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con Haran, Komosinar

11:54 Haran:
 Reggendo il bigliettino dinnanzi al viso con la mano destra, Haran libera un sospiro aggrottando le sopracciglia. Il sole è cocente e la testa le sembra quasi andare a fuoco a causa del calore dei raggi che le colpiscono il volto. < Latte, zucchero, caffè, sale... > legge la lista di cose appuntata sul foglio mentre con l'altra mano regge una busta di carta scura poggiata fra il braccio ed il busto. < riso e, e, e, e, e... > storce le labbra leggendo l'ultima voce dell'elenco che manca alla sua spesa del giorno. < Uh, il manzo! > esclama rialzando il volto e cercando il negozio migliore dove acquistare l'ultimo ingrediente del giorno. Oggi tocca a lei fare la spesa mentre Kaiba si sarebbe occupato di pulire casa: non vede l'ora di tornare per cucinare il pranzo per loro, dopotutto ha parecchia fame dopo aver seguito gli allenamenti mattutini. Haran avanza quindi per il centro di Kusa diretta al negozio dove acquistare il suo tipo di carne preferito reggendo con ambo le braccia la busta della spesa al petto. Si presenta come una ragazza minuta, esile, dal fisico magro e la pelle chiarissima. Alta un metro e sessantacinque ha lisci capelli neri legati in una treccia che arriva a metà scapole ed il coprifronte dell'Erba ben legato attorno alla sua coscia sinistra. Indossa una casacca rossa senza maniche con due spacchi laterali che dalle cosce risalgono ai fianchi senza mostrare neppure un lembo di pelle. I pantaloncini neri che indossa sotto l'indumento coprono il suo corpo da sguardi indiscreti mentre dei manicotti neri vanno a proteggere le sue braccia dai bicipiti ai palmi delle mani lasciando libere le sole dita. Da metà coscia in giù son visibili delle parigine nere che terminano in pratici stivaletti da kunoichi mentre alla vita è presente una cintura con annessa tasca porta oggetti con qualche strumenti d'utilità e il pratico borsello per i soldi con cui pagare la spesa. Si ferma davanti alla bancarella di suo interesse andando a richiamare silenziosamente l'attenzione del macellaio. < Mezzo chilo di manzo, per favore. > chiede, con voce tranquilla e bassa, sbattendo le palpebre con fare sereno. Si sta abituando alle lenti a contatto, preferendo lasciare a casa gli occhiali visto che- a quanto pare- a Kaiba piace di più quando non li indossa.

12:01 Komosinar:
 Anche oggi, su Kusa, il sole splende riscaldando l'atmosfera per la gioia di alcuni e l'agonia di altri. Dal canto suo l'albino non sembra soffrire particolarmente quella temperatura. Indosso vestiti leggeri principalmente in cotone e non troppo attillati, anzi, che quasi sembrano appesi alle sue ossute spalle ed anche. I pantaloni grigi, stritti in vita con una cintura cadono morbidi oscillando ad ogni passo dell'uomo. La maglietta, grigia anch'essa, copre solo parzialmente i pantaloni celandone la cintura e l'imboccatura delle tasche ma non arrivando nemmeno al cavallo. Sembra appesa alle sue ossute spalle. Legato dietro la schiena un BO, utilizzato solitamente come bastone da passeggio dall'uomo che ora, apparentemente, sembra non averne più bisogno. Sul fianco destro un portaoggetti da cui potrebbe sentirsi un odore di crocchette per cani fuoriuscire dalla chiusura. PAsseggiando per il centro, l'uomo osserva cammina guardando le vetrine e specchiandosi in esse. La sua carnagione diafana è quasi in tinta con gli abiti e l'unica nota quasi colorata sono gli occhi celesti. Diverse persone sono in giro per il centro ed esso, al momento, non è in grado di riconoscere tra le altre la Genin.

