Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Un nuovo inizio?

Free

0
0
con Hanae, Haran

20:40 Hanae:
  [Anteiku] Il silenzio fa da padrone all'interno dell'Anteiku. Il tempo non è dei migliori e per oscuri motivi l'atmosfera attorno al bar frequentato fondamentalmente dai Goryo è andata incupendosi leggermente. Tutta l'esperienza fino ad ora accumulata assieme agli altri può essere paragonata ad un sogno, per Kankri. Il mondo esterno, sperimentato attraverso i propri ricordi sempre così reale e solido ma alla fine si è ridotto ad un insieme di particelle minute e tanto suddividibili dal poter scomparire. Corpo, parola e mente sono stati danneggiati dalla recente sparizioni di alcuni dei membri del clan, e l'ultimo avvenimento..Beh, lo ha svuotato di energia, al punto dal mettersi in una situazione di stallo nei confronti della propria carriera ninja. C'è qualcosa che attanaglia profondamente il suo io da quando le ricerche del collezionista di teche, o per meglio dire, del padre di Eiko, sono state interrotte. E' come se avesse perso uno dei suoi grandi obiettivi, ed a quanto pare Nimura non ha alcuna intenzione di proseguire le investigazioni allo stato attuale. Non può forzare nessuno ad esporsi ad un pericolo tanto elevato, sa che ha ragione Nimura; Ed è proprio questa consapevolezza che lo porta ad un enorme stallo, caratterizzato dall'assenza di progressi. Ma che si senta bene o meno, finché non si tratta di ferite, deve lavorare. Ed è per questo motivo che permane immobile di fronte al bancone principale del locale, affianco all'entrata dello stesso. Lo sguardo è abbassato ed assorto nel seguire i movimenti delle mani, queste ultime occupate a ripulire tazze e tazzine. Ma non sta veramente scrutando la realtà, è perso altrove. Non abbastanza in profondità dall'incontrare lo spettro di se stesso, ma abbastanza lontano dalla realtà per essere definibile distratto. A vestire il corpo l'essenziale divisa del locale, formata da una giacca bianca dal taglio aderente al corpo, un gilét ed infine dei pantaloni lunghi con motivo a strisce verticali che s'alternano tra grigio e nero. Ai piedi un paio di stivali, poggiati sopra il naso i suoi tipici occhiali dalla montatura fine e rotonda. I capelli di colore azzurro presentano alla base della testa circa un centimetro di colore bianco, elemento del quale ancora non ha avuto occasione di rendersi conto. Il chakra è disattivato e prosegue nel suo lavoro, passando con grande ritardo da un bicchiere ad un altro. < Dovrei tornare a lavorare..> alza lo sguardo sul bancone, osservando il coprifronte del proprio villaggio lasciato in bella mostra. Dovrebbe rendere il veleno della disillusione in lui insinuato qualcosa di utile a riprendersi.

20:58 Haran:
 Una notte serena quella che oggi avvolge il Villaggio dell'Erba. Nessuna nube oscura la luna sottile che splende timidamente nella volta buia trapunta di stelle ed il basso vociare di qualche passante che ancora passeggia per strada spezza quel silenzio che sarebbe altresì assordante. Haran passeggia un po' svogliatamente con le mani infilate nelle tasche della larga felpa azzurro scuro che ha indosso, evidentemente troppo grande per essere della sua taglia e -altrettanto palesemente- dal taglio maschile. Il cappuccio è tenuto basso sulle spalle, il capo chino ad osservar la strada mentre i capelli corvini, lunghi fino alle scapole, sono ordinatamente pettinati e si dividono in due perfette metà ai lati del collo, perdendosi in ciocche sottili su ambo le spalle. Niente occhiali in viso, il coprifronte di Kusagakure portato legato fra i capelli così da avere la placca metallica sulla sommità del capo a puntar il cielo buio ed un paio di stretti pantaloni elasticizzati, neri, a fasciarle le gambe magre e scattanti. Un paio di stivaletti bassi le coprono i piedi e le punte calciano pigramente dei sassolini presenti per strada mentre sbuffando avanza per strada con aria distratta, annoiata. Non ha propriamente voglia di uscire, ma Kaiba non è a casa e lei odia stare da sola fra quelle mura. Non è ancora pronta a dormire e perciò ha deciso di uscire per fare due passi senza una vera e propria meta da seguire. La pelle pallida, i grandi occhi neri, le danno quasi un'aria infantile specialmente considerando la larghezza di quell'indumento che la fa apparir ancor più piccola, ma il coprifronte fra i capelli lascia che chiunque posi su di lei lo sguardo capisca che non è una ragazzina sprovveduta come appare. Non che sia a lavoro al momento, sia chiaro: il chakra è sopito in lei e i suoi sensi non propriamente allerta. Si muove quasi spinta da inerzia fino a quando un dolce aroma di caffé non la porta a fermarsi. Solleva il capo inspirando a fondo dal naso l'odore che ha catturato la sua attenzione. Scorge la presenza di una caffetteria dall'aria assai graziosa ancora aperta ed inclinando il capo con fare combattuto si ritrova a soppesare la possibilità di entrare e quella di andarsene. Dopo una breve pausa di riflessione decide di concedersi una tazzina di caffé e così, avviandosi verso le scale che conducono all'ingresso, varca la soglia con le mani a tornare ostinatamente nelle tasche della felpa dopo aver aperto la porta. < Buonasera. > saluta, semplicemente, guardandosi attorno. Individua un tavolo accanto ad una grande finestra e decide da subito di volersi sedere lì ma, prima di muoversi, ricerca con lo sguardo un qualche cameriere presente a cui chiedere timidamente con lo sguardo se possa già accomodarsi oppure no.

