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con Azrael, Mekura

16:24 Mekura:
  [monte volti di pietra] Ogni tanto le cose vanno meglio, ogni tanto peggiorano. La sua emotività va come un gambero: due passi indietro uno avanti. Non sa neppure se stia facendo dei veri progressi o se stesse facendo come sempre, stringendo i denti e pensando prima a quello che capita attorno lei piuttosto che a se stessa. Se lo è anche ripetuto mentalmente: è finito il tempo in cui può permettersi di fare la depressa. Il problema è che questa decisione non prende atto di quello che è il suo problema: non è una cosa che si risolve perché si decide di risolverlo. Puff, magia, finito, no...no per niente. Vi è un viaggio di supplizio e dubbio e ricerca di se, di mettere in chiaro chi fosse lei e cosa volesse dalla sua vita. Cosa non semplice in effetti. Chi era lei? Dal suo punto di vista, conoscendo la propria storia era una fallita: nella vita, come ninja, come persona. Non ha più amici, un po' perché la vita li ha separati da lei, un po' perché lei non riesce neppure a riconoscere cosa è un amico e come trattarlo. Non ha un marito, non ha nessuno con la quale possa condividere un rapporto affettivo con lei. Ci sono stati in passato eppure ha sempre deciso di mettere davanti la sua lealtà nei momenti sbagliati e con le persone sbagliate. ha i suoi figli, è vero, ma non può continuare a usarli come pilastro per la sua sanità mentale, per il suo stato di vergogna perenne verso se stessa, in più vorrebbe anche dei suoi figli, qualcuno a cui lasciare quanto meno la sua eredità genetica, dare uno Hyuga al clan, dare una speranza di continuità alla sua famiglia straziata. Come ninja è un soldato con esperienza, consigliera del villaggio, appartenente alla Akatsuki, Jounin per meriti...vero? quei meriti sembrano solo sabbia tra le mani, ceneri diventate grigie senza nessun fuoco che brucia in superficie. Le guerre segrete della corporazione anche esse sono solo glorie del passato, cosa è importante ora, in questi tempi? cosa le sue azioni dimostrano? che ha perso Hiashi, che è stata cacciata dal clan, che non è capace di compiere le sue missioni, che è debole mentalmente e psicologicamente. Rimane seduta sulla nuda roccia a guardare verso il villaggio al di sopra della testa di Xialux Nara, il mento poggiato sulle ginocchia mentre tra le gambe strette tiene il manico dell'ombrello cobalto tenuto aperto sopra la sua testa, vicino a lei si trova Andoss, il suo cane, un pastore tedesco maschio di 2 anni. Indosso la donna porta una maglia di lana vaporosa di colore bianco panna che la copre dai polsi fin sopra i fianchi con uno scollo a V centrale dove si intravede una maglia a rete. Pantaloni di pelle aderenti con la trama di serpente sopra questi che si alternano in modo non uniforme su tutto il capo fino al tallone coperto. Un paio di stivali ninja neri completano l'opera. Nell'indice della mano destra il suo anello della Akatsuki. [ch on]

17:04 Azrael:
 Tardo pomeriggio. Dopo essersi lungamente allenato ed essersi dedicato ad un lungo e rilassante bagno caldo, ha deciso di uscire di casa ed andare da qualche parte. ha bisogno di muoversi, ha bisogno di pensare. Il maltempo è perfetto per una situazione del genere, essendoci poca folla in strada e poco rischio che venga rriconosciuto e fermato, poco rischio di costringersi a metter su i suoi più falsi sorrisi. Una camicia grigio scuro, di tessuto pesante e che non lascia intravedere nulla al di sotto della trama della stoffa, un paio di pantaloni neri e di anfibi in pelle scura. Questo è il suo abbigliamento sotto un lungo mantello nero, il cui cappuccio copre il crine perfettamente curato, ma disordinato come al solito. Non porta con sé ombreli, sperando che la freschezza della pioggia lo risvegli dal torpore degli eventi che lo tengono sempre sovrappensiero. Il pensiero di andare da Kaori lo sfiora, quasi lo convince, ma sente di avere la testa troppo pesante per andar da lei in questo momento. Ha troppi pensieri er la mente e non riesce ad essere egoista al punto tale da cercare conforto da lei, giustamente più presa del Nara da quanto accaduto negli ultimi tempi. Vuole vederla, certo, ma solo quando è certo di poterle dare tutto il supporto che merita e di cui necessita. A passi leggeri, quasi inudibili, si ritrova a passeggiare per le vie di Konoha, rievocando una serie di ricordi tutti legati alla Hyuga. Ichiraku, il luogo del loro primo incontro, la stretta stradina che porta verso casa sua, la Magione dell’Hokage in lontananza, dove ha vissuto esperienze che, insomma, sono così intimi da necessitare di restare in un recondito angolino della psiche, lasciando del loro passaggio solo un affilato sorriso sulle sottili rosee del Nara. Quasi senza rendersene conto si ritrova davanti la scaletta di ferro che conduce sulla cima del Monte dei Volti, le goccioline di pioggia a renderlo più pesante e a ticchettare sui gradini. Lassù ha passato la maggior parte della propria vita. I giorni di Accademia saltati, i momenti di solitudine in cui solo i volti di roccia scolpiti gli erano amici, le mille e mille volte in cui ha usato quel luogo tanto austero per mettersi a disegnare o, semplicemente, per avere la parvenza di sentire vicino suo padre. Questi pensieri lo portano, quasi involontariamente, a percorrere i gradini a due a due, quasi con la fretta di arrivare sino in cima. Non dovrebbe metterci molto e, arrivato a destinazione, inspirerebbe dalle narici per lasciar andare via uno sbuffo di fiato dalla bocca. La mancina si dirige svelta alla tasca dei pantaloni, in cui conserva sempre un portasigarette in acciaio ed uno zippo su cui sono sottilmente incise alcune linee che formano il simbolo del proprio clan. Tenendo il filtro stretto fra le labbra, coperto dalla mano destra che tenta di proteggere la sigaretta e la fiamma dalla pioggia, andrebbe ad accendersela prima di riporre il tutto al proprio posto e dirigersi a grandi falcate in direzione del posto che gli appartiene di diritto e che proteggerebbe a costo della vita. Una grossa boccata di fumo verrebbe aspirata ed espirata, prima di notare la presenza dell’ultima persona che si aspettava di trovare lì. Il passo si ferma di colpo, l’idea di dislocarsi e raggiungere Kaori non gli sembra più così tanto male, ma ormai è lì, tanto vale affrontare il rischio di dire o sentirsi dire qualunque cosa non sia di suo gradimento. Un altro tiro dal cilindretto di tabacco ed ecco che la voce calda e profonda del Dainin gli farebbe vibrare la gola, diffondendosi el luogo < Ci sarebbe posto anche per il figlio di questo povero Kage qui? > Domanderebbe, cercando di nascondere l’imbarazzo dietro un mesto e piccolo sorriso. [ Chakra ON ]

