Un’altra mattina, come altre si sono succedute, tutte uguali, per Komosinar, all’interno dell’Ospedale di Kusa. Il cielo non è particolarmente limpido, qualche raggio solare filtra tra le nubi ed il cielo, stranamente, non sembra carico di pioggia per il momento. L’uomo dai ricordi confusi e quasi del tutto assenti se ne sta steso nel suo personale lettino d’ospedale, diverse infermiere si sono succedute per prelevargli il sangue e fargli qualche analisi, così come tutte le mattine. Misurazione della pressione, prelievo di sangue, un po’ di pulizia personale per il paziente che ha diverse difficoltà nei movimenti, ma nulla di molto differente dagli altri giorni. Finché, in tarda mattinata, una figura nuova non si affacia nella stanzetta del nostro eterno paziente. Un uomo sulla quarantina, capelli brizzolati, ma corti e ben curati. Una leggerissima ombra di barba a disegnargli la mascella dal tratto deciso, ma non eccessivamente duro. U camice bianco e la targhetta posta in corrispondenza del cuore possono introdurre la sua figura anche prima delle parole che potrebbe proferire: “Koji Matsu – Primario”. Egli fa il suo ingresso in stanza, sistemandosi in piedi sulla sinistra del lettino di Komosinar, scrutandolo con gli attenti occhi grigi, dietro gli occhialini dalla montatura sottile. < Mhmh. > Mugugna, senza rivolgersi effettivamente al paziente, ma aandando semplicemente a recuperare la cartella clinica appesa alla pediera del lettino, per andarla a leggere con attenzione < Mh… > Mugugna ancora, alzando soltanto adesso gli occhi in direzione del viso dell’uomo < Beh, qual è il tuo problema? > Domanda, attendendo di scoprire se le risposte del paziente corrispondono a quelle che ha potuto ricavare dalla cartella clinica. [ Ambient per Komosinar ]
Il medico resta con gli occhi fissi sulla cartella, mentre il giovane gli risponde con quelle poche informazioni in suo possesso. < Per la memoria… temo di non sapere cosa fare. Non hai alcun trauma cranico, non riscontri dolori alla testa, credo che l’amnesia abbia origini puramente psicologiche e non fisiche. Per quanto riguarda il resto, forse posso aiutarti. > Gli risponde, andando a lasciare la cartella clinica per accostarsi in prossimità delle gambe del giovane. Komosinar non potrà vederlo, non avendo alcuna capacità di distinguere o vedere il chakra, tutto quello che potrà avvertire sono le mani del medico che andranno a poggiarsi sulle sue gambe, in prossimità delle cosce, per iniziare un lento, ma deciso, movimento circolare. Il processo sura qualche minuto appena, ma il sollievo è quasi istantaneo. I muscoli delle gambe si sciolgono, diffondendo un sollievo non indifferente in ogni zona che Koji va prontamente massaggiando col proprio chakra medico. Non chiosa verbo durante tutto il processo, permanendo concentrato sull’atto che sta compiendo. Le mani passano dalle cosce ai polpacci, prendendo persino i piedi del paziente, finché gli arti inferiori non saranno quasi completamente risanati. < Mmh. Prova a muovere le gambe e dimmi come va. Dovresti anche riuscire a girarti, così posso sistemarti anche la schiena. Poi proverò ad alzarti. > Gli dice, attendendo che il paziente gli dia qualche risposta in merito alle richieste che gli ha presentato, per assicurarsi che il massaggio terapeutico sia funzionale alla sua guarigione. [ Ambient per Komosinar ]
Un sorriso siforma sul volto altresì serio e professionale del primario, nel momentoin cui ode le parole del suo paziente, che si volta sulla schiena per offrirla alle cure del dottore. < E’ il nostro dovere, Komosinar. L’Organizzazione Mondiale dei Medici serve proprio a questo, per salvare vite e migliorarle al fine di fare del bene. > Pronuncia orgogliosamente, andando poi ad avvicinarsi alla sua schiena, per poggiare le mani decise sulla zona delle scapole, iniziando a massaggiare piano. < Resisti un po’, potrebbe far male all’inizio, ma poi ti sntirai molto meglio. > Gli spiega e, effettivamente, non appena le mani iniziano a muoversi in circolo lungo tutte le fasce muscolari esse si contraggono, causando un leggero fastidio, seguito poi dal rilassamento e dal sollievo che il ragazzo ha provato anche in precedenza. La schiena si scioglie come fosse ghiaccio sottoposto ad alte temerature, che torna allo stato liquido, sino a riavere nuova forma e vita. < Questa pratica è denominata massaggio terapeutco. A differenza delle mani terapeutiche, che servono per curare ferite e rimarginare