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L'etica secondo Il Sadico.

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con Azrael, Raoku

10:28 Raoku:
  [Dojo Nara] La calura che si respira all'esterno sembra non toccare, o perlomeno si attenua alquanto, quel luogo: Raoku si trova infatti nel Dojo dei Nara questa mattina, seduto sul pavimento a gambe incrociate e perso in una specie di meditazione. Si trova per la precisione non nell'arena centrale, dove i giovani Nara sono soliti allenarsi con la propria Kagemane, bensì un po' defilato, tra due delle enormi colonne laterali, illuminato soltanto dalla fioca luce che penetra dalle finestrelle poste in alto nel Dojo. Gli occhi chiusi sul mondo, il giovane pare perso nei propri pensieri più profondi, le mani che poggiano mollemente sulle ginocchia mentre con pacatezza sembra intento a regolarizzare la propria respirazione, il diaframma che si alza e si abbassa ad un ritmo cadenzato e lento. I lunghi capelli corvini, estremamente ribelli tanto che alcune ciocche finiscono per incorniciargli in maniera un po' disordinata il volto, sono raccolti per quanto possibile in un'alta coda morbida sulla nuca: appena sotto il legaccio della coda, la fascia del coprifronte di Konoha si confondo per colore tra quei capelli così neri finché non spunta sulla fronte, dove capeggia il simbolo del Villaggio sulla piastra metallica. Raoku indossa un abbigliamento dal tessuto piuttosto leggero, nonostante sia guarnito come uno shinobi a tutti gli effetti. Il busto è rivestito da una canotta di rete indossata a pelle a maniche lunghe, tali da raggiungere la metà degli avambracci; a sua volta la canotta è sormontata da una tunica realizzata con tessuto leggero di un colore chiaro, un azzurognolo che tende molto al verde acqua in realtà, a mezze maniche che arrivano a rivestire gli arti fino all'altezza del gomito. L'indumento è ben stretto in vita da una semplice fascia di colore nero che cinge il ventre e la parte bassa del busto fino all'inguine. Gli avambracci sono rivestiti invece da due vambracci di cuoio ben allacciati: nella parte inferiore dell'avambraccio destro è posizionato un Fuuda in cui Raoku ha precedentemente sigillato un pugnale kunai con la lama intinta di un veleno composto speciale, mentre nella parte inferiore dell'avambraccio sinistro un secondo Fuuda è posizionato con all'interno sigillato un ulteriore kunai dalla lama intinta, stavolta, di un veleno inibente. Guanti da shinobi senza dita con una piccola placca protettiva sul dorso rivestono le mani, mentre altri 4 Fuuda sono posizionati sul torace (due ai lati del costato, due all'altezza del ventre), a livello della canotta a rete: tutti e quattro contengono sigillati al loro interno altrettanti tronchetti utili per effettuare la tecnica della sostituzione, qualora si ritenesse necessaria, e rimangono celati dal tessuto della tunica. Sul retro della fascia lombare invece, dal lato del fianco sinistro, è posizionata una sacca porta-oggetti: al suo interno, oltre al filo di nylon arrotolato, sono immagazzinate due semplici carte bomba arrotolate in due piccoli rotolini e infilate in un medesimo vano, mentre negli altri due vani rimanenti sono contenute una confezione medica contenente un tonico speicale per rivitalizzare e potenziare il flusso di chakra e un altro involucro contenente un tonico coagulante speciale. Una seconda sacca porta-oggetti è invece portata sul lato destro della fascia: non tutti i suoi vani sono pieni, bensì soltanto tre di essi contenenti ciascuno un fumogeno. Pantaloncini piuttosto affusolati del medesimo colore chiaro della tunica fasciano le cosce di Raoku arrivando fin sotto il ginocchio, a livello degli stinchi: sulla coscia destra è posizionato, ben allacciato, un porta-kunai che al suo interno presenta nel primo vano 3 semplici pugnali kunai, nel secondo 2 kunai-bomba (realizzati unendo con un lembo di filo di nylon una carta bomba all'elsa di ciascun kunai) e nel terzo 3 shuriken. Dalla zona appena sotto il ginocchio (in corrispondenza dell'ultima parte, cioè, dei pantaloncini indossati da Raoku) fino alle caviglie di ciascuna gamba il genin indossa anche un ulteriore protezione, due schinieri di cuoio ben stretti intorno ai polpacci. Sandali da ninja neri ben allacciati alle caviglie completano infine il suo outfit. Se ne sta lì a meditare, quindi quando pare aver raggiunto uno stadio sufficiente di meditazione interiore - o forse ne aveva semplicemente abbastanza - va a congiungere le mani nell'atto, ormai abituale per lui, di risvegliare il proprio chakra. Per prima cosa andrebbe a comporre nel modo più preciso e rapido possibile il sigillo della Capra all'altezza del petto. Composto tale sigillo andrebbe quindi a focalizzarsi sulle proprie energie interiori. Per prima cosa andrebbe ad agglomerare, visualizzandosela mentalmente, l'energia spirituale in una sfera di colore rosso all'altezza della fronte, quindi passerebbe contestualmente a quella fisica che tenterebbe di raccogliere in prossimità del ventre in una sfera dal colore blu acceso. Proverebbe quindi, fatto eventualmente ciò, ad imprimere ad entrambe un moto rotatorio e circolare cercando di spingerle una verso l'altra in un movimento vorticoso intorno all'asse centrale del proprio corpo: l'obiettivo, nelle intenzioni di Raoku, sarebbe quello di farle incontrare e amalgamare armoniosamente all'altezza del petto, proprio in corrispondenza del sigillo precedentemente formato con le mani giunte. Mischiandosi, queste due fonti energetiche dovrebbero dare origine al chakra del giovane Nara il quale andrebbe eventualmente a spandersi attraverso il suo proprio sistema circolatorio in ogni anfratto del suo corpo, rivitalizzando carne e spirito. Lo andrebbe a fare con scioltezza: ormai è una pratica che sta compiendo quotidianamente e la cosa perciò finirebbe con il risultargli inevitabilmente più semplice e fluida. Così come, qualora ci riesca, avvertirebbe vibrante la sensazione di essere riempito dalla propria energia interiore, che compone lui e compone il tutto intorno allo stesso Nara. Una sensazione di beatitudine completa. [Tentativo impasto chk 4/4][Chk se on: 30/30][Equip.: Guanti shinobi | Vambracci x2 | Schinieri x2 | Fuuda x 6: 4 tronchetti, 1 kunai veleno composto spec., 1 kunai veleno inibente | Porta-kunai: 3/3 kunai, 2/3 kunai+carta bomba, 3/3 shuriken | Portaoggetti 1: 2 carta bomba, filo nylon, 1 tonico chk speciale, 1 tonico coagulante speciale | Portaoggetti 2: 1 fumogeno, 1 fumogeno, 1 fumogeno, vuoto]

11:06 Azrael:
 Si trova in casa propria, con la lettera di Raoku ancora aperta e sul tavolo. Ha pensato molto, ultimamente, alle questioni riguardanti il nuovo membrio del clan Nara. Elucubrazioni che vanno dalla fierezza e dal senso di appartenenza al clan delle ombre, uno dei più importanti della Foglia, sino alla selezione naturale, in cui solo i più forti ed i più intelligenti e adatti alla sopravvivenza restano liberi. E non incarcerati, in boxer dal dubbio gusto, nelle celle ANBU. Dove potrebbe trovarsi il ragazzo con cui ha tanta voglia di parlare? È un genin solo da poco tempo, ha scoperto la propria appartenenza al clan da ancor meno e, per logica, il luogo in cui il Dainin avrà maggiori possibilità di trovarlo è il Dojo. Per allenarsi, per ambientarsi nella nuova famiglia, mille potrebbero essere i motivi di cui ad Azrael non importa molto, la cosa che gli preme di più è trovarlo. Il chakra, già impastato dal momento stesso in cui ha aperto gli occhi quella mattina, è pronto ad essere utiulizzato per favorirgli degli spostamenti rapidi e ad effetto. < Ken! Si va alla Magione! > Richiamerebbe il proprio bambino che, per tutta risposta, andrebbe a prepararsi di tutto punto con un grosso ed infantile sorriso sulle labbra. Anche suo padre andrebbe a prepararsi allo stesso modo. Quel che indosserebbe sarebbe quanto di più imponente e d’impatto riesca a trovare nell’armadio. Non ha la benché minima intenzione di presentarsi nel Dojo ove suo padre è affisso alle pareti in quanto uno dei maggiori esponenti in un abbigliamento non consono. Una camicia nera, di cotone, verrebbe indossata ed i suoi bottoni vengono allacciati sino alla sommità della gola. Per coprire quel punto sensibile del corpo andrebbe ad indossare il proprio coprifronte, la placchetta metallica recante l’effige della Foglia poggiata dinanzi la trachea ed il nastro di raso bianco che la sorregge sarebbe allacciato morbidamente dietro la nuca, coperto dai ciuffi di capelli corvini, perfettamente spettinati. Un paio di pantaloni in tela neri fascerebbero le gambe dalla muscolatura tonica del Dainin ed un paio di scarpe in pelle scura, chiuse sul davanti, dal taglio classico ed elegante, troverebbero posto ai suoi piedi. Per completare il tutto indosserebbe il suo haori, fatto cucire su misura dopo la sua nomina a Consigliere. Un lungo manto viola scuro, simbolo sia di regalità che presagio di sventure, le cui rifiniture sugli orli e i kanji che formano il nome del Villaggio sarebbero in filo dorato. Le braccia non troverebbero posto all’interno delle larghe maniche, per far sì che il Nara possa compiere il sigillo della scimmia dinazi al petto ed attendere il suo bambino per partire alla volta della Magione. Passa qualche istante prima che il bambino entri in camera e si sistemi, come ormai d’abitudine, al fianco del padre in attesa di essere dislocato con lui. Il chakra fluirebbe rapido lungo ogni singolo capillare del keirakukei, posizionandosi sul retro di ogni punto di fuga. Tutti gli tsubo del corpo verrebbero aperti, a questo punto, per permettere all’energia cerulea di ricoprire interamente la figura del Sadico che, per completare l’opera, poggerebbe la mancina sul capo del bambino, accarezzandogli i capelli per lasciare che il chakra abbracci anche la sua piccola figura. ken è un bambino di sette anni che già mostra tutta la sua indole da buon figlio di Azrael qual è. Pigro, ma di spiccata intelligenza e di innata arroganza. Vestito nel medesimo modo del padre, haori escluso e rappresentante perfetto di tutti i tratti fisici che si notano anche nel Dainin. Gli occhi scuri come la pece, ma profondamente espressivi, pelle diafana e capelli corvini. Il Dojo lo ricorda perfettamente, Azrael, le immagini dei capoclan che si sono susseguiti negli anni appesi alle pareti, a far da monito ed incoraggiamento a tutti i presenti sotto i loro autorevoli occhi, la pianta grande e l’arredamento semplice, terminante nelle stanze adibite alle cariche più alte all’interno della famiglia dell’ombra. E sarebbe proprio il centro dell’androne principale il suo obiettivo, ove, con un battito di ciglia, si troverebbe come teletrasportato, col proprio figlio al fianco e le braccia che, adesso, verrebbero incrociate al petto. Le reazioni solite al suo arrivo in quel luogo sono divise tra stupore, ammirazione, a volte persino paura, ma in generale non è un uomo che passa inosservato, specie in quel luogo. Attenderebbe, dunque, la conferma ai propri sospetti riguardanti la posizione dell’Oshiba nella zona, oltre che per lasciare il piccolo Ken esplorare la Magione che, un giorno, lo accoglierà come membro effettivo del clan Nara. [ Chakra ON | Dislocazione Istantanea Superiore ]

