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con Karitama, Gekko

10:40 Karitama:
 Dopo aver portato a termine la missione, e aver lasciato il bambino tra le mani della sua principessa per portarlo alle autorità competenti, l' artista rimarrebbe solo ora in compagnia della gemma, passeggiando tra le vie battute di Kusa. I passi si alternerebbero lenti e calmi sul terreno mentre le iridi indaco andrebbero ad incrociarsi con il blu candido del cielo del villaggio. Il suono di un flebile fischiettare andrebbe ad uscire dalla candide del ragazzo nel tentativo di interrompere quel momento di silenzio e Il mento andrebbe lentamente ad abbassarsi verso lo Shoton che si dovrebbe trovare a non più di un paio di metri da lui. Continuando a solcare il terreno con gli anfibi, diretto verso un chiosco alla fine della strada, l'artista tenterebbe di chiosare piano verso il compagno, strnamente nel tentativo di non essere indiscreto o inssensibile: <Tutto bene?>. La domanda, nella mente dell'artista, sarebbe giustificata dalle visioni di morte a cui i tre avrebbero assistito poco tempo prima e dalle parole dello stesso Gekko nei confronti dei due ragazzi moribondi e del bambino che, per sua fortuna, aveva deciso di arrendersi e collaborare.

11:05 Gekko:
 La missione è stata un vero e proprio successo, tralasciando il fatto che la refurtiva non fosse più lì e coloro che li attendevano erano stati lasciati come vittime sacrificali al solo scopo di rallentare le ricerche. Gli Ishiba e lo Shoton sarebbero usciti dallo scontro illesi, consegnando all'aldilà due dei tre avversari, dei quali l'unico superstite era stato il solo a tenersi in disparte, senza far nulla per aiutare i suoi compagni ed invocando la fine delle ostilità per avere salva la vita. Una volta giunti in città, l'Ametista e l'artista lascerebbero la ballerina con il prigioniero, per sbrigare le formalità del caso, proseguendo per le vie del centro, ancora in tenuta da combattimento ed ancora con qualche petalo di ciliegio intrappolato tra i capelli e gli abiti. Al momento sono entrambi assorti nel silenzio, forse contemplando gli eventi, forse giudicandoli, ognuno a suo modo. Il fischiettio di Karitama andrebbe a rompere quel silenzio, forse divenuto troppo teso e poi le sue parole giungerebbero alle orecchie del conciatore <Nessuno di noi si è ferito.> sarebbe la sua prima risposta, come a sottolineare che "fisicamente" non sarebbe potuta andare meglio, ma il suo tono farebbe pensare che sia diversamente... forse non va tutto bene <Però non va tutto bene.> direbbe serio ma non agitato <Abbiamo trucidato quei due.> ed il verso non sarebbe usato a caso <Un nemico è un nemico e non trattenendoci abbiamo reso onore al loro sacrificio.> direbbe ponendo la destrorsa in posizione di taglio davanti al petto, mancandogli solamente un rosario di 88 grani per completare la posa monacale <Sono morti combattendo con onore e si ritroveranno nell'altro mondo, nuovamente assieme.> commenterebbe lasciando trasparire come quell'incrocio di sguardi dei due moribondi non sia passato inosservato ai suoi occhi <Quello che non sopporto...> esordirebbe lasciandosi trasportare da un sentimento misto di rabbia e fastidio <E' che li abbiano sacrificati per guadagnare tempo.> digrignerebbe i denti <Non dovremo avere alcuna pietà e non ci sarà onore nella morte di chi li ha usati in questo modo.> il suo livore, mente si avvicinano al chiosco sarebbe palpabile <Voglio che arrivino a supplicare per la loro vita per precipitarli nel mondo dei vigliacchi, invece che in quello dei guerrieri.> chioserebbe <E non tollero nemmeno che il loro compagno non abbia mosso un dito per aiutarli o fermare lo scontro, e che forse ora gli verrà data una pacca sulle spalle per ringraziarlo delle informazioni e sarà lasciato andare libero.> direbbe fermandosi davanti al chiosco e sospirando <Perdona questo sfogo Karitama san> mormorerebbe <Ma non posso tollerare chi non ha onore.>

