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La bizzarra Madonna

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con Raion, Sachiko

21:58 Raion:
  [verso l'esterno] Inutile dire che Raion è ancora nella sua fase da travestito per evitare di finire in prigione di nuovo. Altrettanto inutile precisare che veste come una vera signora, una donna fatale e altissima, di due metri e più grazie ai dodici centimetri di tacco che si porta ai piedi, rosse, a stivaletto laccato, che si portano davvero su tutto. Il resto del vestiario è composto da robina semplice ed a "basso costo". Infatti sopra le pantacalze di pelle nera porta un abito nero a tubino stretto in vita con delle spalline squadrate drammatiche e un collare dorato ed ingioiellato attorno al collo in modo da coprire con stile graffiante il pomo d'Adamo mentre i capelli bianchi (che si è fatto crescere in tutta la sua latitanza) sono arricciati e tenuti su un lato, tenendoli ondulati e molto "art decò". Una moda ed uno stile che non ci si aspetta dalla tradizione di quelle terre, tutt'altro. Ma siamo a Kusa, una città multietnica nel suo insieme e piena di personaggi bizzarri, lui è solo uno dei campioni di tali bizzarri. Ombrello rosso appoggiato sulla spalla e tenuto dal manico grazie alla mano destra, continua a camminare in direzione dell'esterno del villaggio, superando la quarta cerchia dopo aver preso diverse ore fa, un mazzo di fiori variopinti che fa capolino dalla borsa ampia che dondola dalla piega del gomito. Le mani sono guantate con guanti di pelle nera e la cosa ancora più strana è che porta, seppure di notte, un paio di occhiali da sole. Con eleganza, continuerebbe la sua marcia dal centro, verso le cerchie più esterne del villaggio senza fermarsi altrove. [ch on]

22:10 Sachiko:
 Solleva alto lo sguardo verso il cielo piangente, un cielo che non perdona e non lascia scampo con i suoi nuvoloni e la tempesta che riversa al suolo. Gocce incessanti che dal cielo si distaccano e percorrono veloci un tragitto che vede alcune di esse schiantarsi come piccole bombe sul viso della giovane adolescente che per un momento ha messo da parte l'ombrello per guardare il cielo. Le goccioline scivolano lungo la sua pelle diafana percorrendo tracciati casuali fino a finirle delle vesti, i brividi per il freddo la costringono e riportare dritto lo sguardo e l'ombrello sulla sua testa a protezione dei lunghi e morbidi capelli viola. Un lungo kimono nero e bordeaux avvolge il suo fine corpo, con una fascia rossa a stringersi in vita e calze bianche a coprirle i piedi a protezione del freddo e infradito inforcate ad essi. Le mani hanno una presa ferrea sul manico dell'ombrello ornato da carpe bianche e rosse, la sfregiata si è meritata tale appellativo per via della cicatrice che le ricopre quasi per intero il lato sinistro del viso abbracciandole l'occhio sinistro ma non privandole della vista. E' una cicatrice che si avvicina al color rosso scuro segno di una probabile bruciatura che ne deturpa la bellezza ma non l'eleganza, il passo delicato ma purtroppo l'attenzione distratta dai pensieri porta la giovane a piegare troppo in avanti l'ombrello ostruendole in parte la vista, occhi color ocra che si celano verso il basso per via di una pozzanghera che ha macchiato le sue calze, la situazione complice la porterebbe a sbattare contro qualcuno di imponente, una donna all'apparenza con vesti non tradizionali di queste terre. <Scusi.> direbbe con voce bassa e desolata se l'impatto fosse avvenuto, ma i lineamenti fini e delicati si aprono in un sorriso cortese intanto che solleva il viso per osservare la donna albina.

