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{ANBU} Gisei

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con Furaya, Raoku

15:23 Furaya:
 Nella Base Anbu, non v'è un vero e proprio trambusto, si potrebbe dire che c'è un vociare confuso di gente che va e viene, innanzi a rapporti da stilare e consegnare al Generale o chi per esso. Il prigioniero è ancor nella rispettiva cella, distante dall'ufficio del Generale e sorvegliato costantemente da alcune guardie Anbu, proprio per accertarsi che tutto resti così com'è ed egli non si muova da dove si trova. Con le manette antichakra, in ogni caso, non dovrebbe causare problema alcuno. In questo caso, il Generale è soltanto un tantino impegnato ed è chiuso nel di lei Ufficio, dietro un tavolaccio metallico pieno di scartoffie e altre cose simili, evidentemente rapporti da stilare, in uscita e in entrata. La porta s'apre lasciando entrare un LuogoTenente, uno dei pochi dei quali si fida e al quale lascia fare questo genere di lavori, il quale porta con sé le membra d'un ragazzo dai capelli scuri. Colui è proprio Raoku, l'Allievo della Nara, il quale è semi-cosciente, ma non ricorda assolutamente come sia potuto succedere d'esser svenuto né il resto. Svenuto, non può altresì essersi reso conto del tragitto effettuato per raggiungere la Base Anbu segreta. E' sistemato sulla spalla manca del Luogotenente, poiché ormai giunto alla Base Anbu, pronta per essere intenzionalmente interrogato dal Generale in carica. Sia il LuogoTenente che il Generale sono in mise Anbu, dal momento che sono di turno e di guardia, a voler ben vedere. La donna - dietro la scrivania - che altri non è che la Consigliera della Foglia, ha un paio di pantaloni neri aderenti alle gambe esili, ma allenate. A coprire l'addome, oltre ad una t-shirt del medesimo colore che copre sol le spalle e l'addome, vi è anche una pettorina protettiva col simbolo degli Anbu in bella mostra, al centro della stessa. Sul volto della donna, per ovvietà, compare una maschera simile ad una Volpe, un Segugio, con striature violacee molto scure, non totalmente rosse, ma tendenti al colore stesso sopracitato. E' visibile il tatuaggio sul bicipite destro, tipico degli Anbu al contempo. Sugli avambracci, vi sono anche protezioni metalliche; ai piedi, un paio di sandali neri con le protezioni a ridosso dello stinco. Contro il fianco mancino, vi è soltanto una Katana e una Tasca Porta Kunai e Shuriken è attorno alla coscia mancina. < L'hai portato qui? > Chiede, piegando la testa per osservare meglio il ragazzo, quasi non l'abbia mai visto in vita sua, il quale viene posizionato sulla sedia, la stessa che si trova frontale alla scrivania dietro la quale v'è la Nara. Purtroppo, gli arruolamenti Anbu funzionano in questa specifica maniera. Si preleva il suddetto dalla propria abitazione -od ovunque sia- per portarlo alla Base Anbu, segreta e sotterranea, innanzi al Generale che ne valuterà le doti, la tipologia di pensiero. < Lascialo lì, sveglialo. > Mormora da dietro la maschera Anbu, la quale ha una tonalità bianca di base e delle finte lacrime violacee, nonché i denti d'un essere presumibilmente mitologico. Ne modifica la voce, oltre che coprirne il volto, motivo per il quale non è possibile riconoscerla. Inoltre, l'Anbu incaricato dalla Nara inizia a dar qualche colpetto al volto di Raoku, non troppo forte, ma abbastanza per permettergli di svegliarsi. La Gran Consigliera, da dietro la sua scrivania, aspetta di godersi il risveglio altrui. Cosa potrà mai pensare in una situazione del genere? [ Chk On | EQUIP ANBU & Maschera ANBU ]

