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Pacato e deciso, ma forse non basta...

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con Komosinar

20:48 Komosinar:
  [Centro di kusa, quinto cerchio] Il pomeriggio del precedente giorno ha molto segnato l'albino che, dopo essere stato al centro di addestramento per animali e dopo aver chiesto le dovute informazioni ha avuto molto su cui riflettere e qualche cosa da ricordare. Dopo una giornata passata in casa, evitando le ore più luminose del giorno e quindi più calde, Komosinar decide di uscire alla luce della luna che anche questa sera illumina il cielo. Nella mano destra, tenuto con una sola mano, un Bo utilizzato come bastone da passeggio. Nella mano sinistra un piccolo tomo con copertina in cartone senza alcuna illustrazione su di essa. Indosso un paio di pantaloni beige ed una maglietta bianca che sembra continuare come una calza sulle braccia e sul volto dell'albino tanto è simile il colore. Il rintocco del bastone è regolare così come i passi del Dashi. Anche per questa sera, nonostante l'orario, la destinazione della passeggiata sarà uno dei parchi per bambini non lontano dal quale c'è anche un campo d'allenamento per ninja. Lo sguardo celeste si sposta a destra e manca, in basso e nei dintorni per accarezzare qualunque cosa gli capiti a tiro, cercando di fare attenzione ai dettagli. Ogni dettaglio può essere importante per lo smemorato, ogni dettaglio può rievocare il frammento di un ricordo del suo passato. Sempre più in forma, anche se un po' a corto di forze nonostante i giorni passati dalle sue dimissioni dall'ospedale, Komo si avvicina ad una panchina leggermente più isolata dal sentiero principale che costeggia il perimetro del parco stesso.

20:54 Komosinar:
  [Centro di kusa, quinto cerchio] Giunto a quella panchina il giovane uomo si guarda attorno ancora controllando rapidamente la situazione. Nessuno in vista per ora se non in lontananza. Fa spallucce e, quindi, ecco che volge le spalle allo schienale ed alla seduta della panca per poi, spostare parte del proprio peso al bastone e quindi flettere lentamente le ginocchia fino a che il proprio sedere non viene a contatto con il legno. <aaaahhh> un sospiro di sollievo soffiato a gola aperta mentre gli occhi si chiudono per un solo secondo. Il bastone viene quindi fatto ruorare in modo da assumere una posizione orizzontale e, quindi, ecco che verrebbe adagiato sulla seduta della panchina stessa, all'angolo tra questa e lo schienale coprendone l'intera lunghezza ma non infastidendo più di tanto per via dello scarso spessore. La mano sinistra viene quindi portata alle ginocchia ed il libro appoggiato sulle cosce. La copertina rivolta verso l'alto lascia intuire che è stato un libro consultato da parecchie person e, quindi, probabilmente è un libro di notevole interesse. <Addestramento...> legge sorridendo appena il titolo scritto a grandi caratteri sul cartone. <vediamo se mi ricordi qualche cosa che già ho fatto...> dice riferendosi proprio a quel libro che ora sta guardando con molta attenzione, quasi volesse aprirlo con la sola forza della mente.

21:12 Komosinar:
  [Centro di kusa, quinto cerchio, Parco, Panchina] Mentre la mano Sinistra si sposta sulla parte bassa della copertina nella sua parte finale, quella destra afferra la parte alta aprendola. Lo sguardi si sposterà quindi sulla parte in alto a destra di quella prima pagina ed inizierà a scorrere verso il basso seguendo le parole incolonnate. La lettura avviene in maniera per lo più silenziosa. Di tanto in tanto l'albino si ferma guardando fisso davanti a se e prendendo qualche profondo respiro, forse per metabolizzare il prologo del libro. Tornando a concenrarsi sul libro dice tra se e se: <mi serve un quadro generale...>. Ecco che inizia a sfogliarlo senza più leggere le pagine ma solo guardando i titoli che incontra andando avanti. <capisco...> dice continuando poi a sfogliare, non troppo velocemente ma neanche con la sufficiente calma per poter leggere almeno una riga per pagina visionata. Dopo aver sfogliato tutte le pagine, finita quell'anteprima dei contenuti del libro, ecco che torna alla pagina iniziale e sfoglia solamente quella per poi avere accesso ai contenuti della seguente. Nel parco lì nei dintorni, nel frattempo, la situazione sembra essere molto tranquilla. Bambini che giocano non ve ne sono più ed i sentieri sono percorsi più che altro da copiette che camminano strette tra loro.

