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Spalare in libertà pt.2

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Missione di Livello C

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con Haran, Karitama, Kaime, Irou

Il Sole è sorto da qualche ora nell’empireo sopra il paese dell’Erba. Una squadra di shinobi per risolvere un incidente nato nella fattoria di Murakinu, una delle fattorie maggiori del paese. In occasione della festa del raccolto è stata organizzata una parata, dove dei cavalli, per la precisione quattro, avrebbero dovuto portare un giro per le strade di campagna, fino alla capitale, un carretto con una parte del raccolto, come dimostrazione. Il problema è nato nel momento in cui i suddetti cavalli sarebbero completamente impazziti e avrebbero riversato tale schizofrenia verso fattori ed allevatori. Uno di questi, in un raptus d’ira, avrebbe calciato contro uno dei figli del fattore, staccandogli la testa di netto. Da allora i cavalli vengono, alla meglio, contenuti in un recinto con filo spinato, così che questi non possano superarlo in salto, mentre il cavallo, fautore della ingiusta morte del giovane, è stato soppresso grazie ad una cerbottana con dardo avvelenato. Nella missiva, recapitata all’Hasekage, e successivamente allegata alla missione in bacheca, leggibile per i soli shinobi che avrebbero accettato l’incarico, vi sarebbe scritto: “abbiamo bisogno di un gruppo ninja per fermare ad ogni costo gli equini. Può essere utilizzato qualsiasi mezzo, tranne per l’esemplare dal manto bianco”. La fattoria si troverebbe a tre kilometri di distanza dalla capitale e, giungendo alle porte di quest’ultima, i nostri tre genin potranno notare l’ambiente: Terreni che si estendono a perdita d’occhio, sulla destra, a cinquanta metri, vi sarebbe l’edificio principale della fattoria, dove il raccolto è riposto in attesa di lavorazione e vendita. Avanti a voi, a venti metri, vi sarebbe il recinto citato nella lettera, dove sarebbero rinchiusi, ed imbizzarriti i tre cavalli. Il recinto è largo venti metri di diametro, in quanto circolare, e vicino l’unico punto di accesso della recinsione, alta cinque metri, più un metro di filo spinato spiroidale, vi sarebbe il mastro fattore: uomo alto un metro e settanta, circa, dalla lunga barba bruna e dalla testa glabra, che sarebbe coperta da un ampio cappello di paglia. La sua carnagione sarebbe scurita dalla nostra stella e il suo corpo rivestito da una semplice tuta da lavoro giallina, che lascerebbe completamente scoperte le muscolose braccia. Ci son altre persone, ma son vicine al capanno principale, tutte vestite di bianco, colore orientale del lutto, i quali sarebbero impegnati a consolare una anziana donna vicino ad una croce appena infilata nel terreno smosso, forse sede della sepoltura del diciassettene. I cavalli sono visibili anche dalla distanza…due sarebbero completamente marroni, con un lungo prisma bianco che risiederebbe lungo il muso, mentre solo un esemplare avrebbe un manto bianco latte e una criniera e della peluria vicino gli zoccoli, come il suo parente frisone, di un arancio ramato, il quale è l’unico esemplare che ha ancora una piuma sul capo, indizio che era pronto per trottare per le strade della periferia. [Turni liberi][No tempo][Distanze: 20 metri in avanti dal recinto – 50 metri sulla destra dal capanno principale]

