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Missione D - Aiuto cinofilo

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Missione di Livello D

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con Harumi, Raoku

13:56 Harumi:
 Respirare è una cosa automatica così come lo deve diventare anche il processo che dovrebbe portare la piccola Principessa a irrorare il di lei corpo con il chakra che possiede dentro di sé. Due energie che devono essere unite mediate un particolare processo e che sviluppa nei ninja capacità fuori dal normale, questo deve diventare automatico come il respiro che le fa alzare ed abbassare il petto, deve imparare a farlo ogni giorno e non solo quando ha delle missioni come oggi. Motivo in più per il quale andrebbe a ricercare nei cassetti della sua memoria il sigillo della capra e le manine e le dita libere della bambina andrebbero a comporsi cercando di produrlo in maniera ottimale e fedele. Dovrebbe ritrovarsi nel buio della di lei mente e del suo mondo perduto nel quale galleggia priva di ogni legge di gravità, figurerebbe il suo corpo in quel nero pece e proverebbe tranquillità e pace tornando allo stato che per lei rappresenta l’utero della madre. Nero intorno a lei se non fosse per quei due colori che sono rimasti all’interno del suo corpo dalla prima volta che ci ha provato, ovvero il colore blu e il colore bianco che ora andrebbero a raffigurare le due energie che sono presenti nel di lei corpo. La scia blu percorrerebbe la creaturina dall’interno andando a riversarsi nella sua testa in una danza elegante che vedrebbe il colore aggrovigliarsi su se stesso formando una mezza luna di colore blu scuro, espressione dei suoi pensieri e della sua energia psichica. Invece la scia di colore bianco pervaderebbe tutto il suo corpo essendo espressione dell’energia fisica del suo essere ma si concentrerebbe all’addome in linee di bianco che danzerebbero e si attorciglierebbero in tale punto formando una seconda mezza luna. Le due mezze lune se ben ricorda ora dovrebbe essere sospinte entrambe verso il plesso solare dove permanerebbe il sigillo effettuato con le mani, in due movimenti speculari che vedrebbero le due mezze lune vorticare verso il punto prestabilito. Lì la bambina cercherebbe di portarle ad unirsi e miscelarsi ruotando come se si volessero mangiare l’una con l’altra ma alla fine dovrebbero unirsi armoniosamente in un’unica luna piena azzurra, frutto di un blu slavato col bianco. Quella luna piena non dovrebbe essere altro che il chakra che dovrebbe essere quindi stato richiamato con questo processo appena effettuato, per poter brillare e divampare nel piccolo corpo e renderla capace di effettuare cose altrimenti impossibili. Un profondo respiro e in seguito dischiude gli occhi per osservare il di lei riflesso nello specchio; si è già preparata raccogliendo il lungo crine bianco screziato d’argento in una treccia che va a posarsi delicatamente sulla spalla destra della piccola bambina. Una minuta esile vestita con dei semplici pantaloncini neri e corti, una maglietta lunga a righe bianche e nere che le cade morbida a mezze maniche, ma al di sopra di essa indossa una felpa semplice e bianca, senza cappuccio e tenuta aperta, dalle maniche che le arrivano a metà degli avambracci. Indumenti semplici arricchiti dal porta armi e dal porta oggetti che indossa sempre con sé, il primo alla coscia destra sopra a delle fasciature bianche e il secondo in vita. Con la manina destra stringe il tessuto dei pantaloni laddove vi è una tasca con dentro qualcosa, ma nessuno vorrebbe mai sapere cosa si porta appresso. Una volta pronta esce di casa ed osserva quel mondo coi propri occhi bianchi e perlacei con la sua solita espressione neutra e distanze eppur attenta ad ogni minimo particolare. Si dirige verso la magione degli Inuzuka, lì vicino v’è situato un centro cinofilo dove dei volontari addestratori hanno richiesto dell’aiuto per occuparsi dei cani che sono tenuti all’interno: dar loro da mangiare e bere, pulirli, sorvegliarli affinchè non scappino e riordinare gli strumenti del mestiere nel magazzino o buttarli se rovinati. Lungo la strada oppure una volta giunta sul posto dovrebbe incontrare il suo compagno di missione con il quale sta stringendo forse un rapporto simile all’amicizia, infatti appena lo vedrebbe gli donerebbe un sincero anche se sghembo sorriso, simbolo di quanto si senta a suo agio con lui e di come si stia impegnando per dimostrarlo con le proprie espressione facciali. <Buongiorno Raoku.> un saluto ben educato al quale non dovrebbe mancare di seguire una domanda di rito per degli incontri sociali. <Come stai? Sei pronto?> almeno si trova più a suo agio con gli animali piuttosto che in una sala piena di gente. [Tentativo di impastare il chakra | 4/4][Chk: 20/20][Equip.: porta armi: shuriken x3 | kunai x3 – portaoggetti: carta bomba x2 | bomba luce x2 | fumogeni x5 | fuuda tronchetti x4 | Filo di nylon x8 | Tonico Recupero Chakra Speciale x3]

