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Aprirsi, Rivelarsi, Amarsi.

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con Azrael, Kaori

16:07 Kaori:
 Appena terminato il turno in ospedale, Kaori si è precipitata per le vie del Villaggio alla ricerca di Azrael. Stanca per via della dura giornata non ha attivato da subito il Byakugan per cercarlo ma ha preferito tentare nei luoghi dove sarebbe stato più probabile trovarlo per rilassarsi. In principio è andata in cima al monte dei volti dove, però, non ha trovato nessuno a parte i visi scolpiti dei Kage e quella vecchia brandina mezza distrutta nascosta negli alberi sulla sommità della montagna; dopo tale insuccesso ha tentato da Ichiraku nella speranza che magari fosse andato a mangiare qualcosa nel locale che ha sempre tanto apprezzato e che, in particolare per loro ha sempre avuto un certo significato visto che proprio lì si sono incontrati per la prima volta. Tuttavia la presenza di altri clienti e del caos del centro hanno dimostrato che quella scelta non sarebbe stata la migliore possibile per lui. Dove altri avrebbe potuto andare per rilassarsi? A casa no: sua madre ed i bambini avrebbero sicuramente fatto domande nel vederlo tornare così scuro in volto e, così nervoso, non avrebbe mai voluto essere vicino ai figli per timore di non sapersi controllare. Sospirando Kaori stava già abbandonando l'idea di trovarlo quando un nuovo pensiero le ha sfiorato la mente. C'è un altro luogo che per Azrael ha un grande significato e dove in più di un'occasione hanno condiviso dei momenti. Un posto solitario, silenzioso, dove poter meditare in pace. Col cuore pieno della speranza di trovarlo -e in parte persino del timore di incontrarlo, i passi della Hyuga si dirigono verso l'esterno del Villaggio. L'elegante chignon che aveva avuto su per tutta la giornata si è appena sfatto e qualche ciocca disordinata è uscita dal grazioso intreccio ricadendo lungo la nuca. Il coprifronte è sempre legato attorno al collo mentre indosso, al posto del camice ospedaliero, porta un semplice maglioncino traforato color panna che le cade da una spalla, scoprendola, e che arriva a lambirle le cosce. Le maniche larghe, lunghe, si restringono verso i palmi e lasciano in mostra le sole dita affusolate. Dei leggins grigio chiari, leggeri, le fasciano le gambe terminando in un paio di stivaletti privi di vero tacco. Superate le mura esterne di Konoha, Kaori avanza mordendosi il labbro. Vuole assicurarsi che Azrael stia bene, vuole vederlo ma... è pronta a parlargli? Non sa bene neppure cosa dirgli. Si sente scomoda in questa situazione ma non può sfuggire a quanto si sta venendo a creare nelle loro vite. E' una responsabilità dalla quale non vuole scappare. Si umetta le labbra, distende e richiude le dita verso il palmo delle mani ed alla fine raggiunge le cascate con passo incerto. Si guarda attorno con fare insicuro sbuffando delusa quando non lo vede da nessuna parte. Pensava che forse sarebbe potuto essere lì, dove tante volte si erano incontrati e dove si erano persino scambiati il loro primo-- “Ricordo che non era esattamente qui.” Una volta la corresse quando aveva ricordato un loro precedente incontro lì alle cascate. Forse... Solleva lo sguardo verso la cascata ove l'acqua cade scrosciante riversandosi su se stessa. Andando a concentrare il chakra nelle leve inferiori andrebbe a far fluire l'energia oltre gli tsubo posti sui piedi per addensare sotto le piante due patine di energia su misura per lei. Due seconde suole di puro chakra adesivo e aderente che dovrebbero conferirle la capacità di camminare anche su superfici verticali senza alcun tipo di problema. Ed ecco che quindi, così organizzata, tenterebbe di risalire la parete rocciosa dalla parte di Hashirama avanzando, passo dopo passo, per tutti gli ottanta metri che la separano dalla terra ferma sottostante. Vorrebbe raggiungere la cima della cascata e, solo a quel punto, guardarsi attorno nella speranza di individuare la figura del Nara. [ Rilascio del chakra: on ]

16:34 Azrael:
 Inspira. Espira. Inspira. Espira. Inspira. Espira. Questi sono i pensieri di Azrael da innumerevoli ore, ormai. Non ha potuto dislocarsi in alcun posto abbastanza lontano da Konoha e la scelta dei luoghi si è ristretta di molto. Il Monte dei Volti rischiava di diventare il luogo perfetto per un incontro con qualche sudato deshi di ritorno dall’Accademia, casa propria non è stata neanche presa in considerazione, la Magione avrebbe potuto rivelare incontri sgradevoli, oltre ad una forza portante che si sarebbe molto arrabbiata se il Nara avesse iniziato a sbraitare ordini furiosi contro gli inservienti. Le Cascate dell’Epilogo, invece, sono il posto perfetto. Calme, rilassate, silenziose. Il solo scrociare dell’acqua che vola dalla sommità per precipitare al suolo lo accompagna in quel suo necessarioo meditare. Se ne sta sulla cima della cascata, tra le macerie dei busti di Madara ed Hashirama. È seduto al centro del basso ruscello che conduce sino al precipizio, l’acqua lo aggira morbidamente accarezzzandogli le cosce. È seduto nella posizione del loto, le mani poste nella tipica posizione di Shikamaru, con i polpastrelli combacianti ed il pollice rivolto verso il basso e le altre dita pinte verso l’esterno. Il petto s’alza e s’abbassa con un ritmo cadenzato, tranquillo. Le palpebre sono chiuse, sostano dinanzi gli occhi scuri per raggiungere la massima concentrazione. Non sta pensando a nulla, assolutamente a nulla. Ha svuotato totalmente la mente per restare calmo e rilassato. La sensazione della stoffa bagnata dei pantaloni scuri che gli si attacca alle cosce non gli causa alcun fastidio, anzi, è decisamente piacevole. Il torso è totalmente scoperto, la camicia nera è ripiegata sulla riva del fiumiciattolo, posto assieme ai fuuda dell’empatia, alle katane e al coprifronte. Persino le bende sono state rimosse mostrando il marchio maledetto sul pettorale sinistro ed il tatuaggio Anbu sul bicipite corrispondente. Anche il volto diafano ed i capelli corvini sono pregni d’acqua, per via del primo gesto che ha compiuto una volta arrivato lì: ovvero tuffarsi controcorrente sotto lo scorrere della cascata, come se volesse tentare di risalirla a piedi per raggiungere la cima. Assorto com’è non si concentra su null’altro che non siano le goccioline d’acqua che gli imperlano il torace, asciugandosi gradualmente col soffiare della brezza e sullo scrociare dell’acqua. Inspira. Espira. Inspira. Espira. [ Chakra ON ]

16:54 Kaori:
 Lo sguardo ci mette pochi istanti ad individuare la figura di Azrael nel bel mezzo del fiume. Siede a gambe incrociate sopra l'acqua nella posizione che è tipico assumere quando desidera calmarsi o quando sta attentamente riflettendo su qualcosa alla ricerca di una brillante idea o di una sottile strategia. Kaori rimane ad osservarlo in silenzio per diversi istanti scrutando la sua figura pericolosamente esposta. Il marchio è perfettamente visibile sul suo petto così come il tatuaggio ANBU sul suo bicipite. Dovrebbe dirgli che è un gesto imprudente ed irresponsabile, che sta letteralmente violando la legge del Villaggio di cui è garante e protettore, ma sa che non è il momento adatto per una cosa simile. Sa anche che probabilmente la cosa avrebbe potuto soltanto alterarlo di più e portarlo ad essere ancora più avventato ed incosciente. Osserva la luce del sole far rilucere le goccioline d'acqua che scivolano lungo il suo corpo cercando le parole migliori per esordire il discorso ma poi si rende conto che non ha nulla di preciso da dirgli. E' solo preoccupata per lui. E' la prima volta che si rivela tanto alterato da voler di sua sponte spezzare il collegamento mentale che li unisce ogni giorno. Dopo diversi minuti Kaori decide di farsi avanti senza però dire niente, avvicinandosi alla riva del fiume per sedersi accanto alla camicia ripiegata e gli averi dell'altro. Senza guardare il Nara recupera dal terreno il suo coprifronte portandoselo in grembo per carezzarne con le falangi sottili la placca metallica incisa. Lo gira andando a notare il sigillo dell'Hiraishin che vi aveva apposto anni prima, sorridendo con dolcezza a quella vista. Ne ripercorre con le dita la forma ricordando il giorno in cui quello stesso simbolo vi è stato segnato. < Mi accorsi di questo sigillo solo dopo mesi dal nostro ultimo incontro. > rivela lei con voce bassa, pacata, senza distogliere lo sguardo dal coprifronte poggiato sulle sue cosce, tenuto gelosamente fra le dita come fosse un importantissimo tesoro. < Mi sentii stupida al tempo. Era chiaro che era grazie a questo se sapevi sempre come comparirmi alle spalle. > confessa continuando a sorridere quasi con nostalgia a quei tempi in cui tutto per lei era ancora nuovo e da scoprire. Una genin senza responsabilità, senza ferite, senza crepe. < Ma immagino che ci siano molte altre cose di cui non mi sono mai accorta. > quasi amaro quel dire mentre rialza lo sguardo per portarlo, solo ora, sulla figura del Nara dinnanzi a sé. Non è alterata né triste. Non appare arrabbiata né turbata né scossa. Calma, silente, quasi in paziente attesa di qualunque cosa sarebbe arrivata da quel momento in poi. < Devo andare via? > domanda, alla fine, ricercando un suo consenso o un suo diniego. Non vuole imporgli la sua presenza, non avrebbe fatto bene a nessuno. L'altro non l'ha contattata, non è tornato, magari non è ancora pronto a parlare: le basta una sua qualsiasi parola per rimanere o andare. [ Rilascio del chakra: on ]

17:21 Azrael:
 Resta in quella posizione, totalmente incurante del fatto che la sua unica fonte di calma e gioia sta risalendo la cascata per raggiungerlo. Neanche quando i suoi effetti personali vengono toccati si scompone, non sa neanche lui se perché lo sta ignorando o perché sicuro che nessuno mai toccherebbe oggetti in suo possesso. Resta immobile, una statua di marmo imperlata di gocciooline d’acqua che strisciano sulla liscia pietra. Ameno finché non viene colpito da qualcosa. Una voce morbida, familiare, dolce. La voce della donna che ama. Solleva le palpebre, rivelando gli occhi scuri e ricolmi di un’emozione senza nome. Un misto di amore, rammarico, dispiacere e speranza. Sospira pesantemente, sciogliendo le gambe dal loro intreccio per mettersi in piedi, grondante delle acque della cascata, per avvicinarsi alla riva. Non parla, non pronuncia alcuna parola per risponderle o salutarla. Semplicemente si sistema ad un metro da lei, rivolgendole la schiena per poi distendere le gambe e lasciarsi andare all’indietro, sfilandole il coprifronte dalle mani per poggiarlo a terra e sostituire quell’oggetto col proprio capo ancora bagnato. Fragile e vulnerabile la fisserebbe dal basso, con gli occhi grandi di quel turbinio di emozioni che lo pervadono. Sbatte le palpebre un paio di volte, cercando di capire se quella è davvero la sua Kaori o un’illusione della propria mente alla ricerca di un’oasi di benessere. Schiude le labra, raccogliendo il fiato come per parlare, ma richiudendole immediatamente per non proferire parola. Si limiterebbe a voltarsi sul fianco, incurante del fatto che l’acqua bagnerà anche la Hyuuga. Affonderebbe il viso sul suo ventre, strusciando piano col naso contro il maglione della ragazza, ripiegando le gambe in una posizione fetale piuttosto scomoda, dato l’appoggio sulla pietra col fianco. Le braccia le cingerebbero i fianchi, allacciandosi tra loro sulla di lei schiena, tenendola stretta a sé. < Mmh.. mh. > Mugugna, chiudendo nuovamente gli occhi per bearsi della sensazione della sua Kaori così vicina a sé. Si è allotanato temendo di non essere in grado di stare prossimo a nessuno, ma quando l’ha vista non ha potuto far altro che abbandonarsi alle di lei premure, certo che, comunque, avrà tante domande a cui rispondere, non appena lei sarà pronta a fargliele. [ Chakra ON ]

17:37 Kaori:
 Quando Azrael s'avvede della presenza altrui udendo la sua voce, rialza il capo come il serpente ch'ode la musica del suo pifferaio. La ricerca con lo sguardo in un primo momento e col resto di sé in un secondo; s'alza in piedi lentamente, con la consueta eleganza, avvicinandosi alla ragazza passo dopo passo, fino a chinarsi per privarla del coprifronte che aveva tenuto per le mani fino a quel momento. Lo ripone da parte per prenderne il posto, abbandonandosi sul grembo della donna rannicchiandosi sul terreno davanti a lei, il viso sul ventre e le braccia a circondarla per i fianchi. Una posa sicuramente scomoda considerando la pietra dura sotto di loro ma che Azrael sembra semplicemente ignorare. Kaori, dal canto suo, rabbrividisce appena al contatto con la sua pelle bagnata e lascia ch'egli si sistemi addosso a sé, circondandolo a sua volta con le braccia, teneramente, carezzandogli il crine selvaggio con la punta delle dita. L'osserva da sotto le lunghe ciglia scure andando a rimirarlo come fosse una madre amorevole che culla il suo bimbo spaventato. < Mekura sta bene. > esordisce alla fine, Kaori, con la voce bassa, misuratamente tranquilla. < O meglio, ho medicato le sue ustioni. Ma credo abbia un esaurimento nervoso o una crisi depressiva. Non sono sicura. > prosegue poco dopo calibrando con cautela le informazioni ed il ritmo col quale donargliele, non volendolo indisporlo o innervosirlo. < Ha accettato di farsi aiutare. Ha chiesto di scrivere ai vostri figli > e ringrazia il cielo che Azrael non possa avvertire le sensazioni scure che quel dire le riversa nella mente < ma alla fine si è arresa ad aspettare di stare meglio. Le ho detto che appena le cose sarebbero migliorate vi sareste organizzati in merito. > conclude allora, dopo poco, continuando a carezzare il capo del Nara in qualche attimo di denso ed infinito silenzio. La sera sta calando su di loro, il cielo è violaceo mentre gli ultimi riflessi dorati sfumano all'orizzonte e lo scroscio della cascata è l'unico suono a circondarli. Permarrebbe in quella posizione, Kaori, tenendo il ragazzo stretto a sé, al proprio grembo, quasi in un moto protettivo che voglia difenderlo dalla situazione che gli è esplosa attorno. Lo vede vulnerabile, fragile nel modo in cui par cercare asilo e conforto sul proprio ventre e non riesce a fare a meno di voler fare qualunque cosa in suo potere per aiutarlo. Salvarlo. < Vuoi parlarne? > domanderebbe, alla fine, abbassando su di lui lo sguardo, sentendosi in un istante nervosa. [ Rilascio del chakra: on ]