17:40 Haran:
 La missione di oggi sembrava inizialmente una passeggiata. Adesso sembra essere un ostacolo insormontabile per la giovane neo-scoperta Uchiha. Dopo quanto accaduto la sera precedente con Kaiba la ragazza non sa più come comportarsi con lui. Ha paura di aver rovinato tutto, paura di aver rovinato irrimediabilmente il loro rapporto con quel bacio che non era riuscita a trattenere. Stringendo le labbra in un gesto nervoso Haran si sistema le lenti a contatto sbattendo le palpebre così da lasciarle scivolare ai loro posti dinnanzi alla pupilla e osserva quindi il proprio riflesso allo specchio. Una ragazza alta un metro e sessantacinque dai capelli neri lunghi fino alle scapole, pelle candida priva di segni o imperfezioni se non fosse per le occhiaie scure sul viso e due grandi e penetranti occhi neri. Niente occhiali per lei quest'oggi ma solo il coprifronte di Kusagakure legato attorno alla coscia destra come unico accessorio. Per il resto indossa una casacca rossa senza maniche che si stringe in vita e pende sulle cosce presentando due spacchi laterali ad altezza fianchi. Sotto questi sono visibili degli shorts grigio chiaro mentre gambe e braccia sono coperti da parigine e manicotti neri che aderiscono alla muscolatura poco allenata del suo corpo. Stivaletti ninja ai piedi e tasca porta oggi -contenente 3 tonici coagulanti, 3 tonici per il chakra e 2 fumogeni- appesa alla cintura completano il suo aspetto visto e considerato che il suo fuuda contenente un tronchetto di legno è nascosto dalla casacca e appiccicato al suo busto. Prima di dirigersi fuori di casa, per essere pronta alla missione ed arrivare il prima possibile all'appuntamento col loro terzo compagno di team alle porte di Kusagakure, Haran ha pensato bene di impastare il proprio chakra. Unendo le mani al petto per comporre il sigillo della Capra, sarebbe andata a concentrarsi così che la sua mente fosse stata totalmente focalizzata nel richiamare le fatidiche due energie necessarie al richiamo del chakra; all'altezza del capo, infatti, avrebbe raccolto le energie psichiche frutto dell'esperienza e della disciplina vissute lungo gli anni della propria vita andando a riunirle in un unico punto fino al plasmare una fiammella verdastra. All'altezza del ventre, invece, avrebbe tentato di raccogliere le energie fisiche estraendole dalle ossa, dai muscoli, da ogni cellula del suo corpo per riunirle tutte in una fiamma rossa e bruciante. Fatto questo sarebbe andata a smuovere queste due forze per portarle a discendere ed ascendere fino a raggiungere il plesso solare ove queste due fiammelle avrebbero dovuto scontrarsi ed iniziare a vorticare in un moto circolare così rapido da fonderle insieme in una unica nuova fiamma di colore azzurro intenso: il chakra. Solo una volta che avesse impastato il proprio chakra -se vi fosse riuscita- sarebbe uscita dalla propria stanza avvertendo addosso tutta la tensione dovuta al dover incontrare Kaiba dopo la notte appena trascorsa. Totalmente insonne. < Sei pronto? Dobbiamo andare. > chiamerebbe un po' nervosamente schiarendosi la voce, cercando di comportarsi come sempre, come se nulla fosse accaduto, attendendo l'arrivo del suo migliore amico prima di lasciarsi casa propria alle spalle. A quel punto i due si sarebbero diretti verso l'uscita dal Villaggio per incontrare il terzo membro del loro team e, una volta incontrato, si sarebbero diretti verso la fattoria che ha richiesto il loro aiuto. < Ehi. Tu devi essere Karitama, immagino? > avrebbe domandato Haran alla volta del ragazzo una volta che l'avessero incontrato. < Io sono Haran, genjutser. > si sarebbe presentata alzando una mano col palmo diretto verso di lui, quasi come in classe si fa per richiedere la parola. Non si presenta come Uchiha, decisamente -ancora, non si sente tale, ma rivela il punto forte del suo repertorio: le arti illusorie. Se avessero quindi raggiunto la fatidica fattoria, Haran si sarebbe rivolta ai due compagni di missione: < Qualcuno di voi sa qualcosa sui cavalli? Io so solo che dormono in piedi e che si cavalcano. > domanda, lei, facendo spallucce con fare tranquillo. [Tentativo Impasto Chakra] [x3 tonici coagulanti | x3 tonici chakra | x 2 fumogeni | x 1 fuuda con tronchetto]

17:46 Irou:
 Giorno di missione, ma a Kaiba importa poco. Ha passato la notte quasi totalmente in bianco, accanto ad Haran. Quel che è successo la sera precedente è sospeso tra la realtà ed il sogno. Neanche saprebbe dire se sia stato effettivamente reale oppure no. Gli occhi si sono chiusi per inerzia, ma il sonno non è mai arrivato. Per tale motivo, sotto gli occhi color ghiaccio, sono presenti due vistose occhiaie più scure del resto della carnagione nivea. Il richiamo dell’Uchiha, che gli ricorda della missione da svolgere, lo porta ad alzarsi dal talamo. Recuoera la felpa blu oceano per coprire il torso nudo e recupera qualche oggetto che potrebbe essere utile in missione. In particolare una tasca porta oggetti da appendere alla cintola, sulla parte posteriore, in cui sono situati un tonico coagulante ed uno recupero chakra, oltre che un fumogeno. Anche un porta kunai e shuriken, alloggiato sulla coscia sinistra, contenente tre kunai con carta bomba allegata. Sotto la felpa, uno per avambraccio, porrebbe dei fuuda con tronchetto di sostituzione già allegato. Ultimo, ma non per importanza, recupererebbe il suo bastone, il particolare insieme di rami intrecciati la cui punta termina in una curva a forma di ‘u’, non particolarmente accennata. Il coprifronte di Kusa, come al solito, è allegato al collo con un nastro di stoffa di un chiarissimo celeste, che richiama il colore degli occhi. Prima di avviarsi laddove Haran ha intenzione di condurlo per la missione si prenderebbe un attimo per impastare il proprio chakra. Mani al petto per comporre il sigillo della capra ed un istante per concentrarsi al fine di richiamare le proprie nergie. Quella psichica sarebbe il confluire di tutti i ragionamenti, i pensieri e le emozioni, che in quella giornata sono particolarmente acccentuate, di un freddo blu all’altezza del terzo occhio. Quelle fisiche, invece, frutto degli impulsi nervosi e della forza dei muscoli, oltre che della resistenza delle ossa, si raggrupperebbe in una sfera rossastra all’altezza dell’ombelico. Esse verrebbero sospinte, tramite la forza della concentrazione, verso il centro. Al plesso solare inizierebbero a roteare una verso l’altra, dapprima distinte, poi via via sempre più vicine, in un moto antiorario di rotazione. Raggiunta una buona e considerevole velocità, andrebbero ad unirsi in un unico centro, una fiamma cerulea di pura enegia che darebbe vita al chakra, pronto a scorrere in tutti i capillari del keirakukei. Fatto ciò, nel più religioso silenzio, seguirebbe Haran sino alle porte del Villaggio, ove li attende il loro compagno, ancora sconosciuto. È un ragazzo e tanto basta per far assottigliare le palpebre, già pesanti di loro, nei suoi riguardi, frapponendosi tra lui e l’Uchiha. Non direbbe nulla, non ne ha praticamente la forza, si limiterebbe ad annuire a qualunque spunto di conversazione datogli da Haran, prima di arrivare alla fattoria. Alla debita distanza dalla recinzione che contiene gli animali da domane. Sembrerebbe quasi che stia per aprire la bocca per ordire un piano, ma no, tutto quel che esce dalle sue labbra è un sonoro sbadiglio, coperto appena dall’unica mano libera, ovvero la destra, dato che la sinnistra è impegnata ad impugnare il bastone. [ Impasto del chakra | Se C on 20/20 | Equip: Bo, tonico coagulante, tonico recupero chakra, fumogeno, fuuda con tronchetto x2, kunai con carta bomba x3 ]