21:23 Komosinar:
  [Centro di kusa, quinto cerchio, Parco, Panchina] La lettura prosegue quindi tranquilla esaurendo il prologo e l'introdizione del libro nel giro di pochi minuti. Un espressione seria ma al tempo stesso tranquilla è dipinta sul pallido volto dell'albino che sembra essere particolarmente concentrato su quella lettura. Ancora una volta le sue dita sfogliano pagine saltando interi capitoli per poi fermarsi ad uno in particolare riguardante la rassicurazione di un animale intimorito o addirittura spaventato. <Ecco... questo è interessante...> commenta con voce seria annuendo a se stesso ed iniziando a leggere. Un filo di vento gli scuote leggermente i capelli e le vesti. Un profondo respiro viene preso per poi essere rilasciato molto gradualmente. Ad un certo punto, il dito indice della mano destra viene posto accanto una determinata parola e fatto scorrere accanto alle seguenti, come a voler tenere il segno. Lette poco più di tre colonne di ideogrammi, quel dito torna alla prima parola alla quale si era affiancato e quindi, più lentamente, riprende a scorrere <mantenere un tono deciso ma pacato...> legge avvicinandosi lentamente, di pochi centimetri, al foglio con la testa.

21:31 Komosinar:
  [Centro di kusa, quinto cerchio, Parco, Panchina] Gli occhi di Komo lentamente si spalancano come ormai, ultimamente, sta succedendo sempre più spesso. Lo sguardo rimane perso sulla pagina scritta di quel foglio ma la direzione delle sue pupille non segue più le parole scritte lì sopra ma vaga, spostandosi di pochi millimetri, per altri lidi. La mano stessa che stava tenendo traccia della parola da leggere ora si appiattisce ed inizia lentamente ad accarezzare il foglio quasi fosse esso stesso il vello di un animale. Squote leggermente la testa, come a risvegliarsi da una specie di sogno. Gli occhi celesti si sollevano guardandosi attorno e quindi la mano si solleva di fronte a questi. Le dita sono aperte ma il pollice, poi, passa sulle falangi a lui opposte accarezzandole come se ne stesse saggiando la superficie. <sembrava vero...> dice in un fil di voce stringendo poi i denti per un paio di secondi, mentre prende un bel respiro che rilascerà con calma <sembrava ora...> aggiunge continuando a guardare la propria mano ed accarezzare le dita lunghe con il pollice. La mano si chiude ora a pugno, senza particolare forza e, quindi, ecco che si riapre mentre lo sguardo torna a perdersi tra ricordi che faticano ad affiorare. <forse...> mormora piano senza però concludere la frase.

21:40 Komosinar:
  [Centro di kusa, quinto cerchio, Parco, Panchina] Il celeste sguardo torna sul foglio mentre il dito indice della mano destra va a cercar le parole appena lette trovandole nel giro di pochi secondi. <Tono pacato e deciso> legge di nuovo annuendo e, quindi continuando a far scorrere quel dito per proseguire nella lettura silenziosa. Qualche secondo ed altre parole per lui degne di nota appaiono su quelle pagine. <Buono...> dice un po' esitante. <no... Buono!> dice ora in maniera perentoria, quasi fosse un rimprovero. La testa diniega immediatamente, accorgendosi di quanto quei modi di pronunciare la stessa parola siano opposti ed entrambi non corrispondenti alle indicazioni precedentemente lette, o almeno lo sono secondo la sua attuale interpretazione. <Sta buono> ripete dopo aver preso un respiro e mentre, istintivamente, accarezza il foglio sulla destra del libro. <mi sembra meglio, si...> afferma sorridendo. Lo sguardo si solleva poi al veder un ombra giungere di fronte a lui. Due persone stanno passeggiando ed hanno scelto quel sentiero secondario. Un sorriso di circostanza si estende sul volto dell'albino che si limita a fare un leggero inchino con la testa, ricambiato subito dalla coppia. Quando questi proseguono la propria passeggiata, poi, ecco che l'albino si guarda attorno con attenzione in cerca di eventuali altre persone o cose che possano suscitare il suo interesse.

21:46 Komosinar:
  [Centro di kusa, quinto cerchio, Parco, Panchina] Non trovando al momento nulla di interessante nei dintorni riporta lo sguardo sul libro ma, proprio in quel momento, un corvo sembra volergli fare compagnia. Il frullio delle ali attira l'attenzione di Komosinar che subito si volta alla propria destra. Nella parte opposta della panchina, vicino alla punta del Bo, il nero uccello sta fissando con il proprio occhio sinistro Komo, rimanendo fermo sul posto. Uno sguardo che sembra inquisitore ma che, per qualche motivo, suscita un sentimento positivo nell'albino che sorride leggermente. <era il tuo posto?> gli domanda cercando di guardare meglio la figura del volatile e l'ombra dello stesso che viene proiettata sulla panchina. Il corvo fa qualche saltello in anvati, avvicinandosi allo schienale. La testa fa uno scatto cambiando, anche se di poco, l'inclinazione e quindi l'obiettivo dello sguardo. Chinandosi rapidamente un paio di volta, poi, ecco che da due beccate rapide alla punta del Bo, sporca di sabbia e terriccio dato che è quella che viene usata come appoggio.