21:12 Hanae:
  [Anteiku] Prosegue, continua a fare ciò che gli sta riuscendo meglio fare in questo ultimo periodo. No, non pulire tazzine già pulite più e più volte. Bensì prosegue nel suo ignorare la sua condizione di malessere, continua a permettere a se stesso di essere negligente nei confronti del dovere o di qualsiasi altro tipo di azione utile. Si sente vagamente patetico, ma non ha molto da poter fare, se non lasciarsi andare ai suoi sentimenti di autocommiserazione e falsa pace. Eventualmente pensa che le cose si risolveranno da sole, pensa che un giorno potrà svegliarsi con una buona notizia o tanta buona volontà. Ma puntualmente apre gli occhi ogni mattina per sentirsi più pigro di prima. Recentemente ha fatto un allenamento e ha notato una certa perdita di velocità. E' strano, considerando che la cosa che sa fare meglio oltre il caffè è proprio correre...in compenso la sua riserva di chakra sta migliorando a furia di rifugiarsi nella propria innata. Quando attivata, si sente molto meno pesante, nonostante la realtà sia di trovarsi incastrato nel proprio corpo ad osservare le azioni di 'un altro' io. Ma va bene, no? Almeno un altro po'. Almeno finché non potrà svegliarsi e stare meglio. Almeno finché--- E improvvisamente, riapre gli occhi chiusi in mezzo al suo pensare. Non perché abbia finito, ma poiché si rende finalmente conto di non essere solo, qualche istante o secondo di ritardo al massimo. Alza lo sguardo e le iridi si puntano sulla figura di una ragazza appena giunta al locale. Non la conosce, e se non fosse solo per la sua altezza, l'avrebbe confusa per una bambina persa nel luogo sbagliato. Celeri, le labbra si schiudono e risponde al saluto altrui. < Buonasera, benvenuta all'Anteiku! > Il tono è cortese in un saluto formale e tipico del dipendente di un luogo simile. Squadra rapidamente la ragazza e con un cenno indica sia il bancone che i tavoli. < Prego..> Osserva il coprifronte del villaggio. Una genin? La prima supposizione è questa. Lo sguardo si perde e nel vuoto e solo dopo qualche istante riprende repentinamente il suo dire. < Si accomidi, si accomodi! > Le indica il bancone questa volta, proseguendo nel poggiare in uno scaffale apposito i bicchierini puliti < E' qua per un dolce? > mostra un menù che tratta fette di torta varie, e qualche altro tipo di dolcetto. Non si aspetta che qualcuno a quest'ora venga a godersi un caffé, specialmente considerando il primo impatto che da lei. {chakra off}

21:24 Haran:
 Il locale è assai grazioso. I pavimenti di legno lucido creano una bella armonia di colore assieme alle pareti chiare ed al mobilio di legno chiaro. Vetrate ampie e apparentemente spesse lasciano che dall'interno si possa godere una bella visuale della strada esterna e di mattina, Haran immagina, il luogo dev'essere inondato di sole. Qualche pianta decora i davanzali esterni dell'edificio mentre all'interno un bellissimo assortimento di piattini, bicchieri e tazze decora le pareti dietro il bancone dove sembrano servire le ordinazioni. I tavoli non sono moltissimi, ma riempiono bene il posto senza però dare l'idea di poterlo rendere eccessivamente affollato. Anche con un tutto esaurito deve rimanere piuttosto ordinato, o almeno questa è la prima impressione che Haran ha di questo locale. Il ragazzo che poi l'accoglie sembra avere una verve particolarmente cordiale e con un sorriso stampato in viso la invita ad accomodarsi dove preferisce informandosi sulla sua possibile ordinazione. Haran si stringe nelle spalle non pienamente convinta di cosa effettivamente voglia richiedere. < In realtà non lo so. > ammette dopo un istante di silenzio puntando le iridi buie in quelle dell'altro. L'azzurro dei suoi capelli è tanto brillante che dovrebbe risultare eccentrico, eppure in qualche modo gli conferisce un'aria... non lo sa, non sa quale parola sta cercando, ma ha la sensazione che contrariamente a quanto potrebbe sembrare, quel ragazzo voglia tutto tranne che attirare troppo l'attenzione. < Sono stata attirata dal profumo di caffé. > spiega Haran muovendo qualche passo all'interno del locale fino ad accomodarsi al tavolo accanto alla vetrina che aveva adocchiato appena entrata. < Ma forse, ora che ci penso, non sarebbe saggio berlo prima di andare a dormire. > osserva sedendosi e abbozzando un sorriso di circostanza. Allunga una mano per afferrare il menù che l'altro le mostra e lascia scorrere lo sguardo sui vari prodotti illustrati sul catalogo. Sembrano tutti deliziosi e morbidi, qualcuno probabilmente è anche servito caldo, cosa che ora come ora non le dispiacerebbe affatto. < Tu cosa mi consiglieresti? > domanda alla fine lasciando andare la presa sul menù e tornando a porre sul viso del commesso il proprio sguardo, l'espressione tranquilla in viso e la voce tenuta ad un volume tendente al basso.

