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Principesse scheggiate, Tazze con la corona e Madri e Figlie.

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Giocata di Clan

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con Kaori, Harumi

15:26 Kaori:
 La Jonin siede sulla panca sotto la finestra del soggiorno con le gambe raccolte al petto. Indossa un maglione largo, lungo, traforato che non risulta particolarmente caldo essendo ricco di fori per il passaggio d'aria, ma che copre ugualmente la sua carne. Color panna richiama le iridi tipiche del suo clan e le lascia la spalla sinistra scoperta arrivando a lambirle le cosce fin quasi all'altezza delle ginocchia. Non indossa pantaloni né gonne: al di sotto del maglione, escluso l'intimo, non v'è altro che pelle nuda e candida e piedi scalzi. Le maniche arrivano fino ai palmi lasciando visibili le sole dita le quali son strette -per quanto riguarda la destrorsa- attorno ad una lettera che ormai la Hyuga ha letto e riletto varie volte. E' la missiva che Kouki ha lasciato nella sua stanza per avvisare della sua partenza, l'ultima notizia che abbia avuto di lei e che di tanto in tanto rilegge per richiamare alla memoria il suo viso pallido, le sue iridi ocra. Nella mancina regge una tazza fumante di té mentre i lunghi capelli viola sono sciolti dietro la schiena. Due ciocche piuttosto spesse ricadono dai lati del viso fin sulle spalle, mentre nessun altro oggetto è con sé. Neppure il coprifronte è addosso, lasciato sul comodino accanto al proprio letto. Sulla nuca son sempre presenti i sigilli dell'empatia e dell'hiraishin che la collegano ad Azrael mentre il tatuaggio dello yin e dello yang disegnatole proprio da lui è nascosto dal maglione. Si sente stanca per via delle responsabilità che ultimamente le stanno gravando addosso. Fra l'ospedale e la magione era già abbastanza piena d'impegni, ma ora che è anche a capo del proprio clan si sente ancora più sotto pressione. Inoltre deve anche preoccuparsi delle condizioni di Mekura adesso e del rapporto assai critico che ora ha con Azrael. Sospira stancamente prendendosi un attimo di pausa da tutto mentre fuori dalla finestra questo pallido sole pomeridiano illumina la Foglia con dolcezza.

15:35 Harumi:
 Le tenebre avvolgono la piccola Principessa rannicchiata nel piccolo antro dell’armadio nella stanza che le è stata donata da Kaori, in casa della donna; un piccolo armadio per tenere appesi e piegati i suoi vestiti ma che quest’oggi viene utilizzato come piccolo rifugio. Non v’è niente di razionale in lei dopo quanto ha vissuto sul Monte dei Volti e in realtà sta solo cercando di elaborare ben sapendo che deve avvisare Kaori della situazione, sebbene non sia successo nulla di grave ma sa quanto profondo e nascosto possa essere il pericolo. Esce dal suo nascondiglio e non impasta il chakra dato che non ha in mente di uscire di casa per quest’oggi e indossa indumenti casalinghi quali un paio di pantaloni lunghi e blu appartenenti a una tuta e morbidi, e una maglietta a mezze maniche bianca che dovrebbe coprire il tatuaggio Anbu sulla sua spalla destra. Indossa un paio di bianche calzine e richiude l’armadio con gentilezza e movimenti lenti, il crine albino screziato d’argento è libero da ogni costrizione avvolgendole le spalle e la schiena intanto che la lunga frangia le nasconde appena gli occhi bianchi e perlacei. Cammina a piccoli passi verso il soggiorno alla ricerca di Kaori e dopo averla trovata si ferma per qualche secondo fissandola con quel suo viso privo di emozioni, lunghi attimi di esitazione che poi i di lei passi a muoversi nuovamente per avvicinarsi. <Kaori.> figurina etera e delicata, parole che vengono donate dalle sue labbra per poter raggiungere le orecchie e l’attenzione della dolce donna seduta in soggiorno. <Mi dispiace disturbarti ma volevo dirti una cosa.> continua a pronunciare e poi tace attendendo ch’ella sia pronta e abbia voglia di ascoltare quanto la bambina ha da comunicare. [Chk: off]

15:53 Kaori:
 Le iridi perlacee passano in rassegna per l'ennesima volta quella lettera. Quel "ti voglio bene", quel suo chiamarla mamma e si ritrova a sentirsi leggermente spezzata dall'interno. Raido ha introdotto a forza nella sua vita la piccola Kouki desiderando che Kaori divenisse sua madre. Kaori ha imparato a volerle bene, ad amarla come se fosse stata una figlia ma non ha mai potuto crescerla davvero. Ed ora Kouki non è più una bambina, non lo è mai stata davvero. E' cresciuta, è già chuunin. Per certi versi potrebbe perfettamente badare a se stessa senza bisogno di una madre e difatti ha lasciato il nido. E adesso Kaori sente la sua mancanza. Si sente impotente. Sospira reclinando il capo contro la parete prima di avvertire la presenza di qualcuno in avvicinamento. Ruota il viso notando la figura di Harumi nella stanza e immediatamente si ritrova a sorriderle con fare gentile. Non sa ancora bene come identifica la figura della bambina nella sua vita. In parte è una missione di vita: si è predisposta di proteggerla e salvarla, in parte si è sinceramente affezionata a lei. E' stata creata usando il materiale genetico del proprio gemello, questo cosa la rende? Una specie di clone di se stessa per vie traverse? Solo a pensarci le viene mal di testa. Decide quindi di accantonare questo pensiero giungendo alla conclusione che non le importa dare un nome a ciò che Harumi rappresenta per lei. Sa di volerle bene e di volerla al sicuro, tanto basta per definire il loro rapporto. < Harumi, ciao. > la saluta deponendo sul davanzale la tazza e la lettera, ruotando il corpo così da ritrovarsi a lei frontale, le gambe a pendere oltre il limitare della panca, i piedi nudi a sfiorare il pavimento di legno chiaro. < Mi sembra una vita che non riusciamo a parlarci. > le sorride invitandola a sedersi accanto a sé. La piccola le rivela di doverle parlare e quell'informazione mette in allerta i sensi della Jonin. < Non disturbi affatto, non temere. Dimmi pure. E' tutto a posto? > domanda leggermente preoccupata, volendosi accertare che la ragazza stia bene.

16:08 Harumi:
 Osserva la donna assorta nei di lei pensieri e nella lettura di una lettera della quale non ne conosce il contenuto e non le sembra nemmeno il caso di intromettersi e domandare, allora aspetta che sia lei a distogliere l’attenzione dalla lettura per potersi dedicare alle parole della piccola albina. Il sorriso che le viene donato fa nascere nella Principessa un sorriso sincero e personale che vuole dedicare solamente a Kaori, persona in grado di far esprimere la bambina anche attraverso le espressioni del viso. <Ciao.> vergogna che monta essendosi dimenticata l’educazione in un saluto mancato nei confronti della dolce donna, che porta la bambina a eseguire un piccolo inchino in segno di scuse e rispetto. Comportamento delicato che si addice a una Principessa e le piace pensare di se stessa in questi termini almeno fino a quando questo non è iniziato ad essere un problemi, ovvero fino al giorno precedente. Prende posto accanto alla donna posizionandosi in maniera composta con le gambe a penzoloni oltre la panca e i piedini che sfiorano il pavimento, non guarda Kaori negli occhi preferendo la visuale delle di lei piccole ginocchia e si sistema il collo della maglietta abbastanza alto da nascondere per intero la cicatrice. <Non parliamo tanto quanto vorrei in effetti.> ammette sincera nella di lei direzione con un leggero rammarico percepibile nella voce, in seguito decide di riprendere dono della parola. <Ieri ero al Monte e sono giunti cinque uomini ammantati.> principia tentennando. <Avevano una maschera di una mezzaluna sul viso, copriva un occhio e lasciva scoperto l’altro e il naso. Loro… hanno parlato della venuta prossima della Luna, della loro Dea Tsukuyomi.> non ci gira intorno e va dritta al punto della questione che come ha allarmato la piccola Hyuga, dovrebbe allo stesso tempo allarmare anche la donna. <Tu mi… avevi chiesto se ricordassi un nome simile. E io… mi dispiace, ti avevo detto di no. Ma poi mi sono rammentata di un altro ricordo e veniva nominata questa Dea.> non ha fatto parola con nessuno di quel ricordo soprattutto perché se ci pensa le torna in mente con orrore quella disgustosa sensazione di sentirsi quelle mani addosso, le mani di quell’uomo che tanto la venera come Principessa. Non va oltre a raccontare e preferisce che inizialmente la donna elabori queste informazioni prima di continuare ad approfondire questi aspetti. [Chk: off]

