Allenamento serale... oppure no?
Free
Giocata dal 05/08/2018 21:02 al 06/08/2018 01:29 nella chat "Accademia Ninja - Kusa (vecchia)"
La giornata è trascorsa lenta, a causa della calura, che solamente nel laboratorio di conceria ha dato una tregua all'Ametista... in questi giorni improvvisi acquazzoni si sono alternati a momenti di caldo intenso, con l'effetto che la pioggia non ha fatto altro che rendere l'aria più umida e la vita per gli abitanti di Kusagakure no Sato un vero e proprio tormento. Ogni respiro pesa come un macigno e l'aria calda nei polmoni, altro non fa che aumentare la temperatura interna di tutti. Tempo per lo Shoton di uscire per le strade, abbandonando il conforto di un ambiente fresco... non tanto per il piacere d chi vi lavora, bensì per necessità, dato che il caldo agevola i processi di putrefazione delle carni e causerebbe non pochi problemi ai conciatori... Ebbene sì... ai fabbri le calde fucine, ai conciatori le piacevoli frescure da obitorio. Nonostante il caldo Gekko non rinuncia ad indossare il proprio equipaggiamento al completo, perché non si sa mai quando potrebbe accadere qualcosa che renda necessario passare all'azione. Come suo solito indossa il suo equipaggiamento al completo: pantalone aderente fino al ginocchio e lungo fino a metà tibia e maglia chiusa sul davanti da una zip, con maniche aderenti sino al gomito, schinieri e vambracci di cuoio, guanti ninja ed un'armatura leggera, anch'essa di cuoio a coprire il torace ed il lato delle cosce. In vita porta una cintura di cuoio, a cui è intrecciato il coprifronte di Kusa e da cui pendono ai lati un portakunai sulla destra contenente 9 di questi attrezzi shinobistici ed un portaoggetti sulla sinistra al cui interno trovano posto un set di fumogeni, 5 carte bomba, 5 bombe luce, 5 fili di nylon, 5 fili di nylon conduttori, 2 set di makibishi, 1 fuda con il kanji "fiamma", 5 fuda contenenti tronchetti da sostituzione ed altri 20 fuda bianchi, oltre naturalmente ad un pennellino ed un piccolo calamaio con dell'inchiostro per scrivere sui fuda. Prima di incamminarsi, il ragazzo raccoglierebbe anche le proprie energie e per far ciò comporrebbe un mezzo sigillo della capra davanti al plesso solare e figurerebbe nella propria mente il proprio corpo, come fosse tagliato in due metà da un piano orizzontale, sorretto proprio dalla mano manca che forma il mezzo sigillo. Focalizzerebbe la propria attenzione quindi in un punto al centro della fronte, dove visualizzerebbe comporsi la figura di un tetraedro dalle quattro facce a forma di triangolo equilatero. Un rubino a cui invierebbe le proprie energie psichiche colmandolo di una luce rossa ed intensa, che nutrendosi di conoscenza ed ambizione andrebbe a spandersi fuori dei bordi mentre il solido inizierebbe a ruotare intorno ai propri assi di simmetria, formando una sfera di luce rossa. Focalizzerebbe quindi la concentrazione nel punto da cui sorge la vita, l'ombelico, che è il punto di congiunzione con il ventre materno, rappresentante la vita e le energie del corpo, dove farebbe comparire uno zaffiro dalle otto facce in foggia di triangolo equilatero. Come il rubino, anche lo zaffiro prenderebbe a ruotare intorno ai suoi assi di simmetria,mentre verrebbe nutrito con la forza proveniente dai muscoli, la resistenza delle ossa, i riflessi dei nervi ed il talento del sangue. La luce azzurra si spanderebbe fuori dei bordi della figura fino a formare un'intensa sfera di luce azzurra. Quindi avvicinerebbe le due sfere, portandole alla porta del respiro, il plesso solare. Qui, le due sfere si toccherebbero e scontrerebbero, mandando i frantumi il piano orizzontale che divideva il corpo in due metà, come se fosse uno specchio e lentamente si amalgamerebbero e fonderebbero, dando origine ad una energia nuova ed antica al tempo stesso, origine dell'essenza stessa degli shinobi: il chakra. A rappresentare questa energia si plasmerebbe un icosaedro dalle venti facce in guisa di triangolo equilatero, colmo di una luce bianca e calda, che prenderebbe a ruotare al centro del petto dell'Ametista, facendo spandere la luce all'esterno, prima a formare una sfera di luce candida e quindi una serie di filamenti, che