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Il mito della luna.

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Giocata di Clan

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con Mekura, Kaori, Harumi

11:21 Mekura:
 Non voleva trovarsi li. Non perché non avesse bisogno di parlare con Kaori, o di vederla, o di tornare in quella che in fin dei conti è la sua casa. Non voleva trovarsi li perché non voleva vedere suo zio, l'ex capo Hyuga fino a quando non si sarebbe dimostrata all'altezza per tornare alla magione. Al momento, seppure apprezza quella promessa mantenuta da Kaori di farla tornare all'interno del clan...sentiva di non meritarsela ancora e che in questo momento sta per entrare a passo felpato come una sorta di cane randagio o un ladro. Per di più è tutt'altro che guarita dalla sua crisi depressiva, lo fa gradualmente, cercando di attaccarsi alle piccole cose che ha senza pensare costantemente ai suoi insuccessi ed alla sofferenza che ha causato. Alcune volte non ci crede, altre volte si strugge nel cercare di credere a quello che sta facendo, che sta migliorando ogni giorno. Ma la strada è lunga, piena di vergogna nel trovarsi in questo stato e motivata solo da una cosa: non perdere i suoi figli. Non riesce a farlo neppure per amore di se stessa che odia profondamente. Un errore, ovviamente, ma non riesce a trovare pace....dovrà parlarne con il suo psicologo a quanto pare. Non voleva essere li, ma doveva essere li perché ha detto che doveva esserci, sopratutto per questa cosa della setta. ha fatto delle ronde, le fa costantemente e se non sono già protetti Ken e Ai li tiene vigilati per tutto il giorno, perdendo poco tempo anche in varie faccende come il cibo, mentre il lavoro di ufficio viene preso direttamente dalla magione dell'Hokage e portato a casa. Casa Mekura è entrata nella fase "fortino", una pratica che gli altri due figli conoscono abbastanza bene. Si è data degli orari specifici ed un minimo di tempo libero per non crollare del tutto ed eccola li: quello è il suo tempo libero dedicato a combattere le sue paure e le sue delusioni più cocenti per un bene superiore. Non porterebbe neppure la solita armatura in pelle ma piuttosto un semplice abito nero con lo scollo squadrato con un accenno di manica sulle spalle mentre scende dritto fino a poco sopra le ginocchia rimanendo comunque abbastanza aderente da seguire il profilo del corpo. Sopra questo inoltre porta uno spolverino bianco panna sempre con delle decorazioni stampate che simulano la pelle di un serpente che arriva fino alle ginocchia sul davanti e poco più in basso sul retro. Il resto è composto da degli stivaletti ninja che alzano di poco la sua figura con un tacco a colonna, ma non limitano i movimenti in modo che potesse sempre muoversi agevolmente, stabilmente e sopratutto velocemente. Rimane ferma ad osservare la struttura dall'esterno nella zona periferica rispetto al centro, mordendosi il labbro inferiore mentre si porta davanti all'entrata assicurandosi di seguire correttamente tutta la procedura fino a raggiungere l'anticamera, dove lascerebbe le scarpe prima di entrare all'interno. [ch on]

18:58 Kaori:
 Si trova nella sala principale del dojo. Sta prendendo un té prendendosi una pausa dai molteplici compiti e doveri che in quei giorni le sono gravati addosso con prepotenza. Il rapimento di Harumi ad opera di sua madre si è rivelato un colpo più duro di quanto si sarebbe aspettata: la missione di recupero era andata bene, lei ed Azrael se la sono cavata con danni minimi e in poco tempo, senza intoppi, ma la Hyuga non era ancora pronta a tornare in quel posto senza rischiare ripercussioni. Quella notte l'ha passata quasi in bianco a sognare il laboratorio ed il mantello rosso di Cappuccio Rosso sotto il quale si nascondeva un viso ignoto con una mezza maschera bianca cucita alla pelle a forma di mezza luna. Non ne ha parlato con Azrael, non vuole farlo impensierire, ma sa che il ragazzo deve aver sicuramente avvertito il suo turbamento grazie al loro collegamento empatico. Sospirando cerca di scacciare il ricordo di quell'incubo concentrandosi sul presente. Deve capire come agire, cosa avrebbero fatto da ora in poi, ma i pensieri si affollano e rincorrono nella sua mente facendola sentire persa e spaesata. Troppo turbata, sul momento, per pensare lucidamente, cerca di rilassarsi con l'unico modo che le sia venuto in mente, quello che sua madre le ha sempre consigliato fin da bambina: una tazza di té caldo. Il pensiero della donna è una ferita aperta nel cuore della Jonin ma non può ignorare la consapevolezza che tutta quella storia è stata in gran parte causata da un suo tradimento. Il suo tradimento, a sua volta, è dipeso solo ed unicamente da un errore della stessa Kaori, nonché dalla sua codardia. Si stringe le labbra permanendo in piedi davanti alla veranda che affaccia sui giardini laterali del Dojo ove un paio di giovanissimi Hyuga si stanno allenando con l'apprendimento della tecnica dei leoni gemelli assieme ad un sensei. Un sorriso amaro le si delinea in volto mentre -di spalle all'ingresso della stanza- osserva quella scena, la tazzina di té tenuta nella destrorsa sospesa a mezz'aria. Nel momento in cui sente la porta scorrevole aprirsi, si volta per capire chi sia entrato nella sala e la sua espressione non nasconde una sincera sorpresa nel notare la figura di Mekura. < Mekura! > esclama d'istinto, ruotando interamente il corpo verso di lei, un paio di passi a venir mossi verso l'interno della stanza. < Che piacere rivederti al Dojo. Prego, accomodati, vieni. > la invita con sincera contentezza, quasi un po' di nervosismo come se stesse ricevendo un ospite che non sa esattamente come trattare. Kaori, ad ogni modo, indossa un semplice yukata lilla dalle maniche ampie e larghe e l'haori bianco con il simbolo del clan cucito fra le scapole, aperto sul petto. Niente scarpe, niente armi, le gambe in vista dalle ginocchia fino ai piedi scalzi. [ Chakra: on ]

19:21 Mekura:
 Non era più il suo ambiente, non lo sentiva più suo, per quanto se ne dispiacesse. una volta tolta le scarpe rimane li ad osservare l'ambiente attorno a se, con la mano sinistra che sfiora una delle pareti e che le da un senso di disagio...eppure allo stesso tempo di profonda malinconia. La voce di Kaori la ridesta da quella discesa nell'abisso dei suoi pensieri, la osserva e azzarda un sorriso sottile e timido quando sente quel saluto <Kaori> sospira facendo comunque un inchino alla figura che la collega rappresenta all'interno del clan. L'ultima volta che l'ha vista era in ospedale e...non era proprio al suo massimo, per niente. Si avvicina sempre con l'intenzione visibile che volesse dire qualcosa, ma al momento non ci riesce. S'avvicina verso la capo clan guardando verso l'esterno ad osservare i giovani che si stanno addestrando, lo fa con un occhio critico come se stesse cercando gli sbagli nelle loro manovre. <crescono bene..> sospira tenendo le proprie critiche per se, non richieste e sopratutto inutili, in fin dei conti è sempre bello vedere dei giovani che si allenano, dimostra che alla fine c'è sempre una speranza per questo clan. Rimane ancora in silenzio, sollevando lo sguardo verso l'alto e attorno a se, sempre con una espressione abbattuta sul volto. <la mia casa...la casa di mio zio e del mio clan> lo sguardo ruota verso il basso, persa nei suoi pensieri. <non dovrei essere qui, mi ero ripromessa che fino a quando non avrei vendicato Hiashi non sarei tornata qui dentro e non avrei rivisto Juusan sama> le manca, infondo oltre a sua madre è l'ultima persona alla quale ha un legame di sangue. Gonfia il petto continuando ad abbassare lo sguardo mentre si stringe il petto tra le braccia. Altri attimi di silenzio per poi sollevare il capo e guardare Kaori un'altra volta e rimanere li a fissarla <ti ringrazio per quello che hai fatto, per l'aiuto che sei riuscita a darmi...lo strizzacervelli venuto da lontano> le viene da sorridere. <è anche per questo motivo che sono qui. Ho lasciato perdere questa, promessa che mi sono fatta e che comunque non sono stata capace di mantenere e di mettere da parte le mie paure o i miei autosabotaggi per fare qualcosa di utile, qualcosa per questo clan> ritorna in silenzio non sapendo neppure perché lo stesse dicendo. Scuote il capo sospirando pesantemente mentre con una mano si porta i capelli indietro. <...Konoha è più calda del posto dove sono stata anche d'autunno inoltrato> le sfugge detto ancora in un pensiero libero, senza freni inibitori persa in quello stato di nostalgia. <sono stata in giro a fare delle ronde, ma devo indagare di più. Forse sarà il caso di sapere di più questo culto su che fondamenta si basi, ma non ho mai avuto modo di incontrarli quindi dovrò cercare anche persone con la quale hanno parlato> afferma la donna buttando di nuovo gli occhi verso i giovani Hyuga e sul sensei. [ch on]

19:58 Kaori:
 Anche Mekura sembra essere non esattamente a suo agio, ma si sforza di andare avanti. Un passo dopo l'altro. Appare tranquilla, sicuramente composta come non era al loro ultimo incontro. Magnus Bane le ha scritto per dirle che la ragazza è libera di uscire e di vedere i propri figli, per avvisarla che non è pericolosa e che non ha bisogno di rimanere ricoverata in ospedale in attesa di riprendersi. Può affrontare tutto benissimo nel mondo reale ma questo non vuol dire che sia semplice. Non sa di cosa abbiano parlato, ma si fida del parere medico dell'uomo. Sorride al commento di Mekura sui ragazzini all'esterno e si accomoda attorno al tavolino al centro della stanza poggiando su questo la tazzina ormai vuota. < Sì. Quelli che riusciamo a salvare... > una sfumatura stanca, amara, sfugge da quel commento pungente mentre sospirando va afferrando la teiera colma di té caldo e avvicina una chicchera -anch'essa vuota, verso la sua ospite. < Posso offrirti del tè? > le domanda, cortese, prima di lasciar modo alla Jonin di proseguire nel suo discorso e quindi procedere a riempirle la tazzina se avesse acconsentito o poggiare a posto la teiera in caso avesse declinato l'offerta. < Mekura. Non ti senti? > le sorride Kaori guardandola negli occhi. < Lo hai appena detto: è casa tua. Non c'è motivo per cui non dovresti essere qui. La morte di Hiashi non è dipesa da te. Eravate in missione, in missione i ninja muoiono. Non eri la sua babysitter. Credi di essere la prima a tornare viva a casa mentre un suo compagno è morto durante uno scontro? > le domanda seriamente ma con tono dolce, premuroso, cercando di farle capire che il peso che porta sulla coscienza è qualcosa di puramente legato al suo attaccamento emotivo all'amico. < Nessuno ti incolpa per la sua morte. Tuo zio... > si ferma umettandosi le labbra e quindi ravviandosi i capelli con una mano. < ...beh, penso che dovreste parlare. > sorride Kaori con fare gentile. < E tranquilla, non ti urlerà addosso né ti caccerà di nuovo. Te l'assicuro. > la incoraggia annuendo piano, ritrovandosi quindi a lasciarle modo di proseguire. Mekura sta facendo del suo meglio per fare qualcosa che la aiuti a controbilanciare quelli che crede siano i suoi 'peccati', i suoi sbagli e perciò è arrivata fin lì al fine di capire meglio cosa stia succedendo in quei giorni a Konoha. Kaori annuisce con fare greve e si ritrova a sospirare pesantemente annuendo col capo fattosi improvvisamente pesante. < Bene. Molto bene. > commenta con voce scura. < E' ora che tu sappia tutto. > continua rialzandosi ed avviandosi verso la veranda per chiudere la porta scorrevole che affaccia sul giardino ove i ragazzini, ancora, si stanno allenando. < Non ti racconterò tutto ora. Come tu stessa avevi compreso, Harumi ha a che fare in qualche modo con Cappuccio Rosso seppur in modo molto relativo e al momento si trova al piano di sopra. Non sa tutto quello che è successo e perciò fra poco la manderò a chiamare e vi racconterò nei dettagli quello che abbiamo scoperto. > inizia a spiegare Kaori tornando verso il proprio posto dal punto frontale a dove Mekura è stata invitata ad accomodarsi. < Ma prima che lei scenda, ci sono dei particolari di cui voglio discutere con te da sola. Riguardano Azrael. > spiega Kaori con tono serio, grave, e dopo aver inspirato a fondo, eccola proseguire. < Azrael ha avuto a che fare con questo culto molti anni fa. Una persona a lui molto cara ne faceva parte e lui si ritrovò costretto a fermarla quando un konohano perse la vita. > Non si sbilancia, non entra nei dettagli: probabilmente Mekura sa già di Kuricha, ma Kaori non ne è certa e sa che non spetta a lei raccontare i dettagli di quel racconto. < Fermò la persona a cui teneva, che in quel momento era a capo del culto, e prima di lasciarla alle mani della giustizia decise di prometterle di non far del male agli altri adepti che in ogni caso senza di lei erano privi di una guida e di uno scopo. > Si ferma un istante, prima di riprendere. < La setta si è riformata ed è guidata da un uomo, si fa chiamare Frollo, che ha una ossessione insana per questa persona. Vuole riportarla in vita e... uccidere Azrael per vendicarsi di cosa le è accaduto per colpa sua. > La guarda negli occhi sapendo che una notizia del genere possa risultare comunque d'impatto per la Hyuga. Per quanto il suo rapporto col Nara sia mutato nel tempo divenendo uno di semplice amicizia, i due hanno comunque una famiglia insieme e avrebbero sempre temuto l'uno per la salvaguardia dell'altro. < Ovviamente siamo quasi sicuri che nessuno possa riuscire ad ucciderlo, ma è un rischio che non possiamo nemmeno permetterci di correre. Quindi... beh, anche lui è parte integrante di questa vicenda, a prescindere dal fatto che c'entri con noi Hyuga. > si ferma, solo a questo punto, lasciando che Mekura possa finalmente assorbire ogni parola e risponderle. [ Chakra: on ]

