E' una sensazione strana quella che poco a poco prende forma e vita dentro e attorno Kouki. Nonostante non riesca a muovere ancora il suo corpo, inizia ad avvertire qualcosa. Uno scroscio ovattato, ritmico, come di acqua che cade e batte contro qualcosa. Lancette che corrono, lente, scandendo costanti l'incedere del tempo. Un dolore rimbombante e pulsante alle tempie, che le fa sentire l'intera testa dolorante. Se dovesse provare a muoversi si renderebbe conto che il suo corpo è estremamente pesante: non per questo sordo ai suoi comandi, però. Potrebbe muovere mani e piedi, le dita di ciascun arto, nonché la testa. Tuttavia non potrebbe muovere braccia e gambe né il busto. Qualcosa la costringe e la blocca lì dov'è seduta. Qualcosa che l'avvolge per tutto il corpo, quasi si tratti delle spire d'un serpente affamato... ma più probabilmente si tratta solo di una corda. Al di là dell'acqua che scroscia in lontananza e delle lancette che scandiscono la corsa dei secondi, non v'è altro rumore tutt'attorno a darle un qualsiasi indizio su dove sia e perché. L'ultima cosa che la chuunin ricorda è Otsuki, il loro patto, il tradimento. Ed ora i suoi ricordi si schiarirebbero, i suoi sensi si andrebbero lentamente a risvegliare lasciandosi alle spalle il torpore dell'incoscienza. Quello scroscio par essere pioggia e pare meno distante di quanto non sembrasse poc'anzi. Polsi e caviglie bruciano, qualcosa stringe e sfrega contro la pelle. E poi- se solo avesse tentato d'aprire gli occhi ecco che, semplicemente, tutto si rivelerebbe buio attorno a lei. Solo una fioca luce bianca delinea i contorni di una porta distante e di due figure davanti a lei, sedute ad un tavolo con aria paziente. [ Ambient ]
Alle domande della chuunin qualcosa cambia nella stanza. Le due figure si muovono adagio alzandosi dal tavolo e muovono qualche passo per avvicinarsi a lei. La fioca luce bianca -che par essere emanata da dietro la ragazzina- va mostrando qualche nuovo dettaglio delle loro sagome rivelando così due uomini. Uno alto, giovane, dai lunghi capelli neri tenuti legati in una coda sottile, l'altra riconducibile allo stesso Otsuki. "Si è svegliata" osserva con voce incolore il più giovane dei due, osservando la ragazzina con i suoi sinistri occhi cremisi. La pelle par essere chiara, il viso tagliente ed i suoi abiti non sono altro che una casacca nera dalle ampie maniche scure ed una cintura in vita a stringere il busto. Pantaloni aderenti e calzari ninja coprono il resto del suo corpo mentre spicca lucido il coprifronte di Otogakure attorno al suo bicipite sinistro. Otsuki annuisce flemmatico, pulendosi gli occhiali con calcolata lentezza. < Sì. > concede l'uomo infilandosi nuovamente le lenti e puntando ora lo sguardo sulla giovane. < Bentornata fra noi. > la saluta con un sorriso placido, calmo, andando a portare ora le mani dietro la schiena in una posa quasi di paziente attesa. < Per rispondere alle tue domande... immagino che non ci sia bisogno che mi presenti. > sorride come se stesse facendo una semplice battuta durante una chiacchierata amichevole. < E lui... beh, diciamo soltanto che è un mio caro e vecchio amico. > continua rivolgendo al ragazzo un sorriso gentile che il giovane non ricambia ma al quale risponde con un semplice cenno del capo. < Siamo qui perché, mia cara E-001, per poter tornare a lavorare insieme è chiaro che ci serve una solida base dalla quale ripartire. Fidarmi della tua parola dopo tutto l'odio che hai dimostrato di covare per me sarebbe stato assurdo, non trovi? > spiega Otsuki guardando la Yakushi con espressione distante, famelica, brillante di gelido trionfo. < Attaccarti quando avevi intorno due Consiglieri della Foglia fra cui il famoso Dainin Azrael Nara sarebbe stato stupido. Dovevo aspettare che fossi tu a concederti a me. > spiega l'uomo con tono via via leggermente meno imperturbabile ma quasi venato di una sfumatura di soddisfazione per via di quel piano finalmente riuscito. [ Ambient ]
Le labbra del genetista si distendono sottili verso l'esterno in un ghigno sottile. < Anche se quando avremo finito avremo la tua piena collaborazione, non vedo a cosa possa servirti quest'informazione. > si limita a dire Otsuki mentre l'uomo senza nome permane silente al suo fianco, lo sguardo neutro a non distaccarsi mai dal volto della chuunin durante l'intero susseguirsi della conversazione. Il veleno che trasudava la voce di Kouki viene lentamente ritratto in favore di un tono più cauto e attento che vorrebbe quasi essere rassicurante nei riguardi dell'uomo che, ascoltandola, assottiglia leggermente lo sguardo con durezza. < Non avresti-- non avresti vantaggio? > Una mezza risata esce soffocata dalle labbra dello Yakushi al dire della chuunin mentre il capo va a venir scosso un paio di volte con fare incredulo. < Ne avresti solo da guadagnare! Ti aiuto ad entrare in contatto coi serpenti giganti, per puro miracolo riesci persino a conquistarne la fiducia e poi? Cosa ti impedirebbe di girare i tacchi e andartene di nuovo, eh? O mandare un messaggio ai tuoi cari nuovi genitori? > Il tono si fa ora sprezzante, quasi ricolmo di disgusto mentre Otsuki va aggirando la sedia ove Kouki è seduta per piantare le mani sulle guance della ragazzina e tirare la sua testa all'indietro, immobilizzandola. Le