11:17 Karitama:
 Le parole dello Shoton investirebbero l'artista come un fiume in piena, lasciandolo per qualche istante in silenzio a rimuginare su quei pensieri così profondi e su quel senso dell'onore così radicato nel cuore di quel compagno di battaglie. <Come hai detto tu non vi è onore nel sacrificare qualcuno solo per i proprio interessi> chioserebbe abbassando le iridi verso il terreno battuto e lasciandosi aggredire dalle immagini dei due ragazzi, ormai trucidati dai tre genin, riversi al suolo, sanguinanti e legati da qualcosa che Karitama ancora non riesce a spiegarsi. Sarebbero potuti essere fratello e sorella, oppure semplici amanti, ma quel filo rosso teso tra i loro cuori non si sarebbe spezzato neanche con la morte. Lui più di tutti può comprendere un tale legame tra due animi, un legame atto ad intrecciare i cuori di due in un solo animo. Per qualche istante nella mente le immagini muterebbero trasformando i volti e i corpi dei due in quelli dell'artista e della sua principessa, prima di dissolversi e permettergli di tornare a focalizzare l'attenzione sul mondo reale. Il labbro inferiore verrebbe segnato da un stretta poco delicata dell'arcata superiore prima che da quelle rosee comincino ad uscire nuove parole, parole con un tono tremante e quasi rabbioso: <Tranquillo, hai tutti i motivi di questo mondo per essere così incazzato>. I passi continuerebbero a macinare metri fino a farli ritrovare a poco più di tre metri dal chiosco di ramen, dove Karitama si fermerebbe un attimo ad osservare l'insegna prima di fare cenno al compagno di entrare con lui.

11:32 Gekko:
 Dopo il fume di parole, l'Ametista si quieterebbe un po' ed ascolterebbe le poche parole dell'artista noto come Karitama ed annuirebbe <Grazie di avere sopportato il mio sfogo.> mormorerebbe <Qui hanno del buon saké.> sorriderebbe ora avvicinandosi per i pochi metri residui che separano il duo dal chiosco e scosterebbe le tendine che nascondono la vista dell'interno dalla strada, per preservare la riservatezza degli avventori, facendo il proprio ingresso nella zona di servizio e sorridendo ad una giovane e piacente cameriera <Per cominciare del saké caldo.> mormorerebbe volgendosi poi leggermente verso il compagno <Dobbiamo brindare a due ninja senza nome che sono morti con onore per essersi posti sulla nostra strada.> sorriderebbe ed andrebbe a dirigersi verso un tavolino, ove prima di sedersi slaccerebbe i cordini che ancorano il portaoggetti et il portakunai alle cosce e sflilerebbe la cinta a cui sono fissati per appoggiarla sulla sedia accanto a quella che andrà ad occupare <Poi direi una bella ciotola di ramen e del the.> mormorerebbe dedicando uno sguardo, forse leggermente troppo lungo per non essere indiscreto, al sedere della cameriera <Sai siamo appena tornati da una missione.> ammiccherebbe infine.

11:50 Karitama:
 Nel vedere lo shoton avvicinarsi e scostare le tendine, l'artista andrebbe a seguirlo muovendo ora i propri passi all'interno del chioschetto. Entrati nella zona servizio Karitama tenterebbe di cercare il tavolino più adatto ai due, fallendo però miseramente poichè distratto dal poco velato sorriso del compagno verso la piacente cameriera che lo porterebbe a sorridere divertito. Ascoltandolo quindi ordinare del buon sakè andrebbe a fare un cenno di approvazione e a seguirlo verso il tavolino posando il bo attaccato dietro la schiena vicino alla sedia. <Per me ramen al manzo e thè nero> direbbe anche lui rivolto alla camerira cercando di trattenersi il più possibile dallo scoppiare in una fragorosa risata innescata da quell'occhiataccia da marpione al sedere della giovane. Chinando il capo verso la superficie lignea del tavolo, andrebbe a soffocare la risata ormai impossibile da trattenere, per evitare di attirare l'attenzione degli altri avventori o della stessa ragazza 'molestata' da Gekko. <Non pensi di essere un po' troppo molesto?> direbbe sorridente e per nulla offensivo sollevando nuovamente il capo dal tavolino e incrociando le iridi indaco con quelle smeraldine dell'amico.

12:05 Gekko:
 Si siederebbe composto al tavolo, mentre attenderebbe che il compagno faccia altrettanto , appoggiando a sua volta parte dell'equipaggiamento in modo che non sia d'ingombro. Il suo sguardo sosterebbe ancora un po', invero, contemplando la rotondità di quel bel sedere, fino a quando la voce dell'artista lo distoglierebbe dall'intento lascivo <Beh... forse giusto un po'.> ammetterebbe con fare innocente, scatenando la risatina della cameriera, che fino ad ora non aveva battuto ciglio per l'atteggiamento libertino dello Shoton... evidentemente abituata a tali atteggiamenti e forse anche a qualcosa di più invasivo, come commenti pronunciati sottovoce <D'altro canto anche tu apprezzi la bellezza.> commenterebbe, in modo tale da far passare il suo commento su un bel sedere come fosse un qualcosa di ampiamente astratto, ma se vorrà la cameriera comprenderà ed altrimenti potrà far finta di nulla. L'ametista in ogni caso sospirerebbe <Come quelli della cascata, nemmeno questa volta si trattava di comuni delinquenti, spinti dalla disperazione.> mormorerebbe <Anzi questa volta sappiamo che c'era qualcuno sopra di loro. Qualcuno abbastanza potente da farli lavorare assieme anche se non erano una squadra.> non il Kakuzu almeno, mentre gli altri due avevano sicuramente un legame <Oltre che essere abbastanza forte da poter rinunciare a ninja come loro. <La cosa mi piace poco, perché significa problemi.> commenterebbe per poi subito aggiungere <Però estirperemo anche questi problemi.> chioserebbe con un sorriso.