18:22 Azrael:
 Si stringe più che può alla sua unica ancora di salvezza, lasciando che il proprio corpo si ripieghi su se stesso come tante volte ha fatto con sua madre, quando era troppo spaventato dallo spettro del padre per andare a dormire. Continua a rantolare come un animale profondamente ferito, finché la ragazza non comincia a parlargli. La prima cosa che sceglie di dire è che Mekura sta bene. Le labbra si incurvano ed il corpo inizia a tremare di un risolino decisamente incontrollato e fuori luogo. gli occhi si stringono, le palpebre li serrano con forza mentre il Nara riflette attentamente su cosa rispondere. Prima che possa farlo, però, arrivano le notizie secondo le quali la Hyuga ha pensato di scrivere a Ken e Ai. Si blocca di colpo, risultando improvvisamente non più fragile, ma freddo come il ghiaccio. < Se si azzarda a nominare di nuovo i miei bambini io la ammazzo! > Grida con forza, lasciando che la propria voce si scontri sul ventre di Kaori. Il corpo riprende a fremere, stavolta di rabbia, della stessa tremenda rabbia che Mekura ha appiccato in lui solo poco prima. < Finché non si fa mettere a posto qualunque cosa abbia in testa in questo momento, quelli sono i MIEI figli. > La voce si calma, risultando mortalmente fredda. Solleva il capo, riportando lo sguardo nei perlacei occhi di Kaori, sospirando stancamente per il semplice essersi accorto di star dando di matto senza un vero e proprio motivo. Vuole parlarne? No. Vuole parlarne con lei? Sì. È una sensazione strana quella che lo sta attraversando. Non è solito parlare di quanto accade nel proprio animo, eppure percepisce il bisogno irrefrenabile di comunicare con la dona che lo sta amabilmente coccolando. < Non saprei da cosa cominciare… > Ammette, infine, in tono stanco e non più rabbioso. < L’ho contattata pr parlare di quanto accaduto, così come avevo in mente di fare da quando ne abbiamo parlato alle Praterie. Non ero armato perché avessi intenzione di attaccarla, ma semplicemente perché con i tempi che corrono ho pensato che portarmi le katane on fosse una cattiva idea. > Spiega, cercando di fugare ogni dubbio riguardo il fatto che fosse armato al momento dell’incontro. < Si è scusata, ha cominciato a blaterare qualcosa a proposito della paura che provava, del non voler peggiorare la situazione, mi ha parlato di Raido, del fatto che ha tentato di ucciderla e mi ha detto che avrei potuto fare come lui, colpirla… > Le mani si stringono a pugno al solo nominarlo, al pensiero che possano essere anche solo lontanamente paragonati < Ma io non le volevo far del male. Non volevo essere accomunato a lui, così abbiamo accettato uno scontro, entrambi. > Il racconto riapre ferite ancora fresche, negli occhi scuri si riflettono tutte le emozioni che ha provato in quel momento. < Ha iniziato con un pallido tentativo di attaccarmi che ho evitato in poche mosse e l’ho attaccata a mia volta, ma quando si è sostituita—non so cosa mi sia successo. In parte pensavo di destabilizzarla a parole per testare le sue capacità di concentrazione, in parte… mi sono voluto togliere un sassolino dalla scarpa, lo ammetto. > L’adrenalina del combattimento non lo rende riflessivo, ma soltanto impulsivo e ferale. < Ha continuato ad attaccarmi senza successo e ho voluto provare con un chidori. Non in punti vitali, ovvio, ma invece di tentare di evitarmi ha aperto le braccia e ha iniziato a urlare, a ridere a sparare stronzate su quanto fosse inutile, su quanto volesse morire. Non ci ho visto più! Poteva farsi uccidere! > Torna a voltare il capo verso il di lei ventre, senza saper più che altro raccontare, persino stanco di star parlando di quell’avvenimento. [ Chakra ON ]

19:35 Kaori:
 Permane tranquillo sul suo grembo, inizialmente, lasciandosi carezzare e cullare dalla stretta delle braccia di Kaori attorno alle sue spalle. Quando però la voce della Hyuga nomina il nome di Mekura, qualcosa nell'atmosfera cambia impercettibilmente; il corpo del Nara si fa più rigido, l'aria quasi elettrica e dalle labbra di Azrael scivola via una risatina che suona quasi amara alle orecchie della Consigliera. Un risolino che svanisce non appena la rabbia scoppia manifestandosi in quelle grida glaciali a cui cerca di non reagire. Tenta di non scomporsi, di non apparir spaventata dalla sua reazione, così da essere per lui l'appoggio stabile e solido al quale potersi aggrappare anche -e soprattutto- durante questo tipo di tempeste. Soltanto il lento moto della sua mano fra i suoi capelli cessa durante quello sfogo, per riprendere rilassato non appena egli va abbassando la voce, calmando il tono. Non tanto per timore personale quanto più perché non avrebbe voluto che in un momento di irritazione quelle carezze potessero risultare fastidiosamente di troppo. < Non è una scelta che spetta a te fare, Azrael. > mormora alla fine Kaori con la voce ugualmente pacata di poco prima, forse persino un po' sospirante. < Chiederanno della loro mamma. Le vogliono bene. Non possiamo semplicemente tenerla lontana. > continua Kaori affrettandosi a proseguire prima che Azrael possa malinterpretare il suo dire. < Non a lungo, intendo. Per ora concorda persino lei che sia meglio aspettare considerando quanto a fondo è arrivata a precipitare la sua mente. Ma non puoi semplicemente impedirle di vederli o di sentirli, soprattutto Ai. > Ai che Mekura ha salvato, che non ha legami di sangue con nessuno dei due e che è abbastanza grande per capire, per scegliere -volendo, se volerle stare accanto oppure no. < Ma è qualcosa alla quale non dobbiamo pensare ora. Ti farò tenere aggiornato sulla sua situazione dal collega al quale l'affiderò. > continua Kaori abbassando di poco lo sguardo, arrestando senza rendersene conto le carezze che stava lasciando scivolare sul suo capo. < E' il migliore psichiatra che conosca e sono sicura che nessuno saprà neppure che si starà occupando di lei. E' molto discreto e saprà dirti quando sarà sicuro per lei poter vedere i bambini senza che corrano alcun rischio. > lo rassicura ripensando al modo disperato in cui Mekura, nonostante la paura e il dolore della sua situazione, le abbia continuamente chiesto dei ragazzi e di poterli vedere. Spera che questo basti a far calmare il Nara ma sa che probabilmente l'altro non sarà in grado di ragionare fino a quando non avrà messo in chiaro i propri stessi sentimenti in merito a quanto successo quel giorno stesso. Per questo Kaori va chiedendogli se vuole parlarne e dopo qualche attimo di silenzio Azrael si arrende. Sembra stanco, probabilmente sfinito dalla lunga e difficile giornata. Kaori riprende a carezzargli i capelli quasi inconsapevolmente, forse in un moto di conforto che lo aiuti a liberarsi ed aprirsi con lei. Lascia che lui le dica ogni cosa, che si sfoghi gettando fuori tutto quanto. Le dispiace pensare che in parte sia colpa propria per quel che è successo, ma non dice nulla. Non lo interrompe, non commenta, non pone alcuna domanda. Si limita a carezzargli teneramente il capo, sfiorando distrattamente con le dita la fronte di tanto in tanto mentre gli scosta qualche ciuffo ribelle dal viso. Il Nara prosegue, le racconta dello scontro, di come sono andate le cose fino a quando non arriva a rivelarle di quel colpo finale. Quella che per molti sarebbe potuta essere una sentenza di morte, come lo è stata per la madre di Azrael tempo addietro. La stanchezza cede nuovamente il passo a quello che più che rabbia par essere sgomento, autentico sconcerto. Panico. Kaori inspira a fondo dalle narici, silenziosamente, ricercando solo ora il suo viso con lo sguardo. < Potevi ucciderla. > riassume, alla fine, quasi con lapidaria sincerità. La cosa peggiore non era che Mekura aveva rischiato di morire. Era che aveva rischiato di morire per mano di Azrael. Nonostante l'evidente furia del Nara, Kaori sa che non si sarebbe mai perdonato una cosa simile. Sa che lo avrebbe segnato a vita, che ne avrebbe sofferto per sempre. Non avrebbe ripetuto quello che era successo con Kuricha. La ragazza tace per diversi interminabili istanti alzando lo sguardo per puntarlo verso l'orizzonte. < Mekura mi ha detto che le hai rinfacciato di averti sostituito. > inizia a dire lei con voce calma, bassa, la brezza serale a sfiorarle il viso e a penetrare fin dentro le ossa quando sfiora le parti bagnate del suo corpo. < Da quanto tempo ti portavi dietro questa ferita? > domanda, retoricamente, ben sapendo la risposta. Da quando è tornato. Da quando lei lo ha respinto. Dal giorno del loro primo bacio. < Immaginavo che la cosa ti avesse segnato, che forse non l'avevi totalmente accettata. Ma non pensavo bruciasse ancora così tanto. > ammette quasi con colpa, come se fosse stata una sua mancanza il non rendersi conto di cosa l'altro stava passando. Non immagina che, probabilmente, neppure lo stesso Azrael aveva idea di starci ancora rimuginando. < So che probabilmente non sono la persona giusta con la quale parlarne, dovrebbe esserlo lei, ovviamente... > mormora Kaori con un mezzo sospiro bloccato fra le labbra. < ...ma puoi sfogarti con me, se vuoi. > continua la ragazza, con tono basso, quasi un sussurro destinato a morire schiacciato dalla potenza dello scroscio della cascata. [ Rilascio del chakra: on ]

10:56 Azrael:
 In questo momento vorrebbe solo sapere cosa Kaori sta pensando. Non è più abituato ad avere confronti con lei senza la sicurezza del sigillo dell’empatia. Un po’, involontariamente, ricerca quel contatto mentale, anche se è stato proprio lui a scioglierlo da principio. Non perché non volesse sentirla o vederla, semplicemente perché rischiava di dover ricreare il fuuda, considerando la corsa controcorrente che ha fatto per darsi una svegliata. Fortunatamente pare che la ragazza lo renda partecipe di tutto ciò che sta pensando, pur senza il legame telepatico che li rende una cosa sola oramai da mesi. Non si trattiene dal dire che quella che sta facendo non è una scelta che spetta solo a lui, secondo il suo punto di vista. Non si arrabbia, non si sconvolge né la attacca. Semplicemente alza lo sguardo verso di lei, mostrando la freddezza ed il raziocinio che solo un Nara può avere in situazioni difficili e che richiedono un ragionamento distaccato ed attento. L’esposizione di un ragionamento logico è quel che segue le prime parole della Hyuga. < I figli sono di entrambi. Le decisioni che li riguardano andrebbero prese insiieme. > Chiosa, con la voce bassa e lo sguardo fisso di chi è fermamente convinto di ciò che sta dicendo < Ma lei, in questo momento, non è capace di intendere e di volere. > Conclude, arrivando all’unica conclusione che per lui abbia un senso, ovvero quella di escluderla da ogni decisione che riguardi Ai e Ken. < So che è profondamente attaccata a loro e so che anche loro le vogliono bene, ma se sono l’unico in grado di compiere decisioni razionali, allora spetta solo ed unicamente a me. Non sono un bambino e sono il primo a conoscere gli effetti della mancanza dell’affetto genitoriale, di certo non terrò loro nascosto il destino della madre, ma non ho intenzione di consentire contatti tra di loro prima di avere la certezza che quel che ha detto a me non esploderà anche in faccia a due ragazzini. > Non è una cosa a cui devono pensar adesso, certo, ma il Dainin non ha intenzione nemmeno di tornare sulle proprie decisioni in un secondo momento, non finché la situazione resta così com’è. < Per quanto lei mi faccia passare come lo stronzo che le ha rubato la famiglia io non ho mai tentato di tenerle lontano alcunché, fino ad ora. > Conclude, infine, in un sospiro stanco, che lo porta a spostare una mano dalla schiena della Hyuga per portarsela alla tempia, massaggiandola con la forza di chi ha bisogno di rilassare un muscolo tenuto in tensione troppo a lungo. Per quanto riguarda lo psichiatra il Nara non può che dirsi d’accordo col piano che la stessa Hyuga ha ordito per Mekura < Avevo in mente di chiederti una lista di tutti i luminari del settore e di pagare quel che mi sembrava più adatto. Persino di assumerli tutti, se fosse stato necessario, ma se ti sei già mossa per farlo al posto mio mi fido ciecamente. > Un sorriso gli incurva leggermente le labbra, coinvolgendo anche gli occhi in un moto di felicità e serenità. È contento che Kaori lo stia aiutando, è assolutamente certo che se anche Mekura fosse stata una sconosciuta per lei avrebbe comunque potuto contare sul suo appoggio, semplicemente perché Azrael ne avrebbe avuto bisogno. Il racconto di quanto accaduto solo qualche ora prima prosegue liscio, senza che Kaori si frapponga fra parole di cronaca e riflessioni personali da parte del Dainin, sino a che non sceglie di pronunciare due singole e semplici parole, che lo portano a sgranare gli occhi e a trasalire silenziosamente. “Potevi ucciderla.” Quell’eventualità non gli era sembrata reale per nessuna fase dello scontro, se non quando Mekura ha aperto le braccia, invitandolo a copire con quanta più forza aveva a disposizione. La corsa verso di lei, per quanto rapida ed istantanea, gli è sembrata scorrere a rallentatore. Mirava alla spalla. Un punto non vitale. Ma sarebbe stato in grado di cambiare il proprio bersaglio verso il petto, la testa, la gola, il ventre. Pochi centimetri più in là e l’avrebbe trapassata da parte a parte, con conseguenze molto più gravi di quanto avesse fatto Raido con la propria spada tempo prima. Poteva ucciderla, poteva decisamente ucciderla. E mentre questo pensiero si ripete infite volte, rimbalzando da una parte all’altra del cranio del Dainin, ecco che Kaori apre un altro discorso molto più personale, che coinvolge sia Azrael che Mekura e, neanche in maniera troppo indiretta, la stessa kaori. Lo sgomento che la sola idea di potersi macchiare dell’omicidio di Mekura si dirada per lasciar spazio ad un piccolo sorriso a mezza bocca, la mano si sposta dalla propria tempia sino al viso di Kaori, se lei glielo permettesse, per azzardare una carezza sulla sua guancia, per attirarne l’attenzione. < Tu non sei decisamente la persona adatta con cui parlare di questa cosa. > Il sorriso si allarga, scoprendo la dentatura candida ed illuminando gli occhi scuri d’amorevole tenerezza < Ma sei, al contempo, l’unica persona con cui voglio parlarne. > Le confessa, tirando i fianchi indietro in modo che possa alzarsi a sedere di fronte a lei, tenendo le gambe rivolte in maniera opposta a quelle della Hyuga. Tenterebbe di raccoglierle entrambe le mani per posarle assieme alle proprie sul di lei grembo, carezzandone dolcemente le nocche coi propri pollici. < E’ incredibile. Penso di riuscire a sapere cosa stai pensando anche senza il sigillo dell’empatia. > Ironizza lui, stringendole le mani con le proprie abbastanza forte da tentare di richiamare la sua attenzione su quanto sta per dire. < Voglio bene a Mekura. le vorrò sempre bene, questo lo sappiamo tutti e due. Ma io non sono più neanche lontanamente innamorato di lei. Non lo sarò mai più, neanche se dovessimo lasciarci prima o poi. > Enuncia con tutta la convinzione di cui è capasce, chinando il busto in avanti per posarle un tenero bacio sulla guancia < Non ci sono rimasto male perché ha trovato un altro. Per quanto vicino a me e eessere più potente del mondo possa essere. > Non ha propriamente idea del fatto che Kaori non si sia fatta un’idea a proposito del rapporto che Mekura ha col Rikudo Sennin, non quanto può averne lui, sia perché la conosce bene, sia perché ha potuto più volte avvalorare la propria tesi grazie all’empatia. < Non mi ha dato minimamente idea che ci fosse ancora un posticino per me nella sua vita. Neanche un posticino piccolo piccolo. È questo che mi ha scottato. > Ammette, infine, chiarendo quel punto su cui ha tanto meditato dal momento in cui si è riappropriato delle facoltà mentali che Kenbosho gli aveva tolto brutalmente. < Ma è una questione risolta, in realtà. Nessun chiarimento cambierà questa cosa, devo solo lasciare che l’ustione passi e che la pelle orta cada. Se le ho detto quella cosa era solo per testare la sua concentrazione. Se basta una semplice parola su un argomento sensibile a toglierle la forza di combattere, come posso pretendere che davanti al primo mukenin che minacci i nostri figli o che le dia della fallita lei non apra le braccia in attesa di farsi squartare? > Domanda retoricamente, sapendo che la risposta è che semplicemente non può aspettarselo, non dopo quanto ha appena visto. [ Chakra ON ]

