Passeggiata al parco, tra ricordi e nuove prospettive
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Giocata dal 01/08/2018 20:13 al 02/08/2018 00:30 nella chat "Centro di Kusa"
[Quinto Cerchio - Verso il Parco] <Questa sera, Torako ha mangiato presto e ora si trova in giro per il Quinto Cerchio. Non deve fare niente in particolare, semplicemente passeggia. Come al solito, la ragazzetta veste con dei pantaloni neri che le coprono le gambe fino alle ginocchia e con una maglietta verdone militare senza maniche e con uno scollo tanto casto da negare le sue forme già quasi inesistenti per conto loro. I lunghi capelli biondi sono legati in una coda alta che lascia libera solo la frangetta la quale va ad incorniciare il volto dalla carnagione chiara della diciassettenne, caratterizzato da dei grossi occhioni azzurri e vispi. Se ne sta lì, in piedi, con gli cchi chiusi, con la schiena poggiata alla parete. Al momento si trova in uno dei vicoletti secondari della zona, di quelli un po' nascosti, non particolarmente profumati, ma che a lei sono tanto familiari. Appoggiata con le spalle al muro di una casa, se ne sta con gli occhi chiusi. Le mani vengono portate all'altezza della bocca dello stomaco, davanti al busto, congiunte, come in preghiera. Mignolo e anulare della mano destra si piegano verso il palmo, mentre la mancina si alza appena di un centimetro o due con mignolo e anulare che si piegano sopra i gemelli della destra. Pollici, indici e medi puntano verso l'alto. Così facendo arriva a comporre il sigillo della Capra. Fatto questo, si concentra cercando di impastare il chakra. Nel buio dietro le palpebre abbassate, cercherebbe di visualizzare quel figurino che ha visto stampato sulle fotocopie della prima lezione all'Accademia Ninja di Kusa, quelle usate per illustrare il Keirakukei. Se fosse riuscita nel primo step di tutta l'operazione, passerebbe al secondo passo. Questo consisterebbe nel cercare di visualizzare la sua energie mentale. L'attenzione andrebbe a spostarsi sulla testa del figurino stilizzato e, conseguentemente, sulla propria, finchè non riuscirebbe a notare un'alone bluastro attorno al capo della figura umana stilizzata. Eccola! Se fosse riuscita anche in questo secondo passo, andrebbe oltre, verso il terzo che consisterebbe nel visualizzare l'energia fisica. Andrebbe ora a concentrarsi sul ventre del manichino e di conseguenza sul proprio, cercando di visualizzare un alone rossastro. La fronte andrebbe ad aggrottarsi tanto la piccoletta si sta concentrando, finchè non riuscirebbe nel suo intento. All'eventuale riuscita di anche questo passo, dovrebbe solo più occuparsi della 'questione' finale, ovvero mescolare insieme le due energie di modo da creare il chakra. Andrebbe a cercare di muovere le energie di modo che quella blu formi una spirale discendente e quella rossa una spirale ascendente che dovrebbero andare ad incontrarsi all'altezza del plesso solare, davanti a cui ancora si trova il sigillo della Capra. Se le due forze venissero mescolate nel giusto modo, solo allora la ragazzetta aprirebbe gli occhi, sentendosi più scattante, forte e pronta del solito. Con un sorriso smagliante, andrebbe ad uscire dal vicolo. Con sè porta anche legato in vita un porta oggetti in stoffa, dentro cui ci stanno solo alcuni Fuuda: cinque sono completamente vuoti, altrettanti hanno invece sigillato al loro interno un Tronchetto da Sostituzione ciascuno, tre hanno invece un Kunai ciascuno e in altrettanti sono stati sigillati altrettanti Shuriken. Va matta per il Fuuinjutsu, ormai lo si è capito. Uscita dal vicolo, si dirige verso un parco non troppo lontano da lì. Non avendo più bisogno di rubare per sopravvivere, sembra decisa a concedersi un po' di svago in un posto che ha visitato molto raramente nella sua vita. [Equip: Porta