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Perché non hai paura di me?

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con Rasetsu, Kouki

00:21 Rasetsu:
 La Cattedrale. Quanta soave armonia. Quanti bei colori! ( Viola e Nero ) La sua dimora, la casa dei Kokketsu. Da quando Kurona è sparita per chissà quali lidi e quale mistero, spesso e volentieri se ne occupa lui. Quel ch'è giusto dire è che non possiede granché senso del dovere, specialmente delle pulizie. Pertanto, nella zona della navata centrale, lungo le finestre e il soffitto ben più alto, vi son delle ragnatele; la polvere è sparsa per i sedili e sull'altare. Ha cercato di toglierla da quante più zone possibili, specialmente sulle panche dov'è possibile sedersi. Perché no? Una volta tanto, deve render accogliente la propria dimora, specialmente se attende l'arrivo della piccola Yakushi. Non ammette NESSUNO al di fuori dei Kokketsu in quella cattedrale, almeno quando v'è lui presente. La ragazzina corrisponde all'eccezione. Si sta affezionando - se non è già successo - e non vuole ammetterlo neanche a se stesso. SA che può farle del male, SA che non vuole fargliene. Per nessuna ragione al mondo. In cuor suo, ha giurato di proteggerla e, nonostante quel che dicono gli altri, non vuole separarsene. Che pensino di lui quel che vogliono; come han sempre fatto. Che sia un MOSTRO, un PAZZO.. Non le importa. Purché ci sia lei e purché proprio LEI non fugga come han fatto tutti gli altri. Veste con un paio di pantaloni neri, aderenti ed eleganti, assieme ad una camicia bianca le cui maniche son piegate sin all'altezza dei rispettivi gomiti. I primi due bottoni son lasciati aperti, lasciando intraveder il petto magro, liscio. Nessun giaccone vien portato indosso, data la temperatura prettamente primaverile, per quanto vi sia una tempesta in atto. Gli avambracci son scoperti, mostrando alcune delle cicatrici che ha sui polsi, ad una attenta occhiata, ovviamente. Le vene non hanno il caratteristico colore violaceo, bensì è più scuro del normale ed evidenti data la pelle nivea e praticamente cadaverica. I capelli cremisi discendono lungo la schiena, incorniciando il volto del ragazzo sulla cui punta del naso son sistemati degli occhiali dalla montatura rossa, assieme ad una catenella. Nella tasca destrorsa, NON visibili, vi sono dei piccoli sacchettini di plastica trasparente, contenente ciascuna un totale di tre pillole. Ognuna è differenziata da una sigla: 2.0, 2.1, 2.2. Volge le proprie iridi verdognole da un lato all'altro della zona, incurante invero dei passanti, purché non debba dar loro una spallata per passare oltre. Non ha granché armi od oggetti con sé, se non un Tonico Coagulante ed un Tonico di Recupero Chakra nella tasca sinistra. Niente kunai, niente shuriken, niente bisturi. Non ne necessita per far del male alla gente. E quest'oggi non crede di doverne fare. Su tutto l'altare e sulle scale che lo antecedono, per non parlare della prima fila - completa - di panche, son disposte delle candele. Data l'assenza di luce, queste ultime donano alla sala un'aura spettrale, notturna. Con le luci all'esterno, con il fragor dei tuoni e della luce dei lampi, l'interno assume cupezza. Alcune candele - bianche - son consumate, ma pur sempre tutte accese. Le fiammelle fan ombra sul retro e sui lati, sui muri nei pressi di queste ultime. Volge le spalle all'enorme portone che fa sì possano accedervi gli esterni, gli estranei. Le braccia son incrociate sul petto ed attende sol che il cigolio s'avverta, che Kouki possa arrivare; che lei possa veder tutto questo. Ha richiamato la sua innata, tutt'attorno ad esso è un nuvolone etereo nero e violaceo. Piccole scintille di tal colore scoppiettano tutt'attorno, brillano come stelle in un cielo notturno. Alcune gocce son scese dalla di lui mano; gli occhi son diventati ben più gialli ed accesi con la sclera nera. Lungo le guance, le consuete lacrime. Nessuna cappa, niente di niente. Non ne necessita. Sol il sangue aleggia attorno a lui e tanto gli basta. [ Chk On - Hijutsu Kokketsu ON ( Scopo descrittivo ) ]

00:36 Kouki:
 La giovane Yakushi si è premurata di avvisare a casa che in alcune serate come queste potrebbe tardare. Soprattutto in questa sera. Soprattutto stanotte. Stasera non torna subito a casa, ha ben altro da fare, qualcosa di nuovo, qualcosa di inaspettato e importante, qualcosa che mai ha provato prima… andare a un appuntamento. Non è mai andata a niente di simile, quasi nemmeno sa cosa sia un appuntamento, ma non è nemmeno sicura che si possa definire tale in realtà. Non sa cosa bisogna fare, se bisogna portare qualcosa o se bisogna vestirsi in qualche modo particolare. Niente. E il non sapere è risaputo che la metta in una posizione di disagio. Tuttavia, oltre a tutto, sa per certo che stanotte si vedrà con lui, il suo Demone. Indossa uno dei suoi soliti kimono, lunghi fino a metà coscia di un colore rosso scarlatto, come il sangue, ornato e rifinito con cuciture nere e dorate che ne seguono i bordi e creano motivi floreali insieme a qualche serpente. La fascia che le stringe in vita l’indumento, chiudendolo per bene, è di colore dorato, sulla quale c’è la placca in metallo del coprifronte di Kusa. Al di sotto del kimono indossa un paio di pantaloncini neri elasticizzati, così da non esserle un impiccio nei movimenti, le gambe pallide sono lasciate nude e ai piedi porta delle calzature ninja nere. Le maniche lunghe del kimono sono morbide e vanno a nasconderle le mani, dunque le uniche parti nude e alla mercè della vista altrui, mostrano quelle cicatrici e bruciature che ricoprono l’intero suo corpo, marchiandola indelebilmente. Segni che continuano anche sotto le vesti, dai piedi al collo, ma lasciano intonso il delizioso viso fanciullesco e pallido della giovane. Delicata e fine, elegante. I capelli neri e lisci sono raccolti in una bassa treccia che ricade morbidamente sulla spalla destra della Yakushi, con un elastico rosso a chiuderla. Occhi gialli, dorati, magnetici e profondi, un viso che presenta un leggero sorriso su quelle pallide labbra, conscia e desiderosa di vedere quel Rosso. Con sé ovviamente, dato che non sa come comportarsi ad un appuntamento, porta anche il porta kunai e il porta oggetti, il primo alla coscia destra e il secondo allacciato intorno alla vita, dietro la schiena. Non ha certo intenzione di usare alcun tipo di arma, ma si sente persa senza. Il candore che si porta dietro sembra quasi alludere a qualcosa di puro, come la neve, una bambola di porcellana intonsa e delicata, ma tali descrizioni sono ben lontane da lei, lo sono sempre state. Man mano che si avvicina al portone della Cattedrale sente crescere in lei una strana sensazione, non le è totalmente nuova, si tratta del cuore che a tratti batte più veloce nel suo petto, mentre il suo stomaco si contorce, ma non dal disgusto. Vuole vedere quel Demone, vuole vedere il suo personale Demone. Una volta giunta dinnanzi al portone lo aprirebbe facendolo cigolare e farebbe il suo ingresso premurandosi di chiuderlo alle sue spalle. Ora è lì. Nota l’atmosfera, le candele, quanto egli abbia fatto per mettere a posto quel luogo… ma gli occhi da serpe predatrice si calano senza ombra di dubbio sul Rosso. Ne vede la schiena, ne assapora i capelli, l’odore che emana. Intorno a lui è presente quel nuvolone nero e violaceo che ha avuto modo di vedere e conoscere, scintille che brillano come stelle… e per fortuna che lui è voltato di spalle, così non potrà vedere quella sua espressione piacevolmente stupita, tratti morbidi e un sorriso che raramente si potrebbe vedere sulle sue labbra. E’ contenta. E’ felice. E si sente anche disorientata, per questo è una fortuna che lui non la stia guardando. Comunque, porta avanti dei passi verso di lui. <Ti sei impegnato. Volevi assicurarti di fare colpo?> come sempre lei la butta sull’ironia, sul divertimento, incapace di farsi trascinare completamente da ciò che sente. Un piccolo sospiro e si ferma. <Sono qui.> si annuncia la serpe, con un tono più morbido e il sorrisino più accentuato. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