17:10 Mekura:
  [monte volti di pietra] Stava anche ripensando a quello che ha scoperto: il nulla. Nulla di concreto, nulla di interessante. Tomoko sembra un avversario abbastanza abile da riuscire a portare a termine missioni da sola. Non è specificato che tipo di missioni, ma comunque è importante. Dal rapimento di Harumi tutti gli adepti sono stati bloccati sul posto o uccisi, in ogni caso suicidi nel caso venissero catturati, ogni prova che avessero con loro letteralmente bruciata. Nessuna traccia. Ma non le interessava questo, era più interessata ai contatti con la popolazione. Nn si conosce nulla neppure di persone unite al culto, ma anche li è evidente chi potrebbe essersi unito: persone con disagi, reietti, chi ha difficoltà economica, tutto alla ricerca di una speranza che cerca di risolvere unendosi ad un culto. Persone che sono facili da dimenticare. <dove sto sbagliando..> sospira morbidamente mentre con una mano cerca di accarezzare il cane <ho fatto le domande sbagliate?...possibile, dato che mi fossilizzo sempre sulla strada sbagliata> sente il suo cane o meglio di Ai che si appoggerebbe con la testa sul suo ventre. <chissà se chiedere agli anbu servirà a qualcosa..> afferma con un certo tono delusionale. Scuote il capo continuando a coccolare il cane <ahh..Andoss, mi lamento troppo vero? mi lamento anche del fatto che mi lamento...che inconcludente> le scappa un sorriso amaro guardando verso il villaggio in silenzio prima che la sua vista si riduca e si concentri sull'anello che porta al suo dito. Solleva la mano destra, guardando il dito fossilizzandosi sull'anello. Con la mano destra lo sfila e lo tiene tra le dita di entrambe le mani prima di sentire una voce fin troppo familiare. Solleva lo sguardo in modo da osservarlo, rimanendo in silenzio mentre si concentra sul Nara, su quel mesto sorriso. Il labbro inferiore vibra leggermente, stringe le palpebre e scuote il capo prendendo un lungo respiro chiudendosi ulteriormente a riccio nella sua posizione evitando tuttavia di soffocare il cane. <...è una terra libera e il mio culo non è ancora così grande da occupare l'intera testa di questo Kage qui> lo afferma, con ironia, ma non ha la faccia di una che fosse calma e in pace con se stessa <vuoi che vada via?> chiede alla fine tornando a guardare l'anello e il villaggio. [ch on]

17:27 Azrael:
 La reazione della ragazza, chiusa a riccio sul corpo abbandonato del grosso cane lo porta a scuotere appena la testa. Il disagio tra i due è palpabile da ambo le parti, ma non se ne capisce bene il motivo. Dopo aver espirato un’altra boccata di fumo biancastro che si disperde immediatamente nella pioggia, solleva lo sguardo al cielo plumbeo, accogliendo di buon grado quelle sottili gocce di pioggia che gli colpiscono il naso, gli zigomi e le labbra. L’odore intenso della priolina lo porta a rilassarsi, così che possa abbassare il capo nuovamente e rispondere alla ragazza, a quella che una volta fu la sua donna e che – pensava – lo sarebbe stata in eterno. Non che provi rimpianto, al riguardo. Sa di aver fatto tutto il possibile, di essere tornato dal regno dei morti per tornare da lei, aggrappato unicamente al suo ricordo, quindi non ha motivo di dirsi colpevole di quella separazione. Non ha da dar colpe neanche a lei, per quanto questo non sia il pensiero che ha espresso nel loro ultimo incontro, ma questa è un’altra storia. All’uso di quel termine scurrile per indicare lo spazio occupato dalla sua figura il Dainin si ritrova ad arricciare le labbra, quasi infastidito dal fatto che qualcuno di quei volti tanto importanti possa udirlo. < Linguaggio, Mekura. > La rimbecca, pur senza rimproverarla davvero, ma allargando il proprio sorriso sino a scoprire i denti, mantenendo saldamente il filtro tra le mani < non credo che questi testoni vogliano sentir dire troppe parolacce. Tranne se riferite a Kuugo o Shin, loro erano stronzi. > Riappoggia la sigaretta tra le labbra, soffocando un leggero risolino, accomodandosi poi a sedere accanto alla donna, pur mantenendo le dovute distanze per timore di invadere il suo spazio vitale. < Come hai detto tu, è una terra libera. > Risponde alla questione riguardo il mandarla via da lì, di certo non è lui a decidere, benché quello sotto di loro sia suo padre. < Non posso mandarti di certo via, tranne se il cane decide di fare i suoi bisogni proprio qui. In quel caso sarò costretto a farti portare via dagli ANBU cattivi. > Il tono, naturalmente, è profondamente scherzoso, sebbene l’idea che le deiezioni di Andoss sporchino quel luogo sacro non lo esalti granché. Lo sguardo cade sull’anello che la ragazza si rigira tra le mani, portandolo a volgere lo sguardo perso sull’orizzonte, avendo tutta Konoha sotto di sé a creare un’immenso e bellissimo panorama < Ho ancora il mio, sai? Il grande capo non me l’ha tolto. > Dice, apparentemente senza voler dire nulla in particolare, ma lasciando che i pensieri vaghino liberi al di fuori delle labbra schiuse, interrompendosi unicamente per continuare a fumare < Come mai sei qui? > Le domanda, infine, senza volgere nuovamente lo sguardo verso di lei, ma restando ad ammirare il panorama sottostante. [ Chakra ON ]