oggetti - Fuuda Vuoti x5, Fuuda con Tronchetto da Sostituzione x5, Fuuda con Shuriken x3, Fuuda con Kunai x3] [Tentativo di Impasto del Chakra] [Se Chakra 10/10] [zona Est del Quinto cerchio. Parco] Giunto all'ingresso del parco, sempre appoggiato al bastone da combattimenti, Komosinar vede ora una panchina che dista solamente pochi metri da lui. Il passo riprende tranquillo, completamente ignaro di quello che, pochi metri dietro di lui, l'adolescente sta facendo. Il bastone rintocca ogni volta che la gamba destra appoggia a terra muovendosi sula zona controlaterale. Quando invece è la sinistra ad avanzare, tale 'Bo' viene utilizzato quasi fosse un remo, spunto contro il terreno per permettere al suo utilizzatore di avanzare. L'ora è tarda ma ancora qualche ragazzo sta giocando all'interno di quel parco. Alcuni sono alle prese con arrampicate sugli alberi mentre altri si rincorrono ridendo. <eeeh....> un sospiro malinconico fuoriesce dalle labbra del giovane uomo che ancora si guarda attorno avvicinandosi sempre di più alla panchina. Un piccione lo precede occupando il posto più lontano da lui. Un sorriso viene abbozzato ancora una volta sulle labbra diafane dell'albino. <piccioni...> dice con un filo di voce, giungendo finalmente a destinazione ma, ancora, non sedendosi. [Quinto Cerchio - Parco] La ragazzetta continua ad avanzare, portando ora le mani ad intrecciare le dita dietro la propria nuca, tenendo i gomiti larghi e lo sguardo alto verso il cielo della sera. Sorride, non può proprio fare a meno di farlo. Quel sorriso così ampio e quasi onnipresente fa parte di lei. Ben presto oltrepassa l'ingresso del parco. Sposta gli occhi lu dal cielo a ciò che la circonda. Ci sono vari ragazzini che giocano e, ancora una volta, non può fare a meno di sorridere vedendoli. Quasi potrebbe venire il dubbio che non esista qualcosa che sia in grado di spegnere il sorriso sul volto della Deshi. Ben presto il suo sguardo viene attirato da un ragazzo. Ha i capelli bianchi, la carnagione pallida e gli occhi chiarissimi. Sembra quasi un fantasma. Rimane imbambolata per almeno una decina di sencondi a guardare quel ragazzo. Nella sua testa di vanno a formare una quantità di teorie indecenti. Magari è lo spirito di un parente di uno di quei bambini che stanno giocando nel parco e sta vegliando su di lui o su di lei. Oppure potrebbe essere un antico guerriero la cui reincarnazione non è riuscita a dovere e quindi si ritrova intrappolato in un limbo incorporeo. O ancora potrebbe essere uno spirito saggio che aspetta solo che qualcuno lo interpelli... Che sia un fantasma, Torako lo dà per assodato, ma ne vuole avere la sicurezza. Trotterella verso lo sconosciuto e gli si pone davanti, sfoggiando un enorme sorrisone entusiasta. <Lei è un fantasma?> Chiede così, senza salutare. Almeno gli ha dato del lei, è una cosa che ha cominciato a fare grazie a 'Demone Sama'. Sì, è convinta di aver conosciuto anche un demone, lei. [Equip invariato] [Chakra On] [zona Est del Quinto cerchio. Parco] Giunto finalmente alla panchina, Komosinar inizia a muovere passi per voltarsi in modo da dare le spalle alla seduta e, proprio mentre si sta appoggiando al bastone per potersi aiutare in quel movimento, una voce lo coglie di sorpresa da dietro. La testa si volta rapida verso di lei, abbassando appena lo sguardo ed incrociando i propri occhi celesti con quelli della fanciulla. <prego?