12:26 Karitama:
 La risposta dello shoton continuerebbe a far sorridere divertito l'artista che si troverebbe come semplice osservatore in quello scambio di risolini e occhiate tra i due. <Beh... il mio concetto di bellezza è un po' diverso dal tuo> direbbe continuando ad osservare Gekko fissare insistentemente quello che una semplice divisa da cameriera tenterebbe di celare. <Senza nulla togliere alla ragazza...> aggiungerebbe per evitare di offenderla <ma questa è una belezza più adatta a te> concluderebbe smettendo di osservarli. Ripensando alle missioni per Karitama l'aria si farebbe leggermente più pesante portandolo ad appesantire quel sorriso sulle rosee in un espressione amara. <Quelli della cascata facevano solo schifo> direbbe rimuginando sul disgusto causatogli da quei due. <Per quelli di oggi mi è dispiaciuto... potevamo esserci io e Kaime lì... anche se al posto loro non saremmo mai stati così stupidi da morire> continuerebbe notando solo ora arrivare un altra cameriera con un piccolo vassoio contenente i due bicchierini di sakè ordinati all'entrata. Vedendoli posati sul tavolo andrebbe a ad impugnarne uno con la mancina seguendo con lo sguardo i movimenti del compagno in attesa di poter brindare.

12:43 Gekko:
 lo sguardo dell'Ametista ora non sarebbe più fisso sul sedere della cameriera, dopo le osservazioni riguardo la missione <Beh, posso immaginare che tu sia attratto da ciò che cattura la tua attenzione e ti ispira come artista.> commenterebbe... insomma lo capisce, però un bel culo è sempre un bel culo (?) <Io sono un po' più semplice.> ridacchierebbe schernendosi <Per me bello ciò che mi piace.> sorriderebbe <Ad esempio l'infermiera che ti ha fatto scappare...> lascerebbe in sospeso la frase per alcuni istanti, giusto per concedere all'amico di indovinare quali saranno le sue prossime parole <...lei decisamente non mi piaceva, però almeno lei mi ha detto che ero stato già dimesso la mattina.> riderebbe con tono cristallino <A quanto pare le altre infermiere non volevano lasciarmi andare di nuovo in missione.> sorriderebbe lasciando sottinteso il motivo... che potrebbe ben essere che un Genin che si fa colpire e lussare l'anca, forse dovrebbe avere passatempi più tranquilli che andare in giro a rischiare la vita. Si incupirebbe appena, mentre Karitama propone l'immagine sua e di Kaime al posto dei due che hanno ucciso <Beh, ci sono delle differenze sostanziali.> mormorerebbe <Non avreste agito individualmente, innanzitutto.> commenterebbe condividendo l'affermazione per cui loro avrebbero fatto una fine diversa <E poi io non avrei lasciato che il nemico vi colpisse senza muovere un dito.> aggiungerebbe accogliendo tra l'indice ed il pollice della destrorsa il bicchierino con il saké sollevandolo all'altezza della fronte per brindare, ma lasciando le parole nella propria mente, come probabilmente farà il compagno e quindi portando il bicchierino alle labbra, appena dischiuse e facendone passare l'intero contenuto n bocca e quindi in gola, posando infine il bicchierino vuoto sul tavolo, proprio mentre la cameriera che aveva preso l'ordinazione arriverebbe da loro con tue tazze di ramen fumanti e due tazze di the altrettanto bollente su di un vassoio, attendendo però che i due giovani abbiano beviuto il saké prima di posare il vassoio sul tavolo e distribuire i pasti: ramen al manzo e the nero per l'Ishiba, ramen classico col maiale e the verde allo Shoton, che ringrazierebbe con un cenno del capo ed un sorriso.