11:21 Raoku:
  [Dojo Nara] La sensazione di pienezza e completezza fornitagli dal risveglio del proprio chakra è incommensurabile. Seconda soltanto a quella provata con Azumi, nell'intimità della sua stanza, ma questa è un'altra storia e pensarci non è l'ideale per un diciassettenne intento a calarsi in meditazione. Respira ed espira, cerca di concentrarsi sull'equilibrio interiore e sull'equilibrio che dalla sua interiorità permette al suo corpo e al suo spirito di adattarsi e immergersi nel mondo che lo circonda. Tutto è chakra: tutto è uno e uno è tutto. Si perderebbe in questa specie di mantra, o almeno questo sarebbe il suo tentativo. Se Azrael non comparisse dal niente gettando scompiglio nell'intero Dojo: Raoku infatti non è il solo presente, ovviamente, e tutti gli altri Nara nel vedersi comparire davanti il figlio del grande Khalux nonché uno degli eroi della Foglia e consigliere del Villaggio si lasciano andare chi ad espressioni di stupore e anche un po' di timore (più che altro per l'improvvisa ed inattesa apparizione), chi invece a moti di estrema ammirazione come fischi o grida di inneggiamento che, magari, ad un ambiente come il Dojo non sarebbero neppure adatti. C'è chi addirittura osa avvicinarsi ad Azrael con tanto di rotolo per chiedergli l'autografo (?). Raoku, dal canto suo, apre immediatamente gli occhi non appena ode il trambusto creato dall'apparizione di Azrael al centro dell'arena e, non appena ne scorgerebbe la figura, le iridi verdi andrebbero a spalancarsi. Ha avuto infatti un carteggio con lui di recente ma, non avendo trovato risposte nella sua buca della posta una volta tornato dalla missione con Harumi, non pensava di ritrovarselo lì al Dojo. Insomma, uno come Azrale ha davvero bisogno di allenarsi insieme alle nuove leve del clan? La cosa non gli ha mai neppure sfiorato il pensiero. Riscuotendosi dallo stupore iniziale, andrebbe quindi ad alzarsi rapidamente in piedi, sciogliendo le gambe dall'intreccio, quindi tenterebbe di avvicinarsi a sua volta verso il centro dell'arena unendosi al flusso di ragazzi e ragazze più o meno giovani che sembrano aver attorniato il ninja leggendario. Passi lenti i suoi, anche perché se da un lato correrebbe come il primo degli ammiratori, dall'altro è trattenuto da una sorta di imbarazzo: in fin dei conti si ricorda ancora bene i complimenti di Azrael nella sua lettera e non sa letteralmente cosa dirgli. Si affida dunque all'educazione che i suoi genitori in passato e più recentemente la sensei Furaya gli hanno impartito. <Ohayō, Azrael-dono> lo saluterebbe, con il massimo del rispetto dovuto, chinando busto e capo in un composto inchino di saluto <speravo di rivederla al mio ritorno, ma non immaginavo qui al Dojo...> lo sguardo ricadrebbe adesso sul ragazzino che pare essere comparso insieme ad Azrael e che Raoku, ovviamente, non conosce <...è venuto ad istruire un nuovo membro del clan?> gli chiede, ingenuamente, seppur lo sguardo un po' dubbioso dato che il bambino è decisamente piccolo. Ma magari è un prodigio, lui di certo non può saperlo. [chk on][Equip. come sopra]

12:10 Azrael:
 Come era facile da prevedere, immediatamente uno stuolo di giovani Nara si forma attorno ad Azrael e al suo bambino. Le iridi scure viaggiano tra i vari volti, cercando quello di Raoku, arrivando a destinazione quando egli schiude le rosee per chiosare quel rispettoso saluto. Un sorriso soddisfatto dsi forma sulle labbra del Dainin, mentre il piccolo Ken si prende un attimo per firmare qualche rudimentale autografo agli ammiratori del padre. < Scusate… > La voce di Azrael si perderebbe nel brusio, essendo essa soltanto un flebile sussurro atto a non rovinare la sacralità del luogo, ma questa buona intenzione dura ben poco < SCUSATE! > Tuona, autoritario, portando tutti a mettersi sull’attenti, in religioso silenzio. < Benissimo. Lui è Ken, mio figlio. Fategli fare un giro della Magione e lasciatemi da solo qui con Raoku. > Quelli che sta proferendo non sembrano proprio richieste o domande, sono veri e propri ordini. E, come tali, non verrebbero discussi, ma verrebbero semplicemente eseguiti, con un Ken molto contento di capeggiare uno stuolo di ragazzi e ragazze più grandi adibiti a fargli da guida. Ora potrebbe dedicarsi unicamente a colui che gli interessava incontrare. < Ciao Raoku. Chiamami solo Azrael o Az, se preferisci. Finché non siamo in missione o non sono un tuo sensei non serve essere formali. > Gli sorriderebbe, andando a muovere qualche passo per portarsi dinanzi alla rappresentazione di suo padre, prendendosi un attimo di raccoglimento e silenzio, compiendo un rispettoso inchino nei riguardi del Settimo. < Buongiorno papà. > Direbbe, osservando occhi negli occhi con la rappresentazione del padre, con lo sguardo lucido della consueta commozione che prova pensando ai suoi illustri natali. < Sono venuto per parlare con te, Raoku, così come ti avevo detto nella lettera. E quello non è un mio allievo, ma mio figlio. E nipote del Settimo. > Si volterebbe, andando a prender posto sotto il ritratto del padre a gambe incroxiate, pronto a continuare la discussione che sta avviando con l’Oshiba. < Raccontami un po’, so che sei di ritorno da una missione. Sono curioso di sapere come è andata. Qualche altro idiota portato dietro le sbarre? > Acido e caustico nelle sue considerazioni riguardo Reykas, mostrando a pieno quanto non apprezzi per nulla il tradimento e la stupidità in generale. [ Chakra ON ]

12:30 Raoku:
 Lo stuolo di ammiratori viene messo in riga con fare perentorio da Azrael che, senza troppi giri di parole, comanda a bacchetta le giovani leve dei Nara dichiarando apertamente che è giunto lì per parlare con lui. La cosa, almeno inizialmente, mette in non poco imbarazzo lo stesso Raoku: preso di mira da alcune occhiatacce da parte degli altri giovani Nara, costretti a fare da balia al piccolo Ken, l'Oshiba arrossirebbe appena rispondendo a quegli sguardi con lo stupore tipico di chi in fin dei conti non ne sapeva niente di quella visita a sorpresa. Se ne rimarrebbe dunque in silenzio finché lo stuolo di ragazzi e ragazze, capeggiato dal bambino, non se ne sia andato, quindi dedicherebbe la sua intera attenzione allo shinobi leggendario e alle parole che gli rivolge. Annuisce appena quando gli chiede di essere meno formale, quindi rimarrebbe ancora in silenzio lasciando quell'istante di intimità tra Azrael e lo "spirito" di suo padre, rappresentato nell'effigie appesa sulla parete del Dojo. A sua volta andrebbe a piegare il capo al suo indirizzo, in una muta manifestazione di rispetto per il defunto Settimo, prima di tornare ad ascoltare le parole di Azrael e a sollevare di conseguenza gli occhi verdi sul volto dell'uomo. <Non sapevo che avessi un figlio, Azrael-sama...mi sembra un tipetto piuttosto allegro> niente, non ce la fa a dargli quella confidenza che si potrebbe dare ad un amico intimo: in fin dei conti è un consigliere di Konoha, non il barista del quartiere. Nel pronunciare quelle parole sposta lo sguardo appena un poco per osservare il codazzo di Nara intenti ad inseguire il bambino, quindi lo riporterebbe sul volto di Azrael andando a sedersi di fronte a lui, incrociando a sua volta le gambe e ponendosi sul pavimento sotto lo sguardo attento e fisso del Settimo <Ai, in effetti sì...> ammette, con un lieve sorrisetto <l'incarico era di riportare in cella un evasore fiscale di vecchia data, deve scontare una pena piuttosto lunga ma aveva approfittato dell'assalto alle prigioni per scappare e rifugiarsi in un villaggio piuttosto sperduto verso i margini del Paese. Di per sé non ha dato troppi problemi...> gli racconta <...non fosse stato per i due scagnozzi della Yakuza che volevano assassinarlo, sarebbe stata una semplice missione di recupero> non vuole sminuire l'incarico che ha ricevuto, ma il suo tono pare pratico e conciso nel fare quella specie di stringato rapporto. Non gli rivela la fine che hanno fatto i due criminali, non sa quanto possa interessare ad Azrael quel dettaglio ed eventualmente lascia alla curiosità del consigliere la possibilità di chiederglielo. <Azrael-sama...> proseguirebbe dopo un istante in cui, eventualmente, avrebbe atteso eventuali domande o richieste di precisazione <...quel tipo, quello che ho catturato durante la mia prima missione...era un Nara, non è così? Non mi ha detto il suo vero nome, si è fatto solo chiamare Mr. Strange, ma sono abbastanza sicuro di avergli visto comporre il sigillo del Ratto e di aver notato la sua Ombra manifestarsi, anche se poi non l'ha utilizzata in alcun modo...> fatto strano questo, di cui non riesce a darsi grandi spiegazioni, specie perché Reykas è un ninja di livello chūnin a differenza sua <...chi era e che ne è stato di lui? L'ho affidato a Yami-dono e agli altri Anbu, dopo averlo catturato con la Kagemane, ma non ne ho saputo più niente...> gli chiederebbe, alzando le iridi verdi sul di lui volto e andando a ricercare gli occhi di lui, valutandone le reazioni. [chk on][Equip. come sopra]

