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Dopo l'incubo ~

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con Azrael, Kaori

09:39 Kaori:
 Finita l'illusione Kaori si è ritrovata nuovamente seduta sulla sua poltrona nell'immensa sala della Torre dei Maboroshi. La sua mano, fredda, era stretta a quella di Azrael come se non fosse trascorso che un istante da quando l'aveva afferrata e mai come in questo momento Kaori si è ritrovata a rendersi conto di come un istante possa cambiare ogni cosa. Ha lo sguardo vacuo fisso dinnanzi a sé, il battito accelerato, il viso pallido e la pelle gelida. Un rivolo di sudore le scivola dalla fronte andando a confondersi con l'acqua della pioggia che la bagna da capo a piedi nonostante la presenza del mantello scuro sulle spalle. Il respiro è corto, pesante, il corpo quasi trema mentre si rivela incapace di accettare la fine di quell'incubo. E' al sicuro, è tutto finito, hanno adempiuto alla missione e quello che ha vissuto è stato solo un genjutsu particolarmente sinistro. Ma solo un genjutsu. E' tutto a posto e Azrael è lì, accanto a lei. Lo sa. Può sentire la sua mano stretta alla propria, può avvertirne la presenza al fianco, può percepire la sua vita scorrergli in corpo. Eppure, al tempo stesso, Kaori l'ha ucciso. La sua saetta è andata a penetrargli il cranio, quell'attacco raiton gli ha trafitto l'addome come se la sua carne fosse burro. Ha visto i suoi occhi spegnersi, la vita abbandonarlo, la sua voce affievolirsi in quell'ultimo alito vitale. E lei l'ha ucciso. Neppure la sua stretta, le sue dolci parole rassicuranti sono riuscite a raggiungere la sua mente. Kaori è dispersa nella propria mente, galleggia a stento in un oceano denso fatto di sangue scuro e melmoso, quasi come se la stesse appesantendo per trascinarla giù, a fondo, ove non avrebbe più fatto ritorno. Combatte per convincersi di essere libera, salva da quell'incubo, eppure non può smettere di vedere dinnanzi a sé quell'Azrael trasfigurato dal dolore, dalla rabbia, dalla paura. Non può fare a meno di pensare alle sue lacrime cristalline, a quell'urlo straziante che gli ha graffiato la gola. Non può evitare di ricordare il dolore nel suo sguardo alla vista della morte della sua Kaori. L'ha visto rompersi, spezzarsi sotto i propri occhi, divenire una bestia priva di controllo e raziocinio, un animale selvatico in preda all'istinto e alla sofferenza. E non era un Azrael distorto dall'illusione... per un breve istante lui-- era Azrael. Era lo stesso Azrael che ha accanto ogni giorno, lo stesso uomo che avrebbe distrutto il mondo pur di proteggere chi ama. Lo stesso uomo che avrebbe ridotto in cenere mare e monti pur di sfogare il dolore di una perdita tanto grande. E ha sentito come proprio il suo dolore, ha sentito il suo cuore spezzarsi nel sentire il suo in frantumi. Ha sentito il fiato sfuggirle dalle labbra nel sapere che l'unica via di fuga per loro sarebbe stata tramite la fine di lui. E ha agito d'istinto, come meccanicamente guidata da una voce lontana che le sussurrava all'orecchio. Ed ora Kaori è spenta, vuota, preda di quell'incubo che ancora imperversa nella sua mente, quasi inconsapevole delle braccia di Azrael che la conducono via, lontani da lì, fra le familiari e confortevoli mura della propria casa, al sicuro, distante da qualunque cosa possa farle del male. [ Chakra: on ]

10:40 Azrael:
 È finito. È tutto finito. Il genjutsu ha abbandonato le loro menti, ma non del tutto. Le loro mani riprendono vigore e vita, ancora strette l’una in quella dell’altro. Eppure on v’è modo per scuotere i due dal torpore del trauma che hanno appena vissuto. Il respiro di Azrael è corto, spezzato da quanto è appena accaduto, ma – ancor di più – dal vedere la donna che ama ridotta in quello stato. < Voi e i vostri dannati esperimenti del cazzo! > Le parole escono d’istinto dalle labbra del Dainin, alla volta dei Maboroshi ancora presenti. Una serie di tic nervosi gli smuovono il volto, distorcendolo in quella folle espressione di rabbia. < Sarà meglio per voi che la smettiate con questi jutsu fallimentari o vi farò vedere io stesso cosa vuol dire vivere un incubo. > Mormora, a voce più bassa, lasciando per un istante la mano di Kaori per comporre il sigillo della scimmia dinanzi al proprio petto ed utilizzare le ultime forze rimastegli per avvolgere se stesso e lei col proprio chakra, prendendole nuovamente la mano. La cerulea energia andrebbe ad avvolgerli entrambi come il caldo abbraccio di un lenzuolo di seta, portandolo poi a chiudere gli occhi e focalizzarsi sulla camera della ragazza, i casa sua. Dopo aver delineato ogni singolo dettaglio di quel luogo, darebbe fondo alle proprie risorse per dislocare entrambi in quel luogo, ritrovandosi sul bordo del letto, in piedi, lasciando che lei possa abbandonarsi sul materasso. Il fiato è ancor più corto di prima, il cuore a battere furiosamente nel petto, le riserve di chakra scarseggiano, oramai, ragion per cui il Nara, permanendo nel più totale silenzio, andrebbe raccogliendo un tonico recupero chakra. Andrebbe a masticarlo nervosamente, mandandolo giù poco dopo, ritrovandosi improvvisamente più debole e fragile. Non andrebbe ancora a dirlo nulla, nel vano tentativo di trattenere rabbia e frustrazione dentro di sé, andando a sganciare le katane appese alla cintura, lanciandole con forza oltre il letto, contro la parete della stanza < Fanculo! > Esclamerebbe, infine, allontanandosi dalla posizione della Hyuga di appena un passo e voltandosi di spalle, cercando vanamente di applicare qualche esercizio sulla respirazione che potrebbe servire a calmarlo, ma che – al momento – non ha abbastanza concentrazione per farlo, risultando unicamente come un ammasso di grugniti e ringhi malcelati dai denti serrati gli uni contro gli altri, con i pugni stretti e rigidi lungo i fianchi e gli occhi sgranati da quella sensazione di rabbia crescente e montante dentro di lui. [ Dislocazione Istantanea Superiore – Chakra OFF ]

11:06 Kaori:
 E' tutto un turbinio di sensazioni scostanti e violente attorno a lei. La mano di Azrael che lascia la sua, la sua voce minacciosa, la rabbia malamente trattenuta che a tratti affiora in lei tramite quel sigillo empatico che connette le loro menti. Quasi si sente annegare senza quel contatto con la sua mano ma ben presto questo ritorna e Kaori viene risucchiata via dalla forza del suo chakra che l'avvolge come un manto di energia. E' la stasi d'un istante prima di sentirsi crollare sul letto della propria stanza, al buio, il temporale che imperversa all'esterno battendo contro le finestre chiuse della camera. Il vetro vibra in un ronzio lento e basso, il vento ulula e lo scroscio dell'acqua fanno da sottofondo ad un momento di denso silenzio quasi assordante. Azrael la lascia, si muove nervosamente per la camera andando a fare qualcosa cui lei non presta troppa attenzione, confusa, turbata, ancora stravolta da quelle visioni che le riempiono gli occhi. E poi arriva lo schianto sordo delle katane sbattute contro il muro a ridestarla, a farla trasalire, facendole arrivare il cuore in gola come se avesse appena udito lo scoppio d'una bomba. Alza lo sguardo sul Nara il quale, imprecando, si distanzia da lei donandole le spalle, nascondendole il viso, la sua stessa presenza. La Hyuga vede le sue spalle vibrare, fremere, ode la sua voce venir soffocata da ringhi sommessi, da mugugni nervosi e avverte dentro sé il bisogno di avere un qualunque contatto con lui, foss'anche solo il semplice sfiorar di dita. Ha bisogno di lui, di averlo vicino, di sentirlo v i v o. < A-Az--ra-el... > la sua voce è un flebile sussurro, spezzata e soffocata dalla paura che le occlude la gola. Lo guarda incapace di muoversi, piccola piccola nel suo mantello, sul suo letto, seduta con le membra tanto pesanti da sentirle fatte di pietra. Lo richiama, lo cerca, come fosse la più antica richiesta d'aiuto. Ha paura. Si rende conto ora, lei, di quanto devastante e distruttivo sarebbe perderlo, di quanto non sarebbe capace di sopportarne l'addio ora che ha avuto modo di conoscerlo, di viverlo. Di amarlo. E sente il respiro farsi corto, pesante, quasi mozzo in quell'incapacità di inspirare più a fondo, guardandolo con le iridi perlacee lucide, ricolme di timore e paura, chiedendogli silenziosamente, col solo sguardo, di non andare via, di restare con lei, di vivere per lei. [ Chakra: on ]

