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con Rasetsu, Akali

13:58 Rasetsu:
  [Quarto Cerchio] Passeggia per le vie del Centro di Kusa, nello specifico si trova nel Quarto Cerchio. Cerca di tenersi lontano da asili nidi e scuole per l'infanzia, dov'è certo di trovar troppi mocciosi che gli farebbero perder tempo, oltre che la pazienza. Inoltre, coi traffici illeciti che tenta ancor di imbastire in tutta Kusa e dintorni, è bene che si tenga veramente lontano da posti simili. Non ha nessunissima intenzione di farsi beccare all'apice del suo successo nel campo della Yakuza e dello spaccio in generale. Veste con un paio di pantaloni neri, aderenti ed eleganti, assieme ad una camicia bianca le cui maniche son piegate sin all'altezza dei rispettivi gomiti. I primi due bottoni son lasciati aperti, lasciando intraveder il petto magro, liscio. Nessun giaccone vien portato indosso, data la temperatura prettamente primaverile, per quanto vi sia una tempesta in atto. Gli avambracci son scoperti, mostrando alcune delle cicatrici che ha sui polsi, ad una attenta occhiata, ovviamente. Le vene non hanno il caratteristico colore violaceo, bensì è più scuro del normale ed evidenti data la pelle nivea e praticamente cadaverica. I capelli cremisi discendono lungo la schiena, incorniciando il volto del ragazzo sulla cui punta del naso son sistemati degli occhiali dalla montatura rossa, assieme ad una catenella. Nella tasca destrorsa, NON visibili, vi sono dei piccoli sacchettini di plastica trasparente, contenente ciascuna un totale di tre pillole. Ognuna è differenziata da una sigla: 2.0, 2.1, 2.2. Volge le proprie iridi verdognole da un lato all'altro della zona, incurante invero dei passanti, purché non debba dar loro una spallata per passare oltre. Non ha granché armi od oggetti con sé, se non un Tonico Coagulante ed un Tonico di Recupero Chakra nella tasca sinistra. Niente kunai, niente shuriken, niente bisturi. Non ne necessita per far del male alla gente. Nel vagar, dunque, non s'accorge ancor di nessuno in particolare o che possa attirarne l'attenzione in qualsivoglia maniera, dal momento che si guarda sì attorno, ma senza realmente voler veder qualcuno. A volte, la solitudine può essergli veramente amica. Lui, però, dal canto proprio, non è sicuramente invisibile, specialmente coi propri lunghi capelli cremisi. Piove, pertanto tali ciuffi son ormai appiccicati alla magra schiena e alla camicia, divenuta un tutt'uno con la pelle. Non si fa granché carico di quanto succede attorno: non potrà certo prendersi un raffreddore o una bronchite. E' talmente al di sopra dei comuni esseri mortali che è per lui impossibile ammalarsi come lo farebbero loro. [ Chk ON ]

14:04 Akali:
  [Muretto] E’ uscita di casa tardi stamattina, dopo essersi vestita e aver fatto colazione con del riso e delle uova, una sana e forte colazione per una giornata che deve ancora essere vissuta nella sua interezza. I rossi capelli sono raccolti in una coda alta e leggermente decentrata, pendente quindi da un lato della testa intanto che i ciuffi sparano qua e là senza un ordine preciso. Si è infilata il top bianco senza maniche e i corti pantaloncini, si è pittata pancia, gambe e braccia con il suo solito trucco invisibile alla luce del giorno ma fluo nell’oscurità, con il quale si è truccata anche i celesti occhi e la mascherina nera che indossa sul viso a coprirle il naso e la bocca. Sulla mascherina però quest’oggi ha applicato del trucco bianco visibile anche di giorno che raffigura il ghigno demoniaco di chissà quale Oni, infine si è infilata una giacca larga che tiene aperta per via del caldo anche se il tessuto è abbastanza leggero da permetterle una convivenza accettabile con il clima e l’ambiente circostante. Per difendersi dal caldo ha anche indossato il suo capello con visiera, ma cosa sta facendo in questo istante? E’ seduta su un muretto del centro di Kusa a passare quelle prime ore cercando di trovare un passatempo che possa strapparla dalle grinfie della madre Noia tenendo accanto a lei, sul muretto, un paio di bombolette spray e una mazza da baseball che può sempre esserle utile per un po’ di sano svago, anche se di sano non c’è proprio nulla. La pioggia inizia a cadere dal cielo quasi di colpo portando la ragazzina a volgere la testa verso l’alto, ringraziando che il proprio trucco sia a prova di acqua, e poi inizia a ridere senza nessun apparente motivo. <Ahahahahah!!> di gusto, col capo reclinato all’indietro e lo sguardo celeste verso il cielo, la bocca aperta e i muscoli che lavorano di gran lena per sostenere quella grassa risata intanto che le braccia vengono aperte e le mani rivolte verso il cielo. Ha un solo stivaletto al piede sinistro, mentre il destro è nudo, ma entrambi li muove facendoli ondeggiare avanti e indietro dandosi la spinta coi talloni dal muretto.

14:30 Rasetsu:
  [Quarto Cerchio] I di lui passi lo conducono lungo una delle tante stradine del Quarto Cerchio. Non ha ancor trovato nessuno al quale smerciare la sua roba, ma non è un problema. Considerata l'ora diurna, tende ad evitare di cercare clienti laddove tutti potrebbero vederlo. D'altro canto, non ha torto quando preferisce il Tanzaku Gai o le stradine più malfamate del Centro, nelle quali bazzica perlopiù la notte. Animale notturno, per chissà quale assurdo motivo or gironzola nelle prime ore pomeridiane. Le mani sono infilate nelle tasche dei pantaloni, con la testa chinata dabbasso. Da sotto quella coltre informe di capelli cremisi, si può avvertire un distinto.. < YAAAWN! > ..sbadiglio. Raddrizza il capo, senza porre mano alcuna di fronte al volto. Già questo fa ben capire quanto conosca dell'educazione e quanto gli importi di chi ha di fronte. O, probabilmente, non crede che vi sia nessun altro nei paraggi a parte se stesso. Tuttavia, proprio perché costretto subito dopo ad alzar il capo, oltre alla risata che s'espande negli immediati dintorni, dovrebbe riuscire ad individuare una figura particolare seduta s'un muretto. < ... > Il ghigno gli s'affila, inutile aggiungerne il motivo. S'allarga verso destra, mostrando la lunga fila di denti aguzzi ben più simili a quelli d'uno squalo che d'un essere umano comune. V'è anche da dire che lui d'essere umano e comune, ormai, non ha veramente più nulla. < Che diamine ridi? > Che gli abbia dato fastidio? In realtà, no, però dar fastidio alle persone è sempre un buon punto di partenza per attaccare bottone. Secondo lui, eh. [ Chk On ]

