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con Mekura, Kaori

09:53 Kaori:
 E' avvenuto tutto in maniera estremamente rapida. Kaori si trovava davanti al banco delle infermiere a firmare delle cartelle di dimissioni quando il messaggio telepatico di Azrael le ha fatto sollevare lo sguardo dai fogli. Voltandosi ha notato la figura del Nara in piedi in mezzo alla corsia con una mano alla gola di Mekura e l'espressione più furente e nervosa che gli abbia mai visto rivolgere nei riguardi della donna. A labbra schiuse ed occhi sgranati l'ha visto dislocarsi via lasciando la sala nel più completo silenzio. L'atmosfera è tesa, interrogativi quasi palpabili ad aleggiare nell'area mentre Kaori non sa come dovrebbe sentirsi. Solo pochi minuti prima Azrael le ha telepaticamente chiesto scusa di qualcosa, le ha detto di essere dispiaciuto, ed ora compare qui, con Mekura al seguito. La cosa dovrebbe farle temere il peggio seguendo un filo logico, no? Ma la stava tenendo per la gola, le sue parole -nella sua mente- erano furenti e la ragazza reca con sé i segni di uno scontro. Kaori abbandona la penna sulla cartella dopo aver firmato l'ultimo modulo e quindi ruota il busto verso la Hyuga con fare serio e sicuro. < Va bene signori, è tutto okay. Riprendete quel che stavate facendo. > dice a voce chiara e ferma richiamando l'attenzione generale di infermiere e pazienti o colleghi passati casualmente per quel corridoio. < Me ne occupo io. > aggiunge poi, con un sorriso che non raggiunge gli occhi, rivolgendosi ad un collega che stava per avvicinarsi all'evocatrice dei serpenti. Solo a questo punto Kaori andrebbe a muovere qualche passo per raggiungere Mekura e quindi osservarla con occhio critico e attento per assicurarsi che possa camminare o che-- beh, non avrebbe preso ad attaccare alla cieca i pazienti dell'ospedale. Azrael le ha chiesto di sottoporla ad un controllo psichiatrico: lo conosce abbastanza da sapere che non prenderebbe con leggerezza certe parole, soprattutto non mentre parla di una delle persone per lui più importanti al mondo. Deglutisce nervosamente, la Hyuga. Vorrebbe sapere cosa sta succedendo, ma Azrael ha chiuso il collegamento mentale con lei e non ha modo di chiedergli nulla. L'unica possibilità e parlare con Mekura ma... prima di tutto deve curare le sue ferite. < Devono dare piuttosto fastidio, quelle. > le direbbe quindi con voce calma, pacifica, abbozzando un sorrisetto comprensivo nel tentativo di non mostrarsi ostile, di dimostrarle che qualunque cosa sia successa adesso può calmarsi e riposare. < Vieni, ti porto in ambulatorio così posso provvedere al problema. E farti sedere. > la inviterebbe quindi scostandosi sostanzialmente di profilo rispetto a lei, porgendole un braccio al quale potersi appoggiare se ne avesse avuto bisogno o semplice desiderio. [ Chakra: on ]

10:07 Mekura:
 Ha ancora addosso l'armatura di pelle mezza sbrindellata dall'attacco di fuoco che l'ha colpita durante lo scontro. La pelle è tirata, fa male, ma a parte questo è l'unico contatto con il mondo reale che ha in quel momento. Lo sguardo confuso, perso nel vuoto mostra i segni del byakugan che verrebbe rilasciato mentre a sua volta viene lasciata nelle mani di Kaori e Azrael scompare nel nulla. Ma per Mekura era come se non lo vedesse già più. <dove sono?> si gira, guardandosi attorno, con gli occhi sgranati ed a fatica si appoggia sulla gamba sana, quella non ferita mentre l'altra trema..anzi, tutto il suo corpo trema mentre i segni delle lacrime solcano un passaggio dagli occhi al mento. In quel momento si troverebbe davanti la figura di Kaori. Non dice nulla, era come guardarla dall'altra parte di un muro. <...devo chiamare i miei bambini...> sussurra guardando da tutt'altra parte, abbassando gli occhi verso il terreno, a destra <si...si...devo mandare una copia, gli devo dire che sto bene...si> avvicina le mani tra loro come per comporre dei sigilli, tuttavia, non riuscirebbe a fare altro che incastrare le dita tra loro. <...ambulatorio...> si guarda il braccio e si mette a sghignazzare <è vero...mi sono fatta male, odio il fuoco, mi faccio sempre male così...che stupida...stupida> stringe le labbra tra loro mentre lo sguardo si farebbe più cattivo, il petto si gonfia e ancora una volta inizia a tremare <stupida e debole, questo corpo, questa anima...mi disgustano....che lavoro di pelle mediocre, come si fa a togliersela?> ed in un gesto istintivo porta la mano destra verso l'armatura, cercando di strapparsela via con il braccio sano ma non farebbe troppi sforzi: è stanca ed al momento no percepirebbe nessuna forza del suo corpo. Guarda di nuovo Kaori per un secondo, osservandola in viso e alla fine sorridere, non nel modo sano di intendere un sorriso <ho fatto un casino eh?> per ora, tuttavia non afferra il braccio della compagnia. <...mi piacerebbe sedermi, mi fa male la gamba...> però al momento non sembra partico

10:31 Kaori:
 La ragazza sembra totalmente disorientata. Ha in viso i segni di un pianto recente, non è chiaro se ancora in atto, e lo sguardo perso di chi è fortemente confuso. Kaori non sa cosa prova mentre osserva, letteralmente, la ragazza cadere in pezzi sotto il suo sguardo. "Cos'è successo?" si chiede incapace di dir nulla per un lungo, infinito momento. Senza sapere cosa sia accaduto e basandosi solo su quanto ha potuto vedere, si direbbe che Azrael sia la causa di questo crollo ma... perché mai sarebbe dovuto arrivare a ridurla così? Lui che l'ha amata per anni e che anche dopo la loro separazione ha continuato a volerle bene con tutto se stesso? Vorrebbe capire, vorrebbe sapere. Ma l'unica persona alla quale potrebbe rivolgersi, al momento, è quella che ha più bisogno d'aiuto. Ricaccia in fondo allo stomaco ogni domanda, ogni timore, e si fa avanti. Ha i lunghi capelli scuri legati in un alto chignon e la divisa medica indosso: un camice bianco sopra uno verde chiaro che copre il petto generoso ed i fianchi sottili. Pantaloni larghi e comodi scendono lungo le cosce per terminare poco sopra un paio di ciabatte ospedaliere. Il coprifronte di Konohagakure è come sempre tenuto legato dinnanzi alla gola, col fiocco che copre parzialmente alla vista il sigillo dell'Hiraishin e dell'empatia incisi sulla sua nuca dal tocco di