16:50 Karitama:
 Avvicinando il bicchierino alle labbra, solo dopo aver visto l'altro fare lo stesso, Karitama ascolterebbe silenzioso le parole di Gekko per poi lasciare scivolare quella bevanda alcolica giù per la gola, fino a riscaldarlo dall'interno. <Sei davvero un amico...> sussurrerebbe mentre ancora tenterebbe di asciugarsi il labbro superiore con la punta della lingua. <davvero...> concluderebbe sorridendogli in maniera naturale in segno di gratitudine per il sostegno in missione e per essersi sempre comportato da vero amico, più che semplice compagno di team, per i due Ishiba da sempre abituati a vivere esclusivamente l'uno per l'altra. <Però resta il fatto che se ti trovi contro una bella ragazza, potremmo avere qualche problema> chioserebbe in maniera più sonora e scherzosa, quasi a voler nascondere quel piccolo momento di dolcezza scaturito dopo quel sorso di sakè. Svuotato e posato il bicchierino lo vedrebbe ritirato dalla bella cameriera che gli servirebbe quindi il thè ed il ramen ordinati pochi minuti prima. Con una forte inspirata, l'artista andrebbe a riempire il proprio petto con quel profumo prima di lasciarlo raffreddare qualche istante. <Sai è solo la seconda volta che mangio il ramen> confesserebbe imbarazzato. <Passo così tanto tempo in casa da dimenticarmi di uscire e mangiare. Una volta ho mangiato esclusivamente riso bianco per tre settimane prima di decidermi ad uscire dalla mia bianca scatola> concluderebbe andando a sollevare le bacchette e posandole nel recipiente incandescente.

17:21 Gekko:
 dopo il brindisi alla memoria dei nemici defunti ed i commenti riguardo l'improbabilità che possa toccare a loro trovarsi nella situazione di perdere dei compagni di squadra, osserverebbe il compagno ed ascolterebbe le sue prime parole accogliendole con un sorriso <In fin dei conti siamo tre stranieri in questo Villaggio.> mormorerebbe <E tu sei il fratello di Kaime, quindi il mio comportamento è presto spiegato.> ridacchierebbe, comprendendo che queste considerazioni avrebbero bisogno di una notevole dose di creatività per giustificare qualsivoglia ragionamento. Frattanto le portate sarebbero servite e l'Ametista prenderebbe un paio di bacchette da un cilindretto metallico atto a contenerle, debitamente sigillate <Durante la prima missione fatta con Kaime la nostra cooperazione si è limitata a non ostacolarci.> sorriderebbe <Però ci siamo accorti di poter combinare le nostre abilità e ci siamo allenati assieme.> direbbe estraendo le bacchette ed impugnandole, per mescolare le fettuccine nel brodo con gli altri ingredienti <Il nostro allenamento si è svolto proprio al Bosco dei Ciliegi e...> sorriderebbe con un certo imbarazzo <Hai visto quegli alberelli più piccoli, piantati di fresco, immagino.> ridacchierebbe <Noi abbiamo combattuto per mostrare ciò di cui siamo capaci.> mormorerebbe omettendo completamente qualsiasi accenno alla conclusione dello scontro. <Poi un'altra volta ci siamo limitati a spiegare le tecniche che non avevamo utilizzato e che potrebbe essere comodo conoscere, in caso dei nemici le usassero in battaglia.> spiegherebbe <Magari potremmo fare la stessa cosa anche noi due.> sorriderebbe <Non tanto per dimostrare tecniche, dato che se ho ben capito tu impieghi le stesse di Kaime e lei può raccontarti delle mie.> mormorerebbe <Però credo che combattendo tra di noi potremmo rendere più solido il nostro rapporto.> il Ninja Verde di Konoha avrebbe parlato dell'allenamento al combattimento che cementa l'amicizia. <E poi non è vero che io abbia problemi con le ragazze.> ridacchierebbe <Magari può essere che cerchi di far desistere una nemica col mio fascino.> ridacchierebbe dicendo una cosa del resto non completamente vera, perché a nessuna delle due ragazze era stata offerta la resa. <Okok> ammetterebbe infine <Mi piacciono le ragazze e quindi magari non ci vado subito con la mano pesante.> e sarebbe vero soprattutto per le riflessioni fatte riguardo al combattimento con la rossa, direbbe sollevando con le bacchette dei tagliolini ed infilandoli in bocca assieme ad una rondella di maiale croccante. Masticherebbe e gusterebbe il cibo, ingoiandolo infine accompagnato da un generoso sorso di the. <Cavolo. Saltare i pasti non va bene. Ne risentono sia il fisico che lo spirito.> mormorerebbe <Non vorrai mica finire come i due che avete sistemato alla cascata, vero?> ridacchierebbe, del resto non li ha visti, ma la descrizione era decisamente insalubre, come il modo in cui avevano inquinato la cascata e la prospettiva potrebbe convincere l'artista a curare di più la propria alimentazione. <A dire il vero nemmeno io mangio spesso ramen.> mormorerebbe <Quando vivevo nella carovana, il riso la faceva da padrone, anche perché dal gusto servono varie spezie per il ramen e tagliare la carne in questo modo non è molto pratico stando in viaggio costantemente.> sorriderebbe, ma del resto Karitama non conosce le "origini" dello Shoton <Quando avevamo il pesce fresco si faceva il sushi.> sorriderebbe e del resto il sushi altro non è che riso, con pesce, arrotolato ed avvolto in una sfoglia di alghe.