mani della piccola sono legate dietro la sua schiena, fra questa e lo schienale della sua seduta, impossibilitate a raggiungere qualsiasi tipo di contatto con lui. La presa delle sue dita è forte ma non violenta: non desidera farle del male quanto solo tenerla bloccata sul posto. Il viso di Otsuki è abbassato accanto a quello della chuunin e le sue labbra sono distese in un sorriso malato, spiritato. < Ti prometto che non farà male. Ci vorrà solo un istante e poi tutto sarà-- perfetto. > La sua voce è un sibilo caldo contro la guancia della Yakushi, un tuono rimbomba forte dall'esterno facendo tremare quelle che sembrano finestre a giudicare dal suono di vetri che vibrano alle spalle della ragazzina. A questo punto l'uomo senza nome si avvicina e prende a comporre una sequenza di sigilli che si rivela essere troppo rapida per gli occhi della Yakushi. Tutto si svolge in pochi secondi prima che la destrorsa del ragazzo si sollevi affinché i polpastrelli di indice e medio vadano a posarsi in mezzo agli occhi della piccola, poco più su sulla fronte. E in un istante... qualcosa nella mente di Kouki cambia. Tutto attorno a sé viene come cristallizzato e passato e presente collidono in uno scontro che stride nella sua mente creando fastidiose sensazioni di confusione e disorientamento. Come una cassetta che viene messa in pausa la mente di Kouki viene arrestata ed il nastro dei suoi ricordi estratto dal suo alloggio, srotolato, violato, strappato. Le punizioni che Otsuki le ha inferto svaniscono dalla sua memoria sostituite da immagini di sorrisi soddisfatti e piccoli regali mai ricevuti davvero. Otsuki non la sta frustando, le spazzola i capelli con fierezza. Otsuki non la sta prendendo con forza, le rimbocca teneramente le coperte. Otsuki non la sta sgridando: si complimenta con lei per la grandezza dei suoi progressi. Ogni lite, ogni ricordo dell'odio provato per lui viene sostituito da insegnamenti nuovi e da momenti d'intesa. Kouki che usa i suoi serpenti per soffocare un nemico ricercando l'approvazione di Otsuki e Otsuki che annuisce fiero di lei. Kouki che si allena a Kusa per raggiungere un giorno il suo maestro dovuto rimanere ad Oto per proteggerla. Migliaia di fili che vengono spezzati e risanati secondo le direttive di una mente estranea per creare un rapporto fittizio ma estremamente convincente. Un rapporto che sa di appartenenza e complicità, un rapporto che fa di lei l'allieva prediletta del più degno dei maestri. [ Ambient ]
Una risata melliflua esce dalle labbra sottili del genetista quando Kouki tenta quel disperato azzardo, quella minaccia flebile che porta il nome di Azrael Nara. Otsuki mantiene le dita pressate contro le gote, le tempie della sua stessa creazione osservando il modo in cui le sue iridi si contraggono, la sua pelle si raffredda e un velo di sudore gelido le imperla la fronte. < Lo verrà a sapere solo se tu glielo riferirai mia cara. > mormora Otsuki prima di avvicinare al suo orecchio le labbra. < E dubito che lo farai. > Ed ecco che le dita del ragazzo raggiungono la fronte della ragazzina e la sua memoria viene riavvolta e modificata. Immagini e fotogrammi di vita vissuta a sbiadire e svanire per dar vita a nuove scene mai vissute ma così dannatamente reali agli occhi della chuunin. Non esiste più un motivo per cui Kouki odi Otsuki, per cui per lui provi atavico terrore. Paura e disgusto vengono sostituiti da rispetto e complicità, il timore primordiale di essere avvicinata da un uomo va riducendosi ad una sensazione di inspiegabile fastidio perfettamente controllabile. Ogni conseguenza dovuta alle traumatiche esperienze vissute con lui svanisce mutando radicalmente non solo la storia fra loro ma le fondamenta stesse di ciò che finora ha reso Kouki... Kouki. La ragazzina si aggrappa al ricordo delle persone che ha imparato ad amare e non dimentica i suoi sentimenti per loro né quello che hanno condiviso. Solo i ricordi condivisi con loro circa le informazioni condivise su Otsuki vengono modificati, facendole dimenticare qualsiasi sua confessione in merito con loro. Kouki sa che Otsuki ha dovuto lasciarla a Kusa per salvarle la vita, l'ha rintracciata di tanto in tanto quando ha potuto, e lei ha continuato la sua vita incontrando prima Raido e poi Kaori e poi Fumiko ed infine Azrael. La sostanza di quanto ha vissuto in quegli anni non varia, né i sentimenti che l'hanno legata alle persone che ha imparato ad amare: varia solo il sentimento che l'ha sempre legata ad Otsuki. Il tentativo di rimanergli lontana diviene l'impaziente attesa del giorno in cui si sarebbero riuniti. A jutsu concluso le dita del ragazzo lasciano la fronte della ragazzina portandola a sentire la testa scoppiarle. Troppe nuove informazioni da elaborare, una confusione tanto disorientante da richiedere tempo per assestarsi. La giovane cade incosciente ed il suo capo s'abbandona ciondolante fra le mani di Otsuki. Il corpo si fa debole e molle sotto le corde ed un lungo sonno popolato di ricordi falsi e veri l'accompagnerà fino al momento in cui si risveglierà, due giorni dopo, in una stanza alla magione Yakushi. Da sola. L'ultima cosa che ricorderà è di essere stata in biblioteca a cercare informazioni sui serpenti di Orochimaru: dopotutto è venuta fin lì proprio per loro. [ END ]