Azrael. < Sei in ospedale. > le risponde cauta Kaori vedendola tremare, irrigidendosi solo un istante quando la ragazza parla dei figli. Azrael l'ha minacciata di non portarla da loro, non prima di aver fatto un esame psichiatrico. E' stato lapidario e mortalmente serio nel suo dire e la Hyuga ha imparato a conoscerlo abbastanza da sapere che non si sarebbe fatto remore ad uccidere chiunque si fosse avvicinato ai suoi figli senza permesso, specialmente al piccolo Ken. < No, no Mekura, ehi. > cerca di calmarla Kaori nel tentativo di distogliere la sua mente dall'immagine dei bambini. < Lascia prima che mi occupi delle tue ferite. In queste condizioni non credo sia una buona idea usare altro chakra, ti servono le tue energie e le tue forze per stare meglio. > dice cautamente, con gentilezza, vedendo le sue mani tremare, i pensieri uscire confusi dalle sue labbra. Ma è quel che dice dopo che porta Kaori a sentire uno strano gelo dentro di sé. Sembra essere in un profondo stato di shock. Lo sguardo vacuo, l'espressione confusa, il delirio, gli attacchi quasi di rabbia mentre cerca di strapparsi di dosso le vesti. Kaori sente di star guardando una sconosciuta: cosa ne è stato della Mekura che conosceva? Non ha avuto sue notizie per mesi dopo che non ha più risposto alla sua missiva circa la situazione di Harumi e quando le ha scritto per dirle che l'aveva reintegrata in clan le ha risposto come fosse un'estranea e non quella che credeva esser stata una cara amica. Ed ora eccola: frantumarsi sotto il suo sguardo, persa, a pezzi. E' una sensazione alienante, un gelo che le striscia sottopelle rendendole le mani fredde. Ma non si lascia intorpidire dalla malinconia che questo momento reca con sé; si fa forza e prendendola per il braccio sano con cura, infilandoselo sotto il proprio, andrebbe a guidarla verso l'ambulatorio dietro l'angolo. < Ehi, ehi. Calma. Adesso ti aiuto a toglierti l'armatura, prima raggiungiamo l'ambulatorio, mh? > parla con voce pacata, calma, cercando di darle una sicurezza. Nel momento in cui la ragazza sente di star annegando, cerca di mostrarle di aver vicino qualcosa di solido e sicuro al quale potersi aggrappare. Mantiene la calma, le mostra serenità così da farle intuire che qualunque cosa le sia accaduta non è così grave come possa sembrare. Almeno da un punto di vista medico. < E' qui dietro. Ci siamo quasi. Un passo per volta. > le dice sempre cercando di confortarla, prima di svoltare per un altro corridoio e puntare alla prima porta sulla destra. Se Mekura l'avesse seguita, aggrappata al suo braccio, Kaori avrebbe aperto la porta permettendole d'entrare in una stanza dalle pareti bianche e il pavimento di un azzurro smorto, simile al grigio. La luce è bianchissima, quasi fastidiosa e un odore di antisettici e disinfettanti permea la camera. C'è un lettino reclinabile, un mobile con cassetti e sportelli ed una lavagnetta per le lastre. Un divisorio per potersi cambiare e dei macchinari attualmente, apparentemente spenti. Il lettino è ricoperto da un velo di carta sottile, pulita e un calore gentile riempie la stanza. Kaori chiuderebbe la porta e quindi aiuterebbe l'altra a sedersi se lei avesse acconsentito. < Okay. Adesso ti aiuto con l'armatura. > le direbbe con tono gentile, tentando di andare a sciogliere i legacci che dovrebbero tenere ben strette al corpo le parti che costituiscono l'armatura della donna. [ Chakra: on ]

10:54 Mekura:
 <Mekura> Ripete il suo nome, come se lo sentisse per la prima volta <Mekura...AHahaha> le verrebbe da ridere mentre si farebbe trascinare in ambulatorio e continuerebbe a ridere, non in modo esagerato, ma piatto e flebile fino a quando non arriva a sedersi sul lettino sotto le cure amorevoli di Kaori. Si stringe portando le mani sulle proprie spalle mentre da seduta assumerebbe una posizione fetale, non dovrebbe arrecare troppo fastidio a Kaori nel suo tentativo di togliere e slegare i legacci della armatura: alcuni li ha rotti il fuoco e si frantumano tra le dita e la Hyuga non sta opponendo alcun tipo di forza, quindi spostarle le braccia non è difficoltoso. <che barzelletta che è il mio nome...significa cieca sai? cieca qui> si punta gli occhi con il dito del lato sano <cieca qui> e si punta la fronte, come per indicare altro. <huhu non pensavo che un nome potesse essere tanto...premonitorio> e li, la risata si trasformerebbe in un singhiozzo affranto, doloroso e silenzioso, con gli occhi che le diventano lucidi. <posso scrivere ai miei bambini? vorrei essere sempre con loro, ma succede sempre qualcosa che mi tiene lontana> ancora una volta, come prima, lo sguardo si fa più aggressivo, in un silenzio inquietante che risalta alla fine le parole che le sfuggono dalla bocca <...perché vogliono fargli del male, vogliono sempre fargli del male, vogliono sempre cercare di rapirli vogliono sempre tenerli lontani da me, SONO I MIEI FIGLI, I MIEI FIGLI! > stringe i denti mentre arriva ad esclamare alternando quello stato di pura furia ad uno di depressione più totale, oscillando pericolosamente nei suoi vari stati d'animo <e di chi è la colpa? solo mia e ci ho provato, ci ho provato così tanto a prendere tutte le precauzioni a dire le cose giuste alle persone giuste a migliorare la loro condizione, a-a dargli una vita felice...normale forse no, ma felice, tranquilla, protetti...la mia Ai...la mia Amata Ai> crolla ancora una volta nella disperazione <quanto ha sofferto la mia bambina, sono stata costretta anche a scegliere tra lei e Ken: che scelta dovevo fare? ero impotente e se non sceglievo me li avrebbero uccisi entrambi> continua a piangere in un modo inconsueto per lei. Non mostra mai troppo il suo lato più sensibile, tutt'altro ha sempre cercato di apparire stabile, dura, di crearsi la sua conchiglia della sicurezza. Ma si è intaccata ed ora tutta la parte molle sta uscendo. <..come hanno ucciso gli altri bambini...i miei bambini, aperti, sanguinanti s tavoli d'argento> no, quello shock non lo ha mia superato, quegli avvenimenti del cappuccio rosso non li avrebbe mai superati. Si calmerebbe dopo un po' tirando su con il naso, interrompendosi ulteriormente <grazie> sussurra riferito a cosa? alla armatura o ad altro? Smette di parlare, rimanendo mollemente seduta sul lettino e la testa abbassata.