14:10 Raoku:
  [centro cinofilo] <Non si preoccupi, tra poco arriverà. Sono io che sono venuto in anticipo...siete sempre così impazienti voi Inuzuka?>. Raoku squadra con gli occhi verdi l'uomo di mezza età che ha davanti, sorretto ad una stampella a causa di un intervento non grave alla gamba sinistra ma che attualmente gli impedisce di lavorare insieme al resto del gruppo di addestratori cinofili. <Ah, lei non è un Inuzuka...beh, fa lo stesso, stia tranquillo. Appena arriva la mia compagna, inizieremo il lavoro: si fidi di noi, non siamo mica degli sprovveduti> gli assicura, un sorriso un po' annoiato dipinto sul volto del Nara mentre, appoggiato allo steccato all'ingresso del centro cinofilo, attende l'arrivo della fida principessa (degli sterminatori) della luna. I lunghi capelli corvini, estremamente ribelli tanto che alcune ciocche finiscono per incorniciargli in maniera un po' disordinata il volto, sono raccolti in un'alta coda morbida sulla nuca: appena sotto il legaccio della coda, la fascia del coprifronte di Konoha si confondo per colore tra quei capelli così neri finché non spunta sulla fronte, dove capeggia il simbolo del Villaggio sulla piastra metallica. Raoku indossa un abbigliamento dal tessuto piuttosto leggero, nonostante sia pronto a qualunque evenienza in quanto ad equipaggiamento. Il busto è rivestito da una canotta di rete indossata a pelle a maniche lunghe, tali da raggiungere la metà degli avambracci; a sua volta la canotta è sormontata da una tunica realizzata color verde chiaro, a mezze maniche che arrivano a rivestire gli arti fino all'altezza del gomito. L'indumento è ben stretto in vita da una fascia di colore rosso scuro che cinge il ventre e la parte bassa del busto fino all'inguine. Gli avambracci sono rivestiti invece da due vambracci di cuoio ben allacciati: nella parte inferiore dell'avambraccio destro è posizionato un Fuuda in cui Raoku ha precedentemente sigillato un pugnale kunai con la lama intinta di un veleno composto speciale, mentre nella parte inferiore dell'avambraccio sinistro un secondo Fuuda è posizionato con all'interno sigillato un ulteriore kunai dalla lama intinta, stavolta, di un veleno inibente. Guanti da shinobi senza dita con una piccola placca protettiva sul dorso rivestono le mani, mentre altri 4 Fuuda sono posizionati sul torace (due ai lati del costato, due all'altezza del ventre), a livello della canotta a rete: tutti e quattro contengono sigillati al loro interno altrettanti tronchetti utili per effettuare la tecnica della sostituzione, qualora si ritenesse necessaria, e rimangono celati dal tessuto della tunica. Sul retro della fascia lombare invece, dal lato del fianco sinistro, è posizionata una sacca porta-oggetti: al suo interno, oltre al filo di nylon arrotolato, sono immagazzinate due semplici carte bomba arrotolate in due piccoli rotolini e infilate in un medesimo vano, mentre negli altri due vani rimanenti sono contenute una confezione medica contenente un tonico speicale per rivitalizzare e potenziare il flusso di chakra e un altro involucro contenente un tonico coagulante speciale. Una seconda sacca porta-oggetti è invece portata sul lato destro della fascia: non tutti i suoi vani sono pieni, bensì soltanto tre di essi contenenti ciascuno un fumogeno. Pantaloncini piuttosto affusolati di colore grigio cenere fasciano le cosce di Raoku arrivando fin sotto il ginocchio, a livello degli stinchi: sulla coscia destra è posizionato, ben allacciato, un porta-kunai che al suo interno presenta nel primo vano 3 semplici pugnali kunai, nel secondo 2 kunai-bomba (realizzati unendo con un lembo di filo di nylon una carta bomba all'elsa di ciascun kunai) e nel terzo 3 shuriken. Dalla zona appena sotto il ginocchio (in corrispondenza dell'ultima parte, cioè, dei pantaloncini indossati da Raoku) fino alle caviglie di ciascuna gamba il genin indossa anche un ulteriore protezione, due schinieri di cuoio ben stretti intorno ai polpacci. Sandali da ninja neri ben allacciati alle caviglie completano infine il suo outfit.
Per ingannare l'attesa - che non implica affatto un ritardo da parte di Harumi quanto invece il fatto che Raoku, impegnato a fare altro (più piacevole) la notte precedente anziché concedersi un lauto e lungo sonno, sia arrivato con un po' di anticipo sulla tabella di marcia - il giovane Anbu procederebbe quindi a risvegliare ed impastare il proprio chakra. Per prima cosa andrebbe a comporre nel modo più preciso e rapido possibile il sigillo della Capra all'altezza del petto. Composto tale sigillo andrebbe quindi a focalizzarsi sulle proprie energie interiori. Per prima cosa andrebbe ad agglomerare, visualizzandosela mentalmente, l'energia spirituale in una sfera di colore rosso all'altezza della fronte, quindi passerebbe contestualmente a quella fisica che tenterebbe di raccogliere in prossimità del ventre in una sfera dal colore blu acceso. Proverebbe quindi, fatto eventualmente ciò, ad imprimere ad entrambe un moto rotatorio e circolare cercando di spingerle una verso l'altra in un movimento vorticoso intorno all'asse centrale del proprio corpo: l'obiettivo, nelle intenzioni di Raoku, sarebbe quello di farle incontrare e amalgamare armoniosamente all'altezza del petto, proprio in corrispondenza del sigillo precedentemente formato con le mani giunte. Mischiandosi, queste due fonti energetiche dovrebbero dare origine al chakra del giovane Nara il quale andrebbe eventualmente a spandersi attraverso il suo proprio sistema circolatorio in ogni anfratto del suo corpo, rivitalizzando carne e spirito. Solo dopo eventualmente esserci riuscito, coglierebbe finalmente l'arrivo di Harumi con quelle domande di cortesia che la bambina gli rivolge, oltre al sorriso sghembo che - ormai sta imparando a conoscerla - è segno di uno sforzo notevole da parte sua. <Ohayƍ, Harumi-chan> la saluta altrettanto cordialmente, discostandosi dallo steccato e stiracchiandosi la schiena <allora...dopo l'hotel ci tocca sporcarci davvero le mani oggi...un allevamento di cani non sarà il massimo dell'igiene e della pulizia, immagino> non ha mai avuto a che fare con gli animali, quindi la sua è solo una supposizione. Che genera qualche protesta sull'omone di mezza età che attendeva con lui l'arrivo di Harumi e che procede a spiegare ad entrambi le varie mansioni: foraggiare gli animali, pulire le cucce nel lungo capannone che costituisce il luogo di ristoro degli animali, giocare un po' con i cuccioli e gli esemplari più giovani per farli sgranchire e infine riporre tutti gli attrezzi usati dagli addestratori. Il tutto, con un occhio vigile sugli animali affinché non scappino dal loro controllo. <Non proprio un lavoretto da niente, insomma...> borbotta Raoku, cercando - se ricambiato - di scambiare uno sguardo complice con Harumi al suo fianco. [Tentativo impasto chakra: 4/4][Chk se on: 30/30][Equip.: Guanti shinobi | Vambracci x2 | Schinieri x2 | Fuuda x 6: 4 tronchetti, 1 kunai veleno composto spec., 1 kunai veleno inibente | Porta-kunai: 3/3 kunai, 2/3 kunai+carta bomba, 3/3 shuriken | Portaoggetti 1: 2 carta bomba, filo nylon, 1 tonico chk speciale, 1 tonico coagulante speciale | Portaoggetti 2: 1 fumogeno, 1 fumogeno, 1 fumogeno, vuoto]