15:33 Mekura:
 Quando sente quel commento amaro la donna si gira in direzione di Kaori, corrugando la fronte non chiedendo, ma sicuramente viene archiviato. Immagina che parli degli eventi del cappuccio rosso e del fatto che ci siano ancora donne, o esperimenti che sono in giro per il mondo chissà dove. Era una crociata quella degli Hyuga, di qualcuno che voleva utilizzarli per i più svariati principi. <si grazie> Annuisce prendendo con entrambe le mani la tazzina una volta ricolma soffiandovi all’interno. Da un breve sorso ascoltando quello che l’altra Hyuga ha da dire, del fatto che nessuno la rimproveri di quello che è successo e che non era dipeso da lei e che suo zio non l’avrebbe cacciata…le veniva da piangere. <nessuno…> ricorda quella stanza piena di fiori blu con quelle lettere minatorie a lei ed ai suoi figli. Socchiude gli occhi e scuote il capo <nessuno d’importante almeno> e beve un lungo sorso come per annegare quel ricordo. <in missione i ninja muoiono…in missioni suicide come quella i ninja muoiono…e non ti resta che una immagine della loro morte davanti agli occhi > ed era realmente suicida. Con una mano libera porta una mano verso una ciocca di capelli portandola dietro l’orecchio destro <no lui…non mi ha mai urlato neanche in quel contesto> e forse faceva anche più male quella considerazione. <mi manca> lo zio, Hiashi, entrambi. Tace, per ora, lasciando che i suoi disagi si tranquillizzino in modo che si possa continuare su un argomento più importante e più attuale. SI mette a sedere finalmente, incrociando le gambe e piegando la schiena in avanti ascoltando diligentemente ed in silenzio quello che Kaori ha da dire. Quando però il discorso cade su Azrael la Hyuga più anziana piega il capo leggermente di lato e corruga la fronte mostrando una espressione perplessa, le labbra semi dischiuse e le palpebre che si stringono mentre il suo corpo ha un leggero irrigidimento. Più va avanti più quella storia le risulta mostruosamente familiare tanto che la sua rigidità si fa più vistosa, mordendosi il labbro inferiore mentre ripensa agli eventi precedenti a quelle discussioni che sembrano così lontane. <ho represso molti ricordi, molte cose, ma questa storia…> ohh quella storia le ricordava certamente qualcosa. <Kuricha..il suo nome è Kuricha..> I dettagli in quella storia sono evanescenti SE non per un particolare: quel nome, quel nome lo ricorda bene perché Yukio ha ucciso per quel nome <quella donna aveva ucciso un monaco davanti ad Azrael, un uomo sicuramente, se non ricordo male…è stata imprigionata e Yukio è entrato dentro la prigione per salvarla, ma le è morta tra le braccia, ha ucciso, molto. C’è stata anche una sorta di “referendum” sul fatto che Yukio dovesse morire o perdonato. Mi ricordo che ero così arrabbiata con lui> s’incupisce, lo sguardo diventa letteralmente gelido <è stato…il secondo e ultimo perdono per Yukio quel fatto, da parte mia s’intende> fa una smorfia rancorosa per un attimo, cercando di tornare come prima. Sentendo cosa voleva fare questo Frollo la donna sbotta <un altro malato, un altro matto, alla ricerca della venerazione di un Dio o una Dea umana che probabilmente userebbe il loro cranio per berci all’interno, un altro disperato che ha bisogno di essere guidato> era così stanca di loro. Si massaggia le tempie con fare pesante esprimendosi in una battuta trovando una certa affinità in quelle parole: anche lei infondo è arrivata a venerare Akendo prima di amarlo. <chi sono io per dirlo …ma sicuramente doveva essere una donna per cui morire, ha smosso anche un presunto Dio come Yukio> ma la fa sorridere che questo Frollo si voglia vendicare usando come specchietto delle allodole Azrael <Già…grande colpa quello di fare cosa? Metterla in prigione?> riguardo ad Azrael non la preoccupava se non una cosa: Kuricha stessa. Può dire di conoscere abbastanza il Nara da dire che ritrovarsi a combattere la setta non è un problema, ma quello che rappresenta la figura di quella donna si, è possibile, se davvero era importante. Prende un lungo respiro chiudendo gli occhi, stringendo tra le mani la tazza del te, inspirando profondamente e gonfiando il petto, rimanendo in apnea per almeno cinque secondi. Poi rilascia l’aria dai polmoni e guarda in direzione di Kaori <non devo essere certo io a dirti che, come Azrael verrà preso di mira, anche voi verrete presi di mira: tu, Ai, Ken per non parlare di Harumi per il semplice scopo di indebolirlo o riprendersi la principessa qualunque sia il piano che hanno in mente per lei> sa perfettamente che Kaori è consapevole della situazione e non rimarcherà l’ovvio. Forse anche lei, ma, non crede di essere in cima alla lista delle persone da colpire <hai più dettagli su come agire contro di loro, hai anche un piano?> cerca di rimanere lucida, di non farsi trascinare dalle emozioni, indurendosi magari e annientando la sua personalità, ma in quel momento smette di essere Mekura per diventare un soldato, doveva farlo per non farsi trascinare dal terrore e dalla rabbia crescente verso questa setta. <ora, perdonami la prossima domanda, se la faccio è perché probabilmente sto facendo confusione: se il progetto del cappuccio rosso è solo marginale in questa faccenda, perché hanno bisogno di una bambina Hyuga per i loro piani? Cosa c’entra Harumi con Kuricha che Hyuga non era?> non vede in nesso tra le due cose: perché le due cose hanno una coerenza apparente?[ch on]

16:01 Kaori:
 Lascia fra le mani di Mekura la tazzina con il té appena versato e quindi ascolta il suo dire circa il suo appartenere o meno a quel luogo. Non pretende di poterle far cambiare idea, né di capire a pieno i suoi sentimenti. Solo Mekura può capirli davvero e per questo Kaori non osa aggiungere una sola parola in proposito: tutto ciò che può fare è offrirle il proprio aiuto e assicurarsi che la ragazza non crolli nuovamente vittima dei suoi stessi timori. Le sorride con fare triste, comprensivo, comprendendo solo il fatto che alla giovine manchi la compagnia di suo zio, limitandosi tuttavia a quel semplice sorriso laconico. Per il resto rimane seduta per spiegarle la situazione attuale o, per lo meno, i dettagli relativi alla figura di Azrael che non è necessario Harumi scopra. Un grosso peso le vola via dal petto quando Mekura le conferma di essere a conoscenza di Mekura e di tutta la relativa storia con il Nara, portando Kaori a sentirsi un po' più leggera: temeva di star affrontando un discorso privato che non le apparteneva, ma almeno adesso sente di poterne discutere più tranquillamente senza timore di star rivelando cose che non spettava a lei rivelare. < Sì, proprio lei. > conferma la Jonin annuendo. < Azrael l'ha assicurata agli ANBU decretando così la sua fine. Non l'ha materialmente uccisa ma... per diverse persone è come se l'avesse fatto. > Lui compreso pensa Kaori con un sospiro greve e pesante. Mekura sa dettagli di quella vicenda di cui lei non era a conoscenza grazie al suo allora legame con Yukio e Kaori ascolta attenta ritrovandosi alla fine e sistemarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio quando la donna pone quella specie di domanda retorica circa il presunto torto commesso da Azrael nei riguardi della sacerdotessa. < Ha messo in prigione la donna che amava. Non è una cosa da tutti. > mormora lei espirando, prima di ascoltare il resto del discorso dell'altra e quindi annuire. < Ai e Ken sono le persone più al sicuro ora come ora. Azrael non si allontana mai di casa senza avergli messo una copia di guardia e quando sono con te... beh, immagino ci sia tu di guardia a loro quindi non c'è modo che chiunque possa arrivare ai ragazzi senza che uno di voi venga allertato all'istante. > inizia a dire immediatamente Kaori per rassicurare Mekura sulla situazione dei figli. < Per quanto riguarda me... preferirei essere io il loro obiettivo piuttosto che sapere che è Azrael. So che è probabilmente uno dei ninja più forti della nostra generazione ma... la cosa non mi fa stare più tranquilla. > ammette amaramente abbassando lo sguardo, umettandosi nervosamente le labbra. < E Harumi... è stata rapita proprio pochi giorni fa. > Sospira stancamente chiudendo gli occhi, la mancina a salire per pizzicare l'arco nasale con due dita mentre il racconto si fa più complesso e delicato. < Mia madre si è unita a questa setta. > confessa d'un tratto riaprendo gli occhi e puntandoli sulla figura della Hyuga. < Le hanno promesso che avrebbero potuto farle riavere mio padre indietro e lei ci ha creduto. Si è unita a loro con tutta la disperazione che si è portata dietro finora e ha portato Harumi con sé. > continua mentre la sua voce si fa distante, quasi atona mentre lo sguardo perde di vitalità. < Io e Azrael siamo andati a recuperare Harumi nel vecchio covo di Cappuccio Rosso sotto i campi d'addestramento, quello dove mi avevano portata quando mi avevano rapita e adesso è al sicuro qui, al piano di sopra, nella mia stanza. Mia madre non era lì al covo quindi non posso lasciare Harumi a casa mia: ormai sanno dov'è. > spiega prendendosi una piccola pausa per deglutire e riordinare le idee. < Azrael si è occupato di informare gli ANBU di rafforzare i controlli e le ronde, abbiamo informato Hitomu della pericolosità degli uomini con la maschera a mezzaluna ed ora sono considerati nemici di Konoha avendo rapito una dei nostri. Ho fatto girare voce, di Hyuga in Hyuga, di non allontanarsi mai da soli e soprattutto di non perdere mai di vista i bambini o gli anziani, di stare attenti e di informarmi immediatamente nel caso in cui dovesse sparire qualcun altro. > continua per poi alzarsi e guardare Mekura dall'alto della sua nuova posizione. < Capisco la tua confusione. Ma per risponderti lascia prima che chiami Harumi. Anche lei deve sapere tutto, ogni cosa. Non è giusto che le nasconda altro a riguardo. Non dopo tutto quello che ha passato. Ma quello che ti ho detto prima, su Azrael e Kuricha... beh, non c'è bisogno che anche lei conosca quei particolari. Sono cose che Azrael vorrebbe tenere per sé. > spiega la ragazza prima di alzarsi e quindi tornare verso la porta scorrevole che affaccia sulla veranda. L'aprirebbe e quindi si rivolgerebbe ai ragazzi ancora intenti ad allenarsi. < Saito. Puoi venire qui per favore? > chiede con tono pacato ma deciso. Il ragazzo dai folti capelli scuri si volta e, annuendo, la raggiunge di gran carriera inchinandosi poi in segno di saluto. "Cosa c'è Kaori-sama? Ho sbagliato qualcosa?" domanda un po' teso, un po' nervoso. La ragazza sorride e scuote piano il capo. < Non è per questo che ti ho chiamato Saito, tranquillo. Ho bisogno di un favore. > dice sorridendogli con gentilezza. < Mentre io rimango qui con Mekura-sama, non è che potresti andare al piano di sopra a bussare alla mia stanza? All'interno c'è una nostra compagna di nome Harumi, vorrei che le chiedessi di scendere e di raggiungermi. > Saito, a queste parole, annuisce con un rapido cenno del capo e, dopo aver rivolto un inchino anche verso Mekura, si precipita con passo sempre garbato e aggraziato, verso il corridoio che conduce alle scale verso il piano superiore. [ Chakra: on ]