11:22 Kaori:
 Ascolta le parole di Mekura, quel suo altalenante discorso che sfiora picchi di apparente follia e gole profonde di buia tristezza, mentre le mani lavorano attente nello sciogliere i legacci che tengono strette a sé quelle protezioni di pelle e cuoio. Quelli del braccio sinistro li scioglie tranquillamente facendo cadere in terra vambracci e spalliere, mentre quelli della pettorina sono irrimediabilmente rovinati. La libera di tutto ciò che può ostacolare la propria visita senza però spogliarla di quanto indossa al di sotto delle protezioni. Le vesti sono bruciate e in alcuni punti vanno quasi a fondersi alla sua pelle nelle zone dove le ustioni sembrano più severe. Niente di serio, per fortuna: non vi sono bolle né zone di tessuto morente. Le bruciature sono superficiali ma estese e sicuramente dolorose. La buona notizia è che almeno non dovrebbero lasciare alcun tipo di traccia sul suo corpo una volta trattate. La sente parlare dei suoi figli e si ritrova a sentirsi impotente. Lei che l'unica figlia che abbia mai sentito d'avere adesso non sa neppure dove sia. Non è mai stata propriamente sua, non ha potuto crescerla a tempo pieno. Prima per via di Raido, poi per i suoi viaggi ed ora perchè Kouki ha deciso di partire. Le ha lasciato una lettera e le ha richiesto i suoi spazi. Sua figlia non è mai stata una vera bambina, troppo grande, troppo cresciuta per potersi permettere di decidere cosa sia meglio per lei. Ed ora, soprattutto, si ritrova a non poter permettere alla donna di vederli. Ora che scopre con i suoi occhi la delicata ed instabile condizione della compagna trova che la minaccia di Azrael sia il male minore: capisce perché non vuole che lei s'avvicini ai piccoli in questo stato così sensibile e non può dargli torto. Sono pur sempre i suoi figli e esattamente come Mekura desidera per loro solo il meglio, la sua sicurezza. < Adesso sono al sicuro, Mekura. > le mormora Kaori con voce bassa, calma, cercando di calmarla nel suo delirio incontrollato. Tenta di ricercarne lo sguardo e di mostrarsi sicura e decisa. < Sai che se chiunque dovesse minacciarli Azrael non aspetterebbe un istante per salvarli se anche tu non potessi o non sapessi come fare. > Vorrebbe dirle che anche lei avrebbe fatto il possibile per salvarli in caso di bisogno, ma teme che la cosa potrebbe risultare più controproducente che altro al momento. Ingoia dolorosamente questa consapevolezza ignorando quello sbuffo di sordo dolore in fondo al petto. < Sono protetti. Stanno bene. Staranno bene. > tenta di rassicurarla cercando di stringerle una mano nella propria per farle sentire un po' di vicinanza. < Ma adesso dobbiamo occuparci prima di te, mh? > continua dopo poco Kaori stringendo le labbra in un sorriso appena tirato. < Adesso hai bisogno di aiuto. Ed io sono qui per questo. Per cui rilassati e lascia che mi occupi di te. > direbbe poco dopo prima di lasciare la sua mano. < Stenditi sul fianco sinistro, così posso lavorare sulla zona ustionata. > le indicherebbe aiutandola -nel caso- a distendersi sul lettino come richiesto. Quindi andrebbe a richiamare dentro di sé l'energia curativa del chakra medico andando ad estrapolare una porzione delle energie fisiche dal flusso di chakra azzurrino per indurle a riversarsi nei suoi palmi. L'energia medica dovrebbe fuoriuscire dagli tsubo sottoforma di un alone verde tiepido e benevolo. Se Mekura avesse acconsentito a distendersi e si fosse messa in posizione, Kaori sarebbe andata ad apporre ambo i palmi al di sopra della sua gamba destra ad una distanza di circa dieci centimetri per poi spingere l'energia verdastra oltre gli tsubo e riversarla a contatto con la pelle ferita della ragazza. Lascerebbe che il chakra medico penetri la cute lesa per rigenerare e rimarginare tessuti e fibre offese accelerando la riproduzione cellulare che, in pochi istanti, dovrebbe andare a sanare i danni inferti dal fuoco rendendo la pelle nuovamente fresca, rigenerata e sana. Man mano che la pelle guarisce i palmi andrebbero a risalire la figura di Mekura passando lentamente su tutto il lato destro del corpo così da permettere all'energia curativa del proprio chakra di viaggiare nel corpo della ragazza e rigenerare tutti i tessuti rimasti lesi da quanto le è successo. Se in tutto questo Mekura si fosse dimostrata più calma, Kaori sarebbe andata a deglutire ritrovandosi incerta sul da farsi. < Cosa è successo? Come ti sei ridotta in queste condizioni? > le domanderebbe, alla fine, cercando di capire cosa l'abbia travolta per ridurla in quello stato. Se si riferisca ad una condizione fisica o mentale... beh, a Mekura libera scelta su come interpretare la cosa. [ Competenze curative B ] [ Mani Terapeutiche A (15 pt chakra + 10 PV) - 2/4 ] [ Chakra: 105/120 ]

12:03 Mekura:
 La cosa la conforta i suoi bambini stanno bene, solleva il volto e guarda Kaori un'altro po' prima di fare una timida domanda <cosa penseranno però se non li chiamo? saranno preoccupati...> era davvero delusa e dispiaciuta, in un modo impotente come se avesse accettato il fatto che per ora non potesse vederli. <Azrael dovrebbe portarli fuori a fare qualcosa insieme...oh Andoss potrebbe andare con loro> parla del cane <si divertono a lavarlo dopo che si è rigirato nel fango...> sospira facendosi guidare come una bambola senza vita e senza forza seguendo solo delle direttive senza obbiettare. Si rigira sul fianco sinistro apprezzando il fatto che quel lettino sia comodo e socchiude gli occhi mentre il chakra medico fa il suo lavoro. <odio il fuoco....odio tutto quello che brucia..> borbotterebbe a bassa voce pensandoci su. Una parentesi al di fuori dell'intero contesto e della domanda che Kaori le ha fatto <non ne sono sicura, ma abbiamo combattuto io e Azrael...si, si...era venuto a chiedermi perché ti avessi "abbandonato" > sospira <era calmo e poi si è arrabbiato, ma era sotto controllo, tuttavia non era la prima volta che qualcuno mi chiamasse in disparte per una regolazione di conti...Raido fece altrettanto> si sente le mani fredde e per questo si agita qualche attimo cercando di stringerle tra loro <prima, cercò di uccidermi, per insegnarmi a non arrendermi...come se fossi una allieva> non sapeva se ridere o arrabbiarsi e le venne fuori uno sbuffo che riassumeva una sintesi delle due emozioni. <poi chiede di scontrarci per regolare i colpi...finì che mi trapassò da parte a parte con la katana...in ospedale ci stetti per un po'> solleva lo sguardo cercandola e sospirando <non volevo che lo sapessi...al tempo Raido era così importante per te...e dopo quello che è successo, volevo solo che non avessi più nulla a che fare con lui, non volevo essere un pretesto per darti dispiacere> e sopratutto non voleva lamentarsi o che qualcun altro risolvesse i suoi problemi. <ho...ho chiesto io ad Azrael di scontrarsi con me: sarebbe esploso comunque, oppure avrebbe tenuto dentro, accumulando e come ho detto sono già stata per troppe persone una disgrazia, volevo solo...pagare il prezzo delle mie azioni, volevo...