00:56 Rasetsu:
 Attorniato dalla sua oscura nube, lascia che questa ancor fluisca e che il sangue nero scivoli dalla mano ferita. Non gli importa, purché la sua innata lo circondi per intero. Gli aleggia attorno, seppur in maniera contenuta. Potrebbe raggiungere anche i venticinque metri, ma sceglie di compattarla e tenerla ben più vicina a sé. Il motivo potrebbe, però, essere un altro. Il cigolio. Eccolo. La porta s'apre. Quei passetti piccoli e leggeri già gli fan intuir di chi possa trattarsi. Il cuore non gli batte più del necessario, non sembra per niente agitato. Perché dovrebbe esserlo? Non è vestito da maid e non deve occuparsi degli ospiti dell'Hasukage, uno dei quali lo ha anche palpato. Le braccia or discendono lungo i fianchi, districandosi dall'intreccio che, precedentemente, stanziava sul petto. Gli avambracci e le dita della mano, nonché i dorsi, son coperti di macchioline nere. Confluiscono maggiormente sugli avambracci, condensandosi. Ciò avviene anche sulle gambe, ma in tal momento è esclusivamente visibile ad altezza delle braccia. Resta ancor di spalle, osservando le candele e la fiammella su queste ultime. Nel frattempo, il sangue che lo circonda va estendendosi. Come spuma che s'infrange sulla riva d'una spiaggia, come se fosse pura magia e non del sangue che aleggia nell'etere, esso si distende ed inizia a prender forma. Il colore s'addensa, il nero diventa ben più scuro ed è attorniato da scariche, lucine violacee, le stesse che gli adombrano gli occhi altrimenti giallognoli. Forma dapprima un braccio, il quale percorre tutto il corridoio centrale, fin a raggiunger la fine di quest'ultimo. Durante tutto il movimento, mentre s'avvicina inesorabile alla piccola Yakushi, quel lungo filamento di sangue nero, assume una forma. S'aprono cinque filamenti più piccoli, allargandosi tra di loro. Man mano prendon forma d'artigli, non di dita. Son appuntiti alle estremità, quasi fossero le mani d'un demone a tutti gli effetti. Gliela porge, larga neanche mezzo metro, come se questa fungesse da invito alla ragazzina per poter raggiungere - accompagnata - Rasetsu. Si gira sol quando sarà sicuro che la mano avrà preso forma, e sol di fianco. < Io non ho bisogno di fare colpo.. > Aggiunge, con un ghigno che s'estende or sul di lui volto. < ..voglio solo che tu mi raggiunga qui. > Sincero, serio apparentemente in viso. Anche il ghigno par cessar di far oscura presenza, poiché di nero, di viola, di plumbeo e tenebroso v'è già quel sangue nero che, ormai, ha permeato un'area di circa venticinque metri tutt'attorno. Non copre - ovviamente - tutto l'interno della cattedrale ma, ben presto, attornierà anche Kouki. Non la tocca, non la sfiora neanche con quest'ultima, se non con la mano, col costrutto appena creato. Un invito, nient'altro. [ Chk On - 2/4 Creazione Costrutto | Hijutsu Kokketsu LV3 On ]

01:15 Kouki:
 Non sa mai cosa aspettarsi, e questo le piace, nonostante voglia sempre e comunque il controllo della situazione, ma in questo caso è come se il Demone le desse sempre degli stimoli e delle ispirazioni. Quando si tratta direttamente di lui è come se quel non sapere, anziché trasmetterle disagio, le trasmetta sicurezza. E’ strano, non lo comprende, ma si lascia trasportare dalla serata e dalle sensazioni. Lei, che non è pudica per niente, ora si ritrova però a non sapersi muovere in quella nuova situazione… pone il suo sguardo sulla creazione che invece si sta venendo a formare. La nube viola e nera si condensa e prende pian piano forma, allungandosi partendo da Rasetsu, percorre la navata e si protende verso di lei. La Yakushi non si muove, ferma nella sua posizione e sicura che egli non le farà del male. E’ una fiducia quasi cieca, come se fosse pronta ad abbandonarsi tra quegli artigli, conscia che non la feriranno nonostante egli possa farlo. Il silenzio è contemplazione. Gli occhi fissi su quel braccio creato che viene allungato verso di lei e alla fine si suddivide in altri cinque filamenti più sottili che prendono la forma di artigli. Non ne ha paura, il sorriso si fa più sottile, persino lo sguardo si assottiglia per osservare con attenzione ciò che accade. Mano artigliata che si apre a lei in un chiaro invito, ma la ragazzina ancora non l’afferra e non per paura, sia chiaro. Attende di ascoltare le sue parole, di vederlo finalmente in viso quando si gira. Osservare quegli occhi corrotti dalla sua innata. Meravigliosi. Meravigliosa. Meraviglioso. Inclina appena la testolina da un lato e si umetta le labbra con la punta della lingua mentre sorride. <Uhm…> mugugna non tanto convinta sulla sua prima informazione. <E allora tutto questo?> domanda ancora una volta, sottile, ghignando, alludendo all’atmosfera, a lui, alla mano costruita. Lo provoca per coglierlo in fallo e in errore, eppure quando lui si fa serio, lei riflette solo per un attimo quell’espressione. Sera, per qualche istante. Osserva lui, ascolta la sua richiesta, il suo ordine, e poi la mano. Torna quel piccolo e insinuoso sorriso, velenoso come i fiori più profumati, e solo allora solleverebbe la mano destra, delicata e affusolata, per poterla posare sulla mano artigliata che egli ha creato. Piano, senza timore alcuno. Camminerebbe verso di lui accompagnata da quella mano e lo guarda in viso, senza cancellare quel sorriso appena nato. <Sappi che non sto venendo da te perché me lo hai chiesto tu. Perché lo vuoi tu.> e gli arriverebbe di fronte, sempre accompagnata da quella mano-costrutto, a sollevare il capo per poterlo guardare viso, e conclude. <Ma perché lo desidero io.> fa scioccare appena la lingua sul palato senza distogliere lo sguardo da lui. <E ora?> domanda dopo un lungo silenzio, con quella sua voce che è un sibilo, un sussurro, curiosa di sapere se lui abbia in mente qualcosa, perché lei, ricordiamolo, non ha idea di che cosa si faccia in certe occasioni specifiche, ma si sforza di non darlo a vedere e di far passare quella sua domanda come una piccola provocazione per lui. Astuta, forse. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

