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Studio della bibbia

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con Karitama

18:14 Karitama:
 Dopo aver completamente pulito la sua nuova dimora, Karitama andrebbe a spostare la legnosa porta per poi muovere calmo le estremità sulle strade battute del villaggio della foglia. Il suono dei passi stanchi dell'artista sarebbe sordo e basso, mentre i minuti passerebbero per raggiungere il mercato del villaggio, poche strade dopo il vialetto che anticipa casa sua. L'abbigliamento sarebbe lo stesso del resto della giornata e il sole sarebbe ormai in discesa all'orizzonte. I raggi ormai flebili andrebbero riverberarsi sul cotone di quella camicia nera ora segnata dalla plvere sollevata durante le pulizie e il jeans dalla colorazione chiara sarebbe costellato da graffi e piccoli tagli a causa del lavoro appena completato. I minuti passerebbero lenti mentre i metri della stradina verrebbero macinati da Karitama fino a raggiungere un piccolo negoziante recante sulla bancarella il cartello 'Macchinette, inchiostri e modelli basilari per tatuaggi'. Avvicinandosi, andrebbe ad incrociare le iridi con un vecchietto dai lunghi baffi e gli occhi leggermente vitrei. Sul legno di quel banchetto vi sarebbero dei piccoli contenitori di inchiostro, di qualsiasi colore appartenente allo spettro della luce solare, un paio di modelli di macchinetta per tatuare e frammenti di pelle conciata per esercitarsi.

18:47 Karitama:
 Con le iridi ancora intente a viaggiare tra le offerte di quell'anziano signore, l'artista verrebbe raggiunto da una voce rauca che lo porterebbe ad alzare lo sguardo verso di lui. "Saalve signorino. Lo sa, lei mi sembra simpatico, assomiglia a mia nipote." chioserebbe lui con un enorme sorriso atto a mostrare una dentatura davvero poco curata dal quale sembrerebbero mancare un buon numero di denti. "Stava cercando qualcosa in particolare?"
chiederebbe non distogliendo lo sguardo dall'artista in attesa di risposta. Quello sguardo, quelle parole, quel vecchio, porterebbero Karitama a muovere un singolo passo dietro di sè allontanandosi leggermente preoccupato dalla situazione. <S...Salve. Mi servirebbero degli articoli per cominciare a tatuare. Saprebbe aiutarmi?> chioserebbe piano e quasi spaventato. Tra i due calerebbe un silenzio fin troppo lungo, mentre l'uomo non smetterebbe di osservare l'Ishiba quasi pietrificato. "Saalve signorino. Lo sa, lei mi sembra simpatico, assomiglia a mia nipote. Stava cercando qualcosa in particolare?" chioserebbe con lo stesso tono di prima e quasi come non fosse successo nulla. <Mi... Mi servirebbe una macchinetta, dei colori e della pelle conciata> risponderebbe nuovamente Karitama indietreggiando ancora di un passo sempre più stranito. Altri istanti di silenzio prima che quell'uomo tenti di chiosare nuovamente le stesse due frasi, ma non riuscirebbe a completarla che Karitama si scaglierebbe verso il banchetto prendendo quello di cui avrebbe bisogno e lasciando la quantità precisa di denaro utile all'acquisto. L'uomo nel vedere la scena rimarrebbe immobile per poi chinare il capo verso il denaro e chiosare sempre con lo stesso tono "Grazie Tizihana ma non dovevi pagare il tuo povero nonnino. Buon lavoro.". Dopo queste parole deliranti l?artista andrebbe a voltarsi e a fuggire rapidamente da quel luogo.