16:24 Kaori:
 La piccola Hyuga saluta a sua volta con quel sorriso che riscalda ogni volta il cuore della Consigliera. Ricorda come inizialmente Harumi apparisse indifferente a qualunque cosa, incapace quasi di muovere i muscoli facciali se non per parlare o mangiare. Adesso invece le sembra sempre più espressiva e vivace nel modo in cui lascia trasparire attraverso lo sguardo o il proprio volto i propri sentimenti. Non in maniera eclatante o eccessiva, sia chiaro: ma anche solo la comparsa di un sorriso è un enorme cambiamento rispetto al periodo in cui la bambina non aveva da mostrare altro che una fredda indifferenza. Lascia che lei si avvicini per sedersi al suo fianco e ruota il viso per guardarla, notando quanto sia piccola e apparentemente fragile: eppure è sicura che nasconda dentro sé una grande forza d'animo e per questo l'ammira con tutto il cuore. < Mi dispiace di essere spesso via. Purtroppo c'è sempre qualcosa a cui devo prestare attenzione... pazienti in ospedale da salvare, studenti da istruire o riunioni del Consiglio a cui partecipare. Con una Consigliera in meno non posso permettermi di assentarmi anche io. > le spiega Kaori con tono di scuse, sospirando appena quando ripensa a Mekura. E' sparita per diverso tempo senza più comparire in Magione ed ora che è in ospedale in attesa di aiuto psichiatrico sicuramente non ci si potrà aspettare di farla partecipare alle sedute del Consiglio. < E poi, sai? Sono stata eletta nuova capoclan degli Hyuga qualche giorno fa. > le rivela non sapendo che, in effetti, la notizia è comparsa sul giornale assieme ad un pettegolezzo che la vede coinvolta presumibilmente in una relazione con qualcuno d'importante ma senza nome. Se Harumi abbia letto o meno la cosa, Kaori non lo sa. Ad ogni modo tace lasciando che la bambina prosegua nel suo discorso e quand'ode il suo dire si ritrova a sgranare gli occhi fissandola allarmata. Schiude le rosee mentre mille pensieri vanno a vorticarle per la testa e il suo primo istinto è di correre da Azrael per informarlo. Decide però di aspettare per questo e di avere prima un quadro più chiaro della situazione assieme alla piccola Harumi. Quando la sente farsi improvvisamente quasi colpevole si alza dal suo posto per inginocchiarsi davanti alla bambina e cercare le sue mani così da stringerle dolcemente nelle proprie. Inginocchiata con la rotula sinistra poggiata sul pavimento e la gamba destra piegata ad angolo retto davanti a sé, punta lo sguardo in quello di Harumi fissandola con fermezza. < Va bene Harumi. Non hai fatto niente di male, non preoccuparti. > la rassicura Kaori cercando di rimanere calma nonostante l'agitazione che quella confessione le sta scatenando dentro. < E' normale non ricordarsi delle cose, ma adesso... adesso ho bisogno che tu mi dica tutto quello che è successo, tutto quello che ricordi. > prosegue la Hyuga guardandola dritto negli occhi con ferma convinzione. < Cosa hanno detto? Sembravano interessati a te? Ti hanno riconosciuto? > domanda allarmata, profondamente spaventata dalla possibilità che Frollo potrebbe averla finalmente trovata.

16:50 Harumi:
 Lentamente muove la testa in segno di diniego alle parole ricolme di scuse che la donna dona alla volta della piccola Principessa, un discorso comprensibile all’attenzione della bambina che non aveva intenzione di dare alla donna una colpa. <Mi dispiace, non volevo incolparti.> si premura di rispondere. <So che sei una donna molto importante e impegnata. Hai molte responsabilità soprattutto adesso.> il tono pacato e gentile screziato da una punta di dolcezza che solo con Kaori riesce a percepire e rivelare con precisione. Ha saputo della sua ascesa al poter di capoclan, ma non ha ben chiaro come il clan al quale la bambina appartiene si presenti, non ha ma visitato la loro sede e mai conosciuto altri Hyuga. Non si è mai sentita appieno partecipe nel clan ma nemmeno incuriosita per esso e che sia uno sbaglio o meno non è in grado di stabilirlo però ora come ora le interessa solo quello che danza intorno a lei e basta. <Ho saputo della tua elezione, si. Ne hanno parlato e ne parlano ancora in giro. Mi dispiace… non sono resa molto partecipe nel clan, non so come funzioni, come ci si comporta, non so… nulla. Non mi sono mai voluta informare. Credi sia una mancanza?> lo domanda a lei ben più esperta e adulta, capace di darle una risposta. Si è più concentrata sulle missioni, su Raoku e sui suoi doveri di Anbu piuttosto che sul clan. Altre parole vengono donate alla donna, spiegandole quanto accaduto e quanto abbia potuto ricordare sentendosi colpevole per quella mancanza di informazioni che non sono state date a Kaori quando avrebbe dovuto. La donna tuttavia si alza dal di lei posto per posizionarsi in ginocchio di fronte alla bambina, accogliendo le sue manine nelle proprie. Gli occhi perlacei osservano quelli simili della donna e le orecchie accolgono le sue parole ricolme di dolcezza e fermezza. <Nei miei ricordi…> si blocca avverte quelle mani sopra di sé, odiosa sensazione di un uomo che accarezza la teca di vetro in cui doveva trovarsi. <Quell’uomo che mi venera ha fatto uccidere un ragazzo. Lo ha fatto per me, lo ha sacrificato a me e alla Luna.> ancora una volta non riesce a comprendere come si senta di fronte a tale ricordo, ma un minuscolo sorriso senza freni si crea sulle di lei labbra. <Ho sentito l’odore del sangue. Sembravo davvero importante anche se so che è stato sbagliato sacrificare qualcuno.> il peggio è che ne è consapevole. <Mi ha detto che lo avrebbe fatto molte altre volte ancora e poi ha votato un altro ragazzo alla Luna, alla dea Tsukuyomi. Ha detto… che io diventerò Regina perché ella entrerà in me.> abbassa lo sguardo ancora una volta vergognandosi dei sentimenti contrastanti che prova. <Mi sento onorata ma allo stesso tempo non voglio che qualcuno entri in me e mi spaventa.> chi non vorrebbe essere una regina, soprattutto nella fantasia di una bambina, ma comprende che c’è qualcosa di più oscuro e malato e non ha intenzione di essere un mero pupazzo. <Poi ho finalmente visto… il viso di quel ragazzo, sfregiato, con una mezzaluna incisa su tutto il viso.> sospira prendendosi una piccola pausa dal parlare e scuotendo ancora la testa. <Per questo quando ieri ho visto quelle maschere a forma di mezzaluna… esattamente come quella incisione, ho subito compreso.> ritira lentamente le manine, cercando di sottrarle alla presa della donna non sentendosi degna di quel contatto. <Ho sbagliato e mi hanno riconosciuta. Però… non so se esserne spaventata o no. Sinceramente vorrei sia scappare che andare incontro a loro per scoprire chi sono. Voglio vedere il volto di quell’uomo.> vuole essere sincera con Kaori ed è quello che sta cercando di fare essendo anche un modo per portare chiarezza dentro il di lei animo. [Chk: off]