17:50 Mekura:
 Non sa perché ma ha un gran bisogno adesso che ci sia Magnus li presente, o Kaori, o qualsiasi cosa che possa dividere quei due o che controlli la situazione in modo tale che non diventi una polveriera pronta ad esplodere. Lo guarda con la coda dell'occhio un paio di volte, poi torna davanti a se scuotendo il capo e infilandosi l'anello prima di massaggiarsi le dita sfregandole tra loro per riscaldarle. Quando viene ribeccata per il linguaggio guarda perplessa il Nara in questione. Non capisce subito cosa ha detto di così sbagliato e se volesse fare una battuta...Ma forse quella ripresa è perché ha usato un linguaggio scurrile davanti all'immagine del padre. <...mi conosce, sa che non parlo così di solito> sospira <però mi dispiace Hokage..non succederà di nuovo> La schiena si curva in avanti lasciando perdere quel commento su Andoss il quale si solleva in piedi, bagnandosi in modo da osservare meglio il Nara, scodinzolando per di più. Il peggio, ed una di quelle cose che la toccano nel profondo come una ferita scoperta è quando sente citato il grande capo. Le viene in mente Kimi tutto d'un tratto e le sfugge uno sbuffo a metà tra un sussulto trattenuto ed una risata. <perché? esiste?> Guarda di nuovo il suo anello e poggia la testa sulle ginocchia, contro il palo dell'ombrello. <vengo spesso qui, ci venivo quanto meno. Erano i luoghi dove potevi trovarmi di certo: a casa, in officina, alla magione, qui> scuote il capo tacendo il fatto che andava solo vicino alla testa del padre di Azrael. <ho bisogno di pensare, schiarirmi le idee, valutare cosa fare e che decisioni prendere> sospira <e calcolare quanti metri ci sono di precipizio, sia mai che una parte di me non receda in questi pensieri> solleva il sopracciglio destro guardando davanti a se. <e prima che ti venga in mente di dire qualcosa, sto solo facendo autoironia, sdrammatizzo...in modo macabro ma sdrammatizzo> Sospira di nuovo allungando la gamba destra in avanti. <c'è un continuo tormento e nessuna vera...chiarezza, come se la mia coscienza fosse staccata dalla mia mente, mi sorprende il fatto che riesca ancora a controllare il chakra in questo stato. Non mi fido neppure del mio giudizio ne delle mie capacità di ricerca: un tempo mi consideravo un buon poliziotto, ora ho la riprova che non sono poi così brava a cercare le tracce > sorride <neppure con i miei occhi così...speciali> sospira stancamente smettendo di parlare di se. < e tu perché sei qui?> domanda la donna guardandolo direttamente. <francamente era l'ultimo posto dove ti immaginavo al momento> afferma con schiettezza. [ch on]

18:19 Azrael:
 Un altro tiro ed un altro ancora, più rapidamente di quanto consueto, prima di gettare la sigaretta giù dal Monte dei Volti per centinaia e centinaia di metri, nel vuoto. Il cane che, forse sentendosi chiamato in causa, si alza e lo fissa scodinzolando attrae l’attenzione del Nara. La mancina batte un paio di volte sulla pietra bagnata, per farlo avvicinare < Vieni qui Andoss, so che non sei un cane cattivo. > E in caso si avvicinasse si prenderebbe un po’ di tempo per scaricare con coccole e carezze sul pelo di Andoss le proprie tensioni, tentando di fare qualunque cosa che non richieda il guardare la Hyuga. La mano si arresterebbe nel momento stesso in cui la donna fa quella battuta su Akendo in quel tono un po’ triste, per motivi che può ben immaginare. < Ero più presente io quando ero in coma, quindi probabilmente no, ce lo siamo immaginati. > Si lascia andare in un risolino piuttosto sarcastico, riprendendo ad accarezzare l’animale con fare più cauto. I pensieri messi in voce di Mekura lo colpiscono in quanto, parzialmente, sono anche i propri. < Io vorrei tutto, tranne pensare. In questo periodo, se mi fermassi a pensare, probabilmente sarei io a voler misurare la distanza tra il volto di mio padre e lo schianto al suolo. > E’ la prima volta che esprime un pensiero del genere che, a differenza di quello della Jonin, non è affatto un tentativo di sdrammatizzare, ma una profonda introspezione personale. < Ma sappiamo tutti che sono troppo egocentrico per ammazzarmi. > Ecco, questa è una battuta che maschera una assoluta verità. Solo adesso si gira verso di lei, evitando accuratamente di guardarla negli occhi < Su che cosa stai lavorando? > Le domanda, soffermandosi, poi, su quanto detto infine dalla donna. Non si aspettava di trovarlo lì. In effetti non ci veniva da un po’ e ci sono moltissimi altri posti dove dovrebbe essere, però quella frase detta da lei sembra profondamente strana. Al punto tale da portarlo a guardarla, finalmente, negli occhi, sentendo il peso della colpa di quanto accaduto nel loro precedente incontro assalirlo e chiudergli la gola. < Perché non qui? Dove ti saresti aspettata di trovarmi? > Termina, lasciando la mancina dinanzi al muso di Andoss, come se volesse cercare un po’ di affetto da parte di quella povera ed inconsapevole bestiola. [ Chakra ON ]

18:43 Mekura:
 Andoss non è un cane da coccole: è un cane da super coccole. Ed anche un manipolatore nella sua intelligenza canina. Si avvicina ad Azrael continuando a scodinzolare più forte, guaendo in modo basso e dando il fianco al Nara solo per potersi rigirare sulla schiena contro il Jounin e mostrare la pancia, dando libero accesso a questo di coccolarlo dove meglio crede. <Andoss...ti comporti come se non ti dessi abbastanza coccole> sospira la hyuga guardandolo e scuotendo la testa verso questo <vergogna> ma non ci credeva neppure lei in quello che stava dicendo: voleva bene a quel cane e non ce la faceva a non considerare adorabile molte delle cose che facesse, anche il suo essere puttana. Le scoppia una risata breve ma sincera quando sente quella affermazione per poi chetarsi di colpo e bruscamente mostrando un volto pieno di rammarico. Lo guarda di nuovo, questa volta il nara, sentendo come questo a sua volta non sia messo così bene neppure lui. Che anche lui sia stato toccato dal suo comportamento? è così egocentrica da pensare che il suo malessere sia la causa del malessere di Azrael? no, non crede, del resto ci sono molti altri motivi per la quale non voler pensare: Harumi, Kaori...e tutto quello che lei non sa dato che non è più nella sua vita. <immagina la tua bella faccia in più parti per terra...no, non ti piace essere colpito in faccia, non credo che lo faresti neppure te stesso> commenta la donna tirando fuori un'altra verità assoluta. <Lo psicologo che mi ha fatto conoscere Kaori è abbastanza bravo...magari se hai dei problemi..> non dovrebbe essere lui ad ascoltarlo tuttavia. La donna sospira pesantemente portandosi una mano sul volto <...no...non è lui che dovrebbe ascoltarti, ma le persone che teoricamente dovrebbero esserti vicine> in quel momento parla con un amaro in bocca che le stringe la gola, anche lo sguardo che lancia verso Azrael è di puro dispiacere, come un cane bastonato. <mi dispiace...che tu ti senta così> afferma con la voce sottile <e...non dovresti...sopratutto ora che hai ritrovato i tuoi figli e una famiglia con la persona che ami, non meriti di essere così in ansia> scuote il capo abbassandolo. <ma chi sono io per parlare? non faccio altro che peggiorare le cose quando parlo, o quando agisco> già, lei che si sente sempre in ansia, sempre sul filo del rasoio, sempre dalla parte del torto, tanto che ha imparato in ogni cosa che fa a trovarsi proprio li, nel torto. <parliamo d'altro...non voglio> si ferma un secondo sempre con quella sensazione di groppo alla gola. <non voglio provocarti in alcun modo anche senza volerlo> si limita così a rispondere alle sue domande <io ho visto kaori, ho parlato con lei, ho saputo di Harumi. Perciò non volevo stare senza fare nulla...sto indagando, su chi dobbiamo affrontare e cercare una pista per trovarli...ma faccio le domande sbagliate> implicitamente ha anche risposto alla domanda successiva: dove pensava di trovarlo <pensavo che tu fossi da loro> [ch on]