16:14 Harumi:
 Aleggia in un mare di distacco dalla realtà, un distacco che si riflette in quei suoi occhi bianchi e perlacei che riflettono il nulla coma una maschera di cera, un volto privo di vita di una bambola di porcellana che fissa senza spirito qualsiasi cosa le si pari davanti. Le labbra serrate in una linea sottile ed orizzontale, non lasciano trasparire nessun di lei pensiero e stato d’animo. Il crine albino screziato d’argento è lasciato libero da ogni costrizione per adornare la di lei schiena come un manto niveo di stelle, adagiandosi lungo la schiena, coprendole le spalle e il viso grazie alla lunga frangia che a mala pena le nasconde lo sguardo. Ha sperimentato il dolore, ma un dolore troppo grande per una bambina che mai lo aveva sentito fino ad ora, come buttare un’aragosta nell’acqua bollente ed ascoltarne il gemito alto ed acuto come quello dei neonati; è questo che quella scarica elettrica dritta nel cervello, nella pelle, nelle ossa fino al sistema nervoso, le ha procurato. Un dolore mai provato prima, la sensazione di non avere il controllo del di lei corpo, i muscoli contratti, i gemiti di quelle urla soffocate incapace di urlare per via della muscolatura tesa e le convulsioni. Il dolore ai muscoli, ai denti che stridevano fra loro, è stata fortunata a non romperseli, però non si sa se ci sono stati danni al cervello cosa che potrebbe essere avvenuta e che magari potrebbero presentarsi, ma la bambina è appunto una bambina e tali domande non se le pone nemmeno. Dopo quelle poche parole scambiate con la dolce Kaori e Azrael, non ha più detto una parola di cosa sia successo là dentro o di cosa le è stato fatto o detto, il silenzio assoluto permane intorno e dentro la di lei figura tornando ad uno stato di mutismo che l’accompagnava la prima volta che è giunta a Konoha. Indossa un piccolo kimono azzurro e bianco, peculiare scelta molto differente dagli abiti che è solita indossare la bimba e i piedi sono scalzi trovandosi -finalmente- al Dojo Hyuga. Più precisamente la sua presenza è al piano superiore mentre a quello inferiore v’è Kaori, la Principessa della Luna si sta invece solo guardando intorno senza un qualche tipo di reale interesse in quel che vede, stringendo nella mano destra qualcosa di non ben definito e che ha preso da una taschina interna del kimono. Quella manina destra stretta a pugno che regge qualcosa di apparentemente importante e che non vuole donare a nessuno nemmeno per una rapida occhiata. Non ha impastato il chakra e probabilmente non ha intenzione di farlo, non nell’immediato futuro almeno, come se volesse solo rimanere ferma immobile lì dove si trova, a contemplare l’infinito del nulla, crogiolandosi nel ricordo della sua perfetta composizione di carne e sangue. La sua estasi -per così dire- viene interrotta da un gentile bussare, un tono garbato che fa capolino e viene donato alle orecchie della Principessa, la quale si volta ad osservare coi suoi occhi vuoti il viso del giovane che è venuto a chiamarla. Una maschera di inespressività viene donata al di lui sguardo mentre lentamente si alza ed accetta di uscire dalla stanza per discendere con calma le scale che presto la porteranno da Kaori. La sua voce non viene liberata per giungere alle orecchie dell’altro però solo un piccolo cenno del capo potrebbe fargli capire che la bambina non è del tutto sorda. Giunta al piano di sotto noterebbe anche la presenza di Mekura e verso entrambe riesce a liberare un sorriso stentato che diviene più aperto quando fissa il volto di Kaori, quello stesso sorriso così innocentemente inquietante se accostato a quegli occhi privi di qualsiasi luminosità. La mano destra rimane chiusa a stringerne il contenuto e andrebbe a sedersi vicino a loro, ginocchia a terra e sedere posato sui talloni. <Buongiorno.> finalmente un lieve sussurro privo di qualsiasi inclinazione emotiva, però non si può definire nemmeno freddo piuttosto di una strana cortesia. <Come state?> domanda di cortesia che vien donata alle orecchie di entrambe le donne intanto che le mani vengono portate al grembo, la destra chiusa tenuta sopra il palmo della sinistra le cui dita accarezzano il dorso della destrorsa. [Chk: off]

16:33 Mekura:
 Si ha fatto una cosa non da molti, il che lo rende ancora più importante questo gesto e premiabile. <...io ho lavorato nella polizia del villaggio prima di essere una conciatrice, quindi la mia valutazione è di parte: non ho che plauso per quello che ha fatto Azrael. Lei si è cercata questa strada, lei è la sua unica causa di morte...lei e chi la stava controllando come Anbu> in effetti questo è stato un caso molto grave e che infondo porta ad una certa colpevolezza indiretta di Azrael in quanto capo degli Anbu: i prigionieri non devono morire in prigione, in particolare con la politica di Hitomu sul fatto di riconvertire i criminali. <c'è un intero protocollo da seguire in casa per uscire e rientrare...comunque si, sono sempre di guardia> La donna alla fine fissa Kaori comprendendo il perché di quelle parole. Si solleva sulla schiena ritornando composta, andando ad incrociare le braccia tra loro <lo sai che lui direbbe esattamente il contrario di quello che hai detto vero? e sinceramente non sono neppure io d'accordo. Se vogliono un bersaglio, bersaglieranno un intero clan unito sotto la tua guida e un danin> già questo, mettersi contro un intero clan è una azione da stupidi e boriosi. Nessuna persona con un minimo di cervello lo farebbe apertamente. Ma qui stiamo parlando di individui fuori di testa, come Frollo. Il problema? il problema è che questi fuori di testa fanno promesse. Quando sente cosa è successo alla madre di Kaori, Mekura sbianca: addirittura ha abbandonato la figlia e messo Harumi in pericolo. La lascia parlare senza osare dire altro in risposta alla capo clan, solo quando finisce il discorso, citando anche il fatto che sono andati in quel posto...in quel rifugio del cappuccio rosso, Mekura riprende la parola <...salveremo anche tua madre, tu...> sta per fare la domanda più stupida dell'universo, lo sa e la guarda dispiaciuta delle sue successiva parole <come ti senti?> Non certo bene è palese, ma vuole sentirla parlare: non solo hanno preso Harumi, ma è stata costretta a tornare in quel posto e sua madre l'ha tradita per via della sua depressione e per inseguire una bugia. Non sta bene. Beve un'altro sorso di te annuendo per quanto riguarda gli affari di Azrael in attesa che Harumi scenda, non risponde se non con un cenno, andando successivamente a fare un veloce inchino verso Sato, anche se questo è più impacciato da parte sua, non se lo aspetta. Non deve attendere molto ed infatti Harumi è li, con quello sguardo spento e quella cortesia distaccata <buongiorno Harumi> fa un cenno del capo per rispondere al "come state" <sto bene grazie> in realtà era più simile ad un "non è importante" Per il resto non sapeva che altro dire e lascia la parola a Kaori. [ch on]

16:57 Kaori:
 Mekura ha ragione e Kaori lo sa. Sa che Azrael ha fatto qualcosa di estremamente difficile e che quella scelta gli rende onore e si ritrova quindi semplicemente ad annuire quando questa espone il proprio pensiero in una conversazione tanto calma da apparire quasi rilassante se solo le due non stessero discutendo del grave pericolo che in questo momento grava su loro, il loro clan e le loro famiglie. Annuisce ancora quando Mekura conferma di come i bambini siano al sicuro nei giorni che passano con lei invece che col padre e quindi sospira quando la Jonin tenta di farla ragionare in merito a quanto Kaori ha appena detto circa il preferire mettersi personalmente a rischio rispetto che sapere in pericolo qualcuno che ama. < Lo so, lo so... > mormora espirando e sgonfiando i polmoni d'aria. < Ma riusciremo a farcela. In qualche modo. > sorride allora con un po' di sconforto, cercando di farsi forza prima di prendere a spiegare a Mekura i dettagli circa il rapimento ai danni di Harumi. Spiegarle del coinvolgimento di sua madre è stato più faticoso di quanto avrebbe pensato, ma era un dettaglio che non poteva risparmiarsi di dirle. Ovviamente Mekura non può che rimanere colpita da quella rivelazione e si ritrova ad osservare la ragazza con uno sguardo carico di preoccupazione e dispiacere. Kaori apprezza il pensiero della compagna e abbozzando un'espressione riconoscente, inizia a boccheggiare non sapendo neppure lei come dover rispondere. Non può dire di star bene, sarebbe palesemente una bugia. Non può ammettere di star male, la farebbe preoccupare inutilmente. < Stanca, direi. > capitola alla fine con un sospiro ben carico di tensione. < E' una situazione estenuante, ma non possiamo fermarci, giusto? > sorride appena prima di alzarsi e chiedere a Saito quel favore. Fintanto che il giovane Hyuga esegue quanto richiesto, Kaori torna al suo posto e si siede di fronte alla sua ospite versando in una terza tazzina vuota dell'altro té da offrire quindi alla piccola Harumi. Harumi che non tarda ad arrivare e alla quale la Consigliera rivolge un sorriso carico d'affetto. < Oh non mi lamento piccola. E tu? Come ti senti? > le chiede con dolcezza per assicurarsi delle sue condizioni prima di schiarirsi la voce e proseguire. < Ti ho fatta chiamare perché devo fare un discorso importante e voglio che tu sia presente. Va bene? > le dice, con tono calmo, guardandola negli occhi. < Devo spiegare a Mekura tutto quello che è successo e che abbiamo scoperto e siccome non voglio nascondere nulla voglio che tu sia presente, così saprai ogni cosa anche tu. > le dice con tono solenne, prima di prendere un profondo respiro e quindi deglutire. [ Chakra: on ]