12:00 Kaori:
 Non si scompone, Azrael, quando ascolta il discorso della Hyuga in merito al destino dei figli dello stesso. Non s'arrabbia, non scatta, non s'irrigidisce neppure. Permane disteso sul suo grembo voltando semplicemente il capo per guardarla, per puntare le iridi buie in quelle perlacee di lei mentre la notte avanza e la luce sfuma dietro l'orizzonte. Kaori l'ascolta e comprende quello ch'egli pensa. Non trova che abbia torto nel pieno senso della parola: comprende fin troppo bene il suo desiderio di proteggere Ai e Ken da una reazione avventata da parte di Mekura, ma al tempo stesso ritiene che l'altro si stia dimostrando troppo lapidario con la Hyuga. Per quanto i rapporti fra loro possano essersi incrinati e siano divenuti difficili, Mekura al momento è in seria difficoltà. Fragile, rotta, rischia di frantumarsi al soffio più deciso d'una tempesta: perdere Azrael o i loro figli in un momento simile è solo l'ennesimo trauma al quale potrebbe abbandonarsi invece di reagire. < Hai ragione su questo, non oserei mai dire il contrario. > principia Kaori volendo mettere in chiaro il fatto che non nega le decisioni altrui. < Anche io voglio bene ai ragazzi e non vorrei che si ritrovassero in pericolo per via di un genitore instabile. So che al momento sei la persona migliore che possa occuparsi di loro. > continua con sincerità, guardandolo, umettandosi le rosee. < Quello che intendo è che anche se non possono incontrarsi, potresti lasciare quanto meno che si scrivano. Sia per dare a Mekura qualcosa a cui aggrapparsi per andare avanti e sia per permettere ai ragazzi di continuare a rimanere in contatto con lei. Potresti visionare i suoi messaggi per assicurarti che non scriva loro nulla di inadeguato, ma... non troncare qualsiasi contatto fra loro. > specifica lei con voce dolce, bassa, chiarendo meglio quanto aveva voluto dirgli poco prima. Azrael le aveva espressamente e minacciosamente impedito di concedere alla Hyuga qualsiasi contatto con i figli, ma dopo aver visto le condizioni della ragazza, Kaori ha sperato di riuscire a strappargli almeno il permesso di concedere alla donna una corrispondenza con i ragazzi nel primo periodo. Quando poi Azrael va portandosi la mano alla tempia pronunciando quelle parole, Kaori si ritrova ad osservarlo con fare pacato, tranquillo, per dimostrargli di non avere alcun dubbio o alcuna incertezza nel momento in cui gli risponde. < Lo so. > dice semplicemente, in un sussurro, guardandolo dritto negli occhi. < Hai voluto solo recuperare del tempo con loro dopo quegli anni d'assenza. Con tuo figlio... > mormora lei addolcendo appena lo sguardo. < Quando ho scoperto che non sapevi che lei l'avesse preso con sé, mi sono sentita furiosa. > sorride amaramente lei rivelando per la prima volta quella verità. < E' vero che era un bambino qualsiasi in orfanotrofio ma... è ovvio che l'ha preso solo perché sapeva che fosse tuo. Come se potesse sostituirti. > La sua voce si spegne e lo sguardo si fa vacuo mentre osserva l'orizzonte davanti a sé, in silenzio. Voleva un pezzo di Azrael con sé dopo che lui è sparito. Ha preso un figlio che non le spettava. Un figlio di Azrael. In altre circostanze, Ken sarebbe potuto essere il suo bambino. Avrebbero potuto vivere tutti e tre insieme, magari. Avrebbe potuto aiutare Azrael a diventare un padre. Espira pesantemente dal naso scacciando quel pensiero, preferendo non crogiolarsi nei 'se' e nei 'ma' ma attendendosi a quella che è la realtà adesso. Torna ad osservare il Nara quando questi parla nuovamente e sorride a sua volta nel vedere il sorriso che nasce sulle sue labbra, stringendosi poi -poco dopo- nelle spalle. < E' la madre dei tuoi figli, una compagna Hyuga e siamo state amiche un tempo. > minimizza la cosa per giustificare il suo impegno nelle cure della ragazza. < Ti metterò in contatto con lui così potrà aggiornarti sulle sue condizioni. A conti fatti sei tu la sua famiglia. > spiega lei senza alcuna traccia di gelosia o fastidio, è semplicemente una constatazione. Mekura non ha genitori e non è propriamente ninja del Villaggio, la persona a lei più vicina a cui comunicare le sue condizioni è proprio il padre dei suoi figli essendo loro troppo piccoli per gestire tali informazioni. Lentamente la tensione che aveva accumulato durante la giornata al pensiero di incontrare Azrael per parlare di quella giornata, va svanendo. Riescono a parlare con tranquillità, con voce calma, passando da un punto all'altro della questione senza particolari difficoltà. Kaori esprime il proprio parere e Azrael esprime il proprio così che insieme arrivino ad un quadro più completo della situazione. E mentre il Nara si abbandona a quei lunghi attimi di silenzio dove pensa e ripensa a cosa sarebbe successo se Mekura si fosse fatta effettivamente colpire, Kaori va confessandogli una propria mancanza. Non si era mai accorta di quanto male avesse fatto, per lui, venir rifiutato dalla donna dopo tutti quegli anni passati nel suo inferno personale. Il ragazzo nel sentire le parole della Hyuga si ritrova a carezzarle il viso per sorriderle con tenerezza, andando a tirarsi su per mettersi a sedere di fronte alla ragazza. Kaori non si muove, non glielo impedisce: lascia ch'egli le sfiori la guancia e lo guarda negli occhi da sotto le lunghe ciglia scure mentre questi le rivela di volerne parlare con lei soltanto. Le strappa un piccolo sorriso piuttosto timido portandola ad abbassare per poco lo sguardo. Quindi le afferra le mani e risollevando lo sguardo Kaori torna a guardarlo mentre i loro palmi si abbandonano sul proprio ventre con dolcezza. Azrael riprende a parlare, le spiega quello che prova per Mekura e quello che ha provato quando fra loro si è venuta a creare quella frattura sempre più profonda. Le spiega che non è stata la sua nuova relazione a ferirlo e il modo in cui lo fa porta la Hyuga ad aggrottare appena le sopracciglia, fissandolo confusa. Essere più potente del mondo...? Vicino a lui? Ma allora Azrael sa chi è? Lei non l'ha mai saputo, anzi: quando aveva creduto di saperlo Mekura era parsa quasi sgomenta all'idea. Ma chi può esserci più potente di Azrael e che gli sia vicino? Il pensiero vola in un primo momento a Hitomu ma viene subito scartato. Mekura avrebbe anche potuto provare qualcosa per lui, ma Hitomu non avrebbe mai tradito la propria moglie e la propria famiglia. Yukio? Improbabile, erano stati insieme tempo prima e a quanto pare lui non la trattava proprio benissimo. Ma allora chi altri potrebbe essere mai più forte... Le iridi della ragazza si sgranano e le labbra si schiudono mentre ricorda il modo in cui Mekura aveva astiosamente parlato-- del Rikudo. La sola idea le sembra assurda e impossibile, eppure... tutto avrebbe senso. Azrael le aveva detto che erano amici e lui è capo dell'Akatsuki per cui sicuramente è in contatto con la jonin. E' probabilmente l'essere più potente che il mondo abbia mai conosciuto, se non secondo solo ai suoi precedessori possessori dello stesso potere. Ma non chiede, non osa. Non è il momento. Rimane però molto delusa del fatto di non averne mai avuto la più pallida idea, che una cosa così grande ed importante sia rimasta un mistero fra lei e la ragazza per anni. Richiude le labbra oscurandosi appena e quindi continua ad ascoltare Azrael cercando di non pensare a tutte le cose che Mekura non le ha mai detto, che le ha nascosto e taciuto. Non le aveva mai neppure espressamente detto che Ken era figlio di Azrael quando l'ha preso con sé, anzi. Quando Kaori ci aveva scherzato su aveva negato la cosa anche piuttosto aspramente. Si concentra sulle parole del Nara ritrovandosi spezzata fra il desiderio di consigliargli la cosa giusta e quello di allontanarlo definitivamente da una persona che, si rende conto adesso, non ha mai conosciuto davvero. Alla fine, però, si ritrova a cedere alla sua naturale predisposizione alla giustizia e abbassando lo sguardo sospira stancamente. < E' così? > domanda Kaori con la voce bassa, un po' spenta. < O è solo quello che ti racconti per convincerti che hai superato la cosa? Che non fa poi così male? > chiede forse in maniera un po' troppo cruda rialzando lo sguardo. < Da quel che mi pare di capire non avete mai affrontato davvero l'argomento. Starai macerando nei dubbi da anni. > continua Kaori gonfiando i polmoni. < Non ti sei mai chiesto quando è successo? Come? Se non si sia mai pentita di non averti aspettato? Cosa l'abbia spinta -davvero- a prendere Ken con sé? > Lo guarda negli occhi, non alza la voce, non è arrabbiata né ferita. Un sorrisetto amaro la porta ad alzare l'angolo destro delle labbra. < Io starei morendo dal bisogno di saperlo al posto tuo. Sarebbe totalmente comprensibile. > continua la ragazza con malinconico divertimento. < Sei stato fuori dal mondo per anni pregando solo di poter tornare da lei e quando finalmente ce la fai lei ti dice che ha un altro. > riassume Kaori cautamente ma con schiettezza. < Io sarei uscita di testa. Ma tu avevi appena affrontato la cosa peggiore che potessi affrontare, questo era solo l'ennesima beffa del destino. Sei andato avanti. Sei andato avanti perché hai visto di peggio, sei sopravvissuto al peggio. Perché sei la persona più forte che abbia mai conosciuto. Perché sei un guerriero. > Le sue dita andrebbero a tentare di intrecciarsi a quelle di lui, la voce a colmarsi di dolcezza e amore. < Non temo che tu la ami ancora. So che tieni a lei e che terrai a lei per sempre per quello che avete condiviso e che siete stati l'un per l'altra. Lo capisco. > riprende poco dopo lei annuendo piano col capo, quasi a rafforzare la serietà del suo dire. < Ma penso che tu abbia convissuto con questo tarlo per anni e che ti si fosse presentata l'occasione per metterlo finalmente a tacere, per cercare un confronto. > Sarebbe totalmente normale, plausibile e giusto dopotutto. Kaori stessa probabilmente non sarebbe riuscita ad attendere così tanto prima di tentare di ottenere delle spiegazioni. < Ovviamente questo è solo quello che penso basandomi su quello che io avrei provato. Solo tu sai cosa hai provato davvero, cosa provi davvero. Perciò se mi dici che volevi solo testare la sua concentrazione, ti crederò. > continua lei senza mai distogliere lo sguardo dalle sue iridi, i pollici a tentar di carezzare i suoi dorsi con lenti movimenti circolari. < Quale che sia la verità io sarò sempre qui a sostenerti ed aiutarti. Sarò sempre dalla tua parte, qualunque cosa accada. >