21:40 Hanae:
 Terminata la propria catarsi interiore, mantiene lo sguardo fisso sulla cliente appena giunta. Pochi secondi nei quali si limita ad attendere che qualsiasi frase venga pronunciata da lei, facendo sì che le leve inferiori lo portino adagio dall'altra parte del bancone, dove si trova lei. La accompagna nel cammino in direzione del tavolo adocchiato, per poi immergere il proprio sguardo nel suo. Ci si perde per poco più tempo di quanto potrebbe nascondere, eppure quei tratti così fortemente caratterizzati lo portano ad avere la sensazione di star dimenticando qualcosa. Qualcuno. Qualcuno che presta diventa un vero e proprio gruppo di entità che tuttavia non riesce a richiamare. Si trova al limite della propria mente ed ha la sensazione che dovrebbe esserci molto di più. Ha la sensazione che dovrebbe essere capace di rimediare senza difficoltà a tutti i buchi nel proprio pavimento. Un pavimento nero che, per la quantità di buchi presenti a terra , potrebbe persino esser stato un motivo a scacchi prima di crollare a pezzi. O forse, era semplicemente un pavimento nero dall'inizio. Non può saperlo. Ma può sapere qualcosa che può interessare la giovane Haran. < Beh..Sicuramente ci sono dei caffè che a quest'ora sono migliori da evitare.. > si avvicina nei pressi del bancone e prende una moka, iniziando a riempirne la base con acqua fredda fino al livello della valvola. < Tuttavia, in quanto shinobi, fa sempre bene avere un po' di energia di riserva, no? > una risata breve tanto quanto leggera, proseguendo ad inserire il filtro ed aggiungendo la scura polvere utile alla preparazione della bevanda. Prosegue così ad avvitare strettamente le due parti del moka, ponendole poi su un fornello a fuoco basso. < Caffè diluito con acqua ed un tortino al cioccolato? > E' una proposta, ma segue la giustificazione. < Considerando che non ci saranno molti altri clienti il tortino costa poco a quest'ora. > Se non viene ordinato va allo staff e conseguentemente al cestino più vicino, per cui. Si avvicinerebbe così al tavolo della cliente, flettendo appena in avanti il busto e mantenendo le gambe ferme, sporgendosi quanto necessario dal poter poi indicare il tortino a lei offerto dallo stesso menù precedentemente mostrato. < ..Di ritorno da una missione? > Ah, una domanda di troppo, forse. Ma la malinconia della vita ninja alla quale si sta eccessivamente sottraendo l'ha portato a seguire il suo istinto. {chakra on}