12:56 Azrael:
 La mandria di nuove leve seguono il piccolo Ken che, a petto gonfio e testa alta, li conduce come un sergente in guerra. Non gli passano inosservati gli sguardi di accusa nei riguardi di Raoku, né il suo imbarazzo ed il rossore che gli striscia sulle gote, ma non se ne interessa granché. È più che certo che l’Oshiba possa, in maniera egregia, sostenere qualunque sguardo invidioso da parte degli altri. Sorride, notando come l’altro gli siede di fronte ed inizia a parlare, senza riuscire a rivolgergli un saluto più amichevole, come da egli stesso richiesto. Lo comprende, lo comprende bene. Anche il Dainin, in tempi non sospetti, faticava a lasciar andare la sua ammirevole educazione nei riguardi di chi era più alto in grado o verso quelli per cui nutriva rispetto. Adesso, tuttavia, è abituato a chiamare per nome persino l’Hokage, avendo iniziato assieme a lui il percorso di crescita che lo ha portato dove è adesso, sul trono del Villaggio. Il resoconto della missione appena svolta con Harumi non gli dice nulla di nuovo, le scartoffie riguardanti le missioni da svolgere arrivano direttamente sulla sua scrivania, pronte ad esser firmate e svolte da chi volesse dare una mano al Villaggio. Resta totalmente impassibile in volto, riflettendo attentamente sull’eventualità di trovarsi egli stesso in una situazione analoga. < La missione viene prima di tutto. > Chioserebbe, attento a non interrompere mai le altrui parole con le proprie < Ma, non fosse stato uno dei requisiti, la pena per quell’uomo sarebbe stata la morte. > Il volto diafano resterebbe privo di accezioni emotive anche nel momento in cui decreta, col proprio dire, la volontà di porre fine alla vita di un uomo. < Molte, moltissime persone non mangiano, perché quei soldi sono riservati alle tasse o, semplicemente, non ci sono. > Principierebbe, con un profondo sospiro ad inframezzare le di lui frasi < Ed altrettante persone muoiono per il piacere degli uomini affiliati alla Yakuza. Anche innocenti. Non sono contrario alla pena carceraria, lungi da me proporre l’idea di portare a morte chiunque compia un reato, ma nel momento stesso in cui cerchi di scappare, sei automaticamente un recidivo, che dalla vita carceraria non ha tratto nulla della riabilitazione che ne dovrebbe conseguire. E chi non ha intenzione di apprendere, per quel che mi riguarda, può essere destinato solo alla fine ultima. > Un discorso particolarmente filosofico, che dice molto della mentalità del Dainin, di tutte le volte in cui ha assistito a morti innocenti, di tutti i traditori che ha visto fuggire e di cui ha dovuto subire le conseguenze, benché l’ordine di lasciarli liberi venisse direttamente dalla Magione, sotto forma di esilio. Il discorso, per quanto pesante, si perderebbe poi in un leggero risolino distratto ed in una battuta di spirito < Ma, per fortuna, la giustizia di Konoha non è decisa da me, no? Io la faccio solo rispettare secondo i dettami di Hitomu. > Scuoterebbe il capo, infine, andando ad ascoltare le successive parole, perlopiù domande, da parte dell’Oshiba. Egli non può sapere che l’ANBU che ha appena nominato, che gli si è palesato al fianco come teletrasportato, benché non avesse neanche usato la dislocazione, fosse proprio l’uomo che ha dinanzi ed il nara non ha intenzione di lasciare indizi che potrebbero portarlo a tale conclusione. < Reykas Nara, grado chuunin. > Pronuncerebbe in tono calmo e pacato, dando delucidazioni in proposito dell’identità del mukenin, identità che egli stesso ha scoperto nel momento stesso in cui è stato incarcerato nelle celle ANBU, dopo apposite ricerche sul suo conto per stilare un accurato fascicolo, ma che potrebbero provenire dalla Magione stessa o da una previa conoscenza del Dainin nei riguardi del traditore, per quanto ne sa Raoku. < Se davvero Yami lo ha preso in custodia, potrebbe essere già morto. Nel periodo in cui ha capeggiato le forze speciali Yami era famoso per la sua crudeltà e per il pugno di ferro che adottava con qualunque criminale. > Informazioni generali, che il Dainin darebbe con un lieve sorriso ad increspargli le rosee sottili. < Ma senza un ordine della Magione o dell’attuale Generale, probabilmente marcirà in cella finché il suo cuore non cesserà di battere. > Concluderebbe le risposte che gli erano state richieste dall’interlocutore per fargli, a fine discorso, quando il silenzio ormai sarebbe sceso denso tra i due, una domanda fondamentale, la cui risposta gli preme davvero, davvero tanto. < Tu come stai? Intendo, come ti ha fatto sentire? Dar fiducia ad un ninja che, sulla carta, avrebbe dovuto guidati e venir tradito. Aver assistito ai probabili ultimi momenti della libertà di un uomo. Come ti sei sentito e come ti senti ora? > [ Chakra ON ]

13:18 Raoku:
 Ascolta con estrema attenzione le parole del Dainin, cercando di farne proprie e di capirne appieno il significato. Non lo interrompe - non si permetterebbe mai di fare una cosa del genere - ma lo sguardo si fa attento e particolarmente serio, la fronte si corruccia appena nell'apprendere quella dissertazione un po' filosofica ma neppure troppo sulla giustizia e sul senso civico dello stesso Azrael. <Azrael-sama...capisco quello che mi sta dicendo ma...noi shinobi grazie ai nostri allenamenti disponiamo di un potere diverso da quello dei criminali civili. Dare la morte...> cerca di spiegarsi, dato che l'esperienza della sua prima uccisione è ancora fresca nella sua memoria <..è qualcosa di irreparabile. Non è forse nostro dovere garantire la fiducia del Villaggio anche verso chi ha sbagliato, costringendolo in prigione e spingendolo a redimersi? Al di là della missione, dare la morte ad un civile che non può competere con le abilità di un ninja, non è forse...ingiusto?> è un dubbio di stampo altrettanto filosofico ed etico quello che Raoku pone al Dainin, un dubbio che evidentemente lo assilla <Mi sono trovato ad uccidere in quest'ultima missione> gli spiega <e anche se si trattava di una criminale della Yakuza, per un istante ho avuto pietà di lei quando l'ho vista esanime al suolo. Forse avrei potuto catturarla, avere maggiore pazienza e tentare un attacco meno distruttivo...> scuote il capo, leggermente, gli occhi posti sul volto di Azrael <so che la morte fa parte del mestiere di uno shinobi e non provo rimorso nell'averlo fatto, Azrael-sama, ma sentivo di avere il pieno controllo della situazione e ho comunque scelto di uccidere. E il dubbio che avrei potuto agire diversamente ancora non mi ha abbandonato...che avrei potuto agire meglio evitando di spegnere una vita> gli rivela. L'argomento intanto si sposta sul fantasmagorico Mr. Strange che, finalmente, ha adesso una reale identità. <Reykas Nara...> ripete quel nome, ma alla mente non gli sale nessun ricordo di qualcuno che gli abbia parlato di un certo Reykas <...non lo conoscevo prima di quella missione, solo la mia ragazza me ne aveva parlato avendolo incontrato per caso> non si accorge neppure di aver definito Azumi la sua fidanzata, ne ha parlato senza rifletterci troppo. Ascolta il dire di Azrael, non sospettando minimamente che il Dainin possa essere in realtà lo stesso Yami, quindi annuisce con fare grave <Adesso che so in che condizioni grava, mi dispiace per lui. Ma ha perso completamente il controllo, si è dimostrato un individuo pericoloso. Specialmente perché di grado chūnin...> gli risponde, alzando nuovamente gli occhi sul volto dell'altro, uno sguardo che esprimere determinazione e sicurezza nel parlare <non posso dire che mi fidassi troppo di lui, in realtà. A parte il nome da maniaco con cui si è presentato...beh, mi ha lasciato praticamente solo per tutta la missione> ammette, senza falsa modestia < come mi sento? Non saprei dirle, Azrael-sama...> ammette, un mesto sorriso che si dipinge sul suo volto <da un lato mi sento fiero di aver imprigionato un criminale e di aver evitato che quella donna morisse, così come per i complimenti che mi ha rivolto Yami-dono per la sua cattura, dall'altro mi dispiace per il clan e per il disonore di cui si potrebbe essere macchiato... > storce un istante le labbra <...non ho ancora rivisto la sensei Furaya, dati i miei ultimi impegni per l'Hokage, ma non credo sia troppo contenta che il clan abbia sfornato un traditore...> conoscendo la sua mentore, probabilmente ne è indiavolata a dir poco. Azrael, in tutto questo, potrà aver notato facilmente come Raoku abbia usato il termine sensei per definire la capoclan, qualora non fosse a conoscenza del fatto che il giovane Oshiba sia l'allievo della figlia di Ryota. [chk on][Equip. come sopra]

16:25 Azrael:
 Il ragionamento di Raoku è sensato, ma il Dainin che ha di fronte ne ha viste tante, troppe. Veramente, veramente troppe. E ha pensato più e più volte a questo discorso che ora sta affrontando con lui, tanto da non far attendere molto la propria risposta. < Come ho detto, Raoku, io non credo che tutti i criminali debbano morire. Tra i criminali possono esserci attenuanti ed aggravanti che li hanno portato al loro status. Variabili che io non posso conoscere, che nessuno può conoscere. Ma è giusto che per il crimine si paghi, a priori. Ora, ci sono possibilità che la persona in questione comprenda il suo errore e che sia riabilitato, quelle sono le persone che lascerei vive. Ma i recidivi, coloro i quali, finito il loro tempo di prigionia, si mettono nuovamente in situazioni che vadano contro la legge. Quelli sono gli stupidi. Le persone senza possibilità di apprendere. E, pertanto, non avrei rimorso a porre fie alla loro vita. Civili o ninja che siano. > Terminerebbe questa parte del proprio dire, prima di affrontarne un altro aspetto, ugualmente importante. < Abbiamo un grande potere rispetto ai civili, è vero. Ma il mondo non rispetta un ordine preciso in cui i civili nuociono solo ai civili e i ninja soltanto ai ninja. Abbiamo più responsabilità, proprio perché siamo più forti. Se tu avessi avuto pietà di quella donna e lei avesse ucciso una bambina? Una donna incinta? Un anziano? > Non potrebbe mai soprassedere mai su questo punto. È un concetto troppo radicato nella sua mente. Ed il motivo è molto semplice, per quanto egoistico. < Mio padre, il Settimo, è morto contro un criminale. Il criminale più temuto e ricercato della storia. Colui che uccise, prima di lui, anche Shikamaru. E se lo avessero fermato la prima volta? Khalux sarebbe ancora vvo. Io avrei potuto avere un padre. > Quel che ha fatto Shin in vita sua è più che risaputo, soprattutto all’interno del clan Nara. < Mia madre, quella adottiva, ha passato la maggior parte della sua vita in carcere per un omicidio che ha commesso per salvarmi la vita da suo marito. E ha scelto di restare in carcere per oltre vent’anni, perché voleva pagare a pieno per il suo errore. Per questo non ammetto che un genere specifico di persone restino impunite. > Terminerebbe così la propria spiegazione, dando anche qualche intimo cenno di sé, per assicurarsi d’essere più chiaro nella spiegazione. Questi, tuttavia, sono soltanto pareri personali maturati da esperienze che, inevitabilmente, lo hanno portato ad un certo nichilismo, ad una sfiducia piuttosto radicata nel cuore del Dainin. Per quanto riguarda Reykas, invece, Azrael si esprime in un’emozione più forte, chiaramente visibile tra i lineamenti perfettamente curati del suo volto. Disguato. Il muscolo laterale agli angoli della bocca si contrae, portando le rosee in una smorfia distorta che dura qualche istante, abbastanza da essere visibile. < Per rappresentare un disonore per il clan, dovresti avere una dignità. Ryota è un disonore per i Nara, ma viene ricordato in quanto uomo valoroso, che ha fatto molto, seppur dal lato sbagliato. Questo Reykas… tra un paio di giorni nessuno se ne ricorderà più. > La mancina passerebbe tra i capelli corvini, riavviandoli in un gesto fluido, che consentirebbe anche al volto di tornare neutro e di passare ad argomenti più leggeri. < La tua ragazza? Una kunoichi anche lei? > Domanderebbe, genuinamente curioso della vita privata dell’Oshiba. [ Chakra OFF ]