12:41 Azrael:
 Ha lo sguardo perso nel vuoto, Azrael, il cui controllo è stato sottratto in que genjutsu, intrappolato in un mondo in cui non aveva il controllo, in cui l’unica consapevolezza erz quella di poter morire o peggio. Perdere Kaori. Il momento in cui ha temuto di più è stato proprio il vedere la propria controparte trasformarsi in quell’animale privo di raziocinio. Vederlo lanciarsi contro di lei con la chiara intenzione di trafiggerla con le ossa del proprio costato. E la parte peggiore è stato… capirlo. Comprendere quella rabbia, quel desiderio cieco di distruggere qualunque cosa si trovasse sul proprio cammino, perché nulla, nemmeno la propria vita, aveva più senso senza di lei. Sa perfettamente che sarebbe quella la sua reazione, sa perfettamente quel che lo Yami di quella illusione ha provato nel momento in cui si è reso conto di aver perso ciò a cui più teneva. Quelle lacrime trasparenti, così diverse dalla melma scura che il suo corpo ricacciava, quella flebile dichiarazione d’amore in punto di morte, come se nulla lo trattenesse ancora a quel mondo se non quella viscerale confessione. Ti amo. Mai avrebbe potuto andarsene, se prima non lo avesse detto, se prima non avesse reso chiaro che stava morendo per lei, con lei. Ancor più spaventosa è la consapevolezza di non star provando rimorso, di non sentirsi in colpa per aver tolto la vita a se stesso, in quel frangente. Agendo d’istinto avrebbe potuto colpirlo con la spada, invece no. L’ha lasciata andare preferendo una delle sue tecniche più letali, c’è stato un calcolo dietro quel chidori. Un calcolo di distanze, di dolore che avrebbe inferto, di velocità. Non la reazione istintiva, seguita dal naturale senso di colpa, ma un cinico e rapido decidere il modo più doloroso ed efficace per togliere la vita a qualcuno. Non era un uomo, a ben èensarci, ma allo stesso tempo era l’uomo per cui avrebbe più dovuto farsi scrupoli. Azrael. Tutti questi pensieri vengono interrotti dalla flebile voce di Kaori che lo richiama. Ed il respiro gli si blocca in gola. Non un singulto, non un gemito, non un ringhio. Solo il silenzio. Immediatamente le energie fisiche e psichiche andrebbero immediatamente a venir richiamate, la tensione dei muscoli, i collegamenti dei nervi e la struttura ossea andrebbero a mandare una serie di impulsi all’addome, creando una sfera bianca, allo stesso modo tutti i pensieri, le esperienze i traumi e le sensazioni, in maniera ancor più rapidamente del solito, formerebbero all’altezza del terzo occhio una sfera nera. Tali eegie verrebbero sospinte l’una verso l’altra in maniera tale da accendere quela cerulea fiamma che alimenterebbe nuovamente il suo corpo. Non avrebbe sopportato oltre di non poter più avere il contatto mentale con lei. “Kaori.” La richiamerebbe mentalmente, riattivando il sigillo dell’empatia che non poteva più sostenere per la spesa di chakra. Si volterebbe, a questo punto, per incontrare con lo sguardo la sua figura piccola, fragile, ancora fradicia di pioggia abbandonata a quel materasso. Muoverebbe le leve per riavvicinarsi a lei, tendendole la mancina verso il volto, in una carezza che le sfiorerebbe appena il volto, quasi senza toccarla effettivamente. < Sei ancora con me? > Le domanderebbe, con voce calma e pacata, per paura di spaventarla o ricevere reazioni negative, restando fermo senza allontanarsi, ma neanche spingersi troppo oltre, così da riuscire a studiare le di lei reazioni. [ Impasto – Chakra ON ]

17:03 Kaori:
 Il silenzio s'abbatte come uragano nella stanza quando la voce di Kaori raggiunge, debole, l'udito del Nara. Improvvisamente egli si ferma, le spalle si raddrizzano, il tremore s'arresta. La sua voce si disperde nel silenzio assordante della camera, interamente sostituito dal suono della tempesta che, dall'esterno, imperversa violenta su Konoha. La voce di Azrael riecheggia nella sua mente tramite il sigillo empatico appena riattivato e la ragazza avverte il cuore mancare un battito, l'aria scivolarle lungo la gola come una lama gelata. Kaori l'osserva fragile, piccola in quel suo essere stranamente invisibile e defilata, vedendolo in pochi istanti voltarsi nuovamente verso di lei per avvicinarsi al letto e quindi andare a tentare di levare una mano per sfiorarle il viso in un gesto effimero e delicato, quasi evanescente in un tocco tanto leggero da apparir inesistente. La ragazza preme d'istinto il suo viso contro la sua mano, contro il suo palmo, chiudendo gli occhi, abbandonandosi alla sensazione della sua pelle calda -viva, contro il volto e cerca di concentrarsi su quella soltanto, tenendo a bada l'agitazione che le monta in petto. Le sue mani vanno, d'istinto, ad afferrare il tessuto della sua manica quasi come a volersi disperatamente aggrappare a questa per impedirgli di allontanarsi, di sfuggire a quel semplice contatto. Le unghie si stringono sulla stoffa, le labbra si pressano fra loro mentre il viso verrebbe fatto strofinare appena contro il palmo della sua mano, sentendosi colmare di una paura ancestrale e senza nome che la logora dall'interno. Annuisce in risposta alla domanda posta da lui e, solo dopo diversi istanti, va riaprendo gli occhi per puntare lo sguardo sulla figura del Nara dinnanzi a sé. Ne ripercorrerebbe i tratti del viso, i capelli corti e ribelli, ben tenuti attorno al capo. Studierebbe la forma tonica del fisico allenato così dissimile e assai più piacevole di quello dell'Azrael morto in quell'illusione terrificante. Si sofferma sul naso dritto, sulla barba ben curata sul suo mento e sulla forma delle labbra che sa essere così piacevolmente calde e piene. Risale alla fine verso la parte che di lui preferisce e che più ama: i suoi bellissimi ed espressivi occhi neri. Quei due pozzi d'onice nei quali più e più volte s'è ritrovata riflessa e per un istante soltanto s'è sentita-- perfetta. Li vede vivi, più ardenti e reali che mai. Nota la sua pelle rosea, perfetta, priva di qualunque tipo di sfregio o imperfezione. Nota il colorito sano e salutare, il sangue scorrere lungo le vene che viaggiano sottopelle. Sente gli occhi pizzicare a quella vista e farsi lucidi mentre le dita si stringerebbero ancor più sulla manica della sua camicia. < Sei-- vivo. > sussurrerebbe, flebilmente, sentendo il fiato spezzarsi, l'aria arrivarle a stento nei polmoni. < Sei vivo. > ripeterebbe, allora, con voce strozzata, rantolando, annaspando in un principio di attacco di panico. < Sei vi--vo... > E par quasi ripeterlo, all'infinito, in un tentativo di autoconvincimento, quasi voglia ricordarsi che è stato tutto solo un tremendo incubo e che Azrael è qui, davanti a lei, sano e salvo, più vivo che mai. [ Chakra: on ]

17:43 Azrael:
 Silente permane con la mano sul volto di Kaori, lasciando che lei possa strofinare il suo viso contro il palmo, che possa aggrapparsi alla sua camicia. Le labbra si incurvano in un dolce sorriso ricolmo d’affetto ed amore. La mano destra, quella libera, andrebbe a slacciare bottone dopo bottone quell’indumento, aprendo la vista sul proprio petto tonico ed allenato, seppur fasciato dalle bende, scendo poi a liberare le asole che coprono l’addome, fino ad aprire completamente la camicia. La voce della Hyuga gli arriva rotta, spezzata, così come lei è in questo momento. Lascia passare qualche altro istante, prima di tentare di ritrarre la mano per sfilare il braccio mancino dalla manica, seguito poi dal destro. La lascerebbe così, vuota e ancora madida di pioggia, ai piedi del letto. Non le risponde, non le dice nulla che possa confortarla in questo momento, non pensa vi siano parole sufficientemente forti da consentirgli di calmarla, di convincerla abbastanza che è tutto finito. Le mani andrebbero alle bende, tirandole quel tanto che basta per far perdere loro la presa sulla compatta muscolatura compatta del Dainin, abbandonando anche quelle sul pavimento. A questo punto andrebbe a raccogliere le mani della Hyuga, cingendone delicatamente i polsi con le proprie falangi per portarsele al petto, in modo che possa poggiare i palmi laddove il cuore pulsa, batte forte smuovendogli la cassa toracica, laddove Kaori potrà sentire la vita scorrere dentro di lui. Gli occhi sarebbero fissi in quelli di lei, mai lascerebbero andare la fonte della serenità che tanto gli è cara. A cui mai e poi mai vorrebbe rinunciare. < Lo senti, Kaori? > Le domanderebbe, infine, in un filo di voce che a stento si disperde nell’area intorno a loro. Un sussurro rivolto solo ed unicamente a lei, che nessun altro sarebbe degno d’ascoltare. < Il mio cuore che batte. Il calore della mia pelle. La presa delle mie mani sui tuoi polsi. La mia voce ed il mio respiro… > Proseguirebbe, elencando ad uno ad uno i motivi che dovrebbero convincerla della sua reale ed effettiva presenza in quella stanza, in sua compagnia, dove è predestinato ad essere. < Parlami. > Le direbbe, semplicemente, invogliandola semplicemente ad aprirsi, a comunicare con lui. Sa che è stata dura, è stata dura per entrambi. Quel che hanno visto lì dentro aveva dell’incredibile, aveva del macabro e dello spaventoso, nessuno dovrebbe mai provare una cosa del genere, eppure loro vi si sono trovati dentro totalmente e senza possibilità di uscire se non affrontando i demoni che vi hanno trovato dentro. Quel che vuole farle capire è che ne sono usciti, che sono lì, insieme ed insieme resteranno finché qualcuno di divino o ultraterreno non scenderà per affrontarli e dividerli. O fallire nel tentativo. [ Chakra ON ]

