzando, ora, gli occhi al cielo terso della Foglia. [ C on ]

19:08 Tenshi:
 E' strano come una semplice conoscenza possa trasformarsi in qualcosa di più profondo. E' ciò che sta accadendo in questo momento tra la Senjuu ed il Nara. Quello è un patto, qualcosa che li lega, nel profondo. E' una connessione inscindibile. < Credo che quella persona sia molto fortunata >. Gli sorride. E' felice. Felice di essere stata accettata da qualcuno. E quel qualcuno non è una persona qualunque. E' un dainin, uno shinobi famosissimo e con tantissima esperienza. Chi l'avrebbe mai detto che avrebbero avuto un legame così profondo? Chi l'avrebbe mai detto che uno degli shinobi più importanti di Konoha l'avrebbe aiutata nel viaggio della vita? < Va bene, ti informerò di tutto >. Ed era questo ciò che, in fondo, lei voleva di più. Poter confidarsi con lui. Poter parlargli di tutto, senza problemi. Ne ha bisogno. Ha bisogno di qualcuno pronto ad ascoltarla e a dirle dove ha sbagliato o se ha agito nel giusto modo. E vuole sapere di più di lui. Le sue esperienze, i suoi incontri. Vuole prendere spunto dalle sue imprese e diventare sempre più forte e sempre più adulta. Lo ascolta ancora, senza distogliere lo sguardo dalle iridi nere di lui. Il tono di lui diviene estremamente serio. La genin capisce subito che il Nara ci crede profondamente a quelle parole. 'Ti proteggerò'. E' questo ciò che lei vuole veramente. Essere protetta da lui. < Lo prometto, nessun colpo di testa >. D'altronde, agire in maniera avventata sarebbe andato in suo sfavore. Vuole crescere e ragionare bene. Vuole capire ciò che è giusto e sbagliato. Perché, ormai, non capisce più nulla. Troppi avvenimenti recenti l'avevano mandata in confusione. Ed ha bisogno di una guida che le mostri la strada giusta. < Non voglio tirarmi indietro >. Sta iniziando a capire che tipo di persona è Azrael Nara. All'esterno sembrerebbe una persona disinvolta e sicura di sé. Ed è così, effettivamente. Ma dentro, è stato dilaniato da chissà quali eventi. E tutto questo ha contribuito a ciò che è oggi: severo, duro. Il Nara abbassa quindi il capo, mentre delle ciocche gli ricoprono una parte del viso. La sua espressione non è triste. 'Azrael Nara, tu sei forte', è ciò che pensa in quel momento la neo genin. PErché, nonostante tutto ciò che l'uomo ha dovuto affrontare, non le mostra neanche un minimo di sconforto. E' proprio così che lei vuole apparire. Forte. < G-grazie >. Quelle ultime parole, la fanno sciogliere del tutto. < Lo ricorderò > come tutte le altre frasi che il Nara le ha detto in precedenza. Abbassa lo sguardo, adesso, mentre un lieve rossore torna sulle sue guance. 'Grazie, Azrael Nara'.

16:21 Azrael:
 Gli è sempre piaciuto fare da guida alle nuiove speranze. Ci sono molti motivi per i quali si è sviluppata questa passione in lui, sia il suo immancabile peccato di siperbia, che lo porta a volersi prendere i meriti di un’altra Kaori Hyuga che potrà dire di aver resciuto, sia il voler occupare il ruolo che anche nella propria adolescenza fu occupato da un chuunin di cui neanche ricorda il nome. Aveva diciassette anni, più o meno, ed era icline alla rabbia, alle risse, al guadagnarsi da mangiare unicamente facendo a botte con il prossimo, fin quando un gruppetto di ragazzi più grandi non rischiò quasi di morire in un vicoletto buio di Konoha. Quell’uomok lo salvò e praticamente lo obbligò ad andare in Accademia. Gli deve la vita, sia in quanto gli ha prestato soccorso, sia perché tutto ciò che ha fatto da quel momento in poi lo deve ad un chuunin che non ha neanche potuto ringraziare. È anche per lui che ama prendersi l’onere di crescere i deshi che gli sembrano più promettenti, sebbene sia la persona meno adatta ad essere un insegnante. Si alza dalla sua postazione, adesso, per tendere la mancina a Tenshi, rivolgendole un raggiante e sincero sorriso. Vuole aiuarla ad alzarsi dalla panchina, in un gesto di oramai consueta galanteria, ma anche sigillare simbolicamente quel patto, sebbene non sia una vera e propria stretta di mano. < Ti accompagnerò al Dojo Senjuu. Resterò in disparte e non mi farò vedere da nessuno, ma preferisco essere presente. Quel che mi hai detto di tuo padre mi porta a credere che potrebbe farti del male, non tanto fisicamente, ma emotivamente e mi piacerebbe essere lì per sostenert quando uscirai dalla Magione. Cosa ne pensi? > Le domanderebbe, in caso ella avesse accettato la sua mano per alzarsi e ritrovarsi faccia a faccia, col volto del Nara iclinato verso ilbasso per poterla sempre guardare negli occhi. [ C on ]

