In quel di Kusagakure, par che di notte nessun dorma. Un negozio per tatuaggi è ancor aperto, evidentemente prossimo alla chiusura per via della luce soffusa al suo interno. Si trova locato nel Terzo Cerchio, facilmente raggiungibile, incastrato tra una Macelleria ed un Negozio di Dolciumi. E' un negozietto piccolo, esternamente, con una porticina di circa due metri d'altezza e mezzo metro di larghezza, color verde chiaro. Un'insegna al neon è appesa sopra la suddetta, indicante il nome di "Ichiyako" sotto a "Tattoo". E' possibile l'ingresso tramite una maniglia piccola e dorata, spingendo poi la porta verso l'interno della struttura. Fujo potrà dirigersi in tal direzione, magari attratto dalla possibilità d'aver un tatuaggio, col giusto compenso, oppure con l'intenzione di prendervi la mano ed apprendere da qualcuno che il mestiere già lo conosce. A suo giudizio, quindi, percorrendo le vie del Centro di Kusa, lo potrà vedere a circa una decina di metri di distanza, specialmente grazie all'insegna a neon lampeggiante, sicuramente obsoleta e di vecchio stampo, nonostante faccia ancora il suo bell'effetto. Le strade del Terzo Cerchio non sono del tutto vuote, ma non v'è sicuramente la gente presente durante tutto il giorno, poiché la sera è decisamente volta al termine, lasciando posto alla notte e alla possibilità d'una sana dormita, cosa che, evidentemente, non è presa in considerazione da gente come Fujo. [ Ambient ]
Fujo attiva correttamente il proprio Chakra, senza nessun impedimento. Una voce, appena aperta la porta, proviene da una stanzina interna, la quale è divisa dal resto dello studio con una tendina da doccia, in plastica, verde acqua anch'essa. Le pareti sono bianche con delle ulteriori tonalità di verde più chiaro. Son appesi quadri con relativi tatuaggi, uno dei quali è una sirena stilizzata composta sol dallo scheletro. Un altro, invece, rappresenta una mano che sorregge un calice di vino. L'ennesimo, tutti e tre appesi innanzi all'ingresso, rappresenta l'Hasukage Yukio Kokketsu. Evidentemente, qualcuno ha pensato bene di emularlo in qualche modo fuori dal comune. < Fuori dalla mia palu-- Stiamo chiudendo! > Esclama un vocione da dietro quella tendina, mentre con passi precisi s'avvicina alla stessa, spostandola per poter veder l'interlocutore appena entrato. Egli è un uomo alto sì e no un metro e cinquanta, piuttosto tozzo e tondo, privo di capelli, la cui assenza è stata sostituita da una serie di tatuaggi tribali, i quali ne coprono tutta la sommità del capo sin dietro il collo, perdendosi sotto gli abiti. Indossa un paio di pantaloni scuri ed una camicia chiara, con un grembiule nero sul davanti, evidentemente per non sporcarsi. Ha, tra le mani, un paio di guanti in lattice ovviamente sporchi d'inchiostro nero. Gli occhi piccoli e neri osservano Fujo, che non è poi molto più alto rispetto al Tatuatore. Le maniche della camicia son piegate sin all'altezza dei gomiti, mostrando altri tribali neri disseminati lungo questi ultimi. Che se li sia fatti da solo? Non è dato saperlo. < Cosa cerchi, ragazzo? > Chiede, arrotolando tra di loro i guanti, così da buttarli in un cestino non troppo lontano dalla sua attuale posizione, a circa un paio di metri di distanza dal ragazzino. [ Ambient ]