17:07 Harumi:
 La Principessa non ha modo di sapere cosa le due donne si sono appena dette, quando giunge tra di loro v’è già un delizioso silenzio che viene strappato dalla bimba nel salutarle e domandare loro qualcosa di circostanza, risposte che trova quasi subito dalle labbra di Mekura la quale va a donarle una risposta in merito senza darsi la giusta importanza. Immobile come una statua o un etereo spirito che silente attende che altre parole riempiano la stanza nella quale si trovano tutte e tre forse per parlare degli ultimi avvenimenti. La cicatrice al centro del petto che le percorre lo sterno in lunghezza è appena visibile nella parte in alto per via della piccola scollatura donatale dal kimono. Osserva entrambe le donne soffermandosi in particolar modo sul sorriso carico di d’affetto che Kaori le dona, capace di sciogliere il cuore della piccola Principessa ma per il momento non in grado di far fiorire qualche espressione sul suo viso, come era in precedenza invece in grado di fare. Nessuna delle due si lamenta del loro stato emotivo e la bambina si ritrova a rispondere alla domanda che le viene ora rigirata, però rimane in silenzio a lungo ad osservare entrambe le donne cercando di comprendere come possa sentirsi in questo momento e la risposta è incredibilmente semplice anche se arriva dopo un lungo silenzio. <Male.> sentenzia secca e decisa, gli occhi spenti e quel sorriso onnipresente che quasi perde di valore si quel viso. <Li avete uccisi tutti?> carica la sua domanda come se il suo benessere dipendesse unicamente dalla risposta che potrebbe avere a quanto chiesto. Ora lo sguardo è fisso solo e unicamente verso gli occhi perlacei di Kaori, attendendo e pretendendo con lo sguardo di ricevere una risposta in merito. Tuttavia la dolce Kaori promette di una lunga spiegazione con annesso un discorso importante sulla situazione e su quanto scoperto fino a questo momento, un resoconto il più dettagliato di quanto avvenuto. La bambina non aggiunge altro alle sue poche e vuote parole, replicando al dire della donna con un lieve cenno di assenso del capo che fa su e giù una volta sola. Si sistema bene sulle di lei ginocchia appoggiando ancor meglio il sedere sui talloni, scrolla un poco le spalle e raddrizza la schiena per essere composta, vigile e attenta ad ogni parola che è in procinto di uscire dalla bocca della donna. [Chk: off]

17:18 Mekura:
 <mai arrendersi> sospira la donna con uno sguardo arrendevole a quel triste fatto. <Mai arrendersi> arrendersi significa fermarsi, significa morire e perdere i figli, significa finire sotto gli occhi di uno psicologo per capire se è pericolosa o meno. <mai fermarsi> socchiude gli occhi ben conscia di essere l'ultima persona in grado di risollevare il morale. Ricorda cosa è stato l'ultima volta con il cappuccio rosso, l'ansia, la disperazione ed i sensi di colpa. No, lei è l'ultima che può sollevare il morale, ma deve provare quanto meno a non essere l'anello debole: è finito il tempo di piangere su se stessi. Perciò, con calma, finisce di bere il suo te, abbandonano l'attuale espressione. <loro non si prendono una pausa per fare le loro puttanate? bene, neppure noi. vediamo chi è più implacabile> Harumi intanto va ad esprimersi, mettendosi a sedere sulle ginocchia della madre adottiva a questo punto, dato che si comporta come tale nei confronti di Kaori. Non nasconde nulla seppure le sue parole siano semplici e ridotte al minimo. Una cosa la colpirebbe particolarmente: ed è la domanda che Harumi pone a Kaori. Anche Mekura la guarderebbe con interesse, per sentire la risposta meditando su come una bambina possa arrivare a dire una cosa del genere senza uno scopo reale: cosa era successo ad Harumi? quanto tempo fa l'hanno rapita? [ch on]

17:44 Kaori:
 La determinazione di Mekura è per lo meno un ulteriore appoggio per la Consigliera che si ritrova a sentirsi sollevata nel sapere che la sua compagna non ha alcuna intenzione di arrendersi o fermarsi, non importa quale dolore stia combattendo dentro se stessa. Un sorriso amaro, invece, si disegna sulle rosee di Kaori alla semplice e devastante risposta di Harumi. Male, ovviamente. Non potrebbe essere diversamente e lo comprende. Quella risposta la porta ad espirare silenziosamente e quindi umettarsi rapidamente le labbra. Prima di rispondere alla domanda posta da Harumi ha bisogno di iniziare la spiegazione fin da principio. a beneficio di entrambe. < Da quel che ho capito dalle varie ricerche fatte, da molti anni circola una leggenda sulla luna e la sua discendenza. > inizia a spiegare Kaori guardando entrambe con fare altalenante. < Alcuni credevano che gli Hyuga fossero i discendenti di questa stirpe e che il Byakugan derivasse da Homura Otsutsuki, erede di quella progenie pura e quasi divina. Altri credevano che la vera divinità legata alla luna fosse Tsukuyomi, una Dea benevola e generosa che aveva amato e protetto gli uomini fino a quando questi non l'hanno ripudiata portandola ad abbandonarli per via del loro rifiuto. > si ferma ritrovandosi ora costretta a dovere, ad entrambe, delle spiegazioni. < I fedeli della prima teoria hanno seguito la guida e le idee di un folle che si faceva chiamare Cappuccio Rosso il quale voleva purificare il clan Hyuga attualmente esistente uccidendo ogni singolo membro ad eccezione dell'ultimo esemplare di sangue puro rimasto, nato da una famiglia fatta di matrimoni Hyuga, e che potesse quindi dare vita ad un nuovo clan dove tutti avrebbero avuto il sangue puro del divino Homura. > spiega alla piccola Harumi. < I fedeli della seconda sono il cosiddetto culto di Tsukuyomi guidato da un certo Frollo che desidera riportare in vita la sacerdotessa Kuricha la quale sembra essere la reincarnazione della Dea, o qualcosa del genere. > spiega a Mekura. Si umetta le labbra pronta a proseguire il racconto. < Cappuccio Rosso è stato sconfitto pochi anni fa e sembra che in quel periodo avesse collaborato con Frollo. Entrambi credevano alla stessa leggenda ma a varianti differenti. Frollo non ha mai creduto a ciò che predicava Cappuccio Rosso, ma lui gli era tornato utile per sfruttare i suoi laboratori credo, o qualcosa del genere. > continua la Hyuga mordendosi le labbra e quindi imponendosi di continuare, procedendo per gradi. < Ora, questa è una supposizione, ma credo che Frollo abbia sfruttato magari sperimentazioni non adatte allo scopo di Cappuccio Rosso per creare il contenitore perfetto per resuscitare Kuricha... Harumi. > Il suo sguardo si pone sulla figura della bambina con cautela e dolcezza. < Frollo ha lavorato per conto suo in un laboratorio nascosto a Taki dove ha cresciuto Harumi tenendola sedata per non so quanto tempo prima che una nostra Hyuga infiltrata alla ricerca di sua sorella la liberasse. Harumi, senza ricordi né conoscenze di alcun tipo, è arrivata da sola fino a Konoha dove entrambe l'abbiamo conosciuta. La cosa ha mandato Frollo su tutte le furie e lo ha costretto a velocizzare i suoi piani, credo. > continua la ragazza tornando a spostare lo sguardo fra la bambina e la parigrado. < Ha mandato i suoi fedeli a cercarla e nel mentre predicare per avvicinare alti adepti e qui ha... trovato mia madre. > Deglutisce con difficoltà passandosi una mano fra i capelli. < Quando sono tornata a casa quel giorno ho trovato una sua lettera dove mi chiedeva di perdonare il suo sbaglio ma di capire che l'ha fatto perché era la sua unica possibilità per riavere mio padre indietro. Dice che la Dea l'avrebbe aiutata, devono averla convinta di questo... ma come può, una donna che richiede sacrifici umani, essere disposta ad un gesto simile? > la cosa le strappa una risatina acida e piena di rancore. < Comunque loro devono averle detto che cercavano Harumi e mia madre gliel'ha portata. Appena me ne sono accorta ho chiamato Azrael e siamo andati di corsa a cercarla. Non potevano essere lontani, si stavano allontanando con una bambina probabilmente stordita: i ninja di guardia se ne sarebbero accorti. Ma non potevano essere rimasti dentro il Villaggio perché sapevano che io mi sarei subito accorta della sua sparizione e che avrei capito che ce l'avevano loro. Così abbiamo pensato al laboratorio di Cappuccio Rosso... in uno dei file di Frollo lui aveva citato una loro vecchia collaborazione perciò era possibile che sapesse dove fosse. > spiega la ragazza prendendo una piccola pausa. < Avevamo ragione. Harumi era lì e l'abbiamo recuperata uccidendo tutti i fedeli che abbiamo trovato, ma dubito che fossero solo loro. Sicuramente assieme a Frollo deve esserci qualcun altro dei suoi. > termina il riassunto di tutta la vicenda sentendosi improvvisamente spossata. < In questo momento la nostra priorità è proteggere Harumi perché loro hanno ancora bisogno di lei. Ma dobbiamo anche capire dove Frollo possa nascondersi e quale possa essere la sua prossima mossa. Il suo scopo è mettere l'anima di Kuricha dentro il corpo di Harumi ma quando ha preso Harumi non le ha fatto niente del genere, perché? Non può ancora utilizzarla probabilmente. Come mai? Il jutsu che deve usare non è completo, forse. O forse gli serve ancora qualcos'altro. > inizia a supporre Kaori gettando teorie e possibilità nella discussione. Solo allora, quindi, osa portare sulla piccola la sua attenzione e sfiorare con quanta più cautela possibile un difficilissimo quesito. < Tu... lo hai incontrato? Prima che venissimo a prenderti, dico. Lui o uno degli uomini che erano lì ti hanno riferito qualcosa? Qualunque cosa? > [ Chakra: on ]