da questa si dipanerebbero lungo tutto il sistema circolatorio del chakra, per raggiungere ogni tsubo. Se tutto si fosse manifestato correttamente il ragazzo potrebbe sorridere, percependo i suoi muscoli più forti, le sue ossa più resistenti, i suoi nervi più scattanti ed il suo intelletto più acuto. Pronto quindi ad ogni evenienza, il ragazzo muoverebbe i propri passi attraverso il Centro di Kusa, diretto verso l'edificio dell'Accademia, luogo dove ama allenarsi. Ultimamente non ha appreso nuove tecniche che debba sperimentare e vorrà dedicarsi unicamente ad allenare il proprio fisico, in modo che sia sempre pronto ed elastico. Molti cittadini stanno rincasando dal lavoro... qualcun rincasa da qualche locale dove ha passato la giornata a perdere tempo, altri non stanno recandosi a casa, ma preferiranno bensì una piccola trasferta nel vicino paese di Tanzaku Gai, patria del vizio... chi vuole giocare d'azzardo può dilapidare il proprio patrimonio in miriadi di sale da gioco, mentre chi vuole bere e concedersi divertimenti più fisici, sarà caldamente accolto in sale per banchetti o da the, night clubs e bordelli. I pensieri lascivi, però, non sono oggi appannaggio dell'Ametista che giunge in questo momento vicino alla linea di demarcazione tra il Primo ed il Secondo Cerchio del Centro, ove sorge l'edificio dell'Accademia, la cui Prima Palazzina, dedicata alle lezioni e gli esami per i Deshi, si trova ancora nel Secondo Cerchio, mentre nel Primo Centro sorge la Seconda Palazzina, di edificazione più recente e deputata agli allenamenti di chi si sia già diplomato. Tra le due palazzine è presente un grande cortile, mentre all'altezza dei tetti è possibile vedere il ponte che li congiunge. Nei pressi della Prima Palazzina il ragazzo si fermerebbe, guardando l'edificio con una sorta di sguardo nostalgico... eppure sono passati appena pochi mesi da quando ha ottenuto il coprofronte e la sua vita è cambiata radicalmente.[Tentativo Impasto Chakra 3/4][se chk 25/25][Armatura Leggera, Schinieri, Vambracci, Guanti ninja, Coprifronte][Portakunai: 9x kunai][Portaoggetti: 5x fumogeni, 5x carte bomba, 5x bombe luce, 5x fili di nylon, 5x fili di nylon conduttori, 2x makibishi, 1x fuda "fiamma", 5x fuda "tronchetto", 20 fuda bianchi, pennello ed inchiostro] [Pressi prima palazzina] Dopo aver passato una prima parte del pomeriggio al centro di addestramento per ricevere le sue prime nozioni atte all'addestramento animale, Komosinar torna a casa per riposare un po' ma, dopo aver cenato, la curiosità prende il sopravvento su di lui inducendolo ad uscire. Destinazione: Accademia. Non l'ha ancora vista da quando è uscito dall'ospedale ma, dato che gli è stato consigliato di iniziare a frequentarla, egli sceglie questa sera per andare a prendere confidenza con la struttura, anche se fosse solo da fuori. Indosso l'uomo porta come al solito un paio di pantaloni lunghi di colore pallido e spento - questa sera grigi - mentre la maglietta sarà di color panna che poco si distingue dalla carnagione diafana del volto e delle braccia. Nella mano destra un Bo poco più alto di lui che viene utilizzato solo come bastone da passeggio per potersi appoggiare. Utilizzandolo solo con una mano, data la ritrovata salute delle gambe che gli permette ora di camminare anche per lunghi tratti senza doversi per forza attaccare a quel bastone. Gli è invece utile per i movimenti di grande flessione o per rialzarsi quando si accovaccia o si inginocchia per qualsivoglia motivo. Giungendo nei pressi dell'accademia l'albino osserva come suo solito qualunque cosa gli capita a portata. Lo sguardo celeste passa su ogni superficie che incontra, che sia essa strutturale, animale, vegetale o di altra natura. Non nota, tra le varie presenze e superfici l'immagine di Gekko, ancora un po' distante da se anche se di orami poche decine di metri. [equipaggiamento: Bo nella mano destra] Il Genin indugerebbe ancora qualche istante davanti alla Prima Palazzina. I ciuffi neri, in eterno disordine, ma talmente caotici da poter far sembrare che la cosa sia voluta, da qualche tempo ormai presentano una coda legata bassa ed adagiata sotto la base del collo, tra le scapole. L'ora è tarda e non ci