17:40 Kaori:
 Un sorriso sollevato appare sulle labbra di Kaori al dire di Harumi, ritrovandosi poco dopo ad inspirare a pieni polmoni. < Lo so, lo so piccola. E' che anche a me piacerebbe trascorrere più tempo insieme. > ammette la Hyuga guardandola con gentilezza. < Stai crescendo così in fretta... e mi sembra di star perdendo i tuoi progressi. > confessa un po' timidamente andando a scostarle -se lei avesse concesso- un ciuffetto bianco dal viso. < Sei cambiata tanto da quando ci siamo incontrate la prima volta. Hai imparato a muoverti da sola per il Villaggio, sei diventata una ninja e sembri più sicura di te. Inoltre sorridi più spesso. Sono tanti grandi passi, sai? > le confida con gentilezza, sinceramente orgogliosa di lei. Dunque lascia che la piccola le parli della propria situazione circa il clan e del fatto che ha saputo in giro della recente nomina a Capo della stessa Jonin. Kaori si umetta le labbra e quindi tace per qualche secondo prima di esprimersi: < Non credo sia una mancanza. Credo che tu stia andando avanti un passo per volta, com'è giusto che sia. Prima hai cercato di camminare da sola con le tue gambe, poi hai trovato un obiettivo e ora ti stai dando da fare per perseguirlo. > Che si tratti di essere una ninja o di trovare informazioni sul culto da cui è scappata, sta comunque dando il massimo per questi. < Non sei costretta a considerare il clan una famiglia, ma... in qualunque momento può diventarlo. Se sei curiosa posso portarti io stessa al dojo. Magari ti piacerà vedere tanta gente con i nostri stessi occhi. > le sorride con dolcezza inclinando appena il capo, snudando i denti candidi fra le rosee sottili. Non ha idea di come, ben presto, presentarla al clan sarebbe diventata un'urgenza. Quando Harumi le rivela di aver avuto contatti con alcuni adepti del culto, Kaori si inginocchia davanti a lei per cercare un contatto più diretto col suo sguardo e quindi ascoltare con massima attenzione ogni sua parola. Al pensiero di quei sacrifici si ritrova a ricordare tutti i fascicoli che ha trovato nel laboratorio di Taki, tutti quegli Hyuga rapiti e morti. Anche quel ragazzo era uno Hyuga che non erano riusciti a difendere? La sola idea la nausea, le chiude la gola portandola a deglutire silenziosamente nell'ascoltare le parole della bambina. E' una situazione delicata, difficile e comprende la battaglia che sta avendo luogo in lei. Vorrebbe conoscerli, sapere chi le ha fatto questo e al tempo stesso ne ha paura. Se dipendesse dalla sola Kaori la terrebbe lontana da tutto fino a faccenda conclusa ma... sarebbe davvero giusto impedirle di partecipare alla propria stessa missione di vita? Sarebbe giusto trattarla soltanto come una bambina, senza contare che Harumi è anche una valente ninja della Foglia? Harumi ritira le mani dalla loro stretta e la Consigliera si ritrova a prendersi qualche attimo per riordinare i pensieri e le idee, nonché le parole. < Okay. Okay. > mormora come se stesse cercando di imporsi la calma, massaggiandosi il setto nasale con una mano. < Allora. Allora ascoltami Harumi. E' molto importante che tu ti fidi di me se vogliamo risolvere questa storia senza problemi. > le dice rialzando lo sguardo e puntandolo in quello di lei. < Da quello che abbiamo scoperto sembra che quest'uomo, quello che ti ha creata, voglia riportare in vita una persona morta diversi anni fa ed usare il tuo corpo per riuscirci. Non so come vuole farlo né cosa accadrebbe di preciso, ma sono quasi sicura che l'anima di questa persona morta entrerebbe nel tuo corpo sostituendosi a te. > Non vuole essere brutale né spaventarla, ma se vuole che Harumi prenda seriamente in considerazione il pericolo che sta correndo deve renderle chiara la situazione. < E' come... ecco, è come se tu -la tua coscienza, la tua mente, la tua anima- fossi il té che è in questa tazza, okay? E la tazza fosse il tuo corpo. Se mettessi questa tazza nel lavandino e iniziassi a far scorrere l'acqua cosa accadrebbe? > le domanda retoricamente riprendendo dal davanzale la tazza che vi aveva precedentemente poggiato prima del suo arrivo. < L'acqua farebbe uscire fuori il té fino a rimanere la sola cosa dentro la tazza. > Cerca di farle immaginare in modo basilare quello che rischia di succedere se solo quegli uomini dovessero prenderla. Sapere che l'hanno riconosciuta, inoltre, è un altro problema. Adesso Frollo saprà che Harumi è qui, a Konoha e cercherà in tutti i modi di prenderla. < Capisco che tu voglia partecipare. Che tu voglia conoscere chi ti ha fatto questo, Harumi. Ma sì. Dovresti essere molto, molto spaventata. > le dice fermamente passandosi una mano fra i capelli, nervosamente. < Quest'uomo, Frollo, non stava venerando te in quanto Harumi. Il tuo corpo, ti stava trattando come un contenitore per infilarci dentro la persona che vuole portare in vita. Quest'uomo sta cercando di farti del male ed io non glielo permetterò. > le promette guardandola dritta negli occhi, annuendo. < Non glielo permetteremo. > Annuisce, seria, ricercando la sua mano.

18:05 Harumi:
 <Mi ero appena svegliata.> principia dopo aver ascoltato quanto Kaori le ha detto sui suoi progressi. <Penso che il mio corpo e il mio cervello si dovessero abituare.> abbassa il capo facendo scivolare qualche ciocca albina in avanti, sta cercando di vedere la sua situazione con occhio critico ed esterno, tentando di dare un perché ad ogni sua stranezza. <I colori per via della vista che si doveva abituare… sono sempre stata al buio senza vedere nulla. E il ronzio era il ricordo del suono del mio cuore.> spiegazioni palesi e basilari ma che servono alla bambina per riuscire a comprendere la sua stessa persona. <Così come la mia incapacità nelle espressioni facciali… essendo stata immobile per molto tempo immagino che ci voglia un po’ al mio cervello.> forse è la stessa cosa che è accaduta al suo corpo nel non riuscire a provare nemmeno il dolore fisico, magari è qualcosa che passerà col tempo, forse il suo corpo è rimasto solo troppo tempo privo di ogni stimolazione che si tratta solo una insensibilità passeggera. Delinea un sorriso dolce e tenero sulle di lei labbra e lo dona solo a Kaori <Mi hai aiutata tanto per questi occhi… e sto imparando a conoscermi, ma molte cose non riesco a capirle. Provo cose malvagie in missione, contro i nemici. Mi diverte il sangue e vederli soffrire. E non capisco…> in realtà Azrael le ha dato qualche dritta in veste anbu, ma ha ancora delle difficoltà. La osserva questa volta dritta nelle iridi altrui. <Mi piacerebbe conoscere il clan e vedere il dojo, ma per il momento la mia unica famiglia sei tu, Kaori.> una sincerità quasi disarmante, estrema semplicità nel pronunciare dolci parole che rispecchiano quello che pensa, nonostante ancora le ci voglia un po’ per esprimere al meglio tutte quelle emozioni attraverso gli occhi e il viso. Il sorriso permane delicato ma svanisce lentamente più va avanti a raccontare e pregna di vergogna e colpa ritira le manine dal tocco delicato della donna che ben presto va a rivolgerle il di lei pensiero. Non sono parole semplici da comprendere per una bambina e difficili da digerire per chiunque, l’esempio della tazza e del thè è però azzeccato e porta la bambina ad osservare con attenzione il liquido, immaginare la tazza posta sotto l’acqua ed il liquido dorato che viene sostituito. Le manine -se possibile- andrebbe attorno a quella tazza e leggermente si porge in avanti per osservarne meglio il liquido, così ascolta anche le parole che ancora vengono donate a lei in un’amara consapevolezza confermata dalla dolce Kaori. Frollo -questo è il nome- non venera lei in quanto Harumi e Principessa, ma solo l’idea di lei, solo il suo corpo come contenitore per qualcun altro che a quanto pare è più degno di essere venerato. Uno sfruttamento in piena regola, una terribile consapevolezza di essere stata creata solo per qualcun altro e non per mero desiderio; ed è un dolore talmente profondo e difficile da esternare, che silenziosamente delle lacrime scivolano via dagli occhi perlacei della bambina. Piange senza rendersene effettivamente conto, la vista che si appanna e lacrime che andrebbero a bagnare la tazza che era ancora intenta a guardare. Si allontana dalla tazza e si raddrizza sulla schiena ora osserva Kaori in viso, il volto della bambina rigato da lacrime silenziose. <Io… sono nulla.> pigola con voce spezzata. <Sono la Principessa del nulla, non esisto. Non sono desiderata, ne voluta, ne apprezzata… sono solo… una tazza.> è triste quando l’ego di un bambino viene ridimensionato, lei che si credeva chissà chi e credeva di essere venerata, voluta e tanto desiderata, in realtà si ritrova a stringere nulla nelle sue manine. [Chk: off]