18:15 Harumi:
 La piccola Principessa ha iniziato a conoscersi e ogni giorno sempre di più sta imparando cose nuove sulla di lei persone e il carattere che l’accompagna, sta scoprendo di essere unica come unico è ognuno su questa terra coi propri pensieri e il proprio carattere, lei sta solo scoprendo se stessa. Un lavoro che ha già iniziato a fare, dubbi e domande che ha avuto modo di porre a Kaori e anche ad Azrael, il quale si è offerto di aiutarla in quella sua parte di carattere più violenta e sanguinaria. Tutto è sempre stato dentro di lei, ha sempre fatto parte di lei e ora sta solo avendo modo di accettarlo ed esporlo, gli eventi la stanno solamente sbloccando dandole una mano e una spinta verso una direzione che già stava prendendo. La sua domanda non trova subito risposta ma pazientemente attende che Kaori racconti tutto quanto fin dall’inizio, cominciando proprio dal principio spiegando la nascita dei due culti e come questi due abbiano preso strade diverse sotto comandanti diversi. Cappuccio Rosso predicava una cosa, mentre Frollo un’altra, spiegazioni semplici che possono essere venir comprese facilmente dalla bambina alla quale però non sembra importare molto quanto venga detto. Nessuna espressione varca la soglia dei di lei occhi nonostante al suo interno l’animo si stia ribellando disgustata all’idea di essere stata concepita come contenitore e di essere considerata tale da chissà quante persone. Non appena nel racconto fa la sua apparizione la madre di Kaori, la bambina stringe i pugni mostrando solo attraverso essi una reazione simile alla rabbia, un sentimento che è davvero molto forte se sfugge alla sua apatia. Finalmente giunge alle di lei orecchie come una dolce melodia la risposta che attendeva, hanno ucciso tutti almeno quelli che si trovavano lì dato che Frollo se n’era andato e anche la bambina immagina che ce ne siano altri. <Tua madre?> deve sapere anche se è facilmente intuibile che non sia stata trovata o uccisa data la compostezza che Kaori dimostra oppure è davvero molto brava a dissimulare lo strazio emotivo. <Non mi può utilizzare.> come mero strumento ma tutto questo non le importa e stringe ancora di più i pugni, il destro a racchiudere ciò che tiene nascosto e la sinistra che stringe la gemella con forza, così tanta forza da sentire il dolore. <Ho incontrato Frollo ed era arrabbiato, perché non sono il semplice contenitore che voleva. Perché parlo, penso e ho delle emozioni ed era molto adirato per questo.> non ha ben capito se quella sedia di torture servisse come punizione o per resettarle il cervello, o per chissà quale altra cosa. <Ha solo recitato una preghiera per la Sacerdotessa e Madre Kuricha, poi mi ha fritto il cervello dopo che mi aveva legata a una sedia delle torture.> spiega con la sua solita calma piatta, senza esprimere altro se non i fatti accaduti. La rabbia che prova si confonde con l’immenso dolore provato per quella scarica elettrica, a volte le sembra ancora di sentire qualche suo muscolo che si muove contraendosi in maniera del tutto involontaria, il suo già ferito poteva cedere, ma nulla lo ha fermato. <La sedia era legata a una sorta di sarcofago dorato, ma non ho idea se servisse a qualcosa.> non può saperlo perché nessuno le ha spiegato nulla, non ha potuto conoscere il piano di Frollo che credeva in un qualche collegamento tra lei e il sarcofago, non può proprio saperlo. <Poi non ricordo bene, è esploso tutto e sono rimasta con quei cadaveri e l’uomo morente. Li ho eviscerati, addobbato la stanza e preso i loro denti. Infine siete arrivati voi.> sente qualcosa nel di lei animo, qualcosa che la tormenta e le graffia la gola e il petto come se nascondesse dentro il di lei corpo una bestia affamata e carica di rabbia e rancore che graffia coi suoi artigli il petto della bambina per poter uscire. <Devono morire tutti. Nessuno escluso.> mormora in maniera perfettamente udibile, lo sguardo si fa duro e freddo anche se ancora troppo lontano dal presente, la voce graffiante e il corpo intero teso dalla contrattura dei muscoli. <Tutti.> lei non vuole fare nulla alle spalle di qualcuno, vuole quindi essere chiara il più possibile nella sua freddezza, una sincerità che molto probabilmente farà male. <L’ho promesso a tua madre. E non intendo fare sconti a nessuno. Un nemico è un nemico, giusto? Non sarebbe nemmeno giusto risparmiarne qualcuno e altri no.> se si mettesse a fare eccezioni -cosa che nemmeno le interessa- sarebbe allora giusto che nessuno degli adepti morisse, se ne salvi uno ne salvi tutti, se concedi la grazia a uno la concedi a tutti. La bambina non vuole che la madre di Kaori sia un’eccezione, perché all’interno di quel culto ci saranno anche altre madri, padri, fratelli e figli di qualcuno. Quindi la piccola non capisce perché risparmiarne qualcuno e altri no. <O tutti, o nessuno.> se la madre di Kaori è stata plagiata, non si può escludere a priori che non ci sia qualcun altro come lei, ecco perché nella mente della piccola non si possono fare eccezioni, dopo tutto un ninja deve rispettare le regole, un nemico -chiunque esso sia- va eliminato. Non è mai stata elastica se si tratta di seguire le regole e vuole che sia chiaro nella mente delle due donne in ascolto. [Chk: off]

18:38 Mekura:
 Appena viene messa in mezzo la questione della luna, Mekura inizia a intravedere il nesso. Tace e ascolta e tutto si fa più chiaro ad ogni parola spesa per questo...scempio. Il volto di Mekura ha una sola espressione ora: puro disgusto. Odia gli esseri umani, odia le persone, odia quella sete di potere e sopratutto ODIA profondamente che si dia una seconda possibilità a dei pazzoidi pieni di se e delle loro idee. <puttanate> risponde con eleganza quando sente parlare che addirittura a quella donna viene affiancato il termine "sacerdotessa". <la devono smettere, SMETTERE di venerare questi truffatori. Anche da morti non sono che una piaga per gli altri> In un certo senso sta parlando a se stessa ed alla sua venerazione verso Akendo: dove è il suo Dio in tutto questo? Dove è mai stato se non a farsi salvare? <la devono smettere di prendere tutto ciò che è sacro in natura e lordarlo con le loro blasfemie per manipolare le persone più deboli: La luna, il venerabile Homura, il chakra stesso> è uno sbotto aggressivo quello della donna, disgustato e insofferente. Ritorna in silenzio scuotendo il capo e gesticolando con la mano destra, scusandosi in silenzio del suo comportamento di prima, incrociando le braccia e prendendo un lungo respiro mentre il volto ritorna di un colore più pallido. Intanto il piano viene messo sulla tavola ma anche delle domande lecite: non sono andati avanti con il piano, qualcosa mancava. Ed ora tocca ad Harumi. La osserva seriamente, analizzandola e non vede nessuna reale reazione, non che la cosa la sorprenda più di tanto e poi...quella reazione: i pugni che si stringono e peggiora con la consapevolezza che la madre di Kaori non è morta. Raggela ancora una volta quando sente cosa hanno fatto ad Harumi. Fritto il cervello, fritto il cervello...una sedia delle torture. IN quel momento si ritrova davanti di nuovo l'immagine dei suoi bambini. L'associazione è bastata per ricordare quello che quei mostri sono capaci, di come vedano le persone se non dei...<ehe> sacchi di carne..si, come Yukio, lo diceva spesso parlando delle altre persone e ricorda che qualche volta si fosse domandata se anche lei fosse un sacco di carne. Quel sogghigno amaro le rimane sulle labbra, mentre Harumi continua a parlare mettendo dettagli su dettagli e di come lei stessa ha reagito:avevano svegliato un mostro. Il sorriso amaro scompare e viene sostituito da una occhiata verso Kaori, come se stesse chiedendo delle spiegazioni dopo che la bambina ha detto chiaramente "eviscerare, decorare e raccogliere i denti". La situazione non migliora quando Harumi mette in chiaro che nessuno deve sopravvivere, neppure la madre di Kaori. Non mette bocca sulla questione, non è suo compito, lascia piuttosto che sia la capo clan a gestirla, infondo quella bambina la conosce appena. [ch on]

19:03 Kaori:
 Per la prima parte del discorso Harumi tace, ascoltando silente il racconto che interessa più da vicino la Hyuga più anziana. Mekura ascolta attentamente e si ritrova a sbottare in un modo che porta Kaori stessa a sorridere amaramente. Concorda con la sua frustrazione, con quel senso di stanchezza dovuto a quei continui falsi miti che circolano su Dei che probabilmente non hanno mai avuto interesse alcuno nelle vite di loro poveri mortali. < Già. > si limita semplicemente a mormorare in risposta allo sfogo della compagna, non trovando né che dovesse scusarsi per quell'improvviso dire né che ci fosse altro da aggiungere. Approfitta però della piccola pausa per riordinare i pensieri e quindi proseguire col racconto che porta questa volta Harumi a risvegliarsi. La domanda che pone porta Kaori a guardarla con un misto di sentimenti contrastanti a brillare nei propri occhi. Colpa, timore, rabbia, dolore. < No. Non era lì. > risponde in un sussurro a metà strada fra lo sconfortato e il responsabile, prima di attendere che la bambina prosegua nel suo dire. Quello che le racconta la porta a sgranare gli occhi fissandola sgomenta. Le iridi si dilatano, il viso si fa improvvisamente pallido, l'espressione sinceramente confusa e sorpresa. Non avrebbe mai pensato che le sarebbe stato fatto del male... era sicura che Harumi servisse loro sana e integra. Ma allora perché...? Perché tanta violenza? Forse per punirla della sua fuga? Il solo pensiero la nausea e le riporta alla memoria i racconti di Kouki su Otsuki e sulle punizioni che le aveva inflitto... La cosa le secca la gola e la porta a deglutire a forza un pesante groppo amaro. < Mi dispiace, Harumi. Abbiamo fatto il prima possibile... > si sente responsabile, colpevole per non essere arrivata prima a salvarla. Sente il cuore contrarsi, il sangue fluire rapido nel corpo eppure le estremità dello stesso sono gelide. Le dita, il naso, il petto. Il resoconto di quanto ha fatto agli uomini che aveva trovato morti nella sua cella porta Kaori a sollevare lo sguardo a cercare quello di Mekura. Le labbra sono strette, lo sguardo sembra lanciare un qualche sottinteso. Sa che Mekura può riconoscere in quella descrizione qualcuno che entrambe conoscono bene. < Capisco... > mormora alla fine Kaori distogliendo lo sguardo, stringendo le dita a pugno sopra le ginocchia, un nuovo enorme peso a gravarle sulle spalle. Un peso che sembra quasi triplicarsi quando le successive parole di Harumi trovano voce. La Jonin si irrigidisce, il suo capo ruota rapido verso Harumi e si ritrova a non sapere cosa fare. Come reagire. Comprende bene il desiderio della bambina di vendicarsi: ha vissuto con la madre di Kaori ma probabilmente non ha mai avuto la possibilità di legarsi a lei, assente com'era. Per lei è solo un mostro come gli altri. Come potrebbe chiederle di pensare diversamente di lei? Kaori stessa non ha mai perdonato Akane per quello che le aveva fatto e ha mal sopportato l'idea di saperla ancora viva. Non può concedersi ora di pretendere altrimenti da parte della piccola. Ha voglia di vomitare, ha voglia di urlare. Ma si contiene. Respira a fondo, cerca di concentrarsi unicamente su un punto che per lei è certo: Azrael l'avrebbe aiutata. Qualunque cosa avrebbe dovuto fare, avrebbe potuto farla al suo fianco e tanto le basta a non perdere totalmente il controllo. < Lasceremo che la giustizia faccia il suo corso. > commenta, alla fine, con un filo di voce. < Quando ci sarà la resa dei conti finale non attaccheremo per uccidere ma per fermarli. Chi non ci opporrà resistenza verrà catturato e portato agli ANBU, chi cercherà di fermarci verrà tolto di mezzo. > mormora guardando la tazzina di té sotto i propri occhi, irrigidendo le braccia e le mani strette tanto forte da avere le nocche bianche e gelide. < Chiunque essi siano. > capitola, alla fine, chiudendo gli occhi con fare esausto. < Questo è tutto quello che sappiamo. Tutto quello che... abbiamo per le mani. Ora come ora siamo concentrati sulla difesa e sul capire le prossime mosse. E' tutto quello che so e ora lo sapete anche voi. > La sua voce è bassa, roca, palesemente sfinita da quella discussione così come Kaori si sente priva di ogni forza. Improvvisamente tutto sembra troppo per lei e l'idea di chiedere ad Azrael di dislocarla in qualche luogo remoto e sconosciuto si fa quasi esigenza. Ma resiste, si fa forza, e attende semplicemente di scoprire se le Hyuga lì presenti abbiano altro da dirle. [ Chakra: on ]

