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[ Missione S ] - Il mostro della foresta #2

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Missione di Livello S

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con Azrael, Mekura, Kaori

Un caldo sole invernale sormonta la Foresta della Morte, limpido in un cielo terso e tinto di un azzurro brillante. Le temperature sono piuttosto basse, il freddo è pungente e frizzante ma non per questo eccessivamente d'impaccio. Non c'è vento e nessuna nube pare dare idea di un improvviso cambio climatico. Sembra la giornata ideale per affrontare una pericolosissima missione. L'obiettivo della squadra di oggi -composta da due dei quattro Consiglieri della Foglia, è di scovare il nucleo avversario nascosto all'interno della Foresta e sterminarlo per tornare a rendere il posto un luogo relativamente sicuro. Della prigioniera che era stata tenuta in ostaggio durante l'ultima incursione non si sono più ricevute notizie e probabilmente è da ritenersi perduta ma, se dovesse essere ancora viva, sarebbe richiesto di riportarla indietro. Le uniche informazioni in possesso della squadra a riguardo della missione derivano dall'esperienza diretta che la stessa Mekura ha vissuto durante l'ultimo attacco ove Hiashi Hyuga è rimasto ucciso. Sembra che un qualche macchinario all'interno della Foresta disturbi l'utilizzo del chakra impedendo a chiunque vi sia dentro di risvegliarlo rendendo perciò impossibile a chiunque vi sia all'interno di ricorrere al proprio potere magico. Detto questo, i due ninja si trovano davanti l'ingresso (all'esterno) della Foresta, davanti al cancello col chakra ancora perfettamente funzionante. Cosa decideranno di fare? [ Missione S ] [ Turni: ? ] [ Tempo: -- ] [ Ore: 15.16 ]

15:32 Mekura:
 Il vento ulula, o forse è solo l'eco della sua mente mentre si trova di fronte ai suoi spettri del passato? Poteva rivedere quello che aveva fatto in modo tangibile come se si stesse rivedendo in quel preciso momento, la figura, il volto di Hiashi, le sue ferite, la sua morte la stavano risucchiando dentro il cuore della foresta in modo prematuro. Non sa neppure lei come controllare le emozioni all’interno della sua mente: i dubbi, le incertezze, le paure, i rancori, la furia sopita che brucia e l’ha consumata fino a quel momento. Non era la stessa che è entrata in quella foresta la prima volta, non più forte, non più sicura, non è quello che doveva essere, non lo è mai stata. Prende un lungo respiro guardando di fronte a se, voleva bruciarla quella foresta, eliminare quel cancro dalla radice, ma cosa avrebbe comportato? La perdita di un luogo importante per il villaggio, innumerevoli danni a fauna e flora, perdita di un campo di simulazione al combattimento storico del villaggio, per non parlare di quella macchina infernale che blocca il chakra: si tratta sempre di attrezzatura sperimentale del villaggio. No, come consigliere, seppure il suo cuore le diceva che doveva distruggere tutto, la mente le diceva altro. Si stava battendo già contro se stessa, ogni giorno della sua vita e sentiva il suo corpo completamente teso..ma nel suo cervello? Solo confusione. Quei sentimenti sono così forti che creano un blocco tale da non pensare altro se non al suo fallimento. Indosso porterebbe una armatura di cuoio nera, la solita composta da pettorina di pelle stretta al petto legata sui lati e che scende fin sotto i fianchi. Una gonna di tessuto grigia al di sopra della pettorina partendo dai fianchi scende fino a sopra le ginocchia aprendosi sempre sui fianchi in modo tale da non limitare i suoi movimenti. In modo apparentemente discontinuo si troverebbero quasi impercettibili delle linee grigie a forma di scaglie che si ripetono all’interno del tessuto. Un coprispalle che coprirebbe il collo, spalle fino agli avambracci è fatto completamente di scaglie di cuoio che si ripetono con le punte leggermente sollevate, in modo tale da simulare ad ogni movimento delle articolazioni il movimento del corpo di un serpente un evidente tributo alle sue stesse evocazioni. Una linea bianca scende dal centro delle spalle. Sotto la gonna si trovano un paio di pantaloni neri aderenti ed elastici, il resto è composto da un Paio di guanti ninja, Un paio di Schinieri protettivi, un cosciale legato alla gamba destra e una tasca portaoggetti. Come equipaggiamento all’interno della tasca posteriore la donna porta 2 fuuda per la sostituzione con all’interno un tronchetto a testa, pennello ed inchiostro, 2 fuuda liberi, ed uno stock di fumogeno insieme a due tonici (uno per il chakra l’altro coagulante, entrambi speciali) , nel cosciale portakunai terrebbe all’interno 6 kunai, 3 collegati a delle carte bomba. Solleva il capo cercando di prende un lunghissimo respiro, andando a chiudere gli occhi mentre cerca di dare fonte ai consigli che le sono stati impartiti da Magnus. Vale la pena combattere, anche solo per morire. Non deve più tirarsi indietro, non può più farlo, in questo frangente ha davvero poco da perdere e tutto da guadagnare. SI mette in ginocchio tenendo sempre gli occhi chiusi e da terra afferra della terra andando a strisciare con le dita sulle superficie e poi si sfregherebbe le mani tra loro rimanendo ferma così quasi in posizione di preghiera cercando di escludere tutto, i suoi dubbi, le sue paure. Ripensa a cosa simboleggia a cosa ha fatto fin ora, al fatto che, fortuna o destino non sono risposte giustificabili a spiegare perché sia ancora qui, in questo compito, in questa mansione. CI doveva essere qualcosa di più di questo, che questo errore che si considera, non è del tutto sbagliato. Cerca di tranquillizzarsi rimanendo ferma per dieci secondi. Dentro, fuori, dentro, fuori è il mantra del suo respiro mentre cerca di dimenticare chi sia lei, o meglio come si considera se stessa. Ha sempre cercato, con scarsi risultati di cambiare la sua pelle, di prendere ispirazione dai serpenti con la quale ha stretto un patto. Ogni sforzo sembrava non ripagarla abbastanza, sembrava che invece non portasse a nulla se non alla sua rovina a rendersi così debole tanto da costringerla a rimanere in ginocchio prima di una missione a calmarsi, sarebbe il caso di reclamare quello che le spetta, che sia la morte o la dignità perduta. Apre gli occhi e si rimette in piedi continuando a controllare il respiro, prendendo in considerazione solo ora Azrael. SI lecca le labbra guardando fisso di nuovo l’entrata alla foresta della morte a circa 5m da questo valutando l’attuale problema che devono affrontare prima di entrare: l’emettitore di campo anti chakra. < il raggio di quello strumento è ampio come l’intera foresta, fa da centro la torre di controllo utilizzata durante gli esami chiunin. Il piano di Hiashi e il mio era quello di penetrare all’interno della struttura sapendo che vi era un solo nemico e disattivare gli emettitori, purtroppo non è andata così. Abbiamo notato comunque che, seppure abbiamo danneggiato uno dei macchinari in uno degli attacchi di guerriglia da parte dei nemici, il campo continuava a persistere e non era indebolito. Il che fa supporre che, o si eliminano un gruppo sufficiente di macchinari, oppure si devono eliminare tutti quelli perimetrali, ma non lo so per certo, le mie ricerche supplementari non hanno portato a molto di più> la voce ha un certo tono disturbato ed infastidito al solo pensiero. <non che non avessimo controllato dall’esterno dove fossero, ma a quanto pare, il capo impedisce addirittura di vedere cosa c’è all’interno con il Byakugan, ho dovuto chiedere aiuto in un secondo momento al precedente consigliere di identificare la posizione di quegli arnesi attraverso gli insetti facendo tutto il giro di perimetro> incrocia le braccia tra loro dopo quella spiegazione guardando Azrael con la coda degli occhi prima di abbassare il capo prendendo fiato <...lo voglio vivo,per un po’> commenta la donna alla fine senza guardare il Nara <sarebbe anche il caso di tenere uno dei due anbu vivi, capire come siano stati in grado di portare fuori di prigione un pazzo assassino senza destare sospetti e prendere il controllo di prototipi che hanno causato la morte di un’altro gruppo di Anbu e due gruppi di ninja regolari. Ma soprattutto come mai io e Hiashi siamo stati inviati in una missione suicida senza che potessimo sapere di questo, “piccolo” dettaglio> è abbastanza chiaro a cosa volesse alludere la Hyuga: gli Anbu potevano avere uno stronzo o più di uno nelle loro fila. Stringe le mani così forte che se fossero scoperte si vedrebbe il bianco delle nocche e il rosso uscire dal palmo dove le unghie premono. <quindi vanno eliminati quegli apparecchi, sono elettrici visti i fili che li collegano alla torre. Ma entrando dentro il nostro intero chakra verrà smantellato probabilmente anche della strumentazione, quindi...o creiamo un attacco massiccio senza chakra andando in giro per la foresta a tagliare tutti i fili per i macchinari e rischiari di essere presi di mira, oppure un diversivo, un attacco massiccio. Un’altra cosa: loro sono in vantaggio. Usano una sorta di bracciale che permette l’uso del chakra, io e Hiashi li abbiamo distrutti, ma non sembravano preoccupati, probabilmente ne hanno diversi di riserva> lo guarda aspettando che Azrael le dica qualcosa in modo da poter ragionare con lui prima di entrare. [Equipaggiamento : Armatura leggera – Schinieri – guanti ninja | armi e strumenti: portaoggetti: tonico curativo x 1, tonico chakra x1, fumogeno x1, fuuda con tronchetto 2x , 2 fuuda liberi | cosciale porta kunai 6 kunai , 3x carte bomba già legate]

16:20 Azrael:
 Eccoci qui, in una missione pericolosissima e in cui un importante shinobi ha perso la vita un po’ di tempo fa. Non è insieme a Kaori e questo, inevitabilmente, lo innervosisce. Non aiuta il fatto che Mekura sembra non notarlo assolutamente la presenza del Dainin. Egli indossa una maglietta nera che aderisce perfettamente al torace e alle braccia allenate, una cinta di cuoio regge un paio di pantaloni di cotone scuro, che contrasta con la pelle diafana, ma che lo rende una sorta di ombra scura. Guarda la ounta delle proprie scarpe, di pelle, con un leggero tacco al livello del tallone, mentre ascolta le direttive della ragazza che ha già vissuto quella missione e che, certamente, ha più informazioni di lui. < Se dentro non avremo chakra dovremo stare attenti a gestire le nostre energie. > Esamina con cura la situazione, di cui non era del tutto allo scuro, ma non la conosce alla perfezione. È tanto tempo che non passa delle ore intere senza chakra. < La FDoresta della Morte è enorme e ci scopriranno immediatamente. Teniamoci pronti ad ogni evenienza. > Prosegue, prima di dire la propria facendo spallucce, forse u po’ troppo incurante ed arrogante < Se la macchina centrale è nella torre, andiamo alla torre. Uno dei due li tiene occupati, l’altro distrugge o disattiva la macchina e li uccidiamo. > E qui si ritrova a girarsi di scatto, quando la donna dice di volerlo vivo, per potersi accuratamente vendicare. Lo sguardo del Nara è serio, piuttosto severo, tipico di chi non vuole evidentemente perder tempo. < Sono un grande fan di vendetta e torture, ma se dovesse capitare che io lo uccida in combattimento per necessità, non mi considererò responsabile. > Conclude, tornando a guardare la recinzione della foresta, portando le mani al petto a formare il sigillo del cane per portare il chakra all’interno del naso, per irrorare i nervi che dall’organo di senso arriva sino alla corteccia cerebrale adibita alla decodificazione degli odori. L’energia verrebbe fusa a questa zona del cervello in modo da trasformare il suo olfatto in quello di un vero e proprio segugio. Se fosse riuscito a far ciò andrebbe ad avvicinare il volto alla recinione per annusare profondamente l’aria, in modo tale da – idealmente – assicurarsi della presenza di persone nel raggio di quarantuno metri. Il suo equipaggiamento, data l’occasione, è leggermente diverso dal solito. Oltre al vestiario porta con sé una limitata ed insolita scelta di armi ed oggetti. Si è ritrovato a leggere della situazione alla Foresta della Morte, seppur solo vagamente, grazie anche ai fascicoli in Magione. La zona è stata chiusa al pubblico dopo la fatidica missione di grado S che ha visto la dipartita del caro Hiashi e, da quel che ha capito, non è consigliabile fare affidamento sulle arti magiche, di cui il Nara fa il proprio cavallo di battaglia. Le protezioni che porta indosso sono formate da delle strisce di cuoio resistente che reggono sottili placche in metallo opaco a protezione di avambracci e stinchi, forgiate su misura per fare in modo che la loro dimensione errata possa interferire con i di lui movimenti. Non è solito portare armature, né leggere né tantomeno pesanti, per evitare l’ingombro e, diciamocelo, anche per non intaccare il proprio stile, piuttosto caratteristico e riconoscibile, ragion per cui anche la missione odierna non fa eccezione, per quanto la cosa possa metterlo in pericolo. Le mani sono protette da dei guanti di pelle a mezzedita, la cui placchetta metallica ricopre il dorso, senza ostacolare la chiusura delle mani a pugno o l’impugnatura di qualsivoglia oggetto. Alla cintola, per la precisione dietro la schiena, sia in prossimità del rene destro che di quello sinistro, sono posizionati due portaoggetti di pelle scura che recano al loro interno diversi oggetti. All’interno di quello di destra vi sono due tonici curativi e curativi speciali, due tonici recupero chakra e recupero chakra speciali, un paio di fumogeni, dei fuuda atti alla sostituzione, dei fuuda bianchi ed un set formato da pennello e inchiostro che potrebbero occorrere per formare alcuni particolari tipi di kanji sui foglietti bianchi. Nell’altro portaoggetti, invece, lo spazio è totalmente occupato da veleni di diverso tipo, le cui boccette sono accuratamente etichettate, addirittura co delle scalanature in rilievo per riconoscere anche solo al tocco le varie tipologie di tossina in esse contenute. Il Dainin, però, non è affatto un ninja improntato sulla difesa o sull’utilizzo degli oggetti, ragion per cui ha con sé un discreto quantitativo di armi. Partendo da quelle di taglio più piccolo si può notare come ad entrambe le cosce e ai bicipiti siano allacciati dei portakunai, del medesimo colore del vestiario sottostante e che recano al loro interno lo stesso numero di kunai, per la precisione nove per zona. Alcuni di essi hanno le lame intrise con del veleno allucinogeno S, quello che il Dainin ritiene sia il più letale, specie in questa situazione. Altri kunai, invece, sono privi di aqualsivoglia tipo di tossina, atti soltato a ferire l’avversario o a sporcarli di veleno in caso di necessità specifiche, altri ancora, invece, sono intrisi di Veleno Inibente, un tipo di veleno particolare e con cui il Nara non ha avuto mai esperienza, ma che potrebbe rivelarsi particolarmente utile. Passando alle armi di cui è fortemente sconsigliato il lancio, porta con sé la sua enorme Zanbato, ben legata dietro la schiena in modo tale che non impedisca il movimento delle gambe, ma anche in modo che lo spessore della lama, che in larghezza è di sessanta centimetri, protegga la zona delle spalle e della schiena. Il manico della grande e pesante arma spunta dalla spalla sinistra del Dainin, essendo la sua lunghezza complessiva di due metri. Ai fianchi il Nara porta una coppia di ninjato, arma preferita dalle forze speciali Anbu, che differisce dalle solite katane per portata, avendo una lunghezza complessiva di poco meno di un metro, ma il cui uso favorisce la maneggevolezza e la rapidità. Nei foderi di queste ultime è stato versato un veleno tossico S che ne impregna le lame, in modo tale da renderle più letali di quanto non siano già solitamente. Non porta indosso fuuda di alcun tipo, né potenzianti, né dell’empatia, fatta eccezione per quello che lo collega a Kaori, che non riesce a lasciare a casa, anche quando non è in missione con lei, per mandarle un unico messaggio, prima dell’effettivo inizio della missione. “Sono alla Foresta della Morte, per risolvere la questione per cui morì Hiashi. Potrei avere difficoltà a comunicare col sigillo dell’empatia, ma conto di tornare per cena. Ti amo.” E a questo punto, se non avesse individuato nemici nelle immediate vicinanze, farebbe un cenno del capo a Mekura, prima di compiere i primi dieci metri all’interno della Foresta per notare cosa accadrà e per studiare più precisamente un piano.{ Armature: Guanti ninja (uno per mano) | Vambracci (Resistenza 4) | Schinieri (Resistenza 6) } – { Portakunai e shuriken (uno per arto): 9 kunai (coscia destra) | 9 kunai con veleno allucinogeno S (coscia sinistra) | 9 kunai con veleno allucinogeno S (bicipite destro) | 9 kunai con veleno inibente (bicipite sinistro) } – { Portaoggetti (due attaccati alla cintura dietro la schiena): 2 Tonico curativo, 2 Tonico curativo speciale, 2 Tonico recupero chakra, 2 Tonico recupero chakra speciale, 2 Fumogeno, Pennello e inchiostro, 2 Fuuda per Sostituzione, 5 Fuuda vuoti, 5 Carta bomba , 2 Veleno Allucinogeno S, 9 Veleno Composito Speciale } – { Armi: Zanbato (dietro la schiena) – 2 Ninjato con veleno tossico S (uno per fianco) } – { Chakra 125/130 | Addestramento ANBU – Segugio 2/4, Movimento nella Foresta di 10 metri ¼ }

Tutto par essere inquietantemente silenzioso nei paraggi. A parte il respiro dei due ninja non s'ode nulla tutt'attorno se non, forse, il lieve fruscio delle chiome degli alberi che abitano la Foresta nel momento in cui un qualche alito di brezza va a soffiare gentile. I due parlano, si scambiano informazioni ed idee e solo a quel punto Azrael decide di ricorrere ad un piccolo trucchetto appreso durante i suoi anni in servizio come ANBU. Andando a potenziare il proprio olfatto grazie all'ausilio del chakra ancora attivo, l'uomo cerca qualche indizio che possa metterli in guardia, qualche informazione che possano sfruttare a proprio vantaggio una volta all'interno del posto. Grazie ai suoi sensi da segugio, il Nara si ritrova ad analizzare l'aria e gli odori presenti fino a percepire con violenta chiarezza l'olezzo del sangue. Un odore pungente, ferroso e penetrante che impregna l'aria una ventina di metri oltre l'ingresso nella foresta, verso la loro destra. Non avverte altri odori particolari nelle vicinanze se non quello della terra, di fiori selvatici e di ferro. Che quest'ultimo dipenda dalla recinzione proprio davanti ai due o da altro non è chiaro, ma a parte questo, nient'altro sembra catturare la sua attenzione e quella dei propri sensi nelle immediate vicinanze. Se quanto ricavato non l'avesse allarmato, Azrael avrebbe fatto strada verso l'interno della Foresta iniziando ad incamminarsi per una prima decina di metri con massima cautela. Tutt'attorno non vi sarebbe altro che vegetazione fitta, abbastanza da rendere l'aria più densa e l'atmosfera più cupa: le chiome rigogliose degli alberi massicci costituiscono quasi una sorta di tettoia naturale da cui filtra ben poca luce rispetto a dove si trovava poco prima, senza però ostacolare una normale visuale. Superati i primi 5 metri, tuttavia, ecco che -d'improvviso- Azrael può rendersi conto di aver varcato il fatidico confine. Basta un semplice passo ed il suo corpo si fa d'un tratto più pesante, più lento ed i suoi sensi meno affinati. Il chakra va dissolvendosi nel suo organismo e la missione ha inizio. [ Missione S ] [ Turni: Mekura - Azrael | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Ore: 16.42 ]

17:10 Mekura:
 Guarda Azrael osservando di nuovo l'entrata. Tutta la preparazione che ha fatto alla fine ha portato a questo: ripetere gli stessi passi, spera solo che questa volta abbiano abbastanza forza da superare le avversità. Sorride tra se e se sentendo quella affermazione <...comprendo, del resto il senso di questa missione alla fine è eliminare il problema e liberare la foresta della morte. A tal proposito, passiamo a chi ho affrontato: un senjuu e un Aburame> sospira la donna scuotendo il capo <si sono mossi così silenziosamente da non farsi vedere/sentire, quando ci attaccavano erano sempre in vantaggio, Il senjuu è quello più pericoloso solo perché ha una intera foresta dove potersi mescolare, l'Aburame tuttavia può avere spie ovunque grazie agli insetti...il "cuoco" non ha mai partecipato alla battaglia, si è messo in disparte fin quando non abbiamo distrutto i bracciali al costo di ferite piuttosto gravi, ha dato lui il colpo di grazia a Hiashi> Digrigna i denti ripensandoci mentre dopo che questo avesse dato a lei il segnale di procedere si zittirebbe annuendo verso questo prendendo un ulteriore lungo respiro sapendo cosa l'avrebbe aspettata: inizierebbe perciò ad avvicinarsi verso il Nara tentennando per un attimo solo quando supererebbe il confine della barriera antichakra. Scuote il capo mentre sentirebbe tutto il disagio del chakra dissipato violentemente e percorrerebbe quei metri necessari in modo da affiancare Azrael, cercando di fare attenzione a dove mette i piedi per non fare troppo rumore, solleverebbe le mani cercando di attirare la sua attenzione e gesticolerebbe con queste in modo da parlare con il linguaggio dei segni, lo stesso con il quale comunicava con Ken. Azrael dovrebbe comprenderla, ma per sicurezza farebbe un tentativo "riesci a capirmi?" domanda continuando successivamente dopo una pausa di qualche secondo per dare il tempo al Nara di risponderle "comunichiamo in questo modo? meno rumore facciamo meglio è" Al momento non può aiutare più di così. "da questo momento in poi siamo più in pericolo che mai, riguardo al piano di arrivare alla torre con qualcuno che faccia da esca, sono d'accordo ma cerchiamo di fare attenzione...se la fortuna ci assiste potremmo avere una occasione da sfruttare. Sono costretti a cacciare per mangiare, potrebbero esserci trappole in giro per non costringere sempre qualcuno ad andare a caccia, se la fortuna è abbastanza potremmo sfruttare tale evento per ucciderne uno." era una rosea aspettativa, davvero eccessiva. Ma era una possibilità. Lascerebbe stare per ora Azrael, nel caso avesse anche lui un piano e volesse dirlo anche a lei. Per il resto, nelle attuali limitazioni e nelle condizioni in cui si trova cercherebbe di stare in allerta guardando all'interno della foresta cercando di recepire quanti più suoni sospetti. [stesso equip | chakra OFF][1/4 di turno di movimento]