18:15 Kaori:
 Un tuono romba distante andando a far vibrare ancor più intensamente le vetrate delle finestre nella stanza della Hyuga. Un lampo rischiara ogni cosa andando ad eliminare ogni traccia di ombra e oscurità avvolgendo terra e cielo di quel bianco abbacinante ed assoluto che è spesso associato allo splendere del sole. Kaori quasi non ci bada, resta disperatamente aggrappata a lui, alla sua salvezza, alla sua maledizione, andando a tener stretta fra le dita la sua manica, la sua mano poggiata contro la propria gota. L'osserva con il bisogno di sapere che non sarebbe svanito da un momento all'altro come fanno i sogni quando al mattino arriva la veglia a prender controllo della mente e lo nota andare a scoprirsi della propria camicia in quel lento e calmo movimento che par quasi ipnotizzarla per un momento. Si lascia cullare dal ritmico moto della mano di lui che, lentamente, libera un bottone dopo l'altro fino a quando la sua mano non si sottrae dalla presa di una reticente e spaventata Kaori che, nel lasciarlo andare, si ritrova a rabbrividire facendosi piccola piccola su se stessa, timorosa, vedendolo infine spogliarsi della propria camicia. L'osserva con sguardo tremante, incerto, scorrendo successivamente la vista delle bende che si sciolgono attorno al suo busto, scoprendolo. Anche queste cadono e Azrael rimane a petto nudo davanti a lei, con la sua pelle esposta e così anche il sigillo maledetto impresso indelebilmente sulla sua carne ed il tatuaggio anbu tatuato sul suo bicipite. Kaori respira a tratti, affannosamente, fino a quando non avverte nuovamente le mani di lui andare a cingerle i polsi in una presa gentile ma decisa. Le stringe con fermezza le mani inducendole a fermarsi sul proprio corpo, sovrapposte al punto ove il suo cuore batte forte e vitale sottopelle, protetto da una gabbia fatta di ossa e carne e che nonostante tutto non riesce a trattenerne il battito accelerato. Kaori ripiega appena la punta delle dita graffiando leggermente la sua carne, quasi volesse stringere fra le sue mani quel cuore pulsante. La voce di Azrael arriva lenta, bassa a lei, cullandola piano in un abbraccio accomodante e paziente che vuole andare a scuoterla senza tuttavia spaventarla. Lo sente? Sì. Può avvertire chiaramente sotto i palmi quel ritmico pulsare. Tum. Tu-Tum. Tu-Tum. Eppure-- non riesce ancora, totalmente, a calmarsi. Ma si impone si memorizzarne il ritmo. Di unirsi a questo, di fondersi a lui. Tu-Tum. Tu-Tum. E lentamente, poco a poco, anche il suo respiro rallenta, si calma, trovando un ritmo nuovo e più sano, il ritmo del cuore di Azrael. Annuisce, solo a quel punto, con un movimento lento e macchinoso, incerto, che però non trema più. < Sì. > Un filo di voce ad uscire quasi sordo dalle sue labbra schiuse, mentre cerca di accettare la verità. Azrael è lì. Vivo. Caldo. Sano. La sua pelle non è screziata di cicatrici sinistre, il suo sorriso non è folle e lo sguardo non è spiritato. Il suo corpo è allenato e ben costruito, nulla a che vedere con l'aspetto malsano ed inquietante della versione alternativa affrontata in quell'illusione. La sua voce è calma, sicura, rassicurante e così il suo respiro è regolare e ricco di vita. Ogni parola affonda nell'animo della Hyuga portandola -poco a poco- a sbattere le ciglia fino a sollevare lo sguardo verso di lui e vederlo per la prima volta davvero da quando quel sogno è finito. < Azrael... > mormora lei come se lo vedesse solo ora per davvero, come se fino a quel momento non fosse neppure stata lì e lui fosse appena comparso alle sue spalle tramite la sua dislocazione. < Azrael... > lo chiama, ancora, prima di tentare di levarsi sulle proprie gambe malferme e cercare allora di alzare una mano, piano, per cercare con le dita il suo volto. E solo a quel punto, se fosse riuscita a farlo, si ritroverebbe lei a lasciar fluire quelle calde lacrime salate inconsapevolmente trattenute fino a quel momento. < Azrael! > esclamerebbe, spaventata, affondando il viso sul suo petto, le braccia a tentare di cingerlo per stringerlo a sé in un abbraccio deciso e bisognoso. Vuole sentirlo presente, vivo fra le sue braccia, caldo, perfetto come è sempre stata abituata a vederlo. < Mi-- mi dispiace... mi dispiace, mi dispiace... > ripeterebbe con voce bassa, soffocata, cercando di nascondere il viso sul suo petto. < Non... volevo mi vedessi così... non-- dovevo crollare. Era solo un genjutsu. Solo un genjutsu. Solo-- > finisce col chiosare le ultime parole senza pronunciarle davvero, semplicemente smuovendo le rosee senza voce. < Ma eri tu... Ho cercato di ripetermi che era tutto un trucco fino alla fine ma... quando ti ho colpito non-- > "--ce l'ho fatta" conclude quella frase col pensiero, incapace di dire altro nel sentire la gola improvvisamente arida. < Vederti così... mi ha-- > la voce viene meno una volta ancora e solo a quel punto, Kaori, rialza tremante lo sguardo per cercare quello di lui nel quale perdersi ed annegare. < Non posso sopportare di vederti in viso un'espressione così triste. Non... posso sopportare di saperti ferito. Di vederti-- > il fiato le si mozza in gola e le lacrime scintillano brucianti nei suoi occhi chiari, portandola a cercare di afferrargli il viso per carezzarlo con ambo i pollici lungo le gote, quasi come volesse proteggerlo con quel semplice e simbolico gesto. [ Chakra: on ]

19:04 Azrael:
 Vederla in quelle condizioni, così piccola, fragile, spezzata dagli eventi che hanno appena vissuto, porta il proprio cuore a contrarsi dolorosamente nel petto, a fargli bruciare dentro il desiderio di dislocarsi nuovamente nel luogo dal quale sono venuti, per raderlo completamente al suolo, uccidendo tutti i presenti. Il calore delle sue mani, tuttavia, lo allontana da questo malsano e primitivo pensiero. Le unghie che si incavano nella pelle tonica del petto lo portano a trasalire impercettibilmente, in una reazione spontanea ed involontaria che ne risveglia il bisogno di averla più vicina a sé, sempre più vicina. < Kaori… > Mormora debolmente, rispondendo a quel richiamo da parte della Hyuga con uno analogo. E lei ripete il nome del Nara ancora ed ancora ed ancora, come se solo adesso stesse tornando alla realtà, come se il battito del suo cuore le abbiano infuso il chakra necessario per liberarsi nuovamente dall’illusione appena trascorsa. < Kao-- > Starebbe per ripetere ancora il di lei nome, dopo quell’ultima esclamazione così vivida, decisamente diversa dal tono intriso di panico e timore adettato poco prima, ma la voce gli si ferma in gola nel notarla sanciarsi per abbracciarlo, per cingergli il busto ed affondare la testa sul proprio petto, confondendo le lacrime alle gocce di pioggia che si sono abbattute su di loro solo poco prima. < Oh. > Sospirerebbe, sorpreso ed intenerito da quel gesto, avvolgendo la di lei figura con le proprie braccia, ricambiandone l’affettuoso gesto. La ascolta, lascia che lei possa sfogarsi, che possa piangere, che possa esternare il proprio dispiacere e le emozioni che la missione le ha lasciato dentro con quella insana violenza, sino al punto da spezzare completamente la sua tenacia, la forza di volontà ed il coraggio che ha sempre visto in lei. Si perderebbe nel di lei sguardo lucido, inumidito dalle lacrime che fuggono infide dalle palpebre, bagnandole le gote ed arrossandole gli occhi, ritrovandosi a sorridere di una rinnovata dolcezza, di una ritrovata tenerezza. Non le direbbe nulla, per ora, su quanto lei gli ha appena confessato, lasciando che possa interiorizzare le sensazioni che ha appena espresso, per non renderle più pesanti da sostenere di quanto non siano già. Si lascia accarezzare, senza fermare il movimento che i pollici prendono sul proprio viso, sugli zigomi e sulle gote. < Ora togliamo questo mantello bagnato, mh? > Sussurra, come farebbe un padre verso la propria bambina, o un fratello maggiore verso la propria sorellina. Sicuro, deciso e dolce al contempo, andrebbe a slacciare la stoffa che le cinge ancora le spalle, sollevandola dalle di lei spalle per lasciarlo cadere a terra, assieme alle proprie bende. < Reggiti forte. > Le direbbe, prima di abbassarsi per farle passare un braccio dietro le gambe e reggerle la parte alta della schiena con l’altro braccio, sollevandola facilmente da terra, così come fece la prima volta in cui si trovarono a casa dello stesso Nara e condividero la loro prima notte assieme. Se lei non si fosse opposta, avrebbe compiuto qualche passo avanti, per portarsi al bordo del letto e poggiare le ginocchia sul materasso, in modo da sistemarla sulla piazza più esterna e distendersi dietro di lei, cingendole i fianchi con le braccia e tenendole le mani sul ventre. Il petto contro la di lei schiena ed il capo sollevato, per poterne guardare il profilo oltre la sua spalla e poter stare con le labbra quanto più possibile accanto al suo orecchio. < Allora… ricapitoliamo. > Le sussurrerebbe a questo punto lasciando che lei possa sentire un piccolo sorriso formarsi contro il collo, dove le labbra si poggerebbero a sfiorarne appena la pelle. < Ti dispiace avermi ucciso. E me lo stai dicendo mentre siamo assieme, nella stessa stanza e nello stesso letto. > Continuerebbe, la voce leggera, quasi scherzosa nel tono, prendendosi una pausa per disegnare una piccola linea sul profilo della mascella della Hyuga con la punta del naso. < Io non avrei mai combattuto a quel modo. Non avrei adottato movimenti così sgraziati. Non mi sarei nascosto dietro una lastra di metallo e non avrei mai dato le spalle ad un mio avversario, oltre al fatto che non avrei mai attaccato in maniera così frontale. > La fredda logica, mista a quel tono scherzoso e quasi di scherno nei riguardi di quel che hanno appena vissuto, lo aiutano a calmarsi, a trovare un nuovo equilibrio e – almeno spera – potrebbero aiutare anche Kaori a raggiungere il medesimo obiettivo < E non saresti in grado di uccidermi con una singola saetta nemmeno se fossi in fin di vita, con una benda sugli occhi e con le mani legate. > Il sorriso si allargherebbe, tramutandosi preso in una bassa risata che farebbe vibrare il petto contro la schiena della Jonin, terminando in un rapido bacio posto appena sotto il loro dell’orecchio della sua Kaori. [ Chakra ON ]