tessuti, questa pratica consente al medico di sciogliere i muscoli e curare traumi alla testa. Basta poco per rimettere un qualunque corpo, anche gravemente danneggiato, a nuovo… > Spiega a bassa voce, ponendo la concentrazione ai tessuti sottoposti a sforzo troppo ingente del trentenne. < Come ti ho detto non posso aiutarti a recuperare la memoria, ma ho visto altri casi di amnesia, spesso riprendere la propria vita e sottoporsi a nuove esperienze sblocca i ricordi sopiti nella memoria. Potrebbe esserti utile. > Gli spiega, passando le mani anche alla zona lombare, completando il processo di ripresa anche della schiena. < Ora, molto cautamente, dovresti anche riuscire ad alzarti. Appoggiati a me. > Conclude, porgendogli entrambe le braccia per consentirgli di reggersi a mani e spalle per sollevarsi in piedi e contatare i risultati del trattamento terapeutico. [ Ambient per Komosinar ]
La risposta del medico non arriva tardivamente all’uomo, anzi, le rosee si schiudono quasi subito per poter articolare una risposta che sia esauriente e veritiera < Perché, sebbene tutti i medici possono essere in grado di utilizzare questo delicato jutsu, non tutti sono in grado di farlo a questo livello. Il tuo problema era diffuso e piuttosto grave, per cui ho preferito aspettare per farlo personalmente. Inoltre abbiamo dovuto attendere i risultati delle tue analisi per essere sicuri che non ci fossero altri problemi. > Dice, prima di afferrale, seppur facendo attenzione a non fargli troppo male, Komosinar dalle spalle. In questo modo dovrebbe riuscire a far forza sulle gambe per alzarsi in piedi e consentire a Koji di terminare il trattamento. Partendo dalle spalle su ciui ha poggiato le mani, percorre verso le mani tutto il percorso, andando a sciogliere bicipiti, tricipiti e muscoli di avambraccio e mano. < Cotninua a mantenerti a me, non sappiamo ancora se riesci a reggerti da solo. > Lo intima, mentre le sue mani si spostano fino a quelle del ragazzo, sciogliendo le fasce muscolari come ha fatto in precedenza. Al termine di tale processo, punterebbe il suo sguardo sul volto del trentenne < Ora prova a reggerti da solo, con cautela. > Gli dice, andando solo a questo punto a rispondere alla curiosità implicita del ragazzo privo di memorie < Il tuo corpo sembra molto resistente e be allenato, c’è la possibilità che tu fossi un ninja e, magari, se rifacessi l’Accademia questo potrebbe portarti a sbloccare qualche ricordo, ad esempio. Non c’è limite d’età all’iscrizione. > Conclude, attendendo i gesti e le risposte dell’altro, prima di potergli dire che è tutto a posto e che può finalmente uscire da quell’ospedale. [ Ambient per Komosinar ]
Il primario resta ad osservare i primi passi di Komosinar, che vengono eseguiti come si conviene ad un paziente che è stato fermo per così tanto tempo, i cui muscoli hanno ripreso solo ora a funzionare. < Bene, direi che il trattamento è stato completato. In giornata potrai firmare le tue dimissioni ed uscire dall’ospedale. > Gli conferma, andando soltanto dopo a riprendere la cartella clinica e a rispondere ai dubbi del ragazzo < Ho visto tanti pazienti in vita mia e chi è venuto qui con i tuoi stessi danni, spesso, non è sopravvissuto. > Va spiegando, benché, effettivamente, il corpo di Komosinar sia particolarmente esile. < I tuoi muscoli erano in atrofia, non hai mangiato in maniera regolare per non so quanto tempo, per cui è normale che tu sia ridotto in questo stato. Tuttavia penso che tu fossi davvero un ninja o, comunque, un soldato. Chi non è mai stato in grado di manipolare il proprio chakra non sarebbe mai arrivato sino a questo punto. > SDpiega, introducendo il contetto, forse sconosciuto al paziente, che vede il chakra come rinforzo delle capacità fisiche e mentali di ogni uomo. < Se non dovesse servire a nulla, beh, almeno avresti un modo per sostenerti da solo economicamente e per ricominciare una nuova vita, cercando di rimettere assieme i pezzi di quella vecchia, non mi pare tu abbia nulla da perdere. > Precisa, infine, andando a rimuovere un foglio dalla cartella clinica, per tenerlo stretto tra le proprie mani. < Esercitati a camminare, ma non sforzarti troppo, quando sentidi essere stanco prenditi del tempo per riposare, o illavoro che ho fatto sarà stato inutile. > Gli spiega, chinando il busto in cenno di saluto e, se l’altro non lo avesse fermato in alcun modo, uscirebbe dalla stanza per andare a preparare le dimissioni del paziente. [ se end ]