14:38 Akali:
  [Muretto] C’è qualcosa di divertente che solo lei sta notando o solo a lei fa ridere ma non per questo smette di ridire, non le importa delle occhiate della gente stranita che passa vicino a lei e non le importa di sembrare strana, se le viene da ridere lei ride e lo fa anche di gusto senza rendere conto a nessuno. La mascherina nera col ghigno disegnato è sempre presente sul suo volto, deformandosi solo quando la bocca al di sotto si muove ma senza rivelarla agli occhi degli altri. Nessuno può capirla e nessuno ci ha mai provato a lungo, la sua famiglia ci ha rinunciato da tempo e lei è stufa di cercare qualcuno che possa darle la comprensione che merita, ormai non sa nemmeno se la sta ancora cercando. Le palpebre vengono ben aperte permettendo agli occhi di cogliere ogni minimo particolare di quel cielo servendo a darle un’aria spiritata e fanatica. Sta ancora ridendo quando qualcuno ha l’ardire di interromperla con una domanda anche lecita in effetti, ma lei con molta calma abbassa la testa e sposta lo sguardo dal cielo per portarlo all’individuo decisamente strambi che le è capitato davanti. Capelli cremisi come il sangue di una tonalità diversa dai suoi, anche se sono comunque rossi, occhialetti da professore, dentatura da far invidia a uno squalo e ghigno affilato che porta la ragazzina a ghignare a sua volta nonostante non si possa vedere per via della maschera, ma si può intuire dai movimenti di quest’ultima e soprattutto dagli occhi che non sono di certo apatici. <Saranno anche fatti miei se rido!> risponde a tono, sfacciata e maleducata, ma col tono di chi si sta solo divertendo. <Non hai visto?> domanda subito in seguito senza lasciare il tempo all’altro di rispondere. <Sta piovendo!> e questo per lei serve a spiegare ogni oscuro segreto del mondo, ne segue un’altra risata. <Ahahaha!> batte appena le mani sul muretto ma non scende da esso preferendo mantenere quella posizione sopraelevata rispetto allo sconosciuto. <Le formiche, vedi? Mi fanno morire dal ridere!> prende la mazza da baseball al suo fianco e inizia a rigirarsela tra le mani, osservandola con quel modo divertito e spiritato. <Ha iniziato a piovere e tutti hanno iniziato a correre come formichine! Via via via… che han lasciato i panni stesi! Via via via… che se no si bagnano la testolina! Via via via… che se no si prendono il raffreddore!> si ammutolisce di colpo e guarda lo sconosciuto con espressione di colpo seria, un silenzio e una serietà che durano qualche secondo perché poi ritorna a ridere divertita.

15:01 Rasetsu:
  [Quarto Cerchio] La ragazzina gli risponde a tono, la qual cosa lo stuzzica ulteriormente. Sghignazza, senza però dar di matto come farebbe di solito. Al momento, sembra riuscire a contenersi facilmente, probabile perché vuol veder sin dove lei riesca a spingersi prima d'aver paura di lui. Son poche le persone che, di fronte ad un essere del genere, continuano a stargli di fronte. E' anche vero che non ha mostrato - per il momento - la sua vera forma demoniaca, la quale potrebbe essere un'aggravante per il motivo grazie al quale la gente fugge da lui. < Ho visto che sta piovendo, e allora? > Arcua il sopracciglio destro verso l'alto, poiché al demone nulla cambia se piove o via sia il sole. L'importante è che riesca a condurre i suoi traffici illeciti nella maniera migliore possibile. Il resto è optional(?). Gli occhi giallo-verdi del Rosso glissano sulla mazza da baseball che la ragazzina si rigira tra le mani. Una teppista di strada, alla quale manca anche uno stivale. < Quello te l'hanno rubato? > Indica il piede scalzo con un cenno del mento, sghignazzando come suo solito e assottigliando le palpebre per via della pioggia. E' costretto, proprio per via di quest'ultima, a sfilarsi la mano dalla tasca e a sollevarla sino agli occhiali. Questi ultimi vengono rimossi, così da poggiarli sul petto, chiusi, sorretti dalla catenella. Son costellati di tante piccole gocce, pertanto non son neanche più utili per guardarvi attraverso. Al momento, inoltre, non ha alcuna pezza pulita con la quale asciugarli. < Le formiche annegano.. > Il ghigno s'allarga ancora. < ..NYAHAHAHAH! > E ride anche lui, or facendo fuoriuscir quella risata che tanto lo accompagna, assieme a modi di fare poco ortodossi e molto bruschi, delle volte. < Vedi il lato positivo, io non fuggo e non posso prendere il raffreddore. > Ancor ride, la risata aumenta nuovamente di volume. E, non a caso, c'è qualche sparuto passante che fissa entrambi gli interlocutori, sorpresi ed impauriti, che corrono in tutt'altra direzione pur d'evitarli. [ Chk On ]

15:21 Akali:
  [Muretto] La giovane non ha alcun motivo, per ora, di aver paura di quello che si trova davanti, lei ha la presunzione di affermare di non aver paura di niente e nessuno, ridere in faccia al pericolo smossa da quel suo carattere sprezzante e incauto. Non le importa ma sbuffa quando l’uomo fa quella domanda e lei si dimostra insofferente andando a muovere una mano davanti al viso. <Ah, non puoi capire allora!> solo lei può ridere per la pioggia o al massimo per quello che ne consegue, ovvero tutte quelle persone che come formiche corrono a cercare un riparo. Sghignazza ancora un po’ riprendendo il filo dei suoi pensieri che si erano interrotti quando lo sconosciuto s’è avvicinato, eppure non la lascia perdere, non si allontana e non la tratta come un caso perso e disperato che non è degno di ricevere attenzioni. <Questo, vecchio?> lo soprannomina in quel modo e solleva il piede nudo e muove le dita davanti a lui, salutandolo con quell’arto. <Stamattina ho solo pensato che sarebbe stato divertente uscire con uno stivale solo! Nessuno mi ruba niente, capito?> esclama sicura di sé stringendo le mani sulla mazza. <Si ritroverebbe senza denti nel giro di un istante! È già successo!> si sofferma su quei ricordi particolari che non fanno altro che farla ghignare ancora di più, nostalgica e sentendo all’improvviso l’impellente bisogno di rompere qualcosa. <Uhuhuh…> ridacchia ancora e ancora giostrandosi su quel muretto senza ancora scendere da esso, da lì osserva l’uomo che si toglie gli occhiali e li abbandona sul petto, sostenuti da una catenella. <Sembri una nonnetta con quegli occhiali!> è passato da sembrare un professore a sembrare una vecchietta, sono passo indietro. Rimane tuttavia di stucco nel sentire quanto viene detto successivamente riguardo alle formiche, sgranando gli occhi e ghignando sorpresa e piacevolmente stupita da quanto ha appena sentito. <Ma magari annegassero come le formiche! Ahahaha!> posa la mazza da baseball nuovamente accanto a lei ed osserva le bombolette spray per un solo istante. <A volte immagino cosa accadrebbe se una lente gigante si mettesse tra le persone e il sole, e come dovrebbe essere se un raggio di luce convogliato le bruciasse tutte!> proprio come con le formiche, o si annega o si brucia, ma ora sta divagando. <Ebbene!> posa le mani sul muretto e lo fissa socchiudendo appena gli occhi. <Vuol dire che non sei una formica. Complimenti! Ti sei posizionato su qualche gradino superiore alle persone!> dato che lei le paragona alle formiche. <Ma dimmi…> lo indica ora con tutta la poca educazione che possiede. <Quei denti te li sei limati apposta o ci sei nato così? Magari per via di qualche malformazione genetica!> non si fa problemi e non le importa se potrebbe essere una domanda scomoda, lei esige una risposta.