sono Deshi che vadano a far lezione o che escano dall'edificio... forse il Deshi che è stato in questa struttura più tardi la sera è stato proprio Gekko: autore con due Genin delle schede delle lezioni ancora affisse in Bacheca... e sarà meglio che ci rimangano per molto tempo con tutta la noia di quella serata. Scuoterebbe la testa al ricordo, facendo oscillare la coda di cavallo sul collo e proprio in questo momento sentirebbe un rumore familiare, anche se lieve... in avvicinamento e non coperto da rumori di folle, a quest'ora della sera: un bastone di legno, come quello che lui usò come stampella improvvisata e come ne ha visto uno usato da un pallido figuro, incrociato pochi giorni prima e lasciato all'ospedale. Si volterebbe, quindi in direzione del rumore per verificare la correttezza della propria supposizione <Komosinar.> saluterebbe usando il suo nome, prima ancora di essere sicuro... ma alla peggio potrebbe fare una figuraccia, nulla di irrimediabile.[chk on][equip invariato] [Pressi prima palazzina] Il bastone da passeggio batte a terra con un ritmo costante ed in accordo con l'appoggio della gamba sinistra ed è proprio quello che viene notato dalle orecchie di Gekko. Mentre ancora si gurda attorno sempre in cerca di dettagli che gli possano tornare utili, Komosinar sente pronunciare il proprio nome. La testa subito si volge in direzione dell'ametista mentre le sopracciglia si corruciano un poco e gli occhi si assottigliano per cercare di varcare meglio il buio della sera. La luna è più piccola rispetto alle sere precedenti e così anche la sua luminosità è scemata leggermente. <Si?> domanda non avendo, probabilmente, riconosciuto la voce del ragazzo. Il passo continua nella direzione dalla quale ha sentito la voce che ha fatto il suo nome. Certamente è qualcuno con cui lui ha parlato o, quantomento, questo è quello che potrebbe pensare mostrando tanta fiducia nell'avvicinarsi. <Chi siete?> domanda solo dopo aver già percorso qualche metro, inclinando appena la testa per cercare di avere una visuale leggermente differente ma non migliorando di molto la situazione per quanto riguarda l'identificazione del soggetto che lo ha chiamato. [eq. inv] L'intuito del ragazzo non sbaglia... non ha importunato un vecchietto a caso che si regge al proprio bastone da passeggio, ma il pallido uomo dai capelli incolori e gli occhi celesti incontrato nei pressi dell'Ospedale... però c'è qualcosa di strano. L'individuo sembrerebbe non riconoscere Gekko, il che è strano... insomma l'Ametista non è certamente qualcuno di cui ci si possa dimenticare. Non che sia importante che un uomo si ricordi di lui, dato che preferisce fare colpo esclusivamente sulle ragazze <Come sarebbe a dire chi sono?> mormorerebbe assumendo una posizione marziale, attendendo l'arrivo dell'altro con il piede dietro avanzato e puntato nella direzione di Komo, il ginocchio piegato a 60°, mentre la gamba sinistra è slanciata indietro con il piede posto perpendicolarmente alla direzione del destro, il busto verrebbe piegato in modo da offrire solamente la linea del fianco, mentre il braccio destro sarebbe avanzato e leggermente piegato, con il palmo aperto in avanti come se fosse in grado di captare la vicinanza altrui, mentre il braccio sinistro sarebbe tenuto più basso anche se non rasente il fianco <E poi cosa vorrebbe dire chi siamo?> sorriderebbe cercando di provocare una reazione, che troverebbe prontamente la propria fine davanti all'Accademia[chk on][equip invariato] [Pressi prima palazzina] Si avvicina di qualche altro passo arrivando a soli pochi metri dal proprio interlocutore e solamente ora, a quanto pare, riuscirebbe a riconoscere il conciatore. <oh!> esclama quindi continuando a camminare, mostrandosi certo più disinvolto rispetto alla prima volta che i due si sono incontrati, portando di fatto il bastone in una sola mano ed utilizzandolo solo per spostare lo stesso e meno per appoggiarvisi realmente. <Gekko, giusto?> domanda con tono pacato ma sollevando un po' la voce in modo da essere sicuro di essere sentito dall'altro <il ragazzo delle rose in ospedale!