> sospira non trovando le parole <volevo fare per una volta nella mia vita la cosa giusta, ma ho solo dimostrato che non sono capace a reggere il peso delle mie azioni e che non riesco mai a prendere la scelta giusta> continua a rilassarsi continuando a sviscerare i propri pensieri <sono così debole...non sono riuscita a fare nulla. Ho fallito una tattica dietro l'altra e lui è rimasto praticamente fermo sul posto. Mi ero ripromessa che sarei arrivata al suo livello un giorno ma ho deluso anche lui come allieva> si irrigidisce ancora prendendosi una leggera pausa per buttare già un groppone di saliva. Li, tossisce prima di sogghignare di nuovo <però...un complimento l'ho ricevuto...."sei brava a sostituirti, come sei brava a sostituire le persone che ti vogliono bene" pffff ahahaha che comico che è il nostro Nara ahahah, così tagliente, così...così bravo, così perfetto> l'isteria prosegue facendola tremare di nuovo <e poi e poi, gli ho aggiunto "tu ci hai messo molto meno a sostituirmi, da che pulpito" > le parole non sarebbero proprio quelle ma, il concetto rimane < e sai cosa? sai cosa? la fine della barzelletta è eccezionale: non mi sentirò in colpa perché hai scelto la scelta peggiore perché dovevi trovare l'ennesimo motivo per sentirti uno schifo, grazie al tuo errore ho trovato la vera felicità...ah...come è bravo il nostro Azrael, non mi ha sconfitto con le tecniche, ma a mani nude e con le sole parole> la risata rallenta, tira su con il naso e la voce si fa tremante <sono felice per voi...lo sono sempre stata. Con tutto quello che era successo, mi sentivo in colpa anche solo provarci. Lui era ancora Azrael la persona che ho amato...ma io non ero più Mekura ed ha ragione, con me sarebbe stato solo infelice> la mano sana striscia verso il volto continuando a piangere più forte. <cosa volete tutti voi da me?> domanda, seriamente <cosa volete? cosa devo fare per farne una giusta? cosa devo fare per non essere più una serpe in seno? cosa? Mi perdonate e poi uscite fuori con queste parole, rinuncio al mio onore sapendo che le conseguenze sarebbero state gravi e non solo vengo cacciata dal clan ma vengo allontanata da tutti, cerco di servire gli Hyuga anche dall'esterno e di proteggerli, ma le risposte sono "gli affari degli Hyuga rimangono tra gli Hyuga, tu non lo sei"> sospira <cosa...cosa devo fare per essere come te? hai tutto quello che desideravo avere: amici, amore, una famiglia, un riconoscimento, un posto nel mondo...io...ti invidio, ti invidio alla follia Kaori...Sama, Hyuga e reggente del clan> Sospira <mio padre e mio fratello saranno così delusi di me, mio zio darà così deluso di me...sempre che gli importi qualcosa di me> è la prima volta che la Hyuga, che ha sempre protetto le decisioni di suo zio, muove un sentimento di astio, qualcosa di infantile e piantato nel profondo. <Hiashi sarà così deluso di me...>e anche quello, la morte di Hiashi non è una cosa che ha superato. <ho deluso tutti e Kurako probabilmente sta ridendo di me, lo aveva sempre detto che ero una debole, lo sto dimostrando ogni giorno di più...mi domando: che senso ha che io continui ad esistere? o perché io esista di base...potrei...semplicemente gettarmi da una finestra e provare a volare come una rodine, mi piacevano così tanto le rondini da bambina, volevo essere una di loro>

13:32 Kaori:
 Quando sente il modo in cui parla dei propri figli, Kaori si ritrova a non sapere bene cosa fare. Cosa le ha detto Azrael? Mekura sta parlando come se fosse destinata a non rivederli mai più e la Hyuga non sa se questo dipenda dallo stato di shock in cui è visibilmente caduta o se invece sia merito di qualunque cosa il Nara le abbia detto. Non sa cosa fare, non sa come dovrebbe comportarsi, si sente sul limitare di un confine infuocato e quasi vorrebbe scappare. Ha sempre avuto paura, lei, di Mekura. Di ciò che ha rappresentato e che non avrebbe smesso mai di rappresentare per Azrael. Sa che lui non l'avrebbe ferita, non alle spalle soprattutto, ma sa anche che un posto del suo cuore sarebbe sempre, *sempre* appartenuto a lei. Che Mekura avrebbe sempre avuto qualcosa di lui che a Kaori sarebbe stato precluso. Adesso più che mai teme il fantasma della presenza della donna nella sua relazione e si sente persino meschina nel momento in cui prova questo sentimento. Mekura è palesemente in difficoltà e altrettanto palesemente in una situazione difficile con Azrael e nonostante tutto lei ha paura di lei. Stringendo i denti cerca di scacciare questo pensiero da parte per concentrarsi solo ed unicamente sulla ragazza. < Ehi > sorride per cercare di risultare positiva e rassicurante. < Non parlare così. Sembra quasi che tu non li rivedrai mai più. > ne parla come se la sola idea fosse assurda. < Adesso pensiamo a rimetterti in sesto e quando starai bene... beh, quando starai meglio dirò ad Azrael di organizzarvi. > E' difficile parlarne con leggerezza ma ci prova al massimo delle sue capacità mentre dalle sue mani il chakra medico continua a fluire dalle dita. L'energia verdastra prosegue nella sua opera curativa venendo guidata dai palmi di Kaori che andrebbe a spostarli lentamente, quasi come l'obiettivo di una radiografia lungo il lato destro del suo corpo. Come un'onda verde curativa il chakra medico andrebbe a viaggiare lungo muscoli e tessuti per rigenerarli e curarli, ricreando pelle sana e fresca a sostituzione di quella lesa e bruciata ormai caduta. Mentre la cura viene ultimata Mekura inizia il suo racconto e Kaori schiude le rosee nel venire a sapere che all'origine di tutto, in qualche modo, c'entra lei. Azrael voleva sapere cosa fosse successo, perché la ragazza non avesse salvato Kaori quando è stata rapita e tutto è degenerato. Certo, non è stata una idea così saggia chiedere al Nara uno scontro: neppure Kaori avrebbe osato tanto consapevole com'è del divario di potenza che vige fra i due, ma capisce il desiderio dell'altra di aiutarlo a calmarsi. Un'altra consapevolezza che le fa rivoltare lo stomaco. Perché Mekura conosce Azrael quasi bene quanto lei. "O persino meglio." la pungola una voce distante nel fondo della propria mente. Deglutisce ignorandola, lasciando che Mekura continui a sfogarsi con lei. Anzi, cerca di stemperare un po' la tensione con una domanda. < Ed alla fine avete risolto i vostri problemi almeno? > domanda quasi come fosse una battuta, trovando ridicola l'idea che un rapporto possa rinsaldarsi dopo essersi quasi uccisi. Non ha idea che proprio in quell'occasione i due si siano tanto avvicinati, passando persino del tempo a rimembrare i ricordi del loro bacio, del loro incontro all'Accademia quando Mekura era ancora una deshi. Distoglie le mani dal corpo dell'altra quando le ferite finiscono di venir trattate e quindi lascia ricadere molli le braccia lungo il corpo continuando ad ascoltarla mentre le parola di Azrael e del modo in cui lo scontro sia terminato vedendo il Nara uscirne illeso. Kaori in questo frangente si sente vicina all'altra, comprendendo perfettamente il senso di delusione e frustrazione che l'avvolge. < Non credo sia un fallimento, questo. Azrael... Beh, è "Il Dainin della Foglia". E' praticamente al livello di Hitomu, detentore della volpe o del Rikudo Sennin ed il suo Rinnegan: nessuno è in grado di avvicinarsi ad un simile livello di potenza. > le spiega la Hyuga cercando al contempo di convincere se stessa. < Non sei tu ad essere debole, sono loro ad essere spaventosamente