18:03 Karitama:
 I due continuerebbero a ricordare i nemici per poi passare ad argomenti più frivoli come il cibo, parole che porterebbero lo stomaco dell'artista suonare una nuova melodia. Avvicinando la scodella al volto e posandovi le bacchette lignee andrebbe quindi a riempirsi la bocca con i tagliolini al manzo cercando di calmare il più possibile quella fame assalitrice. Continuando a mangiare non smetterebbe di ascoltare le parole dello shoton e la sua proposta di 'allenamento'. <Non sarebbe una cattiva idea.> chioserebbe prendendosi una pausa dal piatto e solo dopo aver ingoiato il boccone. <Sarebbe divertente, ma ti avviso che sono abbastanza irascibile quando combatto... ma a te non farei mai del male... tranquillo.> concluderebbe tornando a mangiare di gusto il suo pasto e a bere quell'ottimo thè nero. <Io non è che salto i pasti> risponderebbe riprendendo il discorso precedente <Semplicemente mentre scrivo o disegno non mi rendo conto del tempo che passa e dell'alternarsi del giorno e della notte.> direbbe sorvolando sull'argomento insonnia che non sarebbe ancora il caso di affrontare. <In che senso carovana?> chiederebbe infine sentendo i racconti dei pasti in compagnia.

18:21 Gekko:
 affronterebbe coraggiosamente un'altro po' di tagliolini in brodo, afferrati con fare sapiente dalle bacchette e se li porterebbe alla bocca soffiandoci appena prima di addentarli con gusto ed asoporandoli mentre ascolta il dire dell'amico. Un sorso di the andrebbe a pulire la bocca prima che l'Ametista proferisca nuove parole <Più irascibile di Kaime?> ridacchierebbe <Lei ha cercato di uccidermi.> sorriderebbe <Prima con un'Onda d'Urto e poi ha cercato di trasformarmi in un segnalibro.> ridacchierebbe, ancora non menzionando la fine dello scontro, ma finché l'altro non chiede, lui può tranquillamente glissare <Beh, sono contento che tu non abbia intenzioni omicide come lei.> commenterebbe, anche se non ha mai del tutto preso sul serio le intenzioni di Kaime <Adesso capisco.> mormorerebbe all'informazione riguardante il motivo del salto dei pasti e del riposo <Sì s' capisco. A me è capitato in laboratorio.> sorriderebbe <Jin san è arrivato ad aprire il negozio la mattina e io non ero ancora andato a dormire.> riderebbe constatando e confessando come qualcosa che appassioni faccia passare in secondo piano anche la necessità del riposo <E non parliamo delle volte che si mangia tardi.> alzerebbe le spalle <Ma in laboratorio preferisco non mangiare.> ammetterebbe <Sai, io sono un conciatore.> sorriderebbe <Ed era il mestiere delle persone che mi hanno cresciuto.> spiegherebbe, agganciandosi ora al discorso sulla carovana <Vivevamo in una carovana di mercanti, che vendevano ciò che producevano.> direbbe con un tono nostalgico <Quando siamo arrivati a Kusa, però, mi hanno rivelato di non essere i miei veri genitori ed io sono rimasto qui per diventare un ninja com'era mia madre e tornare a far parte del mio Clan.> racconterebbe <E' anche la ragione per cui ho una casa nel 5° Cerchio.> ridacchierebbe <Dei mercanti itineranti non potevano certo permettersi di venire a vivere nei Cerchi più interni.> mormorerebbe, ma non ci sarebbe rimpianto o dispiacere nel tono, solo un po' di nostalgia per persone che lo hanno cresciuto ed ora non sono più a Kusa.