14:25 Harumi:
 Giunge al luogo di incontro dove ad attendere la Principessa vi è Raoku e un omone che si regge in piedi grazie all’aiuto di una stampella, hanno l’aria di chi sta aspettando qualcuno da un po’, soprattutto nel notare come il ragazzo si sia ormai appoggiato allo steccato, segno che il Nara sia giunto lì molto prima della bambina. Non v’è colpa sul visino della giovane in linea con la sua incapacità di mostrare qualsiasi cosa però questa volta non sente nemmeno dentro di lei il senso di colpa per essere in ritardo, sono loro coloro che sono arrivati in anticipo. E con codesta sicurezza in corpo saluta anche l’uomo a lei sconosciuto. <Buongiorno.> presta poi particolare attenzione a quanto viene detto loro dall’uomo riguardo i loro compiti e infine si guarda le mani facendosi carico di ogni parola che viene a lei riferita. Giunge alle sue orecchie il dire del ragazzo che smuove in lei un’espressione rilassata e quasi sorridente si oserebbe dire, però dopo essersi osservata a lungo le mani donerebbe a lui parola. <Il pelo dei cagnolini mi piace molto al tatto. Ne ho accarezzato uno una volta, aveva dei colori stupendi.> si perde ancora una volta in parole tutte sue che la bambina esprime con l’intento di rendere partecipe Raoku di qualcosa che la riguarda. Percepisce lo sguardo complice che le viene dato ma purtroppo la bambina non è in grado di replicarlo quindi tutto quello che si ottiene è uno sguardo vacuo e perso nel nero degli occhi del Nara. <E’ vero, sarà impegnativo. Ma preferisco di gran lunga questo alle grandi sale con persone.> pronuncia, anzi sentenzia verso di lui per poi fare un cenno di ringraziamento all’uomo e -se possibile- fare il suo ingresso nel centro cinofilo insieme al compagno e amico. Lo sguardo spazierebbe nel luogo cercando di individuare le prime cose da fare ma non per queste se ne rimane in silenzio senza dire una parola. <Gli animali non parlano a differenza degli esseri umano. Lo fanno a loro modo, ma noi non li comprendiamo e non possiamo notare espressioni troppo elaborate sui loro musi.> arriverà prima o poi al punto della questione. <Non v’è giudizio con loro e non devo sforzarmi di essere come non mi sento di essere.> per questo preferisce questa missione alla precedente e con codesto parere si auspica di aver spiegato a Raoku il perché della sua preferenza anche se nessuno glie lo ha chiesto. <Ti proporrei di iniziare col pulire le loro cucce e anche loro se sono sporchi. Pulire i loro bisogni in modo che poi sia tutto lindo e pulito e loro possano mangiare senza cattivi odori intorno.> non vede più i colori come una volta anche se li ricerca spasmodicamente per il loco. Rimane in ascolto di eventuali controproposte o anche un semplice dire -qualsiasi esso sia- da parte del compagno. Nonostante lei appaia sempre fredda e distante, non si potrebbe fare a meno di notare quanta accortezza e gentilezza ripone per questi animali. [Chk: 20/20][Equip.: porta armi: shuriken x3 | kunai x3 – portaoggetti: carta bomba x2 | bomba luce x2 | fumogeni x5 | fuuda tronchetti x4 | Filo di nylon x8 | Tonico Recupero Chakra Speciale x3]

14:45 Raoku:
  [centro cinofilo] L'uomo li lascia dopo aver assegnato loro le mansioni, probabilmente per andare a controllare il lavoro della sua squadra di addestratori in un'altra area del centro di allevamento. Soffocando uno sbadiglio, Raoku si incamminerebbe dunque accanto ad Harumi diretto verso la zona dove sono affiancate, una all'altra, le cucce dei tanti cani lì allevati e addestrati. <Ah, davvero?> le chiede, incuriosito da quel dettaglio della vita di Harumi che, tra la sua freddezza generale impostagli dall'assenza di emozioni e quel suo sguardo perennemente perso nel vuoto, non gli ha raccontato poi molto del suo passato, oltre al fatto che non si ricorda gran che <era il tuo cagnolino? Ti ricordi di aver avuto un animale domestico?> le chiederebbe, sinceramente interessato alla questione più per il fatto che quell'eventuale ricordo le sia tornato alla mente che per altro <io non ho mai avuto granché feeling con gli animali domestici: a casa mia non avevamo né cani né gatti, anche se so che i Nara, nei boschi delle loro magioni, spesso allevano cervi> ammette, ricordando quel particolare che deve aver conosciuto ora che ha iniziato a frequentare con maggiore assiduità gli ambienti dei quartieri del suo Clan. La preferenza di Harumi per questo tipo di missioni gli strappa un sorriso, ma la spiegazione che poi la bambina gli fornisce gli lascia come una sensazione latente di compassione: sapere che la bambina si sente più a suo agio con gli animali che con gli esseri umani è una triste consapevolezza. <Non parlano, è vero, ma sanno essere anche molto intelligenti. Guarda gli Inuzuka ad esempio: trattano i loro animali come se fossero appendici stesse del loro corpo, fratelli o sorelle di sangue a dir poco> asserisce il giovane Anbu <potranno non avere la facoltà della parola ma sanno farsi capire. Non sono bestie come gli animali più selvatici, essendo abituati alla presenza e alla collaborazione con l'uomo probabilmente hanno anche un modo per comunicare> ipotizza, scrollando le spalle. Sono tutte dicerie che ha sentito, in fin dei conti, non avendone mai avuto uno <ad ogni modo, non devi mai sforzarti di essere come non ti senti di essere, Harumi-chan. Non è che tu abbia qualcosa di sbagliato: certo, all'Overlook dovevamo essere servili verso i nostri clienti e anche io mi sono contenuto, ma con il resto delle persone> le spiega <puoi tranquillamente essere te stessa senza porti troppi problemi: chi ti apprezzerà davvero imparerà a farlo per quello che sei> le dice, arrivando al capannone con le cucce prima di voltarsi verso di lei, lo sguardo che dall'alto - vista la differenza di altezza - vorrebbe incrociare quello vitreo della bambina <io ad esempio sto imparando a farlo, e so di poter contare su di te per qualunque cosa. Spero che tu non ti trattenga o finga quando siamo insieme> le sorride, andando poi a dare un'occhiata con fare più pratico a quello che sarà il loro luogo di lavoro e ascoltando al contempo la proposta della ragazza <mmm...sono d'accordo: prima il dovere e poi il piacere> ammette, citando il noto proverbio <forza, io prendo scopettino e paletta, passiamo cuccia per cuccia: dopo che ho tolto gli escrementi, tu sostituisci la paglia e le coperte sporche, poi passiamo a quella successiva. D'accordo?> le chiederebbe per conferma. Quindi passerebbe a prendere dagli attrezzi riposti di fianco all'entrata una scopettina e una piccola pattumiera dall'incavo profondo. Se Harumi non avrà obiezioni e vorrà seguirlo, si chinerebbe dunque verso la prima cuccia, fortunatamente vuota (forse il suo occupante è fuori per l'addestramento) e inizierebbe a spalare gli escrementi secchi nella pattumiera. Non tutte le cucce però sarebbero così, tanto che una volta entrati nell'area adibita a canile inizierebbe una sfilza di uggiolati qua e là tra i vari cani che, incuriositi dalla presenza dei due ninja della Foglia, inizierebbero anche a fuoriuscire dalle cucce stesse. [movimento fino a 25 metri 2/4][chk on 30/30][Equip. come sopra]