17:26 Azrael:
 Le aroole della donna si frappongono tra sé e gli obiettivi, con delle informazioni piuttosto interessanti < Senjuu e Aburame. Ricevuto. Facciamo attenzione a dove mettiamo i piedi sia per insetti che per qualche radice strana. > Il naso viene violentemente colpito da un olezzo pungente, ferroso, estremamente più aspro di qualunque altro odore che abbia mai sentito. Non perché sia un odore a lui sconosciuto, anzi, ma unicamente perché il chakra lo ha reso molto più ricettivo e sensibile a questo genere di cose, persino l’odore del sangue gli sembra diverso. Viene da destra e quando il Nara azzarda a fare un paio di passi, sembra come se la gravità lo stesse schiacciando al suolo. Il volto si contrae appena, le gambe si flettoo e la schiena si ingobbisce in avanti per contrapporsi al peso della zanbato. < Cazz-- > Mormorerebbe, salvo poi tapparsi la bpocca per evitare di perdere l’effetto sorpresa. La sensazione che viene dall’essere privato del proprio chakra è orribile, lo fa sentire insicuro, come lo avessero forzatamente spogliato. Tutto quel che ha è quella sensazione, quell’odore proveniente dalla destra. Potrebbe non essere assolutamente nulla, certo, ma potrebbe altresì essere qualcosa. Non dovrebbe essere una persona, le persone non odorano unicamente di sangue, ma anche di sudore, la loro pelle ha uno specifico profumo. Quel ferroso odore di sangue appartiene ai cadaveri, di solito, o a qualcosa intrisa di liquido cremisi, magari un’arma, qualcosa del genere. Si dirigerebbe in quella direzione, voltandosi prima in direzione di Mekura per cogliere i di lei gesti, ricordado con una tenerezza ed un amore sicuramente fuori luogo gli insegnamenti sul linguaggio dei gesti che Kaori gli ha impartito per comunicare con Ken, rispondendole dapprima con un cenno di assenso della testa, poi cominciando a muovere le mani per risponderle. << Ho sentito odore di sangue in questa direzione. Magari è proprio per quel che hai pensato tu, ma certamente è qualcosa. >> Le comunicherebbe a gesti, prima di piantare lo sguardo a terra, cercando di posare le punte dei piedi in zone in cui non vi sono ramoscelli secchi o foglie che potrebbero far troppo rumore, assottigliando lo sguardo per cercare dettagli che possano sembrargli strani o che possano fermare la di lui camminata. Seguirebbe la pista olfattiva che ha intuito precedentemente, tenendo sempre orecchie ben tese, occhi ben aperti e persino l’olfatto sempre attivo per cercare di percepire ogni singola cosa che possa attrarre la di lui attenzione. { Chakra OFF – Equip come sopra – Movimento di X metri ?/4 di turno }

Mekura raggiunge Azrael all'interno della foresta giungendo anche lei nel punto ove il chakra viene meno. Contrariamente al Nara ella non viene gravata di particolari pesi dovuti al proprio equipaggiamento e sente meno del compagno di missione il peso di questa mancanza, almeno da un punto di vista puramente fisico. Fortunatamente, grazie comunque agli allenamenti fisici svolti dal Dainin nel corso del tempo, la sua massa muscolare è abbastanza resistente ed avvezza alla fatica da concedergli ugualmente di trasportare il proprio equipaggiamento senza incappare in alcun tipo di rallentamento. Ad ogni modo, memore dell'odore del sangue da poco percepito, Azrael decide di muoversi verso la loro destra per cercare la fonte di quell'odore dopo aver comunicato con Mekura grazie al linguaggio dei segni quanto ha appena percepito. Mentre la Hyuga rimane sul posto ad osservare la situazione ed assicurarsi che niente si muova attorno a loro, Azrael si avvia verso il punto da cui gli è parso di sentir arrivare la traccia di sangue muovendosi di un'altra decina di metri nella boscaglia. Evita radici, rametti, foglie secche, attutendo il più possibile i rumori grazie all'idea di muoversi in punta di piedi: un po' più lento del solito, ma molto più silenzioso. Mentre egli brucia questa distanza, Mekura può sentire -concentrata nella percezione di suoni e movimenti più che in un concreto atto fisico- un frusciare che potrebbe essere scaturito dal semplice soffio del vento fra gli alberi, oppure da qualcosa di molto grosso che si sta muovendo. Azrael, nel mentre, intento a cercare qualunque cosa potesse emanare un simile olezzo sanguigno, si ritrova a fermarsi -a circa dieci metri da dove s'era fermato poco prima- nel vedere disteso ai piedi di un albero -10 metri più avanti-, pancia sotto, un uomo sinistramente immobile. Una larga chiazza di sangue si apre da sotto il corpo dell'uomo, non particolarmente fresca ma anzi vecchia probabilmente di diversi giorni a giudicare dal colore scuro della pozza marroncina sotto il suo petto e armi di vario genere sembrano essere riposte in foderi e tasche del suo vestiario. Vambracci schinieri e spallacci rinforzati, assieme ad una fascia attorno alla testa, lasciano presupporre che si tratti di un ninja ma, fino a che non ci si avvicinerà non si potrà sapere con certezza. [ Missione S ] [ Turni: Mekura - Azrael | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Ore: 17.51 ]

[EDIT: Mente, forza, resistenza e agilità vengono dimezzate. Genjutsu e Ninjutsu inutilizzabili. Chakra off per entrambi e conoscenze utilizzabili a patto che non richiedano l'utilizzo del chakra o una statistica minima che superi le vostre attuali.]

18:46 Mekura:
 C'è qualcosa alla fine, sangue. SOlleva un sopracciglio guardando Azrael mentre questo partirebbe seguendo la pista olfattiva che lui ha individuato. Mekura manterrebbe le distanze, una decina di metri nella boscaglia di differenza. Rimarrebbe ferma sul posto, in silenzio tenendo lo sguardo verso la direzione di Azrael. In quel momento un fruscio. Mekura farebbe un solo un breve cenno con la testa, continuando a rimanere sul posto valutando le prossime azioni. Potrebbe essere solo una reazione isterica, urlare ad Azrael per una brezza scambiata per un assalto è prematuro e pericoloso, tuttavia bisogna prepararsi e non lasciare nulla al caso. Considererebbe la situazione e gli avversari, il modo come hanno attaccato in passato e attaccherebbero. Si inginocchierebbe lentamente portando indietro la gamba destra con la punta delle scarpe che puntella sul terreno mentre la sinistra è piegata quasi a 90°. SI guarderebbe attorno lentamente facendo attenzione a non dare troppo nell'occhio usando anche la coda dell'occhio se necessario valutando l'ambiente attorno a lei. Prenderebbe un lunghissimo respiro inalando con il naso e gonfiando il petto, così da riempirsi degli odori attorno a lei cercandone qualcuno che potesse essere estraneo al luogo. La mano destra scivolerebbe verso
il terreno. Porterebbe la schiena in avanti in modo che l'orecchio destro potesse quasi toccare il terreno in modo che potesse percepire passi diretti verso la sua direzione nel caso vi fosse qualcosa a terra. Se fosse riuscita a indagare di più sul suddetto fruscio e scoprire qualcosa, Mekura si solleverebbe in piedi e con attenzione cercherebbe di spostarsi allontanandosi dalla direzione del rumore o suddetta tale di circa 7m cercando tuttavia di muoversi
con una traiettoria quanto più diagonale in modo da ridurre di 7m di distanza da Azrael cercando di utilizzare la stessa boscaglia per nascondersi. Azione che cercherebbe di studiare al meglio che può: nascondersi in un mare di alberi e radici e pretendere di avere le spalle coperte è molto difficile sopratutto con un Senju, può solo sperare che per ora non sia stata individuata sempre che si tratti di nemici. Farebbe attenzione e cercherebbe un posto dove potesse limitare quantomeno la propria visibilità. Fino a prova contraria non sarebbero in grado di vedere oltre una grossa superficie e impiantarsi il Byakugan di Hiashi è un rischio inutile senza specialisti. Potrebbe attaccarla sommariamente e con un attacco usando gli alberi come l'ultima volta, ma anche in questo caso seppure massiccio, si tratterebbe comunque di un attacco alla cieca. SI apposterebbe quindi non stando attaccata dall'albero dietro il quale si sarebbe nascosta dietro un albero abbastanza spesso da coprirla se non avesse trovato niente di meglio tenendo da questo una distanza di 2m, aspettandosi un attacco improvviso e così si preparerebbe rimanendo in attesa. Purtroppo non ha modo di poter avvertire Azrael in questo momento, ma è ad una distanza accettabile per poterlo aiutare e non distanziarsi troppo. [turni 1/4 utilizzato per percepire l'ambiente | olfatto (30 m max contando il dimezzamento mentale) | tattile | udito | vista - 1/4 movimento 7m (contati i 2m di distanza dall'albero dietro il quale si nasconderebbe) - resto del turno attesa possibile attacco nel caso ci sia] [stesso equip]

18:56 Azrael:
 Quel che il Dainin scorge seguendo le tracce di sangue è, come si aspettava, un cadavere. Sembra un nija e non aveva un odore di… vita. Il sangue è piuttosto secco, l’uomo deve essere morto da diverso tempo. fosse una trappola lo avrebbe percepito, una persona può fingersi morta, anche il Nara ne è capace, ma non può mascherare il suo odore, non così bene perlomeno. Non è di suo gusto toccare i cadaveri, né essere disarmato nel momento in cui dovesse trattarsi di una trappola, ragion per cui porrebbe le mani sull’elsa della zanbato per portare il piatto della lama a far da perno tra il terreno ed il corpo del malcapitato, tentando di far quel minimo di forza che dovrebbe bastare per voltarlo e, quantomeno, scoprire a quale villaggio egli appartenga. Si prenderebbe tutto il tempo necessario per compiere questo gesto, cercando di fare il meno rumore possibile. Lo sguardo vagherebbe attento su tutto il corpo del cadavere, qualora fosse riuscito a girarlo, per scorgere la possibile causa della sua morte o eventuali tracce che possano dare maggiori informazioni. Adopererebbe il piatto della grossa lama per spostarne il capo o gli arti per far sì che nessun genere di dettagli gli rimanga ignoto. Se fosse stato in grado di assicurarsi che quel corpo non è soltanto un nemico intento a fargli una brutta imboscata, si volterebbe per scorgere l’attuale posizione di Mekura o eventuali gesti atti a comunicargli qualcosa. Il trasmettitore funziona a chakra, il sigillo dell’empatia anche. Forse, di ritorno da questa incresciosa missione, dovrebbe consigliare alla gestione del Villaggio di far funzionare qualche apparecchio con la tanto amata elettricità, magari a pile. Sorvolando su quesioni di tipo logico, comunque, voltandosi dovebbe notare la sparizione di Mekura dalla sua precedente posizione, capendo che ha probabilmente visto o sentito qualcosa. Un nemico, magari. Gli occhi del Nara non si sposterebbero assolutamente in direzione di Mekura, che dovrebbe essersi saggiamente nascosta, ma aggirerebbe il cadavere in modo tale da non dare le spalle alla possibile minaccia, cercando sempre e comunque di fingersi assorto nell’atto di osservare quel corpo morto. Ne disegerebbe i contorni con lo sguardo, non sollevando affatto lo sguardo nella direzione di qualunque cosa da cui si stia rifugiando Mekura. vuole far credere al nemico due cose: di essere solo e di poter essere colto alla sprovvista. E, intanto, continuerebbe a sfruttare unicamente la visione periferica dell’occhio per non farsi sorprendere da attacchi frontali, usando il resto del proprio campo visivo per scandagliare il corpo, cercarne oggetti potenzialmente utili, magari il tanto famoso braccialetto, magari qualche meccanismo della macchina che devono disattivare, o anche solo informazioni sulla fascia – che crede sia un coprifronte – che il giovane porta legata alla fronte. la zanbato tenuta nella sinistra per quanto riguarda la parte più alta dell’elsa, mentre la destra tiene quella più bassa, per evitare di far strisciare la grossa lama sul terreno, generando ovviamente del rumore. E così, da brava e povera esca, continuerebbe il proprio operato, attendendo che sia quella minccia misteriosa a rivelarsi un effettivo pericolo o, magari, semplicemente un soffio più violento degli altri tra le fronde degli alberi. [ Chakra OFF – ¼ per spostarsi dall’altro lato del cadavere – ¾ di osservazione – Stesso equip ]

MEKURA: Il fruscio sentito non par ripetersi eppure nel momento in cui la donna si prostra al suolo per poggiare l'orecchio sul terreno, può avvertire -oltre l'umidiccia sensazione della terra fresca sul viso, il distante ronzio di qualcosa che si muove. Non un suono continuo e costante, non uno stabile strisciare, più una sorta di ritmico movimento che smuove il terreno mandando vibrazioni leggere fin lì. Un qualcosa al quale non si presterebbe mai attenzione, che non si avvertirebbe tramite il semplice star in piedi, ma che diviene più nitido quando l'orecchio entra a contatto con il suolo. Ad occhio nudo, tuttavia, nulla par muoversi nel circondario, forse a causa della fitta vegetazione che caratterizza l'infernale luogo teatro della missione odierna. La ragazza perciò, si muove lentamente bruciando quei 7 metri che la portano ad un paio di metri da un grosso albero dal tronco spesso e nodoso, dotato di radici spesse e doppie, alte, particolarmente robuste. Si nasconde dietro di questo guardandosi attorno, studiando la situazione, avvertendo alla fine la presenza che probabilmente ha causato quel rumore poc'anzi...
AZRAEL: Mentre Mekura si guarda attorno e s'avvicina all'albero, Azrael si avvicina al corpo fino a distare da questo 2 metri [ //OFF: Come avevo detto nel fato precedente la distanza dal cadavere era di 10 metri ]. Mantenendo questa distanza estrae la propria Zanbato per usarla come strumento utile all'analisi del corpo; una volta girato a pancia in su, Azrael può perfettamente notare il foro che si apre sul suo petto e da cui sembra essere sgorgato il sangue che ora giace secco sull'erba circostante. E' un foro tondo dai bordi netti, come se qualcosa l'avesse trafitto a gran velocità. Il foro non ha una controparte sulla schiena motivo per cui si può supporre che non sia stato profondo abbastanza da ucciderlo sul colpo, ma da quella distanza non è facile da dirsi. La fascia attorno al capo altro non è che il coprifronte di Konoha ad indicare che questi sia l'ennesimo ninja vittima dei mostri nascosti nelle profondità di questo luogo: dopotutto, da quando Hiashi è morto, varie altre squadre sono state mandate a cercare di risolvere il problema e nessuno di loro ha mai fatto ritorno. Dati i soli due metri di distanza dal cadavere, il Nara può notare com'egli porti indosso con sé una katana ed una wakizashi ai fianchi, due porta kunai e shuriken alle cosce e due cinturoni trasversalmente posti sul busto a formare una X a reggere una decina di kunai a testa. La pelle è di un bianco grigiastro, consunta e sottile, con chiazze violacee a diramarsi sotto gli occhi vacui e attorno alla bocca scura. Nessun movimento del corpo dovuto alla spinta della Zanbato sembra far scattare alcuna trappola, né sembra risvegliare in alcun modo le membra dell'uomo. Dal momento in cui Azrael aggira il cadavere, si ritrova a notare -dalla nuova posizione- la scia di macchie di sangue che portano dal cadavere fino al folto della vegetazione. Osservando meglio il corpo, comunque, Azrael potrà notare come, accanto a questo, -al suolo- sia presente una sorta di radice grigiastra che si dilunga accanto a lui, come un serpente, mezza nascosta da ciuffi d'erba e radici legnose. [//OFF: il turno di Azrael si divide quindi in 1/4 movimento di 8 metri, (ho calcolato due metri dal cadavere perché altrimenti non potresti raggiungerlo con la spada) 1/4 per spostarsi dall'altro lato dopo averlo mosso con la zanbato e 2/4 osservazione. ]
ENTRAMBI: D'un tratto, proprio mentre Azrael nota quest'ultimo dettaglio, qualcosa cattura l'attenzione di entrambi, solleticando i loro sensi. Mekura ha notato da prima un movimento fra le ombre, qualcosa muoversi fra cespugli e arbusti in lontananza ma ora, una specie di suono acuto simile ad una risata spezza il silenzio altresì sinistro del luogo assieme al fruscio di cespugli ormai vicini. A circa 7 metri da Azrael, oltre il cadavere che sembra frapporsi immobile fra il Nara e la fonte del suono, (e perciò a circa 13 metri da Mekura) compaiono dal folto della vegetazione due figure piuttosto massicce: due animali dalle fattezze che ricordano al contempo sia la figura di un cane che di un felino di dimensioni leggermente diverse. La prima, la più grande, alta al garrese circa 2 metri e mezzo. La seconda alta un metro di meno, decisamente più piccola e giovane, entrambe dal pelo bianco e marroncino, chiazzato qua e là di nero. Quattro zampe lunghe e sottili, orecchie stondate e musi neri da canide: iene. La più piccola annusa l'aria arricciando il naso, mentre la maggiore scopre le zanne bianco-giallastre sollevando il muso con fare minaccioso all'indirizzo del Nara. Come si sa la Foresta è solita ospitare varie specie di animali selvatici motivo per cui è sconsigliato a ninja poco cauti di visitare questo posto. La iena più grande digrigna i denti e, facendosi avanti, brucia la distanza fra le frasche e la posizione di Azrael con un paio di larghe falcate -data la sua altezza. Balza verso di lui con le fauci spalancate, pronta a mordere e dilaniare, le zampe anteriori tese pronte ad atterrare il suo bersaglio per fare di lui la sua preda. Nel mentre, la iena più piccola sembra fiutare l'odore di Mekura perché, correndo nei cespugli, si avvia verso di lei seguendone il profumo: senza bisogno di saltare, la iena corre semplicemente verso la donna uscendo dal cespuglio e cercando uno scontro frontale che vuole vederla azzannarla all'altezza del collo. [ Missione S ] [ 2/4 difesa Azrael ] [ 2/4 difesa Mekura ] [ Turni: Mekura - Azrael | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Mente, Forza, Resistenza e Agilità vengono dimezzate. Genjutsu e Ninjutsu inutilizzabili. Chakra off per entrambi e conoscenze utilizzabili a patto che non richiedano l'utilizzo del chakra o una statistica minima che superi le vostre attuali.] [ FREEZE ]

15:27 Mekura:
 Effettivamente qualcosa c’era: un ritmo costante, un ronzio in lontananza...iene. Da una parte è confortante che fossero solo delle iene, dall’altra sono dei canidi affamati, insidiosi e cresciuti nella foresta della morte. Non il più docile dei luoghi dove nascere e crescere. Forse sono stati attirati dalla carcassa, per questo sono li, Forse effettivamente questa sarebbe una trappola e quelle iene dei “mastini” o degli spazzini che possano fare rumore ed attirare altre attenzioni. Congetture, pure congetture, per ora lei e Azrael devono concentrarsi sui fatti: ci sono due iene, una più grossa dell’altra, si sono divise per puntarli singolarmente, stanno facendo rumore e si, vogliono azzannarli. Nascondersi è stato utile fino ad un certo punto perché non l’ha scampata da un attacco diretto di una delle iene, la più piccola. Dalla attuale posizione, la bestia puntandola sembra mantenere una stabile posizione sul terreno senza saltare. Mekura, senza lasciarsi perdere in troppi pensieri o strategie allunga il braccio destro verso il cosciale sulla gamba destra andando a portare l’indice ed il pollice a staccare il bottone centrale e successivamente infilare indice e il pollice all’interno in modo da stringere attraverso l’anello uno dei kunai all’interno del comparto. Sfilandolo dal portakunai lo afferrerebbe stringendo il manico sul palmo allargando il braccio destro verso l’esterno sollevandolo in linea con la spalla e piegando l’avambraccio in modo tale da tenere la mano che impugna l’arma al livello del mento. Anche il braccio sinistro si muoverebbe allo stesso modo. Piegherebbe le gambe portando la sinistra in avanti con la punta del piede dritta di fronte a lei e la destra indietro il piede rivolto verso l’esterno solo parte della punta premuta sul terreno , non tese non troppo molli in modo da mantenere un equilibrio stabile e pronta a scattare quando la bestia le arriverebbe a ridosso. Il peso è poggiato sul lato destro, la schiena curva in avanti, lo sguardo fisso sulla creatura mentre farebbe attenzione al suo spostamento ed il suo attacco, valutando e calcolando l’esatto momento in cui oltre a correrle addosso avesse cercato di morderla o di artigliarla. In partica si preparerebbe a schivare. [¼] Rimarrebbe in attesa fino a quel momento, pronta alla reazione, sguardo concentrato puntando la bestia il cui l’attacco si approssimerebbe al compimento e che, se portato avanti con successo, avrebbe posto fine alla sua vita. Tenendo conto dei suoi attuali riflessi e disponibilità fisiche per evitare di farsi mordere alla gola e riuscire in tale schivata, agirebbe in un istante cercando di sfruttare un adeguato tempismo ed un suo movimento istintivo, facendo esplodere la propria energia muscolare, spingendo sulla gamba sinistra per sbilanciare ulteriormente il peso verso destra. Distenderebbe la gamba, seguita anche dalla destra e in generale slancio dell’intero corpo verso destra distendendo le braccia e ruotando il busto nella stessa direzione della traiettoria eseguita, cercando di raggiungere la distanza laterale di 2m dalla belva (la quale si troverebbe alla sinistra di Mekura dato che la Hyuga si è mossa verso la propria destra), tuffandosi e tenendo le braccia e le mani in avanti (la destra chiusa dato che sorregge il kunai) in modo che potessero sorreggerla e proteggere la testa una volta avessero toccato terra ove, ancora una volta utilizzerebbe la rimanente forza dello slancio per controllare la caduta del corpo verso destra piegando il braccio a 90°, in modo da rotolare sul fianco per una rotazione e puntellare prima il piede destro e poi il sinistro facendo successivamente forza sui reni e gli addominali così da sollevare il busto tornando in una posizione inginocchiata rigirata in direzione della bestia (o quanto più possibile), con la gamba sinistra in avanti ancora una volta e la destra tenuta più tesa in modo da non far appoggiare a terra il ginocchio e quindi impedire al peso di scaricarsi mollemente sui talloni mentre il busto curverebbe verso destra e ancora una volta il braccio destro sollevato all’altezza della spalla pronta a colpire. [2/4] Se fosse riuscita ad allontanarsi abbastanza dall’attacco messo in atto dalla creatura, la Hyuga si ritroverebbe con la Iena che le darebbe le spalle o anche solo il fianco per via della corsa che ha fatto per raggiungerla, ad una distanza ridotta, potenzialmente pericolosa anche per Mekura se non reagisce in fretta ed è un bersaglio che, seppure non sia grande quanto il suo compagno è tuttavia abbastanza grande da dare possibilità incoraggianti di un colpo pulito in organi vitali. Contando anche l’anatomia della belva, il tempismo della schivata, se fatto bene, la Jounin poteva sperare di colpire e fare male, seppure l’houjutsu non sia proprio la sua arte. Con il braccio armato la Hyuga, il destro, curverebbe il busto verso destra preparandosi al lancio mentre con lo sguardo punterebbe verso il ventre della belva, il punto più largo e con più punti vitali che la creatura presenterebbe. Potrebbe puntare alla testa per accecarle un occhio, ma questo non le servirebbe a molto e l’attaccherebbe con più ferocia di prima. Invece deve puntare a prendere il massimo da ogni singolo attacco, non può fare altrimenti. Caricherebbe il colpo sollevando l'avambraccio con il polso leggermente piegato e la presa poggiata sul palmo destro mentre il pollice si posizionerebbe sopra le altre dita. Solleverebbe il gomito in modo per avere un movimento più fluido del braccio e come un colpo di frusta la donna curverebbe il busto verso sinistra spostando la spalla destra in avanti e di conseguenza il braccio scatterebbe in avanti e cercando di rilasciare l’arma nel giusto momento la farebbe volare in direzione del ventre della Iena, cercando di colpirla con abbastanza forza da penetrare la carne e incastrare il kunai all’interno. Se quella mossa non l’avesse ferito mortalmente, la donna poteva utilizzare successivamente il kunai per eviscerarlo ma per ora, dopo il lancio, non potrebbe fare di più. [4/4] [turni ¼ preparazione - ¼ tentativo di Schivata - 2/4 attacco con lancio di Kunai (x1) ] [stesso equip][chakra off] [agilità 62,5 – forza 15 – hou 10]

Mekura usa Kunai!