01:36 Rasetsu:
 Il costrutto ha ormai preso forma e non ha nient'altro da chiedere alla di lui innata. Mentalmente, fa sì che il braccio si ritiri man mano. Ciò che torna indietro, s'addensa alla nube e gli si accalca nuovamente nei dintorni. La di lei piccola mano vien posata su quella demoniaca, creata tramite utilizzo del Sangue Nero. S'avvicina man mano assieme a quest'ultima che gli fa da cavaliere, facendo sì che la distanza tra i due vada via via diminuendo. < Tu non ne hai paura. > Dell'artiglio, del Demone che è in lui. Del Sangue. Di lui. < Così come non hai alcuna paura di me. > E' un aneddoto del quale si fa sempre vanto, pertanto gli risulta quasi difficile accettarlo. < Chiunque sia come te.. > Della sua età, probabilmente si sta riferendo a questo. < ..fugge da me. > Per paura, per timore. < Ed io ne sono contento. > Distende anche il proprio arto mancino, in concomitanza con quello composto di sangue che va, via via, diminuendo. Così come le distanze. Quando il Sangue Nero svanirà - e con esso il costrutto - vuole che sia la sua mano ad afferrare quella di Kouki. Non vuol lasciarla sola neppur per un attimo durante il tragitto nella navata. Non vuol, neanche per un istante, ch'ella rimanga lontana da lui, seppur or stia toccando sol del Sangue. Ma stiamo parlando del SUO Sangue, niente meno. < Ma tu.. > La guarda dall'alto, data la differenza d'altezza. < ..tu non hai paura.. > Lo ripete, quasi fosse un disco rotto. < ..dimmi perché. > Il viso è serio, i lineamenti duri. La domanda lo tormenta, è evidente, ma - al tempo stesso - non vuol darlo a vedere. Non è lo spensierato - caotico - Demone che quasi sempre ella ha visto. Oggi, stranamente, si può veder una delle particolari sfaccettature di Rasetsu. < Stai venendo da me.. > Lo sguardo che s'assottiglia, ancor circondato - anche in volto - dall'oscura tenebra violacea. < ..perché te l'ho chiesto.. > In primo luogo, la corregge. < ..perché non hai paura di me.. > Tornando al primordiale discorso. < ..e perché sono io. > E con questo dove vuole arrivare? < E io non ti farei mai del male. > Sincero. Strano, vero? Che sia sotto effetto dei farmaci da lui stesso creati? Non è da sottovalutare come idea perché, data proprio la situazione, non può che esser quasi vero. Oppure no? Cos'ha Rasetsu che non va? O è sol quella piccola porticina che, di tanto in tanto, anche se molto raramente, vien aperta e lascia fluir all'esterno ciò che mai dovrebbe venir rivelato? Attende inesorabile che la di lei mano si poggi alla propria, or che dovrebbe essersi avvicinata. Pallida luna nel pallido cielo. Nient'altro. Non parla più. Attende sol questo, assieme a delle risposte che - volente o nolente - egli pretenderà dalla ragazzina. Son importanti per uno come lui, uno che fa del terrore il suo pane quotidiano; lo hanno abituato così e non ci sarà niente - nessuno - che potrà cambiare questo suo aspetto. [ Chk ON | Hijutsu Kokketsu LV3 ON ]

01:56 Kouki:
 Lei si avvicina, si, pian piano ma inesorabilmente. Potrebbe andar via, potrebbe sempre scegliere di non avvicinarsi e rimanere a distanza, poteva scegliere di non venire a questo strano e curioso appuntamento, eppure è qui. Per sua scelta e desiderio, per sua volontà. Lo ascolta con attenzione e calma. No, lei non ha paura di quell’artiglio, sei suoi artigli, e lui lo sa. Ed ancora è corretto nel dire che lei non ha paura di Lui, del Demone. Non dice niente, ma annuisce ad ogni frase, lentamente, anche se egli non ha bisogno di conferma alcuna perché queste sono nozioni che ben sa. Non annuisce però alle successive parole, non comprendendo subito ed appieno cosa significhi quella frase dell’essere come lei. Preferisce il silenzio, rimanere in quel suo mutismo fino a quando lentamente il costrutto svanisce, ma al posto di quel sangue condensato si fa spazio all’istante la mano del Demone. La mano pallida della ragazzina non cade nel vuoto, non viene lasciata sola nell’oblio, ma viene accolta dal suo Demone tentatore… o è forse il contrario? Delicate le sue dita si appoggiano sul palmo del Rosso, lascia che egli l’avvolga, lei lo stringe, ma non si concentra più molto sulle loro mani, bensì sul viso e sulle parole che Rasetsu dice. Dirgli il perché lei non ha paura di lui. Sembra una domanda importante e che necessita di serietà, cosa che la giovane Yakushi è disposta a concedergli. Il viso dunque si fa serio, la fronte viene corrugata solo leggermente, e quei suoi occhi gialli si tuffano in quelli del Demone. Labbra serrate, sembra non disposta a parlare per il momento perché si sta concentrando sulla risposta da dare. Non riesce a comprenderlo molto bene questa volta, sembra stia ripetendo delle frasi in loop… molto diverso dal solito, come combattuto o dilaniato da un dubbio ancestrale. Perché lei non fugge da lui? <Vengo da te perché so che non mi farai mai del male.> ha questa certezza che lui le comunica. E’ ciò che prova guardandolo… sicurezza. E’ una sicurezza certamente diversa da quella che sente da suo padre Az o da sua madre Kaori, questa è una sicurezza… profonda, messa su un altro piano affettivo. <Non ho paura di te perché sei tu.> come se quella semplice frase spiegasse tutto, ma non dice niente allo stesso tempo. Lei è sincera ed è in seria difficoltà nell’esprimersi in quel modo serio, perché vuol dire ascoltare ciò che prova ed esternarlo. <Sono un mostro. Perché dovrei fuggire da te?> perché mai due mostri dovrebbero repellersi? Lei si sente affine a lui, si sente simile nonostante siano diversi, e tutto sta in quello che hanno dentro. <Io ti vedo.> solo questo aggiungerebbe, nient’altro in quel minuscolo sibilo, che vorrebbe dire tutto o niente. Lo ammette, per un attimo le è passato davvero nella testa che il Demone sia sotto qualche strano effetto di qualche droga, ma non le importa. Si, no, forse. Non le importa. Vive questo momento ora, e nient’altro. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

01:15 Rasetsu:
 Le tende la mano e, quando lei vi poggia sopra la propria, non gliela lascia andare. Stringe lentamente le dita sulle sue, senza farle male. Le ha promesso che non gliene avrebbe fatto e, nonostante tutto, data la natura effimera e malevola dell'essere denominato Rasetsu, la sta mantenendo. Non si opporrebbe mai ad una frase da lui stesso pronunciata, non andrebbe mai contro a quanto detto e promessole. < Vieni da me.. > Riprende il discorso, guardandola di sottecchi e con la coda dell'occhio. < ..perché ti fidi di me.. > Stende le sopracciglia e rilassa l'espressione facciale, la quale sinora è rimasta piuttosto corrucciata. Non ha mai organizzato niente del genere per nessuno; ci son prime volte anche per un demone. < ..non è così? Sei - forse - una delle poche.. > E si possono contare sulla dita d'una singola mano. < ..che crede che io meriti fiducia. > Sospira, tenendo ancor la mano sollevata con la sua poggiata su di essa. Torce il busto sol il necessario per poterle or esserle di fronte. Non fa nulla, praticamente niente. La scruta soltanto dall'alto del suo quasi metro e ottanta, visto e considerato quanto invece sia lei più bassa. < Dovresti fuggire da me per analogo motivo. > Sono due mostri, non c'è davvero nient'altro da aggiungere. < Quando abbiamo avuto quell'attacco.. > Dovuto al gene corrotto che alberga in loro, il quale fuoriesce soltanto in situazioni particolari e di forte disagio psicologico. < ..abbiamo entrambi dimostrato d'essere dei mostri, d'avere del marcio dentro di noi. > Spiega, anche se non sa neppure lui stesso dove voglia andare a parare con un'affermazione del genere. < Non fuggi da me soltanto perché abbiamo lo stesso male dentro. > Con la mano libera, va a toccarsi il petto ad altezza del cuore. Lo poggia lì, sul plesso solare, dove solitamente dici che quel cuore non batta assolutamente. C'è chi è riuscito a farlo ripartire, ma non è Kouki, suo malgrado, anche se sta facendo davvero un gran lavoro nel tenerlo ancora attivo. Succede spesso che la gente lo abbandoni, ma la Yakushi è totalmente diversa e il Mostro sente, a sua volta, che può fidarsi ciecamente della ragazzina; della bambina. < Cosa vedi in me? > Una domanda che potrebbe anche non voler dire nulla, ma che, in questo preciso contesto e conoscendo il soggetto, potrebbe davvero significare tanto. Il pensiero della ragazzina, in fin dei conti, non è sbagliato. Qualche pasticca di Sbrilluccica, volente o nolente, la tira sempre giù. Non c'è giorno in cui non ne faccia uso sistematicamente. [ Chk ON ]