16:12 Karitama:
 I due continuerebbero a mangiare quel ramen senza interruzione e l’artista ascolterebbe le parole dello shoton mostrando molto interesse con lo sguardo, anche se diretto per lo più al piatto fumante. <Quindi ci è andata piano?> chiederebbe scherzoso alle parole del compagno sul suo ‘allenamento’ con Kaime. La sua principessa è molto tranquilla, ma forse troppo competitiva. Cambiando argomento Karitama ascolterebbe della vita del ragazzo prima di diventare uno shinobi. <Quindi hai viaggiato così tanto?> chiederebbe alzando lo sguardo dal piatto, ormai quasi finito, rivolgendogli incuriosito le iridi indaco in attesa di una risposta. Nella sua mente, prima ancor di sentire qualsivoglia parola dal compagno, andrebbero ad alternarsi immagini di lande sconfinate dove l’unico suono, oltre allo scalpitare dei cavalli, sarebbe volare di maestosi uccelli, visioni di stradine all’interno di enormi boschi dove migliaia di animali e insetti vivrebbero in armonia e quasi ignorerebbero il loro passaggio. Poi decine di città, paesini e mercati, pieni di persone pronte ad acquistare le loro opere. Che spettacolo.

16:31 Gekko:
 a poco a poco i tagliolini nella scodella tenderebbero a finire, così come i condimenti e soprattutto le succulente rondelle croccanti di maiale; il the nella tazza vedrebbe diminuire il proprio volume, tra un boccone ed un sorso ed infine lo shoton andrebbe a sollevare con ambedue le mani la tazza del ramen per berne il brodo rimanente... la cosa potrebbe apparire rozza, ma fintantoché nessuno si rovescia addosso il brodo o fa rumori strani nel sorbirlo, nulla di sconveniente v'è in questo gesto, al termine del quale l'Ametista poserebbe la ciotola sul tavolo con un sospiro soddisfatto, prima di prendere un altro sorso di the <Davvero buono.> commenterebbe verso la cameriera, che certamente riferirà al cuoco del gradimento degli avventori o di loro eventuali lamentele. Poi il conciatore ascolterebbe le parole dell'artista ed un risolino uscirebbe dalle sue labbra <Beh, se sono uscito vivo ed illeso da quello scontro non è stato perché lei ci sia andata piano.> sorriderebbe <Come ho detto la rossa ha avuto un colpo fortunato.> mormorerebbe <Non è riuscita a colpirmi perché fosse più abile di Kaime o perché abbia combattuto con maggiore convinzione.> si fermerebbe per ribadire il concetto <Solo fortuna.> si fermerebbe un istante mantenendo il sorriso ascoltando poi le successive parole <Eh sì, trovando ciò che serviva in viaggio, nei villaggi ci si fermava solo il tempo per vendere e i tempi della partenza erano dettati soprattutto dal fatto che tutto fosse stato venduto e dalla necessità di ricominciare a reperire nuovi materiali.> mormorerebbe <Ho visto vari luoghi però è bello anche appartenere ad un luogo solo, per una volta.> sorriderebbe <Spero che non sia solo l'effetto della novità.> ridacchierebbe <Del resto ho smesso di essere un nomade solo da pochi mesi.> concluderebbe il discorso relativo al suo passato in questo modo <Ora ti dispiacerebbe togliermi una curiosità?> sorriderebbe <Per quale ragione qualcuno che si affida alle arti magiche si porta appresso un bo?> chiederebbe con un tono leggere sorbendo un altro po' di the <A parte per prestarlo ai compagni di squadra perché lo usino come stampella, intendo.> ridacchierebbe ora attendendo le parole altrui.

16:48 Karitama:
 Andando quindi a posare le rimanenze dei quel ramen infondo alla propria gola, Karitama andrebbe ad ascoltare i motivi per cui lo Shoton avesse perso contro la sorella solo per un colpo di fortuna. L'Ishiba andrebbe ad arricciare il naso in maniera quasi impercettibile lasciandolo continuare senza interromperlo. Lasciandolo parlare Karitama andrebbe quindi a comprendere i motivi dei viaggi fatti dal compagno e come ogni fermata fosse una nuova scoperta e una raccolta di nuovi materiali prima di stanziarsi nel villaggio dell'erba per darsi alla vita da Shinobi. <Sai ti invidio molto... noi dopo la guerra siamo stati costretti a trasferirci qui e ne io nè io nè mia sorella abbiamo mai accettato questo trasferimento. Un giorno speriamo di poter tornare al nido ma le possibilità sono davvero poche.> direbbe abbasando lo sguardo e incupendosi ripensando al suo tanto amato paese della pioggia. Il discorso su viaggi e radici verrebbe però interrotto da Gekko che andrebbe a porre una domanda abbastanza sensata al Ninjutser che andrebbe a voltarsi verso il suo bastone quasi in maniera contemplativa. <Quando ho iniziato l'accademia non conoscevo ancora nulla delle arti magiche, e prima di cominciare le lezioni decisi di fare una passeggiata al mercato per scegliermi un arma adatta a me> comincerebbe quasi come stesse raccontando una favola. <Passai ore in quel mercato senza trovare qualcosa di adatto alle mie capacità e con il quale potessi trovarmi in sintonia... ma poi vi lui legato ad una bancarella e fu quasi un colpo di fulmine> direbbe serio e ironico allo stesso tempo. <E da allora non ci siamo più separati, anche perchè con le mie scarse capacità fisiche è sempre stato il mio unico compagno> concluderebbe andando a sfiorarlo con le estremità della destrorsa.