> si limiterà a domandare guardandola un po' perplesso e, anche questa volta, ricambiando lo spontaneo sorriso che coglie sul viso dell'adolescente con uno di circostanza. Il movimento preterintenzionale continua. Appoggiandosi con entrambe le braccia a quel bastone, scaricando quindi parte del peso su di esso, komo inizia a flettere le ginocchia avvicinando le natiche alla seduta fino a raggiungerla - se non vi fossero ostacoli di sorta - e quindi esalando dal naso un leggero sospiro di sollievo. Lo sguardo tornerebbe poi, se possibile, sul volto della ragazzina che gli ha posto quella strana domanda, attendendo, probabilmente, da lei risposto alla sua. [Quinto Cerchio - Parco] Alla domanda del fantasma, la ragazzetta viene colta da un dubbio. Magari i fantasmi non sentono bene perchè sono a metà fra due dimensioni e quindi sentono solo metà del volume a cui si dice qualcosa, quindi bisogna urlare molto forte per farsi sentire. Sì, sicuramente a quello. Inspira riempiendo i polmoni d'aria. Gonfia il petto. Porta le mani vicino alle labbra, come a formare una sottospecie di megafono con queste. Si prepara e poi urla <LE HO CHIESTO SE E' UN FANTASMA?> Urla con tutto il fiato che ha nei polmoni. Ah, ora quel fantasma deve averla sentita, ne è quasi certa. Sì, solo quasi, è già pronta ad urlare ancora più forte. Nonostante il tono di voce, ancora sorride gioviale e spensierata, come la ragazzina quale è. Rimane in piedi davanti al fantasma, attendendo una risposta, iniziando a dondolarsi avanti e indietro, passando il peso dalle punte ai talloni e viceversa. Ha la faccia vispa, ma non ridacchia nè fa nulla che possa lasciar pensare che ciò che ha appena compiuto venga considerato da lei un dispetto o un'azione poco rispettosa o qualcosa che non si dovrebbe fare. [Equip Invariato] [Chakra On] [zona Est del Quinto cerchio. Parco] guarda con curiosità ed un po' di sospetto quella ragazzina quando la vede portare le mani davanti alle labbra come se fossero un megafono e, quando ella urla, Komosinar trasale per un attimo, aggrappandosi d'istinto al proprio bastone da passeggio e spostandosi leggermente indietro pur rimanendo seduto. Gli occhi, al tempo stesso, si spalancano e convergono su quelle mani per poi tornare a cercare gli occhi di lei. < sei forse impazzita??> domanda un po' scocciato l'albino, accigliandosi e cercando di ricomporsi. Si guarda attorno, notando come anche molte delle persone che vi sono in quella parte del parco si sono voltate in direzione della biondina in seguito al suo urlo. Torna a guardare la ragazza anche lui. <No che non sono un fantasma!> le risponde cercando di mantenere un tono di voce pacato ed un volume moderato <e non sono neppure sordo!> precisa prendendo poi fiato e, dopo un secondo di pausa, spiegando <solo che la tua domanda mi sembrava un po' fuori luogo anche la prima volta che l'avevi fatta, al punto da temere di aver capito male. Attenderà quindi nuova risposta dalla fanciulla, guardandola con attenzione e scrutando, nel frattempo, il vestiario di lei ed i possibili accessogli che le si dovessero vedere addosso. [Bastone Bo, porta Kunai sul fianco] Dopo una vaga risposta da parte della fanciulla, essa si allontana come se nulla fosse, dedicandosi al altro che ha attratto la sua attenzione. Komosinar rimane invece seduto su quella panca, guardando per qualche seconda la direzione in cui la sua ex interlocutrice è stata. Ripresosi da quella sorta di smarrimento, l'albino volgerà invece la propria attenzione ancora verso i bambini che stanno giocando poco più in là. Lo sguardo si assottiglia appena mentre la testa viene istintivamente portata leggermente in avanti come a volersi avvicinare alla zona senza però muovere un passo. I gomiti si avvicinano al bastone, facendo ora sembrare quel sostenersi ad un abbraccio. <possibile che non mi torni in mente nulla?