01:41 Kouki:
 Quella stretta decisa e delicata avvolge come in un abbraccio la mano della giovane Yakushi, ben più minuta e di un pallore quasi nobile se non fosse in realtà così sporca dentro. Lascia che il Demone l’accolga, non si discosta e non la repelle, rimane semplicemente lì con lui ad immergersi completamente in un momento che la fa sentire bene, se stessa, senza freni. Lo guarda negli, ricambia quello sguardo e lo ascolta quando riprende il discorso… non c’è nulla che lei possa aggiungere per il momento, lui dice il vero: va da lui perché si fida di lui. Lei annuisce, paziente attende che egli continui, che snoccioli ogni angolo buio dei suoi pensieri e lei, per quanto potrà, cercherà di rispondere ad ogni suo dubbio per farlo stare più tranquillo. Il viso del Rosso già si rilassa, in parte sembra essere stato rassicurato da una profonda paura che si porta dentro da chissà quanto tempo… chissà da quanto. <Ma non sono l’unica.> sottolinea quel punto, con un soffio, un sibilo. <Non solo l’unica che ti dona fiducia, non sono l’unica a venire da te, non sono l’unica a non scappare.> lo guarda dritto negli occhi, seria ma rilassata allo stesso tempo. <Hai detto che sono una di pochi. Sempre meglio che niente… sempre meglio che avere una sola persona.> nonostante le sarebbe piaciuto essere forse l’unica. Essere più speciale per lui e questo le provoca un lieve dolore al petto che si sforza di cacciare via. Non è il momento di richiamare a sé nuovamente quella stupida gelosia. <Non sei solo, ci sono persone, come me, che ti vedono.> stringe appena la sua mano in quella del suo Demone, ancora si toccano. Tenterebbe di avvicinarsi a lui ancora di più, per ridurre quella distanza, annullarla, eliminarla. Lei lo vede, lei vuole stare con lui e basta. <Non fuggo da te.> sibila ancora e poi silenzio. Un lungo, profondo, silenzio, dove vengono pronunciare parole dal Demone che la giovane vipera non condivide. <Ti sbagli.> afferma secca assottigliando lo sguardo, quegli dorati che sembrano farsi freddi, come se un’offesa le avesse procurato del male. <Non vengo da te solo perché abbiamo lo stesso male dentro. Non metterla… come se il mio fosse una specie di capriccio, un atto egoistico solo per non sentirmi sola.> si sente punta da quelle parole e il cuore inizia a correre veloce nel petto e in gola, il sangue scorre, la mano si stringe più forte questa volta e anche l’altra mano verrebbe aggiunta, come ad aggrapparsi a lui. <Io ho scelto te. Perché tu, anche se ti definisci mostro, mi fai stare bene. Mi fai sentire… me stessa. Ed è importante, molto. E io… sento il desiderio di essere altrettanto per te.> sottili parole contornate da quel lieve rossore che le tinge le gote pallide. Un imbarazzo ingenuo, quasi casto, di chi si ritrova per la prima volta a dire determinate cose, con voce leggermente tremante ed emozionata… mentre tenta di rimanere ferma e decisa. Abbassa il capo osservando il suo petto e cercherebbe di posare una mano su di esso, sopra quella libera del Demone, là dove tocca il suo cuore. Non lo guarda negli occhi. <Io vedo te. Vedo chi sei, vedo quello che sei… vedo me stessa e vedo noi. Io…> si ferma, si morde il labbro inferiore, sta per dire qualcosa che non si sarebbe mai sognata di dire, ma che sente il bisogno di dire. <… Io metterei la mia vita nelle tue mani.> sussurra come se stesse perdendo ogni energia. Quanto ha appena detto è la più alta forma di fiducia che sente di avere nei confronti di qualcuno, di un altro uomo. Un uomo che non sia suo padre Azrael, che non sia una figura paterna, ma che sia un… partner. Lei, che ha sempre pensato a se stessa, che è affetta dalla più alta forma di controllo che deve avere nei riguardi di se stessa… rompe questa sua sicurezza nell’affidarsi completamente e ciecamente a qualcun altro. Non è poco per lei, e vuole che il suo Demone lo sappia, lo senta. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