19:08 Karitama:
 Dopo il trauma di quell'incotro con lo strano venditore anziano, Karitama andrebbe ad abbandonare le strade del mercato per avviarsi verso le strade di montagna che lo dovrebbero portare verso il monte dei volti. La strada per raggiungere la meta sarebbe la stessa affrontata il mattino stesso accanto al Dainin che gli aveva permesso di fare un giro turistico su quel vantastico luogo di memoria per il villaggio. I volti di tutti i Kage di Konoha si mostrerebbero già da una grande distanza, permettendo all'artista di passeggiare in compagnia dei pensieri su quei grandi uomini che nella storia hanno governato sulla foglia. Nella mente di Karitama viaggerebbero immagini di grandi battaglie e di eroi leggendari, che però sarebbero solo frutto della sua immaginazione. All'accademia dell' erba infatti l'artista non avrebbe mai potuto studiare la storia di Konoha, impedendogli di conoscere davvero coloro che sono stati incisi sulla pietra di quel monte e nei libri di storia del villaggio dove ora lui e la sua principessa si trovano a vivere. La prima cosa che gli verrebbe in mente sarebbe andare a chiedere dei racconti ad Azrael, ma lui ha già fatto e fa troppo per loro, potrebbe quindi infastidirlo. Tutti i pensieri, turbinanti in quella mente afflitta, gli permetterebbero di raggiungere l'apice del monte senza neanche rendersene conto, mostrandogli ora il panorama della foglia in tutta la sua tranquillità e maestosità.

19:17 Karitama:
 Incantato dal panorama i secondi passerebbero rapidi nell più totale immobilità, perso tra quei tetti spioventi, la magione e il sole calante per far spazio alla notte. Dopo aver smesso di osservare la zona, Karitama andrebbe a muoversi lento e attento sul limitare dello strapiombo posto sulle teste per trovare il posto migliore dove raggiungere l'equilibrio adatto al lavoro che lo attende. Dopo aver passato qualche minuto alla ricerca di un luogo adatto, muoverebbe le leve inferiori su quel terreno ricoperto da un prato curato per poi estrarre dalla busta del librone donatogli da Azrael un telo quadrato lungo non più di un paio di metri per posarlo ordinatamente al suolo al fine di utilizzarlo come comodo appoggio per le sue membra e per lavorare a quelle tele di pelle conciata. Sedutosi su quel tessuto con la fantasia di due ciliegi incrociati, Karitama andrebbe ad incrociare delicatamente le leve inferiori al fini di raggiungere la posizione del loto. Messosi comodo andrebbe poi ad estrarre il libro, la macchinetta per tatuaggi, e i piccoli calamai per inchiostro da pelle. Posizionato tutto dinnanzi a sè, andrebbe quindi a sollevare nuovamente le iridi indaco per osservare l'orizzonte e attendere ancora pochi istanti prima di cominciare.

19:19 Karitama:
 Ancora nella posizione del loto, guidato dal suono del suo stesso cuore e dal sangue che gli scorre nelle vene, il genin sgombrerebbe la mente da ogni peso, ogni pensiero o dolore. Il corpo, morbido e libero dalle tensioni faticose della vita, si lascerebbe trasportare dall'energia vitale che gli scorre dai violacei capelli alle punte degli arti inferiori. Posto all'altezza del plesso solare il sigillo della capra darebbe inizio alla sua opera di impasto. Il corpo vuoto, bianco come la tela che lui tanto ama si riempirebbe pian piano. L'energia interiore diventerebbe il colore per dipingere, mente e corpo la tavolozza da cui attingere. Il terzo occhio e la bocca dello stomaco compongono lo schizzo del perfetto dipinto da creare. La psiche, fredda e immobile come il cielo di una notte tersa e senza stelle, viene riempita dalla luna. Ha sempre amato la luna, regina della notte e donna più bella dell'universo conosciuto, che ancora cerca di raggiungere il suo amante. Il corpo, caldo e quasi fiammeggiante di quella passione che anima il pennello, raggiunge il suo equilibrio nella imperfezione del sole. Quell' astro tanto potente quanto fragile, in continua distruzione e ricostruzione, un caos perenne che tortura l'animo di un uomo privato della sua metà. La luna della fredda psiche e il sole delle irrazionali passioni del corpo, innamorati dalla notte dei tempi. Si avvicinerebbero lentamente come se ci fosse una forza a dividerli, quella forza che li ha sempre tenuti separati. Prenderebbero forma di uomo e di donna, perfetti nella loro incompletezza. Andrebbero ad incontrarsi nel plesso solare, in un abbraccio che diventa eclissi. Imperfetti com'erano ora sarebbero una sola cosa. Ordine e caos, calore e gelo, pace e tormento. Gli opposti che compongono la vita ora in equilibrio. Un equilibrio che avrebbe le fattezze di un ragazzo. Tornando ad una forma più pura, diverrebbe una sfera blu, quasi somigliante agli stessi occhi del genin. Il potere invaderebbe il keirakukei e il chakra nel corpo di Karim raggiungerebbe i 361 tsubo. Riempito ora d quell' energia sarebbe pronto per avanzare nel suo esercizio.[Tentativo impasto chakra]