17:47 Karitama:
 Il sole è da poco sorto nel cielo di Kusagakure e un nuovo giorno di missioni è arrivato per l’artista. Oggi gli toccherebbe lasciare il suo team con Kaime e Gekko, poiché impegnati a pulire il giardino dell’Hasekage. Naturalmente l’artista, stanco di lavori degradanti per uno shinobi, avrebbe deciso di non unirsi a loro per poi partecipare ad un altro incarico con altri due ninja di Kusa. Dopo aver portato a termine tutti i rituali atti ad eliminare i segni dell’insonnia che lo affligge ormai da tempo immemore, andrebbe ad agguantare degli abiti dall’armadio di ciliegio. Indosserebbe una camicia di lino nera, larga sulla vita e sulle braccia che andrebbe a coprire i vambracci indossati in precedenza, un pantalone di stoffa nera, per nascondere gli schinieri che andrebbe ad indossare, e degli anfibi neri. Vestitosi andrebbe a legare un portakunai alla gamba sinistra contenente 6 kunai e tre shuriken, e alla destra un portaoggetti contenente due tonico coagulante speciale, due tonico recupero chakra speciale, set da cinque fumogeni, quattro fuuda da sostituzione, due filo di nylon, cinque carta bomba, due bomba luce, dieci fuuda vuoti, pennino e inchiostro. Fatto questo andrebbe a legare il coprifronte dalla fascia viola sotto al collo e a calzare l'anello regalatogli dalla sua principessa al medio della destrorsa. Messo il guanto ninja alla mancina andrebbe ad attaccare il bo dietro la schiena e a sedersi sul letto nel tentativo di richiamare il chakra. Poste le gambe in un incrocio perfetto e congiungendo le mani all’altezza del plesso solare nel sigillo della capra, lascerebbe cadere delicate le palpebre nel tentativo di rallentare, calmare, il respiro e battiti di quel cuore turbato. In quel corpo sentirebbe intrappolate due energie separate ma spinte l’una verso l’altra in un’eterna ricerca di contatto. Un uomo, lungo crine corvino e occhi di un viola tanto profondo da perdercisi, due ali viola trattenute da catene oscure, nere come la pece e forti come il legame che si ha con la vita, nate dal male che intrappola ognuno di noi a quella realtà faticosa e disgustosa che è l’esistenza in un corpo materiale. Un ragazzo che cerca di fuggire invano da quel dolore per essere libero. Dinnanzi a lui una donna, lungo crine dorato e occhi di un azzurro simile a ghiaccio tanto freddo da far raggelare il sangue, sospesa a mezz’aria grazie a due ali, bianche e luminose, simbolo della libertà che risiede nella mente di ognuno di noi. La libertà di sognare e fuggire dal male. Una mano candida a sfiorare il volto distrutto di quel ragazzo, una luce incandescente a rompere la nera prigione, un volto che ora si rivolge verso di lei, ad incrociare quelle gemme l’una nell’altra. Le ali spiegate ora pronte a librare libere, le piume bianche a sfiorarsi con quel viola ora e per sempre. Un abbraccio, un bacio rubato e un lampo blu incandescente. Dalla luce una figura, non più l’una né più l’altro, ma entrambi un una sola cosa, un angelo e un demone ora insieme per dar forza all’ artista che ha voluto raccontare questa storia. L’energia scaturita andrebbe ad invadere il keirakukei fino a raggiungere ognuno dei 361 tsubo di quell’esile corpo. Dopo aver completato l’opera andrebbe a scendere rapidamente le scale della casa di famiglia per uscire rapidamente dalla candida porta per muoversi veloce sulle strade battute di Kusa per raggiungere il portone d’ingresso del villaggio. Appena arrivato noterebbe la presenza dei due ragazzi intenti ad aspettarlo, andando ad alternare le leve fino a raggiungerli, per rivolgergli un semplice cenno di saluto con il capo. <Piacere di conoscervi, io sono Karitama Ishiba, Ninjutser.> chioserebbe educato mostrando un sorriso accennato e abbastanza annoiato. <Ci avviamo verso la nostra meta? Ci toccano dei cavalli impazziti da fermare.> concluderebbe attendendo risposta e avviandosi verso il luogo prestabilito. Arrivati, dinnanzi alle iridi indaco, l’artista si troverebbe alla fattoria, distante 20 metri da quella che sembrerebbe essere la recinzione per i cavalli. Prima di avvicinarsi andrebbe a voltarsi verso i due ‘compagni’ e chiederebbe, con tono abbastanza basso da non essere udito, < Io non ne so nulla, ma se li hanno già bloccati, perché ci hanno chiamato?>. Detto questo, sollevando leggermente le spalle, farebbe cenno ai due di seguirlo per avviarsi verso l’uomo dal cappello di paglia per fermarsi a cinque metri da lui per fare un leggero cenno con la mano in segno di saluto. <Salve, siamo gli shinobi che avete chiamato per risolvere il problema dei cavalli. Sono lì dentro?> chiederebbe con una espressione abbastanza interdetta, in attesa di risposta o direttive da parte dell’uomo. [Tentativo impasto chakra ¾ , Movimento ¼ ][Equip= guanto ninja sx, vambracci, schinieri, coprifronte, anello, porta kunai (6 kunai di cui 2 con carta bomba, 3 shuriken), porta oggetti (2 tonico coagulante speciale, 2 tonico recupero chakra speciale, set 5 fumogeni, 4 fuuda da sostituzione, 2 filo di nylon, 3 carta bomba, 2 bomba luce, 10 fuuda vuoti, pennino e inchiostro), bo 1,50m]