15:04 Harumi:
 Scuote lentamente la testa donando a lui cenno negativo alle sue domande però non si limita a quello e preferisce muover anche la bocca per potersi spiegare meglio sulla questione del cagnolino. <Non era mio. Era di una ragazza che ho incontrato, una ballerina.> non ha una particolare espressione a quel ricordo e si rende consapevole che in effetti quello che sta iniziando a ricordare non è qualcosa che le persone normali dovrebbero vivere. <Cervi?> sposta lo sguardo sul Nara provando un certo tipo di attenzione a quella parola e gli occhi sembrano animarsi un po’ di più come se stessero dando voce a un piccolo e nascosto desiderio. <Mi piacerebbe vedere un cervo. Tu non vivevi nelle magioni dei Nara ad allevare cervi?> infatti la frase appena sentita le fa intuire che il ragazzo non vivesse in quella realtà ma in una qualche maniera fosse distaccato dal clan, un po’ come lei. In seguito rimane nel più assoluto e profondo silenzio mentre fa tesoro di ogni singola parola che il Nara -saggiamente- va a proporle. <Sono d’accordo, in ogni caso mi sento più a mio agio con un animale.> non cambia il succo della sua preferenza ma ha ascoltato più che volentieri quelle informazioni in più riguardo le creature in generale e i cani con gli Inuzuka ma sono le ultime parole sull’apprezzamento che fanno nascere in lei una delicata domanda che senza freno alcuno andrà a donare al compagno. <E tu mi apprezzi?> una piccola pausa durante la quale poggia il suo sguardo perlato e da bambina su di lui, per poi distoglierlo e aggiungere: <Io si, ti apprezzo.> soprattutto con il discorso successivo di Raoku, il quale le fa capire che egli la sta comprendendo ogni giorno di più e che quindi non è certo costretta ad essere come non si sente, ma lei stava per lo più parlando riguardo la missione precedente. <Non parlavo fra me e te, o fra me e le altre persone. Con te e con loro io sono come mi sento di essere. Ma parlavo soprattutto per la missione precedente. Il… recitare e trattenermi, essere servile con chi mi stava trattando male.> scuote la testa. <Era una missione e come tale andava svolta, ma preferirei altro.> e con ciò chiuderebbe il discorso per entrare nel vivo di questa missione e mentre Raoku prende l’attrezzatura per fare il lavoro più sporco, la bambina inizia a portarsi invece dietro coperte e cuscini puliti e della paglia. Così appena il Nara finirebbe di pulire la cuccia, ella andrebbe a sostituire lo sporco con il pulito, coperte e paglia nuove, fresche e profumate, in questo vorrebbe continuare mentre si andrebbe avanti di cuccia in cuccia e man mano che procedono i cagnolini, che siano cuccioli o meno, incuriositi uscirebbero dalle loro cuccette per correre incontro al duo. Qualcuno si sofferma ad annusare, percepire i vari odori, altri passano subito all’azione volendo giocare, un cagnolino addirittura si alzerebbe sulle zampette posteriori per poggiare le anteriori sulle gambe della bambina attirando la sua attenzione. La Principessa si volterebbe a guardarlo e a lui donerebbe una tenera carezza facendo nascere sul di lei viso un sorriso candido e sincero, privo di forzature e ovviamene nel mentre presterebbe anche attenzione che nessuno dei cagnolini -nella confusione- se ne approfitti per darsi alla fuga o per andare dove non dovrebbe. Si distrae appena dal lavoro di pulire le cucce per consegnare a questi animali un po’ di coccole e amore, ma ovviamente se richiamata si metterà subito sull’attenti per continuare a sostituire coperte sporche con quelle nuove. <Avranno tutti quanti un nome secondo te? E i volontari se li ricordano tutti?> [Chk: 20/20][Equip.: porta armi: shuriken x3 | kunai x3 – portaoggetti: carta bomba x2 | bomba luce x2 | fumogeni x5 | fuuda tronchetti x4 | Filo di nylon x8 | Tonico Recupero Chakra Speciale x3]

15:27 Raoku:
  [centro cinofilo] La risposta di Harumi riguardo al cagnolino legato al suo ricordo del passato lo incuriosisce se possibile ancora di più. <Una ballerina? L'hai incontrata qui a Konoha, oppure risale a...al prima, insomma....> non gli è molto chiara quella fase della vita della bambina che gli ha raccontato a grandi linee solo durante il loro primo incontro per poi non tornare nuovamente sull'argomento. A stuzzicare la curiosità di Harumi invece è il suo dire riguardo ai cervi dei Nara. <Ai, cervi e cerbiatti a quel che so...sono animali eleganti credo, non sono mai stato nei quartieri dei Nara fino a quest'anno praticamente, quando sono stato accettato dal Clan> ammette, rabbuiandosi appena <mia madre non era molto vicina agli ambienti dei Nara, e per adesso non ho ancora trovato il tempo, né la voglia, di andare a trovare i miei nonni...> non esprime appieno quello che lo angoscia di quell'incontro, ovvero il ritrovarsi ad affrontare il nonno (che sospetta l'abbia spinto a diventare un ninja per vantare il proseguo della discendenza della sua famiglia nel clan) e soprattutto rivedere la madre nell'ultimo stato mentale in cui l'ha lasciata, o forse addirittura peggiorata. Fortunatamente si parla anche di altro e Harumi gli conferma quanto si senta più a suo agio con gli animali che con le persone, spiegando anche che il motivo della sua affermazione precedente non era il loro rapporto o quello che ha solitamente con gli altri esseri umani, quanto invece relativo alla costrizione imposta ad entrambi nel precedente incarico che hanno svolto insieme all'Overlook Hotel. <Beh, ci sono degli elementi nella società che pretendono un certo comportamento, altri invece che lo meritano> prova a spiegarle, mentre inizia intanto a spalare caccole di sterco secco dalle cucce <quelli dell'hotel erano dignitari amici del Daimyo, e non potevamo essere scortesi nonostante la loro arroganza perché eravamo in missione e perché altrimenti avremmo creato degli incidenti diplomatici. Ma se davanti a te ci fosse l'Hokage> afferma <saresti comunque costretta a portargli rispetto anche se ti dicesse qualcosa che non ti piace particolarmente: questo perché è il capo del Villaggio e detiene una posizione di autorità, è il nostro più alto superiore. La vita dei ninja è fatta anche di obbedienza e di rispetto, in fin dei conti> ammette, uscendo da una cuccia con la pattumiera piena e lasciando ad Harumi lo spazio per mettere a posto le coperte e gli involucri puliti <anche se nemmeno a me va bene tutto, certe volte bisogna soltanto rispettare le gerarchie e fare il proprio dovere> la cosa gli strappa un sorriso: non possono parlare del loro essere entrambi Anbu, sebbene entrambi conoscano l'identità segreta dell'altro, ma quel principio è uno dei pilastri fondanti proprio dei ranghi speciali. <Comunque certo che ti apprezzo, non metterlo mai in dubbio> le chiarisce, scaricando il contenuto della pattumiera in un sacco dal sudicio e tornando alla cuccia in questione <non potrei fidarmi di un compagno di squadra che non apprezzi, e di te mi fido. In più mi incuriosisci, come persona> non fatica ad ammetterlo <e ti trovo molto interessante: non amando le persone banali, mi trovo bene con te quindi non vedo perché non dovrei considerarti un'amica> il ragionamento del Nara è piuttosto semplice in realtà, e viene condito con un sorriso caloroso nel vederla eventualmente rispuntare dalla cuccia. Nel frattempo i vari cagnolini iniziano ad arrivare a frotte, annusando con i loro nasini umidi le gambe e il sedere dei due ninja. Raoku dal canto suo, che con gli animali ha avuto poco a che fare, si lascia andare a qualche timida carezza e grattino tra le orecchie di qualche cucciolotto <Non lo so> se avranno tutti un nome <forse sì, altrimenti i volontari come farebbero ad addestrarli?> un'ipotesi lecita, anche se non sa se sia esatta o meno <sarà meglio stare ben attenti che non scappino: forse uno di noi dovrebbe tenerli d'occhio mentre l'altro finisce le pulizie. Facciamo così: io proseguo a pulire lo sterco dalle cucce e tu li distrai, così finisco senza preoccupazioni, poi ti do il cambio io mentre tu risistemi le cucce che ho pulito con le coperte nuove. Che ne dici?> le chiede, esponendo quella variazione al piano d'azione in modo che un paio di occhi siano sempre di controllo al piccolo branco di cani. Nell'eventualità che Harumi non abbia obiezioni, lui si sposterebbe nuovamente nella zona cucce con spatola e pattumiera e proseguirebbe il lavoro di pulizia dagli escrementi, passando da una cuccia all'altra e confidando nell'attenzione di Harumi affinché nessuno degli animali se la svigni approfittando della situazione. [chk 30/30][Equip. come sopra]