17:08 Azrael:
 Sicuramente, lo ammetterebbe senza problemi, ha un atteggiamento estremamente protettivo nei riguardi dei suoi figli. Un po’ per via del fatto che nessuno è stato allo stesso modo indulgente con lui, quando era un bambino, a parte la madre con cui non ha potuto trascorrere molto tempo. in parte anche per la sua forzata assenza, che lo ha portato via da Ai e, soprattutto, da Ken. È proprio per quest’ultimo che nutre un profondo senso di colpa. Perché lo ha abbandonato e nel momento in cui poteva essere pronto a prendersene cura, è stato costretto in un letto, rinchiuso nella propria mente. Non sa se è giusto o sbagliato quel che sta facendo, ma ne è assolutamente convinto. Non tornerebbe mai indietro sui propri passi. C’è anche da dire che arrabbiato con Mekura per il fatto che si sia appropriata di un qualcosa che non la riguardava assolutamente, ma non ha da rimproverarle nulla se non il fatto che non si sarebbe dovta mettere in mezzo, nonostante l’esilio psicologico del Nara, poiché il suo sconsiderato ed ingiustificabile gesto ha dato a Ken una vita certamente più serena di quanto avrebbe potuto avere in orfanotrofio. Non una vita facile, di certo, ma quantomeno l’affetto di una madre. Sa bene, o perlomeno non è difficile da intuire, che l’attaccamento della Hyuga al bambinno è puro egoismo. Non era neanche un vero e proprio essere umano, in principio, ma null’altro che un oggetto che gli ricordasse Azrael, come poteva esserlo la sua maschera o la sua casa o semplicemente un abito intriso del suo intenso profumo. Tutto ciò non ha importanza, ad ogni modo, perché Ken è stato accolto in una famiglia amorevole, con una sorellona, una madre e degli animali domestici, come tutti i bambini normali. Non avrebbe meritato altro che questo, perciò non ha mai aperto il discorso con lei né ha preteso il patrocinio sul piccolo. Non è un oggetto, non è e non sarà mai il pretesto per litigare co Mekura o il premio in palio di uno scontro da vincere contro di lei. Ha deciso di essere presente nella vita del piccolo coi tempi e con i modi giusti. Lo ha privato della madre biologica, uccidendo Jun, e del padre, andando via ed abbandonandolo a Kusa e non ha intenzione di togliergli anche questo. Anche la piccola Ai, rmai non più tanto piccola, risveglia lo stesso istinto paterno nel Dainin che lo porta ad essere protettivo forse anche oltr i limiti del normale. Ha sempre avuto l’impressione che lei lo preferisse, per quanto sia sbagliato ed ingiusto da ammettere. Mekura l’ha salvata, ma poi l’ha lasciata all’uscio di casa Kazama per andare a sbrigare delle faccende private con Yukio e l’Akatsuki. Il ricordo di quando si erano accordati che lei lo chiamasse solo ‘zio’ è ancora fresco nella propria memoria e lo porta a sorridere senza apparente motivo. Il ricordo della prima volta in cui lo ha chiamato ‘papà’, invece, lo porta a socchiudere gli occhi per tentare di trattenere la commozione. Quel che Kaori gli sta dicendo è giusto e sacrosanto e lo aiuta a ragionare più lucidamente di quanto abbia fatto da solo fino a questo momento. Le rivolge uno sguardo ricolmo di ammirazione e riconoscenza, cercando di farle capire con la sola espressione del viso che proprio questo è il motivo per cui lei è l’unica persona con cui sente di parlare, perché sa di poter avere sempre un aiuto, un conforto ed un giusto consiglio. Non si affiderebbe mai a nessun altro che a lei. < Hai ragione. > Capitola, infine, non tornando sulle proprie convinzioni per cambiarle, ma semplicemente per smussarne gli angoli acuminati e forse troppo irti, giugendo ad un compromesso accettabile. < Solo a patto che tu stia con me e legga i messaggi, per aiutarmi a giudicarli senza essere troppo brutale. > Le labbra si incurvano in un sorriso dolce, quasi supplichevole, cercando una risposta positiva a quanto le ha appena proposto, sebbene la cosa potrebbe essere difficile da attuare. < Tu, Ken, Ai e mia madre siete la mia famiglia e—non sono lucido quando accade qualcosa che vi riguarda. > Ammette con una buona dose di tenera consapevolezza nella voce. Le mani continuano a ricercarsi ed accarezzarsi mentre il loro discorso prosegue, mentre Azrael si limita ad un attento silenzio atto ad assimilare totalmente ogni singola parola che Kaori ha intenzione di elargirgli come fosse il più prezioso dei regali. Lo sgranarsi delle perlacee iridi della giovane lo porta a capire mote cose. Ha alluso alla relazione tra Mekura ed Akendo, il possessore del Rinnegan e la Jonin avrebbe provato rassegnazione o comprensione, qualora ne conoscesse i dettagli, ma dato che tutto quel che vede è sorpresa, mista ad un accenno di delusione, l’unica soluzione a cui il Dainin riesce ad arrivare è che Kaori non ne sapeva nulla. Non è un segreto che le sta tenendo, si sono ripromessi di dirsi tutto ed Azrael ha persino deciso di rivelarle la sua nuova appartenenza agli Anbu in veste di Yami, ma questo piccolo particolare non riguarda loro due in alcun modo. È la vita di Mekura, sono le sue scelte e, per quanto il Nara possa ritenerle sbagliate o di natura autolesionista, non sta a lui scoprire i suoi altarini con quella che si è sempre ritenuta una sua amica, al punto tale da chiederle di essere la sua testimone di nozze, ai tempi del famoso ‘matrimonio andato male’. < Parlane con lei. Lungi da me difenderla, ma questa volta penso che abbia davvero i suoi buoni motivi. > Buoni motivi per tenere nascosta la sua relazione con il Rikudo Sennin al mondo intero, i suoi buoni motivi per vergognarsi della maniera in cui il possessore del Rinnegan la tiene allo stesso modo nascosta ed insoddisfatta, i suoi buoni motivi, al tempo stesso, per stare con lui. Ma tutti questi buoni motivi, alla fin fine, sta unicamente a Mekura svelarli o meno. Da parte sua Azrael pensa unicamente che Kaori sia la persona più affidabile del mondo, ma sa allo stesso modo che Mekura è egoista ed insicura, cosa che l’ha sempre portata più all’ignavia, al non prendere decisioni, per paura di essere giudicata o che tutto vada el peggiore dei modi. Non può pronunciarsi oltre sull’argomento, anche perché lo stesso Akendo potrebbe prendersela con chiunque sia a conoscenza di quello che, evidentemente, vuole mantenere come un segreto. Il sigillo che l’uomo gli ha imposto lo porta a dimenticare qualunque cosa abbiano vissuto, qualunque cosa di cui abbiano parlato, di quella sera alla Magione dell’Hokage, immersi nell’incenso, in cui il figlio dei Kami chiese, per la prima di numerose volte, quale fosse il senso della sua vita. Non parlerebbe affatto così dell’uomo, se egli non avesse imposto alla psiche del Dainin di farlo. Non è mai stato solo un capo, ma un maestro, un padre, un fratello ed un amico. Il faro che lo ha condotto su una riva sicura nel momento in cui era naufrago in un mare in piena tempesta. Ma tutto questo sfuma dinanzi al volere ed al potere del Sannin, portando il Nara a spendersi in parole ed azioni aspre nei di lui riguardi. Ciò su cui verte il discorso alla fine lo porta ad inclinare leggermente il capo verso la propria spalla sinistra, un gesto che ha appreso dalla madre, che era sempre solito fare quando era bambino ed era incuriosito da qualcosa o qualcuno, quando non capiva. Un gesto che Kaori ha visto numerose e numerose volte, essendo lei l causa della nascita di un sentimento che va decisamente oltre la comprensione umana, che chiamare semplicemente ‘amore’ sembra quasi ingiusto. < Mi credi troppo buono. > Cerca di mantenere un tono serio, ma la sua dura e fredda espressione sfocia presto in una risatina divertita, un sogghignare dispettoso, quasi di scherno nei confronti della ragazza che ha di fronte e di cui continua a stringere saldamente le mani. < Pensi veramente che mi sarei tenuto questo dubbio per così tanto tempo? > Le domanda, retorico, a questo punto, dopo averla ascoltata ed aver preso atto delle paure che attanagliano il cuore della giovane Kaori. < Io non mento mai, né agli altri né tantomeno a me stesso. > Precisa, inoltre, rassicurandola sul fatto che ciò che sta dicendo non è in alcun modo una buga, da nessun punto di vista la si guardi. < Se sono curioso di sapere dopo quanto tempo è andata con qualcun altro? Certo! Sono interessato a parlarne con lei? Perché mai dovrei? > La risatina continua, potrebbe persino risultare fuori luogo ora come ora < Chiariamoci: non è che non me ne freghi nulla, è che sono perfettamente conscio del fatto che saperlo mi farebbe soltanto arrabbiare, senza sistemare le cose. Ho fatto esattamente la stessa cosa con Yukio, lui era assente, seppur per motivi diversi e lei è venuta a letto con me. Non mi ha sorpreso più di tanto il fatto che io abbia subito lo stesso destino. E saperlo o no, beh-- > Un sospiro pesante, ma ugualmente sarcastico gli scivola fuori dalle labbra appena schiuse < --insomma, hai capito. > Conclude, senza sentire il bisogno di terminare la frase, prima di prendere ad analizzare un altro punto fondamentale sul quale si è a lungo interrogato < Le persone sbagliano, Kaori. E Mekura ha sbagliato, stavolta. Che lei voglia ammetterlo o no, io non ho colpe in quuanto accaduto. Mi sono sempre dato anima e corpo per lei e comprendo perfettamente i motivi per cui abbia deciso di voltare pagina dopo anni… > Aggrotta le sopracciglia, cambiando lato di incinazione al capo, corrugando le labbra in un lento moto pensoso < …sempre che di anni si tratti… > Sottolinea, tornando poi col capo dritto e gli occhi puntati in quelli della Hyuga, per proseguire il suo dire < …ma conoscendo la verità di quanto mi è successo non posso condividere la sua scelta. Tutto qui. Cosa ne otterrei parlandone con lei? Altre urla? Altra pazzia? Altri litigi? Si limiterebbe a ripetermi ancora ed ancora che non sapeva cosa fare ed io avrei solo di cui arrabbiarmi, perché io sento di essere nel giusto. E poi andiamo, guardati… > Porta le iridi lontane dal suo viso per condurle sul usto, sul ventre madido dell’acqua del ruscello, sulle cosce sottili, ma toniche, prima di tornare indietro per ripuntare lo sguardo scuro, ma estremamente divertito sui di lei occhi < …mi sono ripreso più che bene, no? > Termina, in una risata stavolta non trattenuta affatto, ma liberata a pieni polmoni, con la lingua a far capolino tra i denti, una volta terminata, in una linguaccia piuttosto infantile, ma che fa decisamente parte di quell’Azrael più libero di essere se stesso che oramai Kaori conosce più che bene. [ Chakra ON ]