18:36 Kaori:
 Il modo in cui Harumi analizza la situazione porta Kaori a sentirsi travolta da un moto di tenerezza. E' vero quel che la piccola sta dicendo ma questo non vuole necessariamente dire che non siano comunque grandi passi in avanti per lei. Non vuole che Harumi minimizzi tutti gli sforzi fatti fino a questo momento per essere la persona che sta imparando a diventare. < Sì, hai ragione. Ma questo vuol dire che tu non sia stata comunque brava ad arrivare fino a qui? > le domanda Kaori con un sorriso sincero, cercando di sollevarle il visino con una mano, ponendo l'indice sotto il suo mento per ricercare il suo sguardo. < Posso solo immaginare quanto per te debba essere stato sfiancante abituarti a tutto. Noi ci mettiamo anni per fare quello che tu hai fatto in pochi mesi, sai? Capire il mondo, imparare a muoverci, parlare, capire. Tu hai fatto tutto quanto in pochissimo tempo e ormai mi sembra che tu te la cavi piuttosto bene là fuori. O sbaglio? > le fa notare la Hyuga con dolcezza, cercando di dirle che anche quelli che per lei sembrano piccoli traguardi in realtà sono grandi successi. Quando poi sente il resto del suo discorso si ritrova a dare in un verso commosso, a metà strada fra un risolino e un tirare su col naso, e tenterebbe di portare un braccio dietro le spalle della bambina per avvicinarla al proprio fianco in un tenero abbraccio. < Sono davvero felice che tu mi consideri in questo modo Harumi. > ammette Kaori tentando di posare un bacio fra i suoi capelli. < Anche tu fai parte della mia famiglia ormai. Questa casa non sarebbe più la stessa senza di te. Così come la mia vita. > le mormora con dolcezza prima di avvicinarsi ad un argomento decisamente più delicato e sottile. < Per quanto riguarda... il sangue e il resto-- > si umetta le labbra andando a distaccare appena la bambina da sé per tornare a guardarla in viso. < E' qualcosa che io non capisco, ma se vuoi posso indicarti chi invece potrebbe aiutarti a capire. Qualcuno che potrebbe aiutarti a mettere chiarezza in quello che provi. > prosegue la ragazza procedendo con cautela. Non sa che Harumi è un ANBU e non sa che ha avuto modo di parlare con Yami della questione. Per lei i rapporti fra la piccola e Azrael sono ancora incrinati da quello spiacevole episodio verificatosi tempo prima proprio nella cucina di quella stessa casa. < So che tu e Azrael avete avuto delle piccole divergenze in passato, ma magari se tu cercassi di parlargli di questo, potreste trovare un punto di incontro. Sono sicura che gli piacerebbe parlare con te per aiutarti. > la esorta, speranzosa, nel tentativo di riappacificare i due con quel piccolo escamotage. Il breve momento di speranza, tuttavia, dura poco. Quando Harumi le racconta degli adepti di Frollo che l'hanno raggiunta, l'atmosfera cambia e tutto diventa più serio e difficile. Kaori si inchina davanti a lei, la guarda negli occhi, ricerca la sua più completa attenzione affinché possa pensare al modo migliore per proteggerla. Ma quando va a spiegarle il pericolo che sta correndo, Harumi si ritrova per la prima volta a comprendere cosa sta succedendo. E' stata creata per essere usata, così come gli Hyuga rapiti sono stati uccisi e sacrificati solo per divertimento, vendetta o un osceno fanatismo. La piccola piange osservando la tazza che Kaori ha usato come esempio e la Hyuga si sente stringere il cuore nel vedere la reazione della bambina. Se possibile odia Frollo ancora più a fondo per quello che ora la genin sta soffrendo. E quando Harumi torna a parlare quello che dice porta il cuore di Kaori a spezzarsi. Schiudendo le labbra si ritroverebbe a sporgersi verso di lei, sulle ginocchia, per avvolgerla dolcemente fra le sue braccia. Tenterebbe di abbracciarla con forza, di stringerla al proprio petto con una mano attorno alle sue spalle e l'altra dietro il suo capo. Tenterebbe di farle sentire la propria presenza, il proprio calore, tenendola stretta a sé dove vorrebbe tenerla al sicuro da chiunque possa farle del male. < No! No bambina mia, no. > mormora la Jonin al suo orecchio, con affetto, baciando lentamente i suoi capelli, la tempia. < Tu sei Harumi. Sei la mia piccola Harumi. Non sei ciò che quel folle voleva fossi, sei quello che semplicemente sei. Quello che giorno dopo giorno stai scoprendo d'essere. Sei una kunoichi della Foglia, sei una bambina molto determinata e giudiziosa e più di tutto sei parte della mia famiglia. > le dice all'orecchio con tono fermo, convinto ma morbido, volendo che la bambina venga cullata da quelle parole, che possa credere davvero al suo dire. < Sei capitata qui senza memoria né passato. Avrei potuto ignorarti, avrei potuto lasciare che qualcun altro si occupasse di te, ma non ho potuto. Ho desiderato starti vicino fin dal primo momento. Ho desiderato proteggerti e aiutarti fin da quel giorno sotto la pioggia. Non un altro bambino > come i vari che popolano gli orfanotrofi di tutto il mondo o che giocano per strada senza genitori. < Te. La mia piccola Harumi. Questo non ti rende speciale a modo tuo? > le mormora cercando -se fosse in principio riuscita ad abbracciarla- a distaccarsi da lei per guardarla negli occhi con un sorriso sincero dipinto sulle labbra.

19:04 Harumi:
 Ragiona sulla domanda postale da Kaori. <Si, penso di si. Credo siano dei successi.> ne conviene infine asserendo con la testolina e sorridendo ancora una volta in direzione della dolce Kaori. Cerca di paragonare se stessa a tutto il resto, il suo essersi svegliata e l’aver aperto gli occhi per la prima volta potrebbe essere l’equivalente di una nascita, e lei è venuta al mondo già grande rispetto a un neonato e ha fatto tutto quanto nel più breve tempo possibile. Se ne compiace e grata verso Kaori che è riuscita a farle comprendere quei grandi passi fatti. <Non penso che tu sbaglia, no. Hai ragione. Sono stata brava.> ammette riconoscendo quanto fatto ma senza in nessun modo apparire superba, come suo solito quando si definisce Principessa, non lo ha mai fatto con tono supponente e nemmeno quella volontà, un mero desiderio di una bambina che si credeva tale nel suo piccolo. Si lascia portare a contatto con la donna e ne ascolta le parole che lente e sincere le vengono donate, creando però una sorta di confusione nella testolina della bambina. <Non sarebbe più la stessa senza di me? Davvero? E in che modo?> non credeva di aver avuto un simile impatto su di lei, l’inverso si e per la bambina è palese, ma che la piccola Hyuga sia così importante per la donna, non riesce a comprenderne il come. In silenzio si ritrova nuovamente a sorridere delicatamente, non vuole certo ammettere di essere negli Anbu, sa che è proibito e non vuole nemmeno rivelare l’identità di Yami, ma non può tacere riguardo a quanto è avvenuto fra lei e il Nara. <Io e Azrael abbiamo avuto modo di chiarirci. E’ tutto risolto ora e… in effetti gli ho fatto presente questa cosa e mi ha dato dei consigli.> ammette con una leggera vergogna per non averne parlato prima con la donna, in realtà Azrael è stato più che di aiuto, facendole avere un bel dente. Non aggiunge altro e la situazione va a calare, la bambina si ritrova in lacrime e di punto in bianco si ritrova anche fra le braccia della donna. Kaori la stringe, la coccola e le sussurra parole dolci e veritiere, ma quanto in realtà la piccola non riesce più a comprenderlo, si era sentita importante e poi ha finalmente compreso che era solo un involucro per quelle persone è un affronto in realtà. La donna cerca di calmarla, di farla sentire speciale e ben voluto e la bambina lentamente ricambia quell’abbraccio stringendosi ai suoi indumenti. La testa viene appoggiata sul petto e lo sguardo si fa lontano ed assente mentre le lacrime scorrono silenziose. <Se… non avessi avuto degli occhi uguali ai tuoi… se fossi stata una qualunque senza collegamenti con qualcuno che minacciasse il clan… mi avresti scelta comunque?> la di lei voce è solo un filo sussurrato contro la pelle di Kaori. <Quando non avrò più bisogno di essere protetta… potrò ancora restare? O sono… solo una missione?> non sa scegliere se essere tazza o missione, ma sta di fatto che in questo momento si sente mancare ogni certezza, quello in cui credeva e quello che desiderava. Si domanda se fosse stata una bambina qualunque, sarebbe rimasta sotto la pioggia come qualsiasi altro bambino sperduto, oppure sarebbe stata scelta comunque. <Voglio essere desiderata, io voglio stare con te.> si stringe ancora di più al petto della donna, quasi morbosamente, come se da quelle risposte dipendesse la sua stessa vita, aggrappandosi a lei e alla speranza che sarebbe stata scelta comunque. [Chk: off]