I tre ninja dell’Erba sarebbe, infine, giunti alle porte della fattoria, dopo una sommaria presentazione alle porte d’ingresso del villaggio, dove hanno cercato, invano, di ideare un piano. Nessuno avrebbe notizie dettagliate sulla routine o sulle caratteristiche psico-fisiche degli equini, ma probabilmente, se non richiesto, non serviranno…forse. Giunti alla fattoria il primo ad avvicinarsi verso il mastro fattore sarebbe l’artista, Karitama Ishiba, il quale, da subito, andrebbe a chiarire che loro sono gli shinobi e la kunoichi volontari per la missione e andrebbe ad avanzare delle domande sulla natura della stessa. L’uomo, dalla pelle macchiata e martoriata dal sole, che lo rende visivamente più vecchio di quanto realmente sia, andrebbe a girarsi verso la vostra direzione, andando rapidamente a rispondere al giovane dalla violacea capigliatura: <s-si salve…Io sono Murakinu, mastro fattore e quelli chiusi lì dentro sono i cavalli che dovete fermare…> direbbe, tutto d’un fiato, andando in seguito a far seguire le informazioni omesse nella missiva che tutti e tre i ninja dovrebbero aver visionato <…un cavallo è stato già soppresso con del veleno, ma questi sembrano esserne immune. Il vostro compito è quello di calmarli, ammazzarli…non mi importa cosa facciate con loro. Non possono rimanere in questo spazio, essendo solitamente utilizzato per i tori e, comunque, devono essere calmati>. L’uomo andrebbe a guardare i tre ninja, riprendendo a dire < mi sembrate un po’ piccoli per fare questa missione…cioè i cavalli sono davvero forti e hanno già ucciso mio figlio.> direbbe, girandosi verso gli equini e, con uno scatto nel girare il capo verso di voi, andrebbe a dire quasi allarmato < ah! Non uccidete o ferite l’esemplare bianco…senza di lui non avremo mai più un raccolto…> affermerebbe infine. Non darebbe spiegazione di tal affermazione, non darebbe ulteriori informazioni e, come potrete notare, non darebbe consigli su come domare i cavalli, spostandosi solo di quale spazio rendendo, quindi, la porta di accesso al recinto visibile a tutti voi. Nel frattempo, avvicinandovi al recinto, riuscireste a sentire il pianto lamentoso della madre e di altre ragazze presenti vicino al casale principale, le quali non vi premierebbero della minima considerazione, ma sarebbero le sole, dato che uno dei cavalli, il primo marrone più prossimo alla recinzione andrebbe, impennandosi, a colpire con una zoccolata, proveniente dalla zampa anteriore destra, la lignea asse, posta come sbarra di quella prigione temporanea, rompendola e scaraventando le due metà di tale asse a cinque metri di distanza, senza che però possa colpire nessuno di voi. [distanze: Karitama - recinto 5m; Haran/Kaiba – recinto 20m][NO TEMPO][Dimensioni recinto: circolare di 20m di diametro]

EDIT:[distanza cavalli dalla recinzione: bruno1: adiacente alla recinzione a 2 metri sulla sinistra dalla porta; bruno2 cinque metri perpendicolare alla porta; bianco a sei metri e 3 metri sulla destra]