02:00 Rasetsu:
 Avviluppa la di lei mano quasi si trattasse delle spire d'una serpe. V'è un controsenso nel dirlo, dal momento che l'unica serpe lì presente è esattamente la Yakushi. La scruta con attenzione, non distoglie l'iride gialla da quella d'analogo colore altrui. L'alone violaceo, nel quale scoppiettano piccole scariche elettriche, circonda sia la bambina che l'uomo. Una coppia che non dovrebbe esistere, discorsi che non dovrebbero esserci. Quel loro rapporto non è genuino, specialmente per una adolescente che dovrebbe seguire l'esempio dei genitori; validi ninja di Konohagakure. Per quanto siano estranei al villaggio d'origine della ragazzina, per quanto non siano i reali genitori, per quanto non nutrano chissà quale grande fiducia nei confronti del Rosso, non si può effettivamente negare che svolgano un buon lavoro nell'ambito genitoriale. Naturale come la figura di Rasetsu, in questo caso, non svolga la funzione di genitore, tantomeno d'amico. Esattamente questo è sbagliato, se visto da tutt'altra ottica. Tuttavia, lui non vuole separarsi da lei e medesima cosa avviene dall'altra parte. Viene ricambiato. Dopo lunghi attimi di silenzio, durante i quali sembra restare perfettamente immobile e con gli occhi ancor fermi su di lei, riprende la parola. < Sei l'unica ch'è rimasta. > Fondamentalmente, è questo il suo problema, per quanto tale non possa del tutto definirsi. < Ciò non vuol dire che non sia sufficiente.. > Vuole metterlo immediatamente in chiaro, trattandosi d'un argomento piuttosto delicato e spinoso. < ..ciò vuol dire che sei l'unica ad avere fegato.. > L'angolo destro delle labbra s'arcua, premendo il pollice sul dorso della di lei mano. I tocchi che le dona sono assurdamente delicati, probabilmente impaurito che possa farle del male per quanto non possegga chissà quanta forza rispetto a lei. < ..ma voglio essere sicuro.. > Lo sguardo s'assottiglia e il sorriso scema nuovamente. < ..voglio essere sicuro.. > Ripete, scandendo per bene ogni singola parola, così da fargliele imprimere meglio. < ..che non sparirai come hanno fatto gli altri.. > Bahaa, Eiko-chan, Kurona-sama. < ..che non sarai come loro. > Nel suo profondo, si fida abbastanza da SAPERE che non andrà via. Per quanto abbia voluto Kouki al suo fianco soltanto per il Veleno Yakushi, in un primo momento, ora sembra realmente non poterne fare a meno. Vuole che resti lì, che sia la sua Serpentella velenosa dalla Lingua Biforcuta. Niente di che. Non sta chiedendo mica la Luna, dopotutto. Le lascia andare la mano soltanto quando la corvina gli si sarà avvicinata abbastanza, cosicché la stessa mano - or libera e ammantata di Sangue Nero - scivoli lungo la di lei spalla. Ivi si poggia, ma per pochi effimeri istanti. Risale lentamente sin al cranio, laddove si sofferma tra i capelli scuri ed in prossimità della nuca. Un invito indiretto per far sì che, qualora voglia, può poggiarsi al suo petto e restare lì. A sentire quel cuore che ha ripreso a battere e che intende farlo a lungo. < Lingua Biforcuta.. > Si riprende dal suo torpore sin troppo genuino, facendo raschiare la gola ed esibendo uno dei suoi soliti ghigni, formato perlopiù da denti affilati e pronti a rosicchiare la vittima che ha di fronte. Si china lievemente in avanti, in modo tale che la Yakushi possa sentire la voce e le parole pronunciate molto vicine a sé. < ..non è nessun capriccio il tuo, lo comprendo. Non far passare me per quello che ha detto qualcosa di sbagliato. > La redarguisce in un certo qual senso, pur tenendola ancor a stretto contatto. La mano sul cuore ivi resta ben ferma, accogliendo di buon grado quella altrui. < Ti faccio sentire un Mostro a tua volta? > E' una domanda difficile alla quale rispondere, ha molti sbocchi e tanti significati. Qualsiasi sia la risposta che la ragazzina vorrà dargli, deve anche stare attenta a cosa precisamente gli espone. Se lei non è capricciosa, Rasetsu lo è ed anche fin troppo; uno dei suoi tanti difetti. < La tua vita nelle mie mani? > Socchiude per un attimo le palpebre, ragionando su quanto ha appena avuto modo di udire dalla fanciulla. < La tua vita è già nelle mie mani. > E sol per far sì che si renda conto, salda la presa sul capo e sulla mano che dovrebbe trovarsi sul di lui cuore. < Ho deciso così. > Cambia atteggiamenti, lunatico. Ed ora ghigna, ancora, come se fosse impazzito - di nuovo - tutt'a un tratto. Che divertente che è, nevvero? [ Chk ON ]

02:23 Kouki:
 Non vuole nemmeno pensare ai suoi genitori ora, non è un momento per loro e semplicemente vuole dedicarsi anima e corpo al suo Demone, senza altri pensieri per la testa. Lui non è una figura paterna e questo è chiaro, non è nemmeno un amico, questo era chiaro fin dall’inizio. Era un socio, era un mentore, è ancora tutto questo ma se inizialmente avrebbe tanto voluto sfruttarlo solo per imparare qualcosa di genetica, ora sono stati implicati dei sentimenti che non credeva di possedere dopo… Otsuki. Ciò che le ha fatto. Un partner, si. E’ sbagliato? Molto probabilmente, eppure lei non vede tutto quell’orrore che ci dovrebbe essere. Perché è cresciuta troppo in fretta sotto ogni punto di vista… ha assaporato il dolore e il sesso che era troppo giovane e ora tutto quanto le sembra assolutamente normale. E’ così e vuole che lo sia, perché lei, il Demone, il suo Demone, lo ha scelto lei. L’unica che è rimasta, ascolta. L’unica. Questo la getta in un mix di sentimenti contrastanti: da un lato le dispiace per lui, sebbene lui non voglia pietà, ma non può fare a meno di sentirlo così segnato e ferito dalla cosa e le dispiace in maniera sincera. Dall’altro lato però è felice di essere l’unica. Dopo tutto un po’ egoista, un po’ tanto, lo è… possessiva? Oltre ogni limite e ha dato prova di esserlo. <Si. Se è vero quel che dici allora si, sono l’unica che sia rimasta con te. L’unica ad averne il coraggio, sebbene non costi fatica per me.> vorrebbe aggiungere altro ma le successive parole accendono la sua curiosità, gli occhi si assottigliano mentre piega la testa all’insù per osservare meglio il Rosso. <E come?> domanda dischiudendo appena le labbra e lasciando che quella mano passi oltre la propria spalla per soffermarsi sulla sua nuca, tra i suoi capelli, mentre l’altra rimane salda alla mano della ragazzina che preme sul petto del Demone. <In che modo ti assicurerai che non sarò come gli altri?> fissa il suo petto e li andrebbe ad appoggiarsi, corpo contro il suo corpo, fronte che si appoggia e occhi che si chiudono. Sogghigna quando lo sente chiamarla in quel modo, le piace, è un nome tutto suo solo fra loro due. In silenzio si prende del tempo per poter rispondere a quella delicata domanda ed essere il più chiara possibile, senza distaccarsi da lui. <No, tu non mi fai sentire un mostro. Lo ero già da tempo, lo sono sempre stata… tu semplicemente mi permetti di essere me stessa. Che sia mostro o meno, non mi importa. So solo che sto bene con te e questo mi basta.> perché dare per forza una definizione? Lei nemmeno è pratica di queste cose, vuole solo seguire il suo istinto e basta. Solleva lo sguardo su di lui quando lui ripete quanto ha appena detto la giovane serpe… la sua vita nelle sue mani. La presa di lui sulla nuca e sulla mano si intensifica di colpo, eppure lei non teme, continua a fissarlo negli occhi con un leggero sogghigno e gli occhi sottili. Stringe anche lei la prese delle sue mani su di lui. <Oh… ne sei sicuro?> si metterebbe sulle punte dei piedi solo per avvicinarsi di più al viso altrui. <Ho forse sono io che ho potere su di te?> torna stimolarlo, perché ama farlo quando lo trova nel mood giusto. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