L'uomo lo osserva con un sopracciglio alzato, dubbioso se cacciarlo fuori dal negozio o farlo restare. Sbatte le palpebre un paio di volte, piegando altresì la testa lateralmente, iniziando a togliersi il grembiule di dosso. < Sei serio? > La prima fatidica domanda, non distogliendo gli occhi di dosso dal volto altrui. < Più che altro, non mi sembra un orario del tutto consono a fare simili richieste. > Si stringe nelle spalle, effettuando un paio di rapidi passetti in avanti, così da diminuire appena la distanza che tra loro intercorre. < Allora.. > Si schiarisce la voce. < ..per me andrebbe anche bene. Nel senso, tu lavori per me per un totale di tempo paragonabile all'apprendistato. Il denaro che guadagni viene dato a me e sarò io a decidere se darti una percentuale in merito o meno. Tutto dipende dalla tua capacità d'apprendimento e se hai, di base, un portamento verso questo lavoro. > Solleva ed abbassa le nerborute spalle, umettandosi le labbra con la punta della lingua. < Questo se, ovviamente, io acconsenta ad averti qui con me. > Commenta con un sorrisetto divertito, il quale sbuca a ridosso delle proprie carnose labbra, rivolto ovviamente al ragazzo che gli è di fronte. Alla sinistra di Fujo, v'è una scrivania con sopra svariati fogli bianchi ed immacolati, mentre altri sono ricchi di disegni e possibili tatuaggi futuri. V'è una piccola lampada per illuminar meglio la scrivania, per non parlar della moltitudine di inchiostri, penne, pennini e matite, nonché carboncini neri. < Chi mi dà la garanzia che tu, il giorno dopo, ti faccia vivo di nuovo? Potresti essere come un qualsiasi ragazzino di strada che pensa di farsi tatuare gratis lavorando qui, per poi sparire nel nulla a lavoro concluso! > D'altronde, è naturale non fidarsi d'un ragazzino appena conosciuto, il quale par appena uscito d'Accademia, senonché vi vada ancora, s'intende. [ Ambient ]
Fujo tira fuori un quadernetto, le cui pagine son cosparse di disegni vari, seppur abbiano tutte lo stesso ed inconfondibile stile. Il tatuatore si tende in avanti, allungando le mani verso l'oggetto di desiderio. L'intento è uno solo: sfogliarlo come meglio crede, però nelle proprie mani. < Posso? > Si premura, quantomeno, di chiedere una sorta di permesso al proprietario. Sol qualora Fujo gli abbia dato risposta affermativa, egli inizierà a sfogliarlo con calma, vedendo ogni singolo disegno e cercando di trovarne alcune imperfezioni. < Questo qui. Il tratto è un po' troppo marcato. > Spiega, indicando uno dei tanti disegni ivi trascritti. Riprende a sfogliare rapidamente, giungendo alla fine del quaderno e tornando indietro, all'inizio. Muove la testa in un cenno affermativo, distendendo l'arto manco per ridargli l'oggetto in questione. < Senti, sarò sincero.. > Conviene esserlo, soprattutto innanzi ad una professione simile. < ..non basta saper disegnare per essere dei Tatuatori o diventarne uno. > Non gira molto attorno alla questione, allargando però le braccia verso l'esterno come se fosse impotente. < Nel caso in cui io ti dicessi di disegnarmi qualcosa, tu lo faresti? Se, adesso, ti chiedessi di disegnarmi, nei minimi particolari, un panda con una bandana sull'occhio sinistro che impugna una Katana.. > Da come sta parlando, è ben intuibile come le stia tirando fuori tutte in un colpo, quasi senza pensare alle conseguenze delle proprie assurde richieste. Un piccolo risolino ne consegue. < ..saresti capace? > Aggira la scrivania nera posta sulla sinistra dell'ingresso, sedendosi dietro la stessa su uno sgabellino e porgendo, lasciando il tutto sulla superficie del tavolo, un foglio bianco ed immacolato, un pennino ed un carboncino. A Fujo la scelta, qualora accetti! [ Ambient ]