16:34 Azrael:
 EDIT: Chakra ON

16:50 Raoku:
 La spiegazione di Azrael è chiara, ribadendo un concetto su cui Raoku non si era in verità soffermato così tanto ma che adesso, proprio attraverso le parole del Dainin, penetra a fondo nella mente del giovane Nara: le nostre azioni hanno sempre conseguenze su ciò che ci circonda. Avrebbe potuto capirlo da solo, forse era lo stadio successivo del concetto di base che tutto è uno e uno è tutto: ogni azione comporta una reazione, e questa è azione per un'ulteriore reazione creando una catena di eventi che si propagano a macchia d'olio. In altri tempi e altri luoghi, l'avrebbero chiamata teoria del caos: un battito d'ali di una farfalla in un'emisfero, crea un ciclone nell'emisfero opposto. Eppure questo pensiero, proprio perché assorbito a fondo nella mente di Raoku, gli lascia un dubbio sostanziale, un qualcosa che sente di dover esprimere nonostante il fatto di trovarsi in disaccordo con un ninja leggendario come Azrael lo ponga in uno stato di non poca soggezione. Innanzi tutto ne ascolta con grande attenzione tutto il racconto, fino alla fine, cogliendone anche quegli spunti del tutto personali su di lui: quello relativo a Khalux, essendo lui un appassionato della storia antica del Villaggio, già lo conosceva, mentre quello relativo alla madre adottiva lo coglie quasi di sorpresa, non attendendosi una rivelazione così intima da parte di uno shinobi tanto importane a quello che è, in fin dei conti, un insulso genin. <Capisco il tuo pensiero, Azrael-sama...eppure non riesco a condividerlo fino in fondo> è tuttavia costretto ad ammettere, una volta che questi abbia cessato la propria spiegazione che pare quasi perentoria <mio padre è stato ucciso dai criminali che hanno preso parte agli assalti di Ryota e Kuugo, e io...> i pugni del genin si stringono, poggiati seraficamente sulle ginocchia, come in un moto d'ira <...io li odio per questo. Se oggi mi trovassi di fronte al criminale che ha massacrato in quel modo mio padre> meglio sarebbe stato dire "incenerito", ma sembra evitare i particolari macabri <tenterei di ammazzarlo con tutto me stesso, ne proverei il desiderio affinché non generi più il male di cui abbiamo sofferto io e mia madre. Però mi rendo conto che non agirei secondo giustizia> gli occhi verdi fissano il volto di Azrael, che potrà notare il fulgore di quella rabbia repressa nel fondo delle iridi <agirei soltanto spinto dalla forza del mio odio, dalla volontà della mia vendetta> sembra riprendere fiato adesso, i pugni che si rilassano lasciando riaprire i palmi delle mani in cui rimarrebbero visibili i segni lasciati dalle unghie, tanto era serrata la stretta precedente <quando ho incontrato Furaya-sama per la prima volta, ero colmo di questa voglia, volevo diventare più forte per difendere il Villaggio e vendicarmi dei criminali che un tempo l'hanno attaccato...ma la sensei mi ha aiutato in questo. Mi ha insegnato a focalizzarmi su qualcos'altro, sul bene superiore della Foglia> gli risponde, un sorriso che si apre ora sulle labbra del ragazzo <come posso pensare di agire per il bene, se pensassi di avere il diritto di decidere del bene e del male indiscriminatamente? Quello che hai detto è giusto, Azrael-sama: bisogna agire ed evitare che certi soggetti compiano il male in futuro, coinvolgendo altri innocenti. Eppure non riesco a togliermi dalla testa un pensiero: come possiamo noi sapere quali reali conseguenze hanno le nostre azioni? Ho ucciso quella ragazza, nell'ultima missione> riprende il suo stesso esempio <ho spento la sua vita pur avendo le capacità e il potere per catturarla ed imprigionarla. Le ho negato la possibilità di redimersi, di migliorarsi. E se un giorno avesse deciso di cambiare strada? E se avesse avuto parenti, genitori, amori, oppure anche figli? Non subirebbero loro allo stesso modo il dolore che ho sofferto io?> è una domanda che potrebbe apparire retorica, ma dal tono che usa Raoku non sembra esserlo affatto. Il discorso si sposta poi su Reykas e il disgusto nei confronti di Mr. Strange da parte di Azrael pare visibile. Ne ascolta il dire, annuendo semplicemente <Beh, quantomeno non è riuscito a fuggire: è rimasto imprigionato nella mia Kagemane, e comunque se non ce l'avessi fatta io a catturarlo ci sarebbero stati gli Anbu. Yami-sama ha detto che stavano già monitorando la situazione...> gli spiega, ignorando ovviamente la doppia identità del suo interlocutore. Che, con una semplice domanda, riesce a metterlo in totale imbarazzo. <Ehm...ah....> la mano destra si alza a grattarsi la nuca, visibilmente sulle spine in questo momento <...eh, beh...diciamo di sì, ecco...è una deshi comunque, sta ancora frequentando l'accademia. Lei dice...si chiama Azumi....dice che quando sarà genin vuole tentare di diventare un ninja-medico...> gli rivela, visibilmente arrossito sulle guance nel parlare della ragazza dai capelli rosa.

18:35 Azrael:
 Quel che il Dainin sta cercando, in questo momento, non è la ragione assoluta delle proprie convinzioni, che siano esse logice o irrazionali. Quel che sta cercando è, invero, di tastare e testare le capacità del ragazzino che ha di fronte. così giovane, eppure di così buone speranze. Ha già appreso che egli si trova sotto l’ala di Furaya e non vi ha fatto alcuna menzione, convinto che le parole dell’attuale capoclan siano già state espresse in merito ai dubbi dell’Oshiba, ma il Nara ha un altro punto di vista da offrirgli. Il proprio punto di vista. < Le domande che poni sono giuste, Raoku. Ma vanno eviscerate qui e adesso. non in battaglia. Il dubbio non è ammesso, quando sei di fronte ad una minaccia. > In verità quanto ha appena detto è un complimento velato e sottile sulle capacità intellettive del Genin, oltre che una considerazione personale < In più, anche io so che questo mio parere non segue la giustizia, per questo motivo ho giurato di servire il Villaggio alle regole che esso comanda, con i dovuti compromessi. Io… credo di essere l’arma più forte che la Foglia ha a disposizione. Nessun ninja può rivaleggiare con me e Hitomu non può esporsi troppo. Quando le cose stanno così, quando hai un Villaggio intero sulle spalle, quel che pensi o credi tu viene messo da parte. tuttavia è importante che tu lo abbia ben presente, perché siamo umani, prima ancora che ninja e, in quanto tali, dobbiamo assicurarci che il nostro equilibrio psichico non venga mai rotto. > L’informazione che Raoku dà sulla sua famiglia è l’esempio perfetto che il Dainin trova per rafforzare la propria tesi < Quando e se incontrerai quel criminale lo odierai, vorrai ucciderlo, ma avrai vissuto tutta la tua vita assimilando questo sentimento e gli impedirai di esplodere, di farti essere irrazionale ed impreciso. > Terminerebbe, aggiungendo una piccola postilla a quanto Furaya stessa ha instillato nel cuore dell’Oshiba con le proprie parole riguardo il bene superiore < La vendetta, a prescindere dalla tua appartenenza a Konoha o no, non è un obiettivo di vita. Il motivo risiede nel fatto che vendicarsi è un’azione finita. Una volta compiuta, cosa ti resterebbe? Il vuoto. Per questo non è da prendere in considerazione come fine ultimo. Tuttalpiù come incentivo. > Sorriderebbe, a questo punto, andando a concentrarsi sulle questioni più leggere, più personali, ridacchiando del rossore che ha preso possesso del volto del giovanissimo Genin < Oh, andiamo! Non essere in imbarazzo, non sei un bambino, persino io ho una ragazza! > Direbbe, con la voce leggermente più alta a causa dell’ilarità e del fatto che la nomea del Nara non è di uomo accasato, bensì di casanova. [ Chakra ON ]