10:24 Azrael:
 Il pelo bagnato del cane lo aiuta in parte a disperdere la propria tensione e gli mette anche un pizzico di allegria che non guasta mai. Vedere un essere così inconsapevole di quel che sta per accadere mentre si crogiola nell’affetto di chiunque voglia accarezzarlo è quasi confortante. Molto meno confortanti, battutine sul volto del Nara a parte, sono le parole di Mekura, sempre attraversate da una vena di malinconia non indifferente e che, senza dubbio, non aiutano il Dainin a ravvivarsi. Sospira lungamente, porando la mano libera al cappuccio per grattare i capelli sottostanti in un gesto di rassegnazione < Senti… mi dispiace per quel che è successo l’ultima volta. Quel che ti ho detto non è esattamente quello che penso, ma avevo bisogno di tirare fuori il fastidio che provo quando penso al fatto che non hai neanche considerato l’idea di tornare con me. > Tutto d’un fiato va sciorinando parole di scuse, rispondendo alla preoccupazione della Hyuga di provocarlo anche non volendo, come se temesse di farlo arrabbiare < Comprendo il timore di farmi arrabbiare, so che in passato non ho dato dimostrazione di apermi trattenere, ma non devi aver paura di parlarmi liberamente. Mal che vada, non so, ti butto giù dal monte. > Un leggero risolino accompagna quelle sue ultime parole, naturalmente scherzose. È sempre stato abituato all’idea che le persone abbbiano paura di lui, ma ultimamente, grazie a Kaori, aveva abbandonato questa idea. Non ha mai visto in quegli occhi di perla la paura o il timore, ma soltanto l’affetto, la preoccupazione e la premura. Il pensiero lo fa esibire in un sospiro rapito, innamorato, mentre il capo ruota come per ceercare con lo sguardo la figura della donna che ama, certamente troppo lonana in quel momento per essere vista senza utilizzo del byakugan. Proprio per questo, Azrael, non ha mai desiderato così tanto essere uno Hyuga. Tornando al discorso, però, il Daiin si ridesta, ricatapultato alla realtà da qualunque argomento possano aver toccato Harumi, Kaori e Mekura, per cui la donna si sia sentita costretta a fare delle ricerche. < Che cosa… > Una breve pausa viene presa, la mano ritratta dal ventre i Andoss e lo sguardo a farsi più sottile e indagatore, puntato su Mekura. < Che cosa ti hanno detto? > E’ piuttosto evidente il fatto che sia a disagio, che c’è un argomento che – spera – non abbiano affatto trattato. Il vero e unico motivo per cui il Nara è così giù di corda ultimamente. < Non ci sono domande corrette da fare, riguardo il culto di Tsukuyomi. A noi sembrano imprevedibili, ma è solo perché sono così organizzati e pronti a tutto che preferiscono la morte, piuttosto che aprirci una via per capire qualcosa di loro. > Le risponde sbrigativamente ed un po’ brusco. Non vuole che lei sappia di Kuricha. Non vuole che lei sappia che il vero fallito in tutta quella storia è proprio l’uomo che ha davanti. Non vuole che sappia che lui è il diretto responsabile della catastrofe che sta avvenendo a Konoha. [ Chakra ON ]

11:29 Mekura:
 Le sfugge una lieve risata all'idea che la gettassero nel vuoto. <ah...Magnus sarà così deluso dai miei pensieri> commenta a bassa voce, ma non abbastanza da non essere udita dallo stesso Nara. Rimane in silenzio tuttavia per diversi attimi, quando questo comprende o meglio presume di comprendere perché lei non voglia farlo arrabbiare. <non ho paura della tua rabbia, la conosco ti ho visto con il sigillo attivo e mi stavi puntando. Mi fidavo di te e...per quanto sia venuta a sapere che il viaggio con Akendo non è servito a molto> solleva un sopracciglio abbassando lo sguardo <non è questo che mi preoccupa. Io non voglio vederti arrabbiato, perché non voglio pesare ulteriormente sulla tua attuale espressione> stringe le labbra tenendo la lingua al contatto con il palato per poi farla scoccare quando sente una lacrima umida scorrerle sul viso. La scaccia via velocemente, nascondendo il volto, sussultando per pochi secondi prima di schiarirsi la gola con le mani che le tremano leggermente. <ci sarà tempo per scusarci a vicenda per quello che è successo, per dirci chiaramente quali sono i nostro reali pensieri. Sto solo dicendo che ora ci sono persone che hanno bisogno di noi, un intero villaggio e che dobbiamo rimanere concentrati sul problema più grande, qualsiasi altro problema ci possa passare per la testa> sospira sapendo che, comunque non era pronta per parlarne o sentire un mi dispiace: per tutti gli errori che lei ha fatto non riusciva a scusarlo per quella prova. Non lo poteva sapere che lei ha il terrore di rimanere sterile e di rivivere quello che ha vissuto dopo Yukio. Ma glielo aveva chiesto, molto chiaramente. Al momento, quel mi dispiace è sterile, distante e non sentito <avremo tempo per parlarne dopo..ora...il culto della luna> cosa le hanno detto...tutto quello che doveva sapere, Kuricha tuttavia l'hanno affrontata marginalmente. <so quello che avete scoperto..anche della sacerdotessa. Mi sono ricordata di lei perché Yukio è finito in prigione per salvarla> tuttavia non sapeva bene il rapporto tra loro due.<fu eclatante, ti ricordi?> altri giorni di inferno per lei. <...so anche di harumi, dei denti e delle persone sventrate. So quello che è successo di recente> lo guarda di nuovo mentre cerca di riprendere una parvenza di professionalità < ..eppure ci deve essere una organizzazione dietro, un modo di agire che possa connettersi alla base...forse, forse dovrei fare da esca. Sono interessati a chi possono manipolare...io so bene come sembrare una di questi> è una idea.[ch on]