15:49 Harumi:
 <No, l’ho incontrata qui a Konoha.> risponde in maniera semplice e veloce perdendosi per qualche istante nella di lei mente affacciandosi agli ultimi ricordi -per quel che ne sa- che ha recuperato. Se fossero sogni o la sua memoria non ne è sicura, ma ha deciso di dare loro quel posto nel suo passato, ovvero come ricordi. <Nel mio passato non ci sono cuccioli. Solo macchine mediche e sangue.> non dice altro dopo aver buttato lì la questione come fossero caramelle da dare a dei bambini e nemmeno sembra intenzionata a rimuginarci troppo sopra perché al momento è interessata dalla storia che Raoku le racconta riguardo la sua situazione. <In un certo senso anche io… sono stata tenuta lontana dal mio clan e lo sto conoscendo solo ora. Prima non sapevo nemmeno cosa fosse tutto questo.> ma qualcosa l’ha colpita. <Come mai non hai voglia? Ti hanno trattato male?> incurante non per cattiveria che magari l’altro non voglia parlarne, e difficile per lei tenere a freno la curiosità, pone la sua domanda e ne rimane in attesa se mai l’altro avesse la volontà di rispondere. Annuisce dopo un lungo silenzio atto ad ascoltarlo. <Ti do ragione, e io rispetto la gerarchia, davvero. E’ solo il mio modo di fare che potrebbe apparire irrispettoso anche quando non lo sono.> e infine viene messa in difficoltà da quel modo di aprirsi del Nara, nel sentire da lui tali parole di amicizia e addirittura essere considerata tale e degna di fiducia in missione. Fuoriuscendo dalla cuccia dopo aver sistemato tutto e avendo ascoltato tale discorso, riemergerebbe con un dolce sorriso quasi commosso stampato sul visino, e questa volta anche gli occhi sembrano illuminarsi di quella emozione mentre lo guarda. <Mi hai resa felice. E spero che un giorno anche io nel mio esprimermi con te possa renderti altrettanti sentimenti.> si immerge nei cucciolotti dando loro coccole, grattini e carezze. <Ti farò un regalo.> afferma così di colpo, dal nulla e ovviamente rivolta verso il ragazzo, un modo per lei per dimostrare quello che sente magari, nel rendergli concreta l’amicizia che prova verso di lui. <E vada per questo cambio di programma.> è così che il povero Raoku viene lasciato solo alle pulizie, mentre lei si occupa di tenere a bada i cuccioli, un compito non grave per lei che cercherebbe di correre qua e la per farsi inseguire -in maniera giocosa- dalla mandria di cagnolini. È raro ed è la prima volta che si può vedere la giovane Principessa comportarsi in questo modo così coerente con la sua età. Correre per giocare lei che non ha mai giocato, eppure si ritrova a ricercare palline da lanciare per poi osservare la reazione di qualche cane, c’è chi la riporta e chi invece scappa, e c’è invece chi nel non sapere che fare si butta a pancia all’aria per farsi coccolare. In tutto questo presterebbe attenzione che nessuno scappi, mettendosi di tanto in tanto di fronte all’uscita per ricacciare indietro il cane ribelle lanciando una pallina che egli rincorrerebbe, distraendolo dalla fuga. In questo prezioso, davvero prezioso momento Raoku potrebbe sentirla anche ridere, un evento più unico che raro, una piccola risata appena accennata, timida e un poco titubante, ma cristallina e sincera. Un viso rilassato, il sorriso sulle labbra e gli occhi perlacei divertiti, forse è meglio non farle notare questo momento che a lei sta passando così inosservato, senza rendersene conto. E solo dopo che il Nara abbia finito di pulire allora si riavvicinerebbe a lui per il cambio. <Se hai finito io passo a rassettare le cucce e tu stai attento ai cani, okay?> persino il tono -dopo quel momento- è più alto e colorato, e senza indugio se l’altro fosse d’accordo, passerebbe a rassettare le cucce con coperte nuove e pulite, una ad una. [Chk: 20/20][Equip.: porta armi: shuriken x3 | kunai x3 – portaoggetti: carta bomba x2 | bomba luce x2 | fumogeni x5 | fuuda tronchetti x4 | Filo di nylon x8 | Tonico Recupero Chakra Speciale x3]