12:13 Haran:
 Il negoziante si premura subito di andare a prendere quanto richiesto dalla genin mentre la gente alle sue spalle continua ad avanzare per strada in un brioso chiacchiericcio pieno di vita. Haran se ne tiene in disparte odiando la confusione e trovandosi in difficoltà nell'interagire con gente che non conosce a causa di un passato vissuto in orfanotrofio dove Kaiba era il suo unico amico ed alleato. La cosa non le dispiace, sta bene da sola, ma non ama trovarsi in mezzo alle folle. Attende pazientemente che l'uomo le porti la vaschetta con la carne ordinata e quindi paga quanto dovuto tirando fuori dalla tasca porta oggetti il proprio borsello. Fortuna che ultimamente ha fatto un paio di missioni, almeno riesce a pagarsi il pranzo senza troppe difficoltà grazie anche agli introiti del Kori. < Grazie mille. Buon lavoro. > ringrazia educatamente l'Uchiha dopo aver sistemato nella busta il suo ultimo acquisto, inchinandosi educatamente alla volta del negoziante prima di allontanarsi dalla sua bancarella. Nel voltarsi per riprendere la propria strada, si ritrova ad urtare accidentalmente un passante troppo vicino ritrovandosi con il far cadere a terra il contenuto della propria busta per via della botta. < Acc- Mi scusi, mi dispiace. > dice immediatamente senza quasi guardare in volto la persona erroneamente colpita, chinandosi immediatamente sui talloni per raccogliere gli ingredienti caduti e rimetterli nella busta nel minor tempo possibile.

12:24 Komosinar:
 Il passo prosegue lento mentre continua a guardarsi attorno accarezzando, con l'azzurro sguardo ogni superficie che gli capiti a tiro, che sia appartenente ad una struttura, una persona, una bestia o un vegetale. Tra le varie persone che gli capita di osservare, Komosinar appoggerà il proprio sgaurdo su di una bancarelle con articoli simili a quelli da poco acquistati. La sua attenzione a questo punto si concentrerebbe sui prezzi di questi ultimi ma, mentre lo fa, ecco che qualche cosa lo urta. <ouch..> dice appena soffocando il proprio verbo in gola. Qualche piccolo passo viene rapidamente mossi indietro, instabile e precario, nel tentativo di mantenere l'equilibrio. Lo sguardo nel frattempo si sposta in ogni dove, in cerca di appigli mentre le mani si allargano per mantenere il baricentro... centrato. Recuperato l'equilibrio, l'uomo si volta a guardare in direzione della fanciulla e delle cose che le sono cadute a terra. <s.... scusa, non ti ho vista...> si giustifica con voce a medio volume. Lentamente cerca quindi di chinarsi sulle ginocchia, appoggiando le mani sulle ginocchia, come se questo gli fosse d'aiuto per regolare la forza delle stesse. <ti aiu...> inizia a dire bloccandosi a mezza frase mente l'azzurro sguardo si sposta sul coprifronte di Haran <sei... sei un ninja anche tu?> le chiede, lasciando inconsciamente che lei raccolga poi da se gli ingredienti certo in maniera più veloce di come lui avrebbe potuto fare.

12:32 Haran:
 Alla timida scusa dell'albino, l'Uchiha scuote il capo senza sollevare lo sguardo, intenta com'è a sistemare quel casino per assicurarsi che nessuna confezione si sia rotta e che non abbia perduto nessuna delle cose comprate quel giorno. Solo dal pacco dello zucchero sembra essere caduta un po' di polverina bianca, ma la confezione sembra essere piuttosto intatta: lo zucchero dev'essere scivolato via da qualche piega nel pacco di carta. < No, no, è colpa mia. Non sono stata attenta. > dice subito sapendo che si è avviata troppo rapidamente senza badare alla presenza di eventuali passanti alle proprie spalle. Vede comunque un uomo piegarsi per aiutarla ma quando sente la sua domanda si ritrova finalmente a sollevare lo sguardo per puntare i suoi occhi neri in quelli dell'albino. L'osserva notando l'età palesemente avanzata dell'altro rispetto la propria che ancora gode dei suoi diciannove anni e quindi boccheggia per un istante mentre rimette nella busta l'ultima confezione caduta. < Uh- sì. Sono una genin di Kusa. > conferma lei rialzandosi solo a questo punto, lentamente, scansionando la figura di Komosinar alla ricerca di un coprifronte che lo cataloghi come ninja. Vanamente. < E tu? > domanda allora un po' confusa nel non trovare l'oggetto della sua ricerca sulla sua figura. < Sei uno shinobi? > domanda incerta sbattendo le palpebre, tenendo la busta stretta al petto così da evitare di farla nuovamente rovesciare anche in caso di ulteriori scontri inaspettati.