19:03 Raoku:
 Si ritrova ancora una volta ad ascoltare con estrema attenzione le parole di Azrael, quasi quell'incontro fosse una lezione di filosofia e di confronto sui rispettivi pensieri in merito all'etica e alla giustizia. Ne approfitta, in realtà, il giovane Nara: non capita certo tutti i giorni di poter parlare di certi argomenti con il Dainin della Foglia. Un sorriso arguto gli spunta sul volto <Non fraintendermi, Azrael-sama...> gli assicura, una volta che l'altro abbia terminato il suo discorso (mai lo interromperebbe) <non ho avuto dubbi nel momento in cui ho sferrato il colpo di grazia a quella donna, in missione. La mia compagna era al suo primo incarico, non volevo lasciarla sola troppo a lungo rischiando di tergiversare per catturare quella criminale, e quando ne ho avuto l'occasione sono riuscito a prevedere il suo assalto e a finirla con un jutsu...Non mi è mai passato per la testa, sul momento, di lasciarla andare> gli assicura <è stato dopo, conclusa la missione, nel vedere il suo corpo senza vita che ho avuto la consapevolezza di ciò che avevo fatto e di ciò che comportava> ammette <ho deciso volontariamente di perdere il controllo e di spezzare con la pura forza una vita per completare quanto prima la missione, ma non ho agito da impulso per difendermi da un nemico che non riuscivo a controllare. Avrei potuto catturarla. Per questo mi chiedo se posso ritenere di aver davvero operato per il meglio, o se invece ho utilizzato le mie capacità per percorrere la via più facile> è questo dunque il nocciolo del dubbio che gli è rimasto dall'ultima missione, segno forse di una fermezza fin troppo severa nel giudicare il proprio percorso. Che siano i duri insegnamenti di Furaya ad averlo reso così, oppure c'è dell'altro? Si parla poi di vendetta, ma su quell'argomento il pensiero di Raoku è perfettamente concorde con quello del Sadico: frutto forse anche delle parole di Furaya, o meglio di quel che esse hanno generato nella mente del giovane Nara, si limiterebbe ad annuire con gravità e serietà a tali discorsi <Furaya-sama mi ha raccontato di quando ha ucciso suo padre...> gli rivela, spiegando così da dove gli derivi quell'insegnamento sul bene superiore <...si sta impegnando molto per insegnarmi a mantenere il controllo completo delle mie emozioni, per evitare che la rabbia o la vendetta prendano il sopravvento. È un'ottima insegnante in questo... sembra di sentire lei nell'ascoltarti, Azrael-sama> sul volto di Raoku si apre un sorriso felice al pensiero della sensei che in effetti non vede da alcuni giorni, a causa dei suoi impegni in missione <anche insegnandomi a sfruttare al meglio le mie capacità innate, mi ha spiegato come il rapporto tra me e l'Ombra sia destinato a mantenersi saldo solo se riesco a tenere libera la mente. Su questo mi sto ancora impegnando, non è un percorso facile da intraprendere ma sento che pian piano ci sto riuscendo...> gli racconta <sai, Azrael-sama, la bambina che era con me in missione avrà avuto sì e no una decina di anni...eppure non prova la benché minima emozione. Ho imparato a conoscerla un po', lei lo ritiene una specie di disturbo ma per molti shinobi sarebbe manna dal cielo una capacità del genere in battaglia> non per niente, Harumi ha sgozzato il tizio che lui aveva bloccato con la Kagemane senza neppure battere ciglio. Dentro di sé invece, Raoku avverte ancora distintamente il timore atavico di rivedere sua madre, quel bolo di tristezza e sofferenza che finora nel corso dei suoi lunghi e incessanti - e anche adesso, evitando di parlarne con Azrael - che ancora non si sente pronto ad affrontare pur sapendo, come gli ha anticipato la stessa Furaya, che quella è una prova cui dovrà sottoporsi prima o poi. Fortunatamente la rivelazione della ragazza dà lo spunto ad Azrael per metterlo in imbarazzo: non una situazione piacevolissima in realtà, ma sempre meglio che assecondare la dolorosa deriva che avrebbero potuto prendere i pensieri del ragazzo <beh...no, un bambino non direi proprio...> ammette, con un certo imbarazzo ancora ma anche con una neppure troppo velata punta d'orgoglio. Il pensiero di qualche sera prima, del corpo di Azumi stretto al suo, si riaffaccia provocatoriamente all'orizzonte ma, cercando di esercitare quel controllo emozionale di cui parlava prima, cerca di spingere via tale immagine nascondendosi in una risata che fa eco a quella del Dainin <è una relazione che ho iniziato da poco, ecco...però è una cosa seria...> ammette <...parecchio seria, direi...> chiarisce, riuscendo solo adesso a reprimere un po' del proprio imbarazzo. <È la madre di Ken?> chiede poi, a bruciapelo <la tua ragazza, intendo, Azrael-sama> si accorge poi che potrebbe risultare indiscreto <se posso chiedere, ovviamente....> aggiunge con tono più sommesso, come cercando di recuperare in corner. Non sta parlando con l'amicone del bar, per un momento sembrava esserselo scordato. [chk on][Equip. come sopra]

19:33 Azrael:
 I dubbi successivi ad una missione. Il rimorso della prima uccisione. Da quanto tempo non prova queste cose? Non ricorda neanche di averle mai provare, in verità. È sempre stato troppo arrogante, troppo tronfio. Tuttavia uno spunto importante di riflessione c’è e riguarda proprio gli insegnamenti di Furaya. Non ha intenzione di darli per errati, non si permetterebbe mai e poi mai, tuttavia è importante che ogni persona, specie se così giovane, abbia più campane da ascoltare, per formare il proprio pensiero nel mezzo e non diventare una pallida copia. < Per quanto possa sembrare strano, per me il controllo emozionale è una cazzata. > Una punta di volgarità viene inserita nel proprio dire e non a caso. Vuole alleggerire il discorso, vuole portare Raoku ad avere una maggiore confidenza con lui, come fosse una sorta di sfida personale. < Non so come Furaya riesca a reprimere le sue emozioni la maggior parte delle volte, ma… per me è il contrario. Dopo aver sofferto, aver pensato a lungo e aver tentato di farlo, sono arrivato alla conclusione che io, Azrael Nara, sono la persona più incline al mondo al farsi trasportare dalle emozioni. E mi va bene così. > Un sorriso gli si allargherebbe sul volto a tale affermazione, mostrando le arcate di denti perfettamente candidi e curati e mettendo in mstra i canini particolarmente affilati < Ho ucciso un quantitativo di persone pari alla popolazione di Konoha… > Un attimo per pensare, per fare un calcolo sommario di tutte le persone che ha portato alla fine ultima in relazione alla popolazione del Villaggio < …almeno moltiplicato per dieci, suppongo. E lo rifarei, cavolo se lo rifarei. So che è stato necessario, so che ho fatto del bene. Forse anche del male, ma in missione è quasi sempre te o loro. Essere sicuri che quella morte farà del bene alle persone e al Villaggio che ami o la possibilità non certa che farai del male ad altre persone, magari parenti o familiari della persona uccisa. Si arriva, forse un po’ freddamente, ben presto a comprendere quale sia la soluzione statisticamente più logica. > Il volto del Nara rimane quasi allegro al pensiero di tutte le vite che ha strappato, dando sfoggio della naturalezza con cui l’ha fatto e della parte più oscura della cosa, il divertimento. < Oramai, avendo accettato il mio modo di essere, lo assecondo. Faccio combaciare il mio divertimento col bene di Konoha. Ed eccomi qua, a far esplodere enormi costrutti e flotte di pirati. > Un semplice richiamo alle ultime missioni di livello S ed A che si è ritrovato ad affrontare con esiti spettacolari e distruttivi. < Ad ogni mdo, è più che naturale che il mio modo di parlare ti ricordi Furaya, chi pensi l’abbia vista crescere? Ho gli occhi puntati su di lei da quando era appena una deshi, convinto che sarebbe diventata la ninja dall’incommensurabile valore che è adesso. > Un leggero risolino si farebbe spazio tra le rosee appena schiuse del Dainin al pensiero di essere stato in ogni parte della propria vita sempre accostato alla kunoichi, spesso in ruolo di sua guida o superiore. Ricorda persino di aver presenziato al suo matrimonio in qualità di testimone del defunto marito, ma queste sono informazioni personali che non sente di dover dare. La sua concentrazione andrebbe, adesso, sulla domanda che Raoku gli ha fatto riguardo la sua compagna di vita e la madre di Ken. Non gli dirà che la madre di Ke è la sua stessa madre, che il piccolo è frutto di uno stupro e di un incesto assieme, quello sarebbe davvero, davvero troppo. Si limita a rispondere cordialmente, buttandola anche un po’ sullo scherzo < No, no… Kaori non è la madre di Ken. Diciamo solo che, quando avevo la tua età, “relazione seria” era quasi una parolaccia, ecco. > Si limiterebbe a dare questa idea di sé, nel momento in cui proprio lo stesso bambino scende correndo dalle scale del piano superiore, per raggiungere i due “Papà! Papà! Li ho seminati tutti. Mi stanno cercando e hanno paura di tornare qui senza di me perché ci sei tu!” Direbbe il piccolo Ken, con la voce rauca a causa del suo recupero solo negli ultimi tempi della capacità di parlare, ma con la classica verve di un bambino dispettoso e vivace che andrebbe, poi, a fare ‘ciao ciao’ con la manina in direzione di Raoku, per educazione. [ Chakra ON ]