12:06 Azrael:
 Vorrebbe domandarle di più su questo fatomatico Magnus, vorrebbe dirle che il tocco che le stava rivolgendo all’addome non era un attacco, che la Prigione Acquatica non è un colpo da impatto e che neanche l’avrebbe sfiorata in quella zona, ma… una scarica elettrica gli colpisce il cervello portandolo a sgranare gli occhi e schiudere le labbra, portandosi istintivamente entrambe le mani alle tempie improvvisamente doloranti e scosse da quell’impulso che, dalla memoria, dovrebbe arrivare ad essere elaborato, ma che viene brutalmente fermato dal sigillo dello schiavo impressogli da Akendo stesso. < Il via- AH! > La mente del Nara, così spinta dalle parole della Hyuga, viene mortalmente straziata dal potere del possessore del Rinnegan finché, per autoconservazione, quel ricordo non sfuma nuovamente nel nulla, lasciando il Nara in uno stato catatonico che lo porta al di fuori della realtà per qualche istante, con lo sguardo vitreo e perso nel vuoto. < Io… > Biascica, con l’improvviso bisogno di cambiare discorso e gettarsi in uno che lo porta a ricordi ancor più strazianti di quel fastidio, ma che perlomeno è in grado di rielaborare. < Yukio l’ha portata via dalle celle degli ANBU per evitarle la morte dietro le sbarre. Quando Kuricha era a capo del culto lei e i suoi adepti facevano uso di una droga la cui dioèpendenza li portava sempre a riunirsi per una nuova dose, senza possibilità di separarsi, altrimenti i sintomi dell’astinenza li avrebbero divorati. > Il racconto è quasi meccanico, non si rivolge a Kuricha come Sacerdotessa della Luna, come lei tanto amava farsi chiamare, proprio perché per Azrael non era quello il ruolo che la Yakushi ricopriva. < E’ avvenuto sotto i miei occhi. > Confessa, infine, riguardo l’evasione della ragazza per mano del Kokketsu che il Nara, conscio del fatto che lei sarebbe morta comunque e dilaniato dai sensi di colpa per essere la diretta causa di quella morte a lui tanto cara, ha lasciato correre, mettendo da parte la propria lealtà in favore di un sentimento che era stato sì tradito, ma che ancra bruciava dentro il suo cuore. Lo sguardo è fisso sulla nuda roccia, non una lacrima a scendere dai suoi occhi d’onice, ma l’espressione stanca e sconfitta la dice lunga su quanto fosse attaccato a quella persona, nonostante il modo in cui lo abbia pugnalato alle spalle. Il fatto che la Hyuga, poi, voglia fare da esca e farsi prendere in ostaggio volontario dal culto lo porta a voltarsi di scatto, con gli occhi fiammeggianti di viva preoccupazione < No! > Esclama a gran voce, facendo scapare qualche uccellino messosi al riparo sotto il grosso albero che fa ombra sul Monte < Non te lo permetterò. Non permetterò a quei fanatici di portarmi via un’altra persona a cui tengo. Mai più! > La voce alta, acuita dal dolore che quell’ammissione gli porta, scoprendo in parte il fatto che Kuricha non fosse unicamente un caso da trattare in quanto Generale. E poi, infine, sembra quasi spegnersi, riabbassando il capo come fosse un meccanismo dalle pile scariche, pronunciando le ultime parole come un sussurro sottilissimo e decisamente atono < Gli adepti non sanno nulla… sono completamente assoggettati al loro capo, dovremmo attendere di mettere le mani su qualcuno di cui questo Frollo si fida al punto tale da farsi aiutare nei piani o prendere proprio lui, altrimenti non esisteranno domande, giuste o sbagliate, che possiamo porci. > [ Chakra ON ]

12:45 Mekura:
 Lo guarda di nuovo, osservando quella reazione che non era normale. Azrael biascica e la reazione, la reazione non è normale, non sa spiegarselo ma, sembrava strana. Non sa che dire, o che pensare, rimane stordita ad osservarlo per un po' fino a quando non decide di lasciare perdere e cercare di cambiare discorso <vuoi il mio ombrello?> domanda alla fine quasi volesse cedere il posto: il posto del cane non lo cede a nessuno, piuttosto lei si mette sotto la pioggia. <non devi farti venire la febbre perché vuoi stare sotto la pioggia, hai una certa età anche tu, quella emicriania è sintomatica di febbre> Intanto vengono fuori altri dettagli su quella storia: addirittura una droga che li obbligava alla dipendenza o alla morte. <questo è..> non sa come descriverlo sinceramente: furbo? cauto? psicopatico? pragmatico? no..<crudele> è il termine adeguato per questo. La pratica di controllo dei propri sottoposti è necessaria il più delle volte per poter controllarli, tuttavia ci sono modi più estremi degli altri. In questo caso si punta alla devozione mentale e fisica. Non possono abbandonare perché non possono fare a meno di lei...del suo culto. Un moto di disprezzo e ammirazione si fondono all'interno del suo cervello. Sobbalza per l'improvvisa reazione di Azrael e anche il cane si allontana un'attimo confuso e non capendo la situazione rimanendo sotto la pioggia e guardandolo con gli occhi che solo un cane può fare quando pensa di aver combinato un guaio. <...> Mekura rimane a fissarlo con gli occhi sgranati, la mano destra leggermente sollevata da terra mentre appoggia il peso sulla sinistra.guarda come si spegne come una batteria sotto il suo sguardo e ancora, ritorna il silenzio. Non possono fare nulla per ora e anche provare azioni del genere non porta nulla se non ad altri rischi per tutti loro: questo gruppo punta al controllo assoluto, all'assoggettamento, potrebbe non riuscire a fuggire da quella situazione. SI avvicina strisciando verso questo, tenendo comunque un certo margine di distanza ma inferiore rispetto a prima. Prende un lungo respiro e senza guardarlo allunga una mano sulla spalla di questo, se permesso. <non lo farò...non lo farò...stavo solo valutando e parlando ad altavoce> sospira <agiremo insieme, prenderemo decisioni insieme, tutti quanti, non ci troveremo da soli, qualunque cosa succeda> lo fissa di nuovo con la gola stretta e lo sguardo stanco, ma fermo. <Azrael...è quello che facciamo delle nostre colpe quello che ci nobilita. Possiamo rimanere qui e rimarcare il senso di essere colpevoli, o trovare una soluzione> scuote il capo <non mi è mai piaciuto il detto "quello che è stato è stato" lo trovo...spregevole e che non tiene conto di chi sta soffrendo se usato in modo sbagliato, come se non interessasse, come se cancellasse le morti, gli errori della quale siamo stati colpevoli. Ma ci stavo pensando e quello che c'è dietro questa frase fatta, forse è più profondo: significa che i tuoi errori sono del passato, non puoi negare che non ci siano, non puoi evitare che si compiano. Quello che puoi fare è decidere come affrontare gli effetti che si scateneranno e tenere conto in che momento ti trovi, anche se fosse 5 minuti da quello che è successo, o 20 anni> sospira cercando di lasciare scivolare la mano dalla spalla verso terra se non fermata. <devi andare a casa ora, devi affrontare il tuo presente, non il tuo passato> [ch on]