15:54 Rasetsu:
  [Quarto Cerchio] Le di lei parole iniziano a non piacergli. Sfacciata, priva di peli sulla lingua: esattamente come il Rosso. La cosa, da un certo punto di vista, può fa ridere o può sorprendere, poiché si ha di fronte una delle poche ( e guarda caso, son sempre ragazzine con le quali rischia le manette ) che riesce a tenergli testa. < Io posso capire TUTTO. > Allarga le braccia verso l'esterno con far teatrale, fissando l'interlocutrice con astio evidente nello sguardo. Assottiglia, infatti, le palpebre per renderle sottili e far intravedere solo un piccolo spiraglio delle pupille giallastre. < Come mi hai chiamato?! > VECCHIO? A LUI? Lui che di vecchiaia non può morire, lui che le rughe non saprà neppure cosa siano. Il cuore, stranamente calmo e placido, aumenta il battito e la pressione sale, così come le dita che si serrano a formar un pugno. Non ha granché forza in quelle braccine esili, però Akali ha centrato il punto: mai dargli del vecchio. < Non arrivo neppure alla metà del secolo.. > E' a malapena sulla trentina, anzi, per quanto non porti più il conto della sua vera età. < ..non hai il diritto di darmi del vecchio! > Esattamente come direbbe un anziano innanzi al pargoletto che gli ha appena dato del vecchio. Uguale. Non risolve la situazione con queste parole, probabilmente non la risolverebbe a prescindere. < Che cazzo hai nel cervello, segatura, per voler uscire con una scarpa sola? > Bercia in sua direzione, con una vena sulla tempia manca che inizia a pulsare lentamente. Per il momento. Nulla vieta che, a breve, possa scoppiare. < Io potrei rubarti la vita se solo lo volessi. > Minaccia, come fa sempre quando si trova alle spalle al muro o quando vuol utilizzare metodologie diverse per far impaurire chi ha di fronte. Che bravo, vero? Molto originale. < NONNETTA?! > Sbraita, or avvicinandosi d'un mezzo passo alla ragazzina per poter allungar l'arto manco verso il di lei petto. Non mira a niente che possa essere anche solo lontanamente sessuale, però cerca di prendere il colletto della maglia/felpa/golfino - quel che ha - per poterla tirare verso di sé, a pochi centimetri dal viso del demone. Qualora, ovviamente, l'altra non abbia cercato di liberarsi od anche solo allontanarsi nel vederlo avvicinarsi a sé, ovvio. Ha ampie libertà in questo, proprio perché il Rosso deve dapprima raggiungerla, per quanto la distanza sia del tutto irrisoria. < Io sono AL DI SOPRA di tutte le altre persone, COMPRESA TE. > Gli urlerebbe contro, digrignando i lunghi denti affilati che or non rivolgono in un ghigno, bensì in una mezzaluna capovolta e del tutto offesa. < Chiaro? > Per niente. [ Chk On ]

16:11 Akali:
  [Muretto] Ahia, non sta andando per niente bene o forse si, dipende dai punti di vista e più lo sconosciuto si irrita mostrando quello sguardo colmo di astio, più lei ghigna dietro la sua maschera nera e ride. <Ahahaha!> ancora colma di gusto lei che se la ride nel sentire quelle prime parole, apprezzando però il gesto teatrale che viene fatto dell’uomo. <Tu non puoi capire un bel niente! Chi ti credi di essere??> senti da che pulpito, come se lei non si stesse credendo chissà chi, ma non fa dell’autoanalisi si limita a ridere ad ogni reazione che l’uomo sta avendo. <Ahahah! Dovresti vederti!> non gli dona pace e rincara la dose con un’altra risata, lei che non sa distinguere il pericolo, alla quale non importa se offende l’altro o se rischia di mettersi in qualche guaio. L’emotività degli altri o di chi ha di fronte non servirà a fermare il suo modo di essere o sentirsi, quindi ride anche se l’uomo non si sta affatto divertendo. <Ho tutto il diritto che voglio di darti del vecchio! E di chiamarti come mi pare.> sicura, troppo, annuisce sghignazzando con gusto e mostrando quel suo sguardo celeste mezzo folle e mezzo divertito. Il fatto è che lui si comporta anche come un vecchio e più parla più peggiora la sua situazione agli occhi della ragazzina. Lo osserva con biasimo, non ha afferrato qualcosa di quella giovane e nemmeno lei era stata chiara, quindi non le importa di quel mezzo insulto che si prende per via dello stivale mancante. <E tu che cazzo hai nel cervello per pensare che a me importi qualcosa di quello che pensi?> ricambia con la stessa moneta, sprezzante e senza alcun timore di dire quello che pensa e di comportarsi come meglio crede, senza freni e senza limiti. Lui minaccia e lei ancora una volta se la ride come se stesse parlando con un povero pazzo, anche se è difficile capire chi sia il più sano di mente qui. <Ahahaha! La mia vita? Prego, puoi anche provarci! Ma con quelle mani non potrai mai ghermire qualcosa che sarà veramente tuo!> assottiglia anche lei lo sguardo nel guardarlo, sbroffoncella. <Questa vita non è tua e non è nemmeno mia! Non puoi rubarmi qualcosa che non sia mio, scemo di un vecchio, ma non vuol dire che non combatterò per essa!> stringe le mani sulla mazza, ancora, andando a riprenderla e pronta a reagire in qualsiasi momento, eppure non muove un muscolo quando egli le prende il cappottino corto, che lascia nuda la pancia, per tirarla a sé a pochi centimetri dal viso dell’uomo. Lui non sorride, ma lei ghigna e si nota da dietro quella maschera, il ghigno disegnato su di essa si muove per via dei movimenti dei muscoli facciali. <Non sei al di sopra proprio di nulla se senti il bisogno di affermarlo con tanta enfasi!> gli esclama in faccia per poi tirare indietro la testa e cercare di muoverla in avanti velocemente per tentare di colpirlo con una testata sul naso. <Sei solo un cagnaccio!> non ha mai vissuto con molte regole, sembra piuttosto che sia sempre stata lasciata a se stessa.