19:22 Karitama:
 Senza sciogliere le leve inferiori, e pieno di quell' energia appena risvegliata, muoverebbe il chakra all'interno del Keirakukei permettendogli di raggiungere ogni angolo di quel sistema circolatorio. Legandosi fin nel profondo all'Ishiba, il chakra andrebbe a modificarlo nella sua stessa composizione cellulare. Lo stato epiteliale di quel sistema perfetto che è il corpo di uno shinobi comincerebbe a cambiare radicalmente. La membrana cellulare di quelle unità alla base della vita comincerebbe a trasformarsi in una catena di molecole di glucosio. Catena molecolare estranea agli esseri umani, eppure in quel momento così in armonia con l'artista. Ognuna di queste, unendosi alle altre, andrebbe a formare composti di carta bianca che comincerebbero a separarsi dal corpo della gemma nella ricerca di un equilibrio in quella situazione così estranea, eppure così sicura. La pelle dell'Ishiba andrebbe a ad aprirsi, come i fogli di un libro tutto da scrivere, come il blocchetto per le bozze che Karitama porta sempre con se. In quel momento l'artista diventa per qualche istante la sua stessa arte, un pittore che si incarna nella sua stessa tela candida, un poeta che diventa poesia allo stato puro. Ora unito alla sua arte andrebbe a lasciar fuoriuscire tre diversi frammenti di carta che comincerebbero a levitare dinnanzi alle iridi indaco e cristalline. [Chakra 24/25 , Attivazione Ishibaku I]

21:08 Karitama:
 Osservando i frammenti levitare, Karitama andrebbe ad abbassare le iridi verso l'enorme libro, immobile posato sulla stoffa. Muovendo i tre frammenti candidi, andrebbe a sollevare il tomo dal terreno con due degli stessi, e andrebbe ad aprirlo con il terzo. Le pagine, in alcuni punti segnate da macchie di inchiostro scuro, mostrerebbero righe e righe di piccolissime scritte da cui Karitama potrebbe apprendere tutto ciò che gli sarebbe utile per dipingere sulle tele animate di quell'umanità così stupida e asettica che lo attornia. Le prime informazioni sarebbero sullo strumento principale del lavoro, la macchinetta. Sul libro vi sarebbe rappresentata nella sua interezza con ogni diverso elemento atto a comporla e a farla lavorare. Tra quelle pagine troverebbe il modo in cui utilizzare quelle tante punte aghiformi all'interno dell'inchiostro per poterlo trasportare su tela. L'immagine sarebbe abbastanza difficile da comprendere per un artista prima di qualsivoglia conoscenza sull'ingegneria, ma infondo all'ishiba interesserebbe solo capire come utilizzare al meglio quegli aghi per segnare l'epidermide evitando di far disperdere l'inchiostro o sbavarlo errando nella sua composizione. Superate le dieci pagine sulla macchinetta, Karitama andrebbe ad impugnarla per poi attivarla nella maniera corretta appena appresa da quelle pagine segnate che non smetterebbero di levitare dinnanzi a lui grazie a quella duplice natura del ragazzo, artista e opera allo stesso tempo. [Chakra On , Ishibaku I On]

21:12 Karitama:
 Ora con quella particolare e complicata penna stretta tra le esili estremità, andrebbe a premere lentamente il pulsante di accensione per permettere alle batterie di quel particolare meccanismo di trasmettere energia alle piccole punte vibranti che comincerebbero a far risuonare nell'aria un rumore pedante e continuo, segno dell'accensione del suo strumento. Osservando le punte per qualche altro istante alzerebbe ancora una volta le iridi per ricominciare la lettura di quelle pagine ricche di informazioni e metodi per sviluppare la nuova arte dell'Ishiba. Il secondo capitolo tratterebbe dei particolari colori utili all'artista per dipingere sulle tele a lui tanto care. Rispetto alle tempere o ad ogni altro tipo di coloro conosciuto da Karim, gli inchiostri per tatuare avrebbero una composizione chimica, naturalmente sconosciuta e incomprensibile ed un pittore come lui, e una consistenza molto differente da quelli semplici da usare su tele comuni. Nelle pagine successive, mosse grazie a quel terzo frammento che permetterebbe all'artista di leggere e lavorare, sarebbe spiegata la giusta modalità per intingere la macchinetta nell'inchiostro per utilizzarlo. Compresa la modalità per unire la penna all'inchiostro, andrebbe a spegnerla per qualche istante prima di posare i piccoli aghi nel calamaio di vetro per segnare con l'inchiostro nero ogni 'setola' di metallo presente, solo per segnare ogni pelle con l'arte di un genio. [Chakra On , Ishibaku I On]