> domanda a se stesso con un filo di voce mentre continua a guardare i giovincelli saltare da una parte all'altra, chi muovendosi a terra, chi sfruttando alberi o strutture appositamente studiate per quei percorsi aerei. Una leggera brezza gli scompiglia appena i capelli e le vesti allontanando da lui per un istante il vociare del parco, lasciando poi che lo stesso torni, immutato rispetto a prima. [Zona Est del Quinto Cerchio. Parco] Passato un po' di tempo ad osservare, Komo prova ad alzarsi. Le mani ancora fanno presa salda sul bastone che gli fa da compagno raggiungendo abbastanza velocemente la posizione eretta. Lo sguardo celeste si sposta a destra e a manca con un movimento lento del capo e degli occhi accarezzando ogni superfice con l'intento di cogliere anche i minimi dettagli ivi presenti. Il passo quindi riprende muovendosi lungo il sentiero che vorrebbe percorrere il perimetro del parco in senso antiorario. Il bastone ancora utilizzato come una sorta di remo che lo aiuti a procedere, rintoccando ritmicamente sul suolo e lasciando la sua impronta circolare accanto a quelle sagomate delle calzature. Ad un certo punto un cane dal melo medio lungo, bianco quanto i capelli di Komosinar, si avvicina a lui di corsa, guardandolo dal basso verso l'alto. Lo sguardo dell'albino si abbassa verso il cane. ""Bau! Bau!"" abbaia l'animale scodinzolando a più non posso e continuando a guardarlo con la lingua di fuori. < e tu chi sei?> domanda sorridendo leggermente, questa volta in maniera spontanea, chinando un po' la schiena per avvicinarsi leggermente di più a lui, sempre con l'ausilio del Bo. [Zona Est del Quinto Cerchio. Parco] ""BBBAU!"" viene ripetuto dall'animale che, in quel mentre, sembra accasciarsi parzialmente a terra, mantenendo le zampe posteriori dritte mentre fa scivolare quelle anteriori in avanti. La coda sempre in movimento costante e molto rapido. <vuoi giocare eh?> gli domanda il giovane uomo sempre mantenendo quel ritrovato sorriso sul volto <ma io non riesco, vedi?> chiede indicando il bastone al quale si sostiene come se l'altro potesse capire quello che gli viene detto. < Va a giocare più in là! Io son noioso per giocare!> afferma, cercando forse di convincere il proprio interlocutore animale facendo un cenno con la testa lungo il sentiero che già stava percorrendo e, successivamente, guardandosi rapidamente attorno con il celeste sguardo. Nessuno al momento sembra reclamare la presenza di quel cane. Un altro passo viene quindi mosso dall'albino, procedendo nella direzione appena indicata con la testa. Subito il cane sembra reagire a quel passo iniziando a saltellare vicino a lui rimanendo accuratamente dal lato dove non si trova il bastone. ""Bau! Bau!"" ripete ancora seguitando a saltellare ed allontanandosi di qualche passo per fare qualche giro su se stesso spazzando il sentiero con il pelo della pancia. [Zona Est del Quinto Cerchio. Parco] <aaah! Ti accontenti di poco vedo!> dice con mezza voce, alzandola un po' di volume rispetto ai monologhi precedenti e, quindi, continuando a camminare. Il bastone viene appoggiato a terra un po' più forte del solito, provocando un celere allontanamento del cagnolino che poi si volge all'oggetto abbaiandogli con convinzione e quindi prendendo ancora mezzo metro di distanza. < Non ti piace il mio bastone?> domanda curioso Komosinar sorridendogli ancora mentre avanza di altri due passi prima di riposizionare il proprio supporto di fronte a se. <però a me serve per camminare, capisci?> domanda all'animale che, ancora, si limita ad allontanarsi vertendo leggermente verso il centro del parco. <Vuoi che ti segua?> domanda poi l'albino, fermandosi sul posto e guardandosi attorno con maggiore attenzione. Lì attorno bambini sembrano stare giocando senza fare alcun caso ne a lui ne al cade di simil pelo. Ancora una volta una brezza d'aria gli scompiglia leggermente i capelli e le vesti, oltre che il pelo dell'animale. [Zona Est del Quinto Cerchio. Parco] ""Sikimaru! Sikimaru!"" una voce femminile, sottile ed elegante giunge ora da una direzione dietro il cane bianco che, in risposta, si volta con le orecchie dritte sopra la testa rimanendo immobile ad eccezione della coda che seguita a muoversi come impazzita. Una fanciulla compare poco dopo fermandosi per qualche secondo a riprendere fiato. "" Chiedo scusa... mi è scappato il cane, spero non l'abbia infastidita"" dice rivolta a Komosinar, facendo poi un profondo inchino per meglio scursarsi. <Nessun disturbo!