16:30 Rasetsu:
  [Quarto Cerchio] Non sta andando bene proprio per niente. Infilzandosi il palmo con le unghie, tra l'altro, ha creato dei solchi a forma di mezzaluna dai quali inizia a fuoriuscire qualche stilla di sangue nero. Al momento, però, resta sopito l'utilizzo che potrebbe farne. < ... > La lascia parlare, fissando l'interlocutrice dritta negli occhi. Colpisce. Uno: continua a dirgli che non è nessuno. Due: persiste nel dargli del vecchio. Tre: asserisce che è lui a non aver niente nel cervello. Quattro: insiste che non riuscirà a farle nulla? Cinque: gli ha appena dato del cagnaccio. Bene. La vela sulla tempia sinistra inizia a pulsare ben più di poc'anzi, segno inequivocabile di come stia per esplodere. < Ti farò vedere.. > Ringhia a pochi centimetri dalla di lei faccia. < ..con chi hai a che fare, brutta sgualdrina. > Pur essendo soltanto una mocciosa, non può fare a meno di utilizzare termini coloriti, per quanto si sia allo stesso tempo trattenuto e non ci sia andato giù pesante. Tenta di richiamar con coscienza l'Elemento del Chakra Suiton, affinché esso possa unirsi con il Sangue, formando un'unica miscela che, in caso, darà vita a quanto richiesto: l'Hijutsu Kokketsu. Squarciando la pelle chiara del palmo, pallida, cadaverica, ne fuoriuscirebbe del Sangue in netto contrasto con questa: nero come la notte, come la pece. Nello scorrere fuori, esso dovrebbe galleggiar nell'etere circostante, attorno a Rasetsu stesso, formando un alone violaceo con piccole scariche elettriche del tutto figurative, prive d'utilizzo particolare, come stelline che scoppiettano nel richiamar quanto fatto. Due lacrime discenderebbero dagli occhi del Rosso, sicuramente non di pianto o commozione, bensì di puro e semplice Sangue. Sclera che muta, occhi che raggiungono il colorito tipico degli sciacalli, gialli perfetti. Trasformazione che ivi non concluderebbe, giacché macchie di Sangue si disseminerebbero verso tutto il corpo del giovane Demone, precisamente su gambe e braccia per poter esser usato come predilige. Nuova aggiunta del suo essere demoniaco sarebbe la tunica nera, anch'essa fatta completamente dello stesso Sangue. Par strappata nella zona finale, lunga sino ai piedi, con un cappuccio che or si paleserebbe sul capo del Mostro, rendendolo quasi una MORTE vera e propria. Ne coprirebbe parte del volto, il quale sarebbe comunque sollevato e volgente alla mocciosa. L'unico obiettivo, al momento, è spaventarla per via della trasformazione improvvisa e repentina che ha appena attuato. Lo stesso alone violaceo, al momento, dovrebbe includere Akali, circondandola come se fosse in trappola. Invero, è etereo, intoccabile, ma ben visibile. < Devi temere la morte, bambina.. > Il ghigno, or che si sente sicuro fregiato di quelle vesti e di quel potere, s'amplia da orecchio ad orecchio. < ..perché verrà ed avrà il mio nome. > La risata s'espande nuovamente nell'etere circostante, sotto la pioggia pungente. < NYAHAHAHAH! > China il capo all'indietro, col cappuccio di sangue nero che ondeggia, smosso da volontà propria. < Chiedimi scusa o questi occhi saranno gli ultimi che incontrerai. > Come detto, è bravo a minacciare. Bravissimo. Ma cos'altro sa fare? [ Chk ON - Hijutsu Kokketsu LV.3 On ]

16:57 Akali:
  [Muretto] Non si offende per il termine poco gentile e colorito, e continua a sorridergli in faccia, sprezzante, divertita, con lo sguardo che si allarga a formare un’espressione sempre più folle e incurante del pericolo. <Oh, non sai fare di meglio con gli insulti? Non sei per niente originale, sai quante volte mi chiamano così?> lo prende in giro dicendo solamente la verità e ancora gli ride in faccia di gusto. <Ahahah! Sei proprio un vecchio fallito come tutti quanti!> ma anche per lei viene tempo, finalmente, si ammutolirsi per un bel po’ e rimanere pressochè scioccata da quello che i suoi occhi stanno vedendo. Del sangue completamente nero e oscuro come l’abisso fuoriesce dal palmo della mano dello sconosciuto, prendendo a danzare come se fosse sotto l’influsso di un magico pifferaio. Tale sangue va tutto intorno a lui, creando due gocce sotto agli occhi dell’uomo e dando vita a un alone violaceo intorno a lui, con tanto di piccole scintille che scoppiettano creando un effetto visivo niente male. Macchie di sangue nero di allargano e si formano sul corpo dell’uomo e una lunga tunica strappata e scura va a crearsi su di lui, probabilmente con quello stesso liquido nero, fino a creare un cappuccio che cala sulla sua testa dandogli l’aspetto della Morte in persona. Se il suo obiettivo è quello di spaventarla allora ci riesce, perché chiunque rimarrebbe sconvolto da un cambio simile e repentino, chiunque abbia una certa coscienza, spavento che si palesa nel suo sguardo, ma emozione che le scivola di dosso dopo qualche istante da quella trasformazione, perché lei una coscienza alla fin fine non ce l’ha, e il suo spirito di conservazione non funziona tanto bene. Rimane immobile lì dove si trova a fissare negli occhi quel demone che è nato di fronte a lei ascoltandone le parole che però la fanno sorridere. Paura ne ha provata, sorpresa molta, spaventata lo è di sicuro, ma tutte quelle emozioni sono mischiate insieme a un insano stupore e un folle divertimento dalla situazione, e il tutto insieme le fanno tremare le membra. Rimane in silenzio a lungo prima di rispondere. <Io non chiedo mai scusa.> e lo fissa diretta proprio in quegli occhi che dovrebbero essere gli ultimi che vedrà in una situazione simile, ma lei disprezza il pericolo, disprezza la morte, ancora lui non le ha fatto del male, questo lo mette su un livello più basso rispetto a chi glie ne ha fatto. Con un movimento lento della mano destra va a infilare il dito indice nella parte superiore della mascherina e quindi l’abbassa per rivelare il viso, il naso e la bocca. Quello che mostra è una bocca sfigurata agli angoli, due cicatrici irregolari che sembrano voler prolungare quel ghigno, solo che all’angolo sinistro quel solco ha un andamento più o meno rettilineo, arrivando fino alla guancia e sotto l’orecchio, mentre dall’alto destro della bocca la linea di quella cicatrice si piega verso l’alto fino a raggiungere l’altro orecchio. Un mezzo ghigno intagliato sul viso che rivela all’uomo sogghignando. <Sei terrificante e non lo nego. Metti paura, okay, lo ammetto.> parla con calma per scandire bene ogni singola parola, con la pelle attorno alla bocca che si tira, si tende, sembra spezzarsi in un qualsiasi momento. <Ma non sarai tu ad uccidermi, la morte non avrà i tuoi occhi. Io morirò per mano di altri.> gli piace questo sconosciuto, finisce per ammirarlo, una volta finito di parlare si rimette la mascherina sul volto come se nulla fosse successo.