> afferma ancora cercando di dare una rapida descrizione di uno dei punti che più si ricorda, tra quelli che lo hanno colpito. I passi nel frattempo si susseguono verso il proprio interlocutore osservandone con attenzione anche la postura che esso ha assunto ma, per il momento, preferendo non fare alcun commento a riguardo. <non ti avevo riconosciuto dalla voce...> aggiunge quando è più vicino e, quindi, riesce da se a confermare la propria ipotesi d'identità Gli insegnamenti ricevuti, porterebbero l'Ametista ad essere sospettoso, verso qualcuno che paia tanto svagato da non ricordarsi di lui o non riuscire a riconoscerlo, la postura di guardia viene infatti mantenuta mentre scruta con attenzione l'altro in cerca di qualche "errore", che potrebbe ever fatto chi lo stia impersonando. Riconoscere il Kusa no Kesho non è qualcosa di così complicato in fondo e non avrebbe nemmeno senso fingere di non riconoscerlo... si tratterebbe probabilmente del tentativo di camuffamento più fallimentare mai visto... oltretutto se l'obiettivo fosse avvicinare Gekko, sarebbe molto più sicuro provare ad impersonare qualcuno che gli sia più vicino, tanto lo Shoton è abbastanza attento ad ogni dettaglio da poter riconoscere facilmente chi abbia conosciuto e con buona probabilità individuare un Henge no Jutsu... poi c'è il dettaglio delle rose in ospedale, che non è qualcosa che si possa tirare ad indovinare così <Beh, scusa.> mormorerebbe un po' piccato <Di tutto ciò che ci siamo detto e che è successo tu ti vai a ricordare che ho portato delle rose in ospedale?> chiederebbe <Almeno ricordati com'erano le rose e per chi fossero.> mormorerebbe senza abbassare la guardia... certo ci sono Henge che godrebbero di maggiore fiducia e le rose sono un buon dettaglio, però non si è mai abbastanza prudenti. e quella che poteva sembrare una mera domanda di circostanza, appare invece nella sua chiara connotazione di verifica d'identità.[chk on][equip invariato] [Pressi prima palazzina] Non si avvicina ulteriormente al ragazzo, notando la sua contunua diffidenza ma si manterrebbe ad un paio di metri di distanza, probabilmente ignorando che per un ninja, due metri sono come essere abbracciati, se dovesse voler portare un'azione d'attacco. Cercando di prendere una postura eretta l'albino manifesterebbe un'espressione allibita ed un po' spaesata. Lo sguardo celeste si sposterebbe guardandosi attorno, come a voler cercare qualche cosa per poi tornare sul ragazzo quando nota che, di fatto, attorno non vi è nessuno <beh... mi... spiace aver fatto riferimento solo alle rose...> dice cercando di fare un sorriso di circostanza. <far riferimento alla caduta sotto la pioggia mi sembrava, ecco, un po' accusatorio...> dice quindi portando lentamente la mano sinistra verso la testa e grattandosi gli albini capelli <non... non è stata colpa tua, ero io che dovevo valutare meglio il passo da usare per seguirti e...> fa una breve pausa, cercando ancora qualche cosa o qualcuno nei dintorni e poi tornando a studiare la postura marziale del ragazzo <però ecco, la tua, come si chiama... tecnica Ninja sulle rose mi ha molto colpito, ecco...> afferma facendo poi, quasi casualmente, mezzo passo indietro <e... ovviamente, anche la tua premura nell'avermi chiamato un infermiere con la sedia mi ha positivamente colpito e...> cerca di portare qualche altro esempio della loro conversazione e, facendolo, dimentica palesemente di rispondere invece alla domanda che gli è stata fatta. Il disagio dell'uomo è parecchio evidente ora. Forse dovrebbe essere più indulgente... forse dovrebbe fidarsi maggiormente dell'individuo che ha di fronte. Però i tempi in cui si faceva trovare senza nemmeno il chakra impastato sono finiti quel giorno ai Prati Fioriti, quando quello shinobi di Oto lo ha trovato impreparato e lo ha posto davanti alla necessità di richiamare il più velocemente possibile le proprie energie... e quel giorno non indossava nemmeno le sue protezioni. No, non è più quel ragazzo ingenuo, che pensa che stare a Kusa significhi non doversi guardare le spalle... anche perché proprio nel territorio del Villaggio ci sono pericoli e minacce, anche se di entità a volte risibile per uno shinobi. Il suo atteggiamento mette in difficoltà Komosinar, lo agita, com'è giusto che sia. Il ragazzo rimane in una distanza nella quale l'Ametista potrebbe fare molto, senza nemmeno muoversi, ma potrebbe anche muoversi e la cosa potrebbe risultare poco piacevole. Agitazione, dettagli... qualcuno che volesse avvicinare lo Shoton con la guardia abbassata a questo punto sarebbe passato all'offensiva, oppure se la starebbe già dando a gambe levate. Ora l'Ametista abbandona la guardia <Dannazione Komosinar.