18:35 Haran:
 Kaiba non ha aperto bocca per tutto il tragitto mostrandosi decisamente assonnato ma anche- distante. Haran stringe le labbra trattenendo il malcontento e decidendo di posticipare la preoccupazione per quella situazione per un secondo momento. Il terzo membro della loro squadra sembra un ragazzo tranquillo ed anche un ninjutser. Almeno qualcuno che possa aiutare Kaiba a fermare i cavalli con le maniere forti in caso le sue arti illusorie non si rivelassero sufficienti, c'è. Annuisce al suo invito e quindi giunge alla fattoria avanzando in totale silenzio al fianco dei due genin, trovando piuttosto interessante l'osservazione fatta dall'Ishiba. < Effettivamente me lo sono chiesta anche io quando ho letto la missiva. Tuttavia immagino che quella recinzione sia solo un palliativo. Non possono tenerli impazziti lì dentro per sempre. O li calmiamo o-- > si ferma non volendo continuare la frase. Ad Haran piacciono gli animali e l'idea di dover uccidere dei cavalli non le piace nemmeno un po'. A dirla tutta, inoltre, Haran non ha mai ucciso nessuno e la prospettiva di farlo per la prima volta l'atterrisce non poco. A quel punto osserva Karitama cercare il fattore e quindi ascolta quanto questi gli rivela seguendo l'indicazione del suo sguardo per osservare i tre cavalli imbizzarriti. Quello bianco è il più bello di tutti e Haran vorrebbe occuparsi immediatamente di lui: ha in mente l'idea perfetta per far sì che questi non si muova e rimanga rintanato in un angolo del recinto. < Ragazzi. Io vi tengo lontano quello bianco. Voi occupatevi degli altri due. > informa i due compagni e, con un'ultima occhiata d'intesa a Kaiba, eccola che andrebbe ad avanzare con passo deciso verso la recinzione a circa venti metri da lei. Alternerebbe le leve inferiori in una camminata rapida e decisa, quasi marziale, così da distare dalla porta della costruzione solamente 4 metri: abbastanza per essere teoricamente fuori portata di eventuali attacchi da parte degli animali e non abbastanza perchè questi possano allontanarsi tanto da uscire fuori dalla portata delle sue illusioni. Quindi, fermatasi a 4 metri dalla porta, Haran andrebbe a puntare lo sguardo sulla figura candida del destriero albino al fine di non perderlo di vista e di trovare l'obiettivo del proprio attacco. Al contempo, dentro il proprio corpo, il chakra verrebbe smosso così da essere fatto risalire fino al viso ed indirizzato agli occhi ove gli tsubo verrebbero aperti per concedere alla genin di liberare una ondata costante di energia cerulea che vorrebbe essere indirizzata verso il capo dell'equino bianco. Andrebbe a far filtrare il proprio chakra verso la sua testa nel tentativo di andare a soggiogare il suo cervello e quindi i suoi sensi, nello specifico la vista e le sue percezioni termiche. Tramite l'influsso di quell'ondata illusoria, infatti, Haran vorrebbe fare in modo che il destriero veda improvvisamente l'erba attorno al recinto prendere fuoco. Le fiamme dovrebbero prendere ad innalzarsi nutrendosi della brezza e del legno del recinto consumando ed incenerendo il verde sotto i loro piedi. Le fiamme dovrebbero avanzare -rapidamente- come una onda che desidera attaccare l'equino il quale- al contempo- dovrebbe avvertire anche la sensazione sempre crescente di calore grazie alla manipolazione del suo senso del tatto. L'obiettivo sarebbe di costringere il cavallo ad indietreggiare fino alla parte più distante del recinto rispetto ai compagni imbizzarriti mostrandogli le fiamme che avanzano incenerendo ogni cosa e fermandosi a solo un metro davanti a lui, obbligandolo quindi a rimanere bloccato -una volta indietreggiato fino a raggiungere il limite estremo del recinto- in un'area di un metro di spazio dalla quale non dovrebbe potersi allontanare se non vuole finire in mezzo alle alte e divampanti fiamme che Haran gli starebbe mostrando direttamente nella sua mente. [2/4 movimento (16 metri) | 2/4 Illusione di due sensi (Visivo + tattile)] [Chakra: 23/30] [x3 tonici coagulanti | x3 tonici chakra | x 2 fumogeni | x 1 fuuda con tronchetto]