16:27 Raoku:
  [centro cinofilo] <Capisco...> commenta semplicemente quando l'altra gli assicura di aver incontrato la ballerina a Konoha <...perché dici solo macchine e sangue? Ti sei ricordata qualcosa per caso?> le chiede, incuriosito da quel fatto legato al suo oscuro e misterioso passato. Anche Harumi sembra incuriosita da ciò che lega Raoku al clan Nara, tanto da insistere su quel punto: al ragazzo non piace troppo parlare di quell'argomento, ma comprende la sua curiosità e, al pari della propria, sa che è angoscioso quando questa non viene saziata. <No, non mi hanno trattato male. Affatto> ammette <mia madre era...è una Nara> si corregge, dato che la genitrice non è ancora morta, nonostante abbia praticamente perso il senno dopo la morte del marito <ma non è mai stata capace di risvegliare le caratteristiche peculiari del clan: la sua famiglia però è sempre stata un elemento importante nel clan, e da quanto so mio nonno non ha mai digerito davvero il fatto che lei non fosse la kunoichi che desiderava diventasse> le racconta, tenendosi sul vago e rivelandole, in fondo, quello che anche a lui è stato raccontato <fatto sta che è grazie a lui, che si è preso l'onere di tenere sotto cura mia madre, che ho potuto frequentare l'accademia e diventare un ninja, e sospetto che sia perché confidava nel fatto che fossi io a portare avanti il nome della famiglia all'interno del Clan> raschia via un altro po' di sterco di cane, uscendo dalla cuccia e rovesciando poi il contenuto nella pattumiera <è per questo che ancora non sono andato a trovarli: detesto essere utilizzato, o avere degli obblighi per le aspettative di altri che non siano le mie> tace sul fatto di rivedere la madre dopo tanto tempo, e sul fatto che lei non voleva che intraprendesse la via del ninja: è un fatto ancora troppo personale che ha rivelato soltanto a due persone finora, la sua sensei Furaya e la dolce Azumi. Non che non si fidi di Harumi, tutt'altro - e glielo dice pure - ma semplicemente gli fa male anche solo ricordarsi di quell'aspetto del proprio rifiuto. Lo fa sentire come un codardo. <Tu invece? Hai scoperto di essere una Hyuga come ti dissi in biblioteca quel giorno?> in effetti quegli occhi vacui gli avevano fatto subito venire in mente Kaori-sama e l'antico e nobile clan della Foglia, ma all'epoca Harumi non aveva dato alcuna conferma di ciò. L'argomento intanto si sposta sul loro rapporto e sull'amicizia che stanno coltivando. <Ma non devi, davvero...non servono prove materiali: considerami tuo amico e abbi fiducia in me tanto quanta ne ho io nei tuoi confronti, tanto basta> le assicura, lusingato dall'averla resa così felice con una semplice affermazione <e comunque, stai migliorando nel comprendere le sensazioni che provi, Harumi-chan> le fa notare, divertito dalla cosa <adesso ad esempio ti sei emozionata, hai gli occhi un po' lucidi> le fa notare, lasciandola poi a divertirsi e a controllare i cucciolotti mentre lui continua raschiare sterco dalle cucce dei cani. Un lavoro di merda, verrebbe da dire, ma qualcuno deve pur farlo. Cerca di sbrigarsi, anche per evitare che Harumi venga sopraffatta dal branco di cani, ma quando si volta a vedere come se la cava in realtà sembra particolarmente felice di quella mansione: non l'ha mai vista così, spensierata e felice come davvero una bambina di quell'età dovrebbe essere. Sovrapporre quell'immagine alla ragazzina che ha decapitato quello shinobi della yakuza in una loro precedente missione, in combo con la Kagemane di Raoku, sembra quasi impossibile in questo momento. Una volta terminato di pulire le cucce, poserebbe scopettone e pattumiera per sgranchirsi un po' la schiena: a differenza di Harumi non ha una statura minuta, per chinarsi nelle cucce si è dovuto sforzare non poco. <Ok, ti do il cambio> conferma, potendole il cinque da battere, come in una specie di passaggio di consegne, confidando in quel gesto di complicità della bambina. Qualora lei lo lasci appeso senza risposta, comunque, conoscendola non se la prenderebbe troppo e, pur divertito dalla cosa, si dedicherebbe alla nuova mansione: distrarre i cani e controllare che nessuno se ne vada. <bene bene...intanto mettiamoci l'assicurazione....> borbotta tra sé, unendo le mani nell'ormai ben noto sigillo de ratto. Convoglierebbe quindi il proprio chakra in uno flusso continuo che si concentrerebbe dapprima sulle piante dei propri piedi e quindi tenderebbe al simbionte d'ombra sottostante: è anche questa una pratica che negli allenamenti con Furaya ha ormai praticato sempre più con scioltezza, ma ogni volta la sensazione è quella di una specie di strappo, come se l'Ombra fosse davvero un'appendice mobile e viva del proprio corpo. Un simbionte a tutti gli effetti, che lui nutrirebbe con il proprio chakra. Si concentrerebbe soprattutto, per riuscirci, nello stabilire l'equilibrio di scambio tra il proprio chakra e il flusso da confluire nella macchia d'ombra sotto di sé, che se tutto andasse per il verso giusto si dovrebbe scurire ed addensare, diventando da una semplice ombra ad una macchia oscura e impenetrabile. <Bene, se qualcuno scappa almeno sono pronto a catturarlo> mormorerebbe (in caso di riuscita) iniziando quindi - mantenendo intatto il sigillo del ratto con entrambe le mani - a correre tra i cani facendosi inseguire nel cortile interno del capannone, tra le varie cucce pulite e pronte per essere rassettate ad opera di Harumi. [movimento fino a 25m 2/4 + tentativo Hijutsu Nara 2/4][Chk on: 29/30 (Hijutsu Nara -1)][Equip. come sopra]

16:55 Harumi:
 Non risponde alle domande che le vengono rivolte donando un lungo silenzio al Nara prima che egli ricomincia a parlare rispondendo alla curiosità della bambina, illustrandole come il clan Nara non lo abbia trattato male ma sua madre non fu in grado di risvegliarne l’innata, e per questo suo nonno non ha mai digerito la cosa. Tale nonno ha poi riversato le sue aspettative sul nipote e tutto quello le provoca un senso di dolore allo stomaco come se qualcosa in quei rapporti umani non andasse per bene. <Da quello che mi dici mi sembra di capire che tuo nonno si sta prendendo cura di tua madre non perché lo voglia, ma per permettere a te di diventare quello che tua madre non è riuscita ad essere. Riversando su di te le aspettative che non ha potuto riversare su tua madre.> inspiegabilmente e senza un motivo che la bambina riesca a comprendere, la gola le si chiude e gli occhi perlacei si riempiono di piccole lacrime mossa da un sentimento che non riesce a comprendere. <C’è qualcosa di molto più triste che non riesco a cogliere dal tuo racconto. Per esempio… in che senso tuo nonno si è preso la cura di tua madre? E’ malata? E tuo padre? No, scusa.> si blocca voltandosi e dando al ragazzo la schiena, perché se egli non parla del padre è per poche ragioni o è morto o ha abbandonato la famiglia, in entrambi i casi non è un argomento tanto dolce da affrontare per il ragazzo. <Non mi piace che qualcuno faccia qualcosa solo per dei secondi fini. Non mi piace che tuo nonno si occupi di tua madre solo per un suo secondo fine, senza rispettare ne lei ne te.> si morde il labbro perché si sta lasciando troppo andare a giudizi inadeguati senza conoscere nulla di quelle persone e non le sembra qualcosa di corretto nemmeno nei confronti di Raoku. <Mi dispiace, perdonami.> si volge di nuovo verso di lui ma questa volta compirebbe un profondo inchino nei suoi riguardi, elegante e dolce come una Principessa. <Non dovrei permettermi di esprimere giudizi in questo modo, è stata una mia grave mancanza.> si rimette diritta e si asciuga quelle lacrime senza nemmeno pensarci. <Insegui le tue aspettative, solo quelle. Non lasciarti influenzare dagli altri, ma lo sai meglio di me questo. Quello che volevo dire è… che io ti appoggio.> non sa in cosa di preciso, ma è un modo scombinato e quasi tenere per dirgli che è dalla sua parte come amica. Ma ora tocca a lei rendergli il favore e raccontare un po’ di sé, come uno scambio eco la stessa promessa che c’è fra lei e Azrael. <Nel passato che non ricordo so che sono stata tenuta in vita tramite delle macchine e forse sono cresciuta attaccata ad esse. Sempre addormentata ma cosciente, incapace di muovermi, aprire gli occhi e parlare.> lancia di tanto in tanto qualche pallina ai cagnolini. <Il dolce suono che io attribuivo alla voce di mia madre, quel bip bip… non era altro che il suo del mio cuore monitorato. Fa un po’ pena, eh?> scuote la testa guardando lontano. <Ricordo che c’era un uomo disgustoso, che era come se mi toccasse con fare morboso e possessivo. Passava le sue mani sulla teca in cui ero, ma era come se mi toccasse. E il sangue… è perché ne ricordo l’odore intorno a me.> non scende nei particolari, non vuole e non vuole ripensare a quell’orribile sensazione, e ancora non ha ben compreso come effettivamente si sente di fronte a queste. Chiude gli occhi e lascia che il tempo vada oltre, passi e scorra, lasciando posto ad altro di molto più piacevole, quel loro scambio di emozioni e amicizia e lei torna a guardarlo scuotendo appena la testa. <Io il regalo te lo faccio comunque.> ma è felice che i suoi sforzi si vedano e siano in qualche modo premiati. In un secondo momento nel loro lavoro avviene lo scambio e lei entra nelle varie cucce pulite alla perfezione per posare le coperte pulite e mettere in un sacco quelle sporche da lavare, così per tutte, senza nemmeno sforzarsi troppo in realtà e mentre Raoku tiene a bada i cagnolini. Alla fine di quella parte, se tutto fosse andato per il verso giusto, la Principessa si guarderebbe intorno per andare a individuare il cibo per quelle bestiole affamate e andrebbe dunque a prenderlo, anche se avviandosi parlerebbe al compagno. <Aiutami a prendere quei sacchi di croccantini, glie li versiamo nelle ciotole e poi in una seconda ciotola mettiamo acqua fresca.> e poi forse potranno anche aver concluso quel loro compito. <Ah, si.> si volterebbe solo un attimo verso di lui, con un sorriso molto più spontaneo mentre col ditino indice si indica gli occhi perlacei. <Sono una Hyuga, Kaori mi ha aiutata a controllare il Byakugan.> lo dice con un certo orgoglio nella voce, non da vantarsi, ma più come una profonda felicità. [Chk: 20/20][Equip.: porta armi: shuriken x3 | kunai x3 – portaoggetti: carta bomba x2 | bomba luce x2 | fumogeni x5 | fuuda tronchetti x4 | Filo di nylon x8 | Tonico Recupero Chakra Speciale x3]