19:01 Kaori:
 Le labbra della Hyuga si distendono in un sorriso intenerito quando Azrael, alla fine, inizia a calmarsi nell'ascoltare le parole della Hyuga. Sa che non è una persona irragionevole o egoista. Sa che è solo accecato dalla preoccupazione per i propri figli e che per questo non accetta repliche sulla sua decisione. Tuttavia può accettare dei compromessi per evitare che le sue giuste considerazioni diventino troppo severe e limitanti, sia per Mekura che per i piccoli innocenti. Kaori annuisce guardandolo e quindi inspira dal naso per riempire i polmoni d'aria fresca. < Certo che sarò con te. Tutte le volte che vorrai, che avrai bisogno. > assicura lei con dolcezza, gentilmente, carezzando il suo viso con un lieve contatto delle falangi prima di ritrarre la mano e guardarlo con affetto, con quel sentimento senza nome che per semplicità chiama amore. Perché, insomma, è piuttosto sicura che quello che prova per lui vada ben oltre questo: quello che prova per il Nara è un'attrazione gravitazionale, è appartenenza, è bisogno. Destino. S'illumina dolce quando l'altro le rivela di come lei e la sua famiglia siano il suo punto debole e si ritrova ad inclinare di poco il viso per meglio osservare i lineamenti definiti del suo volto. < Lo so. Ma sono qui per questo, mh? > mormora lei con voce bassa, accomodante, snudando di poco i denti bianchi in quel dolce sorridergli. < Per darti una seconda prospettiva. > Avrebbe voluto dire che è lì per donargli dei limiti, una specie di controllo, ma in più occasioni entrambi hanno realizzato come sia proprio la sua vicinanza a privare l'altro della sua capacità di gestirsi. Rimangono lì, uno di fronte all'altro, ad osservarsi negli occhi mentre la notte avanza e l'acqua che ricopre il corpo del Nara va lentamente asciugandosi. La luce della luna che sfiora le zone ancora umide della sua pelle lo porta quasi a rilucere nel buio della sera donandogli un'aura argentata ed impalpabile che lo rende ai di lei occhi divino. Il suo angelo della Morte. Azrael le parla, le spiega il proprio punto di vista ed intuisce lungo il discorso che Kaori non era a conoscenza dell'identità della persona al fianco della compagna. Kaori annuisce abbassando lo sguardo e stringe le labbra in un moto di tensione. < Sì. Sì, non lo metto in dubbio. > dice poco dopo deglutendo, rialzando il viso. < Non penso di doverle chiedere nulla o di doverne parlare in generale. Con lei o con qualcun altro. > prosegue piano, stringendosi nelle spalle. < Se non me l'ha detto è perché non serve che lo sappia. Come molte altre cose, suppongo. > Abbassa inconsapevolmente la voce aggrottando le sopracciglia in un'espressione quasi critica. Odia sentirsi costantemente spiazzata da tutte le cose che solo quel giorno sta scoprendo della Hyuga. Dovrebbe smetterla di rimanere sorpresa a questo punto, no? < Non ce l'ho con lei perché non me l'ha detto. Non pretendo che mi venga a dire con chi si diverte o con chi vuole sposarsi. > Non sa esattamente che tipo di rapporto ci sia fra Mekura e quello che, a conti fatti, è piuttosto sicura sia il Rikudo Sannin. < Ma non so più cosa dovrei pensare di noi. Di me e lei, intendo. > continua rialzando lo sguardo prendendo un profondo respiro che le gonfia il petto. < Oggi ho scoperto tante cose di lei di cui non avevo idea. E negli anni non mi ha mai parlato di molte altre. > inizia a spiegare Kaori umettandosi le labbra, lasciando perdere lo sguardo lungo il corso della cascata. < Non mi ha mai parlato della tua assenza. Non mi sorprende troppo, al tempo praticamente non la conoscevo, ma anche nel corso del tempo ne abbiamo parlato una volta soltanto, quando mi rivelò che fra voi era iniziata praticamente per gioco, perché ti aveva detto di no e che ormai non sapeva se fosse mai stato vero amore visto come l'avevi abbandonata. > .. < Non mi ha mai espressamente detto che Ken fosse tuo figlio. La prima volta che lo vidi, un paio di mesi dopo averti visto l'ultima volta, scherzai dicendo che non sapevo che voi due aveste avuto un figlio, ma lei negò sarcasticamente, quasi irritata. Non sapevo che Daiko fosse suo fratello, non sapevo dove andava quando partiva sparendo per settimane se non mesi e non sapevo che lei e Raido si fossero affrontati. > Si umetta le labbra tornando a guardare Azrael, la diga sembra essersi rotta e ora non riesce a fermarsi. < Non sapevo che avesse un'altra persona figuriamoci che fosse-- > si ferma prima di pronunciarne il nome, trattenendosi. < presumibilmente chi credo che sia e non sapevo che fine avesse fatto quando è sparita per mesi nell'ultimo periodo. > conclude fermandosi e boccheggiando per un istante, quasi svuotata da quella lunga confessione. < Cosa sapevo di lei? > domanda alla fine cercando solo ora lo sguardo del Nara. < L'ho considerata un'amica nonostante tutti i nostri trascorsi. Nonostante le liti, nonostante le insensate gelosie solo perchè Katsumi Uchiha mi aveva chiesto aiuto invece che a lei o nonostante stesse praticamente flirtando con Raido davanti a me! L'ho considerata amica anche dopo quello che è successo con Cappuccio Rosso, ho pianto sulla sua spalla, abbiamo bevuto assieme, le ho chiesto di essere mia testimone di nozze! > esclama liberando solo ora la delusione per un'amicizia fantasma di cui solo ora si rende pienamente conto. < Ma io cosa sapevo di lei? Ha mai avuto abbastanza fiducia in me da dirmi qualcosa che avesse una qualche importanza? > La sua voce si affievolisce mentre si ritrova a rendersi conto che... no. Neppure di Hiashi aveva saputo da lei, era stata Shade a dirglielo quando era andata a casa sua. Si sente svuotata da quella consapevolezza sentendo le spalle abbassarsi e il fiato mancarle dai polmoni. < Ma immagino sia inutile pensarci ora. In ogni caso non è che possa affrontare un argomento simile con lei considerate le sue condizioni, perciò... > lascia cadere la frase cercando di convincersi a non pensare più a lei, al loro passato, a quello che aveva pensato fossero e che non sono state mai. Preferisce incentrarsi su Azrael, sul rapporto che *lui* ha con Mekura così da chiarire i suoi sentimenti non tanto verso di lei ma verso il passato che hanno condiviso. A quanto pare però aveva interpretato male i pensieri altrui, basandosi fin troppo sul modo in cui lei stessa avrebbe reagito. Il ragazzo è quasi intenerito delle sue parole e sorridendole -o ridendo dolcemente di lei- le stringe le mani con fermezza, spiegandole la verità. Non ha mai mentito né a loro né a se stesso. Aveva delle domande, certo, ma non le ha mai poste perché non avrebbero cambiato nulla fra loro. Avere o meno delle risposte non avrebbe sistemato le cose, al massimo avrebbe solo potuto fare più male. Kaori capisce che ha ragione e poco per volta sente quell'enorme peso alleviarsi dal suo petto. Entrambi capiscono che Mekura fosse incastrata in una situazione difficile. Un ragazzo scomparso che non era in grado di rintracciare e un'alternativa migliore dall'altro lato. Nessuno avrebbe potuto pretendere che rimanesse in attesa per sempre del suo ritorno ma... Azrael non l'ha mai abbandonata. Ha continuato ad amarla bloccato fra la vita e la morte fino a quando non è riuscito a tornare da lei. E lei? Beh, lei non c'era più. Kaori annuisce quando Azrael sospira prendendo quella piccola pausa. Non sente di avere nulla da dire in merito, preferendo lasciare a lui la parola e si ritrova ad ascoltarlo spiegarle come anche parlarne con lei non avrebbe avuto alcun senso. Adesso capisce, adesso è più chiaro. E si ritrova a sorridere anche lei quando Azrael stempera la tensione con quella risata, con quella linguaccia unica nel suo genere per via del pezzetto di lingua che all'altro manca sulla punta. Arrossisce appena, sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio, prima di tornare ad osservarlo negli occhi ed inspirare a pieni polmoni l'aria della notte. < Sono felice che siamo riusciti a parlarne. > confessa Kaori più leggera, più tranquilla, sentendo la tensione svanire poco a poco da loro mentre le sue mani rimarrebbero morbide in quelle dell'altro. < Forse ero io quella col tarlo nella testa. > ridacchia alzando gli occhi al cielo, snudando i denti candidi. < Ma in ogni caso... adesso andrà tutto per il meglio, vero? > mormora la Hyuga cercando lo sguardo di lui. Ora che tutto è venuto fuori, che Azrael si è sfogato, che Kaori ha avuto le sue rassicurazioni, che Mekura ha trovato qualcuno che cogliesse la sua disperata richiesta d'aiuto ed attenzione. Lo guarda quasi con fare vulnerabile, stanco, ritrovandosi questa volta ad essere lei a muoversi; mettendosi sulle ginocchia scioglie l'intreccio delle sue mani con quelle di Azrael per andare a sporgersi verso di lui e sistemarsi sulle sue gambe, rannicchiandosi contro il suo petto. Circonda le sue spalle con le leve superiori, lo guarda dal basso e si perde in quel breve attimo di tenerezza per ricercare, fra le sue braccia un porto sicuro. [ Rilascio del chakra: on ]

11:26 Azrael:
 Ascolta quanto Kaori ha da dirgli, senza mai abbandonare il di lei viso con lo sguardo, senza mai allontaarsi da lei né col corpo né col proprio animo in subbuglio. La tempesta che lo agitava ora si è calmata, lasciando solo placide onde ad infrangersi contro gli scogli. Di qualunque emozione negativa egli sia schiavo, Kaori sa sempre come calmarlo. Come prendere le emozioni di Azrael, plasmarle, persino cullarle tra le sue braccia, finché non resta altro che semplice carbone ardente di un incendio ormai estinto. Resta per un attimo, un lungo ed intenso attimo, in silenzio. Preso dalle proprie considerazioni su Mekura, considerazioni che riguardano la propria persona, ma anche le due Hyuga. Non le risponde da subito, lasciando che le di lei parole si disperdano nello scrocio costante della cascata, nell’aria fresca e rigenerante della sera che avanza sopra le loro teste. La accoglie sulle proprie gambe, contro il proprio petto, posandole un tenero bacio tra i capelli, in prossimità della fronte. sospira lungamente, mettendo insieme le idee prima di riprendere a parlare, prima di riprendere un discrso che non ha un vero e proprio punto preciso, ma che è terapeutico per entrambi in quanto funzionale a tirar fuori tutte le turbe che attanagliano la psiche dei due amanti. < Era diversa, prima. > Esordisce il Nara, riferendosi chiaramente alla donna per cui Kaori prova quel profondo senso di delusione e smarrimento. < Quando sono tornato e mi ha detto che, ormai, era cambiata al punto tale da non potersi permettere di stare con me mi sono accorto che aveva ragione. > Spiega, cercando di ricordare dettagli antichi, che risalgono ad anni prima, non solo relativi alla storia che hanno vissuto, ma anche alla personalità stessa della Hyuga, cambiata negli anni in maniera così profondamente drastica < Io… non so cosa le sia successo, ma prima gioiva quando le portavo un dorayaki o una porzione di ramen, adesso preferirebbe lamentarsi di come il cibo non sia più quello di una volta. > Porta un esempio all’apparenza stupido, ma che dovrebbe risultare piuttosto calzante per spiegare quel che pensa ci sia nella mente della donna. < E’ successo qualcosa, una serie di cose, che l’hanno portata a non apprezzare più nulla. Il suo piatto preferito, l’abbraccio di un figlio, l’amicizia incondizionata con te… non so se sia colpa della mia sparizione o di qualcosa accaduto dopo, ma-- > Si ferma, passando la mancina tra i capelli scuri, prima di riportarla al proprio posto, tra le mani della Joni < --non penso davvero quello che le ho detto. Non penso che lei faccia appositamente le scelte sbagliate per potersi piangere addosso. Deve esserci qualcosa di più profondo. > Conclude, sollevando gli occhi al cielo, osservando la maniera in cui il manto scuro della notte si puntella di fulgide stelle, come la luce della luna diventa più intensa e piena. < Ha bisogno di aiuto. Ha bisogno di andare avanti e io non posso darle una mano. Non è giusto per nessuno di noi che io mi metta in mezzo. > Uno dei tratti fondamentali del carattere del Dainin è quello di aiutare, di salvare, di risolvere sempre i problemi che gli si parano innanzi, ma questa volta non può. Non è più suo il compito di risollevare Mekura dopo averla vista inciampare e cadere, ma l’idea di lasciarla marcire nell’abisso da cui non riesce a trovar via d’uscita lo logora profondamente. < Non è perché io provi ancora qualcosa per lei, sia chiaro. Non è neanche propriamente per l’affetto amicale che ci lega. È solo che—io sono considerato uno tra gli esseri più potenti del mondo. Azrael, Hitomu, Yukio e Akendo. Coloro i quali sono in grado di fare qualunque cosa, di compiere l’impossibile. > Enuncia, sorridendo amaramente a quella rivelazione così intima e profonda che mai aveva trovato voce, che mai aveva raggiunto l’udito di un’altra persona. Nemmeno Azrael, si rende conto, aveva mai sentito quelle stesse parole uscire dalle proprie labbra, essendo rimaste unicamente un pensiero onnipresente e lacerante. < Quando questa è la considerazione che il mondo ha di te, inizi inevitabilmente a pensare che qualunque cosa di brutto accada sia colpa tua. Quando ti narrano come una leggenda o quando ti venerano come un Dio… ti rendi solo conto di essere il più impotente tra gli uomini. > Abbassa il capo, a questo punto, continuando a sorridere malinconico ed amaro, rimproverandosi quasi di aver compiuto quella riflessione che, magari, non importa a nessuno, che nessuno potrebbe comprendere a pieno. Chi mai potrebbe capire le sofferenze di una persona sulla quale sono puntati tutti gli occhi del mondo. Quando tutti si aspettano che quel che fai ogni giorno sia uccidere Kuugo Gaito e salvare Konoha dalla distruzione, incolpandoti quando, invece, tutto quel che vuoi fare è fumare una sigaretta in compagnia della donna che ami, sul divano di casa tua. [ Chakra ON ]

15:16 Kaori:
 Si adagia fra le sue braccia lasciando che lui la tenga stretta a sé, come una bambina che si fa cullare, innocente, dal forte abbraccio di un genitore amorevole. Trova accoglienza e riparo contro il suo petto e cala lenta le palpebre quando le labbra di Azrael vanno a sfiorarle la fronte in un bacio che sa di protezione e tenerezza. Sorride d'istinto, timidamente, confortata da quel semplice gesto e si rilassa in quel silenzio ora calmo che precede il discorso del Nara in risposta al suo sfogo non programmato. Inspira a fondo l'aria notturna delle cascate sentendo i polmoni gonfiarsi e il petto alzarsi. Ascolta attenta, rilassata la voce calma e rassicurante del Dainin andando a disperdere lo sguardo di fronte a sé, oltre il braccio dell'altro. Azrael ha un ricordo diverso di Mekura rispetto la persona che ha conosciuto da quando è tornato da quegli anni di Oblio. Ricorda una ragazza allegra e sorridente, capace di gioire delle piccole cose che la vita aveva da offrire. Kaori, a ben pensarci, non ha mai avuto quel ricordo di lei. Ma, dopotutto, lei ha avuto modo di conoscerla solo dopo l'assenza di Azrael e pertanto -forse, a cambiamento già avviato. Può essere che sia stata proprio la mancanza del Nara a generare un simile mutamento in lei? Kaori si sofferma a pensare a come una eventuale partenza di Azrael avrebbe potuto influenzare la sua vita e tituba. Sicuramente avrebbe avuto importanti conseguenze nella sua vita e nella sua personalità, ma non sa quanto profonde e palesi. La Hyuga si umetta le labbra rimanendo rannicchiata contro il corpo umido del Nara e quindi ricerca il suo sguardo mostrandogi un sorriso piccolo, appena accennato, a labbra chiuse, quasi amaro. < Lo so. > mormora semplicemente, ben sapendo che parte delle cose che ha detto alla ragazza non le pensava davvero. Dettate da insoddisfazione e rabbia accantonate nel tempo e alimentate dal racconto di Cappuccio Rosso e di quanto accaduto alla stessa Kaori in quell'occasione. < E sì, è vero che ne ha passate tante da quando te ne sei andato. La storia di Cappuccio Rosso per lo più credo sia stato l'evento peggiore considerando che ha visto coinvolta sua madre, la morte del fratello e l'utilizzo dei suoi ovuli per creare bambini-esperimenti che sono stati poi praticamente macellati. > spiega Kaori per quel che può immaginare, basandosi su quello che di certo sa l'altra ha vissuto. Non sa di wonderland, non bene per lo meno, data la sua assenza, o del dolore vissuto a causa della relazione complessa con il Rikudo. < Ma come reagire a tutto questo è una sua scelta. Voglio dire... se ti rendi conto che le cose non vanno, che tutte queste cose ti stanno disintegrando, perché continuare a tentare da sola? > domanda poi, quasi retoricamente, senza rivolgersi ad Azrael in modo particolare in quel dire. < Avrebbe avuto aiuto da chiunque. Le saremmo stati vicini... Io, Hiashi, suo zio... Forse persino Raido. > sospira Kaori stringendo le labbra, abbassando lo sguardo. Azrael lo solleva per osservare il cielo trapunto di stelle e quel che dice porta Kaori a tacere per un lungo istante, risollevando il viso verso di lui in attesa di sentirlo continuare. Quello che l'altro si ritrova a confidarle a quel punto porta Kaori a sistemarsi meglio sulle sue gambe per sedersi ben dritta, con la schiena eretta ed il viso a poca distanza dal suo. Lo guarda negli occhi scorgendo un nuovo lato del Nara, una responsabilità pesante e gravosa di cui l'altro non le aveva mai fatto accenno prima di questo momento. Proprio con Mekura aveva fatto un discorso simile poche ore prima, paragonando Azrael alle altre leggende viventi della loro generazione: Hitomu, Yukio, Akendo. Esseri dotati di un potere eccezionale e privo di paragoni od eguali, in gran parte dipendenti da forze che abitano il loro corpo più che per semplice talento innato. Sembra sconfitto nel modo in cui si apre alla ragazza, abbassando lo sguardo con quel risolino malinconico ad incurvargli le rosee. Kaori l'osserva silente per diversi interminabili istanti prima di ritrovarsi a sollevare la destrorsa per poggiarla sul viso del Dainin. Tenterebbe di posarla sulla guancia, sullo zigomo, alzando di poco il suo volto per portarlo a guardarla negli occhi facendo scontrare le loro iridi in quella magica fusione di nero e di bianco, tipica del loro rapporto. < Ma tu non sei un Dio. > dice con voce bassa, morbida, la Jonin. < E quello che succede nel mondo non è una tua responsabilità. > continua piano, con dolcezza, tentando ora di andare a sistemarsi così da sedersi frontalmente a lui, le cosce a sistemarsi ai lati del suo corpo, stringendogli i fianchi. Non v'è niente di malizioso o provocatorio nel suo fare -nonostante l'orlo del maglione a risalire le sue cosce fino a coprire il suo corpo il minimo essenziale; semplicemente vuole mettersi di fronte a lui e guardarlo dritto negli occhi per esprimersi al meglio possibile nel suo dire. < Sì, sei uno degli uomini più potenti al mondo, è vero. > annuisce lei concedendo quell'incontrovertibile verità. < Ma è questo che sei. > sorride allora con dolcezza, con affetto, carezzando lo zigomo altrui tramite un lento movimento del solo pollice destro se egli le avesse in precedenza concesso di porre la mano sul suo viso. < Un uomo. > Lo scroscio della cascata riempie il silenzio che si viene a creare fra loro mentre le iridi perlacee della ragazza rimangono ben fisse in quelle del giovane volendo mostrargli la sincera convinzione delle proprie parole. < In guerra, in missione, al Consiglio potrai anche essere il Dainin della Foglia, il leggendario Azrael Nara, persino il temibile luogotenente Yami > sussurra più a bassa voce quest'ultima parte sapendo inconsciamente che è un segreto che neppure lei dovrebbe conoscere e che proprio per questo non dovrebbe mai trovar voce. < Ma questo non toglierà mai, *mai* il fatto che tu sei e sarai sempre prima di ogni cosa Azrael. Solo Azrael. > continua con determinazione, con convinzione, senza alzare il tono in alcun modo. < L'Azrael che odia alzarsi presto al mattino perché vuole rimanere a letto a dormire e che ama il ramen di manzo che cucina sua madre. L'Azrael che gira per casa senza maglia e a piedi scalzi e che non esce di casa senza prima aver terminato il suo rituale di bellezza mattutino. L'Azrael che si diverte a comparire alle spalle delle persone per sorprenderle e mettersi anche un po' in mostra. > sorride lei con affetto, con dolcezza, andando ad avvicinarsi per poggiare la fronte contro la sua e quindi chiudere lentamente gli occhi. < Di Dei e leggende al mondo ne esistono a sufficienza. Ma di Azrael... ne esiste uno soltanto e non ce ne sarà mai un altro dopo di te. > Solo ora riaprirebbe piano gli occhi solo per soffermarsi, silente, a perdersi nelle profondità dello sguardo che più ama al mondo. Quello dell'uomo che ama, dell'uomo al quale ha affidato il proprio cuore e la propria anima. Quello dell'uomo che sente il peso del potere degli Dei. [ Rilascio del chakra: on ]