Il Tatuatore lo scruta come se avesse appena parlato una lingua straniera e il ragazzino non avesse compreso quel che da lui va cercando. Solleva l'arto destrorso, con il palmo della dritta che va poggiandosi contro la fronte, evidentemente stanco e tediato dalla vita di tutti i giorni, da un lavoro sì fruttuoso, ma faticoso. < Forse, ho formulato male la richiesta. > L'ordine, se proprio vogliamo esser cattivi e presuntuosi. < Non voglio che tu disegni su tela. Voglio che tu lo faccia su questo foglio.. > Indicandoglielo e spingendoglielo ulteriormente vicino. < ..con un pennino o con un carboncino. La scelta è tua, ma l'ordine iniziale è mio. E' come dire ad un cliente: "non tatuarti questa roba perché mi fa schifo". Non sei tu a decidere, specialmente se vuoi il mio aiuto. > Vanno bene le prese di posizione, la sicurezza ch'egli ha verso le proprie capacità d'artista. Quel che, invece, al Tatuatore non piace è che si sia rifiutato perché crede di saper far di meglio. Non è quello che gli ha chiesto, motivo per il quale non lo accetta. < Prendere o lasciare. Rammenta anche che sei venuto tu da me a chiedermi aiuto, non io da te a cercar un Allievo del quale potrei anche non aver bisogno. > E' diretto, conciso e chiaro, come dovrebbero esserlo tutte le persone sulla faccia del pianeta. La maggior parte, purtroppo, non funzionano esattamente in questo modo e, sovente, si finisce con il litigarci. L'uomo pelato e pieno di tatuaggi, che Fujo ha di fronte, non sembra esser questo genere di persone, bensì l'esatto contrario. Attende una replica, a giudicar dalla quale capirà se potrà seguire Fujo nel suo percorso o accompagnarlo alla porta, non avendo seguito delle semplici direttive come il sedersi e disegnare un panda con una katana. [ Ambient ]
Fujo si preoccupa di disegnare il panda nei minimi particolari. L'animale vien disegnato con grazia e precisione, medesima cosa non si può dire per la katana che impugna. Il tatuatore lo osserva, ne segue man mano ogni gesto: l'imposizione delle mani, la postura, il movimento che compie coi polsi e col pennino scelto. Non lo interrompe per nessun motivo, anzi resta particolarmente in silenzio per osservar tutto l'elaborato del Deshi. < Il panda lo hai disegnato bene, niente da dire, ma la Katana manca di particolari. E' troppo semplice: va disegnata bene l'elsa coi precisi particolari e motivi. Mancano le ombre, la lucentezza, le varie particolarità. Non sei andato male, ma c'è molto materiale sul quale lavorare. > Spiega con far critico, massaggiandosi il mento con l'ausilio della mano destra. < Inoltre, sei a conoscenza che l'inchiostro prende su determinati tipi di pelle e che su altre tende a scaricare il colore maggiormente? Bisogna anche che tu inizi a prendere dimestichezza con l'Anatomia, in particolar modo i nervi che compongono il nostro organismo. Sono un elemento costitutivo del sistema nervoso periferico, che ha la funzione di trasmettere gli impulsi nervosi. Ed è formato essenzialmente di fibre, avvolte da proprie guaine, che si riuniscono in fascetti e in fasci per formare un cordone rivestito da una membrana connettivale. > In breve, gli dà una rapida spiegazione su quel che sono i nervi nel loro insieme generale. < Come penso tu possa immaginare, se con un ago, mentre tatui, colpisci un nervo, potresti causare dei problemi al cliente. Medesima cosa se non pulisci adeguatamente il macchinario, causando delle infezioni al tatuaggio e alla pelle della persona. Sui nei, non si tatua: bisogna sempre starne alla larga. > Specifica ancora, sollevando l'indice destro innanzi al suo volto, come se volesse dargli un avviso ultimo e preciso. < Quindi, fa attenzione. Ovviamente, dovrai leggerti altri Manuali e lavorerai, per i primi tempi, al mio fianco. > Sostanzialmente, gli sta dicendo che ha praticamente accettato di averlo lì tra i piedi. < La pelle è delicata, ne esistono di diverso tipo: grassa, secca, lentigginosa, sottile, delicata, ruvida. Ovviamente, all'inizio, non ti lascerò lavorare sulla pelle umana, bensì su quella animale. Potrai esercitarti quanto vuoi. Adesso, però.. > Si alza a sua volta, sbuffando. < ..va via. Torna domani. Io stavo per chiudere. > E, dandogli le ultime direttive, lo invita, non troppo delicatamente, ad uscire. [ END ]