12:45 Komosinar:
 sempre premendo le mani sulle ginocchia e mostrando una certa difficoltà nel rimettersi in posizione eretta. Ci vorranno almeno dieci o quindici secondi prima che riesca di fatto a recuperare la postura desiderata. Il Bo dietro la sua schiena certo sarebbe stato più d'aiuto averlo tra le mani, in quel caso. Una volta inpiedi, tornando a spostare l'attenzione verso la fanciulla e rispondendo <ehm io...> una breve pausa mentre stringe le labbra <devo ancora iniziare l'accademia... hehe...> dice grattandosi poi un po' la nuca con la mano sinistra. <sarò il più vecchio... come li chiamate? Deshi dell'accademia, immagino...> afferma guardandosi poi attorno con attenzione e quindi aggiungendo <per ora sono solo... un comune cittadino> conclude facendo spallucce e lasciando all'altra la parola.

13:44 Haran:
 A giudicare dal modo in cui l'altro si muove e dai suoi tempi di reazione, si direbbe che qualcosa non vada proprio benissimo per lui. Haran nota la lentezza con cui si alza, il modo in cui sembri faticare a rimettersi in piedi e come non sembri propriamente stabile sui propri piedi: tira internamente un sospiro di sollievo al pensiero di non averlo mandato di faccia a terra con quell'involontario scontro fra loro. La risposta altrui, inoltre, si rivela essere piuttosto esitante ed impacciata, tanto da portare la ragazza a chiedersi se non abbia detto qualcosa che non va. Tuttavia quando ascolta la sua risposta capisce il motivo del suo imbarazzo e si ritrova a mostrare un accenno di sorriso nel comprendere il sentimento altrui. Una specie di muta inadeguatezza che sembra renderlo piuttosto nervoso a giudicare dal modo in cui si gratta la nuca. < Oh, credimi, non sarai nemmeno il più grande lì dentro. > lo rassicura Haran con fare calmo e casuale. < Fra i banchi ci sono persone di ogni età: ragazzini prodigio o piccoli stolti che credono che i ninja siano supereroi dei fumetti o adulti che hanno avuto bisogno di molto tempo per decidere la loro strada. O che magari hanno trovato solo ora un motivo per cui arruolarsi. > spiega la ragazzina guardando l'altro dritto negli occhi con la sua espressione seria e decisa. < Non sentirti a disagio perchè sei più grande: probabilmente sarai anche più forte una volta che ti sarai diplomato. > cerca di dargli una prospettiva più rosea alla quale pensare dopo aver notato quei piccoli cenni di tensione mostrati dall'altro all'idea di quella situazione imbarazzante. Quindi alla fine inspira. < Allora visto che è un civile mi sento in dovere di chiederle se le serve una mano. Mi sembrava un po' vacillante prima: non si sente bene? Ha bisogno di aiuto? > domanda quasi con professionalità più che cortesia.

13:52 Komosinar:
 ascolta con molta attenzione le parole della ghenin annuendo di tanto in tanto per mostrare che di fatto egli sta seguendo il discorso. <non sarò il più vecchio dici? Davvero?> domanda esalando poi un sospiro di sollievo. <beh! questo mi rincuora un po'...> ammette sorridendo appena ma tornando quasi subito serioso <certo non ho problemi ad essere istruito da persone più giovani di me, si trattasse anche di ragazzimi ma...> e conclude la frase facendo semplicemente spallucce. In quell'ultimo gesto, quando la maglietta si solleva seguendo le spalle sarà possibile notare ancora di più come queste siano particolamente magre. <no no... mi sento bene ora> afferma in risposta alla domanda che gli viene posta <sono stato per qualche tempo in ospedale e sono ancora un po' debilitato> afferma cercando di mostrare quantomeno un sorriso di circostanza. Lo sguardo si abbassa per un secondo prima di tornare a cercare gli occhi di lei <penso che ci vorrà solo un po' di tempo per mettermi in forze> continua <già son contento di non aver più bisogno del bastone per camminare> ammette indicando il Bo che porta sulla schiena con un vago gesto della mano sinistra <a parte le scale, ovviamente...> conclude