19:18 Harumi:
 Non ha altro da dire, non replica in risposta a quando donato da Mekura riguardo i culti e ciò che è sacro, non sono argomenti che paiono interessare la piccola Principessa, a lei interessa ben altro qualcosa che si può definire come vendetta e forza bruta, un rancore profondo. Come sempre quando un creatore da vita a qualcosa o qualcuno, quest’ultimo è solito sempre rivoltarsi contro di lui è come se fosse una legge scritta da qualche parte, un karma che deve sempre e comunque colpire. Il suo racconto di quanto avvenuto scatena nelle due donne una reazione normale e comprensibile, reazione che invece sembra mancare nel resoconto della bambina, la quale ne ha parlato come se si fosse trovata in una situazione normale almeno da quel che mostra e da come parla. Il suo animo dilaniato vorrebbe solo affondare le mani in tutti i loro corpi per farne carne da macello, lentamente e in modo che soffrano solo così si sente in qualche modo soddisfatta e meno dolorante. <Non ti devi dispiacere, non è colpa vostra.> questo lo crede davvero e risponde donando a lei parole sincere anche se vuote. <Mi ha fatto piacere che abbiate potuto vedere quello che ho fatto a quegli uomini.> la sincerità del sorriso che ora dona a Kaori potrebbe essere spiazzante per chiunque, un sorriso così innocente di chi si aspetta solo complimenti, su un viso fatto di porcellana. Per far comprendere a entrambe le donne quanto lei sia assolutamente tranquilla e soddisfatta di quanto avvenuto, va ad aprire la mano destra mostrando a loro il suo contenuto segreto; sul piccolo palmo v’è qualche dente, tutti diversi tra loro sono due per ogni uomo morto in quella stanza, ancora con qualche rimasuglio di sangue ormai secco e raggrumato. <Però ora ho un grave problema, forse potreste aiutarmi a risolverlo?> fa dono ad entrambe della sua richiesta di aiuto, alternando lo sguardo ora su Kaori e poi su Mekura, dopo qualche istante va a riportare la mano in grembo sopra la sinistra, tenuta aperta e abbassa i perlacei occhi per osservare i denti oramai suoi, in suo possesso. Le parole di Kaori successive a quelle della bambina però la riscuotono un poco dal suo disinteresse, portandola a scattare velocemente per tornare a puntare sulla donna. <La giustizia?> un affronto quello che prova, come se il suo dolore non stesse trovando il giusto posto in questo mondo. <No, bisogna ucciderli tutti, questa è giustizia, questo è giusto. I nemici vanno eliminati, è quello che fa un ninja.> le parole veloci e il fiato che non viene ripreso, la bambina sembra che stia per avere una crisi, con gli occhi fissi e spalancati sulla donna come se avesse detto qualcosa di totalmente assurdo per la piccola. <E’… è…> sbatte le palpebre più volte non riuscendo più a creare alcuna connessione fra il di lei cervello e le labbra che rimangono dischiuse e da quel preciso istante è il nulla nella sua voce, si spegne e torna ad osservare i suoi amati denti. <Cosa devo fare adesso…? Dove devo stare?> si deve nascondere o deve andare via, o deve morire. <So che un ninja mette la sua vita per proteggere il villaggio e che una vita non vale un villaggio. Io ero pronta a uccidermi, posso farlo comunque se ritenete che sia giusto.> un’altalenanza di umore e parole, da voce alla sua confusione e alle sue paure, da voce a tutto quello che sente perché altro non riesce ad esprimere. [Chk: off]

19:47 Mekura:
 Non avrebbe mai voluto che Kaori subisse la stessa condizione che è toccata a Mekura, per quanto riguarda sua madre. Sono storie differenti, ma che convergono su un'unica importante decisione, una decisione dolorosa: decidere, decidere di salvare una vita o condannarla. Decidere chi era troppo in la per il perdono, decidere di lasciarla in vita, con le vittime che reclamano ancora il sangue e la vendetta. Il pensiero corre ad Akane, come se avesse il bisogno di parlare con lei in questo momento. osserva Kaori con quel <capisco> è un mormorio ma le stringe il cuore come una mano artigliata. Non riesce a non pensare che infondo è colpa anche sua se suo marito è morto...non poteva fare nulla per lui, lo sapeva, eppure...eppure poteva fare qualcosa. Si sente in colpa perché è sua madre che ha strappato la vita di suo marito, si sente in colpa di avere il suo stesso sangue. Ancora una volta si sente in colpa di essere così impotente in quella ed in questa situazione. Non avrebbe mai e poi mai voluto che Kaori subisse lo stesso destino. La osserva ancora una volta impotente, in particolare quando Harumi fa vedere i denti. <...> Guarda severamente la bambina e il suo macabro richiamo del sangue la quale non può in nessun modo empatizzare con la situazione della madre e per di più, sembra persa in questa sua...considerazione dei ninja. Rimane in silenzio fino ad un certo punto quando inizia a parlare di morte, in quel momento la Hyuga più anziana si alza e con voce fredda senza mai arrivare ad urlare afferma. <Harumi guardami dritta negli occhi> non vuole scavalcare Kaori, non intende fare ciò, la guarda di sfuggita un secondo prima di continuare <Non è importante quello che è giusto o sbagliato, la vita è anche fatta di questo: non si può avere tutto solo perché lo si reputa giusto E quello che fa un ninja non è implicitamente eliminare i nemici, ma servire, proteggere e obbedire alla legge del suo Kage ecco cosa significa essere un ninja> non un branco di assassini sadici <cosa devi fare? quello che devi fare ora è fermarti, quello che devi fare ora è renderti conto che non sei solo un ninja, ma sei una ragazzina che non ha capito il significato delle proprie parole e di quello che possono fare agli altri> gonfia il petto continuando dopo una breve pausa guardando ancora una volta Kaori <quello che devi fare ora è lasciare quei denti e sfogarti. Quello che devi fare è andare da quella donna ed abbracciarla e dirle che le vuoi bene e che affronterete questa storia insieme, piangere se necessario, ma che sopratutto ti fidi di lei, quello che devi fare è solo questo. Il villaggio può aspettare il tuo sacrificio inutile> prende un'ultima pausa <il tuo posto è qui, è con Kaori, è con Azrael> maledetto lui e tutti i denti. <non certo tra le braccia della morte....sai cosa è importante per questo villaggio? cosa protegge questo villaggio e cosa è pronto a fare il villaggio al costo della sua distruzione?> domanda la donna alla bambina senza aspettarsi una risposta <i suoi figli> sospira mentre si allontana dal tavolo <il villaggio è nato apposta per evitare che morissero per le mani di criminali che avessero quanto meno qualcuno che li crescesse e proteggesse. Alcune volte non accade, ma questo è per questo che il villaggio della foglia è nato...e così anche la volontà del fuoco> è molto, molto difficile per la Hyuga dare ragione alla volontà del fuoco che reputa sopravvalutata su molti aspetti. Ma è anche vero che se non esistesse, non ci sarebbe la possibilità di tare tali critiche...a qualcosa quindi serve. <Kaori, mi dispiace per le mie ultime parole, non rimarrò di più per non arrecare disturbo...avete molto di cui parlare> Sospira avvicinandosi verso l'uscita andando girandosi di nuovo verso la compagna <sappi solo che se hai bisogno di parlare con qualcuno ci sarò> e spera questa volta per davvero. Si infila le scarpe rapidamente dopo un veloce inchino e esce all'esterno per tornare a casa a meno che non ci fosse altro di cui parlare. [ch on]

10:31 Kaori:
 Inquietante. Ecco la parola che Kaori si ritrova a pensare mentre Harumi le sorride fiera di quello che ha fatto agli uomini nella sua cella. Chissà come ha tolto loro le viscere, macchiato di sangue ogni parete, strappato loro i denti che ora mostra alle due donne ancora incrostati di sangue nel palmo della sua mano così piccola. Kaori osserva la scena bianca come un cencio, sentendosi improvvisamente inadeguata a quel compito. Come dovrebbe trattare la piccola Harumi? Dovrebbe dirle che è tutto normale? Che va bene fare quello che lei fa? No: per Kaori non è vero. Può accettare il lato sadico e sanguinario di Azrael -purché non sia diretta testimone dei suoi- giochetti, consapevole del fatto che Azrael ha controllo su quello che fa. Sa che il Nara gestisce il suo lato più violento discernendo le persone su cui lo sfoga. Ma Harumi? Harumi è una bambina e del mondo non sa nulla. E' poco più di un automa senza obiettivi propri. E' una bambina che si lascia trasportare dal capriccio del momento. Voleva conoscere se stessa e trovare un proprio scopo e ha deciso di fare la ninja, veniva lodata e pregata da Frollo e voleva conoscerlo. Ha scoperto che lui voleva utilizzarla e quindi ha voluto ucciderlo. Ha scoperto di poter far del male agli altri con le proprie capacità e adesso vuole sangue e viscere di chiunque ritenga nemico. Non gliene fa naturalmente una colpa: si è ritrovata catapultata improvvisamente nel mondo e sta gestendo la cosa al meglio delle sue capacità, ma questo non toglie che i suoi gesti non siano sani né tanto meno giusti. Forse dovrebbe lasciare che sia Azrael ad occuparsi di lei, a farle capire come controllare i suoi istinti violenti. Eppure teme che sia stata proprio la sua influenza a portare Harumi a quegli atti di violenza contro gli uomini nella sua cella. Dopo che lui le ha regalato un dente Harumi ne ha strappati altri a quelle persone. La ragazza si sente profondamente sconfortata e si rianima solo quando la bambina si ritrova a chiedere aiuto in merito ad un 'grave problema'. < Di che si tratta? > domanda la Hyuga prima ancora di dare una risposta al suo dire. Ha idea di dover trattare con la ragazzina con estrema attenzione e ancor più attentamente deve soppesare le sue richieste. Richieste come ad esempio quella di uccidere tutti coloro i quali si troveranno davanti, senza fare alcuna distinzione fra seguaci arrendevoli o ferventi sostenitori del loro nemico. Un lampo di contrarietà e rabbia passa per il viso di Kaori che, sbattendo una mano sul tavolo, cerca quasi di mettere a tacere il tono lamentoso della bambina rivolgendole uno sguardo duro e severo. < Questo è quello che fa un assassino! > esclama Kaori rimproverandola, rimbrottandola, con l'espressione rigida e le labbra strette in una linea sottile. Si ferma ricercando nuovo contegno e lascia che sia Mekura a dire la propria, trovandola assai più contenuta e calma di quanto non sia lei stessa. Non avrebbe dovuto alzare la voce, lasciarsi andare, ma tutti i pesi che gravano sulle sue spalle iniziano a diventare fardelli troppo pesanti perché possa riuscire a controllarsi anche in una situazione del genere. Inspira ed espira a fondo, lentamente, approfittando del momento in cui Mekura cerca di calmare l'animo di Harumi per ritrovare un po' di equilibrio e quindi, quando la donna si ritrova a congedarsi, Kaori rialza lo sguardo rivolgendole un'espressione comprensiva e stanca. < Grazie Mekura. Sentiti libera di tornare al Dojo ogni volta che vuoi. Ti farò sapere.. in caso di novità. > la saluta annuendo piano, esausta, tornando ad essere solo ora, da sola con Harumi. < Nessuno ti ha chiesto né ti chiederà mai di fare una cosa simile. > le dice da principio cercando di arginare i propri sentimenti personali in favore di una conversazione quanto più calma e tranquilla possibile. < Come ti ho già detto faremo tutto il possibile per proteggerti perché questo è il nostro compito da ninja. Non ho alcuna intenzione di lasciare che ti feriscano un'altra volta e questo è il mio pensiero da persona che ti vuole bene. > prosegue guardandola dritta negli occhi, il corpo ruotato interamente in sua direzione oltre il bordo del tavolo che le divide. < Un ninja non è semplicemente una macchina da guerra. Un ninja non combatte per *uccidere*. Combatte per *proteggere*. > sottolinea col tono della propria voce quelle parole. < Se dovessimo trovarci davanti dei seguaci di Frollo che non ci attaccano, che da soli decidono di non volerci fermare perché spaventati o magari pentiti, perché dovremmo ucciderli? > domanda la Hyuga cercando di far leva sulla mera logica. < In che modo uccidere chi non ci sta minacciando ci renderebbe i buoni? In che modo saremmo migliori di Frollo? > le domanda guardandola fisso negli occhi. < Come ti ho detto non ci faremo problemi ad uccidere chi cercherà di fare altrettanto con noi, ma se non dovessero farlo, se qualcuno dovesse non opporci resistenza... > e nel suo cuore vive e arde la speranza disperata che sua madre rientri fra questi elementi. < ...tutto quello che faremo sarà portarli dagli ANBU in attesa di un loro giudizio. Non è neppure detto che gli ANBU o il Kage non decidano comunque di giustiziarli. Ma è una scelta che non spetta a noi fare, ma a loro. > ed il tono risoluto della sua voce lascia intendere che non sono ammesse repliche a quella decisione assoluta. < So che stai soffrendo. So che sei arrabbiata e che vorresti solo far cessare ogni cosa. Che dentro di te vuoi fare loro quello che ti è stato fatto. Credimi, lo capisco fin troppo bene. > Sono state, dopotutto, sottoposte ad un destino piuttosto simile loro due. < Ma ti assicuro che far loro del male non cancellerà il ricordo o il dolore di quello che è stato fatto a te. Ucciderli non cambierà niente. Noi li fermeremo comunque, a qualsiasi costo perché il loro piano è folle e pericoloso e va fermato con ogni mezzo per la salvezza di migliaia di innocenti. Ma sappi che uccidere loro non renderà le cose più facili per te. Soltanto il tempo ti aiuterà a stare meglio. Soltanto accettare che è successo davvero ti libererà di tutto l'odio e il rancore che ti porti ancora dentro. > La sua voce si addolcisce in questo ultimo dire, ben sapendo quanto questo discorso possa apparire assurdo per una bambina. < Sarà difficile e farà paura e farà male. Ma non sarai da sola.. per qualsiasi cosa io sarò sempre qui. Potrai chiedermi aiuto o semplicemente parlarmi ed io ti ascolterò ogni volta che vorrai. E' qualcosa che possiamo affrontare insieme. > [ Chakra: on ]