11:44 Azrael:
 Quel che i due sanno su Mekura dipinge un’immagine della donna molto diversa. Kaori ha avuto l’occasione di vedere l’amica e compagna d’avventure quando il cambiamento stava già avvenendo in lei, quando la felicità sembrava averla già abbandonata del tutto. Il Nara invece ricorda, sa, che c’è stato altro in lei, in momenti passati della loro vita. Non era una vosa che aveva a che fare puramente con la loro relazione. La ricorda seguire con gli occhi ogni uomo affascinante che le passasse accanto, arrossendo vistosamente per la vergogna di quanto aveva appena fatto, l’ha vista gioire per missioni compiute, per promozioni ricevute, per tecniche apprese con successo. Forse è questo il problema. Che quanto di negativo le sia accaduto nella vita ha surclassato quanto c’è di positivo. È un problema che ha chiunque sia arrivato al loro livello, è una cosa che riporta nella mente del Dainin un ricordo vivido, che lo porta a sorridere e a ricercare il volto della ragazza col proprio sguardo color pece. < Anni fa, davanti al bancone di Ichiraku. > Sentenzia, apparentemente slegato da qualunque discorso i due stessero facendo. < Vidi seduta sullo sgabello una bellissima ragazza, si vedeva lontano un miglio che fosse una giovane di belle speranze, che ancora non aveva neanche finito l’accademia. > Il sorriso gli incurva immediatamente le labbra, portandolo a scoprire il sorriso candido, i canini affilati < Si notava anche che fosse Hyuga, con quel portamento nobile e raffinato, ma coperto da un velo di adorabile timidezza. > Il cuore gli accelera nel petto, ricordando il loro primissimo incontro, un breve attimo che sancì un cambiamento radicale nella vita di entrambi, che avrebbe portato, anni dopo, a quanto di più bello sia mai capitato nella vita del Dainin. < Lei mi disse che nel mio sguardo aveva visto della malinconia, della tristezza. Ricordò che la stessa emozione la vide anche negli occhi di Kurako Senju, membro dell’Akatsuki. > Prosegue, ricordando ogni singolo attimo come se lo stesse vivendo in quell’istante, con lo sferragliare della cucina e le imprecazioni di Ichiraku dovute al suo ennesimo arrivo inaspettato tramite l’uso della Dislocazione. < Le spiegai che, prima o poi, tutti arriviamo ad avere quello sguardo. La consapevolezza di avere tanto potere, ma che quel potere non basta per rendere felice né la nostra vita, né quella delle persone che amiamo. Tentai di dirle che la vita di un ninja è piena di frustrazione e di insoddisfazione, ma il modo in cui lei non si fece abbattere mi fece prendere la migliore decisione della mia vita. > Lascia che la mano della Jonin gli si posi sul viso, incatenando i loro sguardi, con le iridi d’onice di lui a farsi brucianti, scintillanti di un sentimento che definire amore sarebbe riduttivo. < A volte non è una scelta. A volte è troppo difficile chiedere aiuto. A volte vorresti solo dimostrare a te stesso che ce la puoi fare da solo. E quando non ce la fai… > Nessun sorriso amaro, stavolta, ma la semplice serenità del contatto con la donna che ama, la tranquillità che è stata generata da un lavoro interiore di anni, che lo ha portato vicino alla rassegnazione, alla disperazione più totale. < E’ questo, ciò che cercavo di dirti quel giorno da Ichiraku. Prima o poi, con conseguenze più o meno disastrose, questa sorte tocca a tutti. Nonostante ciò, col tempo e con le batoste della vita, tutti ci rendiamo conto che non è più il caso di essere testardi e facciamo, finalmente, la scelta giusta. > Si allungherebbe, a questo punto, per psarle un affettuoso bacio sulla punta del naso, dopo averla accolta su di sé. Quel che sta cercando di dirle è che, semplicemente, Mekura tornerà sui propri passi, come è naturale che sia, almeno secondo il punto di vista del nara. Che anche lui ha passato un momento del genere, che lo ha tenuto lontano per anni, immerso nelle calde dune del deserto di Suna. Da solo, per quanto la propria mente può ricordare, ma se anche ricordasse di aver vissuto quei tre anni con Akendo, nulla cambierebbe. Non ha ricercato l’aiuto del Rikudo. Erano due persone sole che si trovavano nello stesso posto. Insieme, ma non per questo meno sole. Le cosce della ragazza gli si stringono attorno ai fianchi, percepisce chiaramente l’orlo del maglione risalirle la pelle candida, la carezza della di lei mano sul proprio zigomo. Il sorriso gli si fa più affilato, malizioso ed allusivo, gli occhi si incupiscono in quella maniera singolare che Kaori, ormai, conosce perfettamente. Desiderio. Desiderio di unirsi a lei, non tanto fisicamente, quanto più coi loro spiriti, come fossero uno soltanto formato dalla perfetta commistione di bianco e nero. Le mani si poggerebbero sulle porzioni di pelle che il maglioncino ha lasciato scoperte, scorrendo verso l’alto sino a raggiungerle i fiachi per tirarla con forza a sé. < Lo so. > Ammette, sempre con quell’affilato sorriso a decorargli il volto reso ancor più pallido dalla luce della Luna. < Ma la mia quotidianità è qualcosa che appartiene solo a te. A tutti gli altri è permesso conoscere solo la leggenda. L’uomo che ha ucciso Kuugo, sulla cui testa pende la responsabilità di essere il figlio di Khalux Nara. Scelgono volutamente di ignorare tutto il resto. Se solo sapessero di mia madre, di quel che lei ha fatto e di quel che io ho fatto a lei, inizierebbero a guardarmi in modo diverso. > Non è un qualcosa che lo mette a disagio, il modo in cui ne parla è semplice, naturale, figlio di un’accettazione durata anni, di una consapevolezza arrivata solo dopo molto, molto tempo. < Hanno bisogno di questo. Hanno bisogno di credere che siamo invincibili, altrienti, se vedessero che non siamo nulla più di loro—crollerebbe tutto. > China il capo, affondando la guancia nel palmo della Hyuga, ricercandone il contatto con maggior convinzione, consapevole del fatto che ne ha assolutamente bisogno < E’ un concetto che, se ci pensi bene, appartiene anche a te, adesso. sei la guida degli Hyuga. Loro credono in te e non possono, non devono pensare che tu possa vacillare. Chi li reggerebbe, altrimenti? > Le domanda retoricamente, lasciando che la Consigliera possa trarre le proprie riflessioni da tutto quel discorso introspettivo, forse diretto solo ad un vicolo cieco, da cui non c’è uscita, ma di cui – ha sempre pensato – tutti coloro i quali occupano quel posto, quel ruolo su un invisibile piedistallo, devono prendere atto. [ Chakra ON ]

13:14 Kaori:
 La notte avanza, la brezza soffia e poco per volta i loro corpi si asciugano lì dove l'acqua della cascata -o Azrael- li aveva bagnati. Kaori permane di fronte al Nara osservando i suoi meravigliosi occhi scuri ascoltando dunque quanto egli ha da dire e si ritrova a sorridere abbassando delicatamente lo sguardo quando capisce a cosa l'altro stia facendo riferimento. Il loro primo incontro. Quello che era iniziato come un giorno qualunque per una giovanissima deshi di Konoha e che poi aveva finito col diventare uno dei più importanti della sua intera vita. Il giorno in cui Kaori Hyuga conobbe Azrael Nara. Il giorno in cui tutto ebbe inizio, il giorno in cui nessuno dei due ancora sapeva di aver trovato ciò che aveva sempre cercato fin dal loro primo vagito. Sorride rialzando lo sguardo ricordando assieme a lui i dettagli di quel giorno, di quell'incontro a cui ha pensato spesso in quegli anni di separazione e, ancor di più, in quei mesi di unione. Ascolta silente, continuando a sorridere con garbo, con grazia, senza mostrare la dentatura candida, con le labbra pressate in una linea sottile e un lieve rossore ad accenderle le guance. La mano di Kaori va dolcemente a posarsi sul viso del ragazzo che, senza ritrarsi, accoglie quel contatto senza mai smettere di guardarla, proseguendo fino ad arrivare al nocciolo della questione che porta la Jonin ad espirare piano e quindi annuire, comprensiva. < Sì. Lo so... > mormora quasi come se parlare ad un tono di voce più alto potesse infrangere l'incantesimo che pare averli appena avvolti in una magica bolla di serena pace. Capisce quello che l'altro intende comunicarle, in quanto ella stessa in passato ha avuto quello sguardo. Ha sentito sulle spalle la stessa stanchezza. E rendendosi conto di non farcela, di sentirsi *rotta*, ha lasciato ogni cosa per ritrovare se stessa. Quel viaggio ha comportato più svolte nella sua vita di quanto al tempo potesse arrivare a comprendere, realizza ora. Al ritorno da quel viaggio Kaori si sentiva nuovamente sana, completa, forte, ma a quale prezzo? Aveva perduto Raido, per poco anche Kouki ed il futuro che insieme avevano progettato di costruire. Al tempo le sembrava di aver perso ogni cosa. Ad oggi si rende conto che separarsi da lui allora è stata la scelta migliore che avesse mai potuto fare. Non solo perché aveva tutti i diritti di rimettere a posto ciò che Cappuccio Rosso aveva distrutto, ma anche perché quel periodo di separazione l'ha preparata, alla fine, ad accogliere quello che ad oggi si è rivelato essere l'amore ultimo della sua vita. < Ci sono passata anche io. Non molto tempo prima del tuo ritorno, in verità. > sorride la ragazza senza amarezza, ricordando quasi con affetto quel periodo che ha tanto significato per lei e la sua crescita. < Dopo aver sconfitto Cappuccio Rosso credevo che la mia vita sarebbe tornata a posto. Che sarei stata meglio. Nel periodo in cui lo avevamo cercato ero accecata dal desiderio di vendicarmi di lui per quello che mi aveva fatto, per quello che aveva fatto a mio padre prima e dopo la sua morte. > Il viso di quel fantoccio sul quale era incollata la pelle del volto di Naru Hyuga ancora la perseguita nei sogni, talvolta, una immagine che non avrebbe mai dimenticato. < Quando l'ho avuto finalmente davanti non ho esitato a ucciderlo. Lo volevo come non avevo mai voluto altro in vita mia. > Nella sua mente ricorda il modo in cui la sua mano aveva strappato le sue viscere esattamente come se stesse sventrando un pesce appena pescato. < Ma dopo la sua morte, alla fine, non è cambiato niente. Io ero stata comunque rapita, mio padre era comunque morto, non mi fidavo comunque del mio clan. Avevo raggiunto un obiettivo fasullo, la mia vita era ancora a pezzi. > spiega lei ricordando la desolazione provata in quel periodo. < Avevo solo ucciso un uomo. A sangue freddo, nel momento di maggiore vulnerabilità. > scrolla le spalle con freddo distacco al pensiero, quasi estraniandosi da se stessa nel ricordare qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare. < Mi resi conto che qualcosa in me non andava nonostante mi stessi buttando a capofitto nel mio rapporto con Kouki e nell'imminente matrimonio con Raido. Così me ne andai. > Si ferma un istante carezzando, dolce, lo zigomo del Nara. < Viaggiai per il mondo assieme ad Asia ed affrontai il mio Demone. Alla fine, dopo mesi, ritrovai me stessa. Superai quello che era successo e decisi di andare avanti. Non mi ero mai sentita così bene in tutta la mia vita come quando capii che era finita. Che ero uscita da quel laboratorio, alla fine. > Quello dentro la quale era rimasta rinchiusa dentro la propria testa. Si schiarisce la gola e quindi annuisce. < Quindi, sì. Credo di capire quello che intendi. > conclude alla fine prima di lasciar modo allo stesso Dainin di sfogarsi, di esprimersi, volendolo solamente cullare fra le proprie braccia per scacciare ogni timore, ogni paura, col proprio amore. Gli sale addosso, letteralmente, sedendosi sulle sue gambe stringendo le cosce attorno ai suoi fianchi per guardarlo dritto negli occhi e tenta come può di rassicurarlo portandolo dunque a poggiare le proprie mani sulle proprie cosce. Il gesto le fa risalire un brivido caldo lungo la schiena mentre lo sguardo d'onice di lui diviene in un attimo il bruciante vortice di due buchi neri pronti a divorare ogni cosa. La sua voce graffia i sensi della Hyuga la quale comunque ascolta attenta il suo dire comprendendo le sue parole ed il suo discorso. Azrael s'abbandona al contatto con la mano di Kaori che, teneramente, lo carezza piano inducendola infine a sorridere ed annuire. < Hai ragione. > mormora con semplicità sorridendogli con una punta di viva malizia nella voce, nel sorriso, ritrovandosi quindi, lentamente, a far scivolare la mano dal di lui viso al petto tramite un contatto diretto delle sue unghie contro la sua pelle. Un contatto evanescente, leggero, atto non a ferirlo ma a provocarlo mentre le sue labbra si avvicinerebbero al suo orecchio per sfiorarlo a tratti durante il suo successivo dire. < Quindi... il tuo essere *uomo* mi appartiene, mh? > mormora con un filo di voce andando ad afferrare fra i denti il suo lobo, sorridendo ancora divertita dalla prospettiva di quel repentino cambio d'atmosfera. < Solo a me? > domanda rilasciando la pressione dei denti contro la sua carne, per guardarlo, ora dritto negli occhi, ergendosi con la schiena in tutta la sua altezza pur rimanendo comunque ancor seduta sulle sue gambe. [ Rilascio del chakra: on ]