10:11 Kaori:
 La sensazione dell'abbraccio di Azrael attorno alle proprie spalle è rigenerante. Il sentire le sue mani tenerla stretta, carezzarle il capo in quel fare consolatorio e comprensivo va a scacciare poco per volta i residui del terrore provato in quell'illusione. Il sentirlo così vivo, caldo, sano attorno a sé è il balsamo migliore al mondo per il suo trauma. Non serve alcuna parola, alcun tipo di rassicurazione verbale ma solo il lento rendersi conto che tutto sia finito e non è mai stato reale. Lascia che la consapevolezza di essere al sicuro affondi le radici nella sua mente lasciandosi convincere semplicemente da ciò che i suoi sensi possono captare. Il calore della pelle del Nara, indice del suo essere vivo ed in salute, del fatto che il sangue scorre a fiotti nelle sue vene tenendolo ad una temperatura corporea ottimale. La forza della sua stretta sulle spalle, dolce e rassicurante, come lo è sempre stata. La gentilezza del suo tocco come se avesse timore di romperla e come se non volesse in alcun modo lasciarla andare. Il battito del suo cuore che va ad irradiarsi contro la sua carne pulsando contro di lei. La sua voce che teneramente pronuncia il suo nome. Ogni cosa, lentamente, va a scacciare i ricordi dello Yami che lei ha ucciso con quel colpo secco andando a far scivolare via la tensione che fino a quel momento l'ha tenuta in piedi. E' un attimo prima che la calma vada a rompere gli argini di quel pianto troppo a lungo trattenuto, rafforzando l'abbraccio col Nara e portandolo a guardarla con tenerezza, con dolcezza, come un padre che rassicura la figlia in difficoltà. La ragazza tira su col naso, sente il respiro rotto per via dei singhiozzi del pianto e lascia che Azrael la liberi del peso di quel mantello bagnato di pioggia. Questo ricade al suolo e Kaori rimane con la treccia mezza umida a pendere fra le scapole e il completo nero da kunoichi a coprirle il corpo. Un brivido di freddo le risale la colonna vertebrale mentre viene scoperta da quella veste e le sue mani vanno d'istinto a reggersi attorno alle spalle di Azrael quando questi va a prenderla in braccio chinandosi dinnanzi a lei. Kaori chiude gli occhi abbandonandosi a quella vicinanza, perdendosi nella consapevolezza che lui è lì, con lei, e non se ne sarebbe mai andato. Lascia che lui l'adagi sul letto e che l'abbracci dolcemente dalle spalle così da non interrompere mai quel contatto di cui lei, in questo momento, ha così fortemente bisogno. Si rannicchia istintivamente in posizione fetale tenendo le mani sopra quelle del Nara, avvertendo le labbra di lui scivolarle sulla pelle e l'ascolta in silenzio sentendosi troppo stanca e provata per dire alcunché. Il ragazzo cerca allora di tirarla su di morale e, al tempo stesso, di illustrarle come non vi sia nulla di cui debba aver timore, facendola quasi sentire una sciocca per essersi sentita così persa e senza speranza. Le viene istintivo sorridere delle sue parole, e alzare gli occhi al cielo con fare divertito quando lui le dice come quella versione di sé fosse tanto diversa dal vero. < Lo so, lo so... > principia lei con tono quasi scherzoso prima di sospirare e rabbuiarsi dopo un istante. < Ma-- reagiresti così anche tu, come lui.. > mormora Kaori stringendo le labbra, premendosi ancor più col corpo contro il petto del Nara il quale, con tono ancor giocoso, va a fare una battuta che porta la kunoichi a dimenticare in un istante tutto il malumore che fino a quel momento ha aleggiato su di lei come un nuvolone scuro. < Ehi! > esclamerebbe andando a volgere verso lui il capo con espressione offesa, una risata incastrata fra i denti, e la destrorsa a sfilare rapidamente da sotto la testa il cuscino per andare poi a tentare di sbatterglielo in faccia in una reazione scherzosa e teneramente infantile. < Antipatico! Guarda che sono forte anche io, sai? > replicherebbe, fintamente oltraggiata, sentendosi per un istante soltanto più leggera e sollevata, dimentica per quel momento dell'orribile incubo dal quale entrambi sono appena fuggiti. [ Chakra: on ]

17:04 Azrael:
 Continua quel tentativo di convincerla che, finalmente, è tutto finito, che quella è stata solo un’illusione ed un incubo dal quale si sono ridestati già da un po’. Sembra funzionare, in effetti, sembra che la Hyuga si ridesti da quel torpore rispondendo alle provocazioni del Nara. Abcge se il quesito che la attanaglia ha assolutamente senso. < Impazzendo, attivando il marchio e distruggendo tutto? Sì, reagirei esattamente così. > Le conferma, essendo piuttosto inutile negare quel che è piuttosto evidente. Distruggerebbe tutto, porrebbe fine alla vita di chiunque lo circondasse, se la perdesse. < Ma tutto ciò non accadrà. > Preciserebbe, infine, senza mai perdere quella serafica calma che sta mostrando in quel premuroso atto, in quel coccolare amabilmente la donna che ama più di ogni altra cosa al mondo. < Non sopporterei mai di perderti, ma farei di tutto per evitare che questo accadesse. Nell’illusione… Yami ha permesso che ciò accadesse, il che non è affatto realistico. > Vorrebbe dir altro, ma ecco che la sua ultima battuta colpisce al punto sperato, facendole dimenticare tutto quello di cui hanno parlato fino ad ora. < Kaori! > Esclamerebbe, slacciando le mani dal di lei ventre per recuperare uno dei fidi kunai che aveva allegato al proprio porta strumenti sulla coscia sinistra. Ne afferrerebbe il manico e farebbe scorrere la lama contro il cuscino che la Hyuga starebbe tentando di usare come arma offensiva. In un fendente dal basso verso l’alto tenterebbe di aprirlo in due al suo esatto centro, liberandone l’interno sui due poveri amanti, che tutto sembra – almeno adesso – fuorché aver vissuto un trauma che li sta logorando dall’interno. [ Chakra ON ]

17:15 Kaori:
 Il tempo par quasi fermarsi mentre i due restano immobili su quel letto, stretti l'uno all'altra in quell'abbraccio che li rende più vicini che mai. La schiena della Hyuga aderisce al petto del Nara e le braccia di lui vanno cingendola dai fianchi quasi come a volerle impedire di sfuggire a quella presa. Non che lei ne abbia intenzione, comunque. Le bacia il collo, la nuca, le sorride contro pelle per andare a confortarla dopo averla vista cadere a pezzi a seguito di quell'orribile illusione. Kaori è riconoscente della premura di Azrael ma un po' si sente in colpa: anche lui, dopotutto, è reduce di tale esperienza. Sfiora lentamente, senza alcun tipo di ordine preciso, la mano che il Dainin ha premuta sul suo ventre e osserva l'acqua battere contro il vetro della finestra scivolando via, ascoltando la sua voce e le sue parole. Lo sa. Sa che Azrael agirebbe esattamente in quel modo se qualcosa del genere dovesse accadere... per questo quel genjutsu l'ha colpita tanto. Sa che quello è proprio ciò che lui potrebbe diventare se una cosa simile dovesse verificarsi. Sorride amaramente al sentire la conferma di lui, lasciando però che il ragazzo la rassicuri ricordandole che perchè una cosa del genere accada lei dovrebbe prima morire e perchè questo succeda dovrebbe scatenarsi davvero una immane catastrofe. Sorride, leggermente confortata, facendosi ancor più piccola nel suo abbraccio e quindi ruoterebbe appena il viso per cercare il suo sguardo nel quale perdersi. < Grazie... > mormorerebbe, semplicemente, con tenerezza, a bassa voce, prima di udire quella bonaria presa in giro che va a far leva sulla loro complicità. Kaori sorride, scherza e d'istinto andrebbe a tentare di piantargli in faccia un cuscino. Il ragazzo però ha una certa fissa per questa precisa parte del corpo e, prima che il cuscino possa andare ad impattare, ecco che va a squarciarlo con un kunai liberando tutt'attorno a loro un'esplosione di piume bianchissime. < Azrael! > esclama Kaori fra le risa, guardando con infantile meraviglia quello spettacolo così innocente. Tutta quella miriade di piume che volteggiano leggere come una nube sopra di loro, posandosi morbide sulla loro pelle, sui loro abiti bagnati. < Guarda che ora pulisci tutto tu eh? > lo rimbecca solo a quel punto guardandolo, tenendo su una espressione giocosa che dura il tempo di un istante prima di tornare ad esser più seria e a mostrare un sorriso malinconico. < Grazie. Per essere qui. Per non avermi lasciata andare. > chiosa, alla fine, guardandolo dritto negli occhi, mentre ancora quelle candide piume bianche discendono disordinate su di loro. < Dev'essere stata dura anche per te. > mormora, alla fine, lasciando cadere la frase, dandogli modo di esprimersi se lo avesse voluto o di non farlo se lo avesse preferito. [ Chakra: on ]