15:52 Raoku:
 È buio. Un buio pesto e denso, quasi colloso. Un buio morbido e per certi versi caldo: Raoku non pensava sarebbe stato così morire e lasciare questo mondo. È come galleggiare, senza peso e senza consistenza, in un mare oscuro senza forme e senza suoni. Far parte del nulla può essere spaventosa come prospettiva, invece la sensazione che gli dà è quella di essere perfettamente in pace con se stesso, sollevato da ogni preoccupazione terrena. Già...sensazione. Ma chi è morto allora può provare sensazioni? E poi non è vero che non avverte il proprio peso, anzi: nonostante l'oscurità che sembra avvolgerlo, ha piena coscienza del proprio corpo, di essere come sballottato, di avvertire d'improvviso qualcosa di duro sotto di sé e intorno alle sue spalle, contro cui viene poggiata non proprio delicatamente la sua schiena. Così come quella consapevolezza, prendono piede nella testa del giovane Nara i ricordi della sera prima: era di ritorno dalla Magione, dove aveva ritirato il rotolo con i dettagli del suo prossimo incarico che, già lo sa, lo porterà fuori dal Villaggio per qualche giorno. Davanti a lui, superando i veli dell'oblio, si dipana la strada di casa: è tarda serata, e lui non ha ancora mangiato. Gli adempimenti burocratici per la missione hanno richiesto più tempo del solito, e oltre ai morsi della fame sta pensando anche di dover scrivere qualche riga ad Azumi per avvertirla che sta partendo di nuovo. Anzi no, gli viene in mente di andare direttamente a trovarla per dirle che vorrebbe vederla, quella notte, vorrebbe passare quelle ore a fare l'amore con lei, a non sprecare neppure un secondo insieme alla deshi. Avverte le proprie labbra distendersi in un sorrisetto malizioso alla prospettiva, aumenta il proprio passo deciso a cenare in fretta per poi andare a trovare la ragazza nei sobborghi. Per un momento abbassa la guardia, ma forse anche se fosse rimasto sul chi vive non ci sarebbe stato modo di evitare quello che accade dopo. Avverte una doppia fitta al collo, sul lato destro: la mano destra si alza, allarmata, riesce appena a sentire la presenza di due spilli piantati nella carne e poi...il vuoto. Cade in avanti, mani estranee sul suo petto, braccia che lo circondano. Non fa neppure in tempo a richiamare il proprio chakra, ad opporsi. Il suo ultimo pensiero è dedicato a maledire la propria debolezza, poi l'oblio. E uno schiaffo ben assestato, più forte degli altri. Apre gli occhi quasi di scatto, mentre avverte di sottofondo delle scuse sommesse di un uomo - quello che l'ha catturato - rivolte a qualcun altro. Avverte ancora i propri sensi offuscati, fatica per un momento a tenere aperte le palpebre ma ben presto l'adrenalina inizia a circolare a fiumi: è vivo, e in quanto vivo può reagire, può lottare. Ma non a testa bassa, deve far pentire i suoi carcerieri della grazia che gli hanno concesso, deve ragionare. Solleva lo sguardo finalmente, ponendolo davanti a lui, e la maschera volpina della Generale Anbu gli si para dinanzi. Non riconosce ovviamente in lei la sua stessa sensei, nonché capoclan, Furaya, ma quel volto è l'innegabile marchio istintivo degli appartenenti alle forze speciali. <Dove...> cerca di articolare la propria voce, roca per il sedativo subito che gli ha impastato la saliva nel cavo orale <...dove mi trovo...> si guarda intorno, non riconosce niente che possa aiutarlo nel risolvere questo dubbio <...per quale motivo mi avete assalito? Sono un genin della Foglia, non un criminale...> proverebbe a dire, indirizzando le proprie parole al Generale ma tenendo sott'occhio in tralice, per quanto gli sia possibile, anche colui che l'ha catturato, come intento a valutarne eventuali movimenti sospetti. Non sembra riconoscere sul momento chi ha di fronte come il Generale degli Anbu: di Yami conosceva la celebre maschera ed era soprattutto completamente lucido, sul momento invece è ancora intento a riscuotersi dal torpore di essere stato narcotizzato. I lunghi capelli corvini, estremamente ribelli tanto che alcune ciocche finiscono per incorniciargli in maniera un po' disordinata il volto, sono raccolti per quanto possibile in un'alta coda morbida sulla nuca che tuttavia, per essere stato trasportato stile sacco di patate, è un po' scomposta e scarmigliata essa stessa: appena sotto il legaccio della coda, la fascia del coprifronte di Konoha si confondo per colore tra quei capelli così neri finché non spunta sulla fronte, dove capeggia il simbolo del Villaggio sulla piastra metallica. Raoku indossa un abbigliamento dal tessuto piuttosto leggero, nonostante sia guarnito come uno shinobi a tutti gli effetti. Il busto è rivestito da una canotta di rete indossata a pelle a maniche lunghe, tali da raggiungere la metà degli avambracci; a sua volta la canotta è sormontata da una tunica realizzata con tessuto leggero di colore nero a mezze maniche che arrivano a rivestire gli arti fino all'altezza del gomito. L'indumento è ben stretto in vita da una fascia rosso scarlatta che cinge il ventre e la parte bassa del busto fino all'inguine. Gli avambracci sono rivestiti invece da due vambracci di cuoio ben allacciati: nella parte inferiore dell'avambraccio destro è posizionato un Fuuda in cui Raoku ha precedentemente sigillato un pugnale kunai con la lama intinta di un veleno composto speciale, mentre nella parte inferiore dell'avambraccio sinistro un secondo Fuuda è posizionato con all'interno sigillato un ulteriore kunai dalla lama intinta, stavolta, di un veleno inibente. Guanti da shinobi senza dita con una piccola placca protettiva sul dorso rivestono le mani, mentre altri 4 Fuuda sono posizionati sul torace (due ai lati del costato, due all'altezza del ventre), a livello della canotta a rete: tutti e quattro contengono sigillati al loro interno altrettanti tronchetti utili per effettuare la tecnica della sostituzione, qualora si ritenesse necessaria, e rimangono celati dal tessuto della tunica. Sul retro della fascia lombare invece, dal lato del fianco sinistro, è posizionata una sacca porta-oggetti: al suo interno, oltre al filo di nylon arrotolato, sono immagazzinate due semplici carte bomba arrotolate in due piccoli rotolini e infilate in un medesimo vano, mentre negli altri due vani rimanenti sono contenute una confezione medica contenente un tonico speicale per rivitalizzare e potenziare il flusso di chakra e un altro involucro contenente un tonico coagulante speciale. Una seconda sacca porta-oggetti è invece portata sul lato destro della fascia: non tutti i suoi vani sono pieni, bensì soltanto tre di essi contenenti ciascuno un fumogeno. Pantaloncini piuttosto affusolati del medesimo colore della tunica fasciano le cosce di Raoku arrivando fin sotto il ginocchio, a livello degli stinchi: sulla coscia destra è posizionato, ben allacciato, un porta-kunai che al suo interno presenta nel primo vano 3 semplici pugnali kunai, nel secondo 2 kunai-bomba (realizzati unendo con un lembo di filo di nylon una carta bomba all'elsa di ciascun kunai) e nel terzo 3 shuriken. Dalla zona appena sotto il ginocchio (in corrispondenza dell'ultima parte, cioè, dei pantaloncini indossati da Raoku) fino alle caviglie di ciascuna gamba il genin indossa anche un ulteriore protezione, due schinieri di cuoio ben stretti intorno ai polpacci. Sandali da ninja neri ben allacciati alle caviglie rivestono infine i suoi piedi. [Chk off][Equip.: Guanti shinobi | Vambracci x2 | Schinieri x2 | Fuuda x 6: 4 tronchetti, 1 kunai veleno composto spec., 1 kunai veleno inibente | Porta-kunai: 3/3 kunai, 2/3 kunai+carta bomba, 3/3 shuriken | Portaoggetti 1: 2 carta bomba, filo nylon, 1 tonico chk speciale, 1 tonico coagulante speciale | Portaoggetti 2: 1 fumogeno, 1 fumogeno, 1 fumogeno, vuoto]

16:09 Furaya:
 La prima voce che gli si rivolge direttamente è quella della guardia, la quale è un omone piuttosto alto, sfiorante i due metri e dalle spalle piuttosto larghe. La Divisa Anbu è la solita, simile a quella del Generale, con la Maschera simil Volpe dalle striature cremisi a coprirne il volto. "Se non fai mosse azzardate, non ti appendo al muro per liberarti di tutte le armi che hai addosso". Un monito che, inoltre, dovrebbe anche far capire al giovane che, nel caso in cui fosse stato portato lì in quanto Criminale, non avrebbe addosso i suoi effetti personali, le sue armi. Sarebbe stato altresì ammanettato, affinché non potesse usare il proprio Chakra. < Raoku Oshiba, appartenente al Clan Nara. > Recita perfettamente, restando ben seduta dietro la propria scrivania, comoda e attenta a quanto accade oltre quella linea di confine. Attende che Raoku parli, esponga i propri pensieri, rivolgendo un'occhiata al Luogotenente. < Posso occuparmene da sola.. > Afferma con un tono prettamente neutro, modificato altresì grazie alla maschera. < ..può aspettare fuori, Luogotenente. Nel caso in cui ci sia bisogno, la chiamerò. > Conclude, nel mentre, la guardia, appena sentite le parole del Generale, va effettuando un mero inchino in avanti, non eccessivo, dirigendosi subito fuori dalla stanza. Sosterà accanto all'ingresso, pronto ad entrare nuovamente nel caso in cui ella necessiti d'una mano. < Allora, torniamo a noi.. > Il tono par farsi quasi divertito, ma è difficile constatarlo. < ..se non ti abbiamo portato qui in quanto Criminale, come dici di non essere.. > E non è, invero. < ..per quale motivo credi tu sia qui? > Che l'interrogatorio abbia inizio, dunque. Gli cede velocemente la parola, cosicché possano dialogare amabilmente. [ Chk ON | Maschera ANBU & Equip ANBU ]