18:54 Irou:
 La testa del Kori è da tutt’altra parte. sta ancora pensando alla sera precedente. Ad Haran. A quel letto. Il capo si scuoterebbe velocemente, alla ricerca di un po’ di concentrazione. La mano destra passerebbe rapidamente sul viso del Genin di Kusa e si rivolgerebbe all’Uchiha. Il volto serio, gli occhi fissi e la voce abbastanza forte e decisa da essere udita anche da karitama. < Per fortuna che i cavalli sono solo maschi. > Un’affermazione apparentemente casuale, ma che cela un significato molto più profondo. < Così possono stare nel re-cinto. Fossero state femmine sarebbe servito un regina-cinto. > Le labbra si incresperebbero in un sorrisetto appena accennato, con un successivo sguardo colpevole verso Haran. Tornerebbe, poi, con la concentrazione volta alla missione. Muoverebbe le leve inferiori, prima la sinistra e poi la destra, in avanti. Non avrebbe un passo particolarmente svelto, ma degno di un ragazzino assonnato. Passi che verrebbero mossi per tutta la lunghezza dei venti metri, in un incedere cadenzato e molle, praticamente privo di gni fretta e nervo. Devierebbe il proprio tragitto per non andare ad incrociare nessuno dei due compagni, con tutta l’intenzione di andare verso la porta, giunto lì guarderebbe l’addetto alla recinzione < Signore potrebbe aprire la porta? > Chiederebbe, ma qualora non dovesse essere ascoltato continuerebbe la propria avanzata, aprendosi da solo la porta e proseguendo all’interno della recinzione per un altro metro. Non chiederebbe di chiudere la porta, ma sembrerebbe piuttosto implicito che l’ordine sarebbe di NON farlo assolutamente finché lui è lì dentro. È consapevole del fatto che il cavallo, adesso, potrebbe notarlo, ma lui conta sulla maggiore velocità del proprio ninjutsu. Rapidissime le sue mani andrebbero al petto nei sigilli del gallo e della tigre. Il suo chakra avrebbe due alterazioni elementali, ma quella prijncipale e risvegliataè quella del Fuuton. Forte come il vento della tempesta il chakra andrebbe a correre verso gli tsubo del suo petto, uno di essi verrebbe aperto in maniera tale da tentare di formare una piccolissima sfera invisibile dinanzi al suo usto. Tale sferetta verrebbe, poi, modellata in maniera tale da essere un parallelepipedo e, poi, essere affilata alla punta rivolta verso il cavallo e quella rivolta verso di sé. Anche le rifiniture verrebbero affilate come dallo scalpello di uno scultore, in maniera tale da formare una piccola e rudimentale lama affilatissima di quattro centimetri. Essa verrebbe direzionata verso lo strato più esterno della parte inferiore del cavallo, laddove le zampe si stringono, esponendone articolazioni e legamenti. Non vorrebbe colpirla in pieno, ma di striscio, in maniera ta,e che essa possa colpire non solo la prima zampa, ma anche quella gemella del cavallo. Qualora il cavallo si fosse girato verso di lui, notandolo, invece avrebbe diretto l’arma, con lo stesso princizio, verso la zampa anteriore destra e continuando a quella posteriore sinistra, azzoppando tutto il lato destro della belva inferocita. [ C: 13/20 (-7 Arma di vuoto) | 2/4 movimento di 21 metri, 2/4 Arma di vuoto) | Equip invariato ]

18:58 Karitama:
 Le parole del fattore raggiungerebbero rapide l'artista che comprenderebbe finalmente la situazione e per qualche istante rimarrebbe in silenzio a contemplare l'uomo e la recinzione in attesa dei compagni. Il momento finirebbe a causa del colpo dato alla recinzione da uno dei tre cavalli che porterebbe Karitama a perdere la concentrazione. Ascoltando le parole della genjutser, si avvierebbe verso il buco creato dallo stesso cavallo, a tre metri dalla recinzione. Le leve si alternerebbero lente e sicure in diagonale verso sinistra sulla terra battuta per raggiungere il punto designato e per incrociare le iridi indaco con quelle scure dell'animale. Posizionatosi sicuro al suolo, e composti i sigilli del gallo e della tigre, andrebbe a portare il chakra alterato dall'elemento fuuton dal plesso solare verso le proprie scapole lasciandolo fuoriuscire dagli tsubo. Usando quell'energia andrebbe a modellare l'etere che lo circonda, creando due piccole zone di vuoto non più grandi di quattro centimetri. Il vuoto generatosi grazie al fuuton andrebbe ora a modellarsi, prendendo la forma di due sottili lame di quattro centimetri, invisibili ad occhio umano e percepibili solo grazie al suono generato dal loro lancio. Dopo averle fatte levitare sopra le proprie spalle, andrebbe a scagliarle rapidamente alle due articolazioni delle zampe anteriori di quella bellissima creatura. Se tutto fosse andato secondo i piani un leggero fischio risuonerebbe nell'aria e le due lame andrebbero ad impattare rapidissime contro la zona preventivata causando ingenti danni alla parte più esile di quell'animale. Portato a termine l'attacco l'Ishiba si troverebbe quasi svuotato della sua energia sfruttata per quell'attacco devastante. [1/4 osservazione , 1/4 movimento , 2/4 armi di vuoto] [Chakra 6/25] [Equip invariato]

Tra il dramma della scena, l'ansia della piccola Haran e...l'orribile battuta di Kaiba, La scena che si vede è un po' macabra.
[Kaiba] andrebbe, facendosi aprir la soglia dall'uomo, ancora sconvolto da quella battuta e da quella richiesta, alla quale seguirebbe ciecamente, non richiudendo la porta dietro le spalle del Kori. La tecnica fuuton andrebbe ad esser richiamata in maniera eccellente, e anche la sua mira sarebbe perfetta, e, per quanto il cavallo avesse il desiderio di girarsi in favore del Kori, la lama di vuoto creata dal genin di Kiriani natali, sarebbe decisamente troppo rapida per permettere quel movimento, andando ad impattare con la zona posteriore delle articolazioni delle zampe posteriori dell'equino, il quale, non riuscendo più a sorreggere il proprio peso, andrebbe a cadere sul proprio fondo-schiena, reggendosi, ergo, solo sulle zampe anteriori,tremanti, per poi decidere di lasciarsi cadere alla propria destra.
[Karitama], come il Kori, andrebbe ad utilizzare la stessa tecnica ninjutsu, ma data la decisione riguardante la zona da colpire, così come la vicinanza con cui l'attacco andrebbe ad impattare sulle zampe anteriori della bestia, queste, avendo subito un taglio netto ai legamenti delle suddette zampe, la parte colpita andrebbe a staccarsi dal resto del corpo, facendo, irrimediabilmente, cadere il povero animale con il muso al suolo, causando, a breve, la sua morte per asfissia, a causa del troppo peso che graverebbe sulla sua cassa toracica, la quale, prima o poi, sarà soggetta al collasso.
[Haran] invece, adoperando una strategia molto più sottile e delicata, anche a causa del suo diverso stile di combattimento, andrebbe ad ammaliare la mentre della cavalla albina dalla ramata criniera, facendole avvertire fisicamente e visivamente una fiamma che andrebbe ad avvicinarsi sempre più. Questa andrebbe ad indietreggiare, lentamente ma in modo molto ansioso, cercando, invano, di spegnere le fiamme attraverso dei calci, ma non riscontrando successo nella sua strategia, continuerebbe ad indietreggiare fino a quando le fiamme non l'avrebbero circondata. Più volte andrebbe ad impennare, più volte andrebbe a nitrire, richiamando aiuto, cercando libertà...L'uomo, spettatore di tutta la scena, andrebbe a urlare semplicemente...<fermate la divinità senza farle del male!> indicando la cavalla in preda ad un attacco di panico. [distanza cavalla bianca: sei metri sulla destra - quindici metri in avanti sul limitare della staccionata]