13:10 Azrael:
 Il discorso di Mekura, a discapito del suo consueto comportamento pessimista e distruttivo, ha un senso logico. La mano sulla spalla di Azrael non viene fermata e lo porta a sorridere debolmente, girandosi nuovamente verso di lei, strisciando coi fianchi a coprire quella poca distanza che la Hyuga ha lasciato tra i due, pur avvicinandosi. < Suppongo che possiamo dividerlo, se siamo abbastanza vicini, comunque in ogni caso ho il cappuccio. > Risponde, cercando dentro di sé la forza di esternare le ombrw che gli si annidano dentro, di cui ha parlato solo con Kaori nell’ultimo periodo, ma che – evidentemente – deve dire anche a Mekura, essendo lei sulle tracce del culto e che quindi, naturalmente, si ritroverà prima o poi a scoprire da sola. Basterebbe andare dagli ANBU per trovare un rapporto dettagliato, un’ammissione di colpa dall’allora Generale Yami. Un lungo sospiro verrebbe preso, gli occhi chiusi per un istante soltanto, prima che possano riaprirsi con un po’ di ritrovata energia. < Kuricha Yakushi arrivò al Villaggio di Konoha vari anni fa. Tu stavi ancora con Yukio, non ricordo di preciso quanto tempo fa sia successo. > Inizia, tenendo lo sguardo basso, ma la voce stabile e decisa < Era un’abitante di Oto piuttosto nobile, pertanto pensammo fosse opportuno darle un benvenuto ufficiale. Ci conoscemmo così… > Per qualcuno che lo conosce si potrebbe già immaginare come questa cosa può andare a finire, da queste premesse, ma questo di certo non lo porta a fermarsi. < C’è sempre stato qualcosa in lei, nel suo modo di essere libera e slegata da qualunque obbligo o responsabilità che mi ha affascinato. Mi sentivo troppo stretto qui a Konoha e lei era una boccata d’aria fresca. Iniziammo a frequentarci per un po’ e… ci innamorammo. > Ecco, lo ha detto. Stringe le spalle in un moto di profondo dolore, vergogna e rammarico. < Venne a stare da me, ma spesso non c’era di notte. Tornava la mattina, insanguinata o coi vestiti logori, come se avesse combattuto. Ho più volte cercato di chiederle il perché, sapere dove andasse e a far cosa, ma mi chiese di rispettare la sua privacy. Era qualcosa di illegale, anche uno stupido ci sarebbe arrivato, così le dissi semplicemente che il mio compito, qualora quel che faceva violasse le leggi di Konoha, sarebbe stato arrestarla e così avrei fatto, ma mi promise che mai e poi mai avrebbe mosso contro la Foglia, proprio per preservare il nostro rapporto. > Un lughissimo sospiro, troppo faticoso parlare di questo argomento, al punto tale da fermarsi per lunghissimi istanti in cui restare silente, preferendo, invece di parlare a ruota libera, di sapere le cose su cui Mekura poteva essere più interessata o incuriosita. [ Chakra ON ]

13:22 Mekura:
 Eccoli li, due imbecilli con fenomenali poteri cosmici e fenomenali problemi cosmici in un minuscolo spazio vitale..e un cane, un adorabile good Boy che al momento si trova ancora confuso e non sa che cosa fare se non andare tutto bagnato e trafilato verso le gambe della donna e quindi sopra il suo grembo quasi fosse un gatto, un gatto enorme. La maglia è rovinata, ma non importa. Comprende quello che sta dicendo e perché era così affascinato da quella figura. Azrael, come Kurako per quanto non gli piacessero quei rapporti erano legati come lei, ad un senso di profondo disagio, verso il villaggio, verso il potere, verso molte cose, insoddisfazioni, dolori personali e tutti alla ricerca di Akendo, prima o poi. Nel caso di Azrael è passato prima da Kuricha. <aveva i capelli rossi mi ricordo> lo sa che non c'è nulla da ridere ma le viene da scuotere la testa <a te hanno sempre dato problemi le donne con i capelli rossi> Prende un lungo respiro e ritorna concentrata su quella storia <vai avanti> non lo disturba più, rimanendo a controllarlo, ad ascoltarlo, tacendo fino a quando non smette lui di parlare. <...sono l'ultima che può giudicarti, lo sai: Akatsuki, Yukio in particolare. Non è mai stato il massimo di legalità> ricorda chiaramente il modo in cui aveva divorato quel poveretto davanti ai suoi occhi <per niente...> che relazione malata. <non si fanno domande se si ama> sussurra con un certo rammarico prendendo un lungo sospiro e tacendo di nuovo. [ch on]

16:51 Mekura:
 Eccoli li, due imbecilli con fenomenali poteri cosmici e fenomenali problemi cosmici in un minuscolo spazio vitale..e un cane, un adorabile good Boy che al momento si trova ancora confuso e non sa che cosa fare se non andare tutto bagnato e trafilato verso le gambe della donna e quindi sopra il suo grembo quasi fosse un gatto, un gatto enorme. La maglia è rovinata, ma non importa. Comprende quello che sta dicendo e perché era così affascinato da quella figura. Azrael, come Kurako per quanto non gli piacessero quei rapporti erano legati come lei, ad un senso di profondo disagio, verso il villaggio, verso il potere, verso molte cose, insoddisfazioni, dolori personali e tutti alla ricerca di Akendo, prima o poi. Nel caso di Azrael è passato prima da Kuricha. <aveva i capelli rossi mi ricordo> lo sa che non c'è nulla da ridere ma le viene da scuotere la testa <a te hanno sempre dato problemi le donne con i capelli rossi> Prende un lungo respiro e ritorna concentrata su quella storia <vai avanti> non lo disturba più, rimanendo a controllarlo, ad ascoltarlo, tacendo fino a quando non smette lui di parlare. <...sono l'ultima che può giudicarti, lo sai: Akatsuki, Yukio in particolare. Non è mai stato il massimo di legalità> ricorda chiaramente il modo in cui aveva divorato quel poveretto davanti ai suoi occhi <per niente...> che relazione malata. <non si fanno domande se si ama> sussurra con un certo rammarico prendendo un lungo sospiro e tacendo di nuovo. [ch on]