16:40 Raoku:
 Forse la guardia ha notato come la mano destra di Raoku sia scesa piano, cercando di non farsi vedere, verso la tasca-portakunai sulla sua coscia destra, o forse era soltanto una minaccia giusto per mettere semplicemente in chiaro le cose. Fatto sta che fornisce al giovane Nara un'informazione importante e basilare: non si scherza, e non è stato portato lì come prigioniero. O non avrebbe le sue armi addosso. Il cervello del giovane Nara pare ricominciare, seppur ancora annebbiato da qualche rimasuglio di narcotico, a funzionare a dovere. Tant'è che ritrae al mano, che andrebbe a posizionare sulle proprie cosce al pari della gemella mancina, comunque non eccessivamente lontana dal proprio armamentario (qualora la cosa venga ritenuta necessaria). La donna davanti a lui - perché pur non riconoscendola, non gli sarà difficile notare che si tratti di una persona di sesso femminile - prende intanto la parola, identificandolo e ordinando all'armadio (altro modo di definirlo sarebbe riduttivo) che l'ha condotto da lei di aspettare fuori. E quello obbedisce come un cagnolino ammaestrato, segno evidente che è lei a comandare la baracca. Gli occhi di Raoku dunque, dopo aver seguito per qualche istante il moto dell'uomo che lo condurrà fuori dalla porta dell'ufficio, si sposterebbero nuovamente su Furaya: noterebbe - forse, qualora non siano celati in qualche modo - i capelli di quella particolare tintura per niente banale, ma la cosa non sarebbe comunque sufficiente comprensibilmente (dato anche il contesto in cui si trova, sulle spine e destinato a sottoporsi ad un interrogatorio con un Anbu) a collegare la tizia mascherata con l'identità della sua sensei. Ne ascolta il quesito, evidentemente rivolto a lui e con un palese intento di metterlo in difficoltà con una delle tattiche più banali e riconosciute di psicologia inversa. Ma lui, che la coscienza in fin dei conti l'ha pulita e non è affatto un criminale, non si ritroverebbe per niente in soggezione. In tensione, questo sì, dato il modo in cui è stato condotto davanti al Generale, ma non timoroso nè spaventato dalla situazione. Pian piano, evidentemente, sta riprendendo il controllo di sè. <Magari potrebbe chiarirmelo lei...> le risponde quindi, le iridi verdi che si assottigliano sul volto mascherato di Furaya, i nervi palesemente tesi e attenti ad ogni singola mossa della donna che ha di fronte <immagino non possa rivelarmi il suo nome, e dalla segretezza con cui sono stato portato in quest'ufficio direi che questa è una base degli Anbu> e fin qui siamo nel banale e nel palese, ormai l'avrebbe capito chiunque <ma per quel che riguarda il motivo per cui sono stato trattato come un criminale pur non avendo commesso alcun crimine, proprio non riesco a capirlo> ammette, il tono freddo e conciso nell'esprimere il suo pensiero. Rimane a fissarla per qualche secondo, quindi annuisce piano <se è per quel Reykas Nara che ho catturato qualche tempo fa, non credo di potervi fornire più informazioni di quelle che ho scritto nel rapporto di quella missione. E comunque...> aggiungerebbe, storcendo le labbra in una smorfia <...se è questo il motivo sareste potuti semplicemente venire a casa mia, evitando di rapirmi e narcotizzarmi come un fuggitivo. Rispetto le leggi, avrei risposto comunque ad ogni vostra domanda> conclude, rimanendo con lo sguardo fisso sulla maschera volpina del Generale. [chk off][Equip come sopra]

17:06 Furaya:
 Quasi fosse immobile, permane ancor nella precedente posizione. Utilizza sol i muscoli facciali per dialogar con il giovane Raoku, il quale le si rivolge or rimasti da soli nell'Ufficio del Generale. < Se ti ho fatto una domanda.. > Esordisce, sicura di sé o così vorrebbe che apparisse la voce da dietro il modulatore. < ..è perché voglio che sia tu a rispondere.. > Concisa e diretta. < ..non trovi? > Retorica, persino. Le braccia van poggiandosi sulla superficie della scrivania, unendo le dita tra di loro e mantenendo gli avambracci distesi. Nonostante vengano mostrati i capelli rosei, non è detto che sia l'unica nel Villaggio o nel mondo a possederne. Son abbastanza rari, quasi innaturali, su questo non gli si può dare torto. Non distoglie l'attenzione né tantomeno lo sguardo da quegli, assicurandosi che non faccia mosse azzardate o movimenti non consoni alla situazione. < Da quando sei entrato qui.. > Scortato, per così dire, dal Luogotenente Anbu. < ..ci hai visto come dei nemici.. > E come dargli torto, del resto? < ..per il modo in cui ti abbiamo condotto dove sei adesso. > Spiega, con il classico tono neutrale e mellifluo del Generale, quello stesso tono che solitamente si tramuta in una.. < Fufufu! > ..piccola risatina fuori contesto. Che si stia divertendo? La Gran Consigliera, solitamente, non si diverte quando deve aggiunger un nuovo membro alle fila degli Anbu, ma Gekido è diversa. Più fredda, più calcolatrice, più attenta dato il ruolo ricoperto. Bisogna estraniarsi dall'essere umano che si è senza la maschera, quando la si possiede sul volto. < E togliermi il divertimento di vederti qui, spaesato, convinto che io ti ci abbia condotto per arrestarti? > Scuote energicamente la testolina, proprio per fargli oltremodo comprendere che non avrebbe acconsentito alla di lui richiesta, in altre circostanze, se le fosse stato possibile. < Invero, è proprio per aver catturato Reykas che mi è stato riferito.. > Da un uccellino. < ..che saresti potuto essere un'ottima pedina. > Pedina par quasi offensivo, ma a cosa va riferendosi Gekido nel concreto? [ Chk On | Maschera Anbu & Equip Anbu ]