17:23 Rasetsu:
  [Quarto Cerchio] Akali non vuol tacere, continua imperterrita nel suo modo poco carino di rivolgersi al Demone. Ben poche son le persone che osano spingersi a tanto, per quanto or ignori completamente quel che lei dice, concentrandosi sulla manifestazione e mantenimento dell'innata Kokketsu. Lascia andare il colletto della di lei giacchetta, portando or la mano dabbasso ed in direzione del fianco corrispondente. Gli occhi completamente giallognoli ristagnano in mezzo a quel nero, mentre il violaceo ed etereo polverone continua ad aleggiare attorno ad entrambi i presenti. Non si distacca neanche più di tanto da questi, poiché mantiene una distanza di circa un metro, il necessario per poter allungare nuovamente il braccio e prenderla di sorpresa al collo. Altrimenti, potrebbe sfruttare la propria innata con altrettanta facilità. Il ferale ghigno prende ancor posto sul viso del Mostro, mostrando ancor la lunga e duplice arcata dentaria, formata perlopiù da denti affilati ed aguzzi, bianchi e ben tenuti. < Dovresti iniziare a farlo. > La guarda sollevando il mento, sentendosi e credendosi assolutamente superiore alla ragazzina che ha di fronte. Non ha dubbio di non esserlo, anche perché or veste di nero e di viola, i colori del suo clan, con quel fantastico potere che mai pensava di poter ottenere. D'altro canto, quando Yukio glielo ha trasmesso, il suo intento era quello di ucciderlo. Contrariamente a quanto previsto, è riuscito a legare con quest'ultimo abbastanza da diventare ciò ch'è adesso. < Oh, certo che sono terrificante. > Ammette alla di lei volta, piegando la testolina verso la spalla mancina e mettendo in risalto, nuovamente, il ghigno ferale che mai si toglie dal viso. Specialmente in quella forma. Già di suo, mantiene quel ghigno quasi sempre, pertanto or sembra del tutto naturale. Quando lei abbassa la mascherina e gli mostra quei segni, quelle orribili ed indicibili cicatrici, il sorriso non cessa, bensì continua ad ampliarsi come se avesse visto la cosa più bella di questo mondo. < Sei fantastica. > Solleva la mano sinistra, precedentemente abbassata, per poter sfiorare - non necessariamente toccare e poggiare l'intera mano - coi polpastrelli quelle cicatrici sulla di lei guancia destra. Ammaliato dal fatto che lei stessa somigli ad un mostro, tanto quanto lui, e che il carattere non sia poi molto diverso, fa quasi passare in secondo piano il fatto che pretenda le di lei scuse. Scuse che, in base a quel che può vedere, non riceverà né avverranno. Tuttavia, ora come ora, sembra davvero affascinato da cotanta beltà. < Sei stata tu? > Fissa ancora le cicatrici, interessato soltanto a ciò che le sfigura quel visino, altrimenti perfetto. < Vivi come me.. > Principia, mantenendo un tono più serio, ma con lo stesso onnipresente ghigno stampato in volto. < ..sei nata per uccidere e morirai venendo uccisa. Abbiamo molto in comune. > Malizia nell'ultima frase, anche quella spesso è immancabile. [ Chk On - Hijutsu Kokketsu lv.3 On ]

17:40 Akali:
  [Muretto] Lei sta sfidando quella situazione andando ben oltre a quello che può fare, perché mai potrebbe davvero tenere testa a un uomo come lui, cosa mai potrebbe fare una ragazzina che nemmeno ha iniziato l’accademia? Le sue parole non vengono ascoltate e prima che possa aggiungere altro quella mano scatta ad afferrarle il collo, stringendolo in una morsa oscura, fredda e calda, facendo nascere in lei brividi di tensione e divertimento che scorrono lungo la schiena e si infilano fin nelle ossa. Gli occhi celesti si sgranano dalla sorpresa e sicuramente con quella presa l’uomo può sentire il cuore della ragazzina che batte molto più veloce, tradendo la sua ansia. <Non inizierò di certo adesso.> tagliente torna a ghignare in risposta di quella minaccia, credendosi in qualche modo superiore all’uomo quando è evidente che non lo è, non si pone dei problemi tanto. Lui è affascinante in quelle vesti, è ammirevole e sembra un vero e proprio mostro, pare la Morte venuta a prenderla, ma allo stesso tempo sa che non può essere lui. Non si muove perché ogni minimo movimento potrebbe tradire le sue emozioni, allora lascia che la mano dello sconosciuto rimanga ad avvolgerle l’esile collo. <Modesto.> risponde alla sicurezza mostrata dall’uomo dalla chioma cremisi e il nero cappuccio insanguinato, tradendo quello che per lei è un complimento, quello di essere terrificante, e non l’inverso. Finalmente quel suo ghigno viene messo a tacere però, egli ci riesce alla fine a farle assumere un’espressione più scura e seria, dove perde ogni divertimento, perde ogni voglia di giocare. <Fantastica?> lascia che egli le sfiori le cicatrici. <Tu trovi… che sia fantastico? Di solito le persone inorridiscono.> afferma abbastanza freddamente e i pugni vengono stretti, i denti serrati e pare scoppiare di colpo. <Sono un mostro! Non c’è niente di fantastico!!> urla in faccia all’uomo cercando di colpire il braccio per far si che molli la presa sul collo, inorridita e confusa. Non risponde alla domanda che le viene fatta ormai coinvolta in un circolo di emozioni e confusione che non la lasciano ragionare lucidamente, come se di solito ne fosse in grado. <Tu non capisci e non sai niente di me! Non puoi affermare che io viva come te!> nonostante dica poi qualcosa di giusto. <Esatto.> potrebbe essere una bella definizione per lei, che la rispecchia, ma non si trova in accordo con le ultimissime cose. <Ma non ho proprio un cazzo in comune con uno come te. In cosa mai dovremmo somigliarci?> risistemata la mascherina ora scende dal muretto, prende le bombolette spray infilandole nelle tasche del giubbino e tiene stretta la mazza nella mano destra, facendole sfiorare il terreno. <Tu sei l’angelo della morte. Terrificante e ammirabile. Io sono un mostro.> farebbe picchiare la mazza sul terreno per provocare un sordo rumore. <Ahahaha! Ora, grazie a te, voglio solo distruggere.> non aggiunge altro ma torna a sghignazzare come prima, passato il momento cupo e isterico di poco prima.