09:47 Kaori:
 Osserva la piccola Harumi riflettere sulle parole appena enunciate e sorride quando la bambina si ritrova ad ammettere che, in effetti, ha raccimolato nel tempo una serie di piccoli successi tutti suoi. Successi che ha conquistato con le sue forze, che nessuno può toglierle. Successi che potrebbero apparire piccoli ma che in verità sono i più importanti di tutti: quei primi passi sono stati, dopotutto, l'inizio di tutto per lei. Un sorriso compare sulle labbra di Kaori quando Harumi ammette di essere stata brava ed il capo della Hyuga va annuendo in risposta alle sue parole mentre la destrorsa tenterebbe d'alzarsi per andare a carezzarle i capelli d'argento. < Sì. E' vero. > sottolinea la Jonin sincera, prima di portarla accanto a sé in quella specie di mezzo abraccio. La bambina sembra non riuscire a credere al fatto che la sua presenza nella vita di Kaori ha cambiato delle cose e la osserva sorpresa portando la Consigliera ad umettarsi le labbra e guardarla con tenero affetto. < Certo che dico davvero. > conferma con tono gentile prima di proseguire. < Mi sono affezionata a te. E ogni mattina quando mi sveglio mi piace controllare che tu sia ancora a letto o se tu sia già uscita. Mi piace incontrarti in cucina per la colazione o parlare un po' come stiamo facendo ora. > le rivela con tono calmo umettandosi le labbra. < Senza di te questa casa sarebbe più vuota, ci vivrei praticamente da sola e non avrei nessuno per cui preoccuparmi, soprattutto ora che Kouki è partita e non so se e quando tornerà a casa... > una ombra triste le passa per il volto oscurandolo per un istante prima che Kaori scacci via il pensiero della figlia di cui non ha più notizie da settimane e torna a concentrarsi su Harumi. < Mi fai sentire meno sola. Ed è qualcosa che solo tu riesci a fare. > confessa quasi come fosse un segreto intimo fra loro. Certo, ha Azrael e con lui si sente bene: ma lui ha la sua casa, la sua famiglia a cui badare e non può stare sempre con lei. Ha sua madre, la giovane Kaime, i suoi figli. La sua casa è deliziosamente rumorosa e ricca di vita mentre Kaori si ritrova a condividerla con una madre praticamente sempre assente e con il ricordo di un padre che non sarebbe mai tornato. Sapere che Harumi è lì con lei la fa sentire felice, la fa sentire anche utile: le piace pensare di star facendo concretamente qualcosa di buono e di utile per qualcuno. Soprattutto perché questo qualcuno è questa dolcissima bambina dal lungo crine albino. Per un istante si ritrova a pensare con amarezza che se mai avesse avuto una figlia da Raido probabilmente sarebbe apparsa come lei. Coi capelli d'argento di lui e le iridi perlacee di lei. Scaccia immediatamente via il pensiero non volendo nemmeno soffermarsi a pensare una cosa simile. Adesso c'è Azrael nella sua vita. Ci sarebbe sempre stato lui. E l'idea la fa sorridere soprattutto quando scopre che il Nara ha chiarito le divergenze che in passato erano sorte con la stessa Harumi la quale rivela ora a Kaori che il ragazzo le ha già dato qualche consiglio sul problema che si sta trovando ad affrontare. < Oh ne sono davvero davvero felice. Si è comportato bene, vero? > vuole assicurarsi che la bambina si trovi effettivamente a suo agio con lui, così da poter cercare di sistemare eventuali problemi fra loro in caso di bisogno. < Se senti ancora di avere dei dubbi su questa faccenda allora parlane con lui. Lui può capirti e sa che non è una cosa semplice riuscire ad accettarsi quando si teme di star facendo qualcosa di brutto. > le sorride con dolcezza. Lui stesso le aveva raccontato di come ci fosse voluto molto tempo per accettare la sua natura di Sadico ed è sicura che sarebbe molto più utile lui alla bambina in merito a questo conflitto interiore di quanto potrebbe mai esserlo lei stessa. E' felice di poterla aiutare ma al tempo stesso la Hyuga si ritrova a dover spezzare il cuoricino della piccola quando le spiega l'obiettivo finale di Frollo, il motore che ha portato alla creazione stessa di Harumi. Il bisogno di un corpo da usare, di un contenitore da riempire. Kaori la stringe forte a sé, cerca di evitare che la piccola vada in pezzi, sussurrandole all'orecchio parole di conforto e d'affetto, desiderando farle capire che quello che pensa quell'uomo non è importante e che nessuno le avrebbe fatto del male. Ma la bambina è confusa, soffre, piange e quello che dice porta la Hyuga a scostarla appena da sé per guardarla negli occhi, le mani saldamente piantate sulle sue spalle per non far mancare mai quel contatto che la faccia sentire vicina alla ragazza. < Certo che potrai restare. Ormai questa è anche casa tua Harumi. > le dice con dolcezza la Hyuga carezzandole una guancia con un gesto lento. Non potrebbe più immaginare quella casa senza di lei e, inoltre, da quando ha scoperto la natura delle origini della bambina, sente una sorta di responsabilità superiore nei riguardi della piccola, sapendo che in qualche modo dentro di lei scorre il suo stesso sangue. < Non ha niente a che fare col fatto che tu abbia il Byakugan. La bambina che ho adottato anni fa non è una Hyuga, non è nemmeno Konohana, ma questo non toglie il sentimento che provo per lei. Allo stesso modo non sono i tuoi occhi ad avermi fatto affezionare a te. E' la tua innocenza, la tua dolcezza, la tua sincerità. > le dice la Hyuga con sincera dolcezza, tentando di asciugarle le lacrime con il pollice, carezzandole via. < Tu non sei una missione né una 'tazza'. Tu sei la mia piccola Harumi e nessuno potrà mai dire il contrario. > le ripete con convinzione guardandola dritto negli occhi. < Non conta quello che quel folle voleva che tu fossi. Ciò che ha importanza è quello che tu desideri e quello che la gente che ami pensa di te. > le spiega Kaori tentando di allontanare dalla sua mente il pensiero di Frollo. E quando Harumi si stringe con maggior forza al petto della Jonin, Kaori si ritrova a stringerla con ancora più convinzione, baciandole il capo con amarezza e affetto, triste di averle dovuto rivelare una verità tanto atroce. < Ed è con me che starai. Nessuno ti separerà da me. E se anche dovessero farlo, io tornerò sempre a prenderti. > le dice la Hyuga con tono fermo e mortalmente serio. < Te lo prometto. >