22:01 Haran:
 Non è molto espansiva né socievole. I rapporti sociali non sono mai stati il suo forte. Fin da bambina ha imparato a cavarsela da sola e sulla sola presenza di Kaiba nella sua vita visto il pessimo rapporto che aveva instaurato con gli altri bambini dell'orfanotrofio. Troppo attaccata alle regole, ai suoi libri, troppo seriosa per dei bambini che volevano giocare e strepitare tutto il giorno. Musona era la parola con la quale erano soliti identificarla e ben presto Haran se ne fece una ragione iniziando a mantenere da loro le distanze. Da lì aveva imparato a scoprire piccoli dettagli di quei bambini senza farsi scoprire, senza che le loro vite entrassero effettivamente in contatto. Allo stesso modo, adesso, si ritrova a scrutare le movenze del ragazzo nel locale cercando di carpire qualcosa dalle sue espressioni, dai suoi gesti, dalle sue parole. Tuttavia non è in grado di capirci granché. Le sembra semplicemente un ragazzo tranquillo che svolge serenamente il suo lavoro. Educato, cortese, forse stanco dopo una giornata di lavoro. Ma non riesce a pensare altro di lui per quel poco che ha ancora avuto modo di scorgere. L'osserva lavorare alla preparazione del caffé ed alla sua battutina si ritrova a farsi sfuggire una specie di sbuffo silenzioso dalle narici, un suono quasi amaro mentre lascia perdere lo sguardo verso la vetrina che affaccia sulla strada. < Già. E' quello che si dice un lavoro a tempo pieno. > commenta con un tono indecifrabile, a metà strada fra il rassegnato ed il pungente. Essere il ninja non è mai stato esattamente un sogno per lei, né ha scoperto essere una sua vocazione. Banalmente è stato il modo più semplice per guadagnare la sua indipendenza, per cercare un briciolo di libertà. Motivazioni un po' sciocche per un simile incarico, di cui a volte sembra quasi pentirsi. Si riscuote da questa sorta di riflessione interiore quando il ragazzo la invita a considerare una particolare ordinazione e Haran sorride -questa volta senza alcun tipo di amarezza o rassegnazione- quando lui le spiega che a quell'ora è anche conveniente per le sue tasche propendere per quella possibilità. < Beh, non si dice mai di no al cioccolato. > commenta con tono leggero, ma senza che le sue iridi brillino della stessa fioca luce che le disegna il sorriso. Non ha un'espressione propriamente allegra, più che altro tranquilla. Haran non è mai particolarmente radiosa o felice: il suo spettro emozionale sembra esser bloccato fra il pacato e l'essere a disagio e solo in rari momenti va mostrando sentimenti più intensi e brillanti di questi. Lascia che il giovine le mostri il tortino citato e annuendo conferma quindi la sua scelta prima di schiudere le labbra sorpresa dal sentire la sua domanda. < Uh? > sbatte le ciglia un paio di volte. < Oh. No, niente del genere. E poi per ora la "missione" più interessante che ho svolto riguardava il dover calmare dei cavalli imbizzarriti. > chiosa poco dopo scuotendo appena il viso, umettandosi le rosee. < Non avevo voglia di stare sola a casa. Troppo silenziosa. > risponde alla fine con sincerità, senza scomporsi più di tanto. < Non pensavo di trovare un posto come questo aperto a quest'ora, comunque. Dev'essere pesante il turno serale. > aggiunge poi volgendo verso Kankri la propria attenzione, un mezzo sorriso ad incresparle le labbra. < Anche se sembra essere una sera piuttosto tranquilla, per lo meno. >

22:20 Hanae:
  [Anteiku] Osserva e ascolta, lasciando che di tanto in tanto il senso della propria vista si concentri realmente su ciò che si pone davanti a lui. E' quella strana sensazione di incantarsi e veder sfocare tutto ciò che si ha davanti. Ma ultimamente questa sensazione sta diventando troppo abitudinale, al punto dal fargli credere di avere un qualche tipo di problema. Forse farà un controllo, decisamente necessario considerando il suo ruolo di ninja - che nonostante tutto, possiede e rispetta nelle faccende più semplici e meno legate alla vita di uno shinobi. E così tutti i suoi dubbi e incertezze si manifestano all'esterno come attimi di immobilità tra un passaggio e l'altro del suo lavoro. Di tanto in tanto ruota il capo verso la moka messa sul fuoco, assicurandosi che nulla sia irregolare e tenendosi pronto a versare il caffè prima che se ne produca troppo nel suo attuale contenitore. Un cenno del capo segue da parte del 'giovane' genin quando viene confermata la scelta del tortino al cioccolato, e così torna a raggiungere il retro del bancone, aprendo una piccola cella frigorifera che mantiene la temperatura degli accompagnamenti all'interno perfetta per essere serviti in qualsiasi momento. E così, afferra un piatto di ceramica sopra il quale poggia un coperchio trasparente in plastica e infine, all'interno, ciò che possiamo semplicemente identificare come una fetta di torta al cioccolato, dalle sfumature scure e con gocce dello stesso sparse per l'intera superficie. Afferra il tutto ed assieme anche un cucchiaino di chissà quale lega metallica per poi raggiungere il tavolo della ragazza. Ponendosi al suo fianco destro, procederebbe a poggiare il piatto di fronte a lei, togliendo il coperchio in plastica con ausilio della mano destra per poi proseguire nel parlato. < A breve sarà pronto il caffè. > Annuncia, poggiando il coperchio sul tavolo e ascoltando quanto la lei ha da dire. E così ascolta la storia delle avventure più intense vissute da Haran. Le labbra s'allungano a formare un sorriso. < Calmare cavalli? > segue un'altra breve risata. < Sono stato all'accademia a dare la caccia ad un topo per più ore con..> si ferma improvvisamente. Anima, corpo e mente. Tutti e tre totalmente immobilizzati. Una stretta al petto ricordando qualcosa che avrebbe preferito non fare. 'l'affronteremo insieme' le parole della Goryo scomparsa risuonano nella sua mente, portandolo ad avvertire una spiacevole stretta al petto. Rimane interdetto per qualche secondo, labbra aperte e fiato sospeso. < con una cara compagna di squadra. > Riprende il sorriso, allontanandosi rapidamente verso la moka e chiudendo il condotto del gas. Afferrata una tazza, prosegue nel versare del caffè, per poi diluirlo con dell'acqua calda. Inizia a zuccherarlo, rimanendo ancora dietro al bancone e rispondendo all'Uchiha. < Ah..è pesante solo quando mancano clienti. A quanto pare la solitudine non piace a nessuno dei due ahahah.. > prosegue senza troppe pause. < Purtroppo non riesco a trovare un team per far missioni recentemente, per cui spesso mi trovo a fare il turno serale qua. Sentiti comunque libera di passare quando trovi che la casa sia troppo silenziosa! > si sforza di rallegrare il torno verso la fine, avvicinandosi al tavolo per porgere il caffè preparato {chakra on}