14:01 Haran:
 Rimangono fermi per strada a parlare, con la gente che passa loro attorno ed il sole del mezzogiorno a picchiare forte sulle loro teste. Haran ascolta le parole dell'altro annuendo energicamente alla sua domanda tenendo la busta stretta a sé. < Beh non so nella tua classe, ma dentro l'Accademia ci sarà sicuramente qualcuno della tua età o più grande. Non preoccuparti. > continua, con convinzione, annuendo, prima di vederlo lasciar cadere il discorso poco dopo con un lento movimento delle spalle. Sembra davvero magro a giudicare dal modo in cui la maglietta gli cade addosso, tuttavia la ragazza non commenta la cosa limitandosi ad ascoltare ciò che egli ha da dire in risposta alle sue domande. Annuisce ancora per fargli intendere di star ascoltando il suo discorso e quindi schiocca la lingua sul palato. < Capisco. Beh, l'esercizio sicuramente l'aiuterà a stare meglio: deve solo riabituarsi a camminare e muoversi come prima. > chiosa l'Uchiha con semplicità, cercando solamente di continuare quell'improvvisata conversazione che un po' la mette in difficoltà: non è bravissima nei rapporti sociali e l'unico che sembra sopportarla è sempre stato solo Kaiba visto che gli altri si sono sempre fermati alla sua espressione solitamente seria e composta prima di passare oltre. < Ah beh, le scale eviterei di farle volentieri anche io: riabilitazione o non riabilitazione. Specialmente con questo caldo. > mormora lei con un sospiro stanco sistemandosi la busta addosso e alzando l'altra mano per passare l'avambraccio sulla fronte madida di sudore.

14:09 Komosinar:
 Di nuovo fa spallucce, attendendo però qualche secondo prima di rispondere. Si guarda attorno osservando le persone che lo schivano e cercando di spostarsi appena come se volesso occupare meno spazio, per non dar fastidio <il caldo non mi disturba più di tanto...> ammette tornando a cercare lo sguardo di lei e, quindi suggerendo <meglio spostarci di qui, credo...> dice torcendo un poco le labbra. <se... se hai tempo per continuare a conversare intendo...> dice sempre un po' titubante iniziando a muovere qualche passo in cerca di un posto magari vicino ad un muro. Se fose seguito, quindi domanderebbe:< come... come ci si trova a fare il ninja?> chiede degluttendo poi a vuoto distogliendo distrattamente lo sgaurdo per un istante e quindi tornando su di lei <c'è modo di esserlo anche... anche senza essere fisicati?> chiede nel massimo della sua ignoranza. Nel frattempo un cagnolino, passando di lì insieme al suo padrone, si sofferma qualche secondo di più attaccando il proprio naso alla borsetta portaoggetto legata alla cintura dell'uomo, probabilmente fiutando i croccantini ivi presenti. Un sorriso spontaneo compare sul volto dell'uomo.