17:09 Haran:
 Il commento che Kaiba fa porta Haran a voltare immediatamente il viso verso di lui con fare speranzoso: sarebbe la prima cosa che gli sente dire dalla sera precedente. La fa sentire nervosa perchè è evidente -almeno per lei che lo conosce bene- che quel suo tono di voce non è affatto allegro e spensierato come al solito e la cosa un po' la preoccupa; tuttavia sentire la freddura del Kori la porta a boccheggiare per un attimo in un momento di stasi. E' quasi indecisa fra l'alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa rassegnata e lo sbattersi una mano in piena faccia in segno d'esasperazione. Queste sarebbero state le sue reazioni in condizioni ordinarie, almeno. Adesso, stando alla situazione attuale, le viene semplicemente da guardare l'amico con un sorriso timido, sollevato, felice di vedere che Kaiba è -in parte- lo stesso di sempre. Lo stesso Kaiba di cui ha finito con l'innamorarsi senza neppure rendersene conto. Non dice nulla però limitandosi a sorridergli prima che tutti e tre i membri della squadra procedano con la missione: mentre lei va a manipolare la mente della cavalla bianca al fine da allontanarla dagli altri due cavalli così da lasciar ai compagni spazio di manovra per occuparsi di loro, Kaiba e Karitama finiscono con l'azzoppare i due destrieri con un attacco che Haran non riesce neppure a vedere. Uno dei due cavalli, persino, finisce con lo stramazzare morente con dei nitriti disperati. < Dai! Era proprio necessario ucciderlo? > domanderebbe Haran con tono dispiaciuto, mortificato, guardando con pena la bestia abbattuta. Le sue spalle si abbassano tristi, l'espressione si fa malinconica mentre l'ultimo cavallo rimasto nitrisce terrorizzato agitandosi sul posto per combattere le fiamme immaginarie che lei sta riversando nella sua mente. La richiesta del fattore, quindi, porta la genin ad annuire e, semplicemente, tenendo costante il flusso di chakra illusorio verso la mente dell'animale, Haran andrebbe a modificare ancora una volta l'illusione appena proposta alla bestia. Le fiamme andrebbero a ritirarsi come risacca su una spiaggia e il calore che avrebbe fatto sentire alla creatura verrebbe fatto svanire di conseguenza mentre, tuttavia, qualcos'altro cambierebbe attorno alla cavalla. Tutto diventerebbe lentamente buio ed il sole svanirebbe per lasciar spazio ad una notte meravigliosamente stellata. Ogni cosa verrebbe oscurita nella mente del cavallo: i colori diverrebbero sbiaditi, il cielo buio, una luna brillante sarebbe l'unica fonte di luce nei dintorni. L'animale non vedrebbe né Haran né nessuno dei presenti attorno a sé, neppure gli altri cavalli. Sarebbe sola, al buio, in quella che nella sua mente dovrebbe essere una bellissima serata estiva nella speranza di far scattare nella mente primitiva della creatura il bisogno ed il desiderio di dormire. A facilitare tale compito, ricorrerebbe alla manipolazione delle sue percezioni tattili per farle avvertire la sensazione della brezza sul suo manto albino che, come una mano premurosa, andrebbe a scivolare sulla sua chioma argentea e sul dorso del suo corpo. [Illusione di due sensi (Visivo + tattile)] [Chakra: 22/30] [x3 tonici coagulanti | x3 tonici chakra | x 2 fumogeni | x 1 fuuda con tronchetto]