16:49 Tenshi:
 Guarda il Nara alzarsi e tenderle la mano. Sul volto di lui, vi è un grande sorriso. Un sorriso bellissimo e sincero. E lei è felice. Sente quel sorriso tutto per sé. La giovane Senjuu ricambia il sorriso, schiudendo le labbra e facendo intravedere i denti candidi. Allunga la propria mano sinistra verso quella del dainin, alzandosi così dalla panchina. Non sa bene se quella mano tesa, sulla quale ha poggiato la propria, serva solo ad aiutarla a farla alzare. Crede che dietro quel gesto, del tutto naturale, ci sia molto di più. Il loro patto è stato appena suggellato. E lei, da ora in poi, avrà una figura su cui poter fare affidamento. Avrà qualcuno con cui parlare e confidarsi. Qualcuno che non la lascerà sola e non la tradirà mai. A meno che non sia lei stessa a volersi allontanare da lui. Ma, per il momento, ne è convinta. E' convinta di volere al proprio fianco proprio Azrael Nara. E' il suo modello di vita. Adesso i due si trovano faccia a faccia. Il volto di lei è inclinato verso l'alto e gli occhi cerulei sono puntati su quelli neri di lui. < Credo che... mi servirà avere il mio maestro accanto > l'espressione di lei è seria, ma serena. E' la prima volta che lo chiama maestro e già si è abituata all'idea di chiamarlo sempre così, finché il loro patto non verrà sciolto. Ha bisogno del suo maestro. E, non a caso, quel maestro è proprio il dainin della Foglia. Il destino ha voluto che fosse lui ad accompagnarla in quel viaggio. Ed un motivo, probabilmente, ci sarà. Non sa cosa le riserva il futuro. Non sa se un giorno potrà piangere per tutto ciò che il Nara le farà affrontare o gioire quando lui si complimenterà con lei. Sa solo che sarà proprio da lui che la giovane genin prenderà la giusta forza, diventando una vera kunoichi. Sarà proprio lui che la farà crescere, rendendola, alla fine, un'adulta capace di affrontare qualsiasi situazione si trovi davanti.

17:36 Azrael:
 il discorso si esaurisce pian piano, con diverse parole e promesse, non v’è bisogno di aggiungere altro, ma soltanto di quello sguardo e di quella stretta di mano. Mano che, adesso, viene lasciata da parte del Nara, per sostituire quel gesto con un altro, decisamente insolito da parte sua. Le avvolgerebbe le braccia attorno alle spalle, per tirarla verso di sé e racchiuderla in un abbraccio saldo, sicuro e molto sentito. Sentiva di averne bisogno, in effetti. Di aver bisogno di stabilire un contatto anche fisico con quell’anima in parte affine a lui, di confortare quella che non è né più né meno che una ragazzina spaventata e troppo sfortunata per la sua età, proprio come lo era Azrael stesso. Resterebbe così per un po’, se Tenshi glielo permettesse, salvo poi lasciarla andare e tornare con le braccia lungo i fianchi, voltandosi pronto per tornare a casa. < Tieniti stretto questo abbraccio, perché potrebbe essere l’ultimo. > Ultime parole, accompagnate da una risatina amezza voce, mentre si incammina, con o senza di lei, di nuovo verso casa. [ end ]

18:02 Tenshi:
 Il Nara lascia la mano della ragazza, per poi compiere un gesto inaspettato. Le avvolge le braccia attorno alle spalle, per poi tirarla verso di lui e stringerla a sé. Quello è... un abbraccio? Lei, attonita, non fa nessuna resistenza. Si lascia abbracciare. Si lascia proteggere da quell'uomo che era entrato nella sua vita inaspettatamente. La fronte di lei è poggiata sul petto ben scolpito di lui, mentre le mani, sono poggiate sul suo ventre. E' un abbraccio sicuro. E' un abbraccio saldo. E' un abbraccio che sa di casa, quella casa confortevole che lei non aveva mai avuto. E' un abbraccio che sa di famiglia, anche se entrambi, nella loro infanzia non hanno potuto sperimentare l'amore di un padre e di una madre. Non è un semplice contatto fisico. E' un contatto tra due cuori, lacerati dalle esperienze di vita. Una lacrima scende veloce sul viso della ragazzina. Non sa a cosa sia dovuta. Sarà che per troppo tempo ha trattenuto le lacrime. Sarà che quell'abbraccio, quel contatto, era ciò di cui aveva veramente bisogno per andare avanti. E sente che quel contatto durerà per sempre. Perché lei, nella vita, non si separerà mai dal suo maestro. Il Nara, poi, si lascia ricadere le braccia lungo i fianchi e lei fa un passo indietro, allungando la distanza fra i due. Nel frattempo va ad asciugarsi la lacrima con la mano destra, tenendo il volto abbassato verso il suolo. < Grazie . Non lo dimenticherò > dice, con la voce un po' strozzata. Anche lei prende a camminare. Lo seguirebbe da dietro, per poi salutarlo e dirigersi verso casa. Lo terrà stretto, quell'abbraccio. Perché è sicura che, adesso, il dainin non sarà più così dolce con lei. Da ora in poi, la giovane Senjuu conoscerà il vero Azrael Nara. Il suo maestro. [ END ]

SE HAI LETTO IL TITOLO DI QUESTA FREE E STAI PENSANDO "ahaha az è sciemo xkè spring signifika primavera e siamo in estate xdxd asd lol" SAPPIATE CHE IN TEDESCO INDICA IL VERBO SALTARE/SALTARE GIU' E HA UN SENSO NELLA ROLE, LO GIURO.

Tenshi e Azrael si incontrano per caso e come tutti i più fantastici incontri casuali finisce con lacrime, abbracci, proposte di diventare maestro e allieva e minacce di finire giù dal Monte dei Volti.