18:43 Azrael:
 Il cuscino si squarcia prima che possa impattare sulla sua preziosissima faccia, dividendosi in una miriade di piume bianche che si attaccano sulle pelli di ambedue gli amanti, ancora umide di fredda pioggia. Una risata si libera dalle labbra schiuse del Nara, piena e squillante, decisamente liberatoria, mentre il kunai verrebbe riposto nell’apposito alloggio sulla coscia. < Pulire? Non ti avevo detto che avresti dovuto pagare qualcuno per farlo? Potrei—chiedere gentilmente a qualcuno degli inservienti della Magione. > Una breve pausa verrebbe presa, in un momento di finto imbarazzo ed inadeguatezza < Sì, insomma, come ho chiesto ai cuochi di Ichiraku… > Terminerebbe, infine, calmando il riso e riappropriandosi del corpo della Hyuga, tentando ri riproporre lo stesso abbraccio che aveva sciolto solo qualche istante prima, per interrompere quel pericoloso attacco. < Non ringraziarmi, non ho fatto nulla. > Il tono tornerebbe basso e cadenzato, come una ritmata ninna nanna atta a far dormire un bambino, come tante ne ha cantate al suo piccolo Ken in queste notti. < Non è stata tanto dura vedere me stesso, io—so quel che c’è nella mia mente. > Yami. Il Sadico. Un uomo più bestia che umano, che gode del far del male, che gioisce nel sentire le strazianti urla di dolore delle persone che tortura. Un uomo che, alla fin fine, non è altro che lo stesso Azrael, con una maschera in volto. E vorrebbe dirle, vorrebbe dirle con tutto se stesso che è tornato in possesso di quella maschera, del suo ruolo all’interno delle forze speciali degli ANBU, ma non può. Già troppe volte ha infranto la legge suggerendo quel segreto ad orecchie indiscrete e non ha intenzione di farlo ancora. Quel che potrebbe fare, tuttavia, è permetterle di arrivarci da sola, in maniera del tutto lecita. < Ma vedere te… vedere quel che potevi diventare se fossi rimasta nelle grinfie di quel pazzo maniaco, sì, mi ha leggermente turbato. > “Spaventato a morte.” La mente correggerebbe le di lui parole, intenzionate a mantenere sepre quell’aria tronfia ed arrogante di uomo che non viene toccato da nulla, di figura incrollabile che mai si spezzerà quando, invece, si è spezzata in più e più occasioni. < Stavo pensando… i Maboroshi continueranno quell’esperimento, secondo te? > Domanderebbe, infine, in un flebile ed insicuro sussurro diretto unicamente alle orecchie della Hyuga. [ Chakra ON ]

19:21 Kaori:
 La risata di Azrael è come un balsamo per la giovane Kaori che, tornando a poggiare il capo sul letto, osserva le piume ricadere lente attorno a loro, accompagnata dal riso del Nara che, al suo fianco, va rispondendo alle sue parole con quel suo tono leggero e scherzoso capace di mettere fine a qualunque malumore. La ragazza alza nuovamente gli occhi al cielo scuotendo leggermente il viso in una finta espressione esasperata. < Non puoi risolvere i tuoi problemi rapendo la gente, lo sai? Non sta bene! > esclama con finto tono di rimprovero, incapace di trattenere la risata dietro quelle parole che arrivano distorte da un riso leggero. Poco a poco la tensione s'allenta, la calma arriva e il battito della Hyuga va pian piano rallentando riportandola ad una situazione di pace e quiete. Azrael torna ad abbracciarla e va dicendole di non meritare alcun ringraziamento. Quello che dice successivamente, però, porta Kaori a ruotare il capo verso di lui per cercare di scrutare la sua espressione. Vorrebbe leggere in questa i suoi pensieri e, al tempo stesso mostrargli i propri. < Non è esattamente la stessa cosa. > mormorerebbe lei alla fine schiudendo le rosee. < Non faresti mai-- *quello* > non sa neppure come meglio definire quanto i due hanno visto in quell'incubo ad opera della controparte del Nara. < a qualcuno che ami. O che non lo merita. > Non che questo renda meno mostruoso un simile trattamento ma-- pensare che l'altro infligga dolorose torture solamente a gente che mina al benessere degli innocenti e che è ricercata dalle autorità le rende più facile accettarlo. Comunque non vuole che Azrael si senta simile a quel mostro, ben sapendo quanto di lui sia effettivamente diverso da quello. Sa che Azrael possiede realmente un lato sadico, crudele, capace di godere del dolore inflitto a qualcuno: non avrebbe mai dimenticato gli innumerevoli disegni appesi alle pareti di quella stanzetta. Ma sa anche che non farebbe mai qualcosa del genere ad un innocente o per mero sfizio. Azrael ad ogni modo prosegue e quello che dice porta la Hyuga a ripensare a quella versione distorta di sé. Una Kaori costretta a partorire in eterno, continuamente, nutrendo l'altro dei propri figli, usando i corpi rimanenti per forgiare quell'arma terrificante. Il solo pensiero le dà i brividi. < Neppure quello è molto realistico. > mormora lei alla fine rannicchiandosi su se stessa in posizione fetale. < Qualunque cosa potresti farmi non ti farei mai mangiare i nostri figli. > cerca di scherzarci su anche lei, ma forse non è capace come Azrael di ironizzare così in fretta su qualcosa di così delicato. Ha ancora bisogno di un po' di pratica in proposito. Quando poi quella domanda giunge al suo orecchio, Kaori inspira a fondo andando a stringere le rosee mentre le iridi bianche osservano la pioggia scrosciare fuori dalla finestra. < Non lo so. > ammette alla fine sospirando. < Spero di no. Ma... è così che nascono tutti i jutsu, vero? Tramite esperimenti falliti. > mormora alla fine con tono serio, piuttosto misurato. < Odio i genjutsu. > sentenzia, alla fine, quasi con un broncio infantile. [ Chakra: on ]

18:52 Azrael:
 I pensieri che si rincorrono allì’interno della mente del nara sono molteplici ed estremamente diversficati. Vanno dalle rimembranze di quell’incubo, ad elucubrazioni sulla vita stessa, sino alla più basilare meraviglia del vederla e dell’averla con sé. I suoi occhi la ricercano, la scrutano e si specchiano nelle di lei perlacee iridi. Sono così divrse da quelle della sua controparte vista e vissuta all’interno del genjutsu, il di ei sorriso è assai più candido, allargato dalla semplice prospettiva di una leggiadra pioggia di piume sulle teste dei due amanti. È così bella, così estasiato è lo sguardo del Dainin mentre tenta invano di resistere alla prospettiva di interrompere il di lei dire con un bac-- < Eh? > Mugugnerebbe piuttosto stranito il ragazzo, slacciando le mani dal ventre della Hyuga, pur senza ritrarre le mani. Una parola in particolare ha scatenato in lui quella reazione, come se la minuta mano di Kaori avesse premuto un interruttore che ha chiuso un circuito all0interno della mente del suo uomo. Le sopracciglia di Azrael s’alzano, s’inarcano verso l’alto e lo sguardo si fa carico di uno stupore per nulla celato, accompagnato anche da uno schiudersi di labbra piuttosto vistoso. Il respiro mozzo in gola, il cuore in stasi nel petto. Immobile, intento a riflettere su quella singola, unica e sola parola da lei pronunciata, a cui ha fatto allusione anche durante quel temibile incubo, come fosse frutto del genjutsu stesso. < I nostri—che cosa? > Domanderebbe, balbettando e boccheggiando a vuoto, alla ricerca di un po’ d’aria per ricalibrare la secchezza dele fauci con un po’ di salivazione, attualmente del tutto assente. < F-figli? > Domanderebbe ancora, mostrando – piuttosto rivelatore – un singolo rivolo di sudore freddo a varcare la soglia della di lui fronte, sino a giungere allo zigomo. Ora, al di fuori di quell’illusione, è reale la prospettiva che Kaori gli mette dinnanzi. Sta scherzando? È seria? Porta una vita in grembo di cui il Dainin non è a conoscenza? No lo sa e, in tutta franchezza, non è nemmeno sicuro di volerlo sapere in questo momento. Inspira forte col naso, come se stesse tirando su dopo un lungo pianto, pur senza emettere un singolo fischio o rumore alcuno. Le mani tremerebbero leggermente contro la pelle della Hyuga, sul ventre della quale sono ancora poggiate mollemete, prive di vita o nervo. < Non intenderai che…? Kaori—io non penso che sia… insomma, andiamo… > Cercherebbe di convincerla a—nulla in particolare. Non sa neanche lui cosa sta dicendo, tutto quel che sa è che quella prospettiva lo spaventa, per quanto sia ben chiaro tramite il sigillo dell’empatia che condivide con la ragazza che sta tenendo stretta a sé. Vorrebbe dirle ccosa ha intenzione di fare con quei Maboroshi, chiederle cosa ne pensa e parlare ancora, ridere e scherzare, magari anche fare l’amore, alla faccia di tutto quel che hanno vissuto, ma in questo momento, con quel pensiero in testa, non riesce a far altro che tremare, che sentirsi a disagio, con la bocca secca ed i polmoni vuoti, cercando invano di riavviare i battito atrofizato del proprio cuore, di capirci qualcosa e di essere rassicurato da lei. Perché, in fondo, non è così spaventosa la prospettiva, lo è semplicemente la maniera in cui sta arrivando, la circostanza ed il poco preavviso. [ Chakra ON ]