20:00 Raoku:
 Si ritrova a farsi strappare una risata: quella volgarità gettata lì, così come quel giudizio pressapochista sul controllo emozionale, non se l'aspettava proprio. Lo coglie di sorpresa e la cosa suscita in lui un istante di ilarità. <Beh, è un'opinione come un'altra. A me personalmente aiuta> gli rivela, andando comunque a difendere e sostenere la propria linea di pensiero <in missione se devo pensare ad una strategia da attuare, a come sorprendere il mio avversario e raggiungere l'obiettivo che mi sono preposto, più mantengo la mia calma interiore e più riesco a far lavorare il cervello. Anche se spesso poi finisco per dover dar retta al puro istinto> ammette, con un pizzico di rammarico nel tono, ricordando quanto non gli piaccia fare ciò: lasciarsi andare unicamente alle spinte emozionali del momento, al guizzo di un istante e non agire dopo aver ragionato con fredda lucidità ad un piano d'azione. <Quando quel Reykas ha tentato di ammazzare l'ubriacona, sono stato costretto ad agire d'impulso, ad esempio> gli racconta <non rientrava affatto nei miei piani, è stata la situazione a richiederlo. Stento a credere che se quel tipo> Mr. Strange, appunto <fosse stato in grado di controllare le proprie emozioni avrebbe comunque agito in quel modo, perdendo completamente il senno. Se si ha il controllo su se stessi, anche agire d'impulso non è mai un'azione ... beh, un'azione sconsiderata, ecco> alla cazzo di cane, ma non se la sente di dire volgarità davanti ad Azrael sebbene questi non si faccia scrupoli. E anzi, continuando il suo discorso pare quasi divertito da quanta gente ha sterminato consegnandola al tristo mietitore <Azrael-sama...forse ti diverti davvero troppo ad uccidere...> ammette Raoku, lasciandosi andare ad una risata ironica e un po' stupito dal modo di fare del Dainin: non conoscendolo bene, e soprattutto avendo avuto a che fare più intimamente con Furaya, se lo immaginava come una persona più posata e controllata <io non riesco a farmelo piacere, non in questo modo almeno. In missione è me o loro? Non avrò mai dubbi in merito> gli assicura, qualora fosse stata questa la perplessità del consigliere della Foglia <ma non per questo spegnere una vita deve divertirmi o esaltarmi. Penso...> si sofferma un istante per pensare, elaborare appieno il concetto che ha in mente prima di esplicitarlo <...sono cresciuto con l'idea che le capacità di un ninja debbano essere volte alla salvaguardia del Villaggio e dei suoi abitanti, non allo sterminio delle genti esterne alla Foglia. So che può sembrare piuttosto banale a dirlo così> ammette <ma mio padre è morto per adempiere al suo dovere, e io voglio assumere questo scopo come mio nindō. Ucciderò, e conviverò con la cosa, se ne varrà della mia vita o del bene superiore del Villaggio che ho promesso di servire, ma non se potrò evitarlo> è deciso, il tono pacato ma come se questo fosse un suo personale comandamento, impresso a fuoco nel suo animo <togliere una vita è qualcosa di irrimediabile, Azrael-sama. Toglierla arbitrariamente, non ci renderebbe diversi dai criminali che combattiamo> asserisce con sicurezza esprimendo fino in fondo il suo pensiero. Il volto da serio però si rasserena quando Azrael gli parla del suo rapporto con Furaya <Quindi sei stato il suo maestro, è così?> gli chiede, anche se pare retorica come domanda <lei...è una donna che ha sofferto molto, ma è stata in grado di trarre maggiore forza da quello che ha subito> è sottinteso che è quello anche uno dei motivi che lega allievo e sensei e che forse ha spinto la stessa Furaya a chiedere a Raoku di diventare suo discepolo <la ammiro molto per questo...> non potrebbe aggiungere altro però, perché arriva il piccolo Ken che, da vero monello, sembra aver seminato lo stuolo di Nara cui era stato ordinato di tenerlo d'occhio. Non dice niente, lascia che il padre si prenda cura eventualmente del piccolo Ken, si limita soltanto a sorridergli in risposta a quel tenero ma educato saluto con la manina mentre interiormente se la ride della grossa nell'immaginare il panico degli altri giovani del Clan. Aspetterebbe dunque che il bambino si allontani, eventualmente, prima di riprendere il discorso, ben più leggero, delle avventure a donne. <Ah...capisco....> molto più di quel che Azrael può immaginare in realtà, ma sorvoliamo su questo dato che sono cose private tra lui ed Azumi e la stessa ragazza gli ha assicurato che non era in un periodo del mese a rischio <in effetti fa strano pure a me...ma Azumi...beh, mi ha colpito fin dal giorno in cui l'ho conosciuta. Non immaginavo di incontrare una ragazza come lei, ecco...mi ha colto completamente di sorpresa e quando le sono vicino non riesco nemmeno più a pensare con lucidità a nient'altro...> torna a grattarsi un po' imbarazzato la base della nuca <non si direbbe a prima vista, ma sono sicuro che diventerà un'ottima kunoichi. È molto determinata in quello che fa e soprattutto in ciò che vuole diventare...> un ninja medico, appunto, come gli ha riferito già in precedenza. [chk on][equip. come sopra]

12:44 Azrael:
 Alla fin fine, giustamente, sono soltanto opinioni differenti. Ed Azrael non vuole far valere la propria, ma unicamente presentare il proprio punto di vista, che – alla fine – è molto più generico di quel che sembra < Ogni persona è differente, Raoku. Un metodo che va bene per me, non andrà bene per Furaya o per te o per chiunque altro. C’è un numero impressionante di variabili da considerare. La personalità, la crescita da parte delle istituzioni, sia familiari che accademiche, le esperienze vissute e l’impatto che esse hanno sui fattori appena detti. Ogni persona è un po’ come l’acqua: prende la forma del contenitore in cui è riposta e se gliene dai uno troppo piccolo straborda, mentre in uno troppo grande il livello sarà basso. > ma, in fondo, a parlare, è un uomo che ha combattuto per tanto tempo contro le proprie emozioni ed i propri impulsi. U uomo che è andato via da Konoha, preferendo l’entrare in Akatsuki, proprio per timore di essere un pericolo per la Foglia stessa. Ha scelto di seguire Akendo perché lo aiutasse a trovare un equilibrio e, quando lo ha trovato, si è sentto pronto a tornare. < Ho promesso ad Hitomu la mia più totale fedeltà, ma prima di farlo ho pensato a lungo e sono giunto alla conclusione che dovevo mettergli davanti a carte scoperte tutto ciò che ero. Il mio pensiero ed i miei sentimenti, così gli ho permesso di fidarsi di me e a me ho permesso una permanenza nel Villaggio che non mi portasse ad impazzire ogni volta che sapevo di un criminale in libertà. Ma questa è soltanto la mia storia. Un giorno ne avrai una da raccontare anche tu, ne sono certo e non vedo l’ora di ascoltarla tutta. > Per quanto riguarda Furaya, invece, un grande sorriso gli si apre sul volto. L’affetto che prova per quella donna è molto radicato, le vuole bene, seppure i loro caratteri li abbiano portati spesso a scontrarsi verbalmente, persino mentre erano in vesti ANBU < Non sono mai stato direttamente suo maestro, non sono un ottimo insegnante. Tuttavia l’ho guidata in molte missioni e abbiamo avuto modo di conoscerci bene anche ad un livello più personale. Abbiamo combattuto fianco a fianco alcune delle battaglie che hai studiato sui libri di storia. Mentre lei uccideva Ryota, io ponevo fine alla vita di Kuugo, per esempio. > Non rimarca quell’evento per vantarsi, ma unicamente per sottolineare quanto i due abbiano combattuto fianco a fianco negli stessi momenti, in alcuni dei momenti di maggior crisi in quel di Konoha. < Le voglio bene e la ammiro molto e sono contento che sia la tua sensei. > Terminerebbe, dunque, accogliendo l’arrivo del suo piccolo figlioletto con un sorriso e accarezzandogli i capelli corvini < Ken, così farai venire un infarto a qualcuno. Lui è il ragazzo di cui ti ho parlato, fai l’ometto educato. > Ed il piccolo si metterebbe tra i due, davanti a Raoku, per tendergli la manina sinistra proponendogli una stretta di mano “Ciao, io sono Ken. E ti ringrazio per aver portato il traditore alla giustizia.” Gli direbbe, seppur sfiatando leggermente alla fine del proprio dire, a causa del suo mutismo durato anni e anni. “Anche il mio papà ha fermato tanti traditori, e anche nonno” Straparla, il piccolo, indicando con la destra l’effige di Khalux affisa alla parete alle spalle di Azrael. Qualora Raoku gli avesse stretto la mano, senza dir null’altro, andrebbe a farsi un giro per la stanza principale del Dojo, studiandone da solo tutti i dettagli, lasciando ancora qualche minuto di intimità ai due, permettendo al Nara di tornare con lo sguardo scuro sulla figura dell’Oshiba. < Sono contento che tu abbia trovato la tua metà. E avrei una proposta… Kaori è il primario all’Ospedale di Konoha, immagino tu lo sappia già e pensavo che, magari, potesse dare una mano ad Azumi, qualora volesse intraprendere la via dei ninja medici. Che ne pensi? > Terminerebbe, attendendo una risposta da parte dell’altro. [ Chakra ON ]

13:13 Raoku:
 Ogni persona è differente, questo è indubbio. Così come Azrael ha quindi il suo pensiero sull'etica dell'uccidere, tanto diverso è quello di Raoku. Non è presunzione quella del giovane Nara, nient'affatto: mutare il proprio pensiero accettando passivamente le parole del Dainin sarebbe stato facile, e non è che per certi versi (forse addirittura una stessa parte di lui, quella che ha goduto della sensazione di potere nell'aver ucciso quella scagnozza della Yakuza) non condivida le sue idee in merito all'argomento, ma ha preferito mantenersi fedele a quello che è il pensiero che da solo è riuscito a maturare. Indirizzato dagli insegnamenti e dall'esempio di Furaya, senza dubbio, ma il pensiero che poc'anzi ha espresso di fronte al Sadico - e che forse è ancora da smussare e perfezionare nella sua concezione un po' troppo radicale al momento - è frutto interamente delle proprie riflessioni. <Su questo mi trovi perfettamente d'accordo, Azrael-sama> commenta semplicemente, dopo aver compreso ed annuito alle parole dell'uomo <ognuno di noi è frutto del contesto in cui cresce e si forma. Probabilmente, se non avessi subito quanto ho sofferto, avrei frequentato l'accademia anni fa, sarei diventato un genin molto più giovane e spensierato di quanto possa esserlo adesso. Però questo è quello che sono, e la mia repulsione nell'uccidere senza remore è il risultato di ciò che ho sperimentato sulla mia stessa pelle> gli conferma <e di ciò che mi ha aiutato a crescere come uomo e come ninja. Detto questo, posso solo sperare che il cammino che ho intrapreso possa essere utile e portare benefici al Villaggio tanto quanto lo è stato il tuo, Azrael-sama> gli sorride, sentendolo esprimere la sua curiosità in merito al suo futuro: una curiosità che lo rincuora e, sotto un certo aspetto, lo riempie anche d'orgoglio. Perché, nel bene o nel male, l'impressione che ha è che comunque sia riuscito a farsi notare da un ninja leggendario del calibro di Azrael Nara. Il Dainin intanto gli spiega entrando maggiormente nel dettaglio il suo rapporto con Furaya. Raoku annuisce, confermando che conosce bene le vicende più recenti che hanno visto i due ninja combattere fianco a fianco nella liberazione della Foglia dai traditori Ryota e Kuugo. La stessa guerra che Raoku ha vissuto da bambino e che ha visto, tra le tante vittime collaterali, anche il suo stesso padre. <La sua decisione di prendermi come allievo mi ha sorpreso un po' all'inizio in realtà> ammette il giovane Nara, ricordando quella notte sul monte dei volti <me l'ha proposto la stessa notte in cui l'ho conosciuta, praticamente per caso. Non ha neppure messo alla prova le mie capacità all'inizio, potevo anche essere il deshi più scadente di tutta l'Accademia per quel che ne sapeva...> non era certo il suo caso dato si è sempre impegnato negli studi con buoni risultati come può testimoniare anche Azrael, intervenuto in una delle sue lezioni, ma Furaya difficilmente avrebbe potuto saperlo. Intanto il piccolo Ken giunge ad interrompere il dialogo tra i due, strappando un sorrisetto ironico a Raoku nel sentire le sue parole e nel concordare con Azrael che probabilmente a qualcuno di quegli adepti cui era stato ordinato di badare a lui sta sorgendo un qualche malore. Stringe delicatamente la manina che gli viene offerta, ascoltando paziente anche il dire, un po' affannato in realtà, del bambino. <Oh, ho...ho solo fatto il mio dovere> gli risponde, un po' sorpreso che anche il figlio di Azrael sia a conoscenza di quanto da lui compiuto <beh, sì, diciamo che loro sono stati molto più bravi finora. Ma spero di essere bravo quanto loro, un giorno...> gli dice poi concedendogli un sorriso e seguendolo per un momento con lo sguardo mentre si allontana tra le colonne della sala. <Azrael-sama... suo figlio, sembra che fatichi un po' nel parlare, come se gli mancasse un po' il respiro... sta bene?> gli chiede, avendo notato ancora una volta quel piccolo sfiato del ragazzino, quasi una specie di asma ai suoi occhi inesperti. L'argomento poi si sposta su toni decisamente più goliardici, toccando l'argomento "donne". Ascolta con interesse e anche un pizzico di sorpresa la proposta di Azrael. <Oh, sì, non ci avevo pensato in realtà> ed è la pura verità, non gli era nemmeno passato per la testa di chiedere quel tipo di favore ad uno come Azrael <penso che sarebbe un grosso regalo per Azumi, sicuramente le farà piacere. Lei però è ancora una deshi, anche se è molto determinata quando parla degli obiettivi che vuole raggiungere ha ancora il suo percorso formativo da completare. Magari incontrare Kaori-sama potrebbe aiutarla e stimolarla ancora di più però...se me lo consente, glielo proporrò più che volentieri> gli assicura <non saprei come sdebitarmi però, Azrael-sama... sono un semplice genin, non posso fare molto per te...> un po' di imbarazzo qui, inevitabilmente, torna a sorgere sul volto di Raoku spegnendo per un attimo l'entusiasmo che aveva generato quella proposta. [chk on][Equip. come sopra]