21:22 Karitama:
 Intinti ora gli aghi all'interno dell'inchiostro, lo strumento sarebbe pronto per segnare quelle pelli, in realtà poco soddisfacenti per l'Ishiba, in modo da generare una nuova opera, un opera che nella mente dell'artista non riuscirebbe a comporsi facilmente. Solitamente in un luogo del genere la cosa più semplice sarebbe dipingere quello spettacolare panorama che, però, non sarebbe adatto ad essere rappresentato su una pelle al posto di una tela in tessuto cerato. Ancora distratto da questo pensiero continuerebbe a sfogliare le pagine tramite l'aiuto della sua arte innata alla ricerca di nuove informazioni. Arrivato al terzo capitolo, di circa cento pagine, comincerebbe a leggere ogni informazione sul corpo umano, Adesso infatti sarebbe arrivato all'aspetto più 'medico' e pericoloso di quell'arte, sarebbe arrivato a quell'aspetto su cui Azrael si era tanto soffermato durante la sua iniziazione. Su quella carta macchiata, sarebbe spiegato ogni singolo aspetto del corpo umano, ogni singolo osso, nervo e muscolo di quel sistema perfetto che è il corpo di una tela da dipingere. Le iridi viaggerebbero sempre più concentrate e attente su quelle righe per cercare di interiorizzare ogni informazione presente per evitare di far inutilmente del male alle povere tele che si sottoporranno ai suoi spettacolari lavori. Passerebbe quasi un ora nella totale immobilità, l'unico elemento a muoversi sarebbe il frammento di carta che non smetterebbe di fogliare il libro mentre l'artista impugnerebbe, impassibile al tramonto, la macchinetta e il piccolo calamaio del nero. [Chakra On , Ishibaku I On]

21:31 Karitama:
 Sull'ultima pagina di quel libro, prima delle pagine di pelle per l'esercitazioni, vi sarebbe un grosso disegno di un corpo umano dove sarebbe segnato ogni aspetto letto fino a quel momento. Sarebbero passate quasi due ore dal suo arrivo e il sole, già calante al mercato, avrebbe ormai abbandonato quel cielo terso per far spazio ad una bellissima luna piena. La luna, quasi al centro del cielo, illuminerebbe nella sua interezza la zona di montagna, ma ormai per l'artista sarebbe impossibile andare avanti nel suo lavoro di creazione. Il libro sarebbe ormai stato studiato nella sua interezza, ma per quella giornata così faticosa, mancherebbe la parte pratica. Impossibilitato dal buio ormai calato, andrebbe a tirar fuori dalla tasca un fuuda bianco e un semplice pennino per poi segnarvi il Kanji fiamma e trasferirvi una minima quantità di chakra. Il fuuda, così caricato, andrebbe a rilasciare una luce simile a quella di una torcia permettendo all'ishiba di poter nuovamente vedere ciò che lo circonda. I tre frammenti, ancora animati dall'energia vitale dell'artista, andrebbero a posare il libro nella busta donatagli dal Nara per poi andar a posare tutto il resto allo stesso modo. Mentre Uno dei tre, andrebbe ad attaccarsi al fuuda per permettergli di levitare, gli altri due avrebbero il ruolo di riordinare la zona e posare tutto nella borsa. Sistemata la situazione, andrebbe a lasciar prendere alla carta la sua borsa per riavviarsi, grazie a quella luce, verso il villaggio e la sua nuova casetta. [END]

Karitama si reca al mercato per acquistare tutto l'occorrente per un tatuatore, per poi andare a studiare ed esercitarsi sul monte dei volti, dove Azrael lo aveva già portato il mattino stesso.