17:27 Raoku:
  [centro cinofilo] Harumi, come al solito, dimostra ben più acume di quanto ci si potrebbe attendere da una ragazzina di quell'età. Non la stessa sensibilità - ma per quello Raoku ci ha fatto il callo - bensì sa cogliere al volo quando qualcosa non va. Come nel racconto dello stesso giovane Anbu. <Non lo so, in realtà. E francamente non so neppure se voglio saperlo con sicurezza...> ammette, serrando le labbra in un moto di disgusto al solo pensiero di star facendo il gioco di suo nonno o di chiunque altro <volevo solo diventare un ninja e vivere la mia vita seguendo le orme di mio padre, di eredità o altro non me ne è mai importato niente> le racconta, sospirando e ascoltando le parole della ragazzina. La lascia parlare a ruota libera, gli occhi verdi che per un momento indugiano sul volto di lei prima di discostarsi e riprendere il lavoro, ultimandolo, nelle cucce dei cani. Non le risponde, almeno fino a quando la ragazzina si accorge di aver forse esagerato e si scusa con quel fare plateale. È già un notevole passo avanti per lei, essersi accorta di aver superato il limite e aver toccato nervi forse scoperti. Un sorriso si distende comunque sulle labbra di Raoku al vedere quell'inchino così cerimoniale <Tranquilla, non me la prendo> la rassicura <prima o poi dovrò affrontare la realtà e mio nonno, sto solo rimandando la questione per paura che i miei sospetti si rivelino veritieri. Non saprei come reagire, a quel punto...ma credo che ci penserò sul momento> taglia corto il Nara, sgranchendosi e preparandosi a dare il cambio ad Harumi <per quel che riguarda mio padre...è morto, durante la ribellione di Ryota e Kuugo> le spiega <pensavo di avertene parlato, ma forse mi sbaglio: è rimasto vittima di uno degli attacchi, probabilmente affrontando uno dei ninja traditori al loro seguito> evita di soffermarsi sui particolari, mentre nella sua mente l'immagine di una donna dai lunghi capelli neri che grida di dolore e di rabbia distesa su un corpo ridotto a brandelli e semi-carbonizzato riaffiora prepotente e nauseante alla memoria. Si riscuote solo grazie alle parole di Harumi, che prende a raccontargli del proprio passato e di quei ricordi che sembra aver pian piano recuperato. cerca di concentrarsi sul suo racconto, mentre le grida di quella donna si affievoliscono perdendosi nei recessi della sua memoria: il resoconto di Harumi è di una tristezza toccante, scuote in qualche modo la compassione di Raoku che però fa di tutto per non lasciarla trasparire. Nei panni della compagna, non desidererebbe che qualcun altro mostrasse compassione nei suoi confronti, e da suo amico non può permettersi una cosa del genere. <Mi dispiace> le dice soltanto <ma non fa pena: è il tuo passato, e il passato non si può che accettarlo, capirlo e andare avanti. Modificarlo, purtroppo, è impossibile> è una triste verità che ha imparato ad accettare nel corso degli anni <un giorno capirai del tutto il mistero che avvolge le tue origini, e se vorrai io ti aiuterò molto volentieri a venirne a capo. Però tu sei qui e sei così, e non importa chi siano i tuoi genitori o quanto dolore ti abbia provocato quell'uomo> le sorride, sforzandosi di cancellare l'intimo dolore che ha provato scavando nei propri ricordi <sono le azioni a delineare chi siamo, non il retaggio o i nostri genitori>. Un insegnamento di cui ha fatto tesoro grazie proprio a Furaya, fulgido esempio che anche con un padre come il suo si può lottare per il bene degli altri.
Tornando a ridere per la cocciutaggine di Harumi sul fatto del regalo, ma senza contestarne l'idea, dà il cambio alla compagnia e, risvegliata la propria innata, inizierebbe a distrarre il branco cercando di permetterle agevolmente di svolgere le sue mansioni. Avendo le mani impegnate a mantenere composto il sigillo del ratto, non può sfruttare il trucchetto della pallina per spingerli a giocare, ma si farebbe inseguire sfruttando la propria rapidità e, quando un paio di cagnolini paiono desiderosi di imboccare l'uscita del capannone, Raoku andrebbe - mantenendo intatto il sigillo - a concentrarsi sul proprio chakra, intensificando il flusso di energia dal proprio corpo principale al simbionte d'Ombra ormai risvegliato ai suoi piedi: così facendo, si concentrerebbe su di esso prolungandolo dapprima in un unico e quanto più rapido troncone che poi, giunto in prossimità dei cagnolini zompettanti verso la libertà, si dividerebbe in due tronconi più esili per cercare di allacciarsi alle due rispettive ombre degli animali. L'obiettivo, ovviamente, sarebbe quello di bloccarli sul posto, dopodiché spostandosi li ricondurrebbe dall'altra parte del capannone, insieme all'altro gruppo di cucciolotti. In pratica: come utilizzare le tecniche di clan per lavoretti di second'ordine. Ma ognuno fa quel che può con i mezzi che ha: Harumi ha l'empatia con gli animali, lui la propria e fedele Ombra. Tutto questo intanto che attenderebbe che Harumi finisca la propria mansione. <Ai, diamo da mangiare a queste bestioline: li abbiamo fatti correre parecchio, avranno una fame da lupi...> ammette, notando che qualcuno gli sta addentando i pantaloni e scrollandoselo delicatamente di dosso <a cuccia, a cuccia...non si morde...> cerca di sembrare autoritario, tornando poi a rivolgersi ad Harumi <ai croccantini ci penso io, tu prendi pure l'acqua: ho visto la fontanella appena fuori dall'ingresso del capannone> comunica alla compagna. Solo allora scioglierebbe il sigillo, riaccorciando la propria ombra e facendola tornare ad essere normale (e non viva) per poi recarsi verso il fondo del capannone a raccogliere uno dei sacchi dei croccantini. [tentativo Kagemane no Jutsu 3/4 + movimento fino a 12.5m 1/4][Chk on: 23/30 (-5 Kagemane, -1 Hijutsu Nara)][Equip. come sopra]