21:55 Komosinar:
  [Centro di kusa, quinto cerchio, Parco, Panchina] <ne troverai gran pochi di vermi lì dentro, se son quelli che vai cercando> afferma con volume della voce medio ed un tono pacato, come suo solito. Cercando di muoversi lentamente, quindi, ecco che Komosinar proverà a far avanzare la mano verso di lui, lasciandola aperta e con i palmi verso l'alto. La testa del corvo, a questo punto si gira quasi di centoottanta gradi ed è con l'altro buio occhio che quella mano pallida viene osservata con attenzione. Il becco si apre e si chiude un paio di volte, rimanendo poi minacciosamente aperto per qualche secondo <Non ti faccio nulla> dice Komo sorridendo e sussurrando mentre seguita a far avanzare la bianca mano verso il nero corvo. La testa del pennuto torna alla sua posizione naturale ed un paio di saltelli vengono compiuti per distanziarsi dall'umano, quindi, le ali si schiudono all'improvviso ed iniziano a battere sollevando l'animale dalla panca e permettendo quindi a questo di allontanarsi da ciò che forse, per lui, era un fastidio o persino un pericolo. Un sospiro rassegnato viene emesso quindi dal giovane uomo che subito riporta la mano a se, tornando ad appoggiarla al libro. <a quanto pare non è facile come sembra...> ammette facendo poi spallucce e tornando allo scritto <dove ero rimasto?> si domanda in un fil di voce iniziando già a far scorrere gli occhi sulla pagina.

22:08 Komosinar:
  [Centro di kusa, quinto cerchio, Parco, Panchina] La lettura prosegue silenziosa, riportando l'espressione seria ed attenta del Deshi che già era stata assunta poco prima. Ancora una volta il vento si mette di mezzo, un po' più forte di prima scompigliando i capelli ed i vestiti dell'uomo che, però, sembra voler ignorare la cosa finché un paio di foglie non volteggiano cadendo proprio sulle pagine che Komo sta leggendo. Lo sguardo si solleva nuovamente in cerca degli alberi che potrebbero aver perso quelle foglie ma, essendo un parco, molti potrebbero corrispondere all'albero che cerca. Fa di nuovo spallucce e torna a guardare il proprio libro spostando poi la mani sinistra per rimuovere i vegetali. Un altro leggero colpo di vento ed ancora le foglie si muovono, anche se di poco, sovrapponendosi ed andanfo a formare una figura irregolare. Nulla di che ma, a quanto pare, questa strana figura è sufficiente a bloccare il movimento della mano dell'albino che rimane invece fisso a guardarla. Invece che spalancarsi gli occhi si assottigliano come se si stesse concentrando. Le sopracciglia si aggrottano e la testa si avvicina di qualche centimetro a quel libro. Mezzo minuto più tardi, però, sembra che questo stato di tensione venga abbandonato. <niente...> dice diniegando con il capo e torcendo per un attimo le labbra. <non serve a niente...> afferma ancora a mezza voce, un po' deluso, sbuffando poi dal naso. La mano sinistra termina quindi il compito che le era stato assegnato toccando le verdi foglie con le dita e, quindi, spingendole con un minimo di velocità giù dalla pagina che hanno occupato. Un breve ondeggiamento nell'aria e, quindi, si appoggiano a terra. Lo sguardo celeste di Komo torna quindi su quelle pagine ma, questa volta, la sua espressione sembra essere un po' più dura e meno serena rispetto a prima.

22:16 Komosinar:
  [Centro di kusa, quinto cerchio, Parco, Panchina] Ancora qualche minuto di lettura e, con un movimento secco, la mano destra dell'albino andrà a chiudere il libro. Lo sguardo rimarrà poi fisso sulla copertina per qualche secondo mentre le labbra si serrano tra di loro. <meglio continuare domani...> si limita a commentare prendendo quindi il piccolo tomo nella mano sinistra. La destra quindi si sposta in cerca del bastone. Con un movimento lento lo fa scivolare in modo da sfilarlo dalla posizione che gli è stata data dietro il sedere di lui. Portato davanti all'uomo, il Bo viene fatto lentamente roteare in modo che una delle punte, quella beccata in precedenza dal merlo, venga appoggiata a terra. Stringendo pi la presa su di essa, Komosinar sposterà il proprio peso in avanti distribuendone un ottanta per cento sulle gambe e solamente il venti per cento sul bastone. Una spinta anche sulle gambe ed ecco che in pochi secondi si trova inpiedi. Lo sgaurdo celeste dell'albino accarezza nuovamente la panca per controllare di non aver lasciato nulla e, allo stesso modo, accarezzarà il suolo lì attorno. Il passo riprende quindi in direzione dell'uscita dal parco; passo ancora un po' lento ma certo più sicuro. Ad accompagnare questo, come sempre negli ultimi giorni, il rintocco con cadenza regolare del Bo. [end]

Con in mano un libro che parla di addestramento, Komosinar si reca al parco per la consueta passeggiata. Trovata una panchina si siede a leggere soffermandosi su un capitolo in particolare: Quello riguardante le rassicurazioni.
Durante la lettura un flashback gli rende un piccolo frammento di ricordo.
In seguito in merlo si appoggia vicino a lui sulla panchina ma, tentando di mettere in pratica ciò che ha letto si accorge che, forse, quelle sole nozioni non bastano.
Successivamente due foglie sovrapposte suscitano un'altra reazione che si conclude con uno stato alterato dell'umore dell'uomo che, quindi, preferisce terminare la lettura per tornare a camminare.

(sesta role)