11:04 Haran:
 C'è un'atmosfera tranquilla, nel posto. Il locale è silenzioso a quest'ora della sera e anche dalla strada non arriva alcun tipo di rumore o disturbo. L'arredamento della caffetteria inoltre è accogliente e ben selezionato e offre ai suoi clienti un luogo piacevole ove trascorrere il tempo di un semplice caffé o anche di una lunga e silente riflessione solitaria. C'è qualcosa che invita alla pace ed alla calma lì, complice anche -forse, il commesso allegro e ben disposto che adesso si avvicina al tavolo per portare alla giovane Uchiha il tortino richiesto. A ben guardarlo, effettivamente, sembra avere un'aria deliziosa. Haran abbozza un sorriso timido in segno di riconoscenza alla volta del giovane ma ancora non osa muovere un muscolo: attende che il caffé arrivi in tavola prima di dedicarsi al consumo del suo lauto pasto. Intanto si gode quella breve e semplice conversazione col giovane dal ceruleo crine il quale le racconta di come, anche lui, sia un ninja e che a sua volta è stato costretto a missioni decisamente poco entusiasmanti. Prima di commentare la cosa, però, Haran si ferma a notare il modo in cui egli si ferma di colpo, quasi a star ricordando qualcosa di inopportuno o di doloroso che gli toglie la voce. E' la pausa di un momento ma alla ragazza tanto basta per immaginare che la persona di cui egli stia parlando è un tasto dolente sul quale sarebbe meglio non soffermarsi. Lui termina la frase sorridendo e allontanandosi e Haran cerca di ignorare quel breve attimo di denso silenzio come se non ci fosse mai stato. < Okay, decisamente è andata peggio a te. > concede lei ridacchiando a mezza voce, semplicemente, cercando di tenere un'atmosfera leggera fra loro. < Anche se ammetto che preferisco dover cacciare animali che uomini. > confessa poi in un tono a metà strada fra un'ammissione imbarazzata ed una battuta ironica. Nel mentre il ragazzo versa il suo caffé e si impegna per terminare il suo fare andando a rispondere alle parole dell'Uchiha in un modo tanto semplice da rendere palese la finzione di quella risata. < Un tempo mi piaceva la solitudine, sai? > confessa lei estraendo le mani dalle tasche della felpa per puntellare i gomiti sul tavolo e poggiare il mento sui palmi, le dita ad incorniciarle la base del viso. < Avevo imparato a sentirmici a mio agio. Poi però ho conosciuto il mio migliore amico: un tipo chiassoso e vivace che non sa stare zitto per più di due minuti di fila e adesso quando lui non c'è è... strano. > spiega lei pensando a come le è difficile, ora, riuscire a pensare di stare nuovamente da sola. Non dopo aver scoperto cosa voglia dire non esserlo, avere qualcuno al quale affidarsi, di cui potersi fidare davvero. < Comunque credo che ultimamente ci siano poche persone che vogliano diventare ninja. Sembra che ci sia povertà di allievi in Accademia. Io e Kaiba, per esempio, siamo da soli in squadra. Non riusciamo a trovare un terzo membro. > spiega la ragazza mentre Kankri si avvicina al tavolo così da portarle il caffé ordinato. < Uh. Ehi. Se non trovi nessuno puoi chiedere di essere unito a noi. > esclama alla fine come se fosse stata colpita da una improvvisa illuminazione. < Io sono Haran, a proposito. > aggiunge poi posandosi una mano sul petto. Evita di dire il cognome, è qualcosa che sente ancora estraneo a sé. Uchiha... la gente si fa sempre troppe aspettative quando sente quel nome. Si aspetta sempre di vedere un piccolo genio capace di fare per l'ennesima volta la storia, o di sterminare popolazioni col solo potere dei suoi occhi di sangue. Lei... lei non è niente di tutto questo. Lei è solo un'orfana e tale vuole rimanere.