17:20 Raoku:
 Lo sguardo di Raoku non si discosta neppure per un momento da quel volto volpesco e inespressivo dato dalla maschera. I capelli rosa li nota, una vocina dentro di lui probabilmente riporta quel tratto caratteristico alle uniche due donne che conosce con quel particolare colore di capelli - Furaya ed Azumi - ma non per questo la ritiene la prova logica che chi è nascosta dietro la maschera da Anbu sia necessariamente una di loro. E poi, sul momento, pare avere altre preoccupazioni: tra queste, il capire perché è stato condotto lì e soprattutto il perché è stato trascinato lì dopo essere stato narcotizzato, quando avrebbero semplicemente potuto convocarlo e bendarlo. Insomma, un approccio aggressivo che certo non ha lasciato nel giovane Nara un'impronta positiva per quell'incontro. <Allora magari> prosegue, in quella specie di gioco di batti e ribatti con la Generale <sarebbe più educato dirmi chi è colei con cui sto parlando. E magari scusarsi per avermi trattato alla stregua di un criminale...> sì insomma, non gli va granché giù quel particolare aspetto del trattamento. Furaya però apre divertirsi parecchio nel vederlo così in tensione, pronto a scattare e concentrato come se si trovasse davvero di fronte ad un nemico: in realtà non li vede proprio come tali, è più sul chi vive perché non conosce le reali intenzioni di quei ninja mascherati. E soprattutto, è ben conscio - e la storia stessa del Villaggio lo insegna - che i reparti speciali siano disposti a qualunque cosa pur di conseguire i loro obiettivi. Inevitabile dunque che si chieda interiormente cosa lo aspetti ora che l'hanno catturato e trascinato in quell'ufficio. Non è il tipo da farsi illusioni d'altra parte il giovane Nara: sa bene che contro la quasi totalità degli appartenenti al corpo Anbu della Foglia non avrebbe la benché minima chance, neppure in uno scontro uno contro uno. Figurarsi in una delle loro basi, senza neppure sapere dove si trova. Si limita perciò ad ascoltare in silenzio le parole di Furaya, con grande attenzione, la fronte che si corruccerebbe nel cercare di capirne il significato. La mano destra si solleverebbe dunque, andando a massaggiarsi il lato destro del collo dove in precedenza è stato narcotizzato, come a lenire il leggero pizzicore rimasto sull'epidermide <e chi è che gliel'avrebbe riferito, se mi è permesso saperlo?> le chiederebbe di rimando, le iridi verdi che rimarrebbero attente ad ogni eventuale movimento della Generale dall'altra parte della scrivania <non mi sembra di aver fatto niente di eccezionale...quel tizio non era in sé, l'ho solo bloccato con la mia Kagemane. E subito dopo Yami-sama è venuto a prelevarlo...> forse è stato proprio Yami l'informatore. Il pensiero gli riporta alla mente quelle parole dell'Anbu, sul farci un pensiero all'arruolamento nei ranghi speciali. Una lampadina di comprensione, forse, inizierebbe ad accendersi nella testa di Raoku <ha detto che sarei potuto essere un'ottima pedina...che cosa intende?> prosegue a domandarle <avete bisogno di un genin per portare a termine un lavoro e non volete sporcarvi le mani?> il suo primo pensiero, anziché all'arruolamento, va infatti ad una richiesta di aiuto esterno. Anche se la cosa un po' non mancherebbe di stupirlo: possibile che gli Anbu non abbiano di meglio da impiegare? [chk off][Equip come sopra]

17:51 Furaya:
 I metodi d'approccio son differenti, delle volte, ma principalmente simili tra di loro. Che sia con un narcotico o solamente bendato, non fa alcuna differenza. Non lo vogliono morto, non vogliono torcergli alcun capello, seppur gli sia stato fatto eccome. Muove il capo dall'alto al basso, appena un paio di volte, annuendo in sua direzione. < Il mio nome.. > In codice. < ..è Gekido, Generale ANBU in carica. > Effettua, ordunque, la propria presentazione, poiché da egli richiesta e per niente negata. < Non ti è permesso saperlo. > Non in questo momento. A tempo debito, in caso, sarà Yami stesso a riferirglielo o esattamente la Nara con la quale or sta dialogando. Non necessita di saperlo né lei ha il bisogno di farglielo presente. Solo il tempo saprà dire come proseguirà la questione quest'oggi, quest'interrogatorio presunto senza esclusione alcuna di colpi. < Non trovo consono il dovermi scusare, poiché TU hai pensato che io ti stessi trattando come un criminale.. > Specifica, sollevando ed abbassando le spalle, del tutto tranquilla nell'asserir quanto detto. < ..non sono stata io a dirtelo. > A farglielo credere, sì, certo, ma sicuramente non ha granché torto (?). E' anche vero che l'Oshiba può essersi fatto un'idea sbagliata delle Forze Speciali ANBU, anche per via del trattamento che gli hanno riservato questa volta. Come accennato, diversamente non vengono trattati, poiché vogliono metterli alla prova sin dal primo istante. Raoku, finora, s'è dimostrato esattamente come immaginava avrebbe fatto. Sta mantenendo il controllo, ma è agitato - come qualsiasi persona "rapita" dalla propria dimora - nonché desideroso di capire come possa uscir da quella situazione. < Ci è piaciuto il tuo modo d'agire in difesa della Popolazione. > Essendo nel pieno Centro cittadino di Konohagakure. < Hai assicurato un criminale alla Giustizia.. > Per quanto ciò non sia bello, per lei, dirlo. Tuttavia, si tratta pur sempre di Gekido e non della Nara, no? Nervi saldi e sicurezza son i capisaldi del proprio ruolo di Generale. < ..e hai evitato che uccidesse un civile. Non pensi che queste siano delle doti UTILI per il corpo speciale Anbu? > La domanda gliela butta lì, senza troppi fronzoli attorno. [ Chk ON | Maschera Anbu & Equip Anbu ]