> risponde l'uomo mantenendo un volume di voce medio <è un cane molto simpatico il tuo! Attenta che non te lo portino via!> Aggiunge sorridendo appena ed osservando con molta attenzione la ragazza, cercando però di non andare in fissa per non sembrare pericoloso o anche solo strano - come se l'aspetto già non bastasse -. ""Ci farò attenzione!"" risponde quindi la ragazza. Il cane abbaia ancora un paio di volte volgendosi nuovamente all'albino. "" Dai! torniamo da Ryo!"" dice quindi la ragazza, sorridendo al cane e riprendendo a correre, fermendosi dopo qualche passo per fare un ulteriore inchino di saluto verso Komo prima di sparire nuovamente. Il cane dietro di lei, continuando ad abbaiare felice. Un altro sorriso compare sul volto dell'uomo appena dimesso dall'ospedale. [Zona Est del Quinto Cerchio. Parco] Gli occhi del giovane uomo si spalancano ora come se avesse visto un fantasma. <molti cani... io conosco molti cani!> dice quasi volesse prendere nota di qualche cosa. Lo sguardo viene portato ancora una volta nei dintorni, come se avesse perso qualche cosa. Senza che egli se ne renda conto, il passo - sempre assistito dal Bo - riprende in direzione del sentiero che precedentemente aveva imboccato. Un passo leggermente più veloce rispetto a prima. L'attenzione quasi completamente centrata su se stesso invece che sul paesaggio circostante <Riba, Soci, Poku... si... ricordo...> dice ancora seguitando a camminare con lo sguardo che punta ad un altro tempo <forse dove vivevo c'erano molti cani...> suppone continuando a camminare senza accorgersi di starsi allontanando dalla porta che gli ha dato accesso al parco. <una tenuta di caccia magari?> domanda più a se stesso che non ad altre persone che, occasionalmente, potrebbero imboccare la sua stessa strada, certamente muovendosi in maniera più rapida. Nuovamente si ferma. Gli occhi ancora una volta vengono spalancati mentre anche il respiro rallenta fino quasi a fermarsi del tutto <no... non era una tenuta di caccia...>. Immobile in mezzo al percorso. Sguardo perso. Mani al bastone che, verticale, poggia a terra. [Zona Est del Quinto Cerchio. Parco] Lo sguardo si sposta poi lentamente verso l'alto, cercando quella luna piena che avvolge il mondo con il suo chiarore pallido, facendo risultare ancora più candida la capiliatura e la pelle dell'albino. <non era una tenuta di caccia ma... che cos'era?> sembra domandare direttamente alla Luna che, in qualche modo, sembra sempre richiamare la sua attenzione con la sua sola presenza. Lo sgaurdo rimane porto verso l'alto. Gli occhi si chiudono leggermente rilassandosi appena. Delle voci continuano a giungere alle sue orecchie da lontano, sempre meno forti, sempre più distanti. <Cavalli, cani, piccioni e pipistrelli> ripete le creature che gli sono giunte alla mente negli ultimi giorni <piccioni e pipistrelli...> dice nuovamente abbassando ora lo sguardo e spalancando ancora gli occhi, anche se non al massimo della loro possibilità. Qualche secondo di immobilità, sempre aggrappato a quel bastone che lo sorregge, anche se ormai, solo in minima parte. <si sono azzuffati di fronte a me in quel burrone...> rivela quindi a se stesso mentre guarda nel vuoto, non accorgendosi di essere a sua volta osservato. <ero svenuto per il dolore e quando ho ripreso conoscenza un piccione è passato vicino ad una caverna... da cui sono usciti dei pipistrelli...