15:29 Azrael:
 Non nota nulla di particolare sul cadavere. Un foro piuttosto preciso gli apre il petto, senza continuare sulla schiena, come fosse un qualcosa che lo ha forato per poi ritrarsi, considerando che non sembra esserci nulla all’interno della ferita. Quanto gli sarebbe utile un medico, in questo momento. Quanto gli sarebbe utile il suo personale medico di fiducia. Il pensiero gli fa scuotere debolmente il capo, un piccolo sorriso ad incurvargli le labbra in un momento in cui non v’è assolutamente nulla da ridere o di cui essere teneramente felici. Quel che nota, però, è la presenza di un ramo piuttosto lungo, forse una radice, ma di colore diverso dal sottobosco e della folta vegetazione circostante. Un qualcosa di non vivo. Potrebbe essere, come spera, qualcosa di meccanico, di elettrico, magari collegato a quel che devono affrontare. Non ha, tuttavia, il tempo di approfondire quel piccolo dettaglio, perché dalla direzione che sta tenendo sott’occhio fuoriesce una minaccia. Non quella che si aspettava, certo, ma pur sempre una minaccia. Un rumore piuttosto acuto, simile ad una risata, squarcia il silenzio, portando il Nara a pensare di doversi muovere velocemente, di dover lasciare la zona al più presto in quanto quel suono avrà certamente attratto l’attenzione dei nemici da cui cercavano di non farsi beccare così presto. Senza mostrare alcun cenno di ansia il Nara raddrizzerebbe la schiena, soppesando la pesante arma che porta con sé, ancora impugnata. I due animali, soprattutto quello che lo sta puntanto, hano dimensioni del tutto non naturali. Non ricorda di avervisto un animale sfiorare i tre metri di altezza, neanche Asia sembra così imponente, benché sia molto più massiccia e di conformazione ben più tozza. Quando la bestia digrigna i denti, ancor prima di partire, il Dainin sa di doversi aspettare un assalto. Gli animali selvatici, privi di un addestramento o di un padrone, non brillano di strategia, quindi per lui è assolutamente lecito aspettarsi un attacco frontale. C’è anche da considerare che, tuttavia, non sono del tutto stupidi, anzi, e non richierebbe, la fiera che gli mostra le zanne, attaccarlo rischiando di incespicare in un ostacolo. Quel che è primordiale in tutte le bestie, quando vedono un ostacolo sufficientemente basso è saltare. Immaginando, quindi, di sapere più o meno quello che l’animale ha intenzione di portare a termine, stringerebbe le mani sull’elsa della zanbato per contrattaccare. Non ha il massimo delle proprie energie a disposizione, lo percepisce dal modo in cui l’arma sembri pesare di più, dal modo in cui l’atmosfera sembra gravargli sulle spalle in maniera totalmente differente. Divaricherebbe le gambe in modo tale che la loro apertra non superi quella delle spalle dell’uomo, i pollici tesi sul manico della zanbato e una impercettibile torsione dei polsi verso l’alto dovrebbero portarla a mezz’aria, ma non protesa verso l’alto, formando un angolo acuto con la posizione retta dello shinobi delle ombre. Il piede destro indietreggerebbe appena rispetto al gemello, in modo tale da allargare la zona in cui il baricentro del suo corpo può spostarsi senza perdere l’equilibrio. Avendo il sinistro come perno, dunque, compirebbe una mezza rotazione che lo vedrebbe dare prima il profilo alla bestia che dovrebbe essere in corsa verso di lui, poi le darebbe le spalle, tenendo le mani salde sull’elsa, ma le braccia quasi totalmente distese, tenendo i gomiti quel tanto che basta per evitare problemi alle articolazion. L’arma, in quel mezzo giro dovrebbe innalzare la propria posizione grazie alla forza centrifuga imposta dal movimento, quindi saliire sino a formare quasi un angolo retto col corpo del Nara. Continuando a girare, senza mai avanzare rispetto alla propria attuale posizione, ma restando salndo sul proprio posto, terrebbe spalle, fianchi e braccia perfettamente immobili, ma non per questo rigide, limitandosi ad accompagnare il movimento delle gambe fino al momento in cui dovrebbe ritrovarsi a dare il profilo opposto a quello iniziale all’avversario, quindi dopo aver compiuto un giro di circa duecentosettanta gradi. Solo allora la parte superiore del corpo prenderebbe più nervo ed una parte più attiva in quell’attacco. Le mani si serrerebbero ancor di più sull’elsa della lama, il cui pomello sarebbe rivolto verso la bestia, mentre la lama verrebbe portata in su dalla parte opposta, con la punta verso l’alto. Il braccio sinistro, quello più forte, farebbe da perno utile ad una forza impressa dal violento scatto dei fianchi in direzione del punto in cui vorrebbe colpire. Il braccio destro, invece, verrebbe disteso al contrario del gemello, che andrebbe a piegarsi per avvicinarsi al tronco. Questo movimento dovrebbe aggiungere tutta la forza di cui il Nara dispone al momento anche alla forza data dalla rotazione gravitazionale che l’arma dovrebbe aver preso durante la preparazione di quell’attacco che verrebbe portato verso il muso della belva non di taglio, ma di piatto. È consapevole del fatto che il taglio della lama, se facesse abbastanza danno, la ucciderebbe sul colpo, ma ha deciso di tenere la lama di taglio lungo tutto il percorso, per evitare che l’attrito dell’aria imprimesse meno forza alla rotazione e, al momento dello slancio coi fianchi, l’avrebbe girata di piatto per fare in modo che la maggior parte della superficie venga a contatto con l’animale, per imprimere più forza col proprio colpo e, se anche non dovesse uccidere la iena, girarle la testa in modo tale da renderle impossibile il morso. Se poi questo contrattacco sarà funzionale anche al fine di fracassarle il cranio, tanto meglio. Ad ogni modo, al momento dell’impatto, sia le spalle che i fianchi verrebbero violentemente fatti ruotare per volgersi in direzione del bersaglio, mentre le gambe resterebbero salde e leggermente flesse per assorbire il contraccolpo. Qualora questo colpo di – si spera – enorme potenza avesse messo fuori gioco l’animale, il Nara volterebbe il proprio sguardo verso la posizione di Mekura per assicurarsi che non vi sia alcun bisogno di un suo intervento, per potersi poi concentrare su quell’elemento atipico che ha notato in precedenza. Vi si avvicinerebbe, coprendo quei pochi metri che distavano fra lui ed il cadavere con falcate ampie e rapide, non più in punta di piedi e si abbasserebbe per osservare meglio quanto notato in precedenza. Con l’uso della vista, ma allungando anche la mancina per utilizzare il tatto, potendo da quella posizione poggiare il piatto della zanbato al suolo e tenere sull’elsa unicamente la mano destra, cercherebbe di tastare e vedere di cosa si tratti quella sottospecie di radice di tonalità più simili al grigio, che al verde o al marroncino che ci si aspetterebbe da un elemento naturale. [ Chakra OFF – 2/4 attacco con zanbato – ¼ avvicinamento di 2 metri al cadavere – ¼ osservazione – Equip come sopra ]

MEKURA: L'attacco della iena è piuttosto basilare seppur rapido. La mancanza del chakra rende pericoloso anche l'attacco di una fiera selvatica, soprattutto se di tali dimensioni, ma ciò non toglie che non tutta la potenza di uno shinobi derivi dal solo chakra. Gran parte della forza di un ninja dipende anche dall'esperienza e dagli allenamenti affrontati che in situazioni di questo tipo riescono ugualmente a fare la differenza. Rimanendo lucida e concentrata, Mekura osserva con estrema attenzione i movimenti della bestia senza muoversi di un centimetro così da assicurarsi delle intenzioni della bestia; estratto un kunai lo tiene ben fermo in pugno per poi scattare al momento propizio al fine di evitare il morso della iena. Proprio quando le fauci taglienti della creatura stanno per addentare la sua morbida carne, investendola con uno sgradevole tanfo caldo proveniente dal muso così vicino, Mekura si muove andando ad esibirsi in una corsa con una sorta di capriola a terra finale che la distanzia dalla bestia di 2 soli metri, sufficienti però ad evitare l'impatto delle fauci con la propria pelle. Schiva di poco l'attacco in arrivo, ha sentito l'alito pestilenziale dell'animale investirla, ma è salva ora e-- al comando. Senza più esitare, senza attendere oltre, inginocchiata com'è dalla sua nuova posizione, ecco che la Hyuga lancia il proprio kunai contro il ventre della bestia... graffiandola. La mira è piuttosto buona ma la poca pratica nell'utilizzo delle armi rendono il colpo fiacco e poco incisivo. L'arma arriva a colpire la creatura ma con molta meno forza di quanto fosse desiderato, ferendola superficialmente al ventre e strappandole un ululato stridulo. La iena rizza il pelo, si acquatta a denti scoperti voltandosi verso la Hyuga e, con la rabbia e la paura di un animale feroce negli occhi, parte nuovamente alla carica determinata a mordere la donna, decisamente meno rapida di prima a causa del taglio che le decora il costato, il kunai caduto a terra al momento dell'impatto, macchiato del sangue della fiera.
AZRAEL: Nel mentre che la Hyuga si occupa della iena più piccola, Azrael si ritrova a fare i conti con la maggiore. Assai differentemente dalla sua compagna, il Nara non perde tempo nell'osservare le movenze della bestia, decidendo di partire all'istante al contrattacco. Posizionandosi così da avere un perfetto e stabile equilibrio sul terreno e caricando l'enorme arma all'indietro con una mezza rotazione del corpo intero, si esibisce in un colpo che parrebbe quasi essere l'imitazione d'una mazza che centra al volo una pallina. Col piatto della spada, infatti, Azrael va colpendo in pieno il volto della bestia arrestando non solo il suo salto, ma facendola sbalzare via di un paio di metri fino a farla impattare di fianco contro il robusto tronco di un albero vicino. Del sangue cola dall'orecchio e dai denti della bestia e le sue zampe sembrano muoversi lentamente, quasi a scatti mentre il respiro le si farebbe rapido ed accelerato: pare decisamente spaventata. Considerate le condizioni della bestia, il Nara decide di ignorarla e di avvicinarsi al corpo per meglio esaminare quella radice grigia individuata poc'anzi. Nel chinarsi ad esaminarla nota come erba, rametti e radici paiano quasi volersi avviluppare attorno a questa, inglobandola come un guanto. Tuttavia, nel momento in cui posa la mancina sulla sporgenza, avverte immediatamente la sensazione fredda e dura del metallo sotto le dita. Scostando qualche rametto e ciuffo d'erba, Azrael nota come questa non sia affatto una radice ma un cavo metallico che prosegue da un lato e dall'altro del corpo al suolo -in parallelo- attraversando la foresta. Nonostante i segni di terra e sporco, può notare come in quella porzione di cavo sia dipinto in un riquadro a sfondo giallo, un grande "2" nero. Null'altro di significativo sembra catturare la sua attenzione: il cavo continua verso la zona da cui sono venuti -e quindi verso il limitare della foresta- da un lato e verso la boscaglia più fitta dall'altro, esattamente come le macchie di sangue secco che dal corpo proseguono verso la vegetazione più interna. Che fare? [ Missione S ] [ 2/4 difesa Mekura ] [ Turni: Mekura - Azrael | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Mente, Forza, Resistenza (solo per il calcolo dei danni) e Agilità vengono dimezzate. Genjutsu e Ninjutsu inutilizzabili. Chakra off per entrambi e conoscenze utilizzabili a patto che non richiedano l'utilizzo del chakra o una statistica minima che superi le vostre attuali.] [ Stamina Mekura: 8/9 | Stamina Azrael: 11/12 ] [ Ore: 16.04 ]

[EDIT: Difesa Mekura 1/4 (data la distanza di due soli metri e le dimensioni dell'animale non deve correre per colpirti, le basta sporgersi con la testa per cercare di morderti)]

16:51 Mekura:
 Buone le intenzioni, risultato discutibile: la iena è stata ferita ma è ben lungi dall'essere fuori dal pericolo la Hyuga. Infatti ha messo paura alla belva ma al tempo stesso la sta costringendo seppure le ferite non solo alla ricerca del cibo ma anche a difendere la sua stessa vita. Fatto sta che si muove e non ha neppure bisogno di muoversi più di tanto dato che basta che allunghi le fauci per afferrarla. Dalla posizione attuale sarebbe preparata comunque all'arrivo di un possibile attacco successivo, un calcolo necessario se si vuole un minimo di sicurezza. la Hyuga solleverebbe di poco il bacino facendo forza con gli arti inferiori in modo da alzare la sua figura abbastanza da permettere uno scatto: Manterrebbe l'equilibrio poggiando il peso sulla gamba sinistra mentre la destra si solleverebbe da terra poggiando il tacco in modo che tutta la superficie del piede supporti la sua figura e con questo spingerebbe indietro aiutandosi con il movimento della schiena che curva indietro allo stesso modo nel tentativo di allontanare testa e petto dalle fauci della bestia mentre le braccia si manterrebbero larghe solo per avere maggiore equilibrio durante lo spostamento. L'attacco sarebbe più lento, causa ferita e dolore e limitato nel raggio a causa della stessa manovra della bestia, ma non rischierebbe e procederebbe con il suo tentativo di schivata allontanando successivamente la gamba destra facendola arretrare rispetto alla sinistra. Compierebbe un mezzo passo in più con la sinistra ritornando indietro rispetto alla destra e come un perno lo sfrutterebbe per rigirarsi su se stessa in modo da non doversi muovere a gambero e continuerebbe tale schivata rigirando il corpo per cercare di correre e allontanarsi di circa 5m indietro tenendo frontalmente la belva.Il senso sarebbe allontanarsi ulteriormente dalla creatura e non trovarsi in gioco stretto, sia, seppure con un certo rammarico, fare in modo che Azrael veda la scena e possibilmente, possa aiutarla in qualche modo. Anche qui il motivo della distanza: non vuole intralciare le azioni del Nara il quale intanto avrebbe già risolto il problema con la propria iena, il sacco di pelo a terra non sarebbe difficile da notare. [1/4] Se, fosse riuscita a schivare adeguatamente tale attacco ed a sfuggirvi e se Azrael avesse correttamente, o anche solo voluto aiutarla finendo la bestia, la Hyuga si guarderebbe intorno riprendendo un breve respiro. Terrebbe d'occhio la scena e una volta sicura guarderebbe in direzione di Azrael per controllare come stesse e si prodigherebbe a cercare e riprendere le armi lanciate fin ora, perderle sarebbe disastroso. [1/4 tentativo di schivata + resto del turno ricerca kunai (se iena morta)][stesso equip | chakra off ]

16:58 Azrael:
 La iena che ha imprudentemente scelto di attaccarlo viene scaraentata via dall’inaudita potenza del colpo che il Nara ha caricato. Il braccio formicola, il peso della spada e l’impatto del colpo si riverbera nel corpo del Nara in una maniera del tutto inconsueta. La spalla sinistra ruota sul proprio asse un paio di volte, per cercare di abituarsi a questa stranissima sensazione. Quel che riesce a scoprire esaminando quella che poteva pensare essere una radice è, invece, un cavo metallico recante il numero 2. Come aveva detto Mekura, a quanto pare, ci sono più ripetitori ad inibire l’utilizzo del loro chakra. E se, come la Hyuga ha detto e controllato in precedenza con Hikoboshi, questi ripetitori si trovano al limitare della foresta, quindi alle loro spalle, la via che segue verso il centro della Foresta dovrebbe portare alla torre di controllo. In ogni caso, staccare questo ripetitore dal resto potrebbe essere utile. O forse no, chi lo sa, vorrebbe parlarne con Mekura per assicurarsene, ma quando volta il capo dovrebbe riuscire a vedere solo la belva più piccola che tenta di azzannarla. Gli occhi vengono rivolti al cielo con una buona dose di esasperazione. < In certi cazzo di momenti mi manca usare il marchio. > Mormora a denti serrati e labbra strette, senza pensarci su due volte andrebbe ad estrarre quattro kunai dai rispettivi foderi presenti sulla coscia destra, quelli contenenti le lame non avvelenate. Prenderebbe le giuste msisure osservando bene il profilo della belva e, tenendo i manici dei kunai due nella mano destra e due nella sinistra provvederebbe a rimettersi in piedi, lasciando la zanbato poggiata al suolo, per poi caricare le braccia a formare una X davanti al petto. Farebbe oscillare le braccia in una sorta di sventagliata orizzontale, tenendo i polsi leggermente flessi e le braccia non totalmente spiegati verso l’esterno durante l’atto di caricare il colpo, cercando poi di dare una sorta di “frustata” con le braccia nel momento in cui esse avessero raggiungo l’apice massimo del semi arco che le porterebbe a rilasciare i kunai in una linea retta in direzione della fiera. Essa non si è mossa per attaccare Mekura, non ha cambiato posizione, dunque non dovrebbe riuscire a schivare efficacemente tutti e quattro i kunai. Le direzioni in cui li avrebbe lanciati dovrebbero lasciarli finire tre all’addome dell’animale – girato di profilo dalla prospettiva del Dainin – mentre uno, il più esterno, sarebbe direzionato alla testa del bersaglio, intento ad ucciderlo senza ch’esso emetta un singolo ultimo fiato. Sanno, gli avversari, della loro posizione attuale. Probabilmente presto li raggiungeranno. Il Nara, decisamente spazientito, si assicurerebbe della buona riuscita dei propri intenti, lanciando uno sguardo piuttosto minaccioso alla iena più grande, per assicurarsi che non voglia attaccarlo ulteriormente, prima di rivolgersi a Mekura abbandonando l’idea di utilizzare il linguaggio dei segni. < Recupera i miei kunai e andiamo avanti. Qui c’è il cavo del ripetitore numero 2, lo taglio e seguiamo la scia fino al centro. > Si abbasserebbe per recuperare la zanbato e rivolgerla con la punta verso il basso, tenendo l’elsa ben stretta tra le mani < Probabilmente ci sono delle trappole, probabilmente loro stanno arrivando, probabilmente è una pessima idea andare lì a viso aperto. Non me ne frega assolutamente nulla, rivoglio il mio chakra, il cadavere puzza, le iene anche peggio e me ne voglio andare da qui. > Conclude sbrigativo, senza mai alzare troppo la voce, prima di far forza con entrambe le mani per spingere il taglio della lama contro i cavi metallici, cercando così di tranciarli ed attendendo che Mekura torni al di lui fianco per potersi finalmente avviare verso la morte certa. Non la loro, si spera. [ Chakra OFF – 2/4 lancio di 4 kuai – 2/4 attacco con zanbato per tagliare i cavi – Equip invariato -4 kunai ]

L'idea della Consigliera di allontanarsi all'indietro onde evitare l'attacco della iena è semplice ma efficace. Esce dalla traiettoria del colpo con un movimento rapido ed istintivo del corpo, andando poi a distanziarsi dall'animale di vari metri così da tenersi al sicuro da eventuali nuovi attacchi da parte della fiera in uno scontro ravvicinato che potrebbe vedere la kunoichi in difficoltà. Mentre la donna si allontana, Azrael osserva la scena correndo in aiuto della compagna grazie alle sue capacità più affinate nell'arte armata. Afferrati quattro kunai li lancia con precisione e forza verso l'animale che, concentrato su Mekura, non s'avvede del pericolo imminente se non nel momento dell'affondo. Le lame trafiggono la carne di punta andando a ferire e tagliare vene e muscoli, incidendo abbastanza in profondità da far accasciare la bestia al suolo, inerme ed immobile. Fatto questo, mentre Mekura recupera le armi appena utilizzate dal corpo della iena sanguinante, Azrael riafferra la propria Zanbato, rivelando alla donna quanto ha appena scoperto e approntando un piano improvvisato. O meglio, no. Nessun piano. Sembra quasi più un ordine annoiato. [//OFF: Azrael non usare i 4 kunai dal pannello. Mekura, ti reinserisco un kunai in scheda dal pannello di gestione visto che stai recuperando le armi] Divellere i kunai dal corpo della iena non è troppo difficile: questa, ormai morta, non oppone la minima resistenza e la Hyuga raccoglie i cinque kunai appena utilizzati senza alcun problema. Sporchi di sangue fresco e sgargiante non sembrano essere per altro rovinati e vengono portati dalla donna fino al punto ove Azrael -nel frattempo- si è occupato di tranciare il cavo metallico appena scoperto. Il cavo non è particolarmente grosso o spesso e nonostante un'iniziale resistenza, cede sotto il peso della zanbato e della forza muscolare del Dainin, spezzandosi a metà con solo la comparsa di qualche scintilla. All'interno del cavo sono visibili un paio di fili ricoperti in gomma dall'interno di un rame brillante, uno rosso e uno blu. Nulla sembra accadere a seguito di questo gesto: nessun rumore, nessun urlo, nessuna imprecazione. Solo una specie di fruscio probabilmente dovuto al soffio della brezza fra le chiome degli alberi presenti tutt'attorno. [ Missione S ] [ Turni: Mekura - Azrael | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Mente, Forza, Resistenza (solo per il calcolo dei danni) e Agilità vengono dimezzate. Genjutsu e Ninjutsu inutilizzabili. Chakra off per entrambi e conoscenze utilizzabili a patto che non richiedano l'utilizzo del chakra o una statistica minima che superi le vostre attuali.] [ Stamina Mekura: 8/9 | Stamina Azrael: 10/12 ] [ Ore: 17.16 ]