10:21 Harumi:
 La bambina dal crine albino cerca di immaginare e di scorgere la prospettiva della dolce Kaori quando ella le descrive quanto la sua presenza le faccia piacere: non sentirsi sola, trovarla alzata in cucina a fare colazione, parlare o trovarla ancora nel letto, una presenza etera come la bambina, e non credeva di aver davvero lasciato le di lei impronte in questo modo. <Come una famiglia.> ammette la piccola Principessa che ben conosce il concetto che tale parola esprime nonostante non ne abbia la dovuta esperienza, però la donna si intristisce, una fugace ombra scura si adagia sul suo dolce viso al pensiero di un’altra ragazzina che in effetti nemmeno la piccola vede da un po’ all’interno di quelle mura. <Non voglio… sostituire Kouki, o essere un rimpiazzo.> con queste parole potrebbe dare l’idea di aver compreso male le parole della stessa Kaori però la piccola si affretta a continuare il suo discorso per cercare di scacciare quell’ombra, forse non solo dal suo viso ma anche dal cuore. <Tornerà perché siete una famiglia, giusto? Tu sei… sua madre è ovvio che sei preoccupata, se può farti stare meglio potresti cercarla, così da assicurarti che stia bene.> scivola un altro sentimento dentro il di lei animo, sottile e pesante qualcosa che somiglia a una leggera invidia per quel rapporto che loro hanno. Kaori è certo molto simile a una mamma ma la bambina non ha il diritto di affermarsi in questo modo nella vita altrui, terrà dunque questo piccolo segreto con sé. Se la sua presenza fa stare meglio quella dolcissima donna che le sta offrendo così tanto, allora non può fare a meno di sentirsene felice e prodigarsi affinchè possa sentirsi sempre e solo meglio. Se la missione -per così dire- di Kaori è quella di proteggerla, allora quella della piccola Principessa sarà quella di renderla felice e meno sola, di darle quello che cerca e desidera; annuisce quando il discorso pende su Azrael e quanto successo, ovvero sul loro chiarimento e i consigli ricevuti dal Nara, senz’altro utili e atti a farla sentire meglio e compresa, e con un sospiro annuisce ancora una volta. <Si è comportato bene… mi ha fatto anche un regalo, sai?> è felice per quel dente ricevuto, il piccolo sorriso affiora nuovamente sincero sulle di lei labbra ma muore all’istante nel momento in cui si rende conto che non potrà farle vedere quel dono troppo particolare. Gli occhi perlacei si abbassano e in poco tempo la situazione vuole che tale sguardo spento e spezzato vagli la forma di quella tazza, seguita da doverose spiegazioni che fanno crollare ogni convinzione della piccola Principessa, portandola in una realtà ben più dolorosa e che difficilmente aveva voluto accettare da sola. Le parole che Kaori le dona volano leggere e sincere a solleticarle le orecchie, riempire la di lei mente e cuore di sentimenti positivi atti a confortarla, questa volta con maggior successo fugando i futili dubbi che alla bambina sono sorti nella mente. <Quello che desidero… ma ancora di più quello che tu pensi di me.> si ritrova finalmente a dire mentre la donna le asciuga le lacrime accarezzandole il visino. <A me importa… solo quello che tu pensi di me.> è il suo punto fermo e la persona che più di tutti l’ha aiutata e la sta aiutando insieme anche ad Azrael, ma è come se con Kaori condividesse molto di più ed è un qualcosa che la piccola non riesce a spiegarsi e nemmeno a comprendere. <Non importa… cosa pensa di me quell’uomo, non importa quello che voleva lui. Io sarò… io, a modo mio.> Le di lei manine si stringono ancora una volta al petto della donna, lasciando che ella la conforti e la baci, lasciando che le doni altre parole che la facciano sentire protetta e amata. <Scusa… se ho pensato che tu pensassi a me come a una missione e basta. Non è stato cortese dopo tutto quello che fai per me e dopo che ti prendi cura di me.> la bambina decide di rimanere tra le braccia di Kaori fino a che non sarà la donna a decidere il contrario, bisognosa di instaurare quel tipo di contatto il più a lungo possibile. <E io ti prometto… che mi prenderò cura di te.> parole che sincere vengono donate, tanto importanti quanto buffe nella loro innocente infantilità. [Chk: off]

10:58 Kaori:
 Annuisce Kaori al dire di Harumi, sorridendole con dolcezza. < Sì. Come una famiglia. > conferma con voce bassa, vellutata, per poi ascoltare il successivo dire della piccola e mostrare i denti candidi in un nuovo sorriso delicato. < Non sei un rimpiazzo, piccola. Tu sei Harumi e nessun altro ed io ti voglio bene perché sei tu, non perché sei qui mentre qualcun altro non c'è, intesi? > le dice con dolcezza dandole un piccolo buffetto sulla guancia, rassicurando la bambina del ruolo che ricopre all'interno del cuore e della famiglia stessa della Hyuga. E quindi sospira amaramente quando l'albina si riferisce a Kouki e a quello che Kaori potrebbe fare per cercarla. < Sì, potrei andare a cercarla. Mi ha detto in che Villaggio è andata, col Byakugan dovrei metterci relativamente poco... > principia lei stringendo le rosee in una smorfia amara. < Ma non so se dovrei farlo. Kouki sembra una bambina, come te e come te ha una mente più sviluppata e matura di quella di un qualunque infante. E' una kunoichi e può badare alla sua stessa vita ed io non so fino a che punto posso intromettermi sulla sua strada. Le sarò sempre accanto, sarò il suo sostegno ed il suo aiuto ma... non posso darle ordini o metterla in punizione. Né impedirle di seguire la propria via... > mormora quasi sconfitta dando voce a quel conflitto interiore che la sta consumando e tormentando da tempo. Espira stancamente ritirandosi su quando Harumi le confida di aver sistemato le cose con Azrael. La cosa la rende davvero felice anche se in parte è un po' preoccupata per quel lato... sanguinario che la bimba ha rivelato di possedere. Confida però nel fatto che il Nara avrebbe saputo come controllarlo e come educarla a gestirlo. < Davvero? Sono contenta! E' un buon segno questo. > le sorride non volendo però intromettersi in qualcosa di solo loro, lasciando alla piccola la scelta sul dirle o meno di che tipo di regalo si trattasse. La conversazione alla fine vira su argomenti ben più tristi e delicati e Kaori ricorre a tutto il proprio affetto per impedire alla bambina di cadere in frantumi. La coccola forte stringendola a sé per farla sentire amata, protetta e voluta, sentendo il proprio stesso cuore incrinarsi per via del dolore che la piccola sta sicuramente provando. Cerca di farle capire quanto nonostante tutto esista comunque qualcuno che tenga a lei e che le voglia bene, che Kaori, in particolare, la ami e la sente lentamente calmarsi, ripetendo le sue parole come per assorbirne meglio il senso e significato nascosto. Annuisce quando la bambina afferma che sarebbe stata se stessa a modo suo e le mostra un sorriso rassicurante e fiero. < Ed io ti rimarrò accanto per qualunque cosa. > le dice con convinzione, sorridendole, continuando a cullarla con dolcezza fra le proprie braccia baciandole il capo, i capelli, proprio come una madre premurosa. < Non dirlo nemmeno piccola, va tutto bene. Non hai fatto niente di male. > le dice a bassa voce abbracciandola ancora a sé. < Va tutto bene. Adesso andrà tutto bene. Ci prenderemo cura l'una dell'altra e non lascerò che nessuno ti ferisca. E se qualcuno dovesse riuscirci lo faremo pentire di averci anche solo provato. Mh? > mormora con tenerezza e con un moto di affetto e premura rivolto solo ed unicamente alla bambina. < Ti voglio bene, piccola mia. > le direbbe, infine, prima di abbandonarsi al silenzio, e rimanere così con Harumi fra le braccia fino a quando lei stessa avesse desiderato.