00:52 Raoku:
 Neppure per un istante Raoku si lascia abbindolare da quel nome in codice, ma sa altresì che è inutile protestare: è di facile comprensione anche per chi ha sempre visto i corpi speciali dall'esterno l'esigenza di nascondere la propria identità durante un certo tipo di lavoro. Così come immaginava - e la cosa gli viene confermata senza troppi fronzoli dalla stessa Furaya - di non poter sapere la reale fonte per gli Anbu delle informazioni su di lui. Quello che la Generale gli ha riferito d'altra parte avrebbero potuto anche trasmetterglielo Azrael o la sua stessa sensei e capoclan in qualità entrambi di consiglieri della Foglia: questo quantomeno è ciò che pensa Raoku, ignorando gli alter-ego dei due ninja leggendari. <Tsk...> sbuffa per un momento, come scettico di fronte a quell'affermazione sulle scuse da non dover riportare <...certo, me lo sono immaginato io. Quindi posso andarmene in qualsiasi momento da questo posto, e il gentile signore che mi ha portato fin qui mi lascerà passare come se niente fosse, immagino....> è perfettamente conscio che non potrà mai avvenire tutto questo, vuole soltanto mettere alla prova la sua interlocutrice in quel gioco di tira e molla che pare essere diventato quell'interrogatorio. È perfettamente calmo adesso, il suo cervello è tornato a funzionare a pieno regime e il narcotico pare solo un lontano ricordo, una nebbiolina di rugiada più che il mare oscuro in cui gli sembrava di essersi perso in precedenza. Forte della propria lucidità, andrebbe ad assumere un atteggiamento che almeno all'apparenza vuole dimostrare rilassatezza e sicurezza di sé, lo sguardo fisso sul volto della Generale mentre, interiormente, rimarrebbe ben conscio che in quella situazione è lui ad essere stato messo all'angolo e che, in un confronto di pura forza, qualora si rendesse ciò necessario, non avrebbe scampo alcuno. Deve perciò sfruttare quanto più gli è possibile l'arguzia per capire il reale motivo per cui si trova lì e come uscire da questa situazione senza sparire nelle ombre del reparto speciale Anbu. Lascerebbe dunque parlare Furaya, ascoltandone con attenzione le parole e soppesandole, valutando se quelle frasi nascondano o meno indizi utili per lui. La questione però gli sembra abbastanza chiara, allontanandosi da eventuali motivi oscuri della sua convocazione così inusuale (o almeno tale la ritiene il giovane Nara). Sembra infatti che questo incontro che sta vivendo sulla propria pelle con il capo degli Anbu rispecchi quella rapida valutazione che del suo operato, lo stesso giorno della cattura di Mr. Strange, aveva fatto Yami. <Penso che queste siano doti utili a qualunque shinobi della foglia, generale Gekido> usa quel nome e quel titolo, dato che tale si è definita la donna <non necessariamente ad un ninja dei corpi speciali> le risponde semplicemente, il tono schietto di chi parla con sincerità di un qualcosa che rappresenta forse la colonna portante del proprio nindō <se poi queste doti, come le ha chiamate lei, sono radicate in ogni shinobi e in ogni kunoichi della Foglia, questo non glielo so dire. Ma dovrebbero: lo scopo di ogni ninja deve essere quello di proteggere al meglio delle proprie possibilità il Villaggio> asserisce <e per farlo serve uno spirito di sacrificio pronto a tutto>. Piccola postilla che lo porta a tendere le labbra in un sorrisetto un po' teso, quasi di sfida <rapite e cercate di arruolare nei vostri ranghi qualunque genin faccia il proprio dovere, generale? Dovreste ormai avere un esercito sconfinato, in pratica, sotto il vostro comando...> poggia adesso, cercando di mantenere quella sua esteriorità rilassata sopprimendo interiormente la voglia di saperne di più, quella curiosità crescente che gli attanaglia le viscere, i gomiti sui braccioli della sedia, le mani che andrebbero ad intrecciare le dita sotto a livello delle labbra su cui, ritmicamente, andrebbero a picchiettare mentre la gamba destra si alzerebbe per andare ad accavallarsi sulla sinistra. Furaya però potrà notare che, al di là di quel teatrino d'apparenza, gli occhi verdi di Raoku sembrino ben decisi a non mollare la preda di quella maschera che le cela il volto, vividi ora, animati da quel fuoco che - conoscendolo ormai bene - gli ha visto spesso in allenamento. <Sono davvero curioso di capire perché proprio io, Gekido-dono...> le chiede, sottintendendo il tono interrogativo e lasciando che a pronunciare quelle parole sia una voce pacata, fredda e concisa come prima ma con quella vena vibrante di curiosità latente <...perché avete portato me in questo posto e non un'altra leva uscita dall'accademia e desiderosa di unirsi a voi?> che sia un arruolamento, quel colloquio, sembra darlo per certo. Ma i dettagli che l'abbiano convinto di ciò, almeno per adesso, li tiene per sé (sebbene siano anche piuttosto evidenti) dandoli forse per scontati. [chk off][Equip. come sopra]

01:14 Furaya:
 Gekido resta silente ad ascoltare l'interlocutore. Non spiccica parola fintantoché egli non abbia terminato ogni suo dire. Non vuole interromperlo in nessuna maniera, curiosa che il ragazzo possa o provi a tenerle testa. < Puoi sempre provarci. > Par quasi sfidarlo, il che è facilmente intuibile dal tono, il quale diventa maggiormente sottile. Vuol spronarlo, con molta probabilità, conscia - esattamente come Raoku - che di possibilità ne abbia poche. Non lo lascerebbe uscire da lì facilmente, dal momento che non può e non deve vedere il Quartier Generale Anbu né il modo per arrivare ad esso. Per niente al mondo, a costo di cavargli gli occhi dalle orbite con le proprie mani. Sarebbe una misura veramente drastica, considerate le capacità degli Anbu di far dimenticare determinati avvenimenti a coloro i quali ne necessitano. Ad ogni modo, si ridesta nel considerare le eventualità di simili gesti, di come si possa esser poi screditati agli occhi della popolazione. L'interrogatorio sta prendendo una piega diversa che, sommariamente, la Gran Consigliera ha immaginato sarebbe potuto succedere. L'Oshiba riesce a tenerle testa, come sempre è stato anche durante gli allenamenti, a sol parole. Le sole parole, tuttavia, non bastano. Non LE bastano. Vuol scavare a fondo, vuol scoprire, vuol capire quanto possa esser utile alla causa, SE possa davvero esserlo. < Sei caparbio.. > Poiché si oppone con fermezza alla stessa Generale, cosa che non tutti - probabilmente - avrebbero fatto. Anche questa sembra una dote particolarmente accettata dalla donna, la quale non si perde quelle fiammelle di vera convinzione che s'avviluppano negli occhi del giovane Nara. < Oh, no. Scegliamo soltanto coloro i quali riteniamo siano in grado di sottostare alle nostre ferree regole e all'addestramento delle Forze Speciali. > Spiega con nonchalance, tranquilla e perfettamente a suo agio nello spiegar simili sfaccettature. Solleva l'arto destrorso, lasciando scivolar la dritta con un gesto simil fazzoletto al vento nell'aere. Gesticola, niente più, come se avesse detto qualcosa di talmente ovvio che Raoku avrebbe dovuto saperlo. < Alcune delle nuove leve, non trovo siano capaci di sottostare a quanto precedentemente detto. Tu, invece, sì. Hai caparbietà e ti stai opponendo alle mie considerazioni con forza. Chi mi conosce sa perfettamente che non va fatto. > Mai trasgredire alle parole del Generale, questo è ovvio nelle Forze Speciali, seppur anche esternamente ciò dovrebbe venir preso in considerazione. < Anziché star lì a far domande alle quali riceverai risposta solo se lo vorrò io.. > Come al solito. < ..perché non fai una scelta? Vuoi restare un normalissimo Genin che si occuperà di qualche missioncina ogni tanto.. > Glielo mette ben in chiaro, forse troppo cruda e diretta. < ..oppure rischiare la vita per il Villaggio, per i tuoi compagni, per la tua famiglia, per il tuo Clan, continuando a vivere normalmente e con un alter-ego a difender ciò che tu, da solo, non potresti difendere? > Dubbiosa ed intricata come risposta, ma tocca all'Oshiba rispondere. [ Chk ON | Equip ANBU - Maschera ANBU ]