> inveirebbe <Ti sembra una cosa astuta, far insospettire un ninja?> chiederebbe <E poi è ovvio che se sei caduto non sia dipeso da me.> sorriderebbe alzando le spalle <Finché cammini con quel bastone.> ridacchierebbe <Piuttosto, che ci fai qui davanti all'Accademia a quest'ora?> domanderebbe... certo la guardia è bassa, ma se un nemico dovesse dimostrare le proprie intenzioni ora, l'Ametista sarebbe tutto fuor che impreparato.[chk on]equyip invariato] [Pressi prima palazzina] un sospiro di sollievo viene esalato dall'uomo che, dopo aver visto il cambio della situazione ora, forse, può sentirsi più tranquillo. <beh, ma che bisogno c'è di allarmarsi?> domanda a sua volta cercando di mantenere un tono di voce pacato anche se la voce è ancora leggermente alterata dalla situazione dalla quale è appena uscito <hai visto che sono io no? Chi altro potevo essere?> domanda poi, ignorando completamente le tecniche ninja che invece Gekko conosce e di cui ha sospettato. Ignorando la parte del discorso riguardante la sua caduta sotto la pioggia, ora komosinar passa a rispondere alla domanda che gli viene fatta <Perché sono qui?> ripete inizialmente sempre con un volume di voce non troppo elevato <ero curioso di vedere come fosse fatta quest'accademia, almeno dall'esterno> dice facendo spallucce e quindi azzardando un passo avanti per avvicinarsi un po' di più al suo interlocutore ed all'accademia stessa. Lo sguardo celeste si sposta quindi sulla grande struttura <Mi avete suggerito di frequentarla eppure non ero ancora passato a vedere come fosse fatta e dove fosse esattamente collocata. > aggiunge spostando nuovamente lo sguardo su Gekko <Certo se fossi venuto in giornata sarebbe stato un altro tipo di impatto ma oggi sono stato un po' indaffarato e... ho avuto curiosità solo un'oretta fa...> nuovamente fa spallucce lasciando poi la parola all'altro. ecco... se ancora vi fossero dei dubbi, questi ora si dissolverebbero come neve esposta al sole del più caldo mese dell'anno... nessuno potrebbe fingere tanta totale mancanza di nozioni sul mondo e le tecniche ninja <A quanto pare non ti è tornato in mente nulla che faccia pensare ad una carriera da shinobi nel tu passato.> mormorerebbe vedendo improvvisamente la prospettiva del suo allenamento serale, slittare pericolosamente verso la china di chi mostra l'accademia alle nuove leve <Indaffarato?> mormorerebbe <Beh, considerando le difficoltà a camminare posso capire che qualsiasi spostamento richieda davvero molto tempo.> farebbe una smorfia con le labbra lasciando le iridi smeraldine a scrutare la figura dell'albino <I miei piani erano un po' diversi, però penso di poterti fare da guida, prima di dedicarmi ai miei allenamenti.> farebbe cenno all'altro di seguirlo e si avvierebbe lentamente verso l'interno della struttura <L'Accademia è formata da due Palazzine di 5 piani.> mormorerebbe <Ma questo lo vedi da solo.> ridacchierebbe muovendo i primi passi <Quella che interessa a te è la Prima Palazzina, il cui ingresso è qui nel Secondo Cerchio.> mormorerebbe <E' qui che si fanno le lezioni, oppure nel cortile tra le due palazzine. Ma l'accesso alla Seconda Palazzina è riservato a chi abbia già conseguito il coprifronte.> cercherebbe di mantenere il passo lento, in modo che l'altro non abbia difficoltà a seguirlo <Al pianterreno ci sono solo la portineria, le bacheche delle lezioni laggiù e gli uffici amministrativi, la sala per i Sensei dovrebbe anche essere da qualche parte qui sotto, ma è più facile che gli insegnanti arrivino in Accademia poco prima delle lezioni.> alzerebbe le spalle <Ti avverto che non ci sono panchine, quindi sarà meglio che tra i vari affari tu ne abbia approfittato per insegnare alle tue gambe come si salgono quattro rampe di scale.> ridacchierebbe.