11:28 Hanae:
  [Anteiku] Dopo aver portato il caffè alla ragazza, torna a passo lento dietro il bancone, afferrando un'ulteriore tazza e poggiandola sulla prima superficie utile, per poi versarvi all'interno mezzo dito del liquido nero dal profumo superbo. Niente zucchero, niente acqua, quel caffè che tanto caratterizza i suoi giorni all'Anteiku assieme a tutti gli altri. Afferra conseguentemente la stessa tazza e si sposta in direzione del tavolo dove si trova Haran, osservandola. < Ti dispiace se mi siedo? > Domanda, attendendo una risposta, che nel caso fosse positiva lo porterebbe semplicemente a posizionarsi dalla parte opposta del tavolo, per sorseggiare appena quanto ha preparato. Il capo ruota permettendo allo sguardo di potersi spostare in direzione della vetrata del locale, che offre un buon panorama sul villaggio dell'erba. Oscurità corrotta da luci artificiali posizionate praticamente ovunque. Ascolta il dire altrui ed annuisce appena al primo commento riguardo l'andamento di una delle proprie missioni. Animali o uomini? La domanda lo porta ad un breve ragionamento ed una conseguente pausa di riflessione. Per natura è predisposto alla caccia di uomini, nonostante le sue abilità non siano particolarmente indicate ad uccidere- quanto a bloccare. < Ah- Io odio dare la caccia ad animali e animaletti. > ammette, spostando soltanto adesso lo sguardo dalla città per immergere il proprio nelle scure iridi altrui. < Scappano meglio di quanto possa fare un ninja alle volte > una battuta che effettivamente potrebbe rivelarsi particolarmente cupa lasciata così, motivo per il quale segue una risata di circostanza e persino qualche colpo di tosse. < beh..> osserva il proprio caffè, lo alza appena con la mano sinistra a mo' di 'buon appetito', tornando così a sorseggiarlo fino al raggiungere il fondo. Ed intanto, ascolta le parole altrui. Il racconto di un migliore amico chiassoso, un'entità la cui assenza causa solitudine. Ed è un racconto tanto associabile che lo porta di riflesso ad allungare gli angoli delle labbra in un sorriso- forse il solo reale sorriso che abbia fatto ultimamente. < Credo di capire..> afferma, guardando il locale dalla prospettiva di un cliente. Osservando quel posto sempre presente che, tuttavia, è capace di far sentire la propria mancanza quando ci si è lontano. Ci sono ancora persone importanti, nonostante quelle verso cui aveva una responsabilità le abbia improvvisamente perse. E forse è quella sensazione di fallimento a farlo dubitare. Ascolta quanto riguarda la pochezza di allievi ed alza le sopracciglia, con espressione appena incredula. Il mondo si sta rilassando un po' troppo forse..Eppure, quanto precedentemente pensato perde senso quando viene fatta una proposta parecchio importante da parte di Haran. Far parte del team..Riniziare. Entrambe le mani vengono poste attorno alla propria tazza, lo stesso sguardo andrebbe ad esser assorto nei residui di caffè sul fondo del contenitore. Riflette e tenta di capire ciò che prova al riguardo. Una parte di sè vuole riprendere a vivere, urla perchè ciò avvenga. Un'altra parte teme le conseguenze di questa scelta. Realizza di aver paura di formare legami, ha paura di vederli sparire. Eppure..La ragazza si presenta. Quel desiderio è troppo grande per essere ignorato. < Io..> inspira e alza lo sguardo, per incrociare quello altrui. < Io mi chiamo Kankri! Sarebbe fantastico poter entrare nel vostro team.. > abbassa il tono timidamente dopo aver realizzato di essersi fatto prendere dall'entusiasmo all'inizio. {chakra off}