14:10 Rasetsu:
 Gli occhi d'una bestia son quelli che or mostra all'altra, privatisi d'ogni sfumatura verdognola che hanno normalmente. < Il tuo cuore batte.. > La guarda come se fosse una creatura particolare, diversa, mai vista. < ..il mio non lo faceva alla tua età. > Ha una considerazione tutta sua nei riguardi d'un evento simile, laddove credeva fermamente che il suo cuore non battesse, almeno fino all'arrivo di Bahaa ed Eiko-chan. Kouki è arrivata tardi rispetto alle due mocciosette, le quali hanno fatto ben capire al Demone che, pur essendo un Mostro, sotto quella corazza dura e orribile, composta da sangue, ribrezzo, terrore ed odio per se stesso e per gli altri, v'è un cuore che batte. E batte forte. E sicché essere immortale, potendo morire sol venendo ucciso e non per vecchiaia o malattie comunemente umane, batterà per sempre. < Di solito, le persone non capiscono. > Scosta la mano dalla guancia alla sua tempia, così da picchiettarvi contro con l'unghia. Vi lascia un piccolo segno, sporcando la pelle con il Sangue Nero che s'è raggrumato all'estremità del corpo, che siano braccia o gambe. < Ho passato la mia intera vita a sentirmi dire che sono un Mostro.. > Assottiglia le palpebre da dietro gli occhiali. < ..e, alla fine, sono diventato esattamente ciò che loro temevano io già fossi. > Gli vien quasi da ridere, le labbra tremulano sotto l'influsso d'un pensiero iracondo, sul quale ha capito ch'è bene scherzare, riderci e fottersene. Gli dà un colpo al braccio per far sì ch'egli lo sposti. Avverte solo fastidio, pur non avendo che la forza d'un bradipo in letargo, allontanando quest'ultimo e facendolo scendere lungo il fianco corrispondente. < Proprio perché sei un Mostro, devi ritenerti fantastica e porti sopra al livello dei comuni mortali. Se proprio sei un Mostro come dici, nulla mi vieterebbe di provare a trasformarti e renderti esattamente come sono io. > Sghignazza al sol pensiero di poter attuare qualcosa del genere, non avendolo mai fatto prima d'ora. Sarebbe un test, un esperimento. D'altro canto, trattasi pur sempre d'uno Scienziato pazzo che, tramite i suoi studi e i suoi test, è riuscito a creare e sintetizzare una droga che è attualmente sul mercato di Kusa. Non è riuscito ancora ad estenderla e portarla sino a Konoha, tanto per iniziare, però non può davvero lamentarsene. < Ci somigliamo perché siamo entrambi dei Mostri. Chiunque sia un Mostro, alla fine, si ritrova ad avere qualcosa in comune con un altro della sua specie. > Vedesi Eiko-chan che, con Rasetsu, ha in comune un dono. L'angolo destro delle labbra viene esteso e, venendo definito Angelo della Morte, vuole darle l'esatta configurazione di quest'ultimo. Previa utilizzo della propria dote innata, per non parlare del sangue raggrumato e che gli svolazza attorno nella nube violacea, egli farebbe in modo di condensarlo verso le proprie spalle. Il sangue inizierebbe con l'appiccicarsi alla tunica composta anch'essa dello stesso materiale, fungendo da coadiuvante per la creazione del costrutto. Man mano che questo Sangue, mentalmente, venga confluito in direzione della schiena, prenderebbe man mano una forma particolare. A ben vedersi, sembrano dei triangoli che prendono forme diverse. Si appiattiscono e s'allungano, fin ad arrivare all'apertura di circa due metri di diametro ciascuno. In totale, sarebbero ben due i costrutti creati, i quali sarebbero a tutti gli effetti delle ALI. Non ali comuni, affatto ali composti da piume. Son più quelle d'un pipistrello, d'un enorme drago. S'aprono e lasciano schizzar attorno qualche gocciolina di Sangue di poco conto. < Ora, sì. > E' un Angelo della Morte vero e proprio. Distende l'arto manco in sua direzione, con il palmo rivolto verso il cielo. < Posso insegnarti a farlo più di quanto sappia farlo tu. NYAHAHAHAH! > Distruggere, intende. [ Chk ON - Hijutsu Kokketsu lv.3 ON | 4/4 - Creazione di 2 Costrutti ]