17:07 Azrael:
 A giudicare dalla reazione della ragazza in merito a Kuricha deve averla confusa con un’altra delle sue vecchie fiamme, ma non la biasima affatto per questo. Chi mai terrebbe conto di chi è passato nel letto del Nara? < A dire il vero… aveva i capelli blu acceso. > La corregge, pur senza un vero e proprio intento di rimproverarla, ma unicamente per amore di precisazione. < A ben pensarci ho molti più problemi con le Hyuga che con le rosse. > Ridacchia eggermente, anche se questo è tutto tranne che un momento di ilarità. Alla richiesta della donna di andare avanti nel suo racconto il Nara espira profondamente, andando a ripercorrere nella propria mente i dettagli del corpo di Kuricha, per descrivergliela al meglio < Aveva i capelli lunghissimi, spesso raccolti in due trecce che lasciava scendere lungo i fianchi. Si era aperta il sorriso con una lama, creando due profonde cicatrici che andavano da orecchio ad orecchio, aveva gli occhi gialli tipici degli Yakushi, ma sotto alcune luci sembravano rosati o addirittura bianchi. > Porta entrambe le mani al grembo, torturando tra loro le dita per scaricare la tensione che lo sta attanagliando < Era esile, molto esile. E pallida. > Termina la descrizione fisica, non perché ce ne fosse particolare bisogno, ma più che altro perché non ha potuto fare a men di pensare al suo aspetto, a quel suo apparire così insolita da attrarre mortalmente l’attenzione del Nara, sebbene le cicatrici non ggli fossero mai piaciute granché. < Trattava i suoi adepti come figli e… per difendere uno di loro dalla mia furia si è consegnata alla giustizia, dandogli il tempo di scappare. Aveva un covo, mi ci portò una volta, ma non ho particolari ricordi. Tutti i dettagli riguardanti la sua cattura e le cose che riguardavano me e lei sono racchiude in un fascicolo nella sede degli ANBU, redatto di mio pugno e chiuso da un fuuda in cui misi tutto il chakra di cui disponevo al tempo. sinceramente credo che adesso non riuscirei neanche ad prirlo da solo, non senza almeno un tonico recupero chakra. > Termina, lasciando quella pista riguardo un luogo dove trovare maggiori informazioni. Non avrebbe mai voluto che quel file finisse nelle mani di qualcuno, ma date le circostanze c’è assoluto bisogno di conoscere quanti più dettagli possibili riguardo il fu culto di Tsukuyomi, poiché in quei dettagli potrebbe esserci qualcosa di fondamentale per annientare il culto attuale. < Devo salvare Tomoko, Mekura. > Le dice infine, cambiando discorso. < Non me lo perdonerei mai se le accadesse quslcosa. È una donna malata e che ha bisogno d’aiuto, non posso pensare che possa esserle fatto del male o che resti vittima dei crudeli riti di quel culto. > [ Chakra ON ]

17:30 Mekura:
 Si gira verso Azrael e sorride <è vero> si lascia andare in uno sfogo leggero a sua volta scuotendo leggermente il capo prima di rimanere in silenzio ancora una volta. Più andava avanti più le sembrava esattamente come uno di quei personaggi con la quale si circonderebbe Yukio: pazzi, folli, pericolosi, fieri di esserlo. Affascinanti e sicuramente non banali...se non si considera il male una banalità. <avevo intenzione di chiedere attraverso il consiglio delle informazioni riguardanti lei in effetti> lo avverte, prendendo un lungo respiro <ho passato l'altro giorno a cercare di contattare Furaya come consigliera anziana per sollecitare gli Anbu a darci queste informazioni, Proverò a chiedere anche con Hitomu o ancora meglio tutti e tre potremmo richiederlo direttamente al Kage...così almeno sapremo tutto subito> sospira <del resto devo anche dirgli che la mia missione personale è andata a buon fine e che il suo criminale è tornato sano e salvo a casa. > Solleva le spalle, guardandolo di sfuggita di nuovo non appena sente parlare di Tomoko. Rimane in silenzio per un po', incrociando le braccia tra loro attorno al cane. Rimane a pensarci mentre la mente va a quella conversazione che ha avuto tra lei, Kaori e Harumi e la rabbia di quella bambina. La Hyuga sa perfettamente cosa è quel dolore e cosa sta passando la capo villaggio. Forse anche peggio in effetti è il caso di Kaori: Mekura ha sempre voluto scoprire chi fosse Akane, l'ha inseguita in lungo ed in largo cercando di salvarla perché considerava prigioniera, una realtà a metà dato che nel tempo era diventata una carnefice. Non la conosceva prima di allora, prima di sapere che fosse il cappuccio rosso, le storie su di lei erano solo storie, in definitiva non era che una sconosciuta alla quale era legata attraverso il sangue. Per Kaori quella era la sua vera madre, quella che l'ha cresciuta, l'ha protetta, istruita, quella che ha amato suo padre, quella che ha sofferto terribilmente a causa di sua madre e...di Mekura. Non riusciva a non sentirsi colpevole per quello che è successo con Tomoko: non era riuscita a proteggere nessuno dei familiari di Kaori o Kaori stessa, alla fine a causa delle sue azioni tutti hanno sofferto. Il padre è morto, Tomoko è travolta dal dolore e Kaori sta reggendo un peso enorme. <dobbiamo salvare Tomoko> lo corregge <la mia famiglia e io abbiamo un debito con lei che è...impagabile> abbassa il capo e lo sguardo verso il pelo del cane, vergognandosi a guardarlo oltre <neanche io me lo perdonerei.Non la conosco, non ho osato mai avvicinarmi, non con quello che era successo a suo marito. E...capisco cosa può fare il dolore: se sto ricevendo aiuto anche io, non vedo perché lo debba negare ad altri> Quella donna avrebbe i giusti motivi per odiare la sua famiglia e lei anche se poco poteva fare per Naru. [ch on]

17:47 Azrael:
 Il piano di Mekura è sensato, certo, ma frse preso troppo alla lunga. < Sollecitare… gli ANBU? > Domanda, piuttosto perplesso, chinando il capo verso la spalla sinistra < Gli Anbu non si sollecitano con le dolci paroline del Kage, credimi. Gli Anbu si muovono per volere del Generale. Dovresti far arrivare una lettera direttamente a lei per avere il permesso di prendere quel fascicolo. Se te lo concederà, te lo potresti misteriosamente ritrovare sulla scivania da un giorno all’altro. Ma se ciò accadesse devo chiederti una cosa. > Si ferma per un istante, sospirando lungamente, stanco e provato da quella conversazione che lo prende così sul personale. < Kaori deve essere la prima a leggerlo. E dopo dovrete sigillarlo di nuovo e ridarlo agli ANBU senza prendere appunti o fare fotocopie. > Ecco la sua richiesta, iuttosto semplice. D’altronde la stessa Hyuga avrà bisogno di una mano esterna per aprirlo, essendo il sigillo che lo blocca particolarmente carico di chakra. < Non è importante che io sia presente o no, non ci tengo troppo a ricordare cosa c’è scritto, ma voglio che Kaori sia la prima a prenderne visione, ecco. > Termina, non soffermandosi particolarmente su quanto detto dalla jonin riguardo la sua missione personale e del criminale che ha portato sano e salvo ad Hitomu, limitandosi solo ad esprimere un parere personale < Non riesco a comprendere questa passione di Hitomu per il tenere i crimiali vivi ad ogni costo. Non credo che debbano essere sterminati tutti, ma la maggior parte… > Lascia in sospeso la frase, lasciando intendere che egli stesso non si farebbe particolari problemi a fare da voce decisionale su chi deve vivere e chi deve morire, probabilmente risparmiando solo coloro i quali hanno un qualche legame personale con lui. Egoista, certo, ma perfettamente in linea col suo modo di essere. < Spero sinceramente che nessuno, dalla parte di Frollo o dalla nostra, abbia intenzione di torcerle anche solo un capello. La cosa potrebbe farmi particolarmente innervosire. > Conclude piuttosto secco, intendendo sottilmente la fine che farebbe fare a chiunque dovesse ledere alla salute della madre della donna che ama. < Per fortuna quei pazzi non hanno neanche lontanamente dato l’idea di minacciare Ken e Ai, sarebbe davvero tedioso e stancante, sai, ricostruire tutti i villaggi, raccogliere cadaveri spappolati da terra e tutte queste cose che potrei causare qualora qualcuno, chiunque, minacciasse di portarmeli via. > U sorriso amaro aleggia tra le sue rosee sottili, prima di restare silente e tornare ad osservare l’orizzonte incupito dalle nubi. [ Chakra ON ]