[chk on][equip invariato] [Pressi prima palazzina] <oh, grazie!> afferma non appena l'altro si presta a fargli da guida, glissando sulle precedenti affermazioni del ragazzo, cogliendo l'aria di scherno ma cercando di non farci caso. <non vorrei rovinare troppo i tuoi allenamenti... per me, se vuoi, va bene anche una spiegazione sommaria...> afferma sorridendo ma già iniziando a seguire l'altro nel suo incedere. Il passo dell'albino sarà solo leggermente più lento rispetto ad una persona di pari altezza ma, certamente, sarà più lento rispetto a quello di un ragazzo allenato e scattante come Gekko. Il celeste sguardo si sposterebbe attorno ad osservare ogni dettaglio che gli possa capitare a tiro, cercando di memorizzare per bene tutto, anche se poi, tra quello che vede e quello che ricorda talvolta ci sono degli abissi. Annuisce mano a mano che l'altro gli spiega le varie posizioni delle locazion. Mentre cammina, il bastone darà il suo ritmico rintocco per ogni volta che viene appoggiato a terra, come un orologio che scandisce i secondi. <Ora le mie gambe stanno decisamente meglio!> afferma sempre cercando di mantenede un tono di voce pacato ed un volume medio. <magari se mi accorgo di essere troppo stanco ti chiederò di tornare indietro e rimandare il resto della visita alla prossima volta...> conclude sorridendo ma seguitando a camminare. terrebbe un passo lento, proprio per non creare difficoltà al Deshi ed annuirebbe sentendo che ora le sue gambe rispondano meglio <Beh, la parte migliore è quella finale.> sorriderebbe dato che come detto il tetto della Palazzina è uno dei luoghi in cui preferisce allenarsi <Potremmo prendere l'ascensore...> mormorerebbe tenendo la frase in sospeso <Però credo che il finale meriti un po' di scalini.> mormorerebbe iniziando a salire verso il secondo piano <Le aule del secondo piano saranno le prime con cui prenderai confidenza.> sorriderebbe <Sono 10 in tutto e vi vengono svolte le prime due lezioni. Qui in pratica è dove apprenderai le basi e credo che per te la prima lezione potrebbe essere la più significativa dato che è quella con più spiegazione, mentre le altre sono più pratiche e trattano una singola tecnica.> ovviamente questo vuol dire che la prima lezione è quella con i maggiori stimoli, oltre naturalmente ad essere quella più densa. <Il programma delle singole lezioni è scritto in bacheca, come anche gli orari e la classe precisa in cui si svolge ed il Sensei incaricato.> mormorerebbe[chk on][equip invariato] [Pressi prima palazzina] continua a seguire il ragazzo, aiutandosi fin da subito con il bastone a salire i gradini per non affaticare troppo le gambe in quella salita. Il bastone verrebbe utilizzato, come al solito, come una specie di remo ma in questo caso l'intensità della spinta sarebbe maggiormente concentrata verso il basso. Tutte e due le mani in questo caso verrebbero utilizzate per spingere e risollevare il Bo ma quest'ultimo verrebbe comunque tenuto preferibilmente sul lato destro del corpo <Se per te ne vale la pena ti seguo... spero> afferma pronunciando l'ultima parola a voce molto bassa. Quando poi l'altro parla della aule del primo piano, Komo si limiterà ad annuire per poi commentare <quindi per la prima lezione già mi devo preparare ad una grande quantità di nozioni?> chiede inclinando leggermente la testa da un lato per poi riportarla in posizione normale quasi subito. Il respiro già inizia a farsi un po' corto anche solo salendo quei pochi gradidi e, per questo, la conversazione per ora sarà limitata solamente a quella domanda limitandosi poi ad annuire riguardo le successive informazioni ricevute. una volta arrivato alla fine della prima rampa di scale, l'Ametista si trova a dovere attendere un po' l'albino. Non è che la cosa lo disturbi, ma se l'uomo ha il fiato corto già dopo la prima rampa, potrebbe seriamente non farcela ad arrivare in cima <Sì. La prima lezione è quella in cui vengono concentrate tutte le basi.> mormorerebbe <Molte cose chi è nato e cresciuto in una famiglia ninja le conosce da ben prima di venire in Accademia.> ridacchierebbe <Io invece le ho sentite per la prima volta a lezione, quelle cose, come teoricamente dovrebbe essere per te.