14:35 Akali:
 <Oooh…> un falso stupore che si palesa dalle labbra della ragazzina accompagnato dal collo che si piega di colpo da un lato come se si fosse spezzato senza alcun preavviso, facendole piegare la testa mollemente da un lato così da osservare in modo distorto e bieco lo sconosciuto che le sta parlando, quello strano e ammaliante sconosciuto che si veste di sangue e terrore. <Sono marcia dentro, caro. Il mio cuore è quello di un vampiro e come essere notturno vado alla ricerca di sangue per nutrirmi!> ridacchia adorando da sempre accostarsi all’immagine del vampiro o del demone alla ricerca di sangue e carne, un vampiro con gli organi interni tutti marci e atrofizzati. <Ahaha!> anche ride e sghignazza tornando dritta con la testa e lasciando che la mano dell’uomo scorra lungo il suo viso per andare a tastarle la tempia, costretta a sentire qualcosa che riguarda la vita dello sconosciuto nonostante lei non gli abbia chiesto nulla. Dovrebbe provare empatia, dovrebbe comprendere che effettivamente loro due sembrano davvero simili, è così in effetti, ma la giovane non lo darà mai a vedere. <Ed è stata una tua scelta quella di diventare quello che gli altri ti dicevano di essere?> commenta attraverso una domanda tenendo gli occhi ben fissi in quelli dell’uomo. <Perché io sono stata creata già così! Dicono che sono un mostro, ma è vero.> ghigna nuovamente da dietro la mascherina che ormai si è rimessa, nascondendo quelle orribili cicatrici che le deturpano il viso distorcendole la bocca. Che provi felicità o ribrezzo per se stessa dipende dai giorni, dipende da come le gira, anche se solitamente si disprezza ma anziché prendersela con se stessa si sfoga sul prossimo, molto meglio. Scosta la mano dell’uomo e stringe la mazza da baseball pretendendo e sentendo il bisogno di sfogare tale frustrazione proprio ora. <Io sono al di sopra degli altri, dei comuni mortali, come dici tu, ma questo lo sapevo già.> anche lei non scherza in modestia e assume un atteggiamento sicuro e spavaldo, calcando con una mano il cappello sulla testa. Una spavalderia che vien man mano schiacciata dalle ali di sangue oscuro che spuntano, che vengono create, sulla schiena dello sconosciuto e che lasciano la ragazzina a bocca aperta, occhi spalcati ad osservare tale spettacolo. Senza parole ancora una volta è rimasta solo grazie all’intervento di questo pazzoide dai capelli cremisi, qualcuno che effettivamente è simile a lei e che forse potrebbe davvero capirla. Scuote la testa. <Rendermi come te.> osserva il sangue che aleggia intorno a lui, quell’oscurità, la tunica, le ali, il viso. <E insegnarmi a distruggere?> lo guarda per un attimo in silenzio prima di riprendere a ridere. <Ahahahaha!> riprende a ridere di gusto trovando nuovamente il buon umore, tiene la mazza con la mano destra e la sinistra si alza per andare a coprirsi gli occhi mentre ride. <E cosa vorresti in cambio? La mia anima marcia e decadente?> scende dal muretto con un colpo di reni e gli si avvicina di qualche passo strisciando la mazza per terra, anche se solo poco prima aveva scostato il suo braccio, ma lei cambia idea e comportamento come il vento.

15:11 Rasetsu:
 Gli sfugge un lento sospiro dalle labbra socchiuse, poiché ha anche iniziato a capire come realmente si comporta la ragazzina. Non c'è verso per farla placare, poiché conscio che risponderà sempre in egual maniera. Non sa dir con certezza se si tratti esclusivamente d'una corazza e se sotto ad essa vi sia poco di quel marcio che mostra, tuttavia, al momento, vuol farla zittire. < Tu ti nutri di sangue? > Non la prende sul serio. < NYAHAHAH! Potrei darti di meglio. > Ed è altamente probabile che intenda la Sbrilluccica, per quanto quello non sia il luogo adatto per dargliene. Nient'affatto. Ci tiene ancora alla propria libertà. Nel mentre, qualche altro sparuto passante, bazzicando per quelle vie del Quattro Cerchio, si stropiccia gli occhi per via di quel che vede. Un Angelo della Morte fatto e finito, con tanto di ali che gli permetterebbero di volare se soltanto volesse alzarsi da terra. Il simpatico passante, tuttavia, sceglie saggiamente di prendere una via diversa da quella attuale, senza però distogliere gli occhi di dosso dall'essere composto di nera pece e con tanto di cappuccio e vestaglia della morte. < E' questo che tu, bambina, non riesci a capire. > Scuote mestamente il capo, tenendosi ancora a debita distanza da Akali. Non vuole invadere eccessivamente il suo spazio vitale, giacché lo ha costretto a spostare il braccio poc'anzi. < Io stesso sono stato creato per essere quello che sono. Come te. Le mie parole ti entrano da un orecchio e ti escono dall'altro. Dovresti dar fiducia a chi ha vissuto prima di te e nel tuo stesso modo. > Gli rifila un'occhiataccia bieca, poiché nient'affatto compiaciuto dal modo in cui gli sta rispondendo. Non che prima fosse diverso, pensava d'averla rimessa al suo posto. Al contempo, lo stuzzica. Cerca di tenergli testa. < Se può farti piacere, sì. Mi basta avere la tua anima marcia e decadente al fianco della mia. > Sghignazzante, gli tende ancor il braccio manco. Attende ch'ella lo prenda, che lo rifiuti, per quanto sia ben più incline al primo desiderio. Non sta scherzando, anzi, sembra tutto fuorché che ironico. Cosa farà la ragazzina? [ Chk On - Hijutsu Kokketsu lv3 On ]

15:29 Akali:
 Sgrana gli occhi di quel celeste profondo accogliendo quelle parole con grande curiosità. <Meglio del sangue??> incredula su questo aspetto, non si aspetta di certo che ci sia qualcosa migliore del sangue o della carne, e nemmeno lascia spazio a spiegazioni, tutto potrebbe essere solo una metafora oppure no, per il momento lascia il beneficio del dubbio allo sconosciuto ritornando a ridere. <Uhuhuh… cosa c’è di meglio del sangue?> sbatte un paio di volte la mazza contro il muretto per richiamare l’attenzione a quella domanda, così da veicolare lo sconosciuto a risponderle con tutta la precisione che desidera e merita. Uno sguardo di sbieco al passante che ha deciso di far capolino proprio in quel momento ma purtroppo è sufficiente la visione dell’angelo della morte per fargli cambiare strada, senza permettere alla ragazzina di minacciarlo in alcun modo se non brandendo più saldamente la mazza con entrambe le mani. <Ahahah!> ride nel vederlo svicolare via, allontanarsi da quel duetto e preferire un’altra via per la sua passeggiata. <Oh, no, io ascolto anche bene te lo assicuro! Ho chiesto apposta, era solo una domanda per capire, non un’affermazione… mi sa che sei anche un po’ sordo!> si sta dimenticando di chi ha davanti, un angelo della morte, e sta cercando di rinsaldare quella corazza che quel modo di fare che la portano ad essere maleducata e sprezzante di ogni cosa, andando a sfidare persino la morte in persona. Ghigna e rimane in ascolto ormai avvicinatasi a lui e osservando la mano che le è stata tesa ma che ancora non ha accolto. <Quindi tu vuoi il mio rispetto? E’ questo che mi stai dicendo? Solo perché hai più esperienza di me, pensi di potermi mettere in riga o comandarmi a bacchetta?> fessurizza lo sguardo divertita. <Hai vissuto prima di me, ma non puoi sapere se hai vissuto al mio stesso modo. Sei un Mostro evoluto ad Angelo della Morte, io sono ancora un Mostro, tutto qui.> ridacchia appena tastando il terreno con l’unico piede nudo, muovendo le dita. <Tuttavia… divenire anche io un Angelo della Morte, non sarebbe male.> torna a tenere la mazza con una sola mano strisciandola sul terreno e sollevando quella libera al di sopra di quella offerta dallo sconosciuto. <Immagino già tutto il divertimento!> potere, forza, il poter distruggere, lui le offre di meglio e come potrebbe mai non accettare quel meglio che le viene offerto? <Affianco mi piace. L’importante è non essere dietro o sotto, poi avrò anche tutto il tempo per camminare avanti a te!> decisamente troppo sicura di sé, ma tutto questo la eccita ed è comunque un’opportunità diversa che nessuno le aveva mai offerto. Lo sconosciuto ha solo toccato la sua corazza, l’ha accarezzata, ma ci vorrà del tempo prima di scalfirla e vedere oltre, sempre che ci si riesca. Dunque prende la mano dello sconosciuto, con forza e decisione, col ghigno sghembo oltre la mascherina e gli occhi spalancati fissi sul volto oscuro di lui. <Vedremo se saprai davvero volare.>