potenti. Leggende come loro sono bei modelli da cui trarre ispirazione ma raggiungerli... > una risatina amara le sfugge dalle rosee. < Non ci proverei nemmeno. > ammette abbassando appena il capo. L'evocatrice dei serpenti tossisce e quando si riprende prosegue nel suo racconto andando a rivelare dettagli scottanti che portano Kaori ad irrigidirsi sul posto. Azrael è solitamente educato e affascinante, raramente si lascia andare a commenti pungenti. Persino nei momenti di rabbia non le ha mai parlato a quel modo, seppur coi suoi modi irruenti e violenti. Da quanto tempo quell'argomento gli bruciava dentro? Da quanto soffriva per esser stato dimenticato dalla ragazza davanti a sé? Una parte di Kaori l'ha sempre saputo o, almeno, sospettato, ma non aveva avuto il coraggio di parlarne con lui. Adesso però ascolta impotente quanto Mekura le rivela quasi trasalendo nel momento in cui Mekura si rivolge a lui come "il nostro Nara". Deglutisce con un'espressione indecifrabile reprimendo i sentimenti che si stanno dando battaglia dentro di sé, maledicendosi per il suo trovarsi all'interno dell'ospedale in questo momento. Non è Kaori, non può permettersi di esserlo. Adesso è il primario Hyuga e come tale deve comportarsi. "Mio..." corregge però, istintivamente la sua mente, senza interromperla. Si rende conto di quanto Azrael l'abbia ferita, di quanto male abbiano fatto quelle parole. Ma... per quale motivo, nonostante tutto, è bastato questo a ridurla in questo stato? Se Raido le avesse rivolto quello stesso discorso sarebbe stata solamente furiosa, di sicuro non si sarebbe mai strutta di dolore. Le si schiudono le rosee, un atroce dubbio le vortica per la mente, un dubbio che ha sempre avuto e che l'altra -di fatto- non ha mai smentito. Ed alla fine lei pronuncia parole che Kaori non riesce a capire. Azrael era ancora la persona che aveva amato: voleva dire che lo amava ancora? E' sempre stata una scelta di parole piuttosto enigmatica per la Consigliera che, ora come ora, non può concedersi di chiedere chiarimenti in qualità di medico. Stringe i pugni, conficca le unghie nei palmi. Vorrebbe dirle che Azrael non è nemmeno lontanamente lo stesso che era tempo fa, che quell'esperienza l'ha cambiato e rivoluzionato, scavando a fondo dentro di lui, al punto da stravolgere la sua vita. Abbandonare l'Akatsuki, voler tornare nuovamente a Konoha quando anni prima le aveva rivelato che non sentiva più come casa sua. Il semplice fatto che avesse voluto riprendersi il figlio che non era mai stato pronto a riconoscere... Si è mai accorta di tutto questo, Mekura? Kaori non lo sa. Ma non chiede. Non può. E quando quella domanda arriva all'udito di Kaori, la giovane la fissa interrogativa, disorientata. Quell'ammissione, infine, la spiazza, portandola d'istinto ad una risata amara e totalmente involontaria. < Scusami. > dice poco dopo, riprendendosi, schiarendosi la gola. < Scusami, non sto ridendo di te, affatto. > mette immediatamente in chiaro tornando seria, rilasciando la pressione delle dita contro i palmi ove è evidente il segno delle unghie che per poco non hanno graffiato e lacerato l'epidermide. < E' che mi stai decisamente attribuendo più di quanto non abbia. > le rivela andando a prendere lo sgabellino posto alla propria sinistra, davanti al macchinario più grande nella stanza, e sedendosi su questo. < Ho sempre avuto solo te ed Hiashi come amici, se vogliamo escludere Hitomu con cui posso parlare raramente per via del suo ruolo all'interno del Villaggio. Hiashi è morto e anche quand'era vivo comunque era lontano anni luce per via della lite che ebbe con me e Raido al Dojo. E tu... da quando sto con Azrael sei sparita, Mekura. Non ti ho più vista da quando ti ho detto di noi se non qualche volta alla Magione. Poi sei partita e mi hai scritto una sola volta quando hai incontrato Harumi e non hai mai risposto alla mia missiva. Non avevo nemmeno idea che fossi qui, non ti sei più fatta vedere in Accademia o alla Magione. Potevi essere chissà dove nel mondo per quanto ne sapevo. Quando ti ho scritto per dirti di tornare al Dojo mi hai trattata come un'estranea, quindi direi che nemmeno il nostro rapporto fosse esattamente amichevole. > le spiega Kaori in assoluta calma, senza dar minimamente l'impressione di star attribuendo colpe o giudizi. < La mia famiglia è stata distrutta anni fa. Mio padre mi è stato strappato via e con lui mia madre. Non si è mai ripresa dal lutto e si è buttata a capofitto nelle missioni. E' sempre in giro a rischiare la vita, cerca di combattere per non pensare, per non vivere nella casa dove mio padre non tornerà più. Ogni giorno mi aspetto di ricevere la notizia della sua morte. > ammette amaramente la Hyuga con un sorriso distante. < Kouki è mia figlia ma è una ragazza ormai. Non ho mai potuto crescerla davvero ed è partita senza volere neppure che la seguissi. Ho Azrael, certo. Lo amo con tutto il cuore ma... ha già una famiglia. E per quanto mi dica che io ne sia parte... non sento di farne parte sul serio. Come potrei? Ha due figli che ama immensamente per i quali potrò essere al massimo un'amica perché la loro madre *sei tu*. > La guarda negli occhi per un lungo, interminabile istante in totale silenzio prima di deglutire e riprendere. < Tuo zio era spaventato. Spaventato per quanto era successo, per Akane, per suo fratello, la situazione nel clan. Teme che tu lo odi come tu temi la stessa cosa. > Gliel'ha detto, gliel'ha letto negli occhi quando le ha ceduto il proprio posto. Mekura però è troppo presa dalla disperazione, da tutto ciò che ha perso o che non ha per ascoltare e quanto dice infine porta Kaori ad andare in allarme. Si fa mortalmente seria tutta d'un tratto e quindi si alza. < Forse è questo il problema. Ti lamenti di quello che non hai come se quello che invece possiedi non abbia importanza. Hai dei figli, sei Consigliera di un Villaggio del quale non fai nemmeno totalmente parte visto che sei un membro dell'Akatsuki. Una cosa che dovrebbe riempirti d'orgoglio visto che storicamente solo i ninja più forti dei vari Villaggi ne fanno parte. Hai rifiutato Azrael al suo ritorno dicendogli di avere un'altra persona accanto, della quale non ho nemmeno mai saputo nulla, sei tornata nel clan perché ne sei degna, perché non avresti mai dovuto esserne cacciata. Tuo padre e tuo fratello sono morti, certo, ma tua madre è viva. Hai l'occasione di conoscerla, di parlarci! Perché niente di tutto questo ti basta? > le domanda ritrovandosi solo a questo punto a fermarsi boccheggiando, rendendosi conto di aver superato il limite che aveva voluto imporsi fra l'essere Kaori e l'essere il primario dell'ospedale. Deglutisce espirando pesantemente per poi umettarsi le labbra con fare più calmo. < Senti. Quello che penso è che tu abbia semplicemente accumulato troppo stress, troppi traumi mai superati. Ogni missione, ogni perdita ha scavato un po' dentro di te e senza superare a pieno quelle ferite sei andata avanti aggiungendo altre crepe, altre fosse. Adesso sei arrivata al limite di sopportazione. Hai bisogno di staccare la spina, di lavorare su te stessa. > le dice Kaori con tono fermo, dolce, accomodante. < Quando mio padre è morto e abbiamo sconfitto Cappuccio Rosso ho cercato di vivere la mia vita ma mi sono resa conto di non potere. Ero rotta. Ho affrontato il mio Demone e quando mi sono sentita finalmente bene sono tornata. Capisco come ti senti. E penso che ti farebbe bene farti aiutare. > aggiunge la ragazza guardando Mekura negli occhi, seria, senza alcuna traccia d'accusa, astio o giudizio nella voce o nello sguardo. < Io non potrei farlo perché non sono specializzata e perché in parte sono direttamente coinvolta nella tua storia, ma conosco colleghi di cui mi fido profondamente ai quali potrei chiedere di aiutarti. > [ Competenze curative B ] [ Mani Terapeutiche A (0,5 pt chakra + 10 PV) - 2/4 ] [ Chakra: 104.5/120 ]