12:03 Haran:
 Al giungere della tazza di caffé al tavolo, la ragazza va d'istinto a sollevare il mento per permettere alle mani precedentemente poste sotto di quello di abbassarsi a circondare la chicchera ancora calda. Vede l'altro allontanarsi solo per andare a versarsi un po' di caffé e quindi tornare verso il tavolo ove lei siede. Annuisce con un mezzo sorriso alla richiesta altrui lasciandogli liberamente modo di accomodarsi davanti a sé. E' decisamente un locale troppo grande e troppo vuoto per ritrovarsi da soli, in silenzio, ai lati opposti della stessa sala. Beve un sorso di caffé sentendolo scivolarle caldo lungo la gola donandole quel sapore intenso e delizioso che tanto caratterizza tale bevanda. Ha un sapore davvero delicato, leggero data la presenza dell'acqua a diluirne l'intensità. Deglutisce andando ad umettarsi d'istinto le labbra e posa la tazzina sul piattino per andare a staccare con le dita un pezzetto di tortino e portarselo quindi alle labbra. La risposta dell'altro circa la preferenza su chi prediliga cacciare porta la giovane a fissarlo per un attimo tentennante. < Uh- > boccheggia deglutendo il boccone, le dita a pulire le labbra dai residui di cioccolata. < Davvero? > domanda bevendo un altro sorso di caffé. < Non ho ancora mai avuto modo di affrontare altri ninja. O comunque criminali. Solo missioni D. Sai, togliere i rifiuti, strappare erbacce, portare a spasso cani... > rivela lei alzando gli occhi al cielo. Non esattamente ciò che si era aspettata di fare quando aveva deciso di fare la ninja. Ma al tempo stesso meglio che rischiare la vita in battaglia, per lo meno. Comunque il ragazzo sembra capire cosa Haran intendesse quando ella gli parla del suo rapporto con la solitudine, del modo in cui questo sia mutato solo grazie all'improvviso arrivo di qualcuno nella sua vita. Rimangono in silenzio per un po', Haran assaggia il suo tortino, termina il suo caffé e nel mentre entrambi pensano, riflettono. Lei non è brava a fare amicizia. Non è brava a relazionarsi in generale. Tende a parlare poco, non prende mai iniziative, ha sempre timore di essere di troppo o disturbare. Eppure cerca sempre di fare il possibile per andare d'accordo col prossimo nei limiti che la sua personalità le impone. Per questo si ritrova a porre all'attenzione altrui quella proposta quando si rende conto di come entrambi possano darsi una mano. A lui serve un team, alla sua squadra serve un terzo: sembra una soluzione tanto semplice da apparire banale, eppure per Haran -che tende sempre a soppesare fino allo spasimo pro e contro di ogni cosa, non è così scontato che tutto vada come desiderato. Il ragazzo rimane sorpreso e sembra pensarci per un attimo prima di guardarla e presentarsi a sua volta. La ragazza sorride di rimando, più contenuta e tranquilla sul posto, andando a mandar giù un altro pezzetto di tortino. < Piacere di conoscerti, Kankri. > risponde alla fine pulendosi le dita da residui di briciole e cacao. < Ovviamente dovremmo parlarne con Kaiba, ma penso che lui sarà più entusiasta di tutti alla notizia. Potrebbe fare amicizia anche con un palo della luce, perciò credo non ci saranno problemi. > sorride lei ed in quel sorriso si nota la dolcezza che il pensiero di quel ragazzo le risveglia dentro. Cerca sempre di mettere in guardia chiunque su Kaiba e forse a volte sembra un po' pesante a sentirsi. Ma prima di presentare chiunque al Kori, vuole essere sicura che nessuno possa fargli del male, mostrarsi deluso o infastidito dal suo atteggiamento ricco di vita e semplicità. Sa che una reazione simile potrebbe ferirlo non poco e per questo tende a mettere subito in chiaro -con chiunque in questo tipo di occasioni- come sia conoscere l'albino, così da poter evitare di partenza spiacevoli sorprese. Non tollererebbe mai l'idea di vedere il suo viso triste per un commento pungente sul suo carattere troppo esuberante.

13:40 Hanae:
 Permangono entrambi in sacro silenzio tra un punto della loro discussione ed un'altra. Soltanto il suono dei passi del giovane accompagnano il nulla, fino al momento in cui si siede. Non osano chiedere troppo ma disegnano dei cerchi che permettono l'un l'altra di comprendere i propri limiti. Forse è palese, ma entrambi sanno che alcune domande fanno da violenza all'esistenza, il chieder ciò che c'è dietro è a volte indesiderato. E' la stessa cosa che può fare una bambina quando si domanda cosa si trovi dentro la bambola, e allora la rompe. E questa non è la cosa peggiore, poiché dopo averla rotta, smette di giocarci. Entrambi stanno attenti a qualsiasi ricerca, mantenendosi forse fin troppo coscienti ed in guardia a quel che mostrano gli occhi. Ma che sia per la pacifica atmosfera del locale, o per il delizioso profumo emanato dal caffè, riescono a fare ciò che potremmo reputare conoscenza. < Mi chiedo perchè non facciano fare quel tipo di missione ai civili.. > borbotta appena riguardo la natura delle quest grado D, alzando gli occhi al cielo e sbuffando. < Comunque sì..dare la caccia a criminali di bassa lega è molto più soddisfacente. > Il problema è quando questi criminali di grado C hanno molto più da offrire che fastidi e disturbi alla gente. Il padre di Eiko doveva essere un giochetto da quattro soldi ma gli imprevisti hanno portato i Goryo a subire molti più danni di quanto possa esser notato osservandoli. E per il proprio egoismo, per il proprio desiderio distorto di giustizia, non vuole andare a chiedere aiuto ad esterni. Siano jonin, kage o persino Tessai. Non gli importa di lasciare il collezionista di teche libero di agire, purchè possa un giorno cercarlo e trovarlo. Seguono ulteriori momenti di silenzio, e poi le presentazioni. < Piacere mio. > mantiene il sorriso, per poi ascoltare quanto riguarda anche l'altro membro del team, Kaiba? < Nessun problema, mi piace stare assieme a persone che emanano allegria. > in un certo senso sono capaci di influenzarlo, farlo sentire libero da alcuni pesi. < Io comunque-- > inizia a parlare, a dire qualcosa, eppure il fato giunge sotto forma di un ragazz di media statura da capelli biondi e arruffati, con occhi castani. Indossa una giacca gialla e dei pantaloni verdi, ed arriva di corsa dalla zona staff. "KANKRI!! KANKRI!" Si avvicina al tavolo dove si trovano adesso Haran e Kankri, concentrato sul ragazzo. < Hiruma..? > Il genin batte le ciglia e osserva il contraente del clan, che parte in quarta con voce alta. "Sono chuunin e Nimura si è tagliata un braccio per mostrarmi una tecnica di clan!!! MI STA CERCANDO PER FARMI LA STESSA COSA, AIUTO" Ed haran si becca un pezzo della vita all'Anteiku addosso, che (s)fortuna. "Falle cambiare idea! Io vado a barricarmi nella mia stanza-- " E corre via. Kankri si alza in piedi lentamente e osserva per l u n g h i s s i m i secondi Haran. < Emh..> ora guarda altrove, con qualche goccia di sudore. Come spiega la situazione? < Lascia..pure..il conto qua..ok? Devo andare a fare una cosa..> indietreggia lentamente verso l'area staff. < ciao..> e prima di sparire dietro una porta. < compagna di team! > Ecco, l'ha detto ed è ufficialmente fuggito. Se haran aspetterà qualche secondo sentirà probabilmente le urla di paura di Hiruma in lontananza. {exit!}