12:52 Azrael:
 Il discorso per quanto riguarda l’etica va esaurendosi solo a questo punto, con i risultati che sperava il Dainin. Ha potuto saggiare, infatti, la determinazione del ragazzo, le sue idee ed i suoi ideali che, per quanto diversi a livello concettuale, hanno lo stesso impatto sui due Nara che si stanno esprimendo in quel discorso. Azrael morirebbe per seguire i suoi ideali, la protezione della Foglia e delle persone che ama e sembra che anche Raoku abbia la stessa spinta nel tener fede ai propri dettami personali, una cosa che non può altro che far piacere, ma che porta il Dainin ad esprimersi in un’ultima considerazione. < Persone determinate e con idee ben chiare come me e te hanno solo due possibili esiti nella loro vita, Raoku. Diventare i più grandi paladini del Villaggio o i suoi più grandi nemici. E questo accade per lo stesso motivo per cui Furaya, credo, ti abbia preso sotto la sua ala. > Un sorriso gli verrebbe rivolto, lasciando che una pausa instilli curiosità nel giovane Genin < Perché il valore di un ninja e di un uomo non si misura sul totale delle tecniche che conosce, né dalla sua abilità nell’utilizzarle. Ma risiedono qui… > La mancina verrebbe portata al petto, in corrispondenza del cuore < …e qui. > E proseguirebbe la sua corsa per puntare con indice e medio contro la tempia, a simboleggiare il cervello. Animo e mente, ecco cosa forma il valore di u ninja. Il Nara ha visto ninja di non così grande talento divenire pericolosissimi criminali per la convinzione nei loro ideali, per quanto sbagliati e ha visto altrettanti shinobi difendere valorosamente la Foglia da minacce ben più grosse di loro con la volontà del proprio cuore. E mentre il piccolo Ken va via, totalmente incurante del discorso in atto, il padre gli rivolge uno sguardo pieno di orgoglio ed affetto, ascoltando con attenzione la domanda del giovane corvino in merito alle condizioni di salute del figlio. < Sta bene, sta bene. Ha avuto la sfortuna di nascere con qualche piccolo problema, era cieco da un occhio e non riusciva a parlare. Ha ripreso solo di recente, ecco perché fa ancora un po’ di fatica. > la mancina ravvia una ciocca di capelli corvini dietro l’orecchio, prima di ridacchiare sotto i baffi dell’imbarazzo del diciassettenne che ha di fronte. < Ah, giovane Raoku… > Quasi lo rimbecca, seppur in maniera alquanto ironica e scherzosa, non col il reale intento di fargli qualche sorta di paternale < …se facessi quel che faccio per averne un tornaconto personale non sarei un ninja ed un Consigliere della Foglia. Lo faccio perché mi va, perché mi sembra giusto e perché adoro scoprire talenti, vedere la crescita di nuove reclute. E perché così avrai un modo in più per far felice la tua ragazza. Tra Nara ci si deve aiutare, no? > Gli strizzerebbe l’occhio in un gesto puramente informale, a rimarcare il fatto che, finché non si trovano in un contest formale, quel che ha di fronte è un ragazzino troppo cresciuto, incline allo scherzo e alla complicità. [ Chakra ON ]

15:42 Raoku:
  [Dojo Nara] La lezione di etica sembra aver raggiunto il suo culmine. Il Dainin e il genin hanno posizioni di pensiero diverse in merito, ma il fine ultimo è lo stesso ed entrambi sembrano ferrei nella propria determinazione nel proteggere il Villaggio. Raoku si accorge che lo sguardo di Azrael manifesta una sorta di orgoglio nel pronunciare quelle ultime parole in merito che il giovane Nara ascolta avidamente, facendone tesoro e digerendole nella propria interiorità come, appunto, insegnamenti preziosi su cui porre poi in seguito le proprie riflessioni ed elaborazioni. Ne viene anzi profondamente colpito, non tanto per la profondità del pensiero e per l'importante valenza civica, ma per un qualcosa che richiama fortemente a galla nel mare della sua memoria un'immagine del suo passato. Suo padre, seduto sulla soglia di casa mentre era chino ad infilarsi i sandali, che gli ripeteva uno dei suoi mantra: "uno shinobi non si riconosce da quanti jutsu è in grado di controllare, ma dalla forza di volontà che esprime nello spendere la propria vita per fare il proprio dovere al servizio del Villaggio. Il vero senso di essere un ninja risiede qui..e qui..." e quello stesso gesto - il puntare con l'indice prima il cuore e poi la testa - eseguito sul corpo di un se stesso bambino che lo guardava adorante, desideroso di intraprendere quanto prima il proprio percorso di studi all'Accademia e completamente ignaro che, di lì a poco tempo, tutta la sua vita sarebbe stata stravolta. Odore di carne bruciata, dolore, grida, gli occhi spenti e vacui di sua madre che lo guardavano prima di rintanarsi nelle proprie stanze. Tutto quello che è venuto dopo. Raoku avverte un nitido groppo formarglisi in gola, come se il proprio pomo d'Adamo si fosse ispessito fino a raggiungere le dimensioni di un bolo solido e indigeribile. Non riesce a dire niente inizialmente, rimane a fissare Azrael con le sue iridi verdi perse nei propri pensieri, prima di annuire e, quasi in un sussurro, rivelargli ciò che è tornato prepotentemente ad affacciarsi nella sua mente <...mio padre la pensava allo stesso modo. Era nella guarnigione cittadina, ha tentato di respingere gli assalti di quei mukenin fino all'ultimo anche se il livello dei suoi avversari era di gran lunga superiore al suo...> o almeno questo è ciò che hanno raccontato a lui e a sua madre dopo che gli Anbu avevano ritrovato il corpo carbonizzato dello shinobi che un tempo era stato Saoru Oshiba. L'arrivo di Ken e il suo breve interludio permettono al giovane Nara di riprendersi da quell'ondata di dolorosi ricordi, quindi ascolta le parole del Dainin riferite al suo stesso figlio. <Capisco..mi dispiace, non pensavo avesse dovuto soffrire così tanto...> ammette, e a guardare l'allegro bambinello adesso proprio non si direbbe reduce da tanti travagli. Le ultime parole del Dainin però riescono addirittura a strappargli un nuovo sorriso, anche se ancora un briciolo di imbarazzo trapela dal volto un po' arrossato di Raoku, inevitabile conseguenza dell'argomento che dalla filosofia è stato trasportato al ben più piacevole universo femminile. <Beh, allora accetto volentieri il tuo consiglio, Azrael-sama> non gli resta che ammettere, di fronte a tanta giovialità. Non sembra neppure la stessa persona che poco prima si esaltava nel parlare dei tanti massacri compiuti <glielo dirò senz'altro. Da quando sono tornato da quest'ultima missione non ho ancora avuto modo di rivederla, vedrò di provvedere al più presto. Sono sicuro che l'idea la esalterà, conoscendola> gli assicura, per poi aggiungere <Azumi si fa ancora un sacco di problemi sull'essere o meno capace di intraprendere la via dei ninja, però poi non appena qualcuno parla di un argomento che riguarda il mondo degli shinobi non riesce a trattenere l'entusiasmo> quest'accesa curiosità è, in effetti, una delle peculiarità della ragazza dai capelli rosa, e uno dei tratti che maggiormente ha colpito e attratto lo stesso Raoku. [chk on][Equip. come sopra]