> dice ancora parlando a voce molto bassa. [Zona Est del Quinto Cerchio. Parco] ""Signore, si sente bene?"". Il suo momento di ricordo viene interrotto da una voce maschile, proveniente da un uomo di mezza eta che si trova proprio di fronte a lui. <eh?!> domanda spaesato l'albino guardando in volto l'uomo che gli sta parlando. Lo sguardo celeste si sposta sugli occhi di lui, poi sulla folta barba castana e, quindi rapidamente scende ad osservare il grotto torace ed il robusto corpo prima di tornare al volto di questo, poco più in alto del suo. <Si... si sto bene, grazie> afferma accennando un leggero inchino rivolto a quell'uomo <ero... ero solo perso nei miei pensieri. Scusate se vi ho fatto preoccupare> conclude abbassando poi lo sguardo. "Siete sicuro che non vi serva nulla? Vi accompagno a casa se volete..."" si propone l'uomo senza però osare avvicinarsi, forse per timore di quel bastone che Komo tiene in mano. <no no, vi ringrazio. Me la cavo! > dice facendo poi una breve pausa per guardarsi attorno rapidamente. I bambini non ci sono più, hanno smesso di giocare. Al posto loro ragazzi e ragazze più grandi sembrano aver scelto quel parco per fare degli esercizi ginnici. Lo sguardo torna sull'uomo <Ora è meglio se rincaso... si> conclude voltandosi poi di centottanta gradi. [Zona Est del Quinto Cerchio. Parco] Il passo del giovane riprende, questa volta tornando ad appoggiarsi a quel bastone da combattimento utilizzato come mero sostegno. L'uomo barbuto rimane dietro di lui ad osservarlo mentre cammina per circa un minuto prima di riprendere la propria strada. <un piccolissimo ricordo... eppure sento che è importante...> dice tra se e se, in un filo di voce, continuando a camminare. Il respiro, mantenuto regolare fino a quel momento, sembra ora farsi un pochino più affannato così come la stanchezza sembra iniziare a gravargli sulle gambe. <forse è meglio se torno a sedermi> si suggerisce avvicinandosi a quella panchina che, già prima, lo aveva accolto. La osserva per un paio di secondi, quindi ancora una volta decide di dare le spalle alla seduta prima di accomodarvisi con l'ausilio del bastone. Lo sguardo, quindi, torna sui giovani che si stanno allenando. Qualcuno corre, altri fanno piegamenti sulle braccia mentre, altri ancora, sembra che fingano di combattere. Lo sguardo si perde in quelle figure che gli si muovono di fronte tanto agili e scattanti. <che siano quelli i ninja di cui mi parlava il primario?> domanda a se stesso con un volume di voce medio. Ancora silenzio. Ancora attenzione verso quei giovani. Le mani scivolano piano piano più verso il basso di quel Bo senza però mai lasciarlo andare. I gomiti si appoggiano ora sulle ginocchia ed il bastone stesso viene appoggiato alla spalla destra. [Zona Est del Quinto Cerchio. Parco] Passerà qualche lungo minuto di contemplazione, senza che apparentemente alcun pensiero o ricordo si affacci alla mente ne tantomeno alle labbra dell'albino. <Meglio che io torni a casa veramente...> sentenzia quindi Komosinar parlando, come quasi sempre negli ultimi giorni, con se stesso. Riportando la postura eretta, pur rimanendo seduto, presto riporterà anche la posizione totale del corpo in verticale. Ora che la fatica sembra essere passata ed il fiato è tornato a scorrere regolare, senza affanno alcuno, anche il passo pare più costante. Le impronte delle calzature accompagnate dalla forma circolare impressa sul terreno saranno per qualche lungo minuto, la testimonianza del passaggio di Komo per quelle strade, dal parco fino alla momentanea residenza. I pensieri che ha nella testa, tuttavia, non lasceranno altrettante traccie nei dintorni ma, imperterriti, continueranno a scavarne nella sua mente, liberando di tanto in tanto qualche ricordo clandestino imrpigionato lì dentro che, urlando dagli anfranti del suo cervello, continuerà a dare all'albino quella sensazione di malinconia e smarrimento. [end]