18:22 Mekura:
 La donna lo ascolta con un sopracciglio sollevato, guardandolo mentre con entusiasmo parla di quanto gli Anbu siano "liberi" dalle sollecitazioni del Kage. <è una lei? interessante, hai già avuto modo di incontrarla?> domanda la donna dopo un lungo silenzio, con un mezzo sorrisetto sul volto quasi canticchiato mentre sente i vari dettagli, quasi avesse voglia di prenderlo in contropiede. In effetti non ha mai avuto il piacere di incontrare il nuovo capo degli Anbu, sapeva poco, come è..legale che sia, giusto? relativamente: trova deprecabile che abbiano così libertà rispetto all'Hokage. Ma in generale era solo per stuzzicarlo: era palese che potesse averla già incontrata per svariati motivi, primo tra tutti era il capo degli Anbu, il signor generale in persona e l'attuale generale era una sua sottoposta, probabilmente la conosce abbastanza bene. Fat chance che conoscesse anche chi ci fosse dietro quella maschera: Azrael Nara, Danin della foglia, brillante Shinobi probabilmente sapeva troppo di quello che l'attuale generale dovrebbe permettersi, ma le sue sono solo malizie ed illazioni. <tu sai di più di me come si trattano i generali Anbu> ironizza pesantemente <come dovrei prostrarmi al muovo generale secondo te? qualche consiglio?> la parte del rotolo dentro casa tuttavia non le piace per niente <nella mia casa non ci entrano nessuno se non sotto la mia supervisione, chiederò di inviarmelo in ufficio piuttosto> ci sono troppe persone che vogliono entrare in casa sua e francamente ne ha abbastanza. Comunque, tornando al discorso principale la donna annuisce <essia, la leggerò dopo Kaori, nessuna copia> commenta la donna prima di ripensare alla sua missione personale e di come la pensa Azrael il quale ha appena chiesto che Tomoko non venga ferita ma per tutti gli altri criminali non è altrettanto...generoso. <allora devi fare un discorso con Harumi> sospira guardandolo seriamente e con una punta di severità <glielo hai insegnato tu a fare collane di denti umani?> fa questa piccola parentesi prima di specificare il perché ha messo in ballo la bambina <quella bambina è arrabbiata, confusa e persa: per lei tutti i criminali devono morire, anche chi semplicemente era troppo debole per pensare lucidamente a quello che sta facendo, davanti a Kaori ha detto che Tomoko doveva morire> non una situazione facile. <ho espresso il mio stesso dubbio con Kaori, ma Ai e Ken al momento sono protetti da un Danin, dall'intero clan Hyuga, dall'hokage in persona se glielo chiedessi...e da una folle suicida che farebbe di tutto per loro> lo guarda di nuovo seriamente <oh...non sei l'unico che brucerebbe il mondo per loro> guarda avanti abbassando lo sguardo di nuovo <non sei l'unico> si lascia andare in un lunghissimo sospiro mentre sente il cuore batterle dentro il petto al pensiero di stare con i suoi bambini. [ch on]

18:47 Azrael:
 Non si è mai fatto troppi problemi a rivelare la propria idetità di Anbu. Proprio no. È un po’ difficile nascondere il tatuaggio quando l’intera Konoha ti ha visto privo di veli. L’identità di altri Anbu, tuttavia, è un’altra storia. Non può rivelare un’informazione tanto importante a cuor leggero, ma non è un problema, non essendosi spinto troppo oltre al rivelare il genere di Gekido. Per quanto le forze speciali vadano ammantate e mascherate, non è troppo difficile intuire le generali fattezze fisiche di qualcuno dei corporati. < Sì, è una lei. Deve essere talmente brava e silenziosa da non farsi notare durante le sue ronde. > Si limita a fare spallucce e ridacchiare sommessamente < So tante cose un po’ su qualunque argomento, non sorprenderti. > Un’altra volta in cui si ritrova a fare spallucce, senza approfondire troppo la questione che lo vede nuovamente far parte delle forze speciali. Il riferimento ad Harumi lo porta a rizzare le orecchie come un gatto al primo rumore sospetto. < Harumi non le farà del male. In primo luogo non ne sarebbe capace, Tomoko è pur sempre una special jonin, ma poi… credo nel suo buonsenso e nel suo desiderio di autoconservazione. > Breve pausa, dopo aver minacciato indirettamente una bam bina, cosa che non lo porta a provare neanche un briciolo di disagio o senso di colpa < E le collare di denti sono meravigliose. > Conclude, alzandosi in piedi e passando le mani a lisciare le pieghe dei propri abiti < Non ci resta che sperare che non ce ne sia bisogno, no? Ad ogni modo, credo sia ora di andare. > Direbbe, tendendole la mano per aiutarla a sollevarsi e, così, iniziare a dirigersi giù dalle scalette del Monte dei Volti. [ se end ]

18:58 Mekura:
 ORa sa a chi deve dare la pelle umana. Sono anni che è rinchiusa nella sua officina e vuole liberarsene, ha trovato la persona giusta. Ascolta anche il discorso su Harumi con un sopracciglio alzato verso il cielo per quanto è alto. <Andoss> chiama il cane facendolo sollevare dal posto dove si trova lasciando che questo si allontani per scrollarsi l'acqua di dosso. <no, per niente> afferma secca riferendosi alle collane di denti accettando la mano del Nara <e spero vivamente di non trovarmele a casa> Lentamente quindi si dirigerebbe a sua volta verso la scaletta, seria in volto assottigliando lo sguardo mentre procede con delle parole che le rimangono bloccate tra le labbra. Lo guarda di nuovo e scuote il capo. <continuerò la mia caccia, se scopro altro farò sapere ad entrambi che novità ci sono> non direbbe altro per il resto deve essere lui a decidere dove andare e cosa fare...lei per ora vuole solo tornare a casa e provare a scrivere qualcosa a Magnus, a sua madre ed a suo Zio, sarebbe il caso di incontrarlo. [end]

I due ninja si incontrano per caso ai monti. parlano di diverse cose, tra questi anche i piani di Mekura per andare avanti con le ricerche.
Ne esce fuori che vi sarebbe un resoconto importane sotto custodia degli Anbu.
Con la promessa di farlo leggere prima a Kaori, Mekura va a preparare diverse lettere.