[Turni invertiti | Ore: 17.37]

18:01 Azrael:
 Quel che vorrebbe fare è andare in mezzo alla mischia e buttarsi. Questo è quel che ha pensato di getto, senza star troppo a fare piani e strategie, ma sarebbe incredibilmente stupido. Soppesa la zanbato che porta con sé ed osserva la donna avvicinarsi. Ne prenderebbe, se concesso, i kunai che ha precedentemente lanciato, riflettendo accuratamente sul da farsi. Andando in mezzo al campo riceverebbe una scossa di adrenalina tale da bastargli per tutta la vita, tutto quel che ha sempre cercato. Ma quali sono i rischi? Quali potrebbero essere i rischi ora che ha chiesto a Kaori di sposarlo? Magari di mettere su famiglia? Non è più un ragazzino che non ha nulla da perdere, è un uomo la cui donna lo attende per cena. < Allora… > Biascica debolmente, non più tanto convinto di voler andare senza un piano. < …forse ho un piano. > Direbbe a Mekura, guardando i kunai nella propria mano. < Io… potrei fingermi morto. Loro sanno che c’è qualcuno, adesso, forse verranno a controllare, così—pensavo che se mi trovassero stecchito qui a terra potrebbero portarmi dal loro capo. Impiegherebbero del tempo e in quel tempo tu potresti fare il giro del perimetro della Foresta per distruggere tutti i macchinari secondari. In questo modo dovremmo riavere il chakra. > Esplica brevemente, iniziando a passarsi il piatto dei kunai sul collo, sulla fronte, in modo tale da sporcarsi di sangue la pelle, evitando accuratamente di sporcare le guance e la zona centrale del viso perché, davvero, quello sarebbe troppo. In caso Mekura non lo fermasse da questo intento, passerebbe allo strapparsi in più punti la maglietta ed il pantalone, cercando di simulare uno scontro fisico al meglio possibile. Allungherebbe, poi, alla donna la ninjato che tiene al fianco sinistro < Tieni, in caso mi disarmino potrò sempre usare questa spada, se me la riporterai tu. > Le sorride, è fiducioso della zollaborazione della donna, come si evince dal lucore negli occhi scuri del Dainin. Per far sì che il piano abbia inizio e per dare il segnale che la Hyuga debba iniziare ad allontanarsi direbbe poche ultime parole < Dietro abbiamo il ripetitore numero 2, davanti abbiamo il centro, fai il giro verso destra e verso sinistra per trovare gli altri. In caso, diamoci un segnale se dovessimo avere bisogno di aiuto. Fai in fretta. > E detto ciò lancerebbe un acuto e fortissimo strillo, cercando di farlo sembrare un lamento di dolore, prima di far calare per sé l’assooluto silenzio e procedere con quanto vorrebbe fare. Si inginocchierebbe a terra, passando le mani nel terriccio sporcandosi unghie e mani, passando queste ultime sotto la maglietta per cercare di rendere difficile la possibile ricerca di ferite evidenti. Poi si stenderebbe a terra, rimettendo la zanbato al proprio posto dietro la schiena e mettendosi proprio con la schiena rivolta verso l’alto, il capo girato sulla destra di profilo, le braccia e le gambe piegate ai lati opposti del corpo in modo tale da sembrare una posizione innaturale, con il ginocchia destro verso l’esterno, la gamba sinistra leggermente allargata e le braccia, con le mani a palmo aperto, distese sul terreno. Terrebbe gli occhi aperti, raccoglierebbe la concentrazione e sfrutterebbe il proprio addestramento da ANBU per regolarizzare il proprio battito cardiaco su una frequenza sempre più bassa, praticamente impercettibile ad orecchio umano, il respiro sarebbe lento, al puto tale da non fuoriuscire più dalle narici o dalle labbra, non facendo più vibrare il petto del Dainin col suo passaggio. Il sangue, dato il rallentamento del muscolo cardiaco, renderebbe la di lui pelle più pallida, gli occhi perfettamente vitrei e spenti, il corpo privo di nervo e di reazione. Sperando che la Hyuga faccia abbastanza in fretta. [ Morte apparente – Chakra OFF ]

18:22 Mekura:
 Azrael abbandona l'idea di usare i segni, del resto è evidente che hanno fatto troppo rumore: il cadavere puzza, le iene pure. La Hyuga butterebbe gli occhi verso le creature, domandandosi se stavano azzannando sul serio per fame oppure se erano ben nutrite, se fossero li più per guardia che per altro. Non controllerebbe, sono fuori tempo massimo al momento, solo l'idea la metterebbe in allerta sulla eventualità e si allontanerebbe con i kunai che sarebbe riuscita a recuperare in mano avvicinandosi verso Azrael per porgergliene quelli usati. Sgrana gli occhi con un breve bagliore di speranza quando sente che ha trovato un cavo, tornando presto amaro: due cavi su quanti? hanno indebolito abbastanza il segnale da poter agire almeno all'interno di quel raggio? Si rivolgerebbe al Nara con un tono basso ma esasperato <concordo..vorrei anche io chiudere la faccenda e si, è una mossa azzardata andare li senza un piano mentre questi dispongono di chakra, io sono quasi morta dopo questa scelta e Hiashi..> sospira chiudendo gli occhi, andando ad incrociare le braccia tra loro. Azrael sarà potente ma, non possono gestire due Jounin. successivamente portando l'attenzione verso il fondo della foresta da dove provenivano le iene e infine verso il cadavere continuerebbe a parlare <muoversi comunque è una idea saggia: sospettiamo che questa sia una trappola, è possibile che sappiano o sapranno che si è attivata e che uno dei fili è stato tagliato> scuote il capo < ho come l'impressione che se andassimo in giro a cercarli, anche se li trovassimo, finiremo in incombere in trappole messe a protezione del loro vantaggio dato dalla macchina...d'altro canto, sarebbe solo una precauzione in più: la macchina permette a loro di uccidere i loro avversari praticamente appena questi entrano di solito, trovare i macchinari è una impresa e ci si rende conto troppo tardi> continua a formulare a voce bassa scuotendo il capo <ma non starei qui a capire se quello che dico è giusto o sbagliato: più ci avviciniamo alla torre più aumentano le possibilità di disattivare la macchina insieme ai pericoli, questo è un dato di fatto> e la preoccupa che già solo affrontare una belva della foresta sia un tale problema, non insormontabile ma comunque logorante, ma con ninja di alto livello la cosa è completamente differente. Rimarrebbe in silenzio per un po' guardandosi intorno, sempre in allerta. Medita su quello che potrebbe fare: non hanno strumenti, almeno non lei per comporre un diversivo, hanno tre cadaveri tuttavia, l'uomo e le iene <da quanto è morto?> domanda la donna cercando idee da sviluppare per un piano, qualcosa di meglio che andare come l'ultima volta con Hiashi. Solleva lo sguardo verso Azrael corrugando la fronte quando sente la sua idea. Rimarrebbe un secondo spiazzata senza realmente sapere che cosa dire. Abbassa lo sguardo e riguarda Azrael andando ad afferrare l'arma data da Azrael reggendola per il manico <si può fare> sembra quasi azzardare un mezzo sorriso mentre ci pensa < è folle, pericoloso e devo cancellare le mie tracce, non so se avremmo tempo per fare tutto prima che qualcosa o qualcuno arrivi...sperando che arrivi a questo punto visto il piano> Corruga la fronte mentre il dubbio la attanaglia: sarà in grado? Azrael ha fiducia, non le darebbe questa possibilità se non fosse così, ma sta praticamente mettendo la sua vita nelle mani della donna, Kaori non glielo perdonerebbe mai se fallisse questa volta. <controllerò il più possibile e vedrò se il segnale diventa abbastanza debole da usare il chakra o se viene rotto, se riesco entro un tempo limite lascerò una carta bomba, appena la farò esplodere quello sarà il segnale e io mi troverò già nei pressi della torre, se non ce la faccio entro un certo tot di tempo, arriverò comunque alla torre e proverò a sfruttare la distrazione per entrare all'interno e distruggere il centro> non c'è altro da dire. <fortuna agli audaci...> lo saluterebbe così non troppo felice della divisione attuale in un luogo così pericoloso, ma necessaria per il piano. Scatterebbe allontanandosi da Azrael abbastanza per entrare in una parte della boscaglia più fitta ed in direzione del cancello, come se volesse simulare che, se anche ci fosse stato un secondo al momento stava scappando verso l'esterno. Lo farebbe per circa 5m in modo tale da costruire già una copertura efficiente per nascondersi e alla fine devierebbe drasticamente verso destra non procedendo più verso l'uscita ma pattugliando la foresta. Se c'era una logica in quella strumentazione gli emettitori dovrebbero trovarsi ad una certa distanza l'uno dall'altra in una conformazione circolare. Cercherebbe di seguire quella idea per muoversi, come concordato facendo attenzione a fare quanto meno rumore possibile per evitare attenzioni indesiderate dalla stessa fauna, mentre continuerebbe a procedere facendo attenzione nel tentativo di scorgere altri cavi o parti di cavi sollevati dal terreno tenendo comunque in considerazione del poco tempo che avrebbe a disposizione. [ch off - tentativo di ricerca di altri cavi | tutto il turno dedicato al movimento per la foresta ]

Dopo aver ben ponderato la situazione ed aver concordato sulla mancanza di tempo prima di essere scoperti dai nemici presenti, i due improntano un piano altamente rischioso ma che potrebbe rivelare la loro migliore possibilità di vittoria. Mentre Azrael si ricopre di sangue e terra andando persino a strappare i propri abiti e sporcare le sue preziosissime unghie così da cercare di inscenare una colluttazione violenta, Mekura si allontana fingendo una ritirata per 5 metri per poi deviare immediatamente sulla destra per iniziare a correre nel folto fra un albero e l'altro alla ricerca di qualche altro cavo o qualunque cosa potesse apparire innaturale e fuori posto in una foresta.
AZRAEL: dopo alcuni istanti dall'allontanamento di Mekura, trascorsi disteso al suolo nel più assoluto silenzio, qualcosa cambia. Un ronzio sempre più intenso e fastidioso, penetrante, come una frequenza radio disturbata che vibra direttamente nell'orecchio spezza la quiete della Foresta fino a quando non diventa pericolosamente vicina. Insetti. Il ronzio di decine e decine d'insetti che volano assieme, come il sinistro suono che si potrebbe udire nei pressi d'un alveare abitato. E passi. Passi calmi, placidi, che non hanno alcun timore di calpestare foglie secche o rametti caduti. "E questo qui?" domanda una voce scura, quasi divertita, mentre delle gambe entrano nella visuale del Nara per poi piegarsi davanti ai suoi occhi. Stivali di cuoio marrone, una tunica verde scuro a ripiegarsi sulle cosce. Mani che pendono da oltre le ginocchia, totalmente molli e rilassate. "Non l'abbiamo ucciso noi" osserva l'uomo mentre il ronzio si fa assai più incessante, dal lato opposto del Dainin. < Ucciso? Non sembra ferito. > interviene una seconda voce, dall'altro lato del moro. "Beh di ferito dev'essere ferito. Oppure il sangue che ha in faccia non è suo." chiosa quasi ridendo il primo. "Devono essere stati gli animali. Anche se--" una breve e apparentemente infinita pausa. "Quelle iene sono sicuramente morte. Come l'hanno ucciso? Senza strappargli pezzi di carne, poi!" ride quasi divertito da quella specie di enigma, iniziando a piegarsi per osservare meglio il corpo dell'ANBU. < Se è per questo hanno anche tagliato un cavo. Guarda là. > dice il secondo, con tono ora più serio e meditabondo. "COSA?!" esclama il primo alzandosi in piedi e voltandosi, i suoi piedi a render palesi questi suoi movimenti agli occhi del Nara disteso al suolo. "Qualcuno qui sta cercando di fare il furbo?" esclamerebbe, ancora, prima di andare a voltare con un calcio il corpo di Azrael per voltarlo di pancia in su. "Le iene non possono averlo ucciso! Guarda!" indica il corpo del Nara con voce improvvisamente irritata. Sebbene le condizioni dell'uomo siano pietose per i suoi standard, non c'è alcun segno evidente di ferite sul suo corpo, né una pozzanghera di sangue ad indicarne qualcuna. Così voltato, di pancia in su, il Dainin può notare da dove provenga quel continuo e fastidioso ronzio. Alla propria destra, un uomo interamente vestito di nero ed incappucciato, levita al di sopra del terreno, retto da una nube scura e in perpetuo movimento da cui proviene il fastidioso rumore. Uno sciame d'insetti. < Chi dice che siano state le iene a ucciderlo? I miei preziosi insetti non lasciano segni visibili quando uccidono. Potrebbe essere stato uno di loro. > osserva pensoso quello che è evidentemente un Aburame spostando poi lo sguardo verso il terreno. < Guarda là. Qualcuno si è allontanato. Questo bastardo non era da solo. Magari quando è morto il suo compagno ha tagliato il filo e anche la corda, lasciandolo qui. > continua, l'Aburame, con tono pratico.
MEKURA: La ragazza si ritrova ad inciampare ed incespicare diverse volte: zolle di terreno smosse, radici nascoste dal fogliame, rocce, piccole fosse e fastidi del genere del tutto normali in una foresta. Tuttavia continua a correre e spostarsi seminando terreno. I metri vengono superati, ogni radice osservata, qualunque riflesso la fa fermare a controllare. Nulla sembra essere utile alle sue ricerche fino a quando, diversi istanti dopo, non si ritrova -a circa sessanta metri dal punto dove ha lasciato Azrael- a notare qualcosa che le fa battere più forte il cuore in petto. Un timido raggio di sole, filtrato dal fogliame che funge da tettoia naturale sopra la sua testa, si posa su un punto del terreno da dove parte un riflesso scintillante poco naturale. Avvicinandosi nota come il riflesso sia dovuto ad una superficie ormai opaca ma... argentata. Un pezzo di ferro sembra emergere fra fili d'erba e muschio poco distante da una fossa scavata nel terreno, piuttosto ampia, alla base di un albero molto spesso. [ Missione S ] [ Turni: Azrael - Mekura | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Mente, Forza, Resistenza (solo per il calcolo dei danni) e Agilità vengono dimezzate. Genjutsu e Ninjutsu inutilizzabili. Chakra off per entrambi e conoscenze utilizzabili a patto che non richiedano l'utilizzo del chakra o una statistica minima che superi le vostre attuali.] [ Stamina Mekura: 8/9 | Stamina Azrael: 10/12 ] [ Ore: 19.23 ]

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15:04 Azrael:
 Che il piano non fosse a prova di bomba lo aveva capito da solo. È stato un qualcosa di fortemente improvvisato, anche un po’, incosciente, ma comunque che avrebbe potuto funzionare, almeno in parte. come sia il Nara che la Hyuga avevano pensato, ecco spuntar fuori dalle frasche i due famosi Jonin. L’aburame arriva coperto dai suoi disgustosi insetti, ronzanti e pulsanti tutt’attorno a lui, mentre l’altro, che dovrebbe essere il Senjuu, gli pare essere quello dal carattere più forte. Nessuno dei due sembra averlo riconosciuto in quanto Azrael Nara, il ché è un po’ strano. Mekura aveva parlato di un loro passato da Anbu, possibile che nessuno abbia notato chi sia il corpo disteso ai loro piedi? Sembrano abbastanza adulti e di grado abbastanza elevato per aver servito sotto di lui. Forse, come sarebbe plausibile, soltanto uno di loro ha servito sotto le forze speciali e non vuole far sapere all’altro di questo dettaglio della propria vita, per una sorta di deformazione professionale. Congetture a parte i due lo scrutano attentamente, mentre il Nara rimane disteso a terra, senza mostrare alcuno spasmo, senza spostare le pupille a guardare il circondario e senza respirare in maniera evidente. Resta morto, così come vuole apparire. E non importa che i due stiano facendo le ovvie conclusioni sulle circostanze della sua morte, non importa che si siano resi conto della presenza di un altro ninja. Sapeva già che sarebbe andata così, che quello non era un piano perfetto e che due domande se le sarebbe fatto anche il più sciocco dei civili. Quel che spera, però, è che entrambi abbiano delle reazioni che volgano a suo favore. Potrebbero entrambi voltargli le spalle per inseguire Mekura, il che gli permetterebbe di portare a compimento un attacco inaspettato. Se anche solo una delle lame avvelenate che porta indosso lacerasse le carni dei due lo scontro si porterebbe su un altro piano, arrivando quasi a diventare abbordabile per il Dainin privo di chakra. Potrebbero portarlo dal cannibale, dando il tempo a Mekura di completare la perlustrazione, potrebbe farlo anche solo uno dei due, in modo che non siano entrambi a lanciarsi alla caccia della Hyuga, dandole certamente più chances di riuscita. Qualcosa, qualunque cosa facciano, dovrebbe volgere a suo favore. L’autocontrollo e la concentrazione che occorrono per mantenere quello stato di morte apparente è molta e per il Nara non è difficile ascoltare il discorso iniziale dei due senza battere ciglio, ma qualcosa gli rende più difficile l’evitare di rialzarsi per spargere le viscere degli avversari per tutta la Foresta della Morte. un colpo, tirato dallo scarpone di uno dei due, lo fa rotolare sulla schiena. I muscoli non vengono in alcun modo irrigiditi, non emette alcun singulto, ma deve fare una fatica immane per mantenere il battito del suo cuore vicino ad uno stato di quiete, invece che cedere alla rabbia. La zanbato che sta tra la sua schiena ed il terriccio umido gli rende la posizione scomoda, il capo si riverserebbe all’indietro, le palpebre non verrebbero neanche fatte fremere. Ora potrebbe guardarli. Pur senza spostare gli occhi per ampliare il di lui campo visivo, da quella posizione riesce a vederli. L’uomo che ha mancato così tanto di rispetto al suo corpo inerme è quello non coperto da insetti. Lui ha osatok dargli un calcio. Ha osato toccarlo col suo putrido e disgustoso scarpone. Sembra persino sbeffeggiarlo in una maniera che il Nara a stento riesce a sopportare senza dare in escandescenze. Sarà il primo a morire. Di lui non resterà che concime per la Foresta della Morte. quel terreno sarà la tomba di quello schifoso essere che ha osato far tanto. Vorrebbe essere da solo con lui, nella sala delle torture. Aprirlo ed estrarre pezzo per pezzo ogni componente non vitale del suo corpo. Avere un medico per tenerlo in vita e poter prolungare il proprio piacere. Raccogliere il suo sangue per poter tracciare sulla sua pelle i segni in cui andrebbe ad affondare un bituri subito dopo per aprirlo ancora ed ancora. Ricucirlo e sventrarlo di nuovo. Scaldare e raffreddare il suo corpo sino a far staccare i muscoli dalle ossa, sino a far rimanere di lui soltanto lo scheletro inerme. Puntare a tutte le terminazioni nervose per solleticarle dapprima piano, poi sempre di più, per arrivare al limite, fermarsi e riprendere ancora. Sentirlo supplicare per la sua vita e negargli persino il sollievo della fine ultima, finché il suo corpo sarà in grado di reggere, finché il Nara non si considererà buono abbastanza per dargli la morte e poi disegnarne il risultato, appendendolo in casa con una cornice fatta delle sue stesse ossa lavorate. E mentre questi sono i suoi pensieri, quelli che gli frullano in testa per aiutarlo a rilassarsi e godersi ancora per un po’ quel preludio di morte apparente che precederà una vera e propria strage, il suo corpo resterebbe immobile. In balia di quel che avranno intenzione di fargli, attendendo il momento propizio per poter, poi, realizzare quei cruenti e sanguinosi pensieri che gli affollano la mente. [ Chakra OFF – Morte apparente – Equip invariato ]