17:02 Gekko:
 ascolterebbe ancora il dire dell'amico e sentirebbe per la prima volta del trasferimento forzato che ha portato i due fratelli da Ame a Kusa <Mmm.> rigirerebbe la tazza del te tra i palmi delle mani <Sapevo che foste originari del Villaggio della Pioggia, ma non sapevo che foste stati obbligati a venire qui a Kusa <Non so molto di Ame, quindi pensavo che aveste semplicemente seguiti i vostri genitori, trasferitisi qui per ragioni di lavoro.> sorriderebbe <Riguardo la possibilità di tornare...> alzerebbe le spalle <Chi lo può dire. In fondo anche io un giorno o l'altro vorrei andare a visitare il Villaggio dove sono nato, anche se non ne ho memoria e per me non credo sia mai stato una casa.> poi, ascoltando la storia di Karitama e del suo bo, non riuscirebbe a trattenere una risata... nel notare la similitudine tra il rapporto artista bastone e quello conciatore tronchetto impietosamente devastato. <Perdonami.> mormorerebbe ricomponendosi <Mi aspettavo quasi un racconto di ispirazione artistica o poetico, però effettivamente ci sta che se hai cercato un'arma che fosse adatta a te ed hai trovato questo bo, esso rivesta un significato particolare.> sorriderebbe <Credo che se noi due combattessimo usando solo armi verrebbe fuori un combattimento patetico.> ridacchierebbe <Forse ci sarebbero anche Deshi che potrebbero trovarlo comico, dato che io ho appreso giusto le basi, più che altro per poter utilizzare alcuni strumenti tatticamente utili.>

17:29 Karitama:
 Ascoltando le parole dello Shoton Karitama non si sentirebbe più l'unico non così tanto portato per il combattimento armato, e le parole ascoltate lo porterebbero ad esplodere in una forte risata. <Io non ho mai sentito questo bisogno, ma immaginando il deshi non riesco a smettere di ridere.> concluderebbe tentando di calmare la risata e poserebbe la tazza di thè bevendo l'ultimo sorso rimasto, ormai quasi freddo. Dopo averlo poggiato sul tavolo andrebbe a calmare la risata e tenterebbe di richiamare l'attenzione della cameriera. Se la ragazza fosse arrivata andrebbe a posare la mancina all'interno del portaoggetti prendendo una decina o poco più di ryo per consegnarli alla donna. <Offro io> direbbe divertito voltandosi verso Gekko e sorridendogli. Una volta vista la ragazza allontanarsi chioserebbe frettoloso <Andiamo? Ho bisogno di una sigaretta il prima possibile.>. Alzandosi impugnerebbe il bo viola e si avvierebbe verso la porta, assicurandosi di essere seguito dal compagno. Dopo aver spostato la tendina si troverebbe nuovamente sulla strada posando ancora una volta la mancina nella tasca corrispondente per tirre fuori un pacchetto di cartoncino azzurro. Stretto nella mancina andrebbe a muovere il pollice verso l'alto per lasciar trasparire una ventina di cilindretti candidi pronti per essere estratti.<Vuoi?> chiederebbe già conscio della risposta ma sempre speranzoso di aver compagnia in quell'atto per lui così naturale.