17:32 Irou:
 L’arma di vuoto che ha lanciato sarebbe in grado di azzoppare il cavallo, senza però ucciderlo. A differenza di Karitama, che a sangue freddo spezza la vita di un povero animaletto indifero. Il volto del Kori muta in un’espressione di vivo disappunto < Hai ucciso il cavallino. Sei una persona orribile. > Gli direbbe, in tono piuttosto infantile ed offeso. Si volterebbe in direzione del fattore antidtante alla porta < Ce l’avete una corda, vero? > E, a seconda della risposta, si dirigerebbe verso di lui, in attesa di poter ricevere lo strumento che ha richiesto. Si volterebbe, poi, verso Karitama, per farsi aiutare nell’intenzione di legare la cavalla. < Dammi una mano, non so fare bene i nodi. > Direbbe, anche un pochino in imbarazzo a causa della sua incapacità di poter legare da solo la bestia in maniera efficace. Uno sguardo andrebbe ad Haran. Sa perfettamente cosa sta facendo, conosce a menadito le sue capacità e non può che essere sicuro che quella concentrazione è la preparazione ad un genjutsu ed al suo mantenimento. Non la disturberebbe, dunque, andando a camminare in punta di piedi, ponendosi l’indice della mancina davanti al naso e sibilando un flebile < Shhhh > Iin direzione dell’Ishiba. Così facendo andrebbe, sempre tentando di essere più silenzioso possibile verso la cavalla. Piccoli passi, anche un po’ goffi, ma sempre spostando tutto il peso del corpo solo sulle punte delle estremità inferiori, verrebbero mossi in direzione della bestia, che dovrebbe essere distratta da qualunque illusione l’Uchiha le stia facendo. Indicherebbe la parte posteriore della puledra, lasciandola così alle cure di Karitama. Gli passerebbe la corda che gli compete per, prendendone il capo che spetta a sé, farla passare delicatamente attorno la parte più bassa delle zampe, la stessa che ha colpito con l’arma di vuoto dedicata all’altro cavallo. Sembra più sottile, più fragile e, di conseguenza, meno forte, in caso la cavalla dovesse tentare di far forza per liberarsi. Farebbe più giri, chiudendo ognuno di essi con un nodo un po’ storto e non particolarmente sicuro, ma almeno – spera – che il numero di nodi possa sopperire alla loro scarsa qualità. Se il processo gli fosse riuscito senza che l’animale se ne sia accorto, andrebbe ad indietreggiare finché gli fosse concesso, per voltarsi in direzione del fattore ed attendere sue ulteriori direttive, pronto per tornare a casa, in caso la missione fosse finita. In tal caso andrebbe ad affiancarsi ad Haran iniziando ad intonare una canzoncina che li accompagni nel tragitto verso casa loro < Quella cavalla lì non è la stessa più, non è la stessa più, non è la stessa più… > [ C on | equip invariato | non so come turnare questo delirio ]

17:38 Karitama:
 Le due lame andrebbero a compiere il loro dovere, anche fin troppo bne, portando le estremità dell'animale a staccarsi di netto, cosa che porterebbe il cavallo a cadere in preda al dolore e a morire pochi secondi dopo. <La mia idea era azzopparlo, non pensavo che i cavalli fossero così fragili> affermerebbe sentendo le parole della ragazza un pò urtata dai suoni striduli causati dalla morte del cavallo. <E poi mi ha disturbato in maniera estremamente maleducata mentre ragionavo su come fermarlo senza fargli del male> sussurrerebbe poi con tono tanto flebile da non essere facilmente udibile. Seguendo ora il ragazzo che, in maniera meno cruenta, avrebbe portato a termine lo stesso attacco dell'Ishiba, entrerebbe il più silenziosamente possibile all'interno della recinzione, tentando di non sporcarsi con il sangue della povera bestia caduta per mano sua. Seguendo le direttive di quello strano ragazzo, andrebbe a muoversi quasi in punta di piedi osservando, nel caso in cui gli fosse stata consegnata, la corda del capofattoria. Non disturbando Haran, andrebbe a prendere una parte della corda da mano all'albino, per poi recarsi lentamente verso le zampe posteriori e legarle con quella massa di fibre intrecciate. Se tutto fosse andato secondo i piani, Karitama tenterebbe di avvolgere solo un paio di volte, e senza stringere troppo, le estremità candide dell'animale facendo attenzione a toccarlo il meno possibile. Avvolte, andrebbe ora ad incrociare le due estremità della corda per avvolgerle l'una sull'altra un paio di volte. Il nodo che ne scaturirebbe sarebbe stretto e sicuro, difficile da rompere anche per un animale. Vedendo anche Kaiba finire il lavoro, andrebbe a rialzarsi e allontanarsi facendo cenno al fattore, per far capire che il lavoro sarebbe completato. [Chakra 6/25] [2/4 movimento , 2/4 legare cavallo] [Equip invariato]

Ecco che l'illusione della neo scoperta Uchiha andrebbe a cambiare, passando da un inferno di fuoco e fiamme ad una placida notte stellata. La reazione della cavalla è celere: andrebbe a calmarsi, smettendo di scalciare e nitrire, soprattutto grazie alla carezza ch'ella sente sul proprio manto, mentre i due maschietti, ricevuta la corda da questi richiesta, andrebbero a bloccare alla meglio l'equino, ormai calmo e dormiente. Il fattore andrebbe, sol ora, ad avanzare verso di voi e, inchinandosi in segno di rispetto, andrebbe a chiosar in vostra direzione...<grazie!grazie mille! il fato sarà benevolo con voi!> per poi far cader il silenzio. La missione è terminata e i nostri eroi...finalmente hanno finito. Buon ritorno, in una marcia scandita dalla gioviale canzoncina del Kori.[end]

La missione è stata, per quanto vagassi nell'oblio io stessa, svolta il modo corretta e con un piano risolutivo. Solo per le idee da voi adottate mi prendo la libertà di assegnarvi il massimo del punteggio.

(Se potessi darei exp anche a me per aver trovato un senso xD)

Buon drop ^^