19:18 Kaori:
 Si sta quasi lentamente rilassando fra le braccia di Azrael mentre quella pioggia di piume termina la sua discesa su di loro quando una ondata di panico la pervade improvvisamente attraverso il legame empatico che la lega al Nara. La stretta delle sue mani si allenta, può avvertire la sua carne tremare contro il proprio corpo, il suo tono vacillare mentre, letteralmente terrorizzato, va balbettando poche semplici parole. Kaori si rabbuia un istante nell'avvertire l'agitazione e lo spavento che Azrael sta provando a quell'idea, senza capire immediatamente ciò che il Nara ha appena inteso. Dopo aver visto quanto si sia allargata la famiglia di Azrael non aveva mai pensato che l'idea di avere un figlio potesse spaventarlo a quel modo. Ma forse il problema era l'idea di avere un figlio con lei. Forse Ai e Ken sono più che sufficienti, forse non ne desidera altri. Beh, non che la cosa sarebbe strana. In qualche modo si sono ritrovati ad avere nelle loro vite più figli che appuntamenti ma per lei non è mai stato realmente un problema. Forse perché li stanno crescendo separatamente ognuno in casa propria, forse perché Kouki è già piuttosto indipendente e il suo apporto genitoriale non è così necessario come può esserlo per il piccolo Ken. Forse perchè, semplicemente, l'idea di una famiglia con Azrael non la spaventerebbe. Magari in un futuro, magari fra qualche anno, quando sarebbero stati una coppia ormai consolidata e indistruttibile, magari dopo un possibile matrimonio... ma l'idea, di base, non le mette affatto panico, tutt'altro: le genera solitamente un sottile piacere. Tuttavia sentire il terrore di Azrael la porta a riconsiderare ogni cosa a sentirsi d'un tratto spaventata. Forse ha fantasticato troppo. Forse non vogliono le stesse cose. Forse scherzava anche sul matrimonio. Forse-- E poi quella mezza domanda arriva e la Hyuga si ritrova a ruotare d'istinto il capo verso di lui fissandolo con le gote scarlatte e le iridi dilatate dalla sorpresa, quasi come trovasse assurda quella domanda. < Cos-?! No! > esclama all'istante scuotendo il capo, il cuore a batterle a mille nel petto, come a volerlo rassicurare immediatamente circa quella possibilità. < N-non sono... cioè- non so nemmeno se... > dice deglutendo, aggrottando le sopracciglia, riflettendo su come -in effetti, da quando è stata vittima del rapimento da parte di Cappuccio Rosso e di quel fallimentare tentativo di inseminazione, abbia sempre avuto timore che potessero averle fatto qualcosa di male dal punto di vista riproduttivo. Come se qualunque cosa le avessero iniettato potesse aver manomesso le sue possibilità di rimanere incinta. Un qualcosa di folle probabilmente ma che l'ha irrazionalmente segnata da allora. < Era solo un pensiero ipotetico... Se dovesse mai succedere, sai. In futuro. > continua allora cercando di andare a calmare l'altro nell'avvertire chiaramente quanto quella prospettiva lo agiti. < Non- pensavo ti spaventasse così. > ammette, poco dopo, timidamente, quasi come non fosse sicura di voler affrontare quell'argomento in quel momento. [ Chakra: on ]

19:47 Azrael:
 Il terrore ha pervaso le membra di Azrael per diversi secondi, tutti i stanti in cui ha notato l’espressione di kaori cambiare, mutare ed assumere varie sfumature, senza dare un reale responso al dubbio espresso dal povero Dainin impaurito. Poi, finalmente, arriva la risposta ed i polmoni di Azrael si scaricano del tutto, portandolo a compiere un innaturae e liberatorio sospiro di sollievo, facendogli riprendere anche un colorito un po’ più sano, per quanto la sua pelle sia diafana e pallida sino a livelli non del tutto normali. < Oh—Oddio, menomale… > Si lascerebbe sfuggire, a labbra appena schiude, intrecciando nuovamente le dita sul grembo di Kaori. Solo in quel momento, dopo quella necessaria rassicurazione, può lasciar fluir liberamente i propri pensieri, riflettendo attentamente su quanto appena successo. Se la risposta fosse stata diversa, come avrebbe reagito? Non l’avrebbe lasciata di certo, non sarebbe stata affatto un’opzione plausibile, ma di certo sarebbe stato scomodo ed improponibile. E lo avrebbe scoperto per caso, non per una comunicazione da parte della Hyuga, il ché lo avrebbe fatto arrabbiare non poco. E ora che sa che la risposta è no, che la sua amata non aspetta un bambino, cosa sta provando? Sollievo, per la maggior parte, oltre che un viscerale desiderio di abbracciarla di nuovo. La stringe ancor di più a sé, socchiudendo le palpebre e regolarizzando il respiro affannoso a causa di quell’apnea durata qualche infinito secondo, percependo solo in quel momento il cuore che riprende a battere ad un ritmo normale. Immaginare che ci fosse una vita nel suo grembo, immaginare che quella vita fosse il frutto del loro amore, che fosse la concretizzazione del loro legame non lo spaventa. Era solo una questione di, beh, trovare un momento più adatto. Non permarrebbe ulteriori istanti in silenzio, rendendosi anche conto di aver fatto più danni che altro con quella reazione. < Ti ho già scelto come mia famiglia, Kaori. Ci immagino già a tavola con Ai, Ken e Kouki e non ho problemi al pensiero di aggiugere a questo quadro anche un nostro futuro e possibile bambino. > Preciserebbe in prima battura, cercando di tranquillizzare la Hyuga che tanto ha mostrato la propria delusione in quell’atto di ritrosia da parte del Nara. < Temevo solo fosse… adesso. In questo momento. Che sotto le mie mani stesse già crescendo un piccolo combinaguai coi capelli neri e gli occhi bianchi o una bellissima bambina dagli occhi scuri e i capelli viola. > Le labbra s’incurverebbero in un piccolissimo sorriso, il solo pensiero, la sola immagine di ciò che ha appena espresso gli scalda il cuore, portanndolo ad accarezzarle il ventre con un leggero sfiorar di pollici sulle vesti e sulla pelle ancora umida. < Vorrei solo non fosse—proprio adesso. non ci mancano i soldi, né le possibilità, ma… rischiamo la vita ogni giorno, il Villaggio ha bisogno di noi e tu sei una delle nostre più valide armi. Chi dovrebbe dirlo ad Hitomu che per nove mesi sei segregata in casa, circondata dagli ANBU e con me e la mia fedele Zanbato a farti da guardia affinché non accada nulla alla progenie più preziosa della Foglia? > Scherzerebbe, ridacchiando sommessamente, prima di aggiungere ancora un ultimo dettaglio piuttosto fondamentale a quello che, all’apparenza, è soltanto uno scherzo protratto in diverse battute < E dovrei aspettare nove mesi prima di vederti in abito bianco, è impensabile. > Terminerebbe, adesso, mostrandosi giocoso e goliardico come al solito quando un argomento si fa troppo pesante da sostenere, ma senza possiilità di trattenere i propri pensieri e le proprie reali preoccupazioni. “Dopo quell’illusione… Dio solo sa cosa poteva succederti. Con tutto quello stress… Capisci perché mi sono spaventato?” Le domanderebbe, in ultimo, nello slancio di onestà più sincero che abbia mai compiuto verso un’altra persona, persino verso se stesso, in un certo senso. Avere figli lo ha sempre spaventato, è più che notorio che Azrael Nara non sia particlarmente avvezzo alle faccende da padre, agli impegni coniugali e a tutto ciò che ne consegue, ma la gioia di essere chiamato papà dal sangue del proprio sangue, la gioia di poter condividere un momento del genere con Kaori, madre di un futuro piccolo combinaguai, gli accende una fiamma nel petto talmente ardente da sopperire al freddo e alla pioggia patiti in quella serata. [ Chakra ON ]