10:55 Harumi:
 Si sta lasciando trascinare da qualcosa che non compete la piccola Principessa e che non riesce a comprendere, non sa più cosa è giusto o sbagliato se non la mera divisione fra buoni o cattivi, tra chi bisogna proteggere e chi ci fa del male, una divisione tanto semplice da rincuorarla. Non conoscendo il mondo e non essendo abituata a vivere in quel modo, si è ritrovata sopraffatta da emozioni nuove che non aveva mai provato come l’essere tradita alle spalle o subire un dolore tanto grande come una scossa elettrica. La paura è stata trasformata in rancore e odio perché sono sentimenti più accettabili del terrore e del pianto, è tutto talmente semplice e lineare che quando la dolce Kaori le chiede in merito del suo problema, la bambina risponde con estrema ingenuità nella di lei voce che va donata alle presenti. <Si sono mischiati e non riesco più a capire come dividerli.> si riferisce ai denti nel di lei palmo, presi due per ogni uomo non sa più come devono essere accoppiati tra loro, non è un vero problema ma lascia intendere come in questo momento la bambina sia sperduta in qualcosa che non ha valore e non è nemmeno sano. Certamente mai si metterebbe a fare una cosa simile a qualcuno di buono, innocente e che deve proteggere, è questo che ha capito da Azrael. Quei cadaveri non erano innocenti e nella di lei mente è tutto più semplice anche il solo accettarsi per quanto ha fatto in un momento in cui non era in sé. Tuttavia si ritrova a sussultare di colpo, presa alla sprovvista dallo sbotto di rabbia della stessa Kaori che con una mano sbattuta violentemente sul tavolo dona sfogo al proprio pensiero, al suo nervosismo, la stanchezza, il peso, la rabbia. Per la prima volta la bambina viene seriamente rimproverata con semplici e brevi parole, basta lo sguardo severo e le labbra strette a farla sentire male. Vorrebbe persino risponderle ma la voce non riesce ad uscire dalla di lei gola anche se le labbra si dischiudono, un chiaro e normale comportamento di una bambina quando viene ripresa da un adulto, da una madre. Mortificata ora si sente, abbassa lo sguardo e si morde il labbro inferiore senza più riuscire a comprendere quello che sia giusto o sbagliato, quello che prova o quello che dice come se tutto girasse nella di lei testa affollandosi senza controllo. La voce di Mekura irrompe nei suoi pensieri e nel suo personale mondo fatto di denti, carne e sangue; quell’ordine perentorio che le viene dato induce la Principessa a sollevare lo sguardo per incrociare i di lei occhi con quelli simili ai suoi di Mekura. La bambina la fissa con gli occhi perlacei grandi e vuoti come se la donna stesse donando a lei parole troppo complicate perché possa comprenderle, non riesce a capire se quello che dice sia giusto o se lo ritiene completamente sbagliato, ma non appena accenna a dirle di buttare via quei denti ecco che la manina viene richiusa velocemente atta a nascondere il suo tesoro per proteggerlo. Il pugno chiuso e di nuovo nascosto dalla mano sinistra non intenzionata a buttare via quei denti e nemmeno intenzionata a capire quanto le stia venendo detto. <Un ninja segue le regole e le leggi del villaggio. E lo difende a costo della propria vita. Se un nemico minaccia il villaggio mi sembra dunque giusto eliminarlo, se un nemico tradisce il villaggio diventa una minaccia e di conseguenza va eliminato.> è così semplice e meccanico nella di lei testa che si ritrova quasi sorpresa ad ascoltare le parole di Mekura nonostante forse una volta, avesse concordato con lei, ma a quel tempo la bambina non sapeva chi essere, non sapeva chi era e solo ora ha imparato a comprendersi davvero. Eppure non sa come ribattere alle parole che successivamente le vengono donate, poiché il desiderio di abbracciare Kaori e lasciarsi andare a lei è grande, enorme e desiderato eppur si frena per chissà quale motivo, forse colpa e forse per via di sua madre. <La volontà del fuoco.> mormora tenendo il viso basso sulle di lei mani chiuse rigorosamente a pugno per proteggere quei denti. In un modo o nell’altro le parole di Mekura hanno un loro effetto, l’hanno smossa quel tanto che basta da darle da pensare e farla ragionare si spera in un modo più corretto. Quando Mekura lascia la stanza, la bambina sta ancora osservando i di lei pugni chiusi, stretti in una morsa dolorosa e pronta ad ascoltare anche quanto le viene donato da Kaori, più calma e controllata ora, evidente lo sforzo nonostante la stanchezza e il peso che le ha gettato in più sulle spalle. <Non cancellerà il ricordo… ma da un minimo di soddisfazione.> perché uccidere un nemico arreso o che non vuole attaccare ancora non riesce a comprenderlo, potrebbe fingere potrebbe ricadere nell’errore una seconda volta, potrebbe essere un sacco di cose. <Non riesco a capire appieno ciò che mi avete detto, ma mi dispiace davvero per averti fatta arrabbiare.> cerca di rincorrere una logica perduta, tenta affannosamente di ricordarsi dove l’aveva lasciata e quando, ha fatto un errore o forse più da qualche parte e non riesce a rintracciarlo nemmeno andando a ritroso nel tempo e scandagliando ogni parola donata in questa giornata, ha dimenticato che ci si può mettere nei panni altrui perché è capace di farlo, ma ha deciso di sua volontà di non farlo quando la madre di Kaori l’ha presa alle spalle. <Perdonami, è successo qualcosa e non capisco… non voglio piangere e nemmeno provare paura, e provare rabbia è più semplice.> sospira rimanendo immobile con la testa china. [Chk: off]

11:18 Kaori:
 Deglutisce quando il quesito posto da Harumi le arriva alle orecchie portandola internamente a rabbrividire. Vorrebbe che ci fosse Azrael lì con lei. Lui saprebbe come risponderle. Lui saprebbe cosa fare. Lui la capirebbe. Lei... lei non lo sa. Lei vorrebbe prendere quei denti e gettarli via, il più lontano possibile da sé. Non sa cosa fare, non sa cosa dirle. < Ha...importanza? > le domanda allora confusa, persa, non riuscendo a capire in che modo, nella mente della bambina, possa essere importante sapere quali denti appartengono a chi. E' una logica troppo lontana dalla propria che non riesce davvero a rendere sua. Da quando l'ha conosciuta si è sempre sentita vicina alla bambina, si è affezionata a lei ogni giorno di più fino a considerarla praticamente una figlia, esattamente come successe con Kouki. Eppure in momenti come questo le sembra di non avere nulla in comune con le bambine che considera sue figlie. Non riesce a comprendere parti importanti del loro carattere e non sa come comportarsi in merito. Prima con l'Altra personalità di Kouki, adesso con il lato violento di Harumi. E senza volerlo un accesso di rabbia sfugge al suo controllo portandola a sbottare contro la piccola nel primo reale rimprovero che le abbia mai rivolto. Ha sempre tentato di proteggerla e confortarla per via di quanto ha vissuto nella sua vita e forse ha sbagliato. Forse è stata la sua indulgenza a portarla a sentirsi in diritto e dovere di poter decidere della vita o della morte altrui senza alcuna ripercussione. Ma come avrebbe potuto agire diversamente? Si riempie di domande, s'incolpa e cerca di capire come rimediare, ringraziando mentalmente la presenza di Mekura per averle dato una mano. Il discorso della bambina però continua a seguire una logica apparentemente lineare ma totalmente priva di contesto e umanità. < Quindi tu vuoi ucciderli tutti per il bene del Villaggio? > domanda Kaori con voce spenta, smorta, alzando lo sguardo per guardarla. < Perché a me sembra solo una questione di vendetta personale. > Quasi lapidaria nell'esporre quel semplice pensiero, esposto però senza alcuna traccia di rimprovero o severità. Con la stessa apatica calma di qualcuno che potrebbe parlare del tempo. < Ti hanno fatto del male, quindi ora tutti devono morire. > Si ferma a guardarla per un lungo istante, cercando di capire se quelle parole abbiano un qualche effetto sulla psiche della bambina adesso improvvisamente taciturna e probabilmente pentita di averla fatta arrabbiare. Kaori sospira, cerca di calmare il marasma di pensieri, sentimenti ed emozioni che le si agitano dentro e quindi annuisce piano quando la bambina le spiega il suo sentirsi confusa e dispiaciuta per averla contrariata. < Lo so. E' complicato. Non è qualcosa con cui dovresti fare i conti a quest'età. > mormora la Hyuga strofinandosi gli occhi con le dita al di sopra del setto nasale, ritrovandosi alla fine ad espirare e quindi tornare a guardarla. < Se domani ti deludessi, ti andrebbe bene se Azrael mi uccidesse e spargesse le mie viscere per casa tenendosi la mia testa per ricordo? > le domanda guardandola negli occhi con un sorriso triste ed amaro sulle labbra. [ Chakra: on ]