16:18 Rasetsu:
 Annuisce ancor una volta, facendo or calare il cappuccio dietro la schiena e lasciando liberi i capelli cremisi. Essi discendono lungo l'intera schiena, sopra quel marasma di Sangue Nero che compone la sua tunica. < Potrei fartelo scoprire, ma devi fidarti di me. > Sghignazza, piegando la testolina verso la spalla manca. Non vuole darle risposta alcuna, lasciandole invece il cosiddetto beneficio del dubbio. < Impossibile che io lo sia. > Si stringe nelle spalle, convinto anche di quest'ultima affermazione, che si lascia scivolare addosso come se non lo toccasse minimamente. Non adesso. Non adesso ch'è riuscito a mettere a segno alcuni dei suoi migliori colpi, laddove il terrore e la paura si mischiano con divertimento ed interesse da parte della fanciulla. < No, voglio che tu ti fidi di me perché siamo più simili di quanto tu possa pensare. Perché ho vissuto più a lungo di te, sì, cazzo. Perché ho più esperienza di te. > Arriccia le sopracciglia verso il centro della fronte, digrignando i lunghi denti affilati e bianchi, neppur fossero lamette sui quali si riflette la luce. La pioggia, pian piano, sta anche cessando di cadere, pertanto non vi sarà problematica alcuna nello svolazzare sulla città. Perché sì, è esattamente questo l'intento. < E' esattamente questo ciò che ti dicevo. I Mostri non devono sottostare a nessuna legge e a nessun altro essere, se non a loro stessi. Se ti unirai a me, conoscerai altri Mostri. E, in quanto tali, ci aiutiamo gli uni con gli altri. > Come se fossero una piccola comunità. E' così che funzionava tra Kurona - sua sorella acquisita - e Rasetsu stesso, oppure tra Eiko-chan e lo stesso Demone. Tenendole la mano, fa sì che quest'ultima possa avvicinarsi maggiormente al Rosso, vicino al petto laddove il cuore sembra continuare a battere ad un lento e placido moto. Qualora sia riuscita ad agganciarla come si deve, giacché l'altra mano passerebbe attorno al corpo - la vita - di Akali, le ali dietro la schiena, che altro non sarebbero che costrutti di Sangue Nero formanti simili appendici, inizierebbero a sbattere. Spostando l'aria circostante ed essendo piuttosto larghe, esse dovrebbero riuscire a sorreggere sia il peso del ragazzo che di Akali stessa. E dunque, volando come se effettivamente fosse un Angelo della Morte, porterebbe via con sé quel nuovo e piccolo agnellino, ancora neonato per sapere com'è fatto il mondo, ma avendone provato un assaggio abbastanza da sapere quanto odio riversare verso d'esso. Dove la porterà, al momento, è un mistero. Il Locale Kukoku, però, è una valida opzione. [ END ]

16:30 Akali:
 Lui stuzzica il suo appetito e la sua curiosità, oh non le era mai successo di incontrare un individuo simile, così capace di zittirla e stupirla, così capace di incuriosirla a tal punto da farle accettare persino quella mano tesa. Lei convinta di conoscere il mondo ed ogni cosa, convinta che nulla possa terrorizzarla, convinta che nessuno possa dirle cosa fare e quando farlo. Ora si ritrova davanti a qualcuno sembra l’immagine distorta di un suo riflesso. <Mmh… tu si che sai come stuzzicare le persone, vero?> commenta con una certa ilarità che nasconde una punta di verità, lui non può vederla per via della mascherina, ma lei si inumidisce le labbra con la lingua, toccando dentro quegli angoli deturpati. <Te lo concedo va bene, dopo tutto è vero che sei vecchio, più vecchio di me.> commenta superficialmente ridacchiando e sghignazzando divertita da quelle sue stesse parole e dal fatto che anche l’altro lo abbia ammesso in fondo. Lei gli concede quel beneficio, gli prende la mano e la stringe, con l’altra tiene ancora la mazza mentre gli spray sono stati messi nelle tasche della felpa. Un piede vestito da uno stivale e l’altro nudo, corpo contro corpo senza alcun problema. <Questa si che è una bella prospettiva… una comunità di mostri! Potrei quasi sentirmi a casa.> vuole davvero conoscerli questi altri mostri, vuole davvero vedere com’è vivere esattamente come loro. Si tiene allo sconosciuto tramite quella mano e si affida completamente al braccio che le circonda la vita per tenerla stretta quando egli inizia a muovere quelle ali sollevandosi dal terreno. <Oh, cazzo.> impreca sotto voce, ancor più stupita rivolgendo lo sguardo verso il basso, non soffre certo di vertigini. Inizia a ridere di gusto e divertimento, ride e ride, resa folle da quello stesso stupore che si mischia al terrore di star vivendo qualcosa di speciale e assurdo, nuovo. Sta volando! Non è cosa da poco. Non le importa dove lo sconosciuto la porterà, ne dove la lascerà, quello è stato solo il primo contatto e spera ardentemente dentro di sé di aver trovato qualcuno che davvero possa comprenderla. [END]

Fangirlamenti a parte, Akali e Ryuuma s'incontrano per puro caso ed iniziano l'uno a scoprire le carte dell'altra. Se da un lato v'è un Demone chiamato per lungo tempo Mostro, dall'altro v'è una ragazzina che s'ostina nel definirsi tale al pari di Rasetsu. E niente. Lui se la trascina via nell'oblio.