22:26 Raion:
  [verso l'esterno] Il colpo non sarebbe forte, non per lui, non per un ninja come lui, anzi: si lascia sfuggire un "puff" di sorpresa ma null'altro. Rapidamente la sua attenzione viene portata prima che sull'artefice dello schianto, verso i fiori che tiene nella borsa, aprendola e scandagliando all'interno per assicurarsi che non si fossero rovinati. Solleva la testa tirando un lungo sospiro di sollievo una volta che si fosse assicurata che tutto fosse in ordine e sposta infine l'attenzione verso la ragazza, girandosi con il busto, piegando il corpo in modo da osservare prima con la coda dell'occhio il crine violaceo e poi girarsi completamente verso questa mostrando un sorriso raggiante, ma non volgare o sguaiato <oh, non ti preoccupare, è colpa mia: vestito nero su sfondo nero? è normale che alla fine qualcuno mi corra addosso> al pensiero sorride piegando la testa di lato <Beh!, in un certo senso era proprio questa l'intenzione: ricercare un poco di affetto involontario da qualche avvenente passante di sesso maschile huhu, ma divago mia cara, divago troppo e non penso tu sia interessata a queste quisquiglie> la mano sinistra si solleva e da dietro gli occhiali squadrati si può notare come le pieghe della fronte si sollevino verso l'alto, come se esprimesse una espressione sorpresa. Anche le labbra si chiudono a formare un cuore mentre la scandaglia dal basso verso l'alto <oww, ma sei splendida: dove hai preso quel kimono?> domanda verso la ragazza quasi non facendo caso a quella bruciatura sul volto, notata certo, ma la cosa non sembrava tangerlo/a[ch on]

22:41 Sachiko:
 Se escludiamo il rimbalzo della giovane di qualche passo indietro per il colpo, non si è fatta nulla da quel brutto scontro, preoccupata per lo più di aver infastidito la donna dato che non le viene per niente in mente che possa essersi fatta del male vista la struttura del corpo massiccia. Il sorriso addolcisce il suo volto e non si cura di nascondere lo sfregio ma utilizza la mano destra per scostarsi una ciocca viola dietro l'orecchio, lasciando il compito di sorreggere l'ombrello alla sola mano sinistra. Sollevata di vedere un sorriso tanto raggiante, il volto si rilassa ancor di più grata di non aver arrecato fastidio e ascolta le parole della donna mentre lo sguardo scende sui fiori che lei prima ha controllato. Un piccolo dettaglio che non si lascia sfuggire. <Direi invece che la si possa notare apposta per questo vestito stravagante. Senza offesa, è solo che è così diverso dai tradizionali indumenti che salta subito all'occhio.> non accenniamo al fatto che la si noterebbe per l'enorme stazza, non vuole offendere una signora tanto chic. L'espressione sorpresa della donna porta lo sguardo della ragazza a incupirsi appena aspettandosi tutt'altro tipo di affermazione da quella che effettivamente le viene rivolta, attendendosi qualche commento sullo sfregio che non arriva, rallegrando nuovamente la ragazza. <Il kimono l'ho fatto io. Infatti in alcuni punti non è nemmeno cucito bene, ma ho utilizzato stoffe di scarto cercando di renderlo al meglio.> delicata ci passa sopra una mano osservandolo e poi torna a osservare i fiori. <Ho rischiato di sciuparle i fiori, mi dispiace. Sono per qualche bel spasimante?> domanda indiscreta ma posta con cortesia. <Ah, che maleducata, non mi sono presentata: mi chiamo Sachiko.> infine conclude con un bel inchino.

23:07 Raion:
 <huuum> mugugna diverta/o mentre si porta un dito sulle labbra rosse di rossetto <stravagante non è una offesa dolcezza> porta la mano libera al fianco con aria orgogliosa <e se è lontano dalla tradizione meglio per me, vuol dire che sono oltre questo....anche se non mi dispiacerebbe un bel Kimoncino di tanto in tanto...bha, lo porterò alle feste come si conviene, sarà lussurioso> ha già dei piani ben prestabiliti per rendere imbarazzante quello che invece non dovrebbe essere. Intanto Sachiko rivela che quel modello è opera sua, qualcosa che ha fatto lei. Raion questa volta sbianca sul serio, squittendo alla novità come un topo davanti al formaggio. <non stai scherzando vero? non stai prendendo in giro una povera signora nei suoi anni di fioritura estrema? dimmi giovane, il Dio della moda mi ha ascoltato?> afferma teatrale, nei modi e nelle parole mentre ancora è tutto eccitato all'idea...sebbene il morale cada improvvisamente quando si parla di quei fiori. Il nostro travestito li osserva all'interno della borsa e per un lungo attimo rimane in silenzio, profondamente assorto tra i suoi pensieri mentre la sua concentrazione cade su uno dai petali violetti, tendenti al blu. Con la mano libera, con delicatezza va a toccarne la superficie come se questo fiore fosse un neonato. Dischiude le labbra, muovendole in silenzio come se stesse dando un bacio leggerissimo a quel fiore.Tutta l'energia dirompente di quella donna era come svanita nel nulla, lasciando solo un senso di inquietudine e una profonda tristezza. <oh...oh! i fiori si...no stanno bene> cerca di riprendersi con il suo solito tono energetico andando a rispondere alla domanda <no, qualcuno di meglio, molto meglio...e poi non sono per qualche ma al massimo DA qualche: gli spasimanti ti devono servire e riverire no?> ridacchia a denti stretti tutta contenta/o e con un inchino a sua volta si presenta con il suo "nome d'arte" <Madonna al vostro servizio> [ch on]