09:18 Kaori:
 Kaori non sa esattamente cosa provare in questo momento. Sapere di non star aspettando un figlio porta Azrael a rilassarsi visibilmente andando a ricostituire quella stretta che tiene la ragazza ancorata contro il suo petto, le mani ben allacciate sul suo ventre a tenerla contro di sé. La ragazza si rifugia in questo abbraccio, lascia che il calore delle sue braccia la culli, tuttavia si sente anche piuttosto turbata dall'idea di quella situazione. Se fosse stata incinta, invece? Quelle mani non si sarebbero più strette attorno a lei? Si sarebbero distaccati? Ne sarebbe stato scontento? Non pensa che l'avrebbe abbandonata di certo, non ora che si è ritrovato a scoprire quanto abbia detestato aver abbandonato Ken per il suo non essere pronto ad occuparsi di lui. Tuttavia un figlio indesiderato è sempre motivo di fratture importanti fra le persone e Kaori non avrebbe sopportato di perdere il Nara. Non ora. Non così. Non per via del frutto del loro rapporto... Rimugina in silenzio fra le sue braccia fino a quando Azrael non va a spezzare il denso silenzio venutosi a creare fra loro con un preambolo che porta la giovane a mancare un battito. Gli occhi si sgranano, il cuore le arriva in gola, il sangue le corre rapido nelle vene. Non è contrario all'idea di un bambino. Un *loro* bambino. Ed è ridicolo, è quasi patetico il modo in cui basta una semplice frase da parte sua per scacciare all'istante ogni malumore, ogni timore, ogni preoccupazione. Ma lo fa. Sentirglielo dire porta Kaori a sentirsi nuovamente al sicuro, nuovamente compatta, felice, ruotando il busto così da andare a stendersi sull'altro fianco, rannicchiata contro il suo petto per poterlo guardare in viso mentre parla. Piccola piccola davanti a lui, in posizione fetale, con i lunghi capelli viola a sfaldare quella treccia umida e scomposta dietro di sé. Sorride intenerita quando lui continua e ridacchiando snuda i denti bianchi in un riso leggero e gentile, basso, mentre con le dita inizia a giocare lentamente con la camicia di lui, disegnando linee immaginarie sul suo petto. < Magari meglio un bambino. Temo che una bambina ti farebbe venire un embolo prima dell'adolescenza. > ironizza lei ripensando a come la situazione con Ai l'abbia tanto impensierito. Pensa a questo bambino dagli scuri capelli neri e i brillanti occhi bianchi, al suo sguardo serio e la grazia nei movimenti. Pensa a come sarebbe stringerlo fra le braccia, sentirlo per una volta -a tutti gli effetti- *suo*. Un loro bambino. Nato dal desiderio di entrambi di dar vita al loro amore. Nato, per una volta, dal loro sangue- volontariamente. Le si stringe il cuore a quel pensiero, ascoltando dunque la voce di Azrael cullarla, rassicurarla e-- inquietarla. Ovviamente teneramente. < Beh non è che smetterei di lavorare solo perchè aspetto un figlio. Insomma, potrei comunque insegnare in Accademia o lavorare in ospedale. Almeno per i primi mesi... > dice lei con voce felice, divertita. < Però sì. Per qualche mese Hitomu dovrebbe fare a meno di noi. E-- non credo che gli ANBU accetterebbero di circondare la casa del loro ex Generale per un motivo simile. > ride, ignara del fatto che Azrael sia attualmente nuovamente in servizio come ninja d'élite e che, probabilmente, il fatto che non sia più generale non sia affatto un deterrente per gli altri dal non aver più terrore di lui. Quanto poi aggiunge, poco dopo, le scalda il cuore e la porta ad abbassare timidamente lo sguardo mentre la sua mano vorrebbe scivolare via dalla sua camicia alla ricerca delle dita di lui. Vorrebbe sfiorarle, andare ad apporre il proprio palmo al suo, sfiorare le sue falangi affusolate con le proprie prima d'intrecciarle ed osservarne la forma perfetta. < E' folle...? > mormora lei con voce bassa osservando mite l'unione delle loro mani -se lui avesse concesso. < Stiamo insieme da pochi mesi eppure... per me è fatta. Sei tu. Senza via di scampo. Senza altre possibilità. > continua lei respirando piano, la voce flebile, quasi un soffio nella notte mentre la pioggia battente continua a far vibrare i vetri delle finestre chiuse. < Giurerei agli Dei di amarti per tutta la vita in questo istante stesso, senza paura. > rialza a quel punto il viso cercando il suo sguardo, leggermente impensierita dall'idea di poter star spaventando l'uomo dinnanzi a sé con quelle parole. Ma le sente nascere spontanee dal cuore, non può trattenerle. Quell'incubo, la paura di averlo ferito, il vederlo morire, il vederlo spegnersi con quel "ti amo" come unico lascito della sua vita la porta a non voler aspettare ancora per dirglielo. Per dirgli che sì. Sì, lo sposerebbe davvero. Sì. Passerebbe con lui il resto della vita. Sì. Lo vuole. < Hai paura...? > domanderebbe, alla fine, mordendosi le labbra, timidamente, prima di avvertire il di lui pensiero infrangersi nella propria mente e farle capire perchè avesse avuto così paura. "Non temere Azrael. Hai ragione, adesso non è momento per una cosa simile. E se mai quel momento dovesse arrivare, non rischierei la sua vita per una missione... Neppure per una emergenza." lo rassicura tentando allora di guardarlo, nel mentre, negli occhi. [ Chakra: on ]

09:59 Azrael:
 È un pensiero che Azrael avrebbe rifuggito anni prima, prima di sapere di essere padre di un bambino, prima di crescere, di comprendere che non è un pericolo per gli altri, prima di aver messo la testa a posto. Adesso, invece, è un pensiero che lo intimorisce, certo, ma che accarezza con la stessa cura con cui accarezzerebbe il piccolo di cui stanno or ora parlando. E poi sarebbe con lei. Con la sua Kaori. Quale prospettiva sarebbe migliore? Un Azrael oramai accasato, che tora da una missione, aturalmente conclusa con successo, per ritrovare il bambino che gioca tra le braccia di sua madre, pronta a dargli il cambio dopo un saluto fugace, dandosi appuntamento alla sera, per trascorrere del meritato tempo assieme. Ed è a questi pensieri che sorride, che accoglie il cambio di posizione della giovane, premendole le mani sulla parte bassa della schiena per tenerla quanto più possibile vicina a sé. < Se un giorno avremo davvero l’intenzione di farlo, sappi che sarò il diretto incaricato di tenerti rinchiusa in casa, al sicuro da tutto e da tutti. E sì, sono piuttosto certo che gli ANBU rispondano ancora ai miei ordini. > Che sia nuovamente all’interno delle forze speciali o meno, è pur sempre la voce di Yami che tuonerebbe verso le reclute ed i tenenti, mettendoli certamente in riga. < D’altronde nessuno di loro avrà dimenticato che non sta bene contravvenire ad un mio ordine. > Un sorriso leggero gli aleggia tra le labbra, a questo pensiero. Il comando. Il controllo. Tutto ciò che di più caro è per il giovane Nara. Una serie di valori che i suoi sottoposti hanno imparato ad apprezzare, per forza di cose. < E coprirò io qualunque tuo turno in Accademia o in Ospedale, a costo di studiarmi tutti i manuali che servono per diventare primario. > La voce è bassa, calda, ma quantomai autorevole. Il tipico tono di chi non ha intenzione di accettare un ‘no’ come risposta a quanto sta dicendo. Stringe la mano attorno a quella di lei, facendo combaciare i palmi ed intrecciando le dita con quelle della donna che ama, tentando di posare le labbra sulla di lei fronte in un affettuoso e casto bacio. < Ho già affrontato un Dio, per permetterci di stare insieme nella miglior maniera possibile. Non avrei problemi a rifarlo, qualunque fosse il Kami che oserebbe mettersi tra di noi. > La voce è solenne, sicura e sincera. Non permetterebbe mai e poi mai a nessuno di frapporsi tra di loro, che sia un pericoloso Mukenin, una divinità, un ordine di Hitomu stesso. Non di nuovo, non più. La domanda di kaori, riguardo la sanità di quel volere stare insieme per tutta la vita già dopo pochi mesi, sull’avere paura di tutto ciò di cui si stanno sobbarcando, seppur solo teoricamente, lo portano a scostarsi dalla sua fronte per guardarla negli occhi ed esternare un piccolo sorriso a mezza bocca, quasi beffardo. < Sì, è folle. Totalmente folle. E sì, ho fottutamente paura. > Comincerebbe a risponderle, senza prendere particolari attimi di pausa o silenzio prima di proseguire nel discorso < Ma io sono pazzo. Totalmente pazzo. Tu mi hai fatto impazzire. E la paura… > Ora prenderebbe una breve pausa, inframezzando il proprio discorso con uno sbuffo, come a voler schernire la stessa sensazione della paura, del timore e del terrore, per alleggerirli e non consentir loro di deviare le azioni dei due amanti. < Posso solo dire che per paura ho fatto alcuni dei più grandi errori della mia vita. Ogni ragazzino ne fa, ma quando e se si diventa uomini lo si capisce dalla capacità di non ripetere più gli errori del passato. E io non sono più quel ragazzino, quel piccolo e timoroso Azrael che si è sempre lasciato trascinare dal timore di non essere abbastanza o di fare passi troppo lunghi, benché fosse troppo arrogante per ammettere di essere terrorizzato. > E questa sarebbe la sua risposta, accompagnata da uno stringersi di dita sul corpo della Hyuga, da un respiro più profondo e da un avvicinarsi alle di lei labbra, senza mai ancora toccarle. < Tu hai paura? > [ Chakra ON ]