16:48 Haran:
 Finisce di bere il suo caffé mentre la notte avanza e la conversazione con Kankri prosegue scostandosi da un argomento all'altro con grande elasticità. Non pensava che entrando in questo locale dall'aria elegante si sarebbe piacevolmente intrattenuta per qualche prezioso ed interessante minuto. La cosa la risolleva e le rende la serata meno solitaria, meno tetra. Ascolta il dire del giovane cameriere e rimane sorpresa dei suoi commenti, riuscendo a scoprire qualcosa di nuovo da lui. Qualcosa che non riesce bene a definire. Il giovane ha un'aria buona e gentile eppure quanto dice in merito alla soddisfazione di cacciare criminali la porta a chiedersi se non sia ben più pericoloso e-- ferale, di quanto non appaia. < Quindi ne hai cacciati molti? > domanda inclinando di poco il capo verso la spalla sinistra, tenendo lo sguardo buio fisso sulla figura del giovane per cercare di scoprire qualcosa di più dalle sue espressioni. La cosa non la turba, sa che alcuni ninja adorano l'idea di combattere e di mettersi alla prova, non la sconvolgerebbe sapere che Kankri è uno di questi. Tuttavia sarebbe sorpresa dalla scoperta. Ad ogni modo permane seduta, tranquillamente, ad ascoltare il successivo dire del Goryo fino a quando questi non le dice che sarebbe ben felice di conoscere l'allegro Kaiba. La cosa la solleva e conforta e la porta a mostrare un sorriso rilassato e sincero. Un sorriso che va spezzandosi quando lo stesso Kankri viene interrotto dall'improvvisa interruzione da parte di un giovane biondino dall'aria spaventata ed affranta. Quello che questi dice porta Haran ad inarcare le sopracciglia con aria sgomenta e fissare la scenetta a labbra schiuse cercando di capire perché Kankri nella zona staff di quel locale dovrebbe essere normale trovare qualcuno che si taglia arti per insegnare apparentemente una tecnica. Kankri però non sembra sorpreso quanto più imbarazzato dalla cosa e l'Uchiha lo fissa confusa nel vederlo alzarsi ed iniziare ad indietreggiare con passo incerto. < Cosa...? > proverebbe a dire, ma il ragazzo si limita a salutarla ed il modo in cui lo fa la porta a scoppiare in una piccola ma sinceramente divertita risata. La situazione è stata assurda e stranissima, la sua espressione impacciata nel chiamarla compagna di team quasi tenera. Non è certa che in quel locale abbiano tutti la testa a posto, ma qualcosa le dice che insieme si sarebbero divertiti. Poggiando sul tavolo i soldi necessari a pagare estraendoli dalla tasca della felpa, si alza dalla sedia e, con un'ultima occhiata al locale, si lascia l'Anteiku alle spalle pronta a tornare verso casa per aspettare con rinnovata allegria il ritorno di Kaiba. [ End ]

Haran entra per la prima volta all'Anteiku e conosce Kankri.
Fra una chiacchiera e l'altra, la ragazza gli propone di far parte della sua squadra ninja assieme a Kaiba e lui accetta.
Fine.
Ah e Nimura vuole tagliare un braccio ad Hiruma.