> sorriderebbe <A meno che non ti si sblocchi qualcosa proprio mentre il Sensei parla.> alzerebbe le spalle ed invece di ricominciare a salire la prossima rampa, si avvicinerebbe all'ascensore <Temo che se andiamo a piedi non arriverai al terzo piano.> sorriderebbe mentre attendono l'arrivo del marchingegno <In pratica le lezioni sono un percorso iniziatico, una volta superate le prime due potrai salire al terzo piano per svolgere la terza lezione.> mormorerebbe mentre le porte si starebbero aprendo e entrerebbe col Deshi <Bada che se per caso il Sensei non sarà soddisfatto della tua esecuzione delle tecniche, dovrai ripetere la lezione.> avvertirebbe schiacciando il bottone che farà salire l'ascensore sino al tetto <Anche il terzo ed il quarto piano hanno 10 aule e vale quanto ti ho già detto riguardo al secondo.> mormorerebbe <Al quarto piano si fanno la quarta e la quinta lezione, però se è bel tempo, può capitare che la quarta si faccia in cortile.>[chk on][equip invariato] [Nella palazzina] continua a salire le scale aiutandosi con il bastone. Il fiato non è ancora così male da non riuscire a proseguire ma la debolezza muscolare sulle rampe di scale potrebbe veramente metterlo in difficoltà prima che il fiato sia finito. <quindi anche tu hai iniziato non sapendo nulla riguardo il mondo ninja?> domanda ignorando questa parte della sua storia o, forse, avendola già dimenticata nel caso in cui gli fosse stata detta. <hehe... magari mi tornasse tutto alla mente...> afferma abbassando un po' il volume della voce e, insieme a quella, anche lo sguardo. Qualche secondo di silenzio mentre raggiunge il ragazzo e, quindi, entra nell'ascensore insieme e lui. <in effetti così è decisamente più comodo...> commenta mentre sono in ascensore riguardo al fatto di non arrivare al terzo piano. Lo sguardo celeste, anche in questo caso, si premura di studiare gli interni della cabina in cui sono mentre le orecchie fanno il loro compito ascoltando le parole del ragazzo. <cercherò di impegnarmi per apprendere tutto al volo ma...> fa spallucce e quindi sposta lo sgaurdo verso Gekko <male che vada ripeterò la lezione... non sarebbe la prima cosa che dovrei ripetere, d'altra parte, no?> domanda retorico cercando di fare un sorriso. Per il resto della salita si limiterebbe invece ad ascoltare le parole dell'altro ed annuire.> Ridacchierebbe ascoltando la reazione dell'altro al suo dire <Cavolo. Decisamente sei uno che non si perde d'animo.> mormorerebbe <Ad ogni modo anche se l'eventualità di ripetere una lezione c'è, credo che la cosa più probabile possa essere alla quarta, perché in quel caso un secondo tentativo andato male potrebbe costare caro.> sorriderebbe pensando a come lui stesso l'abbia sfangata di misura, avendo avuto una errata percezione di come la tecnica sarebbe dovuta entrare in funzione... ma nonostante tutto era riuscito ad attuarla a dovere <Oppure potrebbe succedere con la prova di combattimento.> sorriderebbe mentre le porte dell'ascensore si aprono sul piano del tetto dell'edificio. Una superficie piana, interamente ricoperta d'erba, che da un lato presenta una vegetazione di arbusti ed alberi. Tutto il perimetro è recintato da un'alta rete e sul lato che da verso il Primo Cerchio è possibile distinguere l'imbocco del ponticello che congiunge il tetto al gemello dell'altra palazzina <Qui è dove si svolge la prova di combattimento e dove si tiene l'esame pratico.> mormorerebbe aggiungendo poco dopo <Con qualsiasi condizione atmosferica.> sorriderebbe. Ed infatti lui l'esame l'ha fatto col sole, ma alla prova pratica diluviava.[chk on][equip invariato] [Nella palazzina] <beh... perdersi d'animo, a quanto ho visto negli ultimi giorni, non mi avrebbe portato lontano...> risponde facendo spallucce e, quindi tornando ad ascoltare le parole dell'altro <in... in che senso potrebbe costare caro?> domanda spalancando leggermente gli occhi e fissando il ragazzino. <è... è per quello che sei finito in ospedale stampellato?