11:23 Harumi:
 <Intesi.> sorride ormai sempre con più disinvoltura alle di lei parole atte a consolarla ancora una volta, potrebbe sembrare quasi snervante ma quale bambino non ha bisogno di continue rassicurazioni da parte dell’adulto al quale fa riferimento. La piccola Principessa è sempre più conscia del ruolo che le spetta in quella casa e nella famiglia di Kaori, assorta nell’ascolto di quella mezza confessione che va a donarle nel riguardo dell’altra ragazzina. Anche se non vorrebbe si ritrova a fare mentali paragoni fra lei e l’altra pur non provando un vero moto di invidia o rabbia negli altrui confronti, ma solo un piccolo e amaro confronti fra le due che condividono -secondo Kaori- una mente più sviluppata e matura oltre ad essere entrambe delle kunoichi. <Anche io sono una kunoichi… quindi anche io potrei badare a me stessa, giusto? Però tu mi proteggi e… ti sei adoperata per scoprire da dove vengo e scoprire cose su quell’uomo, quindi intromettendoti nella mia vita in un certo senso.> dentro al di lei cuoricino mentre osserva Kaori con quegli occhi bianchi e perlacei, spera con l’egoismo di un bambino di essere dunque più importante rispetto all’altra, perché Kaori agisce diversamente per la piccola Principessa e la bambina potrebbe vantare un posto più grande nel cuore della donna. Non si vergogna per tali parole e sentimenti perché nonostante la speranza rimanga cuore nel di lei cuoricino, le parole sono state donate senza particolare inflessione nella voce, come mera e propria curiosità. Un sorriso ancora una volta alimentato dal pensiero del Nara e del suo regalo, riguardo a quella conversazione avvenuta con le loro maschere. <Si, è… un regalo simbolico diciamo.> forse a lei avrebbe potuto dirlo in effetti. <Un dente.> non spiegando il contesto che gira intorno a tale dono, tutto può risultare inquietante e poco amorevole e pratico, ma il viso della bambina dimostra una serenità invidiabile come se quel dente fosse la cosa più preziosa che avrebbero mai potuto donarle. Ha un che di ironico pensare che se lo porta dietro come importante cimelio, tuttavia non aggiungendo altro alle di lei parole, non può donare a Kaori di una visione completa dell’accaduto e sceglie di immergersi in quel loro quadro amorevole, dove la donna la rassicura con la sua dolcezza e la bambina si stringe a lei con affetto sincero. Si culla nelle di lei braccia e si delizia dell’affetto che le viene donato attraverso i gesti e le parole che solo una madre fiera e combattiva potrebbe affermare. <Come una leonessa per proteggere i suoi cuccioli.> mormora chiudendo gli occhi. <Sembri una forte leonessa o una tigre.> una donna forte capace di staccare la testa a morsi ad ogni nemico che minacci la sua famiglia. <Come una mamma.> si lascia sfuggire infine dalle labbra appena schiuse contro il petto della donna, parole che vengono fatte seguire subito da altre: <Ti voglio bene anche io…>"mamma". Un solo pensiero e qualcosa che rimarrà tale. [Chk: off]

11:53 Kaori:
 La constatazione di Harumi porta Kaori a schiudere le rosee nel rendersi conto che la bambina ha ragione. Boccheggia sbattendo le palpebre e richiudendo e riaprendo le labbra senza però emettere alcun verso. Non l'aveva mai vista da questo lato. La cosa la porta solo a porsi altre domande: starà facendo bene ad agire così? Dovrebbe lasciare che Harumi se la veda da sola per mettere chiarezza nella situazione che la circonda? Forse eticamente sarebbe giusto, ma dentro di sé sa che non avrebbe mai permesso alla bambina di affrontare da sola una simile minaccia fino a che ci sarebbe stata lei pronta a proteggerla e rischiare al posto suo. < Mh... sì, anche tu sei abbastanza forte da poter combattere per la tua vita.. > ammette Kaori umettandosi le rosee, schiarendosi la voce. < Mi dispiace se non avrei dovuto, se mi sono intromessa nella tua vita, ma attorno a te si stava venendo a creare qualcosa di troppo pericoloso per permetterti di affrontarlo da sola. Avevo paura che potessi farti male... dovevo capire chi voleva prenderti... > si giustifica, si scusa, e al tempo stesso pensa a Kouki che rischia di affrontare Otsuki senza di lei. Kouki che è stata lasciata andare da sola. Kouki che avrebbe voluto poter tenere stretta a sé ma che ha sentito pronta a distaccarsi dal nido. La rivelazione di Harumi circa la natura del dono che Azrael le ha fatto porta Kaori a sgranare gli occhi e fissarla perplessa, sbattendo rapidamente le ciglia. < Un-- dente? > ripete, confusa, balbettando. Decisamente dovrà parlare col Nara su come sia meglio educare dei bambini, per quanto mentalmente più grandi o meno rispetto la loro età. E poi si scatena la tempesta e le due ne sono travolte con forza ritrovandosi a ricercare la reciproca compagnia per non perire. Si tengono forte, si stringono ed alla fine riescono a non precipitare rimanendo unite. Si avvicinano come mai era accaduto prima d'ora grazie a questo momento di complicità e Kaori viene travolta da una ondata d'affetto nei riguardi della piccola albina. La conforta, la consola e quello che la bambina dice in merito alla figura di Kaori la porta a ridacchiare scuotendo appena il viso. < Una leonessa, eh? > mormora lei divertita, stemperando appena la tensione che fino a quel momento le aveva avvolte. < Sai, c'è una tecnica degli Hyuga che si chiama "Passo dei leoni gemelli", però è un po' difficile da apprendere per un genin. Magari un giorno te la mostro, mh? > le dice un po' più tranquilla, godendosi quel momento di pace con la genin, cullandosela ancora al petto, prima di schiudere le rosee quando lei pronuncia quella parola. Mamma. Non sa se dovrebbe farlo, non sa se sia giusto o meno, ma d'istinto si ritrova a voler cercare di stabilire un contatto ancor maggiore con la bambina proprio ora che sente di aver perduto il più importante che avesse mai avuto. < Sai.. secondo le ricerche che ho fatto nel laboratorio da cui sei scappata... hanno usato il DNA del mio gemello per crearti. Perciò... in qualche modo... c'è il mio sangue in te. > le rivela piano piano, quasi temendo di star facendo la mossa sbagliata con quella rivelazione. < Quindi forse.. non sarebbe così sbagliato, sai... se dicessi che sono la tua.. ehm--mamma. >

12:21 Harumi:
 Kaori si scusa e si giustifica però non è quello che la bambina sperava in cuor suo di ottenere piuttosto l’effetto opposto, ora però non sa come rimediare a tali parole e a come spiegarsi meglio. <No… è bello che tu ti sia intromessa.> prova a chiosare come inizio, impacciata per il non sapere come meglio esprimersi a parole. <Non è bello quando si viene lasciati all’oscuro… ma non stai facendo questo, mi stai proteggendo ed è… bello. Anche se potrei combattere per me, o anche tu potessi farlo per te stessa… penso sia sempre bello avere comunque qualcuno che ti protegge e combatte con te. Qualsiasi forza tu abbia.> Non accetta le sue giustificazioni perché non hanno senso per lei dato che Kaori non ha fatto nulla di male. <Mi dispiace se è sembrata un’accusa la mia. Non lo era… quello che fai per me mi fa sentire bene… protetta, accettata, amata. Quello che volevo dire… insomma…> abbassa il tono della di lei voce, leggiadra ed eterea nel luogo, vergognandosi ora per il pensiero che le era nato in seno e mai espresso, pensiero che dovrebbe ora esprimere per cercare di chiarirsi e eliminare quella incomprensione. <Ecco…> non riesce più a provare quel distacco che sente verso chiunque altro, ciò la porta a una certa dose di difficoltà nell’essere spaventosamente sincera come al solito. <Intendevo… che se fai così con me… speravo di essere più importante di Kouki.> di essere ancora una volta speciale in un qualche modo. Ha affermato quel che pensa, fatto dono a Kaori di parole tanto sincere e speranzose, quanto egoiste e crudeli nei confronti di una ragazzina con la quale non ha nemmeno parlato poi tanto e quindi non conosce. In fondo però non c’è nulla di male, qualsiasi bambino spera di essere di più rispetto ad un altro per un adulto che potrebbe essere considerato come un genitore. La perplessità successiva di Kaori riguardo al dono porta la piccola Principessa a sorridere e a muovere la testa affermativamente in maniera lenta e controllata. <Ha un valore simbolico.> si affretta ad aggiungere ma senza avere l’intenzione di mostrarle quel piccolo dono offertole da Yami. Finalmente l’atmosfera sembra distendersi e colorarsi di tinte più delicate e tranquille, toni di colore che sembrano incorniciare quel momento nell’indelebile memoria della bambina. <Oh… mi piacerebbe vederla allora.> con un nome simile quella tecnica sembra qualcosa di potente, a maggior ragione se non è possibile per un genin gestirla; quella quiete di colori nei quali sono immerse viene disturbata dalla rivelazione subito successiva e conseguente alla tecnica. Sono parole calme e ben calibrate ma che entrano nella di lei mente con il frastuono di un uragano, il cuore batte più velocemente e gli occhi perlacei si sgranano sul viso della donna, scostandosi il giusto per osservarla con espressione sorpresa e sconvolta. Il sangue di Kaori è in lei, il suo dna è la base che costruisce l’intera figura della bambina, perché i gemelli hanno lo stesso dna se non simile ma in ogni caso la rende parte di lei comunque. <Tu… e il tuo gemello… siete i miei genitori?> ma questo la porta anche a farsi domande troppo complicate per una bambina e che difficilmente riesce a concepire ne tanto meno -figuriamoci- a trovarne risposta. <Aspetta… sono… un clone?> non ne sa quasi nulla sulla clonazione se non che c’è in gioco il dna, quindi è una domanda lecita che però muore lì perché troppo complesso per una bambina della sua età, per quanto sveglia. Sceglie di districarsi in quella confusione crescente nella sua testa per concentrarsi invece sul sentimento di estrema e profonda gioia che quell’ammissione ha procurato. L’espressione sconvolta e perplessa viene velocemente sostituita da un sorriso radioso che non fa altro che allargarsi, donandole la giusta età, donandole vita negli occhi e un’espressione degna che dovrebbe esserci sempre sul viso di un bambino. <Mamma. Sei la mia mamma.> non può solo rimanere un piccolo segreto nel suo cuoricino e deve essere espresso, si protende ancora contro il suo petto e l’abbraccia sentendosi bene ancora una volta, sussurrando contro di lei una semplice ma doverosa parola: <Mia.> [Chk: off]