10:26 Kaori:
 E' chiaro che Azrael è serissimo in quanto sta dicendo. Non le avrebbe permesso di fare il minimo sforzo se mai avesse davvero atteso il loro bambino. L'avrebbe sorvegliata e protetta, impedendole di fare qualunque cosa potesse anche solo lontanamente preoccupare la salute del loro figlio. In parte il pensiero è tenero e fa sentire la Hyuga amata e rassicurata del fatto che Azrael avrebbe capovolto cielo e terra pur di saperla al sicuro. D'altro canto l'idea di essere prigioniera in casa per nove mesi la preoccupa un po'. < Potrò avere almeno la mia ora d'aria giornaliera? > scherza lei con una vocina infantile, acuta, gli occhioni bianchi a sbatter le ciglia rapidamente quasi come a voler cercare di ammorbidirlo per strappargli un accordo. Ridacchia quindi rifugiandosi sul suo petto, le sue gambe a distendersi lentamente e a cercare d'intrecciarsi a quelle di lui mentre avverte le dita del Nara premerla a sé per la schiena. < Se mai succederà faremo il possibile perchè tutto vada per il meglio. Senza che ti sobbarchi troppo lavoro. Dopotutto posso sempre usare le mie copie per fare le cose più semplici. Tipo partecipare alle riunioni in Magione. > propone lei sentendosi decisamente a disagio all'idea di essere totalmente inutile per nove mesi per il proprio Villaggio. Lei che col tempo ha preso sulle sue spalle sempre più responsabilità. Osserva il volto di Azrael quand'egli cita il suo aver affrontato un Dio pur di stare con lei e le labbra si distendono spontaneamente in un sorriso felice, intenerito mentre abbandonerebbe il capo contro di lui e le sue labbra per accogliere quel bacio che va sfiorandole il capo con dolcezza. < Insieme. Affronteremo ogni cosa insieme. > lo correggerebbe, lei, esplicando la sua volontà di volersi mettere in gioco il più possibile pur di poter vivere con lui il resto della propria vita. Ed è allora che quella confessione arriva, raggiungendolo. Lo sposerebbe anche subito. Senza timore, senza esitazione. Lo ama al punto da non vedere altra possibilità nella sua vita che non sia lo stare con lui. E Azrael, dal canto suo, concorda con lei nel trovare tutto così folle e spaventoso. Kaori sorride, divertita, ascoltandolo, annuendo quando egli va rimarcando d'essere pazzo. "Mi hai buttato giù da una cascata alta decine di metri." come a voler confermare la sua follia con tono divertito e scherzoso, l'amore che pregna ogni suo pensiero e ricordo mentre ascolta la riflessione che l'altro fa su quanto fatto in vita sua in nome del timore. Si avvicina al suo viso, la guarda e le loro labbra sono tanto vicine da portare la Hyuga a perdere un po' la concentrazione. Schiude le rosee a sua volta boccheggiando per un istante mentre l'atmosfera cambia repentinamente fra loro facendosi elettrica. < Io... > principia con voce leggermente roca, schiarendola subito dopo, deglutendo. < ...no. Non ho paura. > ammette alla fine dopo una breve riflessione. Cerca di pensare a cosa possa spaventarla, cosa possa metterla a disagio o in uno stato d'ansia ma... tutto ciò che avverte è pace. Il semplice e primordiale bisogno di stringersi ancor di più a lui. < Mi sembra di seguire la strada che è stata disegnata per me. Come se stessi realizzando il mio destino. Stare con te è la cosa più naturale e semplice che mi sia mai successa. Stare con te mi fa sentire in pace, tranquilla. Completa. L'unica cosa che potrebbe spaventarmi è perderti. > rivela lei con semplicità, guardandolo, soffermandosi un istante soltanto ad osservare le sue labbra socchiuse. < Ma non permetterò a nessuno di portarti via da me. > mormora allora, poco dopo, pressandosi ancor più contro il suo corpo, per andare quindi a tentare di spingerlo di schiena contro il materasso per seguire il suo movimento andando a sistemarsi sopra di lui. Le gambe piegate attorno ai suoi fianchi, lei a troneggiare sul suo corpo guardandolo dall'alto. E si chinerebbe solo allora per fermarsi ad un soffio dalle sue labbra, l'altra mano ad incastrarsi fra i suoi capelli quasi con forza. < Dovessi aggrapparmi a te con le unghie e con i denti. > sussurrerebbe, alla fine, prima di andare a ricercare quel bacio rimasto silenziosamente in sospeso fra loro fino a quel momento. Tenterebbe di porre le proprie labbra sulle sue, di sentire il calore delle sue rosee contro le proprie, chiudendo gli occhi per perdersi in quell'unione e lasciarsi andare al turbinio di emozioni che solo il contatto con Azrael è capace di generarle dentro. [ Chakra: on ]

11:06 Azrael:
 Kaori sta tentando di scendere a compromessi. Un concetto che ad Azrael suona piuttosto strano e peculiare. Come fa a convincerlo sempre così? Con quegli occhioni bianco perla, le ciglia che sfarfallano e l’espressione più tenera che il povero Dainin abbia mai visto? Sbuffa, Azrael, alzando gli occhi al cielo, dandole una risposta scherzosa < E va bene, e va bene. Stileremo un contratto e lo faremo supervisionare ad n avvocato, lo firmeremo e metteremo il timbro dell’Hokage. > Ridacchierebbe alla di lei volta, accarezzandole debolmente la schiena con l’unica mano libera. Il pensiero della Hyuga gli arriva forte e chiaro, trovando immediatamente una risposta nelle parole del Dainin, la cui voce risuonerebbe sempre più bassa, ridotta ad una serie di dolci e teneri sussurri sottili, arrocati dalla bramosia che la vicinanza di kaori gli accende dentro. < Tu—mi hai gettato nell’abisso di un pensiero fisso. > Pronuncerebbe, ricordando tutte quelle volte in cui si è ritrovato a scrivere per lei poesie, canzoni, intere opere il cui unico scopo era mettere su carta o su spartito le emozioni che lei stessa gli aveva scatenato dentro. < Direi che siamo pari. > Direbbe, infine, sentendola spingere contro il proprio corpo, lasciandosi semplicemente andare per farla sistemare sopra di sé. Ed è allora che lo sguardo del nara cambierebbe, trasformando le iridi scure, ma piene di sincero affetto, in due neri e profondi pozzi bui, il cui contenuto è il puro fuoco che Kaori accende ogni volta che entra in contatto con lui. < Mh-- > Un gemito basso, roco, contro le di lei labbra la mano stretta attorno ai suoi capelli lo portano a gemere piano, lasciando vibrare leggermente la gola tra i denti serrati. Le mani si poserebbero sui di lei fianchi, afferrandoli con forza e decisione, incavando leggermente le unghie nella sua carne, intento chiaramente a non lasciarla più andare. < Allora fallo. Aggrappati a me con le unghie e con i denti, Kaori. > Le direbbe, prima di unirsi a lei in quel bacio, diventando via via sempre più vorace, bisognoso, affamato. Ed in quel bacio scaricherebbe tutte le tensioni, la strustrazione, la paura provata nelle ultime ore, lasciando, intatta, solo la figura di due amanti uniti a formarne uno solo. [ if end ]

11:28 Kaori:
 La risata esce spontanea e frizzante dalle rosee di Kaori al sentire la voce di Azrael scherzare con lei. Beh, scherzare.. non è così sicura che l'idea del contratto non sia vera e reale. Ma ad ora non vuole pensarci, non ancora. < Magari ne riparliamo fra qualche anno, mh? > propone lei, ridacchiando, andando a cercare di strofinare il proprio naso a quello di lui in un tenero e semplice bacio all'eschimese a cui andrebbe a seguire un discorso quanto mai pregno di significato e di importanti sentimenti. Si rivelano il loro amore, le loro intenzioni, tutto ciò che quella relazione fa nascere nel loro animo. Paure e sicurezze. E quando Azrael ripete quella frase che già una volta le aveva dedicato... Kaori sorride, lo sguardo ad illuminarsi di miriadi di stelle mentre osservandolo si sentirebbe totalmente libera del fantasma di quell'incubo che l'aveva colpito. Le gelide falangi sinistre di quell'illusione si ritraggono e un totale ed assoluto senso di felicità va permeandola portandola dunque a far comparire ai lati del suo sorriso delle tenere fossette. Annuisce al suo dire e solo a quel punto sente che il momento delle parole è finito. Ricerca quel bacio, quell'unione con le sue labbra come se da queste dipendesse la sua stessa vita. Si nutre dei suoi respiri, della sua aria e va sistemandosi sopra il suo corpo come fosse sua Regina. Avverte le sue dita scavare nella carne, marchiare il suo possesso su di lei tenendola immobile sul proprio corpo e quindi ansima in quel bacio abbandonandosi totalmente a questo. Lascia che siano solo i loro bisogni a parlare, adesso: il bisogno di essere più vicini, di scoprirsi, di amarsi. Di aversi. Lascia che sia l'istinto e il desiderio a guidare i loro gesti mentre fuori da quella finestra, lentamente, la pioggia scema. [ END ]

Dopo la missione alla sede Maboroshi, Kaori rimane segnata dall'incubo. Azrael la porta a casa sua e si assicura di calmarla e proteggerla dai propri Demoni fino a scacciare totalmente via la paura grazie alla dedizione dei propri gesti e dei propri sentimenti.

Sì. E' melensa.
Sì. Sono bellissimi.
Shippateli. u.u