01:51 Raoku:
 <mmm...credo che me ne starò qui...non mi avete narcotizzato senza motivo, probabilmente non posso vedere nient'altro al di fuori di quest'ufficio senza subirne conseguenze drastiche...> commenta, un sorrisetto che gli storce le labbra <..per il momento credo di poter spendere meglio la mia vita che gettandola al vento per sfogare un capriccio di pura curiosità...> nel senso che comunque l'idea di tentarci un po', nel profondo, l'ha pure stuzzicato sul serio. La sfida, e quasi si diverte a prendersi quel lusso che in pochi, pochissimi in tutta la Foglia potrebbero assumersi senza conseguenze. Forse neppure lui, in fin dei conti, ma per come la vede Raoku la situazione in cui si trova attualmente non ha vie di uscita che lui possa controllare: è lì per un motivo che ormai è palese pure ai suoi occhi, ovvero accettare o meno di entrare a far parte delle forze speciali della Foglia. È stato rapito per questo, trascinato lì senza che neppure gli fosse chiesto il permesso, con il chiaro scopo di metterlo sotto pressione e soprattutto di metterlo con le spalle al muro. Forse anche per vedere come reagiva, o forse perché gli Anbu semplicemente fanno così e basta. Questo non può saperlo, non ancora almeno. Ad ogni modo, comunque la rigiri, la consapevolezza di essere all'angolo senza speranze di potersi opporre con le proprie capacità lo porta ad essere un individuo senza più niente da perdere. Ecco perché si è imposto quella forma mentis in grado di placare l'iniziale - e comprensibile - stato di agitazione e non comprensione della situazione. Ora tutto (o quasi) gli è chiaro, e poiché è così la sguardo lucido che ha sulla situazione gli permette di gestirla, seppur in un range ridotto, con relativa pacatezza. Ascolta con attenzione le parole di Furaya, senza interrompere la donna. Non sembra dare peso - e lo fa volutamente - a quella velata minaccia relativa al fatto che chi la conosce sa che non deve contraddirla. <E mi dica, generale Gekido, quest'azione di scouting la fate direttamente all'accademia o aspettate almeno che le vostre...com'è che l'ha chiamate?...le vostre nuove pedine abbiano conquistato almeno il coprifronte?> gli occhi verdi restano fissi sul volto mascherato della donna, che potrà scorgere quel sorrisetto un po' irriverente ampliarsi appena sotto il profilo delle mani intrecciate davanti al volto <così, giusto per sapere da quant'è che sono sotto osservazione a mia insaputa...>. Sembra quasi che Raoku stia giocando con lei, e che la cosa stuzzichi una parte profonda di lui, un aspetto che si risveglia proprio quando si ritrova messo alle strette, costretto alle corde e a spingersi oltre i propri limiti per uscire da una situazione spinosa. È una sensazione esaltante, la stessa che ha provato anche al suo esame genin nel tentare di accoltellare l'esaminatore elaborando strategie d'attacco su strategie. La stessa, si può dire, che ha provato nel momento in cui ha salvato quella donna e al contempo catturato Reykas impedendo il completarsi del suo folle piano omicida. Solo che in quel caso non l'ha ammesso neppure con se stesso, pur ripensandoci nei giorni a venire. A riscuoterlo da questa sensazione sono però le successive parole della Generale, secche, decise, dirette finalmente. Come a segnare che i giochi sono finiti, e con essi infatti scompare il sorrisetto dal volto del giovane Nara. Le mani tornerebbero ciascuna al proprio bracciolo, lo sguardo puntato sulla maschera volpina di Furaya ora carico di una durezza di cui fino a poco prima non si avvertiva neppure l'ombra, nascosta dal fuoco della curiosità e dell'adrenalina. Ora, invece, quelle iridi verdi paiono gelate, le pupille dilatate così come le nari nel momento di inspirare aria nei polmoni. <È una domanda inutile la sua, generale Gekido, se lo lasci dire> asserisce, il tono freddo e tagliente come una lama <e altrettanto inutile sarebbe da parte mia risponderle> la fissa, quello sguardo fermo che esprime la stessa durezza di un metallo appena temprato sotto l'incudine del fabbro <vuole che parli chiaro, quindi lo farò: se sono qui davanti a lei adesso è perché sul mio conto sapete ogni cosa. Il mio passato, la mia situazione familiare, i miei risultati in Accademia e pure i responsi delle missioni che ho portato a termine finora> il tono è freddo ma pragmatico, schietto come lo è stata Furaya/Gekido con lui <probabilmente avrete parlato anche con la mia sensei, o mi avrete spiato al punto tale da sapere come la penso al riguardo di certi argomenti. O forse ve lo potete solo supporre, ma con abbastanza certezze da spingervi ad esporvi al punto tale di rapirmi e portarmi qui> espone semplicemente i fatti, come se stesse srotolando un ragionamento che il suo cervello ha già compiuto <perciò siete perfettamente consapevole, generale, che sarei disposto a qualunque sacrificio e a qualunque rischio per difendere il Villaggio se me ne fosse data l'occasione. Probabilmente non rimpiangerei neppure rimanere un semplice genin> ammette <se questo mi permettesse di fare il mio dovere. Entrare negli Anbu però mi permetterebbe di fare la differenza, di dare concretamente il mio contributo per realizzare il bene superiore della Foglia> asserisce, convinto, e solo adesso le labbra si tenderebbero in un sorriso che solo alla lontana ricorda, come uno spettro più reale e, perciò, macchiato da una crudezza più ferina, quell'irriverente sorrisetto di prima <perciò, generale Gekido...è inutile che mi chieda una risposta che già conosce perfettamente> una risposta che, per quanto lasciata sottintesa, sarebbe palesemente affermativa proprio in virtù di quanto le ha detto. Si accorgerebbe dunque che, nell'unico moto involontario avuto in quella situazione, le mani starebbero stringendo i braccioli della sedia e solo adesso li mollerebbero, distendendo appena le dita prima di tornare ad assumere una posizione consona e pacata poggiate sui braccioli. <Se è per questo che mi avete convocato qui, Gekido-dono, potevate risparmiarvi il sedativo...>. [Chk off][Equip. come sopra]