14:23 Haran:
 Il pensiero che in quella situazione poteva esserci Kaiba al posto suo la fa sorridere: a sciogliersi come un ghiacciolo sotto questo sole cocente. < Neppure a me dà fastidio il caldo, in realtà. Mi piace. Ma non a forti dosi, ecco. > ammette lei sorridendo appena, sistemandosi un ciuffo sul viso prima di schiudere le rosee nel guardare l'albino. < Oh- certo. Sì, va bene. Possiamo parlare ancora un po'. > accetterebbe lei prendendo ad avanzare al fianco dell'altro verso la direzione che, fortuitamente, è anche quella che avrebbe dovuto in ogni caso prendere per tornare a casa. Cammina senza fretta, accanto al deshi, andando ad alzare appena il viso verso l'alto nell'udire quella domanda che la porta a riflettere attentamente sulla risposta da dare. < Beh... per ora le missioni che svolgo sono relativamente semplici. Pulire luoghi sporchi, accompagnare anziani a fare la spesa, fermare animali privi di controllo... non sono ancora stata in una missione davvero pericolosa quindi non credo di poterti dare la risposta che ti aspetti. Non mi sembra ancora di essere un vero ninja. > confessa lei stringendosi nelle spalle, pensando che l'unica esperienza che potrebbe classificare come tale che ha vissuto riguarda quel folle Uchiha che voleva portarla ad avvicinarsi a lui ed al loro clan tramite una vera e propria tortura mentale. Scaccia quel pensiero, quel ricordo, voltando quindi lo sguardo verso il ragazzo e fermandosi a fissarlo con le sopracciglia aggrottate. < Ti sembro fisicata io? > chiede un po' perplessa, non capendo esattamente cosa egli intenda per 'fisicato'. < Per essere un ninja devi sicuramente essere abbastanza agile e riflessivo ma se intendi se bisogna essere necessariamente muscolosi o capaci di sollevare montagne-- beh, no. A stento apro i barattoli per cucinare con queste braccia. > ammette lei facendo spallucce, ricordando tutte le volte in cui ha dovuto chiedere aiuto a Kaiba per togliere coperchi troppo stretti. < Ci sono specializzazioni diverse da poter seguire a seconda delle tue propensioni. C'è chi è bravo a menare le mani e chi a usare le armi. Poi c'è chi è bravo nelle arti magiche o quelle illusorie. > spiega la ragazzina con quel suo tono da perfetta 'so tutto io' che in Accademia e in orfanotrofio le è costato la possibilità di farsi altri amici.

14:40 Komosinar:
 cerca di ascoltare con attenzione le parole che gli vengono dette dalla ragazza mentre, meccanicamente infila una mano furtiva nella tasca portaoggetti che sta al suo fianco estraendo qualche crocchetta per il cane curioso. Come ha imparato a fare qualche giorno prima fa annusare la crocchetta al cane tentando poi di sollevarla lungo il setto nasale dello stesso provando a dirigersi verso la zona tra le due orecchie così che questo sia indotto a sedersi per esser più comodo. Se dovesse riuscirci lascerebbe uscire dalle proprie mani il premio, pochi secondi prima che il suo padroni richiami all'ordine l'animale annuendo appena in direzione dell'albino. Tornando a dare attenzione alla ragazza, Komosinar annuisce mentre ella ancora sta parlando per poi dire <ah beh<ah beh! immagino che si vada per gradi... credo. Un po' come per tutti i lavori> afferma torcendo appena le labbra alla domanda successiva <Fisicata? beh... no...> afferma spostando ora lo sguardo accarezzando la di lei figura per osservarla con più attenzione, soffermandosi sulle braccia di lei quando questa le nomina. <Arti maghiche?> chiede poi sbarrando appena gli occhi e socchiudendo le labbra <oh, certo! Ho visto un ragazzo, forse, usare una di queste arti>. si fa pensieroso mentre lo sguardo per un secondo sembra perso nel vuoto <faceva diventare delle rose come se fossero di vetro... mi sembra...> dice sorridendo un po' imbarazzato, forse temendo di raccontare una cosa ordinaria mostrandola come se fosse straordinaria, al pari di un bambino affascinato dal gioco della moneta dietro l'orecchio.

14:48 Haran:
 Mentre il ragazzo si ferma per dar da mangiare al cagnolino che gli si è avvicinato, Haran si ferma lì accanto sorreggendo la busta con attenzione, premurandosi di stare attenta a che il cane non fiuti nulla che possa interessargli da lì dentro. < Sì, ovvio. Prima di mettere per le nostre mani le vite di qualcuno preferiscono affidarci incarichi di mera importanza per poi salire di difficoltà col tempo. E' una lunga gavetta viste le responsabilità che comporta questa vita. > spiega lei riassumendo in soldoni ciò che le hanno ripetuto più e più volte in Accademia. Quindi continua ad osservare quanto l'albino fa col cane chiedendosi come mai andasse in giro con del cibo per cani in tasca non avendone uno proprio con sé a cui dar da mangiare. Forse era uscito per nutrire qualche randagio? Preferisce però non impicciarsi e perciò si limita ad ascoltare quanto Komosinar ha da dirle in merito ad una tecnica che Haran non crede di aver mai visto prima. < Mhhh... non saprei. Non ho mai sentito di un jutsu simile. > ammette l'Uchiha inclinando il capo con espressione pensosa, storcendo di poco le labbra. < Ma dopotutto di jutsu ne conosco davvero pochissimi per cui sicuramente ce ne saranno centinaia che non conoscerò neppure mai! > esclama alla fine con una mezza risata tra i denti. < Però sì: sembra esattamente un ninjutsu quello di cui mi hai parlato. > annuisce, alla fine, per confermare l'ipotesi che l'altro aveva proposto.