17:47 Azrael:
 La notte avanza, il cielo si fa più scuro, ma al tempo stesso più illuminato. Milioni di puntini dipingono la volta celeste di uno splendido bagliore argentato, il pallore della Luna si rifrange sulle pieghe dell’acqua che si getta giù dalla parete rocciosa della Cascata. L’atmosfera è bellissima. Estremamente diversa da quella che ha respirato quando è arrivato lì. Sapeva di rabbia, del sangue che gli pulsava nelle orecchie, che gli arrossava gli occhi. Sapeva di senso di colpa e rammarico. Adesso, invece? Sa di affetto, amore, protezione e calma. Sa delle risate e del divertimento che solo loro due sanno condividere e generare. Ascoltare iol racconto di Kaori gli sembra il modo migliore per fasi perdonare di non esserci stato e raccontarsi a propria volta è la maniera più adatta per sentirla vicina, recuperare i momenti più bui della propria vita, aggiungendo un’unica fonte di gioia. Sa perfettamente come si sente, la capisce. L’analogia più ovvia che si sente di fare nel momento in cui la Hyuga parla della maniera in cui ha giustiziato a sangue freddo un uomo. L’uomo che le ha rovinato la vita, la causa della morte di suo padre, ma pur sempre – solo – un uomo. Indifeso e moribondo. < Jun Nara. Credo fosse persino a chakra disimpastato quando l’ho uccisa. > Pronuncia, senza alcun tipo di solennità a rimorso, unicamente come se stesse narrando un fatto di cronaca di cui nemmeno è stato protagonista quando, invece, è stato vittima e carnefice. < Lei ha rovinato la vita a me e a molti, moltissimi Konohani. > Prosegue, senza mai cambiare espressione, permanendo in una maschera di ghiaccio fissa e gelida, rivolta a Kaori. < L’ho cercata per tutta la vita, credendo che fosse la donna che mi avrebbe cresciuto ed amato, come ogni madre avrebbe dovuto fare col proprio figlio abbandonato. Ho scoperto che non sarebbe stato così, che non era la donna che ha dovuto lasciarmi nella Foresta della Morte perché non voleva che Shin mi catturasse, ma che proprio lei lo aveva fatto entrare a Konoha, che mi aveva lasciato lì solo perché io non fossi la sua palla al piede. > Termina, senza esporsi oltre, lasciando semplicemente a Kaori l’onere di comprendere quanto le loro storie siano simili in questo senso. Torna a sorridere, poi, nel vedere le reazioni della giovane a quella improvvisa vicinanza. La accoglie contro il proprio orecchio, godendosi quei brividi bollenti che la pressione dei denti attorno al proprio lobo gli causano. < Sì… > Biascica, stringendo le dita sui di lei fianchi, incavando le unghie nella sua carne tonica. < Io ti appartengo… > Le mani si spostano, spostandosi sulla parte bassa della sua schiena, poggiandole sul sedere per tirarla a sé quanto più gli è possibile < Ma tu appartieni a me? Cioè, insomma, ho sentito che tra te e Juusan… > Le labbra si smuovono, lasciando fuoriuscire una risata bassa, ma piena e gioiosa, con la mancina che si solleva leggermente dal suo corpo per pizzicarle il fianco scherzosamente < Ma cosa mi fai leggere sul giornale? Che Juusan ha dovuto negare le voci riguardo una relazione tra voi due? > Ridacchia più forte, adesso, voltando il capo verso il suo collo, lasciandole un piccolo morso alll’incavo con la spalla, continuando a ridere contro la sua pelle. [ Chakra ON ]

18:18 Kaori:
 Anche Azrael, come lei, si è ritrovato nella stessa spiacevole situazione. Bramoso del sangue della persona che ha costituito per lui il peggior incubo e poi... ritrovarsi con nulla in mano se non il sangue di sua madre. I suoi incubi non sono svaniti, il male subito non è stato dimenticato e il dolore provato è forse persino peggiorato. La ragazza sorride mestamente al racconto del Nara ritrovandosi a sorridergli con fare malinconico nel sentire per la prima volta un suo sfogo in merito alla natura del rapporto con sua madre. Una donna pericolosa, orribile, detestabile, che tuttavia gli ha dato la vita e che per questo lui avrebbe voluto avere accanto prima di scoprire che tipo di persona realmente fosse. Non smuove lo sguardo da quello dell'altro neppure per un istante, la Hyuga, rivivendo quella sensazione di sconforto e vuoto interiore che l'aveva assalita quando s'era macchiata le mani del sangue di Cappuccio Rosso. Chissà se anche lui si è sentito a quel modo, quel giorno? Non le sembra però una buona idea chiedere: Azrael sembra più calmo ora e le dispiacerebbe portarlo a rivangare più a fondo ricordi tanto dolorosi per una curiosità, alla fine, nemmeno troppo intensa. < E' stata la prima volta che uccidevo qualcuno a quel modo. > confessa Kaori al termine del racconto del ragazzo. < Non stavo combattendo per difendermi, no poteva farmi del male. Era un folle bloccato in un macchinario che non avrebbe potuto tenerlo in vita ancora per molto. E nonostante tutto l'ho ucciso. > continua abbassando appena lo sguardo, vergognandosi di se stessa. < Con una concentrazione di chakra a formare delle fauci di leone gli ho strappato via gli intestini con un solo colpo. > spiega rialzando lo sguardo con un sorriso spento, colpevole, cercando quello di lui quasi a voler vedere se nello sguardo di Azrael avrebbe trovato disgusto o oscura sorpresa nel sentire che proprio lei ha fatto qualcosa del genere. Certo, Azrael probabilmente ha fatto anche di peggio nella sua vita, ma magari quello che gli piaceva di lei era proprio il pensiero di saperla incapace di commettere qualcosa di tanto terribile. < Mi sono sentita sporca per molto tempo. Persino in colpa. Non per lui ma... perché avevo fatto qualcosa di non necessario solo per il gusto di far del male. Adesso... non so dire se mi sono perdonata, ma non posso cambiare le cose no? Perciò sono semplicemente andata avanti. > spiega alla fine espirando, stringendosi nelle spalle quasi a volersi far scivolare di dosso il ricordo che quel ricordo ha evocato. Permane seduta sul corpo di Azrael nel mentre che la conversazione procede e quando nota lo sguardo di lui mutare, le riesce impossibile l'idea di resistere alla tentazione. Lo provoca, si avvicina a lui, lo morde persino, ritrovandosi a fremere quando le dita di Azrael le stringono i fianchi scavando nella pelle di seta. Un risolino basso si libra nell'aria quando quelle stesse dita scivolano fino alla base delle sue cosce, aggrappandola per farla più vicina e s'interrompe brusco quando la voce del Nara va prendendola inaspettatamente in giro. La ragazza sgrana gli occhi sconvolta e sorpresa prima di capire a cosa l'altro stia facendo riferimento, ritrovandosi ad accasciarsi contro di lui con un sospiro disperato. < No! Non ti ci mettere anche tu! > piagnucola con tono lamentoso alzando gli occhi al cielo, una mezza risata bloccata fra le rosee prima di tornare a guardarlo mentre lui si diverte a giocare un po' con lei. < Io non c'entro! Fino a poco tempo fa l'avrei volentieri preso a Juken in faccia! > esclama la ragazza sporgendo il labbro inferiore all'infuori come una bambina capricciosa. < Non so sa dove siano nate queste voci e comunque Juusan avrebbe potuto disdirle in maniera più seria! Grazie alla sua trovata adesso in corsia e in Accademia ogni volta che incontro dei colleghi cercano di capire chi sia questo "illustre personaggio" che avrei conquistato. > sospira abbassando le spalle e portandosi una mano sulla fronte prima di rilassarsi appena quando l'altro va donando al suo collo le proprie attenzioni. < Una mia collega in Ospedale mi ha chiesto se si trattasse di Hitomu. TI SEMBRA?! > sbotta quasi offesa abbandonandosi alle premure di lui circondandogli le spalle così da intrecciare le dita dietro la sua nuca. < Non ho ancora detto a nessuno la verità perché non è che siano affari loro, però prima o poi salgo sulla cima del Monte dei Volti e lo grido a tutto il Villaggio, così magari la piantano di chiedere *casualmente* "ah, quindi ho sentito che ti vedi con qualcuno?". > E sbuffa, semplicemente, mettendo su un piccolo ma tenerissimo broncio.

18:40 Azrael:
 Il racconto della ragazza viene ascoltato con grande attenzione, ma senza mutare in alcun modo il buon umore del Nara. Non sente affatto delusione, disgusto o repulsione nei di lei confronti. Ha sempre avuto paura che l’indole del Sadico potesse allontanarla e sapere che la ragazza può comprendere, almeno in parte, il bisogno di uccidere una persona che ti ha fatto del male, più o meno direttamente, lo rincuora profondamente. Le sorride, continuando a tenerle le mani fisse sui fianchi saldamente. < Fare del male è il mio mestiere e il mio divertimento. Non pretendo che tu capisca, né me lo aspetto, ma mi sento più compreso. > Le confessa, con un filo di senso di colpa a condire quelle parole estremamente sincere, ma anche incredibilmente pesanti da pronunciare. Non sa se approfondire quel discorso in quel momento, mentre le di lei gambe gli si stringono tanto amabilente attorno ai fianchi, mentre i suoi denti gli cingono il lobo dell’orecchio e le proprie labba le stuzzicano la pelle del collo. La risposta sembra piuttosto ovvia nel momento in cui la Hyuga comincia la propria arringa contro le dicerie che girano su di lei riguardo una fantomatica storia d’amore col capoclan uscente della casata detentrice del byakugan. Si lascia andare in una risata piena e liberatoria, quasi coprendo le di lei parole per il tono talmente alto con cui il proprio petto e la propria gola vibrano di divertimento. < Ti ci vedo in oppia con Hitomu! > Esclama, infine, lasciandosi andare con la schiena contro la roccia, tirandola a stendersi sopra di sé – qualora non si scostasse in alcun modo – senza riuscire a respirare correttamente. < Anche se io ho sempre creduto che non gli piacessero le donne! > Prosegue, decidendo poi di far forza sulle gambe e sugli addominali per rialzarsi. Le braccia si allaccerebbero attorno alla vita della ragazza, cercando di rialzarsi con la Jonin tenuta su una sola spalla. Incurante di qualunque reazione lei possa avere, si dirigerebbe verso la riva del fiume da cui è uscito solo poco tempo prima < Pensa quando gli dirai che il tuo ammiratore misterioso è… ICHIRAKU! > Esclama, estremamente divertito, abbassandola delicatamente per farla immergere nell’acqua e tenerla bloccata col proprio corpo in modo che non possa tornare sulla riva < Tanto se fai il mio nome non ti crederà nessuno, nemmeno se lo urli dalla cima del Monte dei Volti. > Le direbbe a questo punto, tenendo la voce più bassa, ma sempre estremamente divertita, chinandosi su di lei fino a sfiorarle le labbra con le proprie, sperando di causarle abbastanza brividi da non doverli attribuire unicamente all’umidità e al freddo, ma anche alla propria presenza. [ Chakra ON ]