23:19 Sachiko:
 La donna è stravagante non solo il suo vestito ma con tutta la sua essenza dal modo di porsi a quello di parlare, in contrasto con la sfregiata che nella sua tranquillità e normalità ha solo quella cicatrice a farla saltare all'occhio. <Non ha dei kimoni?> domanda pensando che forse è difficile trovarne alcuni della sua taglia e lunghezza. <Non assicuro nulla, ma se vuole posso cucirne uno per lei.> tenta di andarle incontro e passa il manico dalla mano sinistra alla destra, un po' per una non fa male a nessuno. Teme poi di aver detto qualcosa di sbagliato per via del viso della donna che sbianca e la sua voce si fa alta e fine come lo squittio di un topolino che per poco non ferisce le orecchie della giovane. Sorpresa, quel timore viene soffiato via una volta ascoltate le parole della donna che dimostra solamente la sua incredulità alle parole della violetta. <Non voglio prenderla in giro, è la verità... il Dio della moda?> se voleva essere un complimento la ragazza non credeva di aver concepito un kimono tanto bello, elegante senza ombra di dubbio, perchè la modestia non è di casa, ma addirittura da lasciar sorpresa una donna che sembra saperne di moda molto più di lei, non se lo aspettava. Il silenzio che segue è quasi imabrazzante per la ragazza che segue con attenzione il viso e i movimenti della donna che accarezza i fiori. Qualcosa è andata a toccare come si rivela dalle parole titubanti che vengono poi dette. <Madonna. Un nome stravagante per una donna stravagante.> un sorriso appena pronunciato alla presentazione di lei. <Posso accompagnarla al luogo al quale sono destinati quei bei fiori?> domanda infine con dolcezza e rispetto.

23:44 Raion:
 Alla domanda che le viene fatta la donna risponde con una certa vaghezza <si...qualcosina> almeno 6. <faresti una cosa così carina per me?> domanda la donna (in realtà uomo) che la osserva incuriosita, mugugnando fingendo una indecisione che invece non c'è <andata, ti farò avere la mia taglia e le mie misure> ovviamente è una ragazzina che ha appena conosciuto, sarebbe imbarazzante se si scoprisse che in realtà Madonna ha la sorpresa durante una di queste misurazioni. No, per quanto possa piacergli avere vestiti su misura, è anche vero che non può sempre permettersi che qualcuno metta le mani addosso a questa copertura. <hu-hum, colui che portatore di una bellezza eccezionale, che fa risplendere il sole in un mondo di tulle scadente.il portatore dello sguardo che blocca...MAGNUM> sembra che stia dicendo cose assolutamente sconnesse ed in effetti è così. <...è un luogo molto triste...forse conviene che ti racconti un po' prima che tu decida se vuoi seguirmi o meno> sospira tornando di nuovo serio/a, rimettendosi a posto gli occhiali mentre la nebbia si solleva <ma che disastro il tempo oggi...> si lamenta un poco andando a chiudere l'ombrello. <adesso è anche più spettrale> lascia tichettare la punta dell'ombrello per terra e medita sulla prossima mossa e sulle prossime parole da dire. <diciamo che un tempo non ero la donna affascinante e bellissima che sono ora> modestia, questa sconosciuta <ma anche allora ero un gran pezzo di...hum, si ci siamo capiti, non lo rendiamo troppo volgare questo racconto va, comunque, ho fatto girare il capo a molte persone, una di queste era...la donna che mi ha fatto provare cose nuove e che mi ha sollevato in un periodo molto stressante della mia vita> già, la guerra a Kusa e guarda un po' chi stava dalla parte dei perdenti? lui, Anbu al servizio del consiglio corrotto, molto piacere. <sai, sei giovane per capirlo magari, ma era una di quelle storie che è nata solo per, bhe, per tenersi compagnia a vicenda. Tuttavia è successo che il destino ha preso una piega inaspettata e ci siamo innamorat-e> c'è un piccolo inciampo nel discorso come se ci fosse stato un dubbio o un ripensamento nella grammatica del discorso <ma era una persona molto...complessa ed un giorno se ne andò via, nove mesi dopo mi sono ritrovata con una bambina dentro un cesto di vimini abbandonata davanti a casa...insomma ma come si fa? manco fosse un gatto> sospira prendendosi una pausa dal racconto. [ch on]