15:05 Mekura:
 Sente il suo cuore battere all’impazzata. Il suo sguardo vaga e vaga alla frenetica ricerca di un filo, un singolo filo nella foresta. Per quanto grosso, è esattamente come cercare un ago in un pagliaio. Si ritroverebbe a tremare per i successivi pensieri: se non ce la fa in tempo? Lo ha detto, il piano è quello, ma se non va come prestabilito? Se succede qualcosa che non hanno calcolato? Se succedesse che Azrael...cosa direbbe Kaori? Come ha potuto aderire ad un piano così? La situazione è disperata ma sono da soli. Generalmente stare da soli e dividersi NON è il piano migliore di sempre. Sempre meglio che andare insieme a morte certa e sperare che uno riesca ad attirare l’attenzione il tempo necessario da permettere all’altro di agire, staccare tutto, richiamare il chakra ed aiutare. Assolutamente improbabile. Non c’era il tempo per evitare che qualcuno si facesse male. Tuttavia anche così c’era un rischio Mekura scuote la testa: non c’era tempo per pensare alle conseguenze, ormai era fatta, doveva solo concentrarsi e evitare che Azrael morisse mangiato vivo. E nel pieno di quell’ansia che si faceva sempre più evidente, letteralmente un raggio divino illumina quello che sembra un pezzo di metallo. Se la situazione non fosse così tragica, o forse perché è così tragica, si metterebbe a piangere per la gioia. Trovare quelle cose è fattibile per di più non sarebbe neppure così tanto distante da Azrael, il che è tanto confortante quanto pericoloso se ci sono nemici nelle immediate vicinanze. Ninjato ancora in mano, occhi sgranati verso il pezzo di metallo. Il desiderio sarebbe avvicinarsi subito e tagliare immediatamente il filo, se si parla di un filo, tuttavia dal profondo della sua coscienza le fa ricordare le sue congetture “e se avessero messo delle trappole?” Tutto questo è pericoloso, estremamente e come sempre, il tempo scarseggia, non avrebbe neppure il tempo per farsi questi dubbi, ma allo stesso tempo fare rumore può essere anche peggio che aspettare ed osservare meglio la situazione.
Analizzerebbe quanto visto in poco tempo: erba e muschio sotto un raggio di sole vicino ad una fossa alla base di un albero spesso. Perché c’era bisogno di scavare una fossa vicino ad un albero? Ma soprattutto: il muschio si genera verso il nord, identificare la sua posizione è utile per non perdersi lungo la strada. Il muschio inoltre, evita quanto più la luce dato che tende a bruciare la pianta, se fosse stato sempre li e se fosse sempre sotto la luce, seppure fioca ad una ulteriore analisi dovrebbe vedere delle chiazze marroncine altrimenti potrebbe essere solo qualcosa di smosso . Una parte di lei a quel pensiero la farebbe urlare trappola facendole ricordare anche quanto le manca avere il byakugan attivo, o anche solo il chakra attivo. Ad ogni modo non ha prove e se sta li ad osservare perde solo tempo: nel caso peggiore dovrà schivare qualcosa e attirerà l’attenzione, questo la costringerà a nascondersi, MA, distoglierebbe l’attenzione dal compagno. Se lo avessero portato al centro con fortuna uno dei due se ne sarebbe andato e sarebbe rimasto solo il cuoco e un’altro, o ancora meglio tutti e due. Allora li sarebbe stato molto più semplice eliminare la corrente dalla torre. Non hanno nulla da perdere ma tutto di guadagnato.
Prendendo la sua decisione la donna, facendo comunque attenzione a dove si muove e come si muove, cercando di fare meno rumore possibile cercherebbe di aggirare la fossa in questione cercando di passare lontana 5 m dell’albero vicino il quale è scavata la fossa ma per il lato inverso alla posizione di questa. Non comprende il motivo della fossa, ma non ha idea se vi fossero delle trappole lungo tutto il perimetro attorno alla parte metallica. Non le piace avvicinarsi troppo a quell’albero, potrebbero esserci trappole a scatto e seppure stare vicino all’albero garantiva una certa sicurezza data la difficoltà di creare trappole vicino alle radici, è anche vero che uno dei due è un senju, ergo, trappole semplici che richiedono l’uso di piccole soluzioni in legno, come rami. Fermi piantati sul terreno e altro sono facilmente mimetizzabili con il resto della foresta. Perciò non rischierebbe chiedendo a se stessa di mantenere tale distanza e una volta superato albero e fosso , se nulla fosse accaduto, di procedere e stringere la curvatura di traiettoria, avvicinarsi con cautela al luccichio metallico. SE fosse il filo elettrico che stava cercando, la donna inginocchiandosi toglierebbe la mano destra dalla ninjato passandola alla sinistra e con la destra intanto afferrerebbe dal cosciale uno dei kunai a disposizione per tranciare il filo. Ha solo bisogno di tagliare quella semplice parte. Perciò Solleverebbe l’arma al di sopra della testa e prendendo la mira farebbe scattare il braccio verso il basso cercando così, con la forza che possiede, di tranciare tale filo colpendola di taglio e tirando con forza. Era meglio una mannaia per questo lavoro, ma se usava la ninjato con molta probabilità se la sarebbe piantata nel ginocchio o sull’altra mano. Se fosse stato abbastanza e non avesse attivato qualche trappola o anche solo preso la scossa, la donna, sollevandosi in piedi si allontanerebbe proseguendo verso il percorso di “destra” che ha intrapreso da quando ha lasciato Azrael, continuando a procedere alla ricerca di altri fili in silenzio e cercando quanto più di “fondersi” con la foresta e lasciare meno tracce possibili , per diventare un tutt’uno con questa. Deve ancora valutare se la sua idea è giusta, ma tanto vale provare: perciò proseguirebbe per circa 30 m, non potendo fare di più, tenendo gli occhi ben attenti ed evitare di incombere in passi falsi, sempre ammesso che quello che abbia fatto ora non fosse di suo un passo falso. [¼ avvicinamento al bagliore metallico aggirando fossa e albero, 2/4 trancio filo, ¼ allontanamento ][stesso equip][chk off]

MEKURA: In una situazione disperata come questa è difficile riuscire a rimanere attenti e concentrati, ma Mekura ha passato mesi della sua vita a pensare e ripensare a quanto è accaduto già in precedenza all'interno di quella maledetta foresta per non rimanere allerta ad ogni minimo dettaglio ora che è tornata fra questi stessi alberi. Quante volte si è chiesta cosa avrebbe potuto fare al posto di quello che aveva già fatto? Quante volte ha ripercorso mentalmente la sua ultima visita alla foresta ripensando a cosa avrebbe potuto cambiare? Adesso ha la possibilità di agire diversamente e per questo presta attenzione ad ogni dettaglio presente come se dalla posizione di ogni singola foglia dipenda la sua vita. E, probabilmente, in effetti è proprio così. Quando vede quel riflesso metallico sotto il raggio di luce, si sente pervasa dal sollievo, dal trionfo e dalla paura. Paura di cadere in una trappola, paura di essere troppo lenta, paura di essere inseguita. Ma non dispera; guardandosi attorno ed analizzando attentamente la situazione, aggira l'albero con la fossa ai suoi piedi e si avvicina a quello che conferma essere uno dei cavi di cui era alla disperata ricerca. Preferendo ricorrere all'utilizzo di un'arma più maneggevole e con la quale ha maggior confidenza, mette da parte la ninjato per aggrapparsi saldamente ad un kunai e quindi usarlo -con tutta la sua forza- per tagliare il cavo presente. Non è particolarmente duro, la lamina esterna metallica è molto sottile -quasi fosse un foglio- atta semplicemente a proteggere dagli agenti atmosferici i fili interni e perciò cede facilmente alla pressione imposta dalla Hyuga. Anche in questo caso, al tranciare del cavo, delle piccole scintille escono scoppiettando dai fili recisi, svanendo nel giro di pochi istanti. Nel rompere il cavo, muschio e foglie scivolano via scoprendo una porzione maggiore di filo: un "3" nero campeggia quasi minaccioso su un riquadro giallo fra una macchia di terriccio e l'altra. Due cavi sono stati tranciati finora, recanti il numero 2 ed il numero 3: quanti danni avranno causato finora? Mekura, comunque, non rimane lì ad aspettare di veder succedere qualcosa, ma rialzandosi riprende la sua corsa disperata verso destra, aggirando alberi, sassi, rocce e vie impraticabili a causa di una vegetazione troppo rigogliosa.
AZRAEL: E' difficile rimanere perfettamente immobili mentre senti attorno a te il pericolo lambirti la carne con fare quasi concreto. Difficile rimanere concentrati e indifferenti quando un calcio ruota il tuo corpo per farti voltare, sfrontato, privo di riguardo, prepotente. Ti fa correre il sangue in corpo più rapidamente, ti fa battere il cuore con prepotenza, arrossando di poco la pelle per lo sforzo di trattenere la rabbia che si sta avviluppando alle tue ossa. Per fortuna ad occhio nudo non possono vedere il tuo cuore battere frenetico, né udirlo rombare ritmato come un tamburo. Respirare senza muovere troppo il petto si fa difficile così come fingere ancora quell'espressione vitrea mentre davanti a te i tuoi carnefici analizzano la situazione. Tuttavia rimani immobile, silente, attendendo attento che il fato lanci i dadi per decidere delle tue incerte sorti. "Mh. Dici che se n'è andato?" domanda quello che dovrebbe essere il Senjuu senza prestare attenzione al Nara per rivolgersi al suo compagno. < A giudicare dai segni sull'erba... è andato di là. > chiosa con tono cupo l'Aburame indicando con un cenno del braccio la direzione ove Mekura è andata allontanandosi, qualche insetto ronzante a muoversi sulla sua mano esposta camminando sul suo dorso, uscendo da sotto le maniche scure del suo completo. "Merda! Stanno cercando di tagliare i cavi." ringhia il possibile Senjuu stringendo i denti, imprecando a mezza voce. "Dobbiamo fermarli se non vogliamo ritrovarci tutto il Villaggio contro. Se continuano a bloccare il passaggio di corrente ai ripetitori il campo svanirà..." mormora l'uomo stringendo i pugni. < Allora andrò a cercare di fermarlo. Considerando che sono senza chakra, non mi ci vorrà molto a raggiungerlo prima che tagli un altro--> "Aspetta. Jin, guarda!" esclama il Senjuu con tono improvvisamente basito. "Guardalo in faccia! Vedi quel pizzetto a triangolo?" < ...No. Non può essere-- > "E' Azrael Nara!" Una risata piena, incredula e quasi spiritata esce dalla gola del moro nel riconoscere le fattezze dell'uomo sporco e dai vestiti laceri ai suoi piedi. "Prima di lasciare il Villaggio ero un ANBU. Questo stronzo era il Generale. Credeva di essere Dio, ci trattava come incapaci e ci mandava a fare tutte le cose che non aveva voglia di sbrigarsi da solo. Ci ordinava persino di lasciare le ronde per portargli carta e penna, a momenti dovevamo portargli le mutande in lavanderia." lo schernisce con una chiara nota di risentimento nella voce. "Ah ma adesso non fai più lo stronzo, vero? Senza chakra non sei così borioso, VERO?!" alza la voce, rabbiosamente, caricando un secondo calcio che- questa volta- non vuole andare semplicemente a spostarlo, ma a colpirlo. Un calcio tirato male, con poca tecnica, con la rozza istintività di un uomo poco lucido, diretto al costato del Nara. < Piantala, Inue. Sai che al capo non piacciono se sono troppo rovinati. > sbuffa l'Aburame ormai apparentemente avvezzo ai capricci del compagno. < Portalo alla torre mentre io cerco l'altro. Ci vediamo fra poco. >
Così, mentre Azrael sta per essere portato dal tanto famoso cuoco -in caso non abbia deciso di schivare il colpo e mandare all'aria il proprio piano- l'Aburame -trascinato dalla sua nube d'insetti- si reca all'inseguimento di Mekura che- nel mentre- 30 metri più avanti dall'ultimo cavo, scorge, una decina di metri più avanti, un terzo tubicino metallico molto più visibile degli altri: un castoro alto più o meno un metro, è intento a rosicchiare la superficie esterna del cavo tenendolo fra le sue zampette: sembra quasi desideroso di tagliarlo per portarselo via. [ Missione S ] [ 2/4 difesa Azrael ] [ Turni: Azrael - Mekura | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Mente, Forza, Resistenza (solo per il calcolo dei danni) e Agilità vengono dimezzate. Genjutsu e Ninjutsu inutilizzabili. Chakra off per entrambi e conoscenze utilizzabili a patto che non richiedano l'utilizzo del chakra o una statistica minima che superi le vostre attuali.] [ Stamina Mekura: 7/9 | Stamina Azrael: 10/12 ] [ Ore: 16.15 ]

Turni invertiti ~

17:09 Mekura:
 "2", "3", c'è speranza in questa follia, davvero, una possibilità è in atto. Questa fiducia, questa paura, questo correre, perdere le energie. Era come uscire fuori da uno stagno nero o meglio era come entrarci e non perdere la concentrazione. Ha paura, ma non ha panico. Sa che le cose possono andare male e per ciò è concentrata. Sopratutto non sta pensando a lei, non sta pensando alle sue debolezze ma sta pensando come dovrebbe pensare: come un lupo, come una belva. Allunga il passo, sempre alla ricerca di questi maledetti fili e nel cuore della foresta vede questo: ora, nella sua storia con questo posto ne ha viste di cotte e di crude: bestie sovrasviluppate, similari a normali animali, bestie gigantesche e grottesche, un lupo mannaro e un albero parlante. MA il castoro gigante era una novità. Nel corso degli anni Mekura era diventata piuttosto religiosa, una cosa che teneva in casa ed in famiglia, un certo rispetto per gli spiriti e vedere un castoro, una bestia di quella grandezza, con denti adatti a spezzare filo lo vede come un segno spirituale. un forte incentivo a proseguire, diciamo. Mekura rimane spiazzata ad osservarlo per un po' sbattendo gli occhi per poi farsi un memo mentale "andare al tempio e pregare per lo spirito protettore della natura..e magari chiedere se c'è uno spirito castoro e fare i suoi ossequi" Dopo tale parentesi che riuscirebbe a farle sfuggire un mezzo sorriso divertito, la donna non lo fermerebbe di certo, ma non lo vuole neppure spaventare e al momento sembra interessato a danneggiare quel cavo, ergo il più grande alleato che poteva aspettarsi in questa foresta. Il che porta ad un'altra memo: "addestrare castori anti terroristici" La donna quindi, con molta calma e non tenendo lo sguardo fisso sul volto dell'animale che potrebbe considerarlo come un segno di aggressività si terrebbe bassa poggiando il peso verso il basso facendo forza sui polpacci. Si aiuterebbe alternando il movimento del corpo con le braccia in modo da mantenere un equilibrio stabile e cercherebbe di tenere conto del vento e come filtra nella foresta. Non vorrebbe che questo sentisse il suo odore o altri animali, di conseguenza la donna si sposterebbe quanto più sotto vento cercando di raggirare il castoro mantenendo da questo una distanza di circa 20 m di sicurezza aumentando la distanza mentre continua a procedere non compiendo un perfetto cerchio attorno alla creatura. Cercherebbe di spostarsi cercando di fare meno rumore possibile ancora una volta. Se ce l'avesse fatta e non avesse disturbato il sacro castoro la donna si metterebbe in ginocchio, un po' anche per riprendere fiato e controllare che questo abbia finito di rosicchiare il filo e concentrandosi una volta che questo avesse finito, se avesse finito, la donna proverebbe a prendere un lungo respiro e focalizzarsi sul proprio corpo. Cercherebbe perciò di raccogliere le energie fisiche e psichiche all'interno del proprio corpo cercando di sospesarle e controllarle così da spingerle verso la bocca dello stomaco dove le unirebbe insieme, in modo tale da creare un composto unico che cercherebbe di amalgamare al meglio diventando un unica energia. Se fosse riuscita a fare questo la donna controllerebbe tale massa di energia e le spingerebbe all'interno del proprio corpo cercando di controllare il flusso al meglio in modo che andasse a toccare i vari punti di fuga nel proprio corpo facendo compiere al flusso un movimento orario. Andrebbe a toccare i vari punti cercando di mantenere la massima concentrazione e se fosse riuscito a fare questo cercherebbe di mantenere in circolo il chakra all'interno del corpo. Se fosse riuscita sul serio a controllare il chakra ed attivarlo e quindi completare parte del piano, miracolosamente, la donna inizierebbe ad incamminarsi verso il centro della foresta, come concordato, facendo attenzione tuttavia a non perdersi e tenere conto della posizione del filo in mano al roditore spaziale. Ma sopratutto nel limite delle sue possibilità cercherebbe di non avvicinarsi troppo alla torre per ora. Se infatti arrivasse in vista di questa nel percorrere ulteriormente 30m verso questo, la donna si fermerebbe cercando, come per tutto il tempo di usare la foresta come copertura ancora è in full stealth ed ha bisogno di tempo per creare il segnale.[1/4 movimento + 2/4 richiamo del chakra + 1/4 movimento ][tentativo chakra on - stesso equip]

17:24 Azrael:
 Il discorso tra i due prosegue, il cuore batte più forte a seguito della rabbia provata per il comportamento di quelo sfortunato senjuu che è stato preso brutalmente di mira. Lo stesso Senjuu che, ancora una volta, si rivolge a lui. Lo ha riconosciuto in qualità di ex Generale Anbu. Ecco chi era la pecorella sfuggita dal gregge. Questo piccolo dettaglio non fa altro che aggiungere un dolciastro sapore a quanto gli farà in futuro. Perché, ora ne è certo, terminerà la di lui vita nelle maniere più cruente che conosce. quell’uomo, prima che l’altro possa andare a caccia di mekura, mira al suo costato con un calcio. Un calcio impreciso. Lento. Lo schernirebbe, se non fosse sua intenzione continuare a fingersi morto. I Senjuu, daltra parte, sono ninjutser. Non sono famosi per le loro abilità in comattimento e, di conseguenza, non dovrebbero avere una particolare forza fisica o tecnica nel corpo a corpo. Dopo aver pensato alle seguenti peculiarità del clan ed aver visto come quel colpo sia imprecisamente portato e, soprattutto, che non miri al suo volto, sceglie semplicemente di star fermo. Non si muove, lascia semplicemente che il suo corpo assorba quel colpo, lasciandosi spostare e girare così come la forza della gamba altrui e della graità abbiano intenziomne di fare. Successivamente i due dovrebbero aver deciso per una delle opzio i che il nara aveva calcolato, ovvero dividersi. Portare il corpo del Dainin al centro della Foresta, mentre l’altro andrebbe alla ricerca di Mekura. non entrambi, per fortuna. È quello che lascerebbe accadere anche Azrael, restando con lo sguardo vitreo e perso nel vuoto, col corpo senza nervo pronto ad assecondare ualunque movimento, cercando unicamente di tenere il volto in modo che non sia ferito nel trasporto, sempre qualora il Senjuu non stia attento ai di lui movimenti. Insomma, cercherebbe di fare attenzione a limitare i danni, ma permanendo nella farsa. Lo portasse dal suo capo, pensa, così che quando potrà finalmente riavere il chakra li disintegrerà entrambi. Intanto la rabbia cercherebbe di farla sfumare per proseguire nella propria recita. Sta compiendo un enorme eserci<io di fiducia nei confronti di Mekura, sta affidando a lei la propria vita in tutto e per tuto. E la cosa non lo mette particolarmente in ansia. Sa perfettamente che il più grande avversario della Hyuga non sarà l’Aburame, ma semplicemente se stessa. Da quel che ha visto fino ad ora, per fortuna, la ragazza sta combattendo egregiamente contro gli spettri del passato, è solo per questo che ha deciso di affidarle la propria vita e le sorti della famiglia che, nel vicino Villaggio della Foglia, lo sta attendendo. [ Chakra OFF – Morte apparente – Equip invariato ]

MEKURA: Alla vista del castoro intento a rosicchiare il cavo, Mekura decide di non intervenire. Consapevole della forza che gli incisivi di tale bestia può esercitare su materiali duri e resistenti come la spessa corteccia di un albero, decide di lasciare a lui il compito di lacerare il cavo senza disturbarlo in alcun modo. Quatta quatta s'allontana di altri 10 metri da lui, così da distarne 20 e successivamente-- azzarda. Osa tentare l'impasto con la speranza che i fili tagliati fino a questo momento siano stati sufficienti a compromettere la funzionalità del campo antichakra. Si concentra, ricerca le proprie energie interiori e-- eccolo! Il chakra torna a bruciare vivo nel suo corpo inondandola da capo a piedi di nuova forza, conferendole la sicurezza e la precisione che solo quell'energia è capace di donare. [//OFF: non dovendo considerare la statistica dimezzata ai fini dell'impasto, questo avviene in 1/4 di turno e non in 2/4] Nuovamente in possesso delle sue piene potenzialità e facoltà, Mekura tenterebbe d'allontanarsi ma... qualcosa le blocca il cammino. I suoi sensi nuovamente totalmente risvegliati, avvertono avvicinarsi a gran velocità un ronzio fastidioso, minaccioso e-- massivo. Come un insieme di zanzare che ti ronzano nelle orecchie, solo che il suono è decine di volte più alto e distante, in rapido avvicinamento. Voltandosi verso la fonte del rumore, Mekura può vedere arrivare ad estrema velocità un qualcosa di ben noto: la sfera di insetti compatti che proprio nella sua scorsa incursione l'aveva presa alla sprovvista assieme ad Hiashi. Una sfera vibrante e ronzante dal diametro di due metri che vola velocissima verso di lei, schivando alberi e rocce come se fosse guidata manualmente da qualcuno.
AZRAEL: Il Nara opta molto saggiamente per il non muoversi. Incassa quel calcio in silenzio, consapevole delle conseguenze che avrebbe potuto scatenare se avesse invero decise di schivare il colpo e sventare quindi il proprio piano. La punta del piede del Senju impatta contro il costato del Dainin dimostrando la mancanza di tecnica dello shinobi: un colpo sferrato male, con poca precisione e dalla forza discutibile. [ PV: -5. No comment. N.D.R. ] Il moro lascia che il corpo segua il movimento di quel colpo a voler indicare la totale mancanza di nerbo e vita in lui e rimane immobile sul posto alla totale mercé del fu ANBU, un ragazzo di cui Azrael si ricorda molto vagamente, cui non aveva mai prestato troppa attenzione e questo potrebbe essere un indizio sulle attitudini dell'altro fra le sue schiere. Una presenza dimenticabile, probabilmente un elemento fuori luogo in una corporazione segreta ed elitaria come quella delle forze speciali di Konoha. All'uscita di scena dell'Aburame, comunque, Inue si ritrova a sogghignare andando ad incamminarsi verso il folto della vegetazione. Azrael può avvertire sotto di sé venirsi a creare un appoggio liscio, lineare, stabile, come una tavola che -spuntata da sotto il terreno- lo solleva appena da terra, facendo sporgere i suoi arti dai lati di questa e farli pendere nel vuoto. La tavola prende a muoversi autonomamente seguendo il passaggio scelto dall'altro che, di spalle alla supposta portantina, avanza a passo sicuro verso la torre. Passa poco tempo prima di raggiungere la torre. Azrael, non potendo muovere il capo, non può osservare la zona, ma può avvertire il momento in cui la tavola si ferma e la voce di Inue uscire sogghignante. "Capo!" esclama trionfante. "Guardi cosa le ho portato. Questo potrebbe essere il piatto più prelibato di tutti." esclama il ninja mentre un leggero suono di foglie calpestate arriva alle orecchie del Dainin. < Come se tu capissi qualcosa di-- > la voce maschile appena intervenuta è scura, ferma, quasi elegante si potrebbe dire. Si ferma di colpo quando un'ombra va calando sul viso del Nara. Tutto quello che Azrael può vedere dalla sua posizione è un ciuffo di capelli scuri ed un completo pulito, estremamente raffinato, all'angolo estremo della propria visuale. < Mh. Di sicuro qui c'è da mangiare per giorni. > osserva quasi ammirato, le sue mani che andrebbero a voltare il viso del Nara per esaminarlo meglio. < Troppi capelli. La faccia è una maschera di lerciume fra terra e sangue. Non potevate essere più attenti? Quante volte vi ho detto di non giocare col cibo? E questa barba è-- > si ferma solo ora, trattenendo il respiro. "Sì, capo?" domanda quasi languidamente il ninja, avvicinandosi con fare spavaldo. "Lo avete riconosciuto, adesso?"
[ Missione S ] [ Difesa Mekura 2/4 ] [ Turni: Azrael - Mekura | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Mente, Forza, Resistenza (solo per il calcolo dei danni) e Agilità vengono dimezzate. Genjutsu e Ninjutsu inutilizzabili. Chakra off per entrambi e conoscenze utilizzabili a patto che non richiedano l'utilizzo del chakra o una statistica minima che superi le vostre attuali.] [ Stamina Mekura: 7/9 | Stamina Azrael: 10/12 ] [ Ore: 18.00 ]

I turni sono sempre Mekura - Azrael, avevo dimenticato di sistemare il tag, sorry guys ♥