02:28 Furaya:
 Il di lei capo riprende un movimento oscillatorio dall'alto al basso e ritorno, annuendo alle primordiali parole pronunciate da Raoku. < Sei perspicace. > Ironica: chiunque lo sarebbe in un ambito simile, laddove si viene "narcotizzati" e poi condotti ad incontrar una donna mascherata, la quale si professa come Generale Anbu. < Fufufu~ > Ridacchia, per quanto la risata stessa possa facilmente apparire finta da dietro la maschera. Non è dato saperlo, spesso non lo sa neanche la stessa Nara come le esca fuori. E' incuriosita oltre misura dal fare di Raoku, il quale si dimostra sfacciato, ammettendo tutte le perplessità che si son sviluppate nel corso del tempo passato a dialogare con Gekido. Quest'ultima, come durante tutto il questionario di domande, non si perde neanche una mezza risposta da parte sua. Piega il capo verso manca, laddove il gomito corrispondente va poggiando sul bracciolo. Il palmo aderisce alla guancia della maschera, sorreggendo il peso del capo stesso. Non è stanca, assolutamente, però vuol mettersi maggiormente comoda. L'interrogatorio non volge ancor al termine, ma la donna non ha altre domande da rivolgergli. Il ragazzo stesso, a quanto precedentemente detto da lei, prosegue nell'affermare le proprie ideologie in merito a quello stesso incontro. Da quanto tempo è sotto osservazione.. < Non ti è dato saperlo. > ..è fondamentale per l'Oshiba. Invero, è sotto osservazione ogni giorno, visto e considerato chi ha come Sensei. E come sarà quando Raoku - se accettata la proposta di Gekido - riconoscerà il volto coperto dalla maschera? L'eventualità la fa sorridere e, fortuna vuole, che tutto ciò venga mascherato con opportuna metodica. Dal canto proprio, rispetto all'ansia che potrebbe attanagliare lo stomaco di quel povero ragazzo oltre la scrivania, si sta divertendo ad intrattenerlo lì, consci entrambi di come non possa andarsene senza il di lei consenso. E, nonostante questo, egli non sta crollando, bensì prosegue imperterrito in quel masochismo, sfidando qualcuno ch'è sopra di lui. Lo sguardo altrui muta in un batter d'occhio, or fattosi sì sicuro e serio, ma altrettanto raggelato. E come non dargli peso, come non capirlo? E' tutto normale, è uno sguardo che in alcuni ha già visto. E' uno sguardo che in tutti i suoi Anbu avrebbe voluto vedere la prima volta, quando anche questi ultimi han dovuto passare ciò che sta passando Raoku in quel preciso momento. < Come faccio a conoscere la risposta? Fino a poco fa, pensavi a come fuggire da quella porta, nella speranza che io o il mio Luogotenente non ti fermassimo. > Bofonchia, stringendosi nelle spalle. Sta giocando, come spesso fa con le prede, con le vittime. Certo, in questo Yami è decisamente più portato: non a caso, gli ha lasciato la Sala Torture appena tornato tra le fila. Si fida ciecamente di lui, sa perfettamente quanto sia calibrato - davvero? - e bravo - sul serio? - nel suo mestiere di.. squartatore? < Cosa avrei dovuto fare, visto che sei così.. saggio ed intelligente? Presentarmi a casa tua con la scorta e prendere un thé con i biscotti assieme? > Schernisce l'altro, ghignando divertita dietro quel sottile separé che lo divide dall'Oshiba. < Se è questa la tua risposta, spetta a te la scelta del nome in codice. > Com'è sempre giusto che sia. [ Chk ON | Equip Anbu - Maschera Anbu ]