12:50 Rasetsu:
 A poca distanza, vicino al cuore. È lì che la tiene per evitare che fugga via. Il tocco è leggero, pur attorniati entrambi da Sangue Nero che ancor aleggia nell'aria. Si muove come soave alone nel quale scoppiettano tante piccole scintille. Appare quasi come una minaccia, come se da esso potessero comparire armi di morte e distruzione. E, a tutti gli effetti, è così che funziona quello stesso alone. < Ho una mezza idea sul come riuscire a sapere sempre dove sei. > Ghigna nel dirlo, mostrando quell'affilato sorriso composto più da mal intenti che da denti. E ce ne vuole. < Il problema principale è che non so quanto possa farti male.. > Ammette, tirando su col naso. < ..devo fare dei test.. > Storce lievemente le labbra con lieve cipiglio, poiché la di lui mente è già proiettata altrove. < ..e non per forza su di te. > Sia ovvio, non lo farebbe mai sulla piccola Yakushi. Ha una certa moralità dalla sua, non perché sia stata già sottoposta ad altri esperimenti. Vuol sfruttare qualche cavia, ancorché sia un piccolo topino o animaletto da compagnia. O un umano. Il problema degli umani è che possono scappare via, ma lui dovrebbe controllare esattamente questo. < Ho già in mente tutto il progetto.. > Si sta esaltando pian piano, poiché ha comunque trovato altri esperimenti da portare avanti. La mente inizia a lavorare, forse in maniera eccessiva considerando che ha tra le mani la Lingua Biforcuta. < ..mi troverai ciò che ti chiederò? ~ > La di lui lingua sbuca all'esterno, leccando avidamente il labbro inferiore. Il ghigno si amplia, mostra tutto l'intento - ovviamente negativo - che gli pervade l'animo. Testare. Fare esperimenti. È questo che fa di lui ciò che realmente è. Tornando al discorso precedente, quasi si fosse accesa una spia che occulta la follia, si ricorda che deve ancor rispondere direttamente ai quesiti posti dalla ragazzina. < Mi hai promesso che non te ne andrai.. > E, nonostante tutti gli aspetti negativi del Demone, dalla sua promette e mantiene. Stessa cosa vuole avvenga dall'altra parte, com'è altresì giusto che sia. < ..e questo per me vale. > Lo sguardo diviene poco più serio del normale, dal momento che sta mettendo in gioco sentimenti dei quali neppur sapeva l'esistenza. Non ha paura di ciò che sente poiché li avverte per la Yakushi. Alleati ed assieme, di cosa dovrà mai temere? Vero che è iniziato tutto per gioco, dove lei altro non doveva essere che una cavia da sfruttare sin quanto fosse possibile. Medesima cosa dall'altro lato, a ben vedere. Non sono adorabili? La vede drizzarsi sulle punte, così da farsi più vicina. Anziché far in modo che siano faccia a faccia, dunque sin troppo vicini, le labbra del Rosso vanno a poggiarsi - con una delicatezza che non è propria di lui - sulla fronte della fanciulla. Così, come se niente fosse, come se da lui tal gesto fosse normale. Il costrutto dietro di lei muta, telepaticamente comandato da Rasetsu. Si tramuta in un guanto più ampio e spesso, senza più spazio tra le dita di Sangue Nero, cosicché non possa scivolare da nessun'altra parte. Si consolida e resta a debita distanza, per quanto irrisoria, dal corpo altrui. < Io ti ho in pugno, però. > Le risponde per le rime, ghignando a dovere e lasciando che nella cattedrale riecheggi, tetra.. < NYAHAHAHA! > ..quell'assurda risata. [ Chk On - Hijutsu Kokketsu lv. 3 On ]

13:11 Kouki:
 Cosa potrebbe mai andare storto? Cosa potrebbe mai esserci di sbagliato? Assolutamente nulla. Lei è lì, lui è con lei, vicini col cuore e con la mente, giocando l’uno con l’altra e testando sentimenti che per lei sono assolutamente nuovi, ma che non vuole indagare proprio ora. Si lascia trasportare in maniera corretta, osserva il suo Demone, lo ascolta e sogghigna leggermente socchiudendo appena lo sguardo dorato. Affila quel visino e quei suoi lineamenti solo per lui, per ascoltare qualcosa che non accende solo l’interesse del Demone, ma anche quello della giovane Serpe. <Devo ammettere che non è qualcosa che apprezzo.> si umetta le labbra con la punta della lingua assaporando le sue stesse parole, guardando il Demone di sottecchi. <Mio padre ha già fatto in modo di potermi raggiungere ovunque io mi trovi, e sento questa cosa come una limitazione alla mia libertà.> ci tiene a mettere in chiaro le cose, sibilando tali parole in modo che rimangano impresse anche nella mente del Demone. Un leggero sospiro, ben studiato, viene emesso da quelle labbra per solleticare la bocca altrui, soffiandoci delicatamente contro. <Ma se mi spieghi in cosa consiste questa tua idea… prometto di prendere tale cosa in considerazione e…> una breve pausa, dove il ghigno si palesa ancor di più e la lingua biforcuta guizza a leccarsi le labbra. <… Chissà potrei anche decidere di darti una mano. Del resto siamo soci, tu mi devi insegnare… e ho la mia esperienza in campo di sperimentazione umana.> è stata sia vittima che carnefice sotto la guida di Otsuki, qualcosa ha imparato in fondo e quel qualcosa stimola la sua creatività ed interesse. Un silenzio intercorre tra i due, un distacco che permette a Rasetsu di intrecciare un altro discorso, una promessa, qualcosa alla quale egli tiene e che la giovane Yakushi è ben decisa a mantenere. <Mantengo le promesse.> di norma. Quelle che le piacciono insomma e fin quando le fa comodo, e per il momento è così. Mantiene la promessa fatta a suo padre Azrael, di non ledere a nessuna persona di Konoha… e manterrà anche la promessa fatta al suo Demone, non lo lascerà mai. <Stringerò le mie spire sulla tua pelle.> sibila assottigliando lo sguardo e sogghignando velenosa, divertendosi allo stesso tempo e dando voce a quanto prova in questo momento. Lei ancora gioca nonostante i sentimenti siano cambiati rispetto all’inizio, e ora si trovano invischiati in un turbine che rischia di far loro del male a causa della loro malattia, ma non le importa. Non più. <Sei Mio.> possessiva, come sempre, ora sente di dover rivendicare quel suo modo di essere, sente di dover marchiare in qualche modo colui che ora si trova di fronte a lei, colui che ora le dona quel dolce e leggero bacio sulla fronte. Come se fosse normale per loro, nonostante non lo sia. Quel bacio lei lo accoglie chiudendo appena gli occhi, abbandonandosi a lui e a quella sensazione, si spoglia di ogni difesa per lasciarsi andare contro di lui, mentre alle sue spalle il costrutto muta in una morsa ancor più ferrea. Riapre gli occhi e sogghigna nel sentire le sue parole e quella risata che riecheggia nella Cattedrale. Oh, quella risata, quanto le piace. <Sottili sono i punti di vista. E’ sottile comprendere chi ha veramente in pugno chi… per davvero.> chissà… magari potrebbe anche piacerle sentirsi in pugno del Demone, ancora non riesce a deliberarlo con cura, eppure sa di non poter escludere anche che sia l’inverso. Sorride, velenosa, lasciandogli intendere che le cose potrebbero anche essere diverse da come le crede lui. Così, per giocare con lui e tenergli testa. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale]

14:34 Rasetsu:
 La Yakushi gli fa comprender come non sia granché entusiasta della proposta elargita dal Rosso. Il sopracciglio manco vien sollevato innanzi al di lei dissenso, comprendendo sol dopo - quando gliene parla - il motivo per il quale non sia d'accordo. < Non m'interessa sapere dove vai, Mirako.. > È abituato a chiamarla così, poiché ha sempre preferito l'altra parte di sé; quella cattiva, quella che ragiona esattamente come il Rosso. < ..m'interessa venirti a riprendere se non fai ritorno, m'interessa sapere dove sei quando non ti trovo al mio fianco, m'interessa sapere che sei al sicuro anche quando non ci sono io con te. > Lo sguardo si fa serio, assottigliando le palpebre alla di lei volta. Non sta scherzando s'un argomento simile, poiché tiene particolarmente a questo fattore. < Il mio intento è iniettare il mio sangue nel corpo di un altro essere. Posso già farlo spontaneamente sol creando una ferita sul corpo avversario.. > Spiega parte del funzionamento della propria innata, la quale non può essere replicata senza aver l'Hijutsu del Sangue Nero. < ..solo che, solitamente, riesco a gestirlo per decidere io dove esso debba andare e fermarsi. Allo stesso modo, io posso decidere se renderlo dannoso per l'organismo. Se è così, dal momento che riesco a capire dov'è e come muoverlo.. > Il ghigno si estende nuovamente sul di lui viso pallido, sghignazzante seppur alla ragazza non piaccia particolarmente come idea. < ..vuol dire che, facendolo sostare nel corpo del paziente.. > Evita di definirla vittima, seppur tale sia a tutti gli effetti. < ..io posso anche seguirlo a distanza. Devo soltanto capire se è veramente fattibile, se non danneggia il corpo del paziente senza che io lo voglia e quanto, soprattutto, io possa gestirlo a distanza. > Per non parlare della gittata del proprio potere, s'intende. È ciò che maggiormente lo preoccupa. A seguito della suddetta esposizione dei fatti, aspetta soltanto che la ragazza abbia qualcosa da dirgli in merito: un pensiero, un'idea, anche un insulto. Non gli interessa. Vuole soltanto il di lei parere. Ghigna quando la Lingua Biforcuta si palesa come possessiva nel limite del normale, tanto da portare la mano, quella vera, dietro la di lei nuca. Senza mettervi troppa forza né volendole far del male, tirerebbe appena un poco indietro il collo e, dunque, anche il di lei capo per poterla aver or frontale. Soffia contro il di lei labbro inferiore, ancor ostentando il ghigno sopracitato a quella effimera distanza. < Sei tu che sei mia, Lingua Biforcuta. > E, giustamente, non può mancare.. < NYAHAHAHA! > ..la sua consueta risata che tanto lo contraddistingue. Una candela sull'altare sceglie di spegnersi in un soffio, per quanto sarà probabilmente dovuto ad uno spiffero di troppo. < Potremmo star ore a parlare di chi tiene in pugno chi ma, al momento, credo che sia io il vincitore. > La sfida, l'altra mano - libera - scende sul di lei fianco, accarezzando piano la zona. Nessuna malizia nel gesto in sé, ma sul viso permane il ghigno da bravo scienziato folle. [ Chk On - Innata Kokketsu lv. 3 On ]