18:34 Mekura:
 Appena in tempo. Ha avuto il tempo di richiamare il chakra ma giusto quello prima che subisse un attacco. non ha neppure il tempo per alzare delle difese decenti, Ronzii..non importa vedere dove attaccherà: sono insetti, conosce quella tecnica, deve far perdere le sue tracce prima che gli arrivino addosso. Il fatto è che deve anche avvertire Azrael e più ritarda, peggio è. Voleva far esplodere una carta bomba per creare un diversivo ma deve lasciare perdere e puntare a qualcos'altro deve pensare a qualcos'altro. Gonfierebbe il petto, lo porterebbe verso la gola e farebbe uscire, forte <BOOOM!> griderebbe la donna sperando di farsi sentire all'interno della foresta, sperando che non fosse troppo distante da farsi sentire. Ma ci prova e nel mentre concentrerebbe il chakra verso gli arti inferiori cercando di comprimere lungo i punti di fuga. Convoglierebbe abbastanza energia mentre la restante la farebbe circolare all'interno del proprio corpo. Dopo di che, la donna con il chakra raccolto e convogliato, prenderebbe di mira un punto che potesse considerare quantomeno agibile e rilascerebbe il chakra verso l'esterno di colpo cercando di rafforzare i muscoli delle gambe in modo tale da aiutarla nello slancio. Se avesse concentrato il chakra adeguatamente la donna scatterebbe di lato sulla propria destra rilasciando la propria immagine illusoria prima che potesse colpirla la palla di insetti per circa 5m cercando di posizionarsi dietro uno degli alberi più grossi, sfruttando la sua copertura per nascondersi momentaneamente alla vista del nemico facendo gioco sulla sua velocità triplicata e valutando anche da dove proviene la palla di insetti. Se fosse quindi riuscita a schivare il colpo avversario e di conseguenza anche a crearsi una copertura momentanea, la donna. Prendendo un lungo respiro si concentrerebbe ancora. Nella sua mente, una voce sempre più ferale la assale "hai il chakra e questa è la tua foresta". Non sa per quale motivo ma le darebbe forza, sa che, se al momento fosse riuscita a schivare il colpo, si troverebbe in vantaggio rispetto all'Aburame per un singolo motivo. Infatti, la donna porterebbe le mani al livello dello sterno cercando di collegare le dita tra loro in modo tale da comporre il sigillo della tigre. Raccoglierebbe così altro chakra che spingerebbe dalla bocca dello stomaco verso i punti di fuga annessi agli occhi. COmprimerebbe facendo attenzione al che il flusso non sia ne troppo forte ne troppo debole e irradierebbe gli occhi nel tentativo di risvegliare la propria innata all'interno di se, segnandole il contorno degli occhi con delle pesanti vene, grottesche e facili da sentire al tatto fino alle tempie. Se fosse riuscita perciò ad attivare il byakugan la donna dovrebbe riuscire anche a vedere con maggiore chiarezza nella foresta con una visione frontale di 1.5km e 120 circolare fino ad un angolo di 359 gradi. Dovrebbe perciò essere in grado di identificare la posizione dell'aburame e la maggior parte degli attacchi che potrebbe sferrarle addosso. Solo allora, quando fosse convinta di avere il controllo sulla sua innata, abbasserebbe le mani. [chakra on | turni 2/4 sostituzione II tipo | 2/4 Byakugan liv IV 92/100 ch tot]

19:05 Azrael:
 Uno scoppio. Sta solo aspettando lo scoppio di una carta bomba. Fortunatamente sta riuscendo a tenere le orecchie ben attente e ricettive anche restando in quello stato di morte apparente. Il trasporto non è particolarmente traumatico e gli ha dato la certezza che il futuro cadavere sia effettivamente un Senjuu. Arriva al centro della Foresta, il viaggio non sembra essere durato particolarmente tanto, il ché è assolutamente un bene. Il cuoco è lì, lo sta rimirando come fosse solo un pezzo di carne senza alcun valore. Quell’uomo sarebbe il motivo per cui si è mosso fin lì? Per cui si è finto morto, rovinando gli abiti di alta sartoria, sporcando il suo viso diafano di fango e sangue? Per cui si è preso ben DUE calci da quello che ormai non considera neanche più come un corpo vivo, ma solo come un cadavere che si attarda troppo a morire? BEN. DUE. CALCI. E non hanno fatto neanche male! È stata solo un’inutile umiliazione! Fatto sta che mentre la rabbia sta venendo trattenuta fin troppo a fatica, ecco che dovrebbe arrivare a sentire un urlo. Non dovrebbe essere molto difficile capire che si tratta di una voce femminile che urla… boom? Perché boom? Certo! Perché è uno scoppio! Per qualche motivo non si sarà trovata nelle condizioni di attivare una carta bomba. Qualora avesse avuto l’opportunità di sentirla, non sij sarebbe scomposto affatto, non avendo bisogno di alcun tipo di gesto per poter richiamare il proprio chakra. Concentrerebbe dapprima le energie mentali all’altezza del terzo occhio. Lì si addenserebbero i ricordi, le esperienze, le sensazioni e le emozioni. La rabbia, l’istinto di uccidere, la voglia di tornare a casa, il ricordo fresco – di quella mattina – delle morbide labbra di Kaori sulle proprie e i ricordi dei rudimenti dell’essere shinobi appresi in accademia. Una sfera biancastra si formerebbe all’interno del cranio, allo stesso modo della sfera nerastra che verrebbe a formarsi all’altezza dell’addome. Essa sarebbe, invece, l’insieme delle energie muscolari, degli imupulsi nervosi e della consistenza dura delle ossa, tutte richiamate come fa ogni mattina per allenarsi, per temprare il proprio corpo agli sforzi e lì sarebbero accumulate per specchiare perfettamente l’energia mentale. Le due sfere verrebbero sospinte all’altezza del plesso solare per iniziare a vorticare in un moto antiorario che le vedrebbe rincorrersi, agguantarsi e fondersi assieme. Bianco e nero. Giorno e notte. Sole e Luna. Elementi che gli portano alla mente ricordi nefasti e dolci, il ricordo di quel simbolo che ha tatuato sulla spalla della donna che ama e che adesso ha dentro di sé in quella commistione di energie. questo processo porterebbe, infine, alla creazione di un unico nucleo ceruleo che, ancor prima di venir sospinto in tutto il corpo, innescherebbe un altro meccanismo quasi involontario. Al centro del plesso solare vi è la pura energia cristallina del chakra, mentre sul petto vi sarebbe un altro nucleo di tutt’altra natura. Nell’atto di irrorare rapidamente tutto il keirakukei il chakra verrebbe come infettato da una forza oscura, del tutto diversa da quella che può essere la forza che crea la vita, più simile ad una forza distruttiva e corrosiva. Il chakra maledetto si instillerebbe a partire dal petto per tingere quel flusso azzurro di un viola intenso, quasi tendente al nero. Piccoli segni tribali gli screzierebbero la pelle a partire dal pettorale sinistro per scendere lungo l’addone e risalire fino al volto. Le braccia verrebbero ricoperte da un intricato disegno scuro, la gola e le gote, fin sopra gli zigomi, vedrebbero disegnarsi quel che è il retaggio di esperimenti maledetti, molto più antichi della Foresta stessa. Gli occhi, da inespressivi e vitrei, diverrebbero completamente neri il colore della pupilla prenderebbe anche la sclera facendogli rassomigliare lo sguardo più a quello di un demone che a quelli di un vero e proprio essere umano. Dagli tsubo uscirebbe una sottile aura violacea che lo ricoprirebbe totalmente, il corpo sembrerebbe riprendere nervo, il capo si volterebbe di scatto verso il Senjuu, il sorriso si aprirebbe come a ricordare quello che reca sulla maschera di Yami, sua seconda identità. Si alzerebbe in piedi, se gli fosse concesso, seguendo una serie di movimenti calmi, misurati, ma estremamente minacciosi. Non gli importa assolutamente nulla del cuoco, il suo obiettivo è un altro. Il marchio maledetto lo farebbe sembrare un essere ultraterreno, l’incarnazione della morte e del massacro. La lingua biforcuta passerebbe tra le labbra, il capo si inclinerebbe verso la spalla sinistra con fare estremamente meschino. < Io non mi credo Dio… > Le parole verrebbero chiosate lentamente, con cadenzata crudeltà. < …io *sono* Dio. > Il tono aspro, la voce grottesca, liberata quasi a fatica dalle corde vocali mentre lo sforzo a cui si sta sottoponendo lo porta a distorcere il proprio timbro fino a ricordare vagamente la voce distorta del fu Generale. < E ora pregami. Prega il tuo Dio affinché non ti dia la morte. e spera che sia clemente. > Terminerebbe il proprio dire con una risata acuta, che gli spalancherebbe le labbra e gli riempirebbe i polmoni, ma non v’è nulla di divertito in quella risata, v’è solo il presagio della catastrofe che sta per accadere tutt’attorno a lui. [ Tentativo impasto del chakra – Impulso maledetto I – Se chakra ON 110/130 – ¼ impasto – 2/4 marchio maledetto – ¼ cose fighe – Equip invariato ]

MEKURA: Le cose sembrano mettersi male. Non è sola: se lo aspettava. Era impossibile pensare che nessuno si fosse ancora accorto di loro. Se non al loro ingresso nella Foresta, almeno quando hanno preso a battersi contro le iene. Ed ora l'Aburame è lì, venuto a prenderla. Non può ancora vederlo, ma il suono dei suoi insetti per lei è inconfondibile, memore ancora del loro ultimo incontro. Agisce d'istinto prima di soffermarsi ad ideare un qualsiasi piano: grida con tutta la voce che ha in corpo straziando il silenzio della foresta così da farsi sentire per decine e decine di metri. Qualche uccello fugge dal proprio ramo, qualche lucertola fugge lontano, ma non gli insetti in arrivo. Forte del proprio chakra, la Hyuga decide di ricorrere a questo per schivare il colpo in avvicinamento, ma qualcosa non va come previsto; forse ha troppo poco tempo a disposizione, forse non riesce ad incanalare abbastanza chakra nelle leve inferiori, forse il terreno non propriamente lineare della Foresta le crea intralcio, ma i suoi movimenti risultano lenti e la sua schivata blanda. La compatta sfera di insetti arriva a colpirla al braccio sinistro mentre cerca di spostarsi alla propria destra nel tentativo di allontanarsi, impattando con prepotenza contro la sua carne, facendo torcere innaturalmente il braccio -ormai rotto. [ PV Mekura: -32 ] Questo ricade come morto lungo il corpo, muoverlo è pressocché impossibile il che si traduce nell'impossibilità della ragazza di poter ricorrere a sigilli di qualsiasi tipo che richiedano l'utilizzo di ambo le mani, impedendole perciò di poter attivare la sua abilità innata e lasciandola alla mercé del suo avversario. < Guarda chi si vede. > dice una voce, appena divertita, facendosi largo fra le frasche. < La figliol prodiga di ritorno. > la sbeffeggia l'Aburame fermandosi ad una distanza di circa dieci metri dalla Consigliera, il castoro a fuggire lontano lasciando il cavo -ancora sano seppur rosicchiato- a terra. < Pensavamo che dopo l'ultima volta ti saresti tenuta ben lontana da questo posto. Ma a quanto pare ti siamo mancati. > ironizza tetramente il ninja mentre la sua man destra verrebbe alzata e tesa in direzione della donna, della luce bianco-bluastra ad irradiarsi sotto la sua pelle in direzione del palmo, le dita leggermente ripiegate verso l'interno come se stesse reggendo una sfera invisibile. < Hai avuto la tua occasione per salvarti. Adesso è troppo tardi. > Il suo tono è glaciale, quasi indifferente, mentre nel suo palmo va generandosi una vera e propria circonferenza di luce, una sfera crepitante di piccoli lampi che, nel giro di pochi istanti, viene rilasciata a gran velocità in direzione del petto della donna.
AZRAEL: E' un istante. Un suono che cambia radicalmente le sorti di quella partita. < Mh? > Il cuoco volge il capo verso la foresta, quasi annoiato da quella stonatura nella pace della sua giornata. Un grido. Un grido femminile. Un grido anche piuttosto bizzarro ed insolito. Boom? < C'è qualcun altro, Inue? > domanda rivolgendosi al Senjuu il quale sputa a poca distanza con fare infastidito. "Sì, il bastardo non era da solo. Jin è andato a--" Il viso di Inue si fa bianco in pochi secondi. Improvvisamente, si accorge, qualcosa succede. Azrael, al sentire la voce di Mekura, procede con il piano. Non importa più che si rendano conto della sua respirazione, del rossore che sale al suo viso sotto quel leggero strato di sporcizia. Può finalmente usare il chakra. L'impasto riesce alla perfezione, l'energia torna a scorrere nelle sue vene e non solo; non appena la luce cerulea si riversa nel suo organismo, entra in contatto con l'oscura forza del sigillo maledetto nutrita dalla sua rabbia e dalla sua sete di sangue. La violenza di quella forza perversa si mescola alla potenza delle sue energie innate andando ad avvolgerlo di un alone violaceo che lo rende ultraterreno e sinistro. Chiazze nere, animate, scivolano sulla sua pelle risalendo fino al viso, oscurando la sclera dei suoi occhi come se le pozze d'inchiostro delle sue iridi si fossero allargate fino ad inglobare ogni cosa. Il cuoco e il Senjuu indietreggiano di un paio di passi, pallidi come lenzuoli, mentre un velo di sudore imperla rapido il volto dello shinobi. "Vattene. Nasconditi nella Torre!" grida all'uomo mentre dalla tavola di legno sottostante il Nara, vanno creandosi ed allungandosi due rampicanti spessi e dinoccolati che vanno ad avvilupparsi attorno al corpo del Dainin prima ch'egli possa alzarsi, nel momento in cui il sigillo inizia a manifestarsi. Tre radici doppie e stringenti che vogliono cercare di bloccarlo come fossero cinghie, impedendogli di alzarsi e quindi di avvicinarsi ai presenti per realizzare la propria vendetta. Il Nara si ritrova dunque bloccato su questa tavola, il corpo bloccato dalla stretta di tre radici avvolgenti ed il sigillo che brucia e consuma le sue energie ad emanare una luce sinistra e buia dalla sua figura. Cosa farà? [ Missione S ] [ Difesa Mekura: 2/4 ] [ Turni: Mekura - Azrael | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Nin & Res Azrael + 30% | Durata marchio: turno 1 di 12 ] [ PV Azrael: 95/100 | PV Mekura: 68/100 - braccio destro fuori uso ] [ Stamina Mekura: 6/9 | Stamina Azrael: 9/12 ] [ FREEZE ]

16:49 Azrael:
 La paura. La paura delle persoe ch’egli vuole spaventare ha un sapore particolarmente dolce. Delizioso. E la paura che sta instillando in quel Senjuu lo è ancora di più. Una serie di rampicanti lo trattengono alla tavola di legno, imprigionandogli braccia e gambe. Non riesce a sentirsi spaventato o in difficoltà, mentre è in questo stato. Non tanto mentre ha il chakra attivo, ma mentre il sigillo maledetto gli marchia così indissolubilmente la carne e l’anima. Le mani si stringerebbero a pugno, gli angoli delle labbra si allargherebbero ulteriormente in un sorriso perverso, sadico, crudele. Il petto si gonfierebbe, mentre il Nara sarebbe intento a prender fiato dopo minuti interi passati in uno stato di morte apparente. Contrarrebbe i mucoli di braccia, gambe e torso, in maniera tale da far loro guadagnare un maggioor volume per tastare la resistenza del legno. Ora, in possesso di tutte le sue capacità fisiche e mentali, sente di essere davvero invincibile. Muoverebbe il chakra in modo da irrorare i muscoli così contratti e tesi per fare in modo di poter sfondare quella sorta di gabbia in cui è stato rinchiuso. Raccoglierebbe tutte le proprie energie per poter muovere all’unisono le gambe verso l’esterno, contro i rampicanti, le braccia verrebbero spinte verso l’esterno e gli addominali si contrarrebbero per portarlo a mettersi in una posizione seduta, tentando di annullare la presa che il legno ha su di sé con la propria forza bruta. Se fosse riuscito a mettersi in posizione seduta, senza neanche seguire con gli occhi la figura del cuoco, punterebbe nuovamente sul jonin avversario, sul suo personale bersaglio. Piegherebbe la gamba destra, lasciando cadere eventuali residui di legno, per poi usare il corrispettivo piede come pernoper alzarsi, aiutandosi con le mani poggiate a palmo aperto sul terreno. Lento, sinuoso, si rimetterebbe in piedi per fronteggiare il proprio nemico, chinando la testa prima verso destra e poi verso sinistra, lasciando che la lingua faccia nuovamente capolino dalle labbra per umettarle, per saggiare quella leccornia che è il timore altrui. Il dorso della mancina, seguito poi dalla destra, passerebbero sulla linea delle spalle, sui bicipiti e sul tronco come per pulire polveri, sporco e frammenti di legno superflui. < Avevi una possibilità. Soltanto una. E hai scelto di sprecarla. > La voce, grezza e cavernosa, fuoriesce lenta come sangue venoso da una ferita aperta. Scuro e denso. Porterebbe le mani al petto, abbandonando la lentezza precedentemente adottata per dar sfoggio delle proprie capacità. Formerebbe i sigilli del drago, del ratto, del bue, del cinghiale per poi finire col mezzo sigillo della capra, tenuto unicamente con la mancina. Inalerebbe una modica quantità d’aria, riempiendo gli alveoli di ossigeno da incamerare all’interno dei polmoni. Dal centro del proprio chakra, infettato dall’impulso maledetto, prenderebbe la vivacità e la consistenza eterea delle fiamme. Il calore di un incendio alimentato dalla rabbia e dalla frustrazione accumulata dal momento stesso in cui è entrato in quella Foresta. Tale energia Katon si riverserebbe nei polmoni per esplodere assieme all’ossigeno e divampare attraverso le vie respiratorie del Dainin che andrebbe ad aprire la bocca per soffiare in direzione del Senjuu. Tale soffio infuocato non sarebbe atto a danneggiarlo direttamente, ma si avvolgerebbero attorno a lui creando una vera e propria gabbia di fiamme. Un inferno, ecco cosa vuole che l’altro passi negli ultimi attimi della sua vita. Benché sia una tecnica Katon si tratta di un jutsu controllato, formato sì da fiamme vive, ma che non si disperdono nell’area oltre al loro bersaglio, dunque non dovrebbe essere un eccessivo problema, dato che il fulcro del calore si svilupperebbe verso l’interno, non verso l’esterno. E resterebbe lì, a guardarlo ardere, a godersi lo sguardo di quell’uomo che ha scatenato tanto astio e tanto odio nel Nara, mentre le fiamme dell0inferno lo consumano. [ Chakra 80/130 (-30 Prigione Incandescente) | Tentativo di prova di forza per liberarsi ¼ - Prigione Incandescente ¾ | Impulso Maledetto ON: Pv 85/100 (-10 per mantenimento) | Equip invariato ]