17:51 Gekko:
 sarebbe ancora divertito dal pensiero di un deshi piegato dalle risate a vedere in un combattimento armato due che hanno appreso quanto basta di armi per diplomarsi, ma che non vanno oltre a quello e non protesterebbe alla decisione altrui di offrire <La prossima volta però offro io.> sorriderebbe alzandosi a sua volta e reinfilando la cinta a cui sono assicurati il portakunai ed il portaoggetti ed allacciando anche i cordini che fissano questi ultimi alle cosce. Ammiccherebbe alla dolce cameriera, prima di uscire e si troverebbe immerso nell'aria del pomeriggio kusano... un caldo e umido pomeriggio estivo, in cui si stare be più freschi in abiti tradizionali. <Anzi, magari la prossima volta potremmo anche cercare una sala con delle maiko.> proporrebbe <Certo, a meno che il tuo genere di ragazza non sia come il tuo bo.> riderebbe, rivangando il commento in base a cui la cameriera non fosse il suo tipo ed al contempo il discorso sul colpo di fulmine tra l'allora Deshi ed la sua arma... forse intempestiva come battuta, ma almeno ora non sono in mezzo agli altri avventori del chiosco ed attesa la calura, non ci sono molti passanti in giro per le strade. Lo Shoton farebbe un cenno di diniego con la mano <Un uomo non dovrebbe concedersi troppi vizi.> sorriderebbe, ben ricordando le lezioni secondo cui un ninja dovrebbe tenersi lontano da ogni vizio, prestando particolare attenzione al gioco d'azzardo ed altri due che non menzioneremo perché il nostro Genin è ben felice di non tenersene lontano (?) <Sai. Oggi non mi sono trattenuto, perché volevo evitare di tornare in ospedale troppo in fretta> mormorerebbe in relazione al fatto che non abbia effettivamente usato attacchi contro alcun nemico <Però tatticamente, dato che potevamo lavorare assieme, ho pensato fosse più utile farlo.> sorriderebbe osservando l'altro accendere la sigaretta <L'altra volta abbiamo combattuto due battaglie distinte e non è stato possibile agire in modo combinato.> sorriderebbe <Però come vedi la formazione GenKai funziona bene.> ridacchierebbe usando nuovamente quel nome composito con tanta assonanza con Kekkei Genkai <Però adesso siamo in tre... KaGenKai? GenKaiKa? GenKaKai?> ipotizzerebbe <Ehh no, l'ultima sembra detta da un balbuziente.> ridacchierebbe.

18:07 Karitama:
 Dopo il rifiuto della sigaretta da parte del compagno andrebbe a passare il pollice su uno dei cilindretti per tirarne fuori solo la parte finale per poi posarla sulle labbra e tirarla fuori. Fatto questo andrebbe a posare il pacchetto per poi estrarre dalla stessa tasca un parallelepipedo metallico recante il simbolo del clan Ishiba. <Ma i vizi aiutando l'arte nella sua interezza> chioserebbe piano e fatto questo andrebbe a scoperchiarlo con lo stesso pollice per poi far roteare la pietra focaia per innescare la combustione del candido stoppino. Posando quindi la punta di tabacco sulla fiammella andrebbe ad espirare rapidamente per riempire il proprio corpo di quel candido fumo per poi rilasciarlo in una violente espirazione. <KaGenKai non mi discpiace> risponderebbe divertito ascoltando i tentativi del compagno nel trovare un nome minimamente sensato. <Poi la cosa importante è essere una buona squadra> concluderebbe continuando a consumare quella candida stecca. <La prossima volta sarò tuo ospite, promesso> chioserebbe pensando alle precedenti parole del compagno. <Io ora raggiungerò Kaime, se vuoi puoi accompagnarmi beviamo un altro po' di sakè a casa mia e ti faccio assaggiare degli alcolici un po' particolari> e detto questo andrebbe ad avviarsi aspettando di essere seguito o salutando con un cenno del capo e un sorriso lo Shoton. [END]

18:24 Gekko:
 ridacchierebbe al commento riguardante l'aiuto dei vizi all'arte <Forse potresti avere ragione.> alzerebbe le spalle <Un giorno magari riuscirai a convincermi a provare.> direbbe annuendo al nome il cui suono convince anche l'artista <Beh è vero che la priorità è quella di funzionare come squadra.> ammetterebbe <Però se ci si potesse riferire a noi tre come team usando solo KaGenKai, sarebbe decisamente più agevole che non dire "Andate a chiamare Karitama e Kaime Ishiba e Gekko Shoton".> ridacchierebbe iniziando a seguire l'amico quando questo muove i propri passi, ponderando la sua offerta <Magari un'altra volta.> sorriderebbe <Quando non sarò in tenuta da missione.> e dicendo così passerebbe una mano tra i capelli neri, liberando dai ciuffi ribelli alcuni petali di ciliegio rimastivi intrappolati <E poi sento davvero la necessità di darmi una ripulita.> ridacchierebbe <Non posso spargere petali di ciliegio ad ogni movimento.> Così dicendo arresterebbe i propri passi <Grazie della compagnia. Porta i miei saluti a Kaime.> mormorerebbe sorridendo, prima di girarsi sui tacchi e tornare alla propria dimora.[End]

Appena conclusa la missione al Bosco dei Ciliegi, Karitama e Gekko lasciano che Kaime sbrighi le formalità per l'arresto del prigioniero che si è consegnato dopo lo sterminio di suoi compagni e vanno a mangiare qualcosa.
I due parlano degli eventi e lo Shoton propone di brindare con del saké alla memoria dei due ninja senza nome caduti sotto i colpi del trio.
Assieme a chiacchiere meno profonde Gekko rivela il suo passato, nemmeno troppo remoto e Karitama racconta del trasferimento da Ame, per concludere con la sua storia d'amore sbocciata al mercato...
col suo Bo (?)