14:57 Kouki:
 Quel nome da quanto non lo sentiva suo. Fin troppo abituata a sentirlo come appartenente a qualcosa di diverso da lei, ad una gemella. La gemella cattiva. Ma ora quella gemella si è riunita a lei, ora ha nuovamente il controllo dell’intera sua mente e del suo corpo… non più spezzata in tanti frammenti, ma riunita e completa. Mirako ora è un nome che le appartiene, e il Demone è il primo a renderglielo noto. Velenosa sogghigna umettandosi le labbra, lentamente la lingua viene passata sulle labbra mentre lo sguardo si abbassa e poi si rialza per tuffarsi violentemente negli occhi altrui. Sottili, lineamenti morbidi e divertiti. <A quanto pare… tutti vogliono avere questa sorta di controllo su di me.> anche Rasetsu, come Azrael. Soffia quelle parole lentamente senza distogliere lo sguardo da lui, senza mutare la sua espressione. <Mi dovrei sentire lusingata?> invece che sentirsi braccata, controllata, limitata… forse dovrebbe esserne felice. Significa che lei è importante per quelle persone. Questo suo pensiero viene però messo momentaneamente da parte nell’ascoltare il piano dello scienziato, i suoi intenti sarebbero quelli di iniettare il suo sangue all’interno di un altro corpo, potendo scegliere se creare danni o meno, ma la cosa fondamentale è che è convinto di poter quindi utilizzare quello stesso sangue come una sorta di radar. La giovane solleva un sopracciglio facendosi pensierosa, prendendo quelle parole seriamente e cercando di elaborare un proprio parere. <Hai qualche motivo per pensare di poter fare una cosa del genere? Cioè seguire a distanza il tuo sangue. Ti è mai capitato prima? O lo hai trovato scritto da qualche parte?> lo osserva inclinando appena la testolina da un lato. <O è un’idea che ti è venuta a caso?> torna a sogghignare divertita. Il piacere della sperimentazione lo comprende benissimo… avere un’idea, a caso, folle o meno, e cercare di vedere se funziona. Per vedere l’effetto che fa. Avere il potere e la libertà di decidere e testare. <Avere il tuo sangue dentro di me…> se la cosa potesse funzionare sarebbe come portarsi dietro per sempre un pezzetto del suo Demone. Non può negare che la cosa l’emozioni… un piccolo ghigno, lo sguardo perso in quella eventualità, mentre la mente più razionale elabora pro e contro. <Voglio aiutarti a comprendere fino a che punto la tua innata può spingersi.> infine ecco il verdetto, secco e deciso. <Cosa vuoi che ti procuri?> è gioia quella che sta provando, il viso si illumina totalmente attratta da quella prospettiva, e l’immaginazione già vola ai giorni futuri di sperimentazione. Le sembra quasi inebriante. E’ ancora persa in quei pensieri quando la mano del Demone va ad afferrarle la nuca per piegarle all’indietro la testa, senza l’uso della forza, e lei ancora una volta punta i suoi gialli occhi in quelli di lui senza provare alcuna paura per quel tocco, quella presa, quel gesto. Si fida. <Diciamo che per il momento hai vinto tu. Okay?> sussurra sibilando tali parole come un profondo segreto di stato. <Per il momento.> ripete quelle parole per essere sicura che l’altro non si monti troppo la testa. Lascia che l’altro mano di Rasetsu le accarezzi il fianco, senza malizia, mentre le mani della Yakushi permangono sul torace del ragazzo, ascoltandone il battito del cuore. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale]

15:49 Rasetsu:
 Dubbioso in merito alla risposta della serpe, la scruta con un sopracciglio ancor alzato. < Non è questione d'aver controllo su di te, Mirako.. > Si schiarisce la voce, il cuore accelera un minimo il proprio battito ritmico. Esattamente come per le altre prima di lei, non vuol perderla. Coloro che se ne sono andate, tuttavia, non hanno fatto ritorno e lei è l'unica; l'unica davvero speciale e per la quale inizia a provare una fiducia mai avuta per nessun altro. < ..è questione d'aver controllo su ciò che ti circonda. > Indirettamente, influisce anche su di lei, ma non se ne rende conto. Non c'è da stupirsi, dal momento che è nuovo a questi sentimentalismi e alla preoccupazione per un'altra persona che non sia se stesso. < Puoi sentirti come meglio credi.. > Solleva gli occhi gialli al soffitto, scocciato da questo argomento. Non è geloso, almeno crede. Non sa neppur cosa si possa provare, anche se ne dà dimostrazione di tanto in tanto. E' un rapporto malato che, come già detto, non ha senso d'esistere e non dovrebbe funzionare affatto. < ..ma io voglio essere sicuro di saperti venir a prendere ovunque tu sia, quando hai bisogno del sottoscritto. > Fa schioccar la punta della lingua contro gli incisivi anteriori, snudando i canini e arricciando le labbra. Palese il fastidio che questa condizione gli provoca e non lo nasconde. Sospira pesantemente dopodiché, cercando di rilassar nuovamente i nervi e proiettare l'attenzione sul nuovo progetto in cantiere. < Come ti ho accennato, quando inietto il mio sangue nel corpo d'una vittima.. > Tramite una ferita. < ..riesco a controllarlo a mio piacimento. Posso spingerlo dove meglio credo e poi, quando son nel punto preciso purché non sia un organo vitale.. > Ha delle limitazioni per ovvietà. < ..posso farlo espandere e danneggiare il corpo dall'interno. > Dalla distanza, col pensiero ed in maniera prettamente tranquilla. < Di conseguenza, se io utilizzassi soltanto la prima parte.. > Ossia quella del controllo mentale. < ..dovrei anche riuscire a capire dove sei tu. Se riesco a percepire il mio sangue all'interno del corpo avverso, vuol dire che posso capire esso dov'è. O almeno credo. Devo capire quanto riesco a percepire e come. > Non ci ha mai fatto granché caso, dal momento che la di lui attenzione era - come sempre - riversa su un unico obiettivo: far del male. Nel caso di Mirako, invece, è atto a far del bene per poterla difendere al meglio. Altruista da parte del Rosso che, tuttavia, è pur sempre allineato ad esperimenti di dubbio gusto. < Una cavia, qualunque cavia tu voglia: che sia umana o animale. Purché viva. > Glielo specifica, sottolineando le parole tramite il timbro della propria voce. < Se non è viva, non posso sapere se riuscirò a sentir il flusso oppure no. Da morto, in effetti, non ho mai provato se riesco a far muovere il mio sangue nel corpo. > Ci ragiona, ghignante. < Sia morto che vivo: due cavie. > Sghignazza talmente tanto che il ghigno s'allarga da orecchio ad orecchio. < Io vinco sempre, Lingua Biforcuta. Nyahahahah! > E gli strizza le guance con la mano che, poc'anzi, le teneva la nuca. Così. Un moto d'affetto, un gesto apparentemente INNOCUO per uno come Rasetsu. E' troppo fomentato? Forse. [ Chk On - Hijutsu Kokketsu lv.3 On ]