14:57 Komosinar:
 ascolta con attenzione la ragazza annuendo mentre questa gli conferma delle varie tappe che bisogna percorrere prima delle missioni vere e proprie. Quando ella ha terminato di parlare, Komo replicherà al suo dire <allora, magari, quel ragazzo ha finito l'accademia prima> si fa pensieroso per qualche secondo, portando la mano destra al mento, accarezzandolo per un secondo prima di dire <mi ha raccontato che è finito in ospedale dopo aver... non so...> si ferma, ancora imbarazzato per ciò che sta dicendo <mi ha raccontato di aver corso su un muro ed ucciso un'altra ninja anche se poi è finito in ospedale...> afferma grattandosi ancora la nuca un po' imbarazzato <ma forse mi ha solo raccontato una storia o... o magari ho capito male io eh...> afferma riportando la mano davanti e, quindi spostandola nuovamente per metterle in tasca tentando quindi di mostrare un sorriso palesemente formale, atto a celare quell'imbarazzo. Lo sguardo si sposta ancora una volta per guardarsi attorno, quasi volesse sfuggire al timore di aver creduto ad una frottola ma, poi, torna a guardare la ragazza che, probabilmente, non lo mangerà.

15:04 Haran:
 Le parole di Komosinar portano Haran a sentirsi piuttosto confusa. Non capisce bene a chi si stia riferendo né, di preciso, a *cosa*. < Chi? > domanda leggermente perplessa sbattendo rapidamente le ciglia. < Il ragazzo delle rose dici? > domanda per sicurezza prima di ascoltare il resto del discorso con aria un po' persa. Non capisce bene cosa il ragazzo voglia intendere non sapendo neppure chi sia il soggetto in questione del discorso e per questo si ritrova ad ascoltare un po' disorientata quel dire un po' confuso che esce dalle labbra dell'albino. < Non saprei... molti ninja finiscono in ospedale. Non è una cosa così strana suppongo. > continua lei stringendosi nelle spalle. < Cos'è che non ti torna? Credo di essermi persa qualcosa. > chiede delucidazioni alla volta dell'altro così da cercare di capire meglio di cosa questi stia parlando. [ Freeze. ]

15:50 Komosinar:
 Ascolta il dire della propria interlocutrice e, quindi, ecco che ancora una volta si porta la mano sinistra dietro la nuca scompigliando un po' i capelli albini. <Ehm... si. Quello delle rose> risponde sorridendo appena, visibilmente imbarazzato anche se fa il possibile per celare questa cosa. Lo sguardo celeste si sposta dagli occhi della ragazza come a voler cercare qualche cosa lì nei dintorni ma poi torna su di lei <beh...> accenna ad una risposta <si... si può davvero correre su un muro?> domanda ancora un po' confuso, mostrando una volta di più la propria ignoranza in materia e, quindi, cercando di giustificarsi. <sai... putroppo sono uscito da poco dall'ospedale ma non ricordo quasi neanche come ci sono arrivato e... beh...> fa mezzo passo indietro, ribilanciando il peso sulle gambe riportando poi entrambe le mani nelle tasche laterali <e non ricordo molto neanche di quello che facevo prima... > le dice torcendo poi le labbra e prendendo quindi un profondo respiro, rilasciando poi andare molto lentamente l'aria dalle narici, attendendo una risposta dalla fanciulla.