> chiede quindi serrando poi le labbra e mordendosi appena l'interno della guancia. Lo sguardo si sposta poi al proprio Bo, che ancora sta utilizzando per sostenersi e, quindi, ecco che torna a guardare Gekko. Nel frattempo le porte dell'ascensore si aprono e la vista è completametne diversa da quello che egli si aspettava. Gli occhi ancora una volta vengono ben aperti sulla panoramica che gli si presenta. Qualche passo per uscire dall'ascensore e, poi, si ferma in prossimità dell'erba. Un profondo respiro viene tratto per assaporarne il profumo mentre gli occhi danzano sulle superfici che egli si aspetterebbe di trovare all'interno di un parco e non, invece, sul tetto al quinto piano di un edificio. L'effetto è sempre quello. Nessuno penserebbe mai che il tetto dell'Accademia sia un vero e proprio giardino, con tanto di prato, cespugli ed alberi. Sorriderebbe <Beh del resto siamo nel Villaggio dell'Erba, mi pare giusto che ci sia un posto così in Accademia.> ridacchierebbe e del resto questo ambiente è simile a quello che si può incontrare nei dintorni e quindi da realmente una indicazione all'esaminatore della capacità di un aspirante ninja di rimanere vivo in missione. <Beh no.> ridacchierebbe alla domanda se sia dall'Accademia che è finito in ospedale <Io sono stato colpito mentre ero in missione coi alcuni compagni.> alzerebbe le spalle <Sai com'è combattere su una parete verticale con un'avversario che ha delle capacità alquanto imprevedibili, comporta il rischio di essere colpiti e feriti.> sorriderebbe <Però se io sono finito all'ospedale lei è finita all'altro mondo.> ridacchierebbe incamminandosi sul'erba al chiarore pallido della luna <A me è bastato l'intervento di un medico e qualche giorno di riposo, dopo tutto.> sorriderebbe <Bene.> mormorerebbe <Il giro turistico dell'Accademia finisce qui e qui sosterrai anche il tuo ultimo esame.> sorriderebbe <Quello teorico si fa in una delle aule.> alzerebbe le spalle <Del resto per quello basta un banco su cui appoggiare il foglio e qualcosa per scrivere.> ridacchierebbe <Solo spero non ti saltino fuori ricordi durante l'esame teorico, perché per quello c'è poco tempo.> mormorerebbe avvicinandosi sempre più all'imbocco del ponticello per la seconda palazzina <Per scendere ti sconsiglio di passare dall'esterno.> ridacchierebbe <Dato che non penso tu sappia camminare sui muri e fossi in te non ci proverei per vedere se ti fa tornare in mente qualcosa.> alzerebbe le spalle mettendo il piede sulla struttura di collegamento <Dopo questo giro turistico, non ti serve altro che trovarti in Accademia quando inizia una lezione.> sorriderebbe <Quindi ti consiglio di prendere appunti dalla bacheca. Ora vado ad allenarmi, ci vediamo prossimamente e mi raccomando...> ridacchierebbe <Per la quarta lezione ti servirà essere in gradi di muoverti in libertà. Quindi sforzati di rinforzare le gambe il più possibile in questo periodo.> e detto ciò se non venisse fermato per porgli qualche domanda, proseguirebbe lungo il ponticello sospeso fino a raggiungere la Seconda Palazzina. [se End] [Nella palazzina] <in effetti...> afferma sorridendo appena al ragazzo e facendo a sua volta spallucce dopo la prima risposta che riceve riguardo a quel tetto. Ascolta con attenzione, guardandolo in volto mentre egli narra, di come si sia fatto male e di come la sua avversaria sia morta. Degluttisce a vuoto al sentire di quella cosa ma, d'altra parte, il mondo ninja è anche quello. <Dall'esterno... bene!> afferma annuendo alle parole del ragazzo e, quindi, guardandosi attorno per trovare la scala che dall'esterno dovrebbe ricondurlo al piano terra. <no no, tranquillo che non tenterò di camminare sui muri...> afferma ridacchiando appena <neanche sapevo si potesse camminare sui muri....> dice in un filo di voce parlando evidentemente solo con se stesso. Lascerà quindi che Gekko si allontani di qualche passo per poi ricordarsi di dire, a voce un po' più alta <grazie di tutto!> e, quindi, tornare a volgere lo sguardo nei dintorni. Se non vi fosse nessuno che fa premura, Komosinar solleverebbe lo sgaurdo per notare come da lì la luna si veda meglio. Rimarrebbe poi per un po' ad osservarla, come incantato da essa. Sedendosi sul prato si appoggerebbe alle proprie braccia come se fosse in spiaggia a prendere il sole ma, la tintarella, sarà quella della luna. Chissà se altri ricordi verranno suscitati da quella visuale... [end]