16:06 Kouki:
 Riesce a capire cosa il Demone intenda, non è tanto diverso dall’esigenza della Yakushi di avere tutto e tutti sotto controllo. <Comprendo ciò che dici. Lo capisco.> si premura di farglielo sapere, così, giusto per dare ulteriore conferma di quanto entrambi possano capirsi a vicenda. Ride appena divertita nell’osservare quell’atteggiamento scocciato anche se non ha ben capito a cosa sia dovuto… ma ogni smorfia è fonte di divertimento per la ragazzina e non lo nasconde nemmeno. <Certo che mi sentirò come meglio credo.> saccente e poco modesta, si prende del tutto quella libertà e chiude quel breve discorso lì dove è giunto, senza più riprenderlo. Ghigna soddisfatta e osserva il volto del Demone ancora un po’ nel mentre che ascolta quanto sa riguardo la sua innata. Delle basi dalle quali partire le ha, quindi non gli resta che verificare se ha ragione oppure no. <Due cavie… una viva e una morta.> fa un mini riassunto di tutto quello che è stato detto, facendo il punto della questione… alla fine non deve fare niente di difficile, ma quegli occhi gialli e velenosi brillano di eccitazione. Esperimenti. Può finalmente testare e capire quanto quel mondo sia vicino a lei, quanto faccia parte di lei, e poi farlo accanto al suo Demone. Questo per il momento le basta, a lei decidere se prendere cavie animali o umane, anche se non vuole dare troppo nell’occhio e rischiare di mandare tutto a monte scegliendo cavie umane. <Ti porterò quanto hai chiesto.> conclude in un sibilo velenoso. <Interessante però l’utilizzo del tuo sangue.> cerca di immaginare quanto possa essere efficiente nel provocare dolore, nell’agonizzare le sue vittime… le piace. Poi di colpo ecco che lui le strizza le guance, così dal nulla, un gesto talmente improvviso e sconosciuto per lei, che la lascia interdetta per qualche secondo. Occhi sgranati e perplessi, espressione totalmente confusa e stupita. Un gesto che sembra così innocuo da disorientarla. Non vuole comunque perdere occasione di rispondere e mentre lui le strizza le guance, lei tenta di ricambiare quel ghigno per poi rispondere. <Conoscerai la sensazione della sconfitta allora.> ridacchia dopo quel sibilo, divertita, giocosa, anche se ancora turbata da quello strizzamento di guance. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale]

18:27 Rasetsu:
 Ciò che le ha chiesto di fare non è semplice, ma neanche troppo difficile. Se non recupera degli umani, potrà catturare qualche topolino che, essendo lei un serpente, dovrebbe venirle ancor più facile. Annuisce alle sue parole, conscio d'averle dato un'importante missione da svolgere. Qualora non si fidasse, non gliel'avrebbe concessa. Quindi, questo è già tutto dire. < E' per questo che non vengo mai meno ad una richiesta dell'Hasukage. > Allarga le braccia verso l'esterno e, allo stesso modo, farà il costrutto dietro le spalle della fanciulla, precedentemente formatosi per tenerla lì ancora. Un riflesso incondizionato e mentale che conduce anche questi a muoversi. < Mi ha donato un potere così utile da non aver eguali. > Non conosce altre Hijutsu che possano compiere le stesse cose, ma è anche vero che ha una conoscenza piuttosto basilare e scarna. Lascia andar le di lei guance una volta resosi conto di ciò che sta facendo. < Coff. > Si schiarisce la voce, dandole velocemente le spalle e abbassando per un attimo lo sguardo. < Ti faccio vedere la navata. > Ma ce l'ha di fronte, cosa deve vedere esattamente? Si ricopre la schiena di alone violaceo, il quale si fa via via più compatto mentre richiama il costrutto precedentemente formatosi che si liquefà. Infine, quindi, la precede lungo la navata qualora essa voglia avvicinarsi e seguirlo(?). Povero piccolo Rasetsu. [ END ]

14:15 Kouki:
 La giovane Yakushi si ingegnerà in qualche modo, qualcosa troverà di sicuro, non è quello il problema. Anzi, non esiste alcun problema di sorta, ciò che il Demone le ha chiesto non fa che gettarla in un’emozione viva, che può condividere con Rasetsu stesso, non è da sottovalutare come cosa. Inclina appena la testolina da un lato, facendo ondeggiare i neri capelli, e intanto ascolta ciò che egli le dice a riguardo dell’Hasukage. La ragazzina è meglio che non risponda a riguardo, limitandosi a storcere appena il naso e le labbra in un’espressione di scetticismo, non tanto per il ragazzo stesso ma proprio per l’Hasukage. Lei, da sempre, non ha mai sentito un forte legame con Kusa e con chi la governa, ne coi kusani, proprio zero. Nessun tipo di legame nemmeno con Konoha, con l’Hokage o i cittadini della Foglia… nulla. Lei ha interesse solo per se stessa, per difendere ciò che vuole, che ritiene suo e al quale tiene e fino ad ora ci sono solo tre persone per le quali darebbe la vita: i suoi genitori e ovviamente il suo Demone. Punto. Gli abitanti di Konoha li deve per forza tener da conto per via della promessa fatta ad Azrael, comunque sia si nota che non sente questo grande rispetto verso l’Hasukage. <Capisco. Devi essergli molto grato.> per il potere che gli ha dato, ovviamente… per fare un confronto anche lei dovrebbe essere grata ad Otsuki allora, ma è palese ormai che non nutra nulla soprattutto per lui. E’ un caso perso la giovane Chunin, chissà se mai sentirà una qualche appartenenza di sorta a qualche villaggio… per il momento si sente di appartenere solo al Clan. <Immagino che sia così che dovrebbe andare…> il pensiero comunque non viene concluso proprio perché la giovane subisce quel gesto strano e innaturale per lei, dove le sue guance vengono strizzate e la sorpresa sembra colpire anche il Demone stesso, il quale velocemente ritrae la mano e si volta dandole le spalle. <Mi hai scambiata per una bambola?> domanda con una leggera nota di ironica nella voce, mentre la mano destra viene sollevata e le dita vanno ad accarezzare i punti da lui toccati. Non per male o per fastidio… così, si accarezza le guance. <La navata.> commenta nel sentirlo parlare, e solleva un sopracciglio nel constatare che quella zona la sta già osservando, ma decide di seguirlo comunque. Desidera passare più tempo possibile con lui e non le importa se dovrà osservare una navata o delle candele. <Un tour non mi dispiacerebbe.> commenta semplicemente affiancandosi al ragazzo, passo dopo passo, cercando di stargli il più vicino possibile. [end]

La giocata era iniziata come un appuntamento carino tra Kouki e Ryuuma, organizzato da quest'ultimo. Alla fine, è uscito fuori un nuovo esperimento, in parte affidato anche alla serpentella.