23:59 Sachiko:
 Annuisce anche se preferirebbe prendere le misure ma la donna sta già prendendo decisioni eppure nulla le vieta di interromperla e dire la sua, cosa che effettivamente va a fare. <Preferirei prendere le misure a mano, se non le scoccia. Ma se c'è qualche problema non voglio insistere e mi farò andare bene anche quelle date da lei.> non polemizza e si sistema ancora una volta qualche ciocca viola dietro le orecchie, intervallando la presa dell'ombrello da una mano all'altra. Non riesce poi a seguire il discorso sul Dio della moda e lo lascia cadere fingendo di aver compreso qualcosa che le sfugge in maniera assoluta, come crede che a qualsiasi altra persona sfuggirebbe. <Magnum, certo.> lo conosce, lo ha visto giusto l'altro ieri. Finalmente smette di piovere ma sale la nebbia, anche lei chiude l'ombrello e lascia che la punta si rivolga al terreno, ben più comoda ora per ascoltare quella che sembra una lunga storia. Una storia d'amore tra lei e un'altra donna, la ragazza non commenta non ha pregiudizi di alcun tipo e continua nel suo ascolto. <Una... bambina?> espressione perplessa indice che si sia persa una parte del discorso. <Di chi era? Perchè abbandonarla?> curiosa come un gatto sprona la donna a continuare il suo discorso, ma lo fa con garbo non volendo essere invadente e insistente.

00:10 Raion:
 <oh, mi sentirei più a mio agio dandoti le mie misure, purtroppo non posso fare altrimenti> afferma il travestito trattenendo il disagio di come si sta sviluppando quella conversazione, andando subito sulla parte più importante <...era la sua bambina> afferma Madonna sospirando <la sua bambina..> e anche sua figlia, la sua figlia di sangue, frutto probabilmente di uno di quei giochi spinti dove veniva utilizzato come strumento di sollazzo...ma l'amava anche per questo infondo. <l'aveva partorita a Kiri ed era morta spegnendosi lentamente, in pochi giorni lei era andata e nessuno voleva prendersi cura di una neonata...così l'hanno consegnata a chi era segnato nel testamento: io> soldi non ne ha lasciati ma in cambio ha avuto per qualche mese la sua bambina meravigliosa, la sua piccola Suiren. <Suiren ehe...l'ho chiamata così la bambina...quest'anno a breve avrebbe compiuto 2 anni...mi manca> piega la testa verso il basso e tira fuori i fiori <fu una tragedia, un incidente, una chiamata del destino...ho perso quella bambina, l'unico ricordo che avevo della donna che ho amato> sospira affranto stringendo i fiori al petto, andando poi a chiudere gli occhi per annusarli <questi sono per lei...un giorno li porterò anche alla mia dolce compagna quando andrò a Kiri magari...ma per ora, una visita del cimitero alla volta> scuote il capo stringendo le labbra mentre stava quasi per ricadere sul suo vero tono di voce e non quello che utilizzerebbe per Madonna. <questa è la storia Dear: adesso sai dove stiamo andando, vuoi seguirmi?> [ch on]