17:05 Azrael:
 Non può immaginare quel che si cela nella mente dell’Oshiba, ma è piuttosto evidente che quel che ha appena sentito ha scatenato in lui diverse elucubrazioni. Il Dainin, nel pieno rieptto della persona che ha di fronte, lascia che il processo mentale possa fluire senza intoppi, aspettando in religioso silenzio che egli ritorni con la mente a quel che sta accadendo e che gli riveli parte dei pensieri che lo hanno travolto così improvvisamente. Le labbra del Nara più adulto si increspano, il capo si muove lentamente in un movjmento ascendente e discendente, in un lento annuire di comprensione. < Tutti quelli che hanno combattuto quella guerra hanno contribuito allo stesso modo mio, di Furaya e di Hitomu alla cacciata dei traditori. > Dal contadino più inesperto che ha imbracciato il forcone, sino a coloro i quali hanno effettivamente posto fine alla vita di Kuugo e di Ryota. Tutti loro, insieme, hanno vinto quella guerra. Hanno portato Konoha alla liberazione dalla tirannia instaurata dall’Ottavo e dal padre della stessa Gran Consigliera. < Sono enormemente grato a chiunque abbia preso parte a quella guerra. Ho avuto la possibilità di vedere la Foglia unita contro un nemico comune, dopo aver quasi perso fiducia nel popolo che avevo giurato di proteggere. > In senso lato, seppur non in maniera chiara e diretta, sta rendendo omaggio alla morte del padre di Raoku, sebbene tenti di mantenere il pieno rispetto del compianto defunto, non nominandone direttamente l’individuo, ma onorando le sue gesta. < Forse non lo ricordi, probabilmente eri troppo piccolo, ma inizialmente il popolo era totalmente in favore di Kuugo. In pochi erano consapevoli della malafede di quell’uomo, quando salì al trono. E, temevo, che alcuni si sarebbero tirati indietro, al momento di affrontarlo. > Spiega, lasciando così cadere il discorso storico per volgere lo sguardo al piccolo Ken che, curioso e vivace, va spulciando ogni singolo centimetro delle pareti che compongono quel posto. < Un giorno anche lui diventerà un abile ninja. > Un sorriso amaro gli si forma sul volto, pensando a quando il suo bambino guadagnerà il coprifronte, magari diventando anche un ANBU < L’idea mi terrorizza. Dovrò lasciarlo andare ai pericoli che invadono il mondo. Ma è quello che più desidera e non posso che appoggiarlo. > Non sa neanche perché lo sta dicendo proprio a Raoku, in verità – probabilmente – aveva soltanto bisogno di far uscire quelle parole e quel concetto dal proprio animo, per liberarlo di un peso troppo opprimente per esser tenuto ancora. Un discorso che, poi, si può adattar bene anche ad Azumi, ancora in lizza per il ruolo di kunoichi < La maggior parte degli allievi sono insicuri, è perfettamente normale. Ma non possiamo che dar loro la stessa fiducia che gli manca. Persino la mia Kaori, quando la conosbbi alla vigilia del suo esame, temeva di non essere all’altezza. Eppure adesso… Consigliera di Konoha, vincitrice del torneo tra i Villaggi dell’anno scorso e primario nell’Ospedale. Non mi sorprenderebbe se un giorno superasse persino me. > Scuote la testa mollemente, con un sorriso ben più radioso di quello mostrato in precedenza. Un sorriso innamorato, la cui luce contagia anche i suoi occhi scuri, cancellando tutti i discorsi macabri sulla morte e sulla ferrea giustizia che il Sadico vorrebbe esercitare. < Accanto ad ogni grande uomo dovrebbe sempre esserci una grande donna, ragazzo mio. > Terminerebbe così il proprio dire, lasciando a Raoku stesso la parola. [ Chakra ON ]

17:31 Raoku:
 La parole di Azrael centrano in pieno il punto, colpendo nel segno nell'animo del genin della Foglia. Raoku ne ascolta le parole in un silenzio quasi religioso, il capo immobile nel fissare l'uomo che gli sta di fronte il quale, forse, potrà notare in quelle iridi verdi balenare l'emozione di una lacrima trattenuta. Non scende quella goccia salata, va semplicemente ad inumidire gli occhi del giovane Nara baluginando per un istante sulla soglia della palpebra. Questa però si chiude, lo sguardo di Raoku si abbassa improvvisamente, quasi non volesse farsi vedere: solo un istante, è quanto basta, il tempo di un respiro prima di rialzare lo sguardo, nuovamente lucido e schietto come se quel velo di emozione fosse stato una specie di sogno destinato ad evanescere con la stessa rapidità con cui si è manifestato. <Ho letto qualcosa sui primi tempi del dominio dell'Ottavo> gli conferma, assicurando dunque che sì, era troppo piccolo all'epoca per ricordarsi i dettagli <mi ha sempre appassionato la storia del Villaggio. Leggevo di notte, quando mia madre non poteva vedermi> ammette, perdendosi un istante in quei ricordi che interiormente generano dolore, riaprono ferite che cerca di dissimulare quantomeno all'esterno, applicando quella ferrea disciplina di controllo delle proprie emozioni che Furaya stessa sta cercando di impartirgli <lei...non ha mai apprezzato il sacrificio di mio padre. Alla sua morte è come impazzita, riteneva il Villaggio responsabile di aver costretto mio padre a gettare via la sua vita per affrontare un nemico contro cui non poteva niente. Ma io so che non è andata così...> ne è certo, o almeno questo traspare dalle sue parole <...so che è stato lui a voler rimanere al suo posto, qualunque cosa fosse accaduta. È solo...> le labbra del Nara si tendono, premendo l'una sull'altra come per reprimere anche fisicamente il dolore che in fondo al suo animo avverte forte e acuto come allora, non lenito dal tempo <...è solo che non riusciva a darsi pace. Si è tormentata al punto di impazzire...> scuote piano il capo, sospirando e lasciando che il dolore si allontani, come un fantasma perso nei meandri del suo animo che vaga da un luogo all'altro, venendo a galla a volte, a volte inoltrandosi più in profondità, senza mai sparire ma attenuando i propri lamenti di sofferenza. Le parole di Azrael riguardanti il figlio però gli strappano nuovamente un sorriso mesto, carico di malinconia <anche mia madre non avrebbe mai voluto che io seguissi le orme di mio padre. È una kunoichi anche lei, una Nara in realtà> è dalla genitrice infatti che Raoku ha preso quei geni che gli permettono di controllare la propria Kagemane <ma ha come avuto sempre paura che potessi lasciarla sola. Alla fine ho potuto frequentare l'Accademia solo quando i miei nonni l'hanno presa in custodia iscrivendomi di nascosto a lei...> già, per un proprio tornaconto probabilmente, ma il confronto con i suoi parenti Nara ancora non ha avuto il coraggio di affrontarlo. Una cosa per volta, quello è un passo che ancora, dentro di sé, profondamente teme. Rimane perciò ad ascoltare le parole del Dainin, apprendendo altri particolari anche su Kaori. <Aye, Azrael-sama> ammette, sorridendogli di rimando <non so se riuscirò mai a diventare un grande uomo, ma Azumi è sicuramente già adesso una ragazza che merita la mia più totale ammirazione> non scende nei dettagli, ma il giovane Nara pare sicuro: d'altra parte è lui a conoscere a fondo il passato e le sofferenze patite - e ancora attuali - dalla ragazza dai capelli rosa. Un passato e un presente che esigono da lei una grande forza di volontà che ha colpito e catturato tutta l'ammirazione del genin. Lo sguardo intanto si alzerebbe ancora sul volto dell'uomo di fronte a lui, un sorriso radioso all'indirizzo del consigliere della Foglia <Ti ringrazio molto per avermi dedicato il tuo tempo, Azrael-sama. Non vorrei tenerti per troppo tempo lontano dai tuoi impegni...ma mi piacerebbe poter parlare con te di nuovo. È stata una conversazione estremamente stimolante...non mi capita spesso, e viste le mie incertezze anche sul futuro non mi dispiacerebbe confrontarmi anche con te. Oltre che con Furaya-sama, ovviamente> che, ovviamente, essendo la sua sensei ha idee magari anche più chiare su di lui rispetto allo stesso Azrael. [chk on][Equip. come sopra]

18:03 Azrael:
 Ha potuto farsi un quadro piuttosto completo del ragazzo con cui sta parlando. Insicuro, ma volenteroso. Addolorato dal sacrificio del padre e dalle conseguenze che esso ha avuto su di lui e su tutta la sua famiglia. Ma sembra essere molto valido. Intelligente, sicuro, forte. Di certo una persona da tener d’occhio. Annuisce rispettosamente a quanto l’Oshiba gli dice di sé. Non sa se è il caso di dare qualche giudizio, ma d’altrone non gliene vengono in mente. < Sono immensamente dispiaciuto per quanto è successo. Qualora tu o la tua famiglia doveste avere bisogno di un sostegno, tenetemi in considerazione. > Si offre per aiutarli, benché non vi sia modo attualmente per aiutare quella famiglia così distrutta. < Ad ogni modo, la tua intenzione di poter seguire le orme di tuo padre è estremamente nobile e la ammiro. Anche io sono mosso dallo stesso sogno, in un certo senso. > Si volterebbe, ora, verso l’effige di Khalux, ammirando lo sguardo sicuro e fiero del Settimo, del padre che non ha mai conosciuto. Il discorso, poi, sembra esser giunto a termine. Ed infatti il Daini si alza, lasciando che l’haori viola scivoli nuovamente lungo il suo corpo tonico. < Ken, vieni qui. > Lo richiama, così da far accorrere il bambino, che si rivolge immediatamente a Raoku “Un giorno saremo nela stessa squadra!” Gli dice, prima di affiancarsi al padre che, accarezzandogli i capelli, si prende un istante per salutare l’Oshiba < Sarò molto contento anche io diconfrontarmi nuovamente con te. Anche come tuo sensei ufficioso ed in incognito, ma ad una sola condizione. La prossima volta dovrai chiamarmi per nome, senza alcun onorifico, mh? > Lo rimbecca amichevolmente, accompagnando i propri saluti con un occhiolino confidenziale. Fatto ciò, qualora Raoku non avesse nulla da dirgli, si dirigerebbe all’uscita, accompagnato dal piccolo Ken < Dì agli altri che sono stati fregati da un bambino di sei anni, mi raccomando! > Direbbe, ad alta voce, uscendo con una grande risata dalle porte del Dojo [ end ]

18:21 Raoku:
 Nonostante la spietatezza dimostrata nel parlare dei propri nemici, Azrael si dimostra ancora una volta una persona gentile d'animo, proponendosi addirittura di aiutare la famiglia di Raoku. Non che quest'ultima ne abbia bisogno: la madre è ormai tornata dai genitori, lì nei quartieri dei Nara, che certo non hanno problemi economici e lui, ora che non deve più guadagnare per due, ne ha a sufficienza per mantenersi tranquillamente da solo. <Ti ringrazio, Azrael-sama, ma penso che ora come ora sia un bene che provi a cavarmela da solo> si dimostra caparbio a suo modo, determinato a rafforzarsi anche nell'animo in quel modo. Ne ascolta le parole, quindi si alza nel momento in cui lo stesso Dainin si rimette in piedi. Ken ancora una volta si rivela un bambino sveglio e allegro, strappando un sorriso tenero al giovane Nara <Sicuramente, Ken-chan. Un giorno magari sarò il tuo capo-squadra, chissà...> plausibile, vista la differenza di età tra i due. Alza quindi nuovamente lo sguardo sul Dainin della foglia, annuendo debolmente con il capo <Sarà un piacere, Azrael...> stavolta sembra finalmente dargli retta, nonostante la cosa non gli sembri consona e gli generi un certo imbarazzo. Lo saluta quindi con un rispettoso inchino, osservandolo allontanarsi prima di rimettersi, probabilmente, a lavorare sui propri allenamenti. E prima che uno degli altri giovani Nara si avvicini a lui, comunicandogli che la capoclan Furaya l'ha convocato nei suoi appartamenti. [end]

Azrael, dopo il carteggio avuto con Raoku, decide di incontrarlo e va a cercarlo al Dojo. Incontratolo, intento ad allenarsi in meditazione, il Dainin instaura con il genin un proficuo dialogo che spazia da disquisizioni su filosofia ed etica fino alle donne, passando per l'ammirazione del giovane per Furaya e qualche aneddoto che riaffiora dal passato. Il tutto con Ken che prende per i fondelli i Nara-sitter.