17:42 Harumi:
 Non vuole aggiungere altro più di quanto non abbia già detto, si è spinta oltre e lo ha riconosciuto, è riuscita a farlo comprendere a Raoku e questo è quel che conta, e cosa più importante è che il Nara stesso sia convinto della strada scelta e che vada avanti non per volontà altrui ma per la propria. E’ triste il racconto del ragazzo ne prova ogni minuscola tristezza fin nel profondo del suo cuore nonostante egli non voglia darlo a vedere o magari non se ne sente segnato, ma le sembra assurdo non rimanere coinvolti in una cosa simile. Il padre morto, la madre malata e il nonno che -secondo la bambina ormai- ha fatto una scelta infelice mancando di rispetto a lui e alla madre. Non sa spiegarsi il motivo ma è come se Raoku stesso involontariamente stesse emanando quelle piccole spille di infelicità profonda e la Principessa le capta come se fossero colori cupi violacei e grigi che le entrano in corpo. Non dice altro perché ha già detto tutto e gli ha confermato di essere dalla sua parte quindi ascolta solo il dispiacere che il Nara prova per lei che è differente dalla pena e di quello lo ringrazia di cuore con un cenno del capo. Non le rimane che occuparsi dei cagnolini ormai sprofondata nel suo amaro silenzio, lanciando però qualche sorriso sporadico, a volte sincero, a volte genuino o a volte forzato, ma in generale tornerebbe il suo visino apatico e smorto a meno che non interagisca con i cuccioli direttamente. <Okay, penso all’acqua.> solo questo prima di lasciare il sacco nelle mani del Nara e dirigersi a prendere le ciotoline da portare alla fontanella. Piccoli passi decisi mentre si fa largo fra i vari cani che però al momento sono più attratti dalla prospettiva del cibo che Raoku sta donando loro. A due a due riempirebbe le ciotole di acqua fresca e due alla volta le porterebbe alle rispettive cucce facendo così avanti e indietro più volte, senza affaticarsi e con piacere. Hop – hop, di buona lena riempirebbe le vaschettine di acqua e poi continuerebbe a dare una mano a Raoku per quanto riguarda i croccantini e in seguito rimetterebbe a posto gli strumenti usati, rimettendoli nel magazzino oppure destinandoli ai rifiuti. [fine]

17:53 Raoku:
  [centro cinofilo] Parlare di argomenti così tristi e deprimenti ha un po' rotto l'atmosfera giocosa che sembrava essersi instaurata nel momento in cui avevano preso a distrarre il branco di cagnoloni svolgendo le mansioni più impegnative e scomode, però d'altro canto Raoku si rende conto di essersi aperto maggiormente con Harumi e che la bambina ha fatto lo stesso con lui. Essere amici d'altra parte significa condividere anche i propri dolori e supportarsi a vicenda, e talvolta il silenzio dice molto più che tante parole a vanvera o di circostanza. Nonostante tutto quindi, il giovane Nara non riesce a non sentirsi grato nei confronti di Harumi per il supporto che gli ha espresso e spera di essere riuscito a fare altrettanto nei confronti della bambina. Concentrandosi sul lavoro ormai quasi ultimato, una volta rilasciata l'Hijutsu andrebbe a farsi carico del sacco dei croccantini diventato in brevissimo tempo il fulcro dell'attenzione di tutti i cucciolotti del canile <Buoni....buoni...state buoni, ce n'è per tutti...che razza di voraci che siete...meno male che vi addestrano> borbotta, ma d'altra parte quelli sono solo cuccioli o cagnoloni più giovani, perlopiù, quindi è probabile che mettano l'esigenza dello stomaco sopra ogni altra cosa. Disponendo le varie ciotole l'una accanto all'altra, davanti ad ogni cuccia, passerebbe con il sacco dei croccantini riempiendole tutte per la gioia degli occupanti che si riverserebbero sul cibo come iene su una carcassa. Di pari passo, seguirebbe Harumi che intanto predispone le ciotole per l'acqua. Un lavoro ben più piacevole questo che spalare sterco secco e puzzolente dalle cucce. Terminato eventualmente il giro senza eccessivi problemi, riporrebbe il sacco, dopo averlo richiuso, sullo scaffale in fondo al capanno e andrebbe ad aiutare Harumi nel riporre i vari strumenti lasciati in giro dagli addestratori: quelli ancora utilizzabili li infilerebbe al loro posto nelle rastrelliere e nei comparti degli scaffali predisposti, quelli invece ormai ridotti a brandelli dai cani li getterebbe nel sacco dell'immondizia dove hanno gettato in precedenza lo sterco e le coperte più sbrindellate e sciupate: in barba alla differenziata, alla fine smaltire quei rifiuti non rientra nei loro compiti. Terminata quella mansione, passerebbe a chiudere nelle varie cucce i cani ormai satolli e anche un po' stanchi dopo le corse cui li hanno costretti nel pomeriggio e, una volta ultimato il tutto, proseguirebbe a controllare la situazione insieme ad Harumi fino al termine del periodo di lavoro per cui sono stati assunti. Tornandosene infine sulla strada di casa propria. [end]

Missione di livello D "Aiuto cinofilo".
Raoku ed Harumi si recano presso il centro cinofilo vicino ai quartieri degli Inuzuka per aiutarli in alcune mansioni. Chiacchierando tra loro e conoscendosi meglio in quello che entrambi concordano essere un rapporto di amicizia sempre più aperta e sincera, puliscono le cucce dei cani del settore loro affidatogli, giocano con loro, danno da mangiare e da bere agli animali e infine ripongono attrezzi e rifiuti. Il tutto cercando di dividersi i compiti come farebbe un team assodato.