16:50 Mekura:
 <AARRGH> l’urlo è straziante e la ninjato le cade immediatamente dalla mano ricadendo sul terreno. Il dolore è tale da mandarle degli impulsi violenti al cervello e il suono del suo stesso grido agghiacciante per quanto è forte, sorpreso, infuriato risuona nella sua testa come un allarme... e dolore, dolore incredibile. Il suo braccio è rotto e cade morto su un lato, l’altro lo segue andando ad afferrarsi la spalla mentre piega il busto sul braccio ferito in reazione a quanto è successo. Ha fatto un grave errore, uno pericoloso e con forti conseguenze. Ha perso il suo vantaggio, ha perso quella carta che adesso senza un braccio non riuscirebbe più a sfruttare in alcun modo. Le verrebbe da ridere: per una volta che non stava facendo male il suo lavoro...adesso deve combattere da menomata, mai cose semplici vero Mekura? Ma era colpa sua ed infondo non è tutto perso...bhe si fa per dire: ha perso la possibilità di usare ogni ninjutsu valido, ha perso la possibilità di usare il byakugan e tutte le tecniche hyuga comprese quelle di Tai e lo Juken. Ha perso la possibilità di chiamare i serpenti giganti, i suoi serpenti giganti che più che altro voleva richiamarli al fine di strangolare a morte i due scagnozzi del cuoco, fargli esplodere le viscere da dentro verso l’esterno, facendogli schizzare fuori gli occhi dalla pressione esercitata dalle spire dei serpenti o magari chiedergli di divorarli vivi solo per il desiderio di sapere come ci si sente a morire lentamente a causa dei succhi gastrici. Un contrappasso, diciamo. Invece, le uniche cose che le sono rimaste, sono un suo braccio, le sue gambe e la sua conoscenza del taijutsu, è ancora sufficiente per fare del male. Mentre questo la sbeffeggia la donna si fa scappare un lungo sibilo come se stesse trattenendo qualcosa. Il corpo ha leggero spasmo mentre lo sguardo è fisso verso l’individuo, poi una risata, seriamente divertita < mancati> ripete < ceeerto,...certo che mi siete mancati, ma sai cosa mi è mancato di più quando siamo comunque riusciti a distruggervi i bracciali senza chakra?> Il tono con cui lo direbbe ha un che di languido oltre che minaccioso, come se il fatto di aver perso un braccio al momento la stesse toccando relativamente. Cosa non vera, in realtà si sente tirare dentro di se da molte e molte voci ma, fortunatamente solo una sta sopprimendo tutte le altre con forza, che sia quella giusta o sbagliata non è importante. Le sue azioni ora sono la cosa più importante: potrebbe fare come prima, schivare ed attaccare, dare la possibilità di difendersi successivamente, tirarle per le lunghe (e le energie soprattutto dopo quel colpo la stanno lasciando), o contrattaccare e non mollarlo più. Ci deve provare. Mekura, si ritroverebbe quindi con l’avversario che sarebbe intento a lanciarle una tecnica, non attenderebbe come un bersaglio fisso che questo concluda, ma piuttosto cercherebbe di precederlo. Concentrerebbe il chakra dalla bocca dello stomaco, verso gli arti inferiori facendolo passare nei vari punti di fuga come una corrente, lasciando all’interno di essi una quantità omogenea l’uno dall’altro, per poi concentrare e comprimere tale flusso di chakra nei seguenti punti, così che, allo stesso tempo per reazione, fosse in grado di gonfiare i muscoli degli arti inferiori preparandoli allo scatto che dovrà fare successivamente. La Hyuga, a questo punto se fosse riuscita a controllare il chakra all’interno del suo corpo portando sufficientemente flusso alle gambe, prenderebbe un breve respiro gonfiando il petto trattenendo il respiro, azione che la porterebbe subito a piegare la schiena in avanti mentre poggia sulla gamba sinistra e abbassa il braccio destro dalla spalla inversa, allargandolo leggermente e indietreggiandolo rispetto al fianco mentre con la punta del piedi si sistemerebbe sul terreno in modo da avere maggiore controllo su esso, da far notare che la punta del piede destro piegherebbe leggermente verso l’esterno destro e non rimarrebbe dritto per dritto, come ad indicare che il movimento non sarebbe rettilineo. Piegherebbe le ginocchia sollevando il bacino quasi come un corridore e stringe i denti per il dolore provocato alla sua parte sinistra. Mekura quindi cercherebbe di controllare il chakra accumulato e inizierebbe il suo scatto, che, se avesse correttamente mosso il chakra a dovere, sarebbe ai limiti massimi della sua velocità. La spinta iniziale verrebbe data dalla gamba destra, i muscoli comprimendosi tra loro come molle si stringerebbero assecondando i movimenti impartiti sostenuti dalle ossa cercando di prendere la giusta spinta sbilanciando il peso in avanti mentre le braccia, una per forza di cose, verrebbero distese indietro, la destra dalla posizione piegata verrebbe utilizzata per dare maggiore slancio ed equilibrio al corpo e allo stesso tempo dare una mano a timonare il suo intero corpo. Al punto massimo di compressione con la gamba destra piegata quasi piegata a 90° e il tacco degli stivali che poggia con forza sul terreno, solleverebbe la gamba sinistra facendogli compiere una rotazione in avanti mentre il piede della gamba destra arriverebbe a toccare il suolo su tutta la superficie e da li tutta la tensione muscolare che avrebbe raccolto si libererebbe. Poggiando il peso sulla gamba destra sostenendo tutto il corpo, distenderebbe la gamba in avanti e velocemente una volta aver scaricato tutta la forza della gamba la sostituirebbe con la gamba sinistra mentre porterebbe il braccio destro in avanti e così a ripetizione mentre la schiena verrebbe abbassata e curvata in avanti in modo che il suo intero corpo potesse tagliare meglio l’aria attorno a lei. Il tutto verrebbe fatto rapidamente e con molta attenzione alla sua traiettoria sul terreno facendo attenzione alla conformazione del suddetto mentre la sua traiettoria come preannunciato dal suo stesso corpo in un certo senso, si allargherebbe verso destra di quattro metri in modo da rendere la sua posizione difficile da mirare. Proseguirebbe per la distanza, tenendo una falcata ampia, che la separerebbe dal nemico sia frontalmente che lateralmente, curvando verso l’interno in modo da arrivargli entro due metri di distanza stringendo la curva sia frontalmente che lateralmente in modo graduale durante il tragitto. Se fosse arrivata fino a quel punto, la donna ancora una volta giocherebbe sul proprio equilibrio e sul rendere difficile le azioni dell’Aburame, allargando il braccio destro verso l’esterno, piegando il gomito in modo da formare con l’articolazione un triangolo mentre spingendo il peso indietro distenderebbe la gamba destra in avanti andando a strisciare per terra . Utilizzerebbe il braccio destro come protezione per evitare che tutto il fianco scivolasse a terra e quindi che perdesse tutta la forza che avrebbe accumulato nella spinta per arrivare fin da lui andando a comprimere gli addominali in modo da tenere il fianco sinistro in tensione mentre la gamba sinistra rimarrebbe piegata verso il petto. In questo modo cercherebbe di rendere ancora più complesso per l’Aburame colpirla cercando di tenere la sua forma bassa. Se fosse riuscita a ridurre la distanza di almeno un altro metro e continuare a tenersi bassa, solleverebbe di poco la gamba sinistra e piegherebbe la destra spingendo il profilo del piede sul terreno e rigirerebbe la gamba in modo tale che la punta toccasse completamente la superfice. Curverebbe la schiena in avanti e sollevare il bacino dal terreno allargando il braccio destro, distendendolo al livello della spalla. Facendo forza quindi sulla gamba in appoggio, la destra, la distenderebbe in modo da sollevare di scatto parte del corpo la schiena verrebbe piegata verso destra in modo si di mantenere l’equilibrio così come il braccio destro che si piegherebbe di nuovo al livello della spalla , ma anche per aiutare il successivo momento della gamba sinistra che verrebbe lanciata verso l’alto come un colpo di frusta mentre, in tutto il processo il chakra verrebbe controllato e pronto ad essere rilasciato verso l’esterno una volta pronto. Controllerebbe il calcio verso l’alto puntando la punta del piede sinistro verso il mento dell’Aburame cercando di passare al di sotto delle braccia del nemico. Da qui si evincerebbe il senso del movimento per come è stato concluso: non si può attaccare dove si è già, al limite della propria anatomia e la Hyuga stava sfruttando quel metodo : come se dovessi superare una muraglia, o passi da sopra o ti crei un tunnel e passi da sotto. E se davvero fosse riuscita a raggiungere i suoi scopi, ferrerebbe il colpo cercando di potenziarlo con l’uso dello stesso chakra in modo che fosse quanto più violento possibile per farlo sollevare da terra rilasciando l’aria concentrata prima nei polmoni. Tuttavia cercherebbe di controllare l’angolo di “lancio” in modo tale che si sollevasse verticalmente e che non sbalzasse indietro così che potesse continuare ad attaccarlo successivamente. [2/4] Se fosse riuscita a compiere in tempo il suo attacco prima che quell’altro riuscisse a colpirla, la Hyuga raccoglierebbe altro chakra che farebbe muovere rapidamente all’interno del proprio corpo stimolando ancora una volta a raggiungere i punti di fuga dove comprimerebbe e concentrerebbe parte del flusso in modo tale da stimolare i muscoli e renderli più resistenti eppure più flessibili così da avere un controllo maggiore nella combinazione di attacchi. Solleverebbe la schiena prendendo un’altro lungo respiro a e allargherebbe il gomito destro, mentre il ginocchio sinistro verrebbe piegato verso il petto e facendo forza con il busto solleverebbe la schiena in modo da raggiungere un equilibrio che darebbe prova delle sue conoscenze del taijutsu. Da quella posizione curverebbe il busto verso destra spingendo la gamba sinistra a curvale allo stesso modo così che toccasse il terreno. Facendo forza con il piede a questo punto evitando di incrociare troppo le gambe compierebbe una intera rotazione e rilascerebbe l’aria nei polmoni prendendo lo slancio con la gamba destra per mirare allo stomaco dell’Aburame con i calcagni da sinistra a destra, dal basso verso l’alto, una volta che questo fosse disceso di nuovo attirato dalla gravità cercando di colpire con la sua forza [1 colpo] successivamente se tale attacco fosse andato a buon fine, la donna, completerebbe il movimento della gamba sollevandola con il ginocchio che quasi toccherebbe la punta del proprio naso. Piegherebbe il piede a martello e allargherebbe distendendo il braccio destro verso l’esterno cercando di mantenere l’equilibrio sulla gamba sinistra tenendola non troppo rigida mentre i muscoli delle gambe sarebbero tesi sui glutei. Quindi slancerebbe la gamba sollevata facendola distendere verso il basso come se il tallone del piede fosse un martello con il quale mirerebbe verso il naso dell’Aburame il busto curverebbe verso sinistra. Completerebbe il movimento andando a poggiare la gamba destra indietro mentre la gamba sinistra passerebbe in avanti [2 colpo] . Se avesse colpito l’Aburame in modo efficace, cercando di puntare strategicamente delle parti sensibili del corpo cercherebbe di proseguire la combinazione cercando di allungare il braccio destro in avanti curvando il busto verso sinistra mentre la mano correrebbe ad afferrare la mano sinistra dell’Aburame andando a premere con le dita in particolare verso il pollice. Se fosse riuscita ad afferrarlo la donna rigirerebbe tale parte verso l’esterno e forzerebbe il polso e di conseguenza tutta l’articolazione nemica a rigirarsi e costringerlo a piegare il busto in avanti, la testa leggermente indietro a causa della posizione e della articolazione contorta ma non rigirata dietro la schiena di questo, continuando fino a quando non lo avrebbe costretto a mettersi in ginocchio [3 colpo] e se fosse riuscita ad arrivare fino a quel punto puntellerebbe la gamba destra e solleverebbe la sinistra cercando di sollevare il piede a martello piegando il ginocchio verso il petto e poi cercare di colpire con tutta la suola dello stivale la faccia dell’Aburame. Spingerebbe con tutto il peso del corpo cercando di colpire sempre il naso in modo tale che la cartilagine si rompesse, provocando una momentanea cecità a causa del dolore provocato e ritirando la gamba riportandola nella posizione precedente di partenza con un grido frustrato e di fatica spingerebbe ancora una volta la gamba in avanti cercando di colpire lo stesso punto così da continuare a rompergli il naso. Lo pesterebbe insomma con uno dei metodi più lontani dal pugno gentile, in quello che si sarebbe messa all’opera non ci sarebbe nulla di gentile, ma piuttosto sembrava qualcuno che stesse schiacciando l’uva per estrarne il succo [4 - 5 colpo] solo allora, se fosse riuscita a fare quello che voleva fare lascerebbe la presa [turni 2/4 tifone della foglia - 2/4 pugni di ferro – cha tot 77/100][ch on – stesso eqiup]

MEKURA: Nonostante la situazione critica ed il dolore indescrivibile, Mekura non si tira indietro e decide di proseguire lo scontro con tutte le sue forze. Non tenta di evitare il colpo che l'altro sta palesemente caricando ma cerca di contrattaccare prima del suo stesso attacco. Una mossa imparata molto tempo prima e che in più occasioni le è tornata utile e per la quale non ha bisogno di usare le braccia. Non entrambe, almeno. Caricando di chakra le leve inferiori, compie uno scatto talmente rapido da andare a svanire dalla vista dell'Aburame che, imprecando a mezza voce, continua a caricare il proprio jutsu nel tentativo riuscire ugualmente a colpirla; la jonin però si rivela essere più rapida dell'avversario ricomparendo pochi istanti dopo ai suoi piedi, piegata al suolo retta dal solo braccio sano e con la gamba sinistra a distendersi verso l'alta così da far impattare violentemente la suola della scarpa contro il mento dell'Aburame. Cosa succede? Nel momento in cui la donna lo colpisce, l'uomo va a venir sollevato dal suolo per via della spinta ascendente subita dal calcio tuttavia nessuno schizzo di sangue né urlo di dolore sembra giungere alle orecchie della Consigliera. Una nube di insetti scuri si disperde dalla figura dello shinobi e centinaia di piccoli insetti di vario tipo e forma cadono come morti al suolo, sotto di lui. La cosa tuttavia non impensierisce particolarmente la Jonin che, forte del suo desiderio di rivalsa, si rialza pronta a proseguire con il suo attacco nel momento in cui l'altro va discendendo al suolo. Una serie di attacchi più o meno precisi va a colpirlo strappandogli -questa volta- gemiti e ringhi di dolore. Jin si ritrova ben presto a terra con il viso tumefatto e il respiro corto a smuovergli le spalle stanche. Sembra messo male ma tuttavia non sembra deciso a volersi arrendere: dal suo collo, da sotto le maniche, dalla veste, una serie di piccoli insetti neri e ronzanti vengono liberati e vanno a dirigersi minacciosi verso la donna esattamente di fronte a lui, intenzionati a pungerla e colpirla sul viso, sulle mani, su ogni minimo spiraglio di pelle visibile del suo corpo. [ //OFF: Chakra Mekura: 71/100 (14 tifone della foglia + 15 stile pugno di ferro) ]
AZRAEL: Vicino la torre, invece, la situazione è ben diversa. Mentre il cuoco si è andato a riparare all'interno della Torre, il Senjuu non fa più lo strafottente, anzi: al vedere l'aspetto demoniaco del Nara sembra visibilmente spaventato. Conscio della fama dell'uomo dentro e fuori le forze speciali ANBU sa che ha ben motivo di aver timore di lui e cerca con convinzione di fermarlo con la forza del proprio legno. Un tentativo ammirevole ma insufficiente: la forza fisica del Dainin è sufficiente da sola a spaccare i rampicanti che ne costringevano i movimenti, andando a far ricadere schegge e pezzi di legno al suolo in un unico e secco "crack". Azrael si rialza fluidamente dalla tavola ove era stato posto e senza neppure degnarsi di apparir affaticato, procede con la sua offensiva. Una sequenza di sigilli, un profondo respiro-- e poi l'inferno. Una ondata di fiamme si libera dalle sue labbra per andare ad imprigionare la figura del Senjuu in una vera e propria cella infuocata. I bagliori rosso-dorati del fuoco appena generato vanno a scontrarsi sinistramente con l'alone violaceo che circonda il Nara rendendolo ancora più ultraterreno e demoniaco. Il Senjuu aveva composto il sigillo del serpente a sua volta, ma troppo lentamente: non riesce ad eseguire il suo jutsu prima che le fiamme vadano a torturare la sua carne. Il calore è insopportabile, scintille e zampilli di fuoco vanno a baciare la sua pelle, le sue vesti, torturandolo e strappandogli strazianti urla di dolore. Il fuoco lo avvolge, la sua pelle si fa rossa, violacea, purpurea e poi nera. Fra grida strazianti e l'intenso odore di carne bruciata che va diffondendosi tutt'attorno, Inue brucia nel suo inferno personale, gridando, piangendo, la sua voce arrochita e inquietantemente graffiante, il suo corpo a crollare al suolo ad agitarsi spasmodicamente alla ricerca di salvezza e sollievo. Il calore è insopportabile, il dolore eccessivo ed alla fine, nel giro di una manciata di secondi, di lui non resta che un corpo carbonizzato, l'eco delle sue grida che ancora sembrano riverberarsi per la Foresta altresì assordantemente silente. [ Missione S ] [ Turni: Azrael - Mekura | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Nin & Res Azrael + 30% | Durata marchio: turno 2 di 12 ] [ PV Azrael: 85/100 | PV Mekura: 68/100 - braccio sinistro fuori uso ] [ Stamina Mekura: 5/9 | Stamina Azrael: 8/12 ] [ Ore: 17.56 ]

[ Difesa Mekura: 2/4 ]

18:46 Azrael:
 Il corpo che ha davanti soffre, brucia e poi si accascia a terra con un urlo di dolore che riempie le orecchie del Nara e che gli fa sorgere una spontanea risata a pieni polmoni, ricolma di tutto il sadismo che lo ha reso celebre in tutti questi anni di servizio. Andare a prendere il cuoco, ora, è fuori discussione, non gli darebbe soddisfazione alcuna. Smettere di cercar sangue, anche, è poco sopportabile come idea. Inala l’aria circostante, sa di carne carbonizzata. < Adoro la carne ben cotta. > Mormora tra sé e sé, deciso a proseguire con la propria strage. Qualunque cosa Mekura stia facedo, ha intenzione di prendersi la vita dell’altro Jonin che, suo malgrado, si è fatto beffe di lui. Si volterebbe in direzione dell’urlo femminle sentito poc’anzi. < Mekuuuuuuuuura! > Urlerebbe, iniziando a comporre il mezzo sigillo della capra dinanzi al petto < Sto arrivando, lasciami qualcosa! > Griderebbe ancora, a pieni polmoni, per poi richiamare il proprio chakra al fine di farlo scorrere tutt’intorno al proprio corpo, aprendo gli tsubo in modo tale da creare una sottile patina violacea uniforme, che prenderebbe allo stesso modo sia le superfici lisce del proprio corpo, sia le anse e gli avallamenti, comprendendok anche tutto l’aequipaggiamento che reca con sé. Aprirebbe mentalmente il collegamento con la Hyuga che lo sta accompagnando in questa missione per connettersi al sigillo dell’Hiraishin che lei dovrebbe aver ancora addosso. Se, normalmente, le comparirebbe alle spalle, stavolta sceglierebbe di apparirle innanzi, per frapporsi tra lei ed il suo avversario, qualora fosse ancora lì vivo. La scena che, se si fosse dislocato correttaente, dovrebbe avere innanzi sarebbe quella di vari insetti che sarebbero destinati alla Hyuga, alla zona del di lei volto che, per differenza di altezza, dovrebbe essere più o meno la zona del petto del Dainin. Non guarderebbe in volto la donna, ma punterebbe immediatamente il di lui sguardo sull’Aburame, incurante di qualunque sia l’attacco che egli dovrebbe voler portare. < Nella torre centrale. > Direbbe, semplicemente, alla donna, per poi sorridere malignamente all’uomo che dovrebbe avere di fronte o comunque a portata di visuale. Se gli fosse concesso, andrebbe a formare i sigilli della tigre, del bue e del cane. Non gli importa che egli possa, in qualsivoglia modo, tentare di contrattaccare o di nuocergli in qualunque modo. Gli importa unicamente di porre la mancina verso di lui, se fosse a portaa, richiudendo le dita verso il palmo, salvo indice, medio e pollice che verrebbero puntati come fossero una pistola. Il chakra Raiton verrebbe risvegliato dal centro del keirakukei, prendendo le proprietà del fulmine, crepitante e scoppiettante e risalirebbe verso l’apice dello sterno, per poi deviare verso il braccio sinistro e giungere, infine, alla mano tesa. Essa verrebbe caricata di tutto il chakrs Raiton che occorre che la farebbe diventare di colorazione violacea, grazie all’immissione del chakra maledetto all’interno del suo organismo. Ciò gli permetterebbe di puntare una rapidissima saetta al centro della fronte dell’avversario per dargli una morte più veloce e meno dolorosa di quella data al compagno, data la differenza di colpa che il nara vede tra i due. Se fosse riuscito in tutto ciò, comunque, resterebbe a guardare il risultato del proprio attacco per godere del dolore ingflitto, prima di anche solo inziiare a pensare di accingersi a terminare quella missione. [ C 38/130 (-30 Dislocazione , -12 Saetta ) | 2/4 dislocazione , 2/4 saetta | Impuilso Maledetto (-10 pv) – PV: 75/100 – Equip invariato ]

19:10 Mekura:
 Alla fine della sua azione piega la testa come se fosse una poiana, guardandolo in faccia, osservando come questo fosse tumefatto ma vivo, bene, lo deve sentire <il chakra mi è mancato> riprende il discorso lasciato prima < eccome se mi è mancato..> sospira guardando verso l'avversario, cercando di tenerlo d'occhio aspettandosi che qualcosa uscisse fuori dal nulla, un ultimo tentativo, forse disperato, con gli insetti o facendosi esplodere. è vicina, ha tante opzioni, quindi qualsiasi reazione improvvisa potrebbe essere pericolosa. Anche per questo parlerebbe, per convincerlo che sta abbassando la guardia <e se io e Hiashi siamo riusciti a farvi male senza quello, cosa ti aspettavi che ti sarebbe successo con il chakra?> melliflua la donna sorride verso questo, con una certa dose di cattiveria <Davvero non ci avete pensato? davvero vi siete fidati di quella macchina così tanto da sperare che un danin ci muoia dentro così, come uno stron*o?> eppure, seppure con cattiveria, la donna rimarrebbe pacata. Si, si stava gustando tutto questo, con un certo piacere, con un freddo piacere. Sente l'odore del sangue, sente il sangue sul piedi, sulla sua pelle e le urla distanti del massacro che ha scatenato con il suo messaggio. La testa le gira e ancora non può permettersi di rallentare perché Il tizio prenderebbe il controllo dei suoi insetti per attaccarla. Normalmente potrebbe utilizzare del fumogeno per tenere a distanza gli insetti, ma sono insetti ninja, di clan, non funzionerà e comunque non vorrebbe fare esperimenti ora. La donna si lascerebbe sfuggire un mugugno sfinito, assottigliando le labbra mentre aprirebbe le gambe facendo strisciare i piedi a terra per poi far ruotare indietro il lato destro e la gamba destra, piegandola leggermente con la schiena piegata in avanti continuando ad ansimare mentre si preparerebbe a scattare. La donna analizzerebbe la situazione, cercando di identificare dove gli insetti stanno uscendo e dove hanno intenzione di colpirla muovendo gli occhi da una parte all'altra freneticamente. Sarebbero molti, troppi per contarli e quindi dovrebbe focalizzarli come una massa nera unica. Destra, sinistra? no, non servirebbe. Non perderebbe troppo tempo ad analizzare la questione pressoché semplice: tale massa nera, è composta di insetti che nel giro di poco possono le sarebbero arrivati addosso, piccoli insetti che non si sarebbero limitati ad attaccare la pelle nuda, se desse loro l'occasione colpirebbero anche al di sotto dei vestiti e toglili da li. Perciò non aspetterebbe troppo il momento opportuno vista la vicinanza: quando questi fossero sul punto di pungerla e posarsi sulla sua carne, piegandosi ulteriormente sugli arti inferiori come se comprimesse una molla, portando il braccio destro in avanti al livello al di sotto degli occhi, lo solleverebbe mentre curva la schiena indietro a sua volta per allontanare per reazione la faccia. Cercherebbe di spostare il peso indietro sulla gamba destra, in modo da controllare la caduta il più possibile così che, roteando il busto, la donna darebbe le spalle agli insetti dell'Aburame per circa 3/4 del corpo, proprio per iniziare ad offrire quanta meno pelle possibile, andando a sollevare il tacco dello stivale così da spostare la punta e di conseguenza la gamba rivolgendola nella nuova direzione. A quel punto la donna usando la forza della gamba destra si lancerebbe in avanti, distendendo l'articolazione aiutata successivamente dalla sinistra, in modo da allontanarsi dagli insetti. Farebbe un salto, un tuffo in avanti mentre porterebbe il braccio destro in avanti con la mano diretta verso il terreno in modo tale da proteggere il corpo nel suo balzo di circa 5 m. Poggerebbe la mano a terra una volta completato tale slancio e usando la forza del braccio solleverebbe le gambe alternativamente e rigirerebbe il corpo in una capriola fino a quando i piedi non toccherebbero terra di nuovo tenendola in una posizione accucciata. Nel mentre Azrael le urlerebbe a distanza, ma al momento sarebbe più interessata a schivare. Se fosse riuscita a schivare tale colpo, la Hyuga si solleverebbe in piedi guardando in direzione dell'Aburame, trovandoci davanti Azrael. Sgrana gli occhi, preoccupata, per via degli insetti, ma è una cosa istintiva che cercherebbe di togliersela subito...sopratutto quando questo sembrerebbe non risentire troppo il colpo tanto che le direbbe una cosa importante. Annuirebbe lentamente e se permesso, la Hyuga si dileguerebbe, aumentando il passo, non più interessata a non fare rumore, cercando di raggiungere velocemente la torre centrale, lasciando ad Azrael il colpo finale: se il cuoco scappa sono da capo. Non che possa andare da qualche parte ma, lasciato incustodito potrebbe muoversi e riuscire a fuggire seppure le possibilità si rivelerebbero scarse. Cercherebbe perciò di andare veloce mentre con il braccio destro si terrebbe quello sinistro. Azrael potrebbe raggiungerla a breve. [1/4 osservazione + 1/4 tentativo di schivata - 2/4 movimento verso la torre ][ch tot 71/100 ][stesso equip]

Gli insetti escono dagli abiti dell'Aburame, dalle sue mani, dalla sua pelle, quasi come se nascessero dalla sua carne. Se Mekura avesse avuto il Byakugan attivo avrebbe potuto vedere gli animaletti muoversi nel keirakukei per uscire dagli tsubo uno per volta, come una fiumana nera brulicante che infine si alza in volo attorno allo shinobi come fosse un alone oscuro e in costante movimento. Proprio mentre questi gli vorticano attorno, la figura del Nara compare come uno scudo per frapporsi fra la Hyuga e l'altro presente ritrovandosi a ricevere l'attacco degli insetti al posto della Consigliera. Le piccole creaturine vanno a pizzicargli la pelle del collo, delle mani, muovendosi sui suoi vestiti ma-- senza dolere in alcun modo. Azrael avverte solamente una vaga sensazione di solletico, la fastidiosa sensazione di mille zampette che si muovono sul suo corpo, sorridendo sadicamente. L'Aburame osserva orripilato la scena, il sangue che gronda dal suo naso come una maschera inquietante. Mekura nel mentre si sposta comunque all'indietro di qualche metro per ricevere poi l'indicazione del compagno di squadra sull'ubicazione del loro obiettivo finale. Stringendo i denti per il dolore al braccio, la Hyuga corre nella vegetazione scavalcando radici, calpestando foglie e rametti, fino a raggiungere dopo una trentina di altri metri la Torre centrale. Azrael, nel mentre, rimane solo con il suo avversario che, ferito e spossato dal consumo di chakra e tecniche, tenta la fuga. Cerca di fuggire rapido nella foresta ma il Nara non ha alcuna intenzione di lasciarlo fuggire: alzando la mancina nel suo tipico gesto a pistola, rilascia un unico raggio di energia crepitante diretta al cranio dell'uomo. La saetta trapassa le ossa e la carne del capo avversario come un coltello che scivola in un panetto di burro. Sangue e materia grigia schizzano ovunque arrestando la corsa avversaria. Il corpo crolla al suolo esanime senza neppure un lamento, una pozza cremisi ad allargarsi sull'erba verde filtrando fin nel terreno. L'incubo sembra essere finalmente giunto al suo termine: adesso non resta altro che raggiungere il cuoco e decidere delle sue sorti. [ Missione S ] [ Turni: Azrael - Mekura | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Nin & Res Azrael + 30% | Durata marchio: turno 3 di 12 ] [ PV Azrael: 75/100 | PV Mekura: 68/100 - braccio sinistro fuori uso ] [ Stamina Mekura: 4/9 | Stamina Azrael: 7/12 ] [ Ore: 19.33 ]

Turni Invertiti.