15:57 Haran:
 A quanto pare il giovane ha un certo interesse verso il mondo ninja visto e considerato che, lui stesso, vorrebbe entrare a farne parte essendo un deshi dell'Accademia. La sua curiosità è quanto mai normale e ricorda alla ragazza il periodo in cui assieme a Kaiba avevano deciso di iscriversi così da avere presto i soldi necessari per lasciare l'orfanotrofio e andare a vivere per conto proprio visto che nessuno dei due era stato adottato in tutti quegli anni. < Sì. Non è nemmeno difficile, anzi: una volta imparato a controllare il chakra è piuttosto facile. E' una delle prime cose che insegnano dopo il diploma da genin. > spiega la ragazzina con fare tranquillo, annuendo, ascoltando dunque il resto del discorso altrui e sbattendo confusamente le palpebre in una espressione stranita. < Non ricordi come ci sei finito? > domanda sorpresa e impressionata. < Dev'essere stata proprio una brutta botta allora se non ricordi neppure cos'è successo! > osserva la giovane non osando immaginare quanto debba essere alienante e disorientante ritrovarsi, all'improvviso, con un simile vuoto di memoria nella testa. < E come mai hai deciso di fare lo shinobi date le circostanze? Dopo un trauma simile io mi terrei lontana dalla pericolosa vita da ninja. > rivela sinceramente adesso incuriosita dalla risposta dell'altro.

16:04 Komosinar:
 Ascolta la ragazza ed annuisce al suo dire facendo poi spallucce e quindi rispondendo alle sue domande. <beh... ricordo vagamente di essere caduto da cavallo ma non perché fossi a cavallo> inizia a spiegare, apparentemente un po' più rilassato ora che si accorge che la sua ignoranza in materia non viene discriminata. <mi sono fatto parecchio male, si, ma il medico mi ha detto che non vi sono stati, per mia fortuna, traumi alla testa e che quindi la mia amnesia parziale è di origine psicologica.> il tono di voce di Komosinar è pacato ed il volume si abbassa appena, quasi stesse parlando da solo ma comunque ben udibile da Haran. Anche lo sguardo celeste si abbassa dagli occhi di lei, guardando più o meno verso la pancia ma, di fatto, visibilmente perso nel vuoto. Qualche secondo di silenzio e, come se se ne fosse accorto solo ora, squote la testa di un millimetro appena prima di cercare ancora il volto della sua interlocutrice. <Il primario stesso mi ha consigliato di iscrivermi all'accademia. Non so. Mi ha detto che è merito della mia... robustezza, se non sono morto e son guarito così in fretta, hehehe> dice ridacchiando un po' e portando davanti a se le mani e le ossute braccia.

16:10 Haran:
 L'espressione di Haran si fa pensosa e attenta, una di quelle che Kaiba conosce bene e per cui spesso la prende bonariamente in giro. Se avesse gli occhiali addosso sarebbe un perfetto momento per sistemarseli sul naso mentre le parole dell'albino prendono posto nella memoria della genin. < Uh. Capisco. > mormora lei alla prima pausa del ragazzo cercando di tirar fuori dai cassetti della memoria qualcosa di relativo alle amnesie parziali che potrebbe aver letto o sentito da qualche parte. Ma tutto ciò che ricorda in merito riguarda il fatto che queste amnesie possono svanire e i ricordi ritornare col tempo, cose che -probabilmente, l'altro già sa o che gli sono state già dette. Quindi ascolta il termine del suo discorso andando ad inclinare appena il capo verso la spalla sinistra nell'osservare il volto del ragazzo. < Uhm. Potrebbe avere senso. I ninja quando ricorrono all'utilizzo del chakra divengono più veloci e resistenti, molto più di quanto non lo utilizzano. Forse avevi il chakra attivo quando sei caduto e la forza ottenuta con l'uso del chakra ti ha reso abbastanza resistente da assorbire molti dei danni che una persona normale invece avrebbe subito! > prova a ipotizzare lei sollevando un indice verso l'alto con fare saccente, prima di rendersi conto di come il cielo si sia poco a poco rabbuiato. < Mhhh. Brutto segno. > mormora alzando solo ora lo sguardo verso la volta celeste per notare gli scuri nuvoloni addensatasi sulle loro teste.