03:02 Raoku:
 A quanto pare alla donna dall'altra parte della scrivania piace giocare, sembra quasi stuzzicata e divertita - sebbene la maschera impedisca a Raoku di scorgerne il volto - da quella specie di tensione fittizia che si è andata creando tra di loro. Gli impedisce di sapere da quanto tempo è sotto osservazione, negandogli dunque anche quell'informazione che, per il giovane Nara, significava innanzi tutto ipotizzare chi e in che modo potesse essere la fonte degli Anbu su di lui. Se uno dei sensei avuti all'Accademia, oppure uno dei ninja che ha conosciuto nel suo periodo da genin. Di fronte a lui però, il muro del generale Gekido non gli lascia spiragli. E forse, a dirla tutta, nemmeno gli servono. <Andiamo, generale...> il sorrisetto furbetto e malizioso ricompare per un momento, negli occhi del diciassettenne una scintilla di sfida alla donna dai rosei capelli <entrambi sappiamo che non avrei avuto alcuna speranza di fuggire vivo da qui se ci avessi provato. Se pensa sul serio che io avessi maturato l'intenzione, prima, di tentare la fuga allora mi sottovaluta davvero parecchio. E mi spinge a dubitare del fatto che mi abbia voluto proporre di entrare a far parte dei suoi ranghi...> inclina ora leggermente il capo, come a scrutare in qualche modo quella maschera inespressiva <...oltre all'abnegazione, in me spero abbia visto anche qualcos'altro. O nei suoi Anbu ricerca soltanto la voglia di sacrificarsi a testa bassa senza ragionare su ciò che fanno?> una domanda un po' sferzante, mirata a colpire nel segno di quella che, in fin dei conti, è una leggenda metropolitana sui reparti speciali: che rispettino a tal punto la gerarchia da non pensare neppure più con la propria testa ma soltanto con quella del proprio capo. Chi di scherno ferisce, di scherno perisce però: e difatti Furaya lo prende letteralmente in giro facendogli notare che sì, narcotizzarlo è stato necessario nonostante tutto perché era irreale che lei venisse in pompa magna a casa sua per un incontro informale. La cosa, però, strappa un sorriso intrigato e sfacciato al giovane Nara, che scuote il capo piano <conoscendomi ogni aspetto di me e avendo spiato le mie abitudini, le sarebbe bastato convocarmi in qualunque luogo, o semplicemente farmi scortare qui da un Anbu a sua scelta, bendato magari se voleva mantenere segreta l'ubicazione di questo posto. No, generale Gekido...> ribatte Raoku <...lei ha dato preciso ordine di narcotizzarmi in modo che mi ritrovassi qui dentro spaesato e con le spalle al muro, probabilmente senza neppure capire che cosa mi fosse successo. Ha voluto mettermi in difficoltà volutamente> prosegue, gli occhi verdi fissi e freddi che scorrono sulle striature di quella maschera che fa da barriera tra il volto di Furaya e il suo <pensando che questo mi facesse tremare e mi mettesse a nudo di fronte alle sue domande. Non le serviva farlo però> le assicura <avrei risposto ad ogni quesito senza opporre la minima resistenza comunque. Anzi...> il sorrisetto andrebbe addirittura ad ampliarsi un poco, la mano destra che andrebbe a nasconderlo parzialmente con il medio e l'indice posti come ad accarezzare le labbra <...tutto questo teatrino mi ha anche stuzzicato e divertito, non lo nego...> pian piano, insomma, si è ritrovato quasi ad essere a suo agio in quella situazione. Lo scopo dell'irriverenza e del tentativo di sorprendere una donna abituata a dare ordini anziché ricevere sfrontatezze era in fin dei conti proprio quello fin dall'inizio: ribaltare o quantomeno riequilibrare una situazione che altrimenti lo vedeva in netto disagio e svantaggio. <Ai, Gekido-dono...la mia risposta è sì> conferma ulteriormente, rendendo manifesta la sua scelta <un nome in codice? mmmm...non ci ho mai pensato...> ammette, prendendosi qualche secondo per riflettere, gli occhi del genin che sembrano perdersi per un momento nel vuoto prima di rialzarsi sulla maschera della generale, con la stessa determinazione di prima che si riflette nelle iridi verdi <Gisei, il mio nome in codice sarà Gisei> Sacrificio. <Mi sembra adatto, dato che è questo che cercava in me...> un'ultima sfida alla generale, oppure la sua scelta è radicata più a fondo dentro di lui? Non è dato saperlo, perché dicendo questo si alzerebbe dalla sedia, lo sguardo puntato ancora su Furaya <se vuole, adesso, può richiamare lo scimmione di prima. Penso gli divertirà narcotizzarmi di nuovo e riportarmi di peso a casa mia...> stavolta, però, pare accettare la cosa, quasi in quelle parole risieda uno sprone implicito al generale ad attuare un piano diverso per il ritorno nei suoi alloggi. Ad ogni modo, qualunque sarà la decisione di Gekido, i giochi ormai sono fatti e Raoku accetterà ogni modalità con cui la generale Anbu decreterà che lui faccia ritorno a casa propria: Gisei è destinato a radicarsi in lui. O, forse, era già dentro il suo animo: aspettava solo l'occasione di manifestare il proprio volto. [END]

01:21 Furaya:
 Raoku continua ad esser attento a quel che dice, nonché a sfidar apertamente il Generale delle Forze Speciali ANBU. Quest'ultima prosegue nel sentir tutto quel che afferma, senza batter ciglio, per quanto ciò non sarebbe comunque notabile, poiché coperto dalla maschera. La testolina vien mossa dall'alto al basso appena un paio di volte, come se stesse ammettendo - oltre che a se stessa - al ragazzo di come, effettivamente, abbia ragione al cento percento. < Non penso tu avessi maturato l'intenzione di farlo.. > Replica, adoperando le di lui stesse parole, proprio per fargli comprender la questione e mantenersi sulla stessa lunghezza d'onda altrui. < ..anche perché saresti stato disteso in una bara dopo pochi istanti. > Non avrebbero perso tempo, bensì avrebbero tentato direttamente di catturarlo e di ucciderlo, nel caso in cui fosse stato necessario. La testa, che finora s'era mossa per annuire, cambia direzione per palesare il dissenso. < Non cerco martiri né tantomeno suicidi per una causa. Quel che cerco è una mente che sappia ragionare, che non stia lì soltanto perché c'è. Una mente che vada sfruttata, che vada usata per il benessere del Villaggio, per difendere la popolazione. E, se ti ho convocato qui, è perché ho visto in te una mente simile. > Sentenzia, sollevando l'arto superiore destro, agitando la dritta nell'etere, come se stesse scacciando il suddetto discorso, così da concluderlo, oppure lo stesse soppesando per continuarlo. < Se volessi qualcuno con le caratteristiche da te citate.. > Per l'appunto. < ..ti avrei dato ragione quando mi hai chiesto se io accettassi chiunque tra i miei uomini. > Spiega al di lui indirizzo, sollevando ed abbassando le spalle. Non vuol sprecar altro tempo dietro ad argomenti simili, poiché ambedue han compreso l'andazzo e sanno altresì come replicare a questi ultimi. Hanno esposto le loro idee, le loro parole ed è arrivato il momento di tirare le somme finali, così da concluder anche questa faccenda e tornare alle rispettive vite di sempre. Raoku prosegue con le proprie illazioni, con le di lui teorie secondo i metodi di trattamento che il Generale gli ha riservato. < Non è un atteggiamento sbagliato, il mio. Io vi conduco qui da me, senza che sappiate e riconosciate la via che vi porta direttamente tra le mie grinfie. Se il colloquio non va come sperato, l'indomani ci si sveglia nella propria abitazione, come se avessi bevuto troppo la notte prima. > Scrolla nuovamente le spalle, quasi avesse raccontato la storiella più ovvia di tutto l'universo. Per lei, all'interno delle Forze Speciali, funziona così e sempre così funzionerà. Non sarà un novellino come l'Oshiba a farle cambiare idea in merito. < L'importante è che sia riuscita nel mio intento. > Non spaventarlo - non del tutto, almeno - ma riuscire quantomeno ad accaparrarsi qualcuno come lui tra gli ANBU. Difatti, un sorrisetto va distendendosi sul proprio volto, nonostante anch'esso resti ovviamente nascosto. Egli recita il di lui nome in codice, ossia.. < Gisei. > ..che ripete per memorizzare. < A breve, ti verrà consegnato l'equipaggiamento Anbu che ti sarà necessario, nonché la tua maschera. > Specifica, alzandosi finalmente in piedi. < Spero che durerai più del previsto durante l'addestramento. > Che sia un altro tentativo di metterlo alla prova e spronarlo a sfidarla ancora? Non è da escludere. [ END ]

Raoku vien condotto innanzi al Generale, nel Quartier Generale Anbu.
Egli la sfida, parla e non si trattiene, ma alla fine decide d'accettare la proposta.
Gisei entra tra le Forze Speciali di Konoha~