20:07 Mekura:
 Era finita, ora doveva occuparsi del cuoco. Sente il suo respiro mentre corre, sente questo continuare ad uscire dalle sue labbra bruciandole la gola. é viva, viva...era riuscita a disattivare la macchina, a sopravvivere ed ora, ora deve avere a che fare con il cuoco. Ha mille pensieri per la testa, ha molte "idee" per il cuoco. Poteva ucciderlo, poteva fargli mangiare parte del suo stesso corpo, poteva fare tutto, tutto eppure non sente soddisfazione. La sua morte non porterebbe indietro Hiashi, la sua morte non avrebbe riportato indietro tutti quelli morti. Avrebbe raggiunto il suo scopo, i serial killer puntano a cercare qualcuno che alla fine possa fermarli, inconsciamente o meno. Rallenta il passo non correndo più ma camminando meccanicamente continuando comunque a marciare con uno sguardo gelido sul volto. La sua mano destra andrebbe verso il cosciale, stacca il bottone e con l'indice afferrerebbe l'anello di uno dei kunai. Lo rigira nel dito solo una volta, per poi afferrarlo per il manico. Continuerebbe cercando di arrivare fin davanti alla entrata ponendosi di fronte a questa riducendo le distanze fino a che lei non si trovi a 10m di distanza da questa. SI guarderebbe intorno, osservando i dintorni, un po' per trovare le differenze rispetto al passato, cercando tracce, cercando di assicurarsi che non avesse tentato di darsi alla fuga. Controllerebbe bene, in silenzio cercando di ascoltare i dintorni, ora più tranquilli dopo il caos che hanno causato. Se, non avesse trovato tracce e se non avesse notato null'altro di interessante, la Hyuga solleverebbe la voce. <Cuoco> Esclama guardando verso la torre gonfiando il petto ancora una volta. <ti ricordi la mia voce? la ragazza è scappata via> afferma con tono oscuro <ma io> scandisce con gli occhi sgranati in direzione della porta <sono il serpente che strangola il leone, intervengo quando serve> ricorda parola per parola di quello che ha detto mentre ammazzava Hiashi e la stravolge, solo per rendere il punto della situazione: perché mentire?Le ha serbate nel suo cuore, cresciute insieme al rimpianto ed alla commiserazione ed adesso è pronta a liberarsene. Sente una rabbia profonda che scalpita per uscire fuori. <e adesso s-e-r-v-e> afferma con maggiore enfasi mentre, continuando a parlare entrando all'interno della torre, valutando se questo non si fosse nascosto da qualche parte per cercare di pugnalarla alle spalle. Lo cerca muovendosi con calma, aspettandosi in ogni caso che ad un certo punto sarebbe apparso anche Azrael <cuoco> ripete <è finita, le tue leonesse sono morte, il tuo campo di caccia annullato, sei all'angolo all'interno di una torre che saremo ben felici di radere al suolo e ripagare le spese dopo. Tu, non hai possibilità di contrattare o difenderti. Arrenditi ora> non c'è una scelta, nessuna contrattazione. La mano stretta sul kunai con una chiara intenzione di usarlo ad un certo punto. Sente i rumori dei suoi passi alternarsi mentre rimarrebbe attenta ad ascoltare all'interno della torre guardandosi intorno. <arrenditi e ricordati il nome del fantasma che mi porto dietro...il tuo Hyuga per cena> [turni 1/4 avvicinamento torre - 1/4 osservazione - resto del turno movimento e ricerca del cuoco]

20:20 Azrael:
 È finita. La missione è finita. Senza un singolo fiato anche l’Abyrame cade sotto i suoi colpi e, adesso, senza più nemici, la fatica inizia a farsi sentire. Sceglie deliberatamente di non interrompere ancora l’afflusso di chakra maledetto che gli infetta il chakra, per assicurarsi di non mostrarsi ijndebolito dinanzi alla preda più succulenta della missione. Si limiterebbe, dunque, a stringere i denti e a percorrere lo stesso percorso che ha compiuto la Hyuga sino alla torre per poi entrare al suo interno e, sempre per far scena, ma senza rubarla a Mekura, cominciare ad urlare a gran voce < Questa donna è la tua unica salvezza. Voglio ammazzarti! > Principierebbe con tutto il fiato che ha in corpo, la voce graffiata dall’influsso del marchio < Voglio aprirti e cibarmi delle tue interiora, schifoso sacco di carne! > Proseguirebbe, avanzandok in ogni sigolo anfratto della torre alla ricerca della sua preda che, comunque, non andrebbe a toccare, preferendo restare lì solo come minaccia ulteriore rispetto a Mekura. tutto quel che farà, dopo che la Hyuga avrà deciso ed attuato qulunque cosa bbia intenzione di fare all’uomo, sarà semplicemente dislocarli tutti al Villaggio della Foglia per andare in ospedale ed aiutare la Hyuga per le dovute e necessarie cure mediche e contattare gli ANBU per far ripulire tutta la zona da cavi, macchinari e ripetitori. Per quel che gli riguarda, oggi, ha esaurito le cose da fare. [ Tag invariati – Impuilso maledetto attivo – Pv 65 – equip invariato ]

Arrivando nei pressi della torre, Mekura non noterà niente di diverso dall'ultima volta che è stata lì. Il macchinario è ancora accanto alla torre, quattro cavi metallici partono da questo e si dilungano verso il folto della foresta in direzioni opposte. Un punto del terreno è carbonizzato, i resti fumanti di quello che evidentemente era stato un corpo emanano ancora dei bagliori incandescenti come se ci fosse ancora qualcosa che brucia sotto tutta quella massa incenerita. Entrando nella torre nota un posto buio, spartano, interamente in pietra. Una scala a chiocciola conduce ai piani superiori avvolgendo gli interni della struttura. Il silenzio sembra regnare sovrano nel luogo, interrotto solamente dalla voce della donna -cui segue poco dopo quella di Azrael- e dal suono dei loro passi contro gli antichi gradini rocciosi della torre. Non ci sono stanze, solamente tre piani vuoti, con un tavolo e qualche sedia, resti di cavi e componenti meccanici, nonché delle brande e pochi indumenti sparsi qua e là. All'ultimo piano, appiattito contro la parete, c'è il cuoco. Un uomo alto, elegante, dall'espressione spaventata e arrabbiata al tempo stesso. I suoi capelli sono radi sulle tempie, ravviati all'indietro dalla fronte fino alla nuca, di un nero intenso. Il suo abito è di sartoria, le mani curate. Parrebbe quasi una figura distinta se non fosse per le note abitudini violente di cui i due sono a conoscenza. Deglutisce sonoramente nel veder comparire nella stanza i due Consiglieri: la fronte è imperlata di sudore, le labbra tremano appena mentre una tempia lungo la gola pulsa vistosamente ad indicare lo stato di agitazione cui è sottoposto. < P-perché sprecare tutte queste energie per me, eh? > domanda l'uomo schiacciandosi ancor di più contro la parete. < I-io non sono andato a cercare nessuno, siete voi ad essere venuti da me! Potevamo continuare le nostre vite separatamente, ma voi siete venuti fin qui per arrestarmi di nuovo o peggio... > balbetta cercando di ricorrere disperatamente ad un'ultima scappatoia. < L-la mia era difesa! L'ultima volta ti ho persino lasciata andare: avrei potuto non farlo! M-mi sembra un ottimo momento per ricambiare il favore. > azzarda, con sguardo folle di terrore, fissando la donna negli occhi. [ Missione S ] [ Turni: Azrael - Mekura | Per eventuali cambi avvisatemi. ] [ Tempo: -- ] [ Nin & Res Azrael + 30% | Durata marchio: turno 4 di 12 ] [ PV Azrael: 65/100 | PV Mekura: 68/100 - braccio sinistro fuori uso ] [ Stamina Mekura: 4/9 | Stamina Azrael: 7/12 ] [ Ore: 19.33 ]

21:03 Azrael:
 I segni scuri slla pelle del Dainin pulsano e bruciano, consumando rapidamente tutte le risorse del Nara. Non ha intenzione di mostrarsij debole proprio adesso, non ora che hanno trovato l’uomo. Pulito, ordinato e terrorizzato. Sembrerebbe quasi un povero innocente, non fosse un pazzo assassio e cannibale. Alle sue richieste di lasciarlo vivo, alle sue folli scuse riguardo la legittima difesa Azrael si ritrova a scuotere il capo, aprendo nuovamente il sorriso sadico sul suo volto. < Io non credo. Se lei non ha intenzione di occuparsi di te lo farò io molto… molto volentieri. > Si volterebbe in direzione di Mekura, per assicurarsi che abbia davvero il fegato per mettere fine al suo incubo personale una volta e per tutte. < Anche se non credo voglia farlo, insomma, guardala. > Nonostante il bracco rotto la Hyuga si sta dimostrando determinata fino alla fine. È piuttosto evidente che voglia fargli passare almeno la metà delle sventure che quell’uomo ha fatto passare a lei. Fortunatamente per questo cuoco, comunque, il Nara ha soddisfatto la sua sete di sangue, quella che ha attivato l’impulso maledetto, che verrebbe spento nel momento in cui la Hyuga avesse mostrato cenno di decisione. Se ne starebbe in disparte, dunque, se la donna non avesse mostrato segni di rimorso. In caso contrario provvederebbe personalmente al cospargere le interiora dell’uomo su tutto il pavimento. Se tutto fosse andato come di rito, comunque, comporrebbe il sigillo della scimmia – a lavoro concluso – per richiamare l’ultima volta – si spera – il proprio chakra e ricoprire se stesso, la Hyuga e anche l’eventuale prigioniero. La mente correrebbe rapida al Villaggio della Foglia, fuori dall’Ospedale per consegnare l’eventuale prigioniero agli ANBU di ronda e per portare la donna in Ospedale. [ if end ]

21:20 Mekura:
 La donna guarda sollevando un sopracciglio verso Azrael sentendo quello che dice. <..potrebbe essere una salvezza, ammazzarlo> sussurra verso questo sospirando pesantemente. Non era qui per salvare nessuno, qui ci era per punire degli uomini e vendicare tutte quelle morti, Hiashi in particolare. Corruga la fronte sentendo la frase successiva detta da questo in un eccesso,guidato dall'impulso maledetto. Le ricorda Yukio, ma a dire il vero non era solito avvertire nessuno se voleva mangiarlo: lo prende e lo mangia, easy. Probabilmente è una cosa che ancora fa in segreto nel suo piccolo spazio, si fa per dire, come capo villaggio di Kusa. Alla fine lo trovano: miserabile, spaventato e arrabbiato, patetico. Lo lascia parlare insensibile a quello che sta dicendo più interessata al modo in cui lo sta dicendo. <e pensare che ti chiamano mostro> ripete in modo derisorio la stessa frase per la quale si "lamentava" l'ultima volta. <in realtà no, sei sono un uomo...un uomo che dato che non sa combattere fioretta con le parole rigirando la realtà come vuole lui. Prendendo di mira individui mentalmente deboli per dominarli e usarli per i propri scopi. Gli individui come te o diventano politici o diventano degli psicopatici...fortunatamente non sei un politico> una mezza battuta detta senza un accenno di sorriso. <è curioso le parole che utilizzi: difesa? di solito nella difesa non è compreso pasteggiare con le persone> e alla fine ecco il colpo di grazia: giocare sui sensi di colpa, sulla pietà che la donna potrebbe mostrare verso quell'uomo. La Hyuga rimarrebbe in silenzio, un inquietante silenzio dove non batterebbe ciglio, non guarda Azrael, gli occhi sono distanti, come se stesse guardando altro in quel momento eppure sarebbero puntati proprio su questo. <è così?> afferma melliflua mentre pondera il passo, avvicinandosi sempre di più all'uomo in questione con lentezza e predatoria. <Mi hai lasciato andare con un prezzo esorbitante: Hiashi Hyuga, il mio compagno è morto e non sono riuscita a salvarlo, non sono riuscita a portare una salma, il mio nome è stato infangato, sono stata minacciata, la mia famiglia minacciata, allontanata, ripudiata, abbandonata a me stessa fino a quando non avrei ripagato il mio debito verso il villaggio e verso gli Hyuga. Mi sono PERDUTA, ho sofferto come se...letteralmente qualcuno o qualcosa mi mangiasse dall'interno..ogni...giorno> arriva alla fine sibilando di fronte a questo a pochi centimetri guardando in faccia senza abbassare lo sguardo come una bestia pronta a colpire. <Per qualcuno non mi hai fatto un favore e non credere che non abbia letto le motivazioni per la quale lo hai fatto: avevi il potere, lo hai usato, ti sei divertito> la mano si stringerebbe verso la presa del Kunai sollevandolo lentamente in direzione del cannibale. Rimarrebbe ferma così tirando poi su con il naso <ma hai ragione, sia mai che non ricambi un favore... ma io sono stata prima al tuo gioco, ora tu devi stare al mio...hhuhuhu non ti farò mangiare nessuno cuore, troppo facile per te, ma non vuoi morire vero? allora mettiti in ginocchio> la calma con la quale si sarebbe espressa fin ora cambia radicalmente, digrignerebbe i denti mentre nella mano destra rigirerebbe il kunai portando la lama indietro e tenendo il kunai come se fosse un tirapugni. <di...il suo nome> sibila <Hiashi Hyuga, DI IL SUO NOME> ripeterebbe scandendo ad altavoce con pause dure tra una parola e l'altra. Gli darebbe il tempo di mettersi in ginocchio e di dire il nome di Hiashi la donna farebbe scattare il braccio destro e l'anello del kunai mirando alla sua bocca. Usando l'anello come un tirapugni stringendolo con l'indice ed il medio al contrario tenendo la lama a contatto con il palmo mentre il resto delle dita si stringerebbero attorno al profilo non tagliente e distendendo il braccio destro curvando il busto verso sinistra, puntando il peso sui piedi ruotando la gamba destra in avanti in modo da avere maggiore ampiezza e forza nel colpo, tirerebbe un destro dritto per dritto con l'intenzione di spaccargli i denti con tale forza e rabbia da farglieli sputare a terra, romperglieli e distruggere l'arcata dentaria oltre a fargli molto male. Se fosse riuscita a fare questo, la donna ritirerebbe l'arma e la rimetterebbe nel cosciale. <ora, ti ricambierò il favore: uscirai di qui per tornare in prigione dando un messaggio a chiunque si metta contro Konoha. Ci tornerai sdentato senza avere mai più il piacere di sentire il gusto della carne che puoi strappare con i denti...> sogghigna <ti limiterai agli omogenizzati con la cannuccia. E non parlerai mai più, non cambierai più nessuno per il tuo piacere, non mangerai più nulla per il tuo piacere..> alla fine si mette a cinguettare prendendolo sinceramente in giro < e alla fine, ti ammalerai, qui> punta la propria testa <ci vorrà tempo, ci vorranno giorni di vergogna, di terrore, di soprusi dagli altri prigionieri, dai carcerieri, tutte le volte che ti guarderanno la tua bocca rotta e sentiranno il tuo nome ripetendolo con disprezzo, sarcasmo e odio. Non terrore...non rispetto. Un giorno chissà potresti trovare una corda dentro la cella con la quale appenderti, qualche parente di chi hai ucciso si prenderà la sua vendetta...chissà> sospira sollevando un sopracciglio <ma stai certo, ce ci vorrà tempo, prima che tu possa morire e liberarti, dovrai soffrire tanto> per questo ucciderlo lo considera una liberazione. Ha i suoi motivi per non ucciderlo, filosofici o meno, ma è abbastanza soddisfatta per la sua attuale scelta <biasima l'aburame: io volevo farti mangiare dai miei serpenti, ma ho cambiato piano e mi sono sentita meno...misericordiosa> detto questo guarderebbe Azrael come per dargli un segno che il lavoro è concluso e si farebbe "teletrasportare" dove vorrebbe lui. Sospira verso l'ospedale, ormai tratta obbligatoria ad ogni sua fine missione [end?]

21:20 Mekura:
 [tag 1/4 movimento 2/4 colpo ai denti del cuoco]

Azrael e Mekura si dirigono alla Foresta della Morte per liberarla della presenza del famoso cuoco cannibale e dei due ninja suoi alleati.
Come l'ultima volta, il posto è ricoperto da un campo anti chakra che dimezza le loro energie.
Dopo aver dovuto inizialmente affrontare un paio di iene abitanti della Foresta, i due si sono divisi per limitare le attenzioni degli avversari: mentre Mekura deve cercare i cavi per reciderli e permettere quindi l'impasto, Azrael si finge morto sfruttando le sue conoscenze da anbu per far sì che gli avversari lo portino dal loro obiettivo.

Allora.
La missione è stata svolta con successo ed il cuoco è stato riportato agli ANBU con gli incisivi saltati via dalla bocca e un canino crepato.
Mekura è stata portata in ospedale dove necessiterà di cure per sistemare il braccio rotto mentre Azrael è soltanto spossato dagli effetti del marchio e dall'ingente spesa di chakra sostenuta.


Considerazioni:

Mi è piaciuta la strategia attuata tuttavia c'è stata una scelta che han messo a rischio l'intera missione -e le vostre vite di conseguenza-: Lasciare al castoro il compito di tagliare il filo è stata una mossa RISCHIOSISSIMA.
Il campo antichakra era la difficoltà principale della missione: secondo voi io master ve l'avrei tolta così? A caso? Il castoro infatti non ha rotto il cavo -che non era di legno ma di un sottile strato di alluminio- e per fortuna la cosa non ha messo a rischio l'impasto. Avevo pensato già da principio alla presenza di 4 ripetitori: sarebbe bastato tranciare la metà dei cavi per poter impastare il chakra. Se non aveste già tranciato due cavi prima di quello, le cose sarebbero andate molto male.


Per il resto c'è stato un buon lavoro di squadra e molta partecipazione a livello ruolistico.

Ho visto molto impegno da parte di entrambi ma devo anche considerare il fatto che Mekura ha fatto un errore enorme che le è costato parecchio nella quest.

Sbagliare la sostituzione, a questo livello, è davvero grave.
Al di là della descrizione imprecisa del movimento del chakra all'ESTERNO delle gambe, è mancata tutta la descrizione della schivata. Non c'è stata descrizione del movimento fatto, solo un semplice "scatterebbe di 5 metri alla sua destra per nascondersi dietro un albero" e per questo la mossa non è riuscita. Non ho voluto darti il danno pieno perché ho apprezzato la pensata, tuttavia considerata la gravità dell'errore ho abbonato solo 10 danni.

In linea generale devo dire che le descrizioni sono un po' confusionarie: l'azione dove hai usato il tifone e i pugni di ferro mi ha richiesto quasi mezz'ora per capire cosa stessi leggendo. La tecnica del tifone della foglia la conoscevo già e quindi sapevo cosa stavi facendo, ma se avessi dovuto affidarmi alla sola descrizione non credo che avrei capito cosa volevi fare. Tuttavia è evidente lo sforzo e l'impegno messo per descrivere minuziosamente ogni movimento e per questo non me la sono sentita di ridurre l'efficacia dei colpi. (il tifone tra l'altro era stato totalmente assorbito dall'armatura aburame 63 di danno vs 63 di armatura, TOP).


Per quanto riguarda Azrael non ho molto da dire. Le descrizioni andavano bene, l'idea della morte apparente è stata davvero bella e la parte finale con l'attivazione del marchio molto scenica. QUALCUNO NERFI LA TUA RESISTENZA. Ma a parte questo, ottimo lavoro.


Scusate se non ho scritto il fato finale ma sapevo che già il resoconto mi avrebbe richiesto un sacco di tempo, sono le dieci di sabato sera e sono stanca.
Quindi la missione è finita, andate in pace.


Ps: due dadi per tutti.