12:40 Kaori:
 Le parole di Harumi hanno un sapore dolce e amaro nella mente di Kaori. Da un lato è sollevata dall'idea di non aver fatto qualcosa che contrari la bambina, dall'altro il pensiero che lei desideri essere più importante di Kouki per la Hyuga la mette in difficoltà. Come può spiegarle che per lei è impossibile scegliere a chi tiene di più fra le due bambine? Le sorride con dolcezza ed affetto ritrovandosi ad annuire per quanto riguarda la prima parte del discorso, leccandosi rapidamente le labbra. < Sì. Hai ragione. E' sempre bello sapere che c'è qualcuno che si prende cura di noi... > concorda pensando per un istante ad Azrael. Uno degli shinobi più potenti del mondo per il quale darebbe la vita anche se lui potrebbe facilmente salvarsi da solo anche senza il suo aiuto. Spera di farlo sentire come si sente ora Harumi, lo ha sempre sperato, in verità. Ma è la prima volta che parla con qualcuno che la pensa esattamente come lei. < Non saprei dirti, su questo, Harumi. > continua poi, con cautela, quando arriva alla seconda parte del discorso. < Non saprei dire se c'è qualcuno di più importante dell'altra fra te e Kouki. Siete entrambe speciali per me e voglio bene a tutte e due in modo praticamente eguale. Ma in un certo senso penso di essere più protettiva nei tuoi confronti rispetto a quanto lo sono con Kouki. > Perché Harumi non ha nessun altro, perché Harumi è in parte vittima dello stesso male che lei stessa ha sofferto pochi anni prima. Perché con Harumi condivide un rischio che Kouki non conosce. Ed anche perché Kouki è cresciuta molto rapidamente negli ultimi mesi ed è diventata più indipendente, tanto da decidere di partire da sola con le sue sole forze. Non fa altre domande quando Harumi le parla del dente che Azrael ha deciso di donarle e quindi si limita a tenerla stretta a sé in un caldo e forte abbraccio prima di irrigidirsi un istante e fissarla quasi con sgomento, presa dal panico. < No! No no no no no! > esclama subito quando la piccola domanda innocentemente se Kaori e Ren siano i suoi genitori. Ma la domanda successiva dell'albina porta la Hyuga a prendere l'argomento con le pinze, temendo sinceramente di ferirla con una nuova, scioccante rivelazione. < Non direi esattamente così anche se forse è il termine più vicino alla realtà dei fatti. > mormora la Jonin con tono cauto, attento. < Ma... questo non toglie il fatto che tu sia una bambina come qualunque altra. Con dei sentimenti, un'anima, una coscienza ed una personalità unica e solo tua. > E questa è l'unica cosa che conta alla fine, no? Ma a quanto pare la bambina tralascia in fretta la sorpresa per questa notizia quando la Hyuga le dice che, a conti fatti, potrebbe essere la sua mamma in mancanza di un'altra e considerando il rapporto che ormai si è stabilito fra loro. Harumi sembra essere felice di questa possibilità e stritola la Hyuga in un abbraccio con l'espressione più genuinamente infantile che la ragazza le abbia mai visto in faccia. Kaori si sente toccata e commossa da quella reazione e si ritrova a stringerla ancora più forte sorridendo contro il suo capo. < ...Sì. Sì, bambina mia. > mormora scacciando via ogni timore e paura di aver fatto qualcosa di sbagliato. La reazione di Harumi è sufficiente a farle capire che quella è la cosa giusta, che era così che doveva andare. E si ritrova a cingerla con le proprie braccia con affetto, con premura, cullandola ancora fra le sue braccia per un tempo infinito al quale solo la piccola Harumi avrebbe potuto metter fine. [ END ]

13:00 Harumi:
 Le parole di Kaori sono giuste e sagge, le sue parole donano alla bambina sollievo perché è riuscita a chiarire il malinteso, ma allo stesso tempo le dona un’amara consapevolezza che in quanto affetto non potrà superare l’altra ragazzina. Quella che Kaori conosce da più tempo, che è con lei da più tempo e lentamente le piccole celluline grigie del di lei cervello iniziano a prendere pensieri poco piacevoli nei confronti dell’altra ragazzina, arrivando a sfiorare i picchi del dover far andar male le cose tra loro. Scuote appena la testa per scacciare quell’infame pensiero che tormenta la di lei mente, consolata e gratificata dal fatto che per lo meno quella dolce donna tende a essere più protettiva con lei. Sorride e non chiede nemmeno il perché, le basta sapere questo al momento per ricevere una solida sicurezza di avere per sé quel qualcosa in più che l’altra non potrà avere. <Capisco, ho davvero compreso, grazie.> si lascia andare tra le braccia di lei ascoltando quanto viene detto in seguito a quella rivelazione finale, confusa dal fatto che ella neghi con tanta veemenza che loro non siano i suoi genitori, non ne comprende il motivo ma è probabile che Kaori sappia molte più cose a riguardo, dunque si fida. Pur tutta via le viene spiegato che il termine clone è quello che si avvicina più alla natura della piccola Principessa e sarebbe motivo di altro sconforto se non fosse per la presenza salda e rassicurante della donna, di sua madre. <Come hai detto prima… non importa come sono nata o cosa sono… giusto? Importa che io sia io. E tu sia tu.> tutto quello al quale lei si vuole aggrappare ora è questo, una semplice consapevolezza e speranza che si solidifica sempre più man mano che si abbracciano e si tengono strette. Nel suo piccolo una parte della di lei mente torna a quei pensieri crudeli ed egoistici pensando di avere quel qualcosa in più che per sempre mancherebbe all’altra ragazzina; sono piccole ed infami conferme che però le faranno dormire sonni tranquilli, che però la manterranno stretta tra le braccia di quella donna, avvertendo una felicità senza eguali che mai aveva provato prima. Lei stretta a Kaori col segreto rivelato e il permesso di poterla chiamare ad alta voce ‘mamma’, cullata tra le braccia forti e potenti di lei, dalle quali non si vorrebbe mai più staccare. [fine]

Harumi informa Kaori di quanto accaduto al monte dei volti quando ha incontrato i fedeli di Tsukuyomi.
La Hyuga va in allarme e nel tentativo di proteggere la bambina dalle mire di Frollo, le rivela i piani dell'uomo portandola a sentirsi distrutta dalla verità attorno alla propria creazione.
Fra pianti, abbracci e rassicurazioni, Harumi ritrova in Kaori la figura di una madre mai avuta e Kaori accetta silenziosamente la bambina -nel proprio cuore- come una seconda figlia.