00:21 Sachiko:
 Non insiste sull'argomento delle misure e va avanti nell'ascolto di quella storia che prende sempre più una piega triste e tragica, come le vere tragedie solo che in quelle ad un certo punto il protagonista risale il baratro, qui non pare. La donna amata era morta e aveva lasciato nel testamento il nome di Madonna per prendersi cura della sua bambina, una storia logica in quella sua semplicità. La ragazza abbassa lo sguardo osservando i fiori con un velo di tristezza negli occhi ocra, dimostra quella tristezza e prende atto della conclusione di quella storia resa ancor più tragica dalla morte della bambina. <Che incidente?> vorrebbe maggior dettaglio in quella storia, ma nulla più se non vorrà dirglielo, sa che è stata irrispettosa con quella domanda. Per un attimo sente qualcosa di diverso nella voce della donna come se si facesse più grave e bassa, ma non ne tiene conto pensando che sia solo per via della tristezza che le stringe la gola. <Suiren è un bellissimo nome, mi piacerebbe renderle omaggio.> una bambina morta è sempre qualcosa di terribile che ti arrovella lo stomaco, e una persona che ne piange la scomparsa rende il tutto ancora più drammatico, anche se non sa come si possa sentire quella donna alla perdita di una bambina tanto importante e che le ricordava la sua amata. <Lascia quindi che l'accompagni, anche se purtroppo non ho fiori con me.> gentile e cortese si offre ora ancora più di prima di affiancare la donna in quello che deve essere una visita molto difficile.

00:34 Raion:
 Che incidente? ufficialmente per la legge lui è un infanticida di nome Raion Seiun, ex anbu ricercato per essere fuggito dalla prigione di Kusa. Secondo delle indagini che non ci sono state, per un processo che non c'è stato, Raion Seiun ha morso alla giugulare della bambina e l'ha lasciata affogare nel suo sangue per poi riprendersi da un raptus omicida. La verità è che lui e sua figlia sono stati presi di mira da un ninja che li ha divisi è gli ha fatto vedere la morte della bambina mentre, appunto, la sua giugulare veniva recisa ed il suo corpo buttato a terra come se fosse spazzatura. Questo era l'incidente, ma non ne voleva parlare, così si limiterebbe a sintetizzare una colpa <Ninja> afferma con freddezza <l'incidente è che è nata in un mondo dove esistono i ninja, dove esiste il chakra, dove le persone non hanno nessuna idea di che significa avere il potere e delle conseguenze che ha...la mia Suiren è morta perché qualcuno voleva dimostrare qualcosa ed ha abusato di una innocente per i suoi scopi> ecco cosa è successo...e la cosa più brutta è che non ha nessuna idea di chi ha fatto questo, di chi gli ha rovinato la vita e distrutto quella di una bambina, la sua bambina. Era all'inferno, aveva imparato a danzare alle note della follia di tutto questo, ma ancora i piedi scottano se ti fermi troppo a notarli. <oh...non credo che la disturberà> afferma la donna sorridendo verso Sachiko <a lei piacciono molto le storie...si sente sola la, non ha nessuno con cui parlare e credo che una bella storia a lieto fine con le rane possa davvero tirarla su di morale> sorride quando si riferisce a lei come se fosse ancora viva <la mia bambina...ancora tutti questi anni e vorrei solo che tu fossi qui ad abbracciarti> le sfugge in un tono apertamente sconfortato mentre cammina allungando il passo verso il cimitero. é stanca e parlarne gli ha fatto del male e del bene allo stesso momento, vorrebbe solo piangere davanti alla sua piccola lapide e per questo nelle prossime ore, probabilmente poco avrà da parlare con la giovane Kumese. Ma intanto Raion va, aspettando che Sachiko lo/la seguisse [end]

00:43 Sachiko:
 Il mondo ninja che le viene descritto non è molto allettante per una ragazza giovane nel mezzo dell'adolescenza che ha deciso tardamente di iscriversi all'accademia proprio per diventare un ninja. Riesce però a comprendere che l'incidente non è stato altro che un omicidio. <L'hanno assassinata.> non è un incidente e lo sottolinea perchè non vuole che venga data meno importanza per quella morte, non è giusto chiamarlo incidente perchè qualcuno si è preso quella piccola vita senza che ne avesse diritto almeno per la giovane. Il kimono viene sistemato e l'ombrello appeso al braccio destro. <Hanno trovato il colpevole?> un'ultima domanda per quel racconto atroce e scomodo per la donna, non deve essere stato facile per lei ricordare e raccontare, intende comunque seguirla al cimitero per andare a trovare la piccola Suiren insieme a lei. <Le racconterò una bella storia allora. Se lei me lo permetterà.> voce dolce e cortese mentre segue i passi della donna affiancandola per quel lungo tragitto durante il quale pensa a una storia con le rane che possa sollevare il morale della bambina, sola in quella tomba di pietra fredda. [end]

Raion travestito e Sachiko si trovano a kusa sotto la pioggia per diversi motivi.