11:43 Harumi:
 Non sa se ha realmente importanza ciò che ha appena chiesto e ora preferisce non rispondere perché anche lei -come Kaori- si ritrova a non sapere cosa dire e cosa pensare, nella di lei mente che denti hanno importanza però forse non sono poi così indispensabili per il resto del mondo e ancora una volta si sente estraniata dall’ambiente che la circonda, non riuscendo a trovare un suo posto. <E’ una vendetta.> risponde chiara e concisa, senza timori e con estrema facilità senza pensarci nemmeno un attimo, restituendo quel tono stanco e privo di inclinazioni emotive come se entrambe stessero parlando del più e del meno. <Ma questa vendetta porta comunque al bene del villaggio.> che sia vendetta o giustizia in ogni caso si elimina qualcuno che è un pericolo -potenziale o affermato- per il villaggio, unire l’utile al dilettevole, prendere due piccioni con una fava, insomma il concetto che la bambina esprime è semplice e ingenuamente non riesce a comprendere come possa essere sbagliato. <Non… non è giusto?> si mette però in discussione, esprimendo finalmente qualcosa col tono di voce molto simile ad una insicurezza che latente non è, e che è dentro di lei attanagliata al suo cuore. Deve ancora imparare molto di questo mondo, lei che credeva di aver compreso invece si ritrova davanti a cose che non riesce a capire e sentire. <Io non farei mai del male a degli innocenti o a chi voglio bene. Non sono una belva sanguinaria, non ho ucciso ed eviscerato dei civili innocenti, non voglio la morte di gente che non ha fatto niente…> si sente come colpevole di qualcosa che non ritiene le possa essere imputabile, è come se ora fosse diventata chissà quale mente malata, ma non è un’assassina che va in giro a sgozzare chiunque le capiti a tiro e il pensiero che possano vederla in quel modo smuove nel di lei animo la rabbia. La sua ultima domanda la lascia a lungo in silenzio ma secondo lei ha un principio che non è sufficiente a spiegare la sua risposta, che non è idoneo al tipo di domanda, solleva i bianchi occhi e la guarda dritta in viso. <Se tu mi deludessi in maniera sciocca, come non comprarmi qualcosa, riprendermi, mettermi in castigo, prendere una scelta diversa dalla mia, o solo pensarla diversamente da me, è ovvio che non sarei contenta se Azrael ti facesse una cosa simile.> si prende una piccola pausa per spiegare al meglio il pensiero successivo. <Ma non è paragonabile il senso di delusione col senso di tradimento. Il tradimento è peggiore e più profondo… se tu mi vendessi a Frollo, se tu tentassi di uccidermi, o mi abbandonassi, se tu mi voltassi le spalle… non sarebbe una delusione, ma sarebbe un tradimento nella mia fiducia. Ma se tu facessi una cosa simile… non so se vorrei vederti morta, forse sarei troppo triste per desiderare qualcosa. Sarebbe un dolore troppo grande che non mi permetterebbe di provare vendetta… forse.> non si sa mai come un dolore simile possa trasformarsi, un dolore che non è mera delusione ma qualcosa di più. <E’ incorretto dire delusione, non sarebbe un capriccio di una bambina. Fa male essere traditi, fa male riporre fiducia in una persona che ti attacca alle spalle. E se ha fatto così male da parte di tua madre… che non conoscevo nemmeno bene ma che volevo conoscere… non ho idea di che effetti potrebbe avere se fossi tu a tradirmi.> è un’eventualità talmente grande e dilaniante che non riesce nemmeno ad immaginarla. <Io non voglio che ti venga fatto del male, tua madre ha fatto del male anche a te…> mette via quei denti in una taschina del kimono e si passa il dorso delle mani sugli occhi che vengono chiusi e che lentamente rilasciano senza alcun suono calde lacrime che copiose le scorrono lungo le gote rosee. [Chk: off]

12:16 Kaori:
 Come spiegare un simile concetto ad una bambina? Come spiegarle le mille implicazioni che la vendetta comporta? Il modo in cui corrompe l'animo umano avvelenandolo? Non vorrebbe dover affrontare questo discorso con lei, con nessuno della sua età -a dire il vero, ma non può esimersi ora che è richiamata spalle al muro a farlo. < No. Non lo è. > mormora Kaori con un sorriso amaro. < Perché in questo momento tu stai vedendo tutto attraverso il velo della rabbia. Frollo ti ha fatto del male, chiunque sia con lui è cattivo e deve morire, anche se non ti ha nemmeno mai vista dentro quel laboratorio. > spiega Kaori guardandola stancamente negli occhi, sopraffatta dalla durezza di quella discussione. < Ti basta che indossi quella maschera a mezzaluna perché sia uno dei cattivi. > Almeno questo è quello che ha lasciato intendere nel suo dire che tutti devono morire, nessuno escluso. < Poco importa se siano lì perché credono nella storia della Dea e sperano in una sua grazia o perché vogliono solo sacrificare innocenti al suo altare. > Si ferma per darle il tempo di realizzare il significato di quelle parole. < E' per questo che il Villaggio ha delle leggi. Perché a volte delle persone innocenti seguono persone cattive illuse da promesse irrealizzabili o perché vengono imbrogliate. O per disperazione. Queste persone non sono cattive, hanno solo bisogno di aiuto. > spiega la Jonin ripensando a sua madre ed all'aiuto che lei stessa non è mai stata capace di darle. Harumi sembra essere offesa delle insinuazioni mosse dalla Hyuga e Kaori si ritrova a espirare rumorosamente massaggiandosi una tempia. Si trova in bilico su di un campo minato ed ogni sua mossa potrebbe essere per Harumi una spinta verso la comprensione o il tradimento. < So che non faresti del male a gente innocente. Ma non hai ancora ben chiaro cosa voglia dire bene e male. Buono o cattivo. > le dice Kaori con tono più morbido, comprensivo, umettandosi le labbra. < E' un concetto difficile da spiegare e che si comprende solamente col corso del tempo, con l'esperienza. Non basta quella maschera a fare di loro i "cattivi". Non basta indossarla perché siano automaticamente meritevoli d'essere uccisi. Sono le loro azioni a determinare se meritano il beneficio del dubbio oppure no. > mormora la ragazza prima di ascoltare la lunga e complicata risposta di Harumi in merito alla sua ultima domanda. Capisce i sentimenti contrastanti della bambina e il fatto che le due abbiano una visione diversa delle gesta compiute da Tomoko a causa del differente rapporto che entrambe hanno con lei. Kaori è sua figlia e sa perché sua madre ha agito a quel modo. Harumi non l'ha mai potuta conoscere davvero e la ritiene la cattiva della sua storia. Lo comprende, ha passato anche lei la stessa cosa. Ma deve anche farle capire che gli assolutismi sono sbagliati nella vita. < Credi che non lo sappia? Credi che non sia arrabbiata con lei anche io? Che non abbia ferito anche me? Che non mi renda conto della gravità delle sue azioni? > le domanda con dolcezza alla fine cercando di allungare una mano sulla sua spalla quando la vede andare a nascondersi il viso con le mani. < Se la trovassi sicuramente non correrei ad abbracciarla! Ma non la ucciderei a vista. > si umetta le labbra e la osserva. < Tu non sai se vorresti che mi succedesse una cosa simile, se anche ti ferissi ma... è quello che mi stai chiedendo di fare con la mia mamma. > le rivela a bassa voce con una nuova fragilità nel tono. < Hai detto che devono morire tutti, senza eccezioni, perché questa è giustizia. > Quelle parole ancora la feriscono nel profondo e la spaventano enormemente. < Mia madre non ha fatto quel che ha fatto per ferirti. Non so nemmeno se sappia cosa vuole fare Frollo con te. Lo ha fatto perché lui le ha detto che in cambio la Dea le avrebbe riportato in vita mio padre, suo marito. > le spiega deglutendo, abbassando lo sguardo. < E' stato ucciso da Cappuccio Rosso anni fa, davanti a me, quando mi rapirono nello stesso laboratorio dove siamo venuti a prenderti. Mia madre non si è mai ripresa da allora. > E lei non l'ha aiutata. Non l'ha salvata. < Questo non toglie che abbia sbagliato, lo so perfettamente. E so anche che se dovesse attaccarci non potrei lasciarglielo fare e dovrei fermarla. Ma nonostante tutto non sarà mai una cattiva ai miei occhi. Sarà sempre e solo una persona triste, disperata, che ha creduto nelle frottole di un uomo malvagio. > [ Chakra: on ]

12:32 Harumi:
 Le parole di Kaori sono veritiere, donano ragione e senso alla mente persa della bambina che ora vede il mondo dietro la di lei rabbia, è vero che ora ogni persona con quella maschera è un nemico, è vero che non le importa di fare distinzioni, ed è vero che sia sbagliato. Questo è un mondo che si cerca di tenere il più civile possibile e per farlo non si può vivere di assolutismi, questo lo può anche comprendere ma non avendo mai vissuto veramente in questo mondo lo trova difficile da mettere in pratica. <Lo so… che ci sono diverse situazioni, lo so.> non è un mistero per lei, lo ha sempre saputo e ha sempre cercato di capire eppure ora non riesce ad abbandonarsi a questo concetto così estremamente semplice. <Riesco a comprendere quello che dici, davvero… ogni persona potrebbe essere innocente e seguire Frollo perché plagiata, ma c’è qualcosa che mi frena dal mettere in pratica questo pensiero.> è semplice anche questa risposta alla quale le di lei celluline grigie non riescono ad arrivare, è perché la rabbia le impedisce di vedere le cose in maniera logica e obiettiva, il fatto di essere stata tradita, trattata come un oggetto e torturata. Lascia che la mano di Kaori le tocchi la spalla mentre la bambina si lascia andare a quel pianto silenzioso coprendosi il viso, un pianto che la fa man mano singhiozzare soprattutto quando comprende che sta chiedendo a Kaori di fare ciò che la bambina non vorrebbe succedesse a Kaori. Era così facile abbandonarsi alla rabbia e alla vendetta e invece adesso si deve ritrovare a fare i conti con la comprensione che la porta a sentirsi male. <Mi dispiace per essere così cattiva.> mormora tra un singhiozzo e l’altro man mano che scopre la storia della madre di Kaori e di come entrambe abbiamo vissuti simili, in quel laboratorio. Riesce a comprendere solo ora quanto possa essere non difficile, di più, per Kaori quella situazione, fin’ora troppo accecata per comprenderlo. <Mi dispiace, vorrei abbracciarti, ma ho paura che mi odi…!> odiarla per non aver compreso o non comprendere ancora per bene tutti quei meccanismi che dovrebbero portarla a comprendere anziché lasciarsi andare alla mera volontà di uccidere. Rimarrebbe così immobile, a piangere e incapace di dire altro e si abbandonerebbe ad un abbraccio con Kaori solo se sarà lei a volerlo. Ci sono ancora molte cose per lei da comprendere, ma per il momento forse è meglio che impari a elaborare quanto è stato detto oggi. [fine]

13:32 Kaori:
 Alla fine Harumi cede. Piange e singhiozza e le sue parole portano Kaori a sciogliersi tutto d'un tratto. La tensione, la paura, il nervosismo: niente conta quando davanti a lei c'è la sua bambina che piange. Andrebbe a stringerla forte contro di sé tirandola verso il proprio corpo con una presa dolce e per niente violenta. La attirerebbe sul proprio petto carezzandole i capelli e quindi lasciandola sfogare fino a che avesse sentito il bisogno di farlo, abbassando il viso per poggiare le labbra contro i suoi capelli d'argento. < Lo so. So che è difficile. Molte persone anche più grandi di me hanno difficoltà a fare la cosa giusta. Anche io sbaglio tante volte. > cerca di rassicurarla nel suo non riuscire a vedere gli adepti del culto come possibili vittime. < E proprio perché ho fatto lo stesso errore tanto tempo fa che adesso sto cercando di aiutarti a non farlo. Non credo che tu sia cattiva. > le dice sincera, dolcemente, continuando a carezzarle i capelli e cullandola contro di sé. < E sicuramente non ti odio. Non potrei mai. > sorride piano nel dire quelle parole, contro i suoi capelli, andando ad inspirare a fondo e quindi chiudendo piano gli occhi. < Andrà tutto bene. Ti aiuterò io. Ce la faremo insieme. Ma adesso... prenditi solo del tempo per sfogarti e per piangere. Io non vado da nessuna parte. Resto qui con te per tutto il tempo di cui hai bisogno. > le promette con dolcezza e rimarrebbe lì, con Harumi stretta fra le braccia ed al petto, fino a quando la bambina non avesse voluto altrimenti, intenta a rassicurarla ed asciugare ogni sua lacrima. [ END ]

Mekura va al Dojo Hyuga per scoprire cosa sta succedendo a Konoha e chi sono gli uomini con la maschera a mezza luna.
Kaori inizia a spiegarle la situazione e poi chiama Harumi per raccontare ogni cosa anche a lei.
La bambina affronta il trauma subito con le due Jonin finendo con lo scontrarsi duramente con il dolore provato in quel laboratorio.