16:17 Komosinar:
 con molta attenzione, soprattutto da quando ella ha cambiato espressione facendosi pensosa, Komosinar ascolta le sue parole mentre ella descrive quella funzione del Chakra. A sua volta solleva lo sguardo quando lo fa anche Haran. gli occhi celesti dell'albino si volgono quind verso le nuvole mentre il labbro inferiore viene morso per un secondo <oh cielo...> direbbe a sua volta tornando poi a guardar la ragazza. <non vorrei farti prendere la pioggia inutilmente...> direbbe quindi andando a cambiare completamente discorso. <questo discorso del Chakra è molto interessante ma un acquazzone improvviso potrebbe rovinarti tutta la spesa e non sarebbe giusto...> ammette stringendo le labbra tra di loro. <Ti ringrazio molto per le spiegazioni che mi hai dato. Veramente. Sono state preziose per riempire la mia tabula rasa> conclude sorridendole appena, questa volta in maniera spontanea e sincera, prima di lasciare a lei la parola. Un ultimo sguardo verso il cielo e, poi, ancora verso la ragazza .

16:25 Haran:
 Il dire dell'albino porta Haran a dare in una risatina leggera, quasi sprezzante, ma per niente cattiva o sarcastica, solamente divertita mentre stringe più forte a sé la preziosa busta della spesa. < Ah per me la pioggia non è un problema. E' solo del cibo che mi preoccupo. > dice ridacchiando e stringendosi nelle spalle: per quanto non ami il freddo e l'umidità, non è un problema per lei ritrovarsi sotto un improvviso acquazzone. Tuttavia veder rovinato tutto il cibo appena comprato potrebbe portarle non pochi problemi nel ritorno a casa. Sa che Kaiba non avrebbe fatto storie: ma cosa avrebbero mangiato? < E per te. Sei appena uscito dall'ospedale no? Sarebbe carino non farti prendere anche un raffreddore ora che stai finalmente meglio! > aggiunge poco dopo sciogliendosi un po' man mano che il discorso avanza e che l'altro non mostra alcun segno di ritrosia o ostilità nei suoi riguardi. Una piacevole novità alla quale non è affatto abituata. Ascolta dunque quanto egli le dice e quindi gli rivolge un sorriso cordiale e tranquillo. < Se vuoi saperne di più sappi che la prima lezione in Accademia è quasi totalmente incentrata sul chakra. E' una lezione molto lunga perchè contiene tanta teoria oltre che a diversi esercizi pratici, ma ti sarà molto utile per capire bene cos'è il chakra e a cosa serve. > lo informa lei annuendo piano e quindi raddrizzando la schiena e abbracciando la busta con ambo le braccia. < Non ho fatto nulla di che. Anzi scusami ancora per il piccolo scontro. > dice quindi ripensando al modo in cui si sono scontrati poco prima. < Cerca di ripararti prima che piova, mi raccomando! E-- io sono Haran, comunque. > dice lei facendo un paio di passi indietro verso la strada che la condurrà verso casa. < Spero di vederti in giro! A presto! > saluta, a questo punto, attendendo la risposta altrui prima di avviarsi velocemente verso casa, questa volta ben attenta a non urtare nessuno e tenere al sicuro la propria spesa. [ END ]

16:32 Komosinar:
 Annuisce al dire di lei oservandola bene con il proprio celeste sguardo e subito replica, con la solita voce pacata sia nel tono che nel volume <si beh! In effetti meglio non rischiare di tornare là con un malanno.> Annuendo appena come a voler sottolineare il concetto. Lascia che poi ella gli accenni la cosa riguardante la prima lezione che, anche se lui ha già avuto modo di sentire, certo non gli farà male averne conferma. Solo dopo che ella ha finiti di parlare, l'albino replicherà <Il mio nome è Komosinar!> dice sorridendo di nuovo. <Almeno questo me lo ricordo!> conferma facendo poi un cenno con la pallida mano in segno di saluto. <Piacere di averti conosciuto e non preoccuparti per lo scontro. Ha avuto il suo perché!> le confermerà annuendo di nuovo. Salutata la ragazza, cercando di accelerare un po' il passo ma cercando al tempo stesso di rimanere vicino al muro, per essere più sicuro di non incappare in qualche inciampo, l'albino inizierà a muoveri verso la propria attuale abitazione dove tentare di recuperare un ombrello. [FINE]

Haran e Komosinar s'incontrano per caso urtandosi mentre l'Uchiha esce dal macellaio.
I due hanno una breve chiacchierata sull'essere ninja e su cosa uno shinobi possa o non possa fare prima che il tempo si rabbui portando i due a dividere le loro strade per evitare il probabile acquazzone.