19:09 Kaori:
 Sul viso di Azrael non compare alcuna traccia di disgusto o ribrezzo al sentire il racconto di Kaori. La sua espressione non muta, non palesa neppure sorpresa a quanto lei gli confessa. Semplicemente rimane in silenzio a tenerla stretta a sé ascoltando la sua storia per poi sorriderle con la sua solita espressione accogliente e gentile che le toglie un enorme peso dal petto. Soprattutto sono le sue parole a far sentire la Hyuga più sollevata, in quanto egli la rassicura del fatto che in alcun modo la giudica o condanna per quanto ha fatto ma che anzi si sente persino compreso nello scoprire di quell'esperienza da parte della Jonin. Kaori abbozza un sorriso timido e impacciato e si ritrova a pensare che il ragazzo, quella sensazione che lei ha avvertito quel giorno, la ricerca volutamente. Non il senso di vuoto successivo all'uccisione di un uomo, ma la brama di sangue, il desiderio di uccidere. Quella specie di istinto primordiale e implacabile che ti rende quasi cieco a qualunque altra cosa. Le sembra così strano pensare che lo stesso uomo che ora la sta così teneramente stringendo a sé, sia al tempo stesso amante di quella sensazione. La cosa però non la spaventa, stranamente. Razionalmente forse dovrebbe fuggire, avere persino paura di lui e dei suoi bisogni, ma dentro di sé non v'è spazio per nulla che non sia pace quando è al suo fianco. < No, in effetti non capisco. > confessa lei mostrando un sorrisetto quasi di scuse, facendosi piccola nelle spalle e arrossendo appena come se stesse ammettendo una sua mancanza. < Però sono contenta che questa cosa ci abbia avvicinato ancora di più. Che ti faccia sentire capito. Io mi sento sollevata, invece. > ammette abbandonandosi ad un sorriso più genuino misto ad un sospiro. < Avevo paura che... non che non approvassi, cioè sarebbe stato ipocrita. Ma che... non lo so, che sapere questa cosa avrebbe potuto rovinare l'idea che ti eri fatto di me. Magari quello che ti piace di me è proprio il fatto che non ho i tuoi stessi istinti. > Insomma, il concetto secondo il quale gli opposti si attraggono, no? Così come i loro pensieri si avvicinano, anche i loro corpi bruciano le distanze fino a quel momento tenute fino al momento in cui la battuta del Nara non scatena l'ilarità generale riportando a galla pettegolezzi ai quali la Hyuga aveva cercato di non dare alcun credito fino a quel momento. Alla reazione del ragazzo Kaori gonfia le guance portando le mani sui fianchi e fissandolo con finto rimprovero. < Ah ah. Molto divertente! > sbuffa fingendosi offesa prima di sentirsi trascinare giù quando Azrael si distende al suolo in preda ad un attacco di risa. La ragazza ride alla fine con lui ritrovandosi a scoprire un nuovo aspetto del rapporto che ha sempre legato il Nono al suo fidato amico ANBU. < Invece sembra tanto innamorato di sua moglie. Quelle poche volte in cui li ho visti insieme quando sono andata a far da babysitter al piccolo Tobirama sembravano così carini! > rivela lei con tenerezza ricordando quei rari momenti prima di sentirsi nuovamente scostare ma, questa volta, in maniera assai diversa da poco prima. Azrael si porta in piedi e prende coercitivamente Kaori con sé, tenendosela in spalla quasi fosse un sacco di patate. La ragazza, d'istinto, si dimena cercando di tenersi in equilibrio, pur sapendo che l'altro non le avrebbe mai fatto del male. < Azrael...? Che cosa stai...? > domanderebbe confusa, andando a cercare di tirarsi giù l'orlo inferiore del maglione onde evitare che il suo corpo resti scoperto all'aria aperta. Azrael continua a ridere e scherzare e solo a quel punto eccolo immergersi nel fiume assieme alla giovane portandola a scalciare e dimenarsi senza alcun successo. < No! No, no, no, Azrael fermati, ti prego, è fredda! E' fredda! No, no, no, lasciami an--! > E niente. Si ritrova in acqua a rabbrividire contro il suo corpo. < ---cretino! > Sbotta alla fine mostrandogli una giocosa linguaccia in risposta alla sua battuta su Ichiraku, andando poi a fissarlo con un tenero broncio quando l'altro pronuncia quelle ultime parole. Cerca di concentrarsi sul suo viso per non farsi distrarre dall'acqua che bagna il petto dell'altro, gli addominali, o i meravigliosi lineamenti che definiscono la zona del bacino del Nara. < Ah no? E' così impossibile che Azrael Nara guardi una come me? > domanda lei lasciando lentamente andare l'atteggiamento giocoso e infantile in virtù di uno più intimo e sottile, malizioso ma in maniera riservata, quasi attenta. < O è impossibile che Azrael Nara si sia bloccato un'altra volta con una Hyuga? > domanda, allora, con le labbra a sfiorare in un tocco evanescente quelle di lui quand'egli s'abbassa ad avvicinarsi pericolosamente a lei. [ Rilascio del chakra: on ]

11:41 Azrael:
 Si ritrova a pensare, il Nara, alle parole che la ragazza gli rivolge, pur senza risponderle fin da subito. Ci sono migliaia di motivi e ragioni che lo hanno portato ad innamorarsi perdutamente di lei, ma nessuno di questi è legato ad ‘un’idea’ che ha della Hyuga. Nessuno di questi è un costrutto della propria fantasia da appiccicare in maniera posticcia sulla realtà dei fatti per renderla migliore o più appetibile. Quel che Azrael ama di Kaori è… Kaori. Qualunque cosa orribile abbia fatto, qualunque atteggiamento ella abbia teuto nel corso degli anni e degli eventi che l’hanno segnata. Ama Kaori in tutta la sua umanità e non c’è nulla che lei potrebbe dire che sarebbe in grado di cambiare questa ineluttabile verità. La ama con tutto se stesso, con tutto il trasporto di cui è capace e mai e poi mai si sognerebbe di sentirsi deluso o disgustato da qualunque cosa lei abbia da confessargli. Il semplice fatto che la Jonin si senta libera di esternare questo geere di scheletri nell’armadio proprio con lui lo fa innamorare ancor di più. Si sente nuotare in un vortice d’acqua che lo trascina sempre più verso il centro, verso il fondo. Ed è la sensazione più bella che abbia provato, la più dolce, a cui mai e pi mai vorrebbe sottrarsi. Si ritrova semplicemente a scuotere il capo, come per fugare qualunque dubbio si sia mai insuato, o si stia insinuando tutt’ora, all’interno della mente della ragazza. Non c’è nulla che lo allontanerà o che muterà i suoi sentimenti nei di lei confronti. Non ha un vero e proprio modo per convincerla, non ha altisonanti parole da spendere per rafforzare quel concetto. Tutto quel che può fare è rivolgerle il sorriso più sincero e lo sguardo più affettuoso che possa ricordare di aver mai mostrato ad anima viva, mentre il discorso cade e si disperde nella fresca brezza della sera, ovattato dallo scrosciare dell’acqua e dalle loro risate. < Ah, pensi che io lo trovi divertente? > Biascica a fatica, non riuscendo bene ad esprimersi data l’ilarità che gli mozza il fiato < Mi alzo una mattina per prendere il caffè e leggere un giornale e devo ritrovarmi a sapere che la mia donna ha una presunta relazione con un vecchiaccio! > Cerca di sembrare offeso o fintamente arrabbiato, ma tutta quella situazione lo diverte in maniera decisamente incontrollabile. C’è una leggerezza tra di loro in momenti come questo che lo porta a sentirsi sereno, in pace con tutto il resto del mondo, anche quando un istante prima avrebbero voluto distruggere tutto e tutti per rimanere da solo a meditare. Kaori è la sua pace. E questa consapevolezza lo porta a lasciarsi andare, ad issarsi in piedi tenendola in equilibrio su una spalla, totalmente incurante del suo dimenarsi e protestare, ridendo ancor di più dei vani tentativi di sistemare l’orlo del maglione scostato dalla posizione un po’ forzata. Si immergere nell’acqua del fiume assieme a lei, ignorando palesemente gli strepiti riguardanti la temperatura del corso d’acwua, anzi, scrollando le spalle come per prenderla bonariamente in giro < Io la trovo piacevolmente tiepida. > Dichiara, portando le braccia attorno al di lei busto per assicurarsi che non le sfugga. La ascolta mentre abbassa la voce, rendendo quelle ultime parole un discorso intimo e soltanto per loro, provocandolo in quella maniera così unica, come se ci fosse una certa riservatezza e timidezza nel modo che lei ha di stuzzicare gli istinti del Dainin. < Credo che il problema sia che nessuno ha mai creduto ad Azrael Nara in una relazione seria. > Risponderebbe pacatamente, ben consapevole della veridicità di quanto sta dicendo. < Sin da quando ero in Accademia io e Hitomu siamo sempre stati agli antipodi. Lui studioso, ligio alle regole e per nulla interessato a—altri tipi di divertimento, ecco. > Si ritrova a sorridere al solo ricordo di quel peripodo tanto lontano, ma allo stesso tempo tanto vivido nella sua memoria < E io… uno sregolato ragazzino, svogliato nello studio, ma prodigio della pratica, che perdeva la maggior parte del tempo a sedurre alunne, alunni ed insegnanti. E non ho mai smesso, praticamente qualunque persona a Konoha sa che sono un casanova, prima ancora che uno dei più grandi shinobi che la Foglia avrà mai. > Arrogante, egocentrico e tracotante come al solito, cerca di motivare quelle affermazioni, prima di concentrarsi sulla deliziosa maniera in cui i vestiti della Hyuga le disegnano perfettamente il corpo tonico e snello, dalle curve generose. Il modo in cui l’acqua la accarezza nello stesso modo in cui vorrebbe star già facendo con le proprie mani ed i propri baci. < Se solo sapessero… > Sussurrerebbe, a questo punto, con lo sguardo incapace di distaccarsi dalle di lei labbra che, carnose e piene, lo provocano avvicinandosi senza mai dargli un pieno contatto. < …se solo sapessero quanto profondamente io sia innamorato di te. Quanto in fretta hai cancellato dalla mia memoria qualunque esperienza passata, riepiendola unicamente con la tua presenza. Quanto il tuo corpo sia l’unico che voglio esplorare fino alla fine dei miei giorni e quanto la tua anima sia perfettamente combaciante con la mia… > Non chioserebbe altro, lasciandosi andare in un appassionato bacio, se l’altra non si scostasse, pregno di tutta la tensione che ha accumulato in quella giornata, volatilizzata dal primo momento in cui si sono visti in quel luogo, del fuoco che solo lei sa appiccare in lui, del desiderio e dell’amore, della passione e del trasporto. Un bacio che dovrebbe, così, sancire la fine di una lunga giornata, tra le acque della cascata. [ If end ]

12:11 Kaori:
 Non sa bene come, né quando ma qualcosa è cambiato. La rabbia, la tensione, la preoccupazione, tutto è scivolato via come sabbia fra le dita non lasciando altro che pace e serenità fra loro. La meravigliosa sensazione di aver trovato un posto fatto su misura per lei nel mondo, l'alloggio perfetto in un puzzle che non è mai riuscita a comprendere nel corso della sua vita. Kaori vede Azrael sorridergli e sa che tutto andrà bene. Con Mekura, con Tsukuyomi, con gli Hyuga... se lui le sorride a quel modo allora niente può andare storto, niente è così difficile come appare. Fintanto che Azrael le rimarrà accanto, Kaori potrà fare qualunque cosa. Sorride a sua volta lasciando che la preoccupazione per i propri crimini passati scivoli via da lei per abbandonarsi totalmente a quel momento fatto di risate e leggerezza. Si abbandona alle tenere presi in giro del Nara che tenendola sempre stretta tenta di contenere il riso senza tuttavia riuscirci davvero. La ragazza sente la risata risalirle la gola e bloccarsi fra le labbra mentre tenta di trattenerla per forzare un'espressione giocosamente offesa e oltraggiata. Incrocia le braccia al petto ascoltandolo e quindi gonfia le guance aggrottando le sopracciglia come una bimba ferita. < Ah, no, scusa. > borbotta storcendo le labbra. < Estremamente divertente. > si corregge sbuffando teneramente, mantenendo a fatica quel broncio che trema per via delle risate che vogliono fuggire via dalle sue rosee frementi. Ma il riso svanisce all'istante dal suo volto quando capisce cosa Azrael vuole fare. Scalcia, batte i pugni contro la sua schiena ma a niente serve la sua debole protesta ed alla fine il Nara la immerge nell'acqua del fiume portandola a rabbrividire, a sentire il maglione inzupparsi e pesarle addosso, incollarsi alla pelle adesso gelida per via della temperatura raggiunta durante la sera dalle acque di quella cascata. La sfotte, divertito, ormai abituato alla temperatura pungente dell'acqua portandola a stringersi a lui alla disperata ricerca di maggior calore e finendo con l'indurla al perdersi in lui. La sua vicinanza è per la Hyuga inebriante e le confonde la mente, i pensieri, andando a far mutare una volta ancora il suo umore. Non più scherzoso e divertito ma suadente e provocatore nel suo rimanere immobile ad un soffio dalle sue labbra. Azrael respira contro di lei, chiosa quelle sue parole così arroganti e consapevoli, portandola a provare un leggero moto di gelosia dentro di sé. Niente di realmente fastidioso o insopportabile, sa bene che è qualcosa di passato del quale può star tranquilla e non è realmente impensierita dal passato del Dainin. Tuttavia dentro di sé avverte come migliaia di piccoli spilli che la pungolano sottopelle mentre si ritrova ad agire d'istinto nel momento in cui dandosi la spinta con le leve inferiori si solleva per circondare il bacino altrui con le proprie gambe, incrociandole dietro i suoi lombi. Si issa su di lui aggirando la nuca del Nara con le proprie braccia per guardarlo dall'alto, il maglione incollato al suo corpo, l'acqua a gocciolare da lei mentre le curve e le forme che la modellano paiono ora in perfetta vista a causa del tessuto che aderisce zuppo alla sua pelle d'avorio. Non dice nulla, non interrompe, permanendo con le labbra pericolosamente vicine a quelle di lui per sentire infine quell'ultima parte di discorso che le strappa un sorriso sincero. < Probabilmente le terre ninja cadrebbero in lutto da Suna a Kumo e da Iwa a Kiri. > scherza a bassa voce lei snudando i denti bianchi prima di pressarsi ancor più contro di lui quasi come a voler attestare il proprio possesso sul Dainin e quindi abbandonarsi, a sua volta, a quel tanto atteso e bramato bacio. Si abbandonerebbe a quel contatto tanto a lungo agognato quel giorno, tanto a lungo sospirato lasciando che ogni paura, timore e preoccupazione svanisca in quel semplice gesto per venir sostituita dal profondo ed intenso desiderio che ha di lui. [ END ]

Dopo aver predisposto il momentaneo ricovero di Mekura in ospedale, Kaori cerca Azrael per affrontare la faccenda con lui.

I due si trovano così in cima alle Cascate dell'Epilogo dove hanno modo di affrontare diversi spinosi argomenti rimasti in sospeso fra loro e aprirsi su questioni che non hanno mai trovato voce prima d'ora. Fra una confidenza e l'altra, i due si abbandonano ad un attimo di leggerezza scherzando sulle voci che circolano al Villaggio circa la presunta relazione misteriosa della Hyuga.