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Esame teorico - Hichi

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con Azrael, Hichi

15:44 Hichi:
  [Accademia] Oggi è un giorno particolare, nel senso che è quel giorno per cui i suoi genitori gli avevano tanto rotto le cosiddette. “Fai il bravo!”, “Impegnati a diventare uno shinobi Aburame come si deve” erano le frasi più comuni che aveva sentito recentemente, quasi anche mentre dormiva. Il giorno fatidico, però, è arrivato. Dopo aver fatto da “autodidatta”, o meglio, dopo aver fatto il percorso accademico con la madre, ninja qualificata nel villaggio della Foglia, doveva, comunque, farsi riconoscere il percorso svolto autonomamente, in modo tale da certificare il passaggio al rango genin. Sapeva, però, che ci sarebbero voluti due step: esame teorico e poi esame pratico. Il primo step sarebbe stato affrontato oggi, il prossimo si vedrà, anche in relazione all’esito di quello odierno. Cammina per il villaggio con il suo solito andamento ciondolante e quasi claudicante. La madre lo aveva fatto vestire in maniera rispettabile oggi, in pratica come al solito, ma gli aveva fatto legare le scarpe. Eh sì, lui di scarpe non ne voleva sentire parlare, preferiva stare a piedi nudi sul prato, o avere scarpe facili da levare, per essere ancora più comodo. Quest’oggi, invece, indossa una camicia bianca con dei jeans chiari e delle scarpe da ginnastica, come avevamo detto, legate in maniera attenta e sapiente, come una madre sa fare. Un ragazzo di 13 anni, non di più, aveva ed ha bisogno dell’affetto dei cari, non è in grado di gestire autonomamente la propria vita e fortunatamente loro ci sono. Con sé non ha armi o cose del genere, soltanto la pergamena che la madre gli aveva consigliato di portare come sorta di documento di riconoscimento. Si sta parlando, dunque, della lettera di convocazione che il sensei gli aveva fatto recapitare a casa per avvisarlo dell’esame che avrebbe dovuto sostenere oggi. La direzione della sua camminata, quindi, è l’accademia ninja, in particolare l’aula A-1, ovvero quella indicata dalle parole della missiva. Entra nel giardino dell’accademia e quindi nel complesso. Non essendo stato un assiduo frequentatore di questi luoghi non sa dove sia l’aula in questione. < Mi scusi > Cerca di disturbare un ninja con giubbotto chunin < Aula A-1? > Chiede, sempre in maniera atona e fredda, come al solito. Una volta ricevute indicazioni andrebbe verso l’aula indicata. Non sa se vi sia qualcuno dentro. Bussa, per educazione. < E’ permesso, sono Hichi Aburame, sono qui per l’esame. > Dice portando dentro la testa e poi tutto il busto, attendendo notizie da parte di chi si trovi, eventualmente dentro. Qualora ricevesse risposta da parte di un sensei o altri colleghi entrerebbe senza fare alcun tipo di espressione, con i suoi occhi tondi e spenti. Altrimenti entrerebbe lo stesso, ma gli toccherà ripetere la presentazione una volta raggiunto da qualcuno. [Chakra off]

Una giornata soleggiata - e quando mai - nel Villaggio della Foglia. L'Astro splende alto in cielo, i deshi si affrettano alle loro prime lezioni e chi quelle lezioni le ha già compiute, si accinge ad affrontare l'esame. E' il caso del nostro Hichi Aburame il quale, dopo essersi fatto dare ke dovute indicazioni da sensei presenti in loco, giunge all'aula dedicata alla sua prova teorica. L'aula si sviluppa su una pianta quadrata, di cinque metri per lato, varie file di banchi si sviluppano in orizzontale e sono già piene di studenti. Ogni banchetto, per l'occasione, presenta un foglio bianco rivolto verso chi lo guarda dalla propria seduta, ma si intravedono le varie scritte d'inchiostro rivolte in maniera che non possano essere viste. < Oh sì, prego, mancavi soltanto tu. > Pronuncia una voce, alla presentazione del ragazzo. Si tratta di un uomo sulla trentina, giubbotto da chuunin indosso sopra una tuta da shinobi color nero. I capelli corvini e gli occhi perlacei scrutano ogni nuovo arrivato, fermandosi adesso sul deshi del clan degli insetti. Gli sorride e gli indica con la destra il banco vuoto verso la prima fila. Se egli avesse preso posto, il maestro avrebbe cominciato a parlare. < Il foglio che avete davanti dovrà essere girato solo quando darò il via. Si tratta di cinque domande obbligatorie e una facoltativa, da compilare in trenta minuti. > Spiega brevemente, andando a dare un'occhiata all'orologio che ha sul polso destro < Quando avrete finito vi basterà poggiare il foglio sulla cattedra ed uscire dall'aula. Se siete pronti il tempo comincia... adesso. > Termina, dando a tutti il permesso di iniziare il proprio esame teorico. [ Off: ti spedirò una missiva con le domande, avrai 30 minuti dall'orario di invio per rispondere e mandarmi il tutto, sempre tramite missiva. Una volta fatto, fai la tua end qui in chat e avremo finito. ]

Risposte ricevute e lette, attendo la tua end e poi abbiamo concluso

17:13 Hichi:
  [Accademia] < Mmmm > Mugugna mentre legge le domande prima di mettersi all'opera. Legge le richieste eScrive velocemente sul foglio, passando i rassegna tutte le domande poste dal sensei. Scrive grazie alla penna sul foglio di carta bianco, come se ad ogni tratteggio venisse colpito e perdesse sangue nero, ovvero l'inchiostro. Passa quella penna e scrive "Che calligrafia pessima". Pensa, sebbene sia già alla quarta domanda, quindi, era un problema da porsi, eventualmente prima. Scrive, si sporca palmi di inchiostro, come un bambino in preda ad un raptus e alla voglia di scrivere tutto quello che gli hanno insegnato. Mentre scrive tira su i piedi sulla sedia, rannicchiandosi e cominciando a scrivere scomposto, con la penna impugnata malissimo. Probabilmente la cosa verrà notata dal sensei e dai compagni ma ha poca importanza. Guarda l'orologio. Ha tempo per la domanda facoltativa. < Bene > Dice poggiando la penna sul tavolo e guardando il sensei. < Ho finito > Dice con la sua solita voce piatta, atona e soprattutto guardandolo con quegli occhi tondi e fissi. Si alza quindi per andar alla cattedra e consegnare. < Posso andare, quindi. > Dice per poi, effettivamente, uscire dall'aula ed andarsene attendendo con ansia (?) l'esito. [END]

Esame teorico per Hichi. Nulla da dire, le domande erano precise, tranne per alcune piccolissime imprecisioni, ma di nessun conto. Ammesso all'esame pratico.

See ya.