11:08 Mekura:
 La donna guarda in modo enigmatico Kaori mentre questa le parla come se non dovesse vederla mai più. L’idea c’era, c’è sempre stata che ad un certo punto lasciasse perdere i dolori della sua vita per affrontare l’ignoto. Era quasi intenzionata a chiedere il Seppuko a suo zio, anche se non si tratta davvero di qualcosa che fa parte della loro cultura, forse è più vicina alla mentalità di Akendo. La testa gira ripensando a quel nome…Akendo. Prima una persona che semplicemente si è dimostrata amichevole, poi il fantasma dietro alle mosse della Akatsuki. Il guerriero, il possessore del Rinnegan, il Dio che lei stava inconsciamente adorando come tale. Si domandava, lo ha sempre fatto, se l’amasse davvero alla fine e non fosse solo una tenerezza da parte sua, di preservare la piccola Mekura come la chiamava. Non era un soprannome che le piacesse particolarmente: voleva camminare con lui, non dietro di lui…eppure con il tempo si era abituata a farlo, a inseguirlo…fino a perdere le speranze ed adagiarsi ad aspettarlo, fino a quando non c’è stato più. Inutile dire che non era morto e che non si poteva ripetere quel evento che lo ha visto rapito in passato, quindi l’unica spiegazione che aveva per il fatto che non fosse li, è perché non ci voleva stare li, aveva qualcosa di meglio da fare. L’imperturbabile Dio….forse è vero che non esiste, forse era tutta una illusione come dedicare la sua vita a lui. Annuisce ancora nel pieno dei suoi pensieri mentre Kaori le chiede se hanno risolto i loro problemi <…non so…che faccia aveva Azrael quando se ne è andato?> domanda, dimostrando che non lo stesse più vedendo in quel momento quando l’ha trasportata in ospedale. <…non mi sembrava uno che avesse risolto dei problemi…mi ha accusato che volessi suicidarmi per farlo mandare in prigione> afferma seria guardando verso il basso e sospira <mi sono arresa, ho gettato la spugna quando mi stava attaccando, ho urlato di colpirmi, tutto vero…aspettavo che mi facesse male ed è anche vero che ero tentata di finire la mia vita> per una volta nella sua vita è sincera sul quel argomento, l’unico che lo sapeva era Raido. <lo sono…da anni> scuote il capo guardando di nuovo verso il basso <o-ogni tanto ritorna questo sentimento…questa…cosa che sento, sto anche pensando che mi piaccia sentire male..forse Azrael ha ragione nel dire che io cerco sempre l’infelicità> a voce vuota è come se si stesse spegnando, di colpo, in un oceano di rammarico <…essere infelice per essere biasimata, quindi quello che sto facendo è una balla…eheh io sono una balla> si vorrebbe portare le mani ai capelli per strapparseli, non lo fa, dandosi solo una passata di capo con il palmo della mano sinistra. <quello che sento è una balla…è falso, eppure è vero, cosa mi dice che io abbia davvero bisogno di suicidarmi, cosa mi dice che questo sia l’unica cosa che mi resta da fare?> ecco a cosa è arrivata Mekura, alla completa incapacità di comprendere i suoi stessi sentimenti, le sue stesse percezioni. Di dire cose che partecipando a dire una cosa, ma intendono un’altra confondendo le persone altrui e lei stessa: voleva davvero dire questo? perché lo ha fatto? è come se ci fosse un sabotatore che ha mescolato tutti i collegamenti del suo cervello e della sua morale. <cosa è vero? cosa è falso? quale è la porta della tigre e quella della salvezza? chi mente? chi ha ragione?> e anche qui un tratto della personalità di Mekura emerge: l’ossessione di dare uno scopo a se stessa, di inquadrarsi. Questo orrore che sta vivendo, lo sta vivendo fin dalla adolescenza a causa, probabilmente, di una mancanza di inquadramento della sua vita, una mancanza di stabilità. <…e negarti il piacere di colpirli nel naso?> e per la prima volta da quella discussione la donna ironizza. <Se lo meritano tutti e tre: il primo per punire la sua vanità, il secondo perché è troppo buono, mi ha fatto passare l’inferno per risolvere un problema a Kumo quando poteva essere più semplice…anche se lo ringrazio comunque> ed ora il peggiore <ma il premio dovrei sfracellarti il cranio va proprio a lord Rikudo Sannin…il Dio che non esiste> una nota di puro astio esce dalle sue labbra, prima di essere sopita come un incendio dall’acqua da un morbido sospiro, un amorevole e disperato sguardo sul volto. Sente la risata, la guarda, perplessa, mentre Kaori afferma che non è così invidiabile la sua vita. C’è anche una domanda non posta da Kaori, ma che è abbastanza leggibile nel suo discorso: dov’era? perché non ha risposto? perché ha risposto così freddamente. <…mi dispiace> afferma, sospirando <ho avuto problemi con dei serpenti..mi hanno preso più tempo di quello che dovevo e non mi sono allontanata da voi…mi sono allontanata da tutti…volevo e dovevo fare qualcosa per non essere impotente come lo sono stata con il cappuccio rosso> riguardo alla madre di Kaori comprende profondamente cosa stia passando: ci passiamo tutti in quella fase, gettarci in qualcosa per non pensare a null’altro. La cosa che le fa suonare un campanello di allarme è Kouki: la conosce, ha avuto modo di parlarci, era profondamente turbata l’ultima volta sopratutto a causa di Raido. Abbassa lo sguardo, preoccupata ma non dice altro, sente più che altro la mozione che le viene posta: perché non le basta questo? non lo sa: accumula cose per proteggere quelle che ha già, ed in definitiva continua questo processo senza sapere neppure la possibilità di fermarsi per potersele godere queste cose, queste persone. Alla fine, dopo una lunga pausa, la donna solleva la testa <se mi faccio aiutare….potrò stare con i miei bambini?>

12:03 Kaori:
 Le rosee della Hyuga si schiudono alla domanda di Mekura notando come abbia frainteso il proprio quesito. Forse doveva essere più chiara. < No, intendevo... con Raido? Hai risolto con lui? > domanda la Hyuga esprimendo con più chiarezza la domanda che le aveva posto in precedenza, dopo che Mekura le ha rivelato dello scontro che li ha visti protagonisti prima della loro riappacificazione in ospedale. < Azrael... beh, mi sembra evidente che dobbiate ancora chiarire le vostre divergenze. > sospira Kaori ascoltando il resto del discorso della ragazza con una traccia di preoccupazione ben evidente sul viso. Raido le aveva raccontato già anni prima di qualcosa di simile. Stavano litigando e lei aveva parlato di morire o sparire e lui era scattato. La sola idea che un genitore abbandonasse i propri figli per morire lo aveva mandato fuori di testa: avrebbe dato tutto ciò che possedeva per poter avere i suoi genitori accanto a sé. Nonostante la rabbia e l'odio che Kaori ha provato per Raido, non può certamente negare la sincerità dei sentimenti ch'egli aveva sempre avuto per la famiglia persa in tenera età. Da quanto tempo Mekura medita il suicidio? Da quanto tempo si arrovella sulla possibilità di farla finita? E lei non lo ha mai saputo, non se n'è mai accorta. Non che fosse un argomento che avessero mai sfiorato, ma... non ha mai compreso ciò che l'altra stava meditando. Mekura inizia a porsi domande alle quali nessuno potrebbe risponderle e che portano Kaori ad osservarla da una distanza virtualmente indefinibile. Le sembra di essere fuori dal proprio corpo, di non avere idea di chi sia la persona che ha di fronte. Erano state amiche, ma perché non le ha mai raccontato niente? Nè del suo ragazzo, né di quello che stava passando, né dei suoi viaggi? Nemmeno di Azrael le aveva mai parlato. Solo qualche mese dopo la sua scomparsa avevano sfiorato superficialmente l'argomento, con Mekura che si domandava se lui l'avesse mai amata davvero o se fosse rimasta soltanto un gioco, quello che era stato all'inizio la loro storia quando Azrael aveva deciso di conquistarla nonostante il suo iniziale rifiuto. La cosa la riempie di malinconia. Hanno avuto trascorsi difficili, hanno affrontato situazioni pericolose, hanno litigato, si sono riavvicinate... le aveva persino chiesto di essere la propria testimone di nozze. Hanno bevuto fino a star male spettegolando su Raido a notte fonda. Ma adesso sembra tutto evanescente, quasi insignificante. Si adombra appena in viso mentre ascoltando il successivo dire della Jonin si ritrova a stringere appena i denti. < Non condivido. > dice un po' rigidamente cercando di rimanere imparziale nel discorso. < Non farei *mai* del male ad Azrael. Direi che in vita sua ne ha passate già abbastanza e non vedo perché debba meritare di venir punito. > Anche cercando di mettersi nei panni di Mekura non capisce perché dovrebbe avercela con lui. Avevano una storia apparentemente felice per quel che Kaori aveva avuto modo di vedere anni prima. Lui era realmente innamorato di lei e lo ha dimostrato anche il fatto che nonostante avessero iniziato ad uscire, mesi prima, lui aveva continuato a pensare a Mekura per diverso tempo prima di abbandonarsi totalmente a Kaori. Ancora adesso, a giudicare dal modo in cui lo aveva ferito l'esser stato sostituito in quegli anni, doveva provare qualcosa per lei. Non amore, forse, ma magari l'eco morente di un sentimento che un tempo era stato il più prezioso della sua vita. Forse è arrabbiata proprio perché aveva iniziato ad uscire con lei? Ma allora perché non restare con lui quand'è tornato a Konoha? Perché mettere immediatamente in chiaro che non voleva? Che era meglio ricominciare e basta, come se non vi fosse stato altro prima? < Hitomu men che meno meriterebbe alcun male. E' la persona più buona che conosca: meriterebbe di venir punito per questo? > domanda, confusa, non capendo il punto del discorso della ragazza. Per quanto riguarda Akendo si ritrova a temporeggiare per qualche attimo, perplessa, stringendosi nelle spalle. < L'ho incontrato una volta sola. Non saprei dire se meriterebbe o meno qualcosa del genere. Immagino avrai i tuoi motivi per tanta rabbia. > Sicuramente Mekura, essendo un membro Akatsuki, avrà avuto molti più contatti con lui. Non immagina assolutamente la natura del rapporto che, invero, i due hanno condiviso più di un anno prima. Alla fine la ragazza sembra calmarsi e spiega il motivo del suo allontanamento portando la Jonin a sospirare e umettarsi le labbra. < Capisco... > per quanto, in qualità di Consigliera, non approvi totalmente la sparizione improvvisa e priva di avvisi. Non è solo una ninja del Villaggio, è una dei suoi rappresentanti e in quanto tale ha responsabilità alle quali non può semplicemente sfuggire. Ma evita il sermone: ora come ora è l'ultima cosa della quale ha bisogno. In realtà, ora come ora, avrebbe bisogno di liberarsi di qualsiasi responsabilità. E' la domanda finale che Mekura rivolge alla dottoressa che porta Kaori a guardarla leggermente sorpresa, come se non si aspettasse l'arrivo di quella richiesta. Vede la paura dietro il suo sguardo e si ritrova a boccheggiare per un istante prima di addolcire, impietosita, lo sguardo. < Mekura. > la destrorsa andrebbe a cercare la spalla sinistra della giovane così da concederle un gesto di conforto. < Nessuno sta cercando di allontanarti dai ragazzi. Anche se Azrael è arrabbiato non vuole portarteli via. > vuole che questo sia chiaro. < Sa che sei > ricaccia indietro il dolore che quella consapevolezza reca con sé < loro madre e non vorrebbe mai ferirli a questo modo. Non nega l'esistenza di questo legame. Ma... è preoccupato. > cerca di addolcire la situazione parafrasando le lapidarie minacce che il Nara le ha praticamente trasmesso telepaticamente quando ha portato Mekura in ospedale. < Sei arrivata al punto di meditare il suicidio. Sei una ninja dai poteri straordinari con un grave problema emotivo. Dio solo sa cosa potrebbe accadere se perdessi il controllo. > cerca di farle capire perché in questo momento il Dainin vuole proteggere i bambini. < Cosa succederebbe se in preda alla disperazione di uccidessi in casa? Se i bambini dovessero trovarti in una simile condizione? Anche se Ai è cresciuta sarebbe comunque un terribile shock e Ken è ancora un bambino.. > la voce si spegne al solo pensiero di una simile eventualità. Kaori deglutisce e abbozza un sorriso rassicurante. < Hai solo bisogno di trovare la tua calma. Il tuo spazio. E' solo un periodo di pausa da tutto per pensare solo a te stessa. Ai demoni mai superati e a quello che desideri per il tuo futuro. Quando riuscirai a rispondere a queste domande e a dare una sorta di ordine alla tua vita tutto sembrerà più semplice e sarà più bello anche per te rivederli. > Crede davvero in queste parole, per quanto immagini che sia difficile vedere la luce in fondo al tunnel per lei, ora come ora. < Vedila come una possibilità di rinascita. Un modo per lasciarsi alle spalle tutte quelle vicende passate che ancora ti tormentano per concentrarti solo sul tuo futuro. Per essere la persona che desideri essere. > Andrebbe a distaccare la mano dalla sua spalla, se fosse riuscita in precedenza a posarvela e quindi gliela tenderebbe quasi con fare simbolico e teatrale. < Il tuo corpo adesso è a posto. Le ustioni sono sparite. Se vuoi posso portarti nella tua stanza così potrai riposare e domani inizieremo questo percorso di ripresa. Mh? > le propone Kaori affrontando il discorso come se fosse Mekura stessa in potere di scegliere cosa fare. Darle l'idea di non essere intrappolata lì così da farle apparire, si spera, meno strette quelle mura bianche attorno a sé. [ Chakra: on ]

12:32 Mekura:
 Non è mai stata una persona che si apre facilmente. Emotivamente parlando ha sempre tenuto tutto dentro perché non si sentiva in diritto di discutere della sua vita, di lamentarsi o di anche solo parlarne con qualcuno. Egoista? molto, ne è consapevole, così come tenere all'oscuro le persone alla quale dovrebbe essere più vicina. Ma la domanda che la bloccava sempre dal rivelare qualcosa era la seguente: cosa succede? cosa succede se rivela una cosa del genere come suicidarsi? cosa succede se l'avrebbero presa in modo leggero? Se era un problema passeggero e che aveva tanto per cui rimanere in vita? cosa sarebbe successo se avesse parlato apertamente di Akendo, quante persone avrebbe messo in pericolo, cosa avrebbero pensato, quale bersaglio poteva diventare lei? Cosa sarebbe successo se avesse detto determinate cose? come sarebbe andata, meglio, peggio? Ha segreti, ha combattuto guerre di cui non poteva parlare, ucciso anche due innocenti (seppure stesero già morendo). <...Raido> sospira <diciamo di si dato che mi ha chiesto di salvare la sua figlia e Fumiko al tempo, ma ha aperto un'altro conflitto> ne aveva parlato al tempo quando Kaori era tornata, anche se non ricorda bene se prima o dopo averla compiuta, ma ricorda, forse a torto di averle raccontato qualcosa..è passato diverso tempo da allora <ti ricordi la storia del padre di Fumiko? quello che aveva rubato il Byakugan? ho avvertito Juusan della questione, ma non mi aveva ascoltato. Ancora oggi Raido non ha riconsegnato il Byakugan di quell'uomo> adesso che è lei la capo clan è importante che questo fatto venga ricordato, che quegli occhi devono tornare a Konoha..ma una cosa alla volta immagina, non è la priorità. <sto ironizzando> afferma la donna allargando un sorriso amaro <non ho davvero nulla contro di loro, con nessuno dei tre> in silenzio abbassa lo sguardo <con nessuno dei tre> ma questa volta non sembra molto convinta della cosa. Sente la mano sulla sua spalla, la guarda di sfuggita sentendola parlare. Sospira di nuovo: una delle sue grandi paure, ma non lo aveva mai nascosto bene, lei era terrorizzata per quanto non si fosse mai opposta, per il bene di Ai e Ken. Rimane li a pensare, sguardo basso, tirando su con il naso di nuovo mentre gli occhi le ritornano lucidi mentre pensa, mentre è costretta ad accettare che quella adesso è la sua realtà e la sua condizione: non ci si nasconde più, non si scappa più indietro. Ha solo due scelte: continuare verso il precipizio o risalire. Rimane in silenzio per un po' guardando Kaori come una bambina in punizione, scuote il capo andando a ripulirsi dalle lacrime che le stanno scendendo in quel momento. Annuisce. <mh..> Si vergogna, si vergogna profondamente di quello che è adesso e di come sia riuscita ad incasinare, di nuovo, tutto della sua vita...ma se non lo fa per lei, lo deve fare almeno per la sua famiglia, Ken, Ai, suo zio e gli Hyuga annessi. Deve farlo, infondo hanno bisogno anche di una disonorevole come lei se il cappuccio rosso sta tornando. Prende un lungo respiro e scivola giù dal lettino seguendo Kaori qual ora le avesse fatto strada. <mi dispiace..>

12:57 Kaori:
 In realtà Kaori aveva dimenticato quel dettaglio. Il fatto che degli occhi Hyuga fossero stati trafugati e mai riconsegnati le era totalmente passato di mente. Al tempo non era capoclan e pensava che Juusan avrebbe risolto la faccenda ma adesso è una sua responsabilità e deve capire se ci sono state evoluzioni in quel frangente. Ma non c'è bisogno che Mekura si preoccupi ulteriormente, adesso soprattutto ha bisogno di calma e serenità. < Sì, me ne avevi parlato tempo fa. Chiederò a Juusan se ci sono novità su questo fronte, risolveremo tutto. Grazie per avermelo ricordato. > le sorride tentando di farla sentire utile visto che, per quanto le è parso di capire, al momento è qualcosa del quale l'altra ha davvero bisogno: motivi per non precipitare, per non lasciarsi andare. Sentire di poter essere utile per gli altri e combattere per resistere a tutto il resto. Poco dopo Mekura rivela di aver solo scherzato per quanto riguardava il punire le tre figure precedentemente citate e Kaori arrossisce appena per aver malinterpretato il discorso: forse lo ha affrontato un po' troppo seriamente. < Oh. > mormora un po' imbarazzata, grattandosi nervosamente dietro la nuca sbattendo le ciglia con fare rapido. < ...capisco. > sussurra poco dopo nel vedere la reazione quasi sconfitta di Mekura nel modo in cui abbassa lo sguardo, in cui par mancare di convinzione. Non è il momento di indagare oltre, né sta a lei farla aprire per quanto, in parte, vorrebbe. L'unica cosa che può fare è spingerla a chiedere aiuto, a non affrontare di nuovo tutto da sola: cercare di guidarla verso la sua migliore possibilità di risalita senza esplicare chiaramente l'impossibilità attuale di avvicinare i tanto amati figli senza incorrere nell'ira di Azrael. Alla fine La ragazza si arrende e, accettando l'aiuto di Kaori, annuisce asciugandosi le lacrime. Scende dal lettino un po' più stabile di poco prima e Kaori l'affianca avviandosi verso la porta. < No. Non dirlo. > le dice con convinzione guardandola dritto negli occhi. < Non hai fatto niente di male. Hai solo bisogno di aiuto. Non è niente di sbagliato o di cui dovresti vergognarti. Molti ninja non sono più gli stessi dopo aver affrontato missioni e nemici particolarmente-- traumatici. Alcuni di loro si sono lasciati distruggere, altri hanno combattuto e vinto. Tu stai ancora lottando, Mekura. Non hai perso. > continua sicura con sguardo determinato. < Stanno per arrivare i rinforzi. > le sorride, alla fine, con fare incoraggiante prima di guidare la compagna verso una stanza singola dove possa riposare e cambiarsi con un camice che le sarebbe stato portato da degli infermieri. [ END ] [ Scusa l'end frettolosa ma devo fuggire a tavola! ]

13:10 Mekura:
 Annuisce, convinta guardandola per qualche secondo e sorridere quando questa, dopo aver difeso apertamente le persone a lei care si accorge della ironia della Hyuga più anziana arrossendo. é un sorriso tranquillo, pacato appena accennato, distante e comprensivo. Sul fatto di non aver fatto qualcosa di male, non ci crede più di tanto. In realtà ancora non crede del tutto a questi aiuti fantomatici, ma ci prova, ci deve provare e ci deve riuscire. <sto ancora lottando...arrivano i rinforzi> ripete con un filo di voce continuando a camminare verso la sua attuale sorte. Si vedeva già con una sorta di camicia di forza, isolata dall'esterno mentre addestra un topo a mandare messaggi ai suoi figli...nel caso non avesse il chakra, perché altrimenti avrebbe mandato direttamente Ser Biss in persona a trasportare messaggi. <...i bambini hanno un cane, Andoss e un gufo, sussurro, a dire il vero il gufo è mio, ma...ho bisogno che non vengano lasciati da soli....posso pagare un addestratore per Sussurro, Andoss, se se ne occupano i bambini sono più felici> afferma parlando di quel piccolo problema da risolvere per non lasciare quelle creature da sole I passi si susseguono ed ad attenderla alla fine di quel percorso c'è un bel camice ospedaliero modello Giuditta. [end]

Azrael lascia Mekura in ospedale perché Kaori si occupi di lei, avvisandola -mentalmente- di predisporre per l'evocatrice dei serpenti un controllo psichiatrico.
Kaori si occupa delle ferite che Mekura ha subito a seguito dello scontro col Nara e parlandole capisce che la ragazza ha effettivamente bisogno d'aiuto.
Alla fine Mekura si arrende alla stanchezza che l'ha portata al limite delle sue forze e acconsente ad essere aiutata facendosi portare in una